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Autore: littlemoonstar    13/04/2009    25 recensioni
“dove sono? Dov'è Edward?!”
“continui a ripeterlo da mesi ormai,Bella. Non esiste nessun Edward,ti trovi nell'ospedale psichiatrico di Phoenix.
Non preoccuparti,andrà tutto bene.”
La verità,certe volte,è difficile da accettare.
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disturbia
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Falling
Disturbia

xxx














-Edward,come è successo tutto questo?-chiesi,ancora abbracciata a lui: non ci eravamo ancora mossi da quella grande stanza,e neanche dal punto in cui ci eravamo incontrati di nuovo.
-è stato Aro. Quando abbiamo stretto il patto...- rispose lui,serio.
-vi siete dati la mano. - conclusi per lui,annuendo.
-esatto. Ma non avevamo calcolato il suo potere secondario. -
-potere secondario? -
-già. L'ho scoperto quando mi sono svegliato qui,non è un potere interno a lui,ma esterno. Più precisamente...un medaglione. -
-un medaglione? Ma come...-
-appartiene ai Volturi da molti secoli,ma sono riusciti a scoprire il loro potere solo ultimamente...si tratta di un medaglione appartenuto alla famiglia di Sulpicia,la moglie di Aro. E' in grado di mutare lo spazio e il tempo,apparteneva alla sua famiglia da tempo e inconsapevolmente aveva questo potere incredibile...-
Avremmo proseguito se sia Alice che Edward non si fossero improvvisamente irrigiditi,voltandosi verso la porta,che si spalancò senza preavviso con un rombo sordo.
Chi la aveva aperta era tanto forte da aver incrinato gli enormi cardini dorati,che emisero un altro suono sinistro.
Istintivamente strinsi la mano di Edward,che ricambiò la stretta con fare protettivo: inutile descrivere come mi sentii quando capii che era ancora accanto a me.
Lui mi amava,era li ed era reale.
E grazie a lui adesso ero più forte.
Smisi di piangere,guardando in direzione della porta: Alice ci affiancò,i suoi occhi guizzavano da una parte all'altra della stanza,velocissimi e impercettibili.
Ed eccolo li,in tutta la sua spaventosa figura.
Aro.
Colui che mai avrei voluto vedere: ero furiosa.
Perché era tutta colpa sua,e dei suoi subdoli piani.
Il mostro dai capelli neri fu affiancato da Marcus e Caius,e intravidi al collo del primo vampiro il bellissimo ciondolo: era rotondo e di media grandezza,fatto d'oro puro finemente intarsiato. Al centro,splendente,c'era una bellissima pietra rotonda color blu elettrico: sembrava davvero liscia e splendente,come se al suo interno fosse piena d'acqua.
Come se fosse fatta di vetro. Era davvero quel misterioso medaglione ad aver creato tutto questo disastro?
-Oh,ma che piacevole sorpresa! - gridò Aro,con un sorriso – dolce Bella,che piacere averti qui. -.
Alice sbuffò,con un ghigno amaro,mentre Edward mi strinse a se.
-non provare ad avvicinarti a lei,Aro,o non esiterò a difenderla. - disse Edward,ponendosi davanti a me e venendo affiancato in breve da Alice.
-mi dispiace che tu la pensi così,Edward. Bella...-
Caius proseguì per lui: - hai fatto un terribile errore a venire qui,ragazzina. Gli hai detto del medaglione,traditore! - gridò poi ad Edward,puntandogli il dito contro.
-Caius,per favore. - disse Aro,con un ghigno – sappiamo tutti,in questa stanza, che questo medaglione non è stato usato nel migliore dei modi. -.
Edward si irrigidì,e smise di respirare.
Non capivo: cosa intendeva Aro con quelle parole?
-No! - il ringhio di Edward si disperse in un'atmosfera blu,ovattata,troppo tardi.
Aro aveva appena stretto con una mano il medaglione,e attraverso la perla blu si era sprigionata una luce fortissima e intensa.
Era strano,in quel momento iniziarono a bruciarmi gli occhi: come immersa in un profondo oceano,non riuscii a mantenere gli occhi aperti ancora per molto,e in un attimo vidi tutto buio.
No,non poteva vincere,non ora!
Caddi in una specie di torpore,ma era in qualche modo rilassante.
Mi sentivo bene,per un attimo la mia mente si svuotò.
E quando riaprii gli occhi,vidi solo uno sfondo bianco e impalpabile.



Sentivo ancora la stretta di Edward,ma muovendo la mano mi accorsi che in realtà non stringeva nulla.
Ero intorpidita,e stanchissima.
Ero morta?
No,questo lo esclusi nel momento in cui mi concentrai su quella distesa bianca,distinguendo delle piccole imperfezioni,e anche quando,provando a muovere il braccio,provai un leggero bruciore all'altezza del gomito.
Ero sdraiata su qualcosa di estremamente morbido,così ne approfittai per fare un respiro profondo prima di rimettermi seduta,ignorando il giramento di testa che mi colpì prima che i miei occhi si abituassero a tutto quel...bianco.
-Bella? Come ti senti?-
Mi girai,riconoscendo una figura familiare.
Fu un incredibile deja vu,e quando focalizzai meglio l'attenzione sulla figura accanto a me impallidii.
No...
-fai un bel respiro,Bella,hai preso una bella botta. Io sono Lorette,ti trovi al Phoenix Hospital. -.
NO!




-ti senti bene,tesoro? - mi chiese di nuovo Lorette,posando una mano sulla mia fronte madida di sudore.
Non riuscivo neanche a parlare,le parole mi uscivano in sussurri spezzati da gemiti a metà tra pianto e rassegnazione.
Non sapevo neanche io cosa fare.
-cosa...cosa è successo? - chiesi,titubante e disorientata. L'ultima cosa che ricordavo era...la luce di quel medaglione.
-sei svenuta qui vicino sulla strada,così un passante ti ha portato qui. Ma non preoccuparti,abbiamo fatto le dovute analisi e non risulta nulla di anomalo,probabilmente sarà stato un calo di zuccheri. Con questo caldo,poi,è naturale avere dei mancamenti! -
Sorrise,ignara che oramai conoscevo ogni suo piccolo movimento,ogni sua espressione: Aro aveva ripetuto l'incantesimo?
-ce la fai a stare in piedi da sola? - mi chiese,aiutandomi ad alzarmi.
Oddio,non sono di nuovo pazza.
Cercai di comportarmi normalmente,come se tutto quello che mi fosse accaduto fosse stato un semplice svenimento: non potevo rimanere in quell'ospedale,dovevo uscire.
Se mi avessero rinchiuso lì dentro di nuovo non sarei riuscita ad uscire.
-sto bene,grazie. - le risposi,accennando ad un sorriso – io...non ho fatto colazione,questa mattina...e sono ore che cammino. -
-oh,è comprensibile. - mi sorrise di nuovo,accompagnandomi fuori. - se vuoi rimanere ancora non c'è problema,comunque. Abbiamo già provveduto ad avvertire tua madre,ha chiamato sul tuo cellulare mentre eseguivamo le analisi. -
Reneè?
Dalla mia bocca uscì un sospiro di sollievo,almeno sapevo che lei stava bene: a pensarci bene erano mesi che non la vedevo,benché probabilmente quel salto temporale non fosse stato percepito da lei.
-sta venendo qui? - chiesi a Lorette,passandomi una mano tra i capelli.
-purtroppo ha detto che la sua macchina era fuori uso,per cui aveva deciso di raggiungerti in taxi. -
Sorrisi. Mi mancavano i momenti come quelli,la macchina che non partiva,il telefono che non si trovava,la mia sconclusionata mamma...
Edward...
Ma in quel momento niente poteva ridarmi l'allegria necessaria per superare quel momento.
Dovevo farcela con le mie forze.
-per non farla muovere abbiamo chiamato un taxi dall'ospedale,ti riporterà a casa senza che ti stanchi. - concluse Lorette,fiera della sua operazione.
-grazie – sussurrai,stringendomi nelle spalle.
-sicura di stare bene? -
-mai stata meglio. -confermai,salutandola.
Bugiarda.



Ero quasi a casa.
Il taxi proseguiva lentamente sulle strade – a quell'ora intorpidite dal traffico – di Phoenix.
Il tipo alla guida era un ragazzo sulla trentina,stava ascoltando un programma radiofonico di musica rock,per cui scambiammo solo poche parole.
Ma da parte mia non avevo nessun bisogno di parlare.
Afferrai il telefonino,componendo il numero – ovviamente sparito dalla rubrica – che forse avrebbe potuto darmi delle risposte.
Dovevamo ricominciare da capo,tutto qui.
Sentii la sua voce cristallina subito dopo il primo squillo.
-pronto? -
-Alice,sono Bella. - risposi svelta,con un sorriso. La sua voce era tremendamente rilassante,e mi ridiede la speranza.
-Bella chi? -




-Bella,tesoro! -
Reneè iniziò a corrermi incontro non appena mi vide,abbracciandomi come una mamma iperprotettiva.
-Bella,che ti succede? -
Ero inespressiva,gli occhi lucidi e spenti.
-hai una bruttissima cera. Vieni in casa e sdraiati sul letto. -
La seguii come un automa,le immagini della conversazione di poco prima mi si ripresentarono confuse insieme a tutti i ricordi della mia esperienza in manicomio,nei sotterranei dei Volturi,con Alice che mi stringeva la mano,che mi abbracciava in aeroporto...
Alice,sono Bella! Non...non mi riconosci?
Mi dispiace,devi aver sbagliato numero. Io sono Alice Cullen,abito a Forks. Devi aver sbagliato numero...
Aver sbagliato numero...
Mi buttai sul letto,bagnandolo con lacrime silenziose.
Aro aveva esasperato quel maledetto medaglione,e adesso nessuno ricordava più nulla.
Solo io. Io,il caso clinico,la mente a cui nessun vampiro può accedere.
Forse era per questo che Aro non mi aveva ucciso,per sfruttarmi.
Per usare il mio potere.
O forse voleva solo farmi impazzire.
E considerato il soggetto,la vedevo molto più probabile.
Non ricordavo a memoria il numero di Rosalie,ma chiamarla non aveva senso.
Di certo nessuno adesso ricordava nulla,ma la cosa positiva era che nessuno mi considerava pazza.
Certo,c'è davvero da esserne contenti.
Tutto quello che sapevo era che non ero mai arrivata a Forks,e che ora i Cullen abitavano lì perché non sapevano nulla di me.
Afferrai il cellulare,componendo il numero del centralino e stando ben attenta che Reneè non entrasse di nuovo in camera.
-pronto?-
-salve,potrebbe mettermi in contatto con il Phoenix Hospital? -
-certamente. Attenda solo un secondo. -
Contai i secondi ad occhi chiusi,ripetendo quel rito per un paio di volte.
-pronto,qui Phoenix Hospital. -
-buongiorno,stavo cercando la dottoressa Lilian Hallen. -
-Lilian..Hallen? Mi dispiace,ma qui non c'è nessuno con quel nome. -
-siete sicuri? E' molto alta,bionda,ha la pelle chiara...-
-mm...mi dispiace. -
Riattaccai,ringraziandola con poche parole biascicate tanto per dire qualcosa.
Era inutile proseguire la mia ricerca,tanto non avrei saputo trovare nulla.
Eppure doveva esserci qualcosa,qualche elemento che mi potesse aiutare...
Accesi il computer,e velocemente andai su un motore di ricerca a caso.
Leggende italiane.



xxx




























Note:
Ecco,io ve l'avevo detto che non c'era subito il lieto fine!^^ Ma non vi preoccupate,arriva^^ In questi giorni sono stata fuori,quindi non ho avuto la possibilità di aggiornare,però spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se vi ho fatto aspettare un pò troppo!
Diciamo che la storia del medaglione mi ha permesso di parlare almeno un pò delle "mogli" italiane,che mi hanno sempre affascinato malgrado se ne parli davvero poco nella saga.
Il medaglione mi è venuto in mente spontaneamente,spero si sia capito in che modo è fatto: comunque questa immagine ci va molto vicina( benché la parte trasprente intorno alla pietra azzurra sia dorata e la catenella più mascolina^^).


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Ho visto che le recensioni sono un pò calate,spero non sia a causa della storia (mi raccomando,io seguo soprattutto i vostri consigli per proseguire con i capitoli^^)...comunque ci tengo a ringraziare chi ancora commenta e chi ha aggiunto la storia tra i preferiti,augurando a tutti una felice Pasqua (un pò in ritardo...),un buon rientro a scuola,a lavoro o da qualsiasi altra parte(beanché molto traumatico...facciamoci forza T_T) e un abbraccio fortissimo a tutte le vittime del terremoto in Abruzzo,e in modo particolare alle ragazze e ai ragazzi di Efp,sperando che stiano bene e che questa brutta situazione passi presto.
Noi siamo con voi.
Ci vediamo al prossimo capitolo^^
Un bacioneee!

LMS*








  
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