Crossover
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Autore: Crybaby    03/06/2016    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-4 capitoli alla fine!

Festeggiamenti Agrodolci

“Luce… Luce intensa… E questo senso di leggerezza… Sono forse in paradiso? …no, ora mi sento rinascere! SENTO LE FORZE TORNARE IN ME!”
Ad un passo dalla morte, il sonno comatoso del Kyuubi venne bruscamente interrotto nel modo migliore possibile. Una tempesta di fuoco investì il suo muso e rivestì le sue zampe, la sua schiena, le sue nove code: ogni singola oncia di chakra gli fu restituita, rinvigorendolo e facendolo sentire come non era mai stato nella sua lunga vita.
-Se sono tornato in forze significa che Eudial ha fallito… ma chi se ne importa! Sono ancora vivo, e quel che più conta è che la strada per la libertà mi è praticamente spianata!
Dopo aver ruggito di gioia, la bestia si rizzò sulle quattro zampe e galoppò oltre il cancello rimasto sollevato verso la luce che lo aveva ridestato.
-Sì! Sì! SÌ!… …ma… cos…
Il Kyuubi vide la sua corsa trionfante smorzata sul nascere, proprio dalla luce a cui stava andando incontro. Una luce che, di colpo, lo ricacciò indietro.
-Ma questo… Il Quarto Hokage? No, lui è morto! Ma allora, chi? No… Non può essere… Non è possibile… DANNAZIONEEE…

Grazie all’imposizione del chakra curativo di Tsunade, supportato dalla magia di Sailor Moon, il buco nero aperto sul ventre di Naruto venne richiuso, e il sigillo che imprigionava il demone nuovamente ripristinato. Al termine dell’operazione il biondo ninja chiuse gli occhi e si addormentò, pacifico, con in volto un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Guardalo, come sorride- commentò Tsunade, osservando il suo allievo con tenerezza -d’altronde, se lo merita. Se l’è vista davvero brutta. Tutti noi ce la siamo vista brutta. Ancora una volta, se tutto è finito bene lo dobbiamo a te, Sailor Moon.
La lunare scosse la testa, con modestia.
-Non solo a me. Tutti abbiamo fatto la nostra parte per vincere questa battaglia: Naruto, le mie amiche, Mamoru… Lei stessa, signorina Tsunade, è stata fondamentale! A pensarci bene, il mio ruolo…
Mentre parlava, le ali di Usagi tornarono ad essere di dimensioni normali, segno che la stanchezza aveva preso il sopravvento sulla sua ultima trasformazione.
-…è stato marginale. Anzi, forse addirittura dannosa. Mi sono lasciata rubare il cristallo del cuore come una stupida, e da quel poco che ho capito Kaolinite se n’è servito per farvi del male. Mi dispiace…
-Non fartene una colpa, commettiamo tutti delle leggerezze. Soddisfami una curiosità, Sailor Moon…
-La prego, mi chiami pure Usagi.
-D’accordo, Usagi. Dimmi, hai ancora energia per volare? Ci farebbe comodoooooo…
Finalmente, grazie anche al vento in faccia sempre più forte e alla forza di gravità sempre più insistente, Usagi si ricordò che lei e i due ninja avevano concluso la battaglia con Eudial a circa una decina di migliaia di metri dal pianeta Terra. E che, soprattutto, senza più il chakra del Kyuubi a tenerli sospesi a mezz’aria, gli asteroidi su cui avevano combattuto erano diventati dei meteoriti in procinto di schiantasi al suolo.
-OH CAVOLOOOOO!!!
Svelta Usagi afferrò i polsi di Naruto e Tsunade e sbatté le ali, ma dopo pochi secondi la stanchezza si fece sentire anche per lei, e il trio iniziò a cadere a peso morto.
Però, il terrore della sailor e dell’Hokage durò appena un battito di ciglia. Mentre precipitavano, intorno a loro videro i vari asteroidi trasformarsi, da duri blocchi di pietra e cemento… in morbidi, giganteschi orsetti gommosi.
-Ma che?… !
Subito dopo, le due bionde e l’addormentato Naruto conclusero anzitempo la loro caduta rimbalzando su una superficie rosa e gelatinosa, che si rivelò essere la pancia estesa ed elasticizzata di Majin Bu.
-Signor Bu! Sei tornato!
-Ne dubitavate?- rispose il demone, facendo un saluto militare -tenetevi forte, si torna a terra!
Come una foglia autunnale il sottile Majin Bu planò dolcemente per svariati minuti, cullando i suoi tre passeggeri con il movimento oscillatorio, fino a che non raggiunse terra.
E, non appena si ricongiunsero al resto degli eroi, fu subito festa grande.
Tsunade fu raggiunta dalla sua pupilla Sakura e dal resto dei ninja, che in preda all'euforia sollevarono Naruto sopra le loro teste e lo lanciarono in aria più volte, senza nemmeno accorgersi che egli stesse dormendo; Usagi, dopo esser stata quasi sepolta dall'abbraccio collettivo delle sue amiche fu raggiunta anche da Mamoru, con cui sancì per sempre la fine della battaglia con un bacio appassionato; Majin Bu, curati gli ultimi feriti, trasformò i piccoli e grandi detriti che li circondavano in fresche lattine di bibite e di birra per invitare tutti quanti ad un brindisi liberatorio.
Gli applausi, i complimenti e le esultanze durarono per pochi minuti, ma il senso di gioia per la vittoria così faticosamente conquistata non lasciò gli eroi nemmeno quando si sedettero, stanchi ma felici, per chiacchierare o assaporare in silenzio gli ultimi sorsi di bevanda.

-Ebbene? C'è un party e non sono stato invitato?
Tronfio e trionfante, Mister Satan, seguito a ruota da Shizune e Tonton, arrivò sull'ormai ex campo di battaglia, dove venne accolto dall'abbraccio dei suoi famigliari e da un boccale di birra creato apposta per lui.
-Finalmente, dopo tutte le vicissitudini e la mancanza di tempo, possiamo salutarci come si deve! Vi sono mancato?
-Altroché, nonnino- gli rispose Pan, abbracciata alla sua vita -abbiamo avuto tutti paura per te…
-E con "tutti" non esagera- aggiunse Goten -quando la notizia del tuo malore si è sparsa, un po' tutti i cittadini di Satan City, Città dell'Ovest e dintorni sono caduti in depressione. Mi sembrava di essere circondato da degli zombie!
-Dici sul serio?
Goten annuì, e l'allegria di Satan scemò un attimo. Posato da una parte il boccale, il campione dei campioni comandò a gesti Gohan, Pan, Videl, Goten, Trunks e Bu di mettersi intorno a lui.
-Papà, cosa c'è?
-Videl, se vi ho invitati nella mia villa… sapete, il giorno che mi avete trovato in coma… non è stato solo per una cena qualsiasi. Volevo discutere con voi di una cosa. Ero indeciso se metterla in pratica o no, ma quello che mi ha appena detto Goten mi ha tolto ogni dubbio. Ho deciso… che è arrivato il momento di dire la verità.
-NO!- esclamarono in coro i sei interlocutori, avendo capito già tutto.
-Non puoi farlo, papà! Andrai in rovina!
-Forse, ma i miei milioni di fan sono diventati troppo rammolliti e troppo dipendenti dal sottoscritto! Cosa faranno quando io non ci sarò più per davvero, si butteranno tutti da un ponte all'unisono? No, se le cose rischiano di degenerare fino a questo punto, non ho più intenzione di ingannarli! Questa colossale bugia sta facendo più danni di quelli che avevo messo in conto!
-È molto nobile quello che vuoi fare, Hercule- gli disse Gohan -ma sono sicuro che esista un altro modo per aggiustare le cose con i tuoi fan, senza che tu debba rimetterci.
Dovessimo lavorarci per anni, ma lo troveremo. E poi, ho anch'io voce in capitolo! Non mi sono mai posto il problema di reclamare la mia vittoria contro Cell, e non ho intenzione di reclamarla nemmeno adesso!
-…beh, se la decisione finale spetta a te, Gohan, immagino di non aver mai avuto scelta sin dall'inizio…
Mister Satan riprese in mano il boccale. Appena prima di bere un altro sorso, il viso gli si illuminò di nuovo.
-Forse non ci vorranno gli anni che pensi tu, Gohan. C'è un'idea che mi sta già ronzando nella testa… ma ne discuteremo nel dettaglio un'altra volta! Adesso, brindiamo!
Satan sollevò il boccale, e così fecero gli altri.
-Alla sconfitta delle streghe, certo… ma soprattutto alla salute di voi tutti, che mi volete bene per quello che sono veramente.
-E noi brindiamo alla tua, Hercule!
-CIN CIN!

-Possiamo unirci al brindisi anche noi, di grazia? Inizia a far caldo qui dentro!

Quella voce nella sua testa fece sputare a Majin Bu tutto quello che aveva bevuto come una fontana.
-Come ho fatto a dimenticarmene?! Rimedio subito!
Il demone piegò la testa da un lato e ci diede qualche colpetto: da uno dei suoi pori caddero due sferette, che, toccando terra, ripresero le sembianze e le dimensioni di Bra e Chichi.
Majin Bu fece qualche passo indietro, temendo un'ovvia sfuriata, ma fortunatamente per lui le due erano troppo esauste per pensarci.
-Chichi, ti offendi se ti dico che ho cambiato idea?- ansimò Bra, riprendendo aria -piuttosto che ripetere quest'esperienza, la prossima volta preferisco starmene al sicuro a casa…
-Non ti biasimo, cara… Tesori miei!
Rialzatasi, Chichi strinse nel suo abbraccio materno Videl, Pan, Goten e Gohan, i quali le chiesero subito che cosa ci facesse lì anche lei.

-Che fai, ti addormenti di nuovo?
Rei premette con poca delicatezza una lattina ghiacciata sulla spalla di Usagi, per stuzzicarla, ma l'amica rimase inamovibilmente stretta al braccio di Mamoru e appoggiata al suo petto, tenendo gli occhi chiusi.
-Eddai, Rei-chan, lasciami riposare almeno cinque minuti! Me li merito o no?
-Ce li meritiamo tutti- le fece eco Mamoru -e non soltanto per la stanchezza. Il sole era appena tramontato quando siamo arrivati allo Star Park, chissà che ore sono adesso…
-È da poco passata la mezzanotte- rispose Ami prontamente.
-Mezzanotte, l'ora delle streghe…
-Michiru, per favore. Non voglio più sentir pronunciare quella parola per il resto dei miei giorni!
-Non esageriamo, Haruka. Almeno per il resto di questa notte!- dichiarò Minako, mentre sdraiata su un muretto si rinfrescava la fronte con una lattina -adesso rilassiamoci e assaporiamo questo tanto agognato momento di pace, tranquillità e soprattutto silenzio!…

-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhh…

-Mmm… Sentite anche voi questo rumore?- fece Usagi all'improvviso, tendendo l'orecchio.
-Hai ragione, è una specie di urlo- disse Mamoru, imitandola.
-Sembra un urlo di sofferenza, o di rabbia- suggerì Ami.
-Oppure entrambe le cose- propose Rei.
-Effettivamente, il tono pare quello di qualcuno inferocito per essersi dato una martellata sui piedi- commentò Shino Aburame con precisione.
-Ma chi può mai essere?- domandò Pan.
-Non ne ho idea, a parte noi la città dovrebbe essere desert…- concluse Trunks, quando il proprietario dell'urlo gli piovve addosso come una stella cadente e lo strattonò per il bavero fin quasi a strozzarlo.
-DAMMI! UNA! SPIEGAZIONE! ORA!
In quindici accorsero per staccare Vegeta da Trunks. Quest'ultimo provò a svignarsela a gattoni, ma il padre senza badare agli altri lo tirò indietro per i capelli e lo costrinse a fissarlo bene negli occhi.
-C-ciao, p-papà… C-che p-piacere v-veder…
-Accusato di tentato omicidio plurimo! SU TUTTI I GIORNALI! Nemmeno io sono mai sceso a tanto!
-Ma infatti non è stato lui…- provarono a calmarlo gli altri, ma senza successo.
-SILENZIO! Trunks, spero che la tua spiegazione sia abbastanza buona da farmi calmare entro i prossimi dieci secondi, perché altrimenti…
-S-sono stato incastrato! Dalle streghe!
-Streghe?! Ti sei talmente rammollito da farti fregare da delle ragazzine?!?
-Si riferisce alle streghe contro cui ti sei rifiutato di aiutarci- lo richiamò Haruka alle sue spalle -e se hai voglia di guardarti intorno un secondo, capirai che la battaglia con loro non è stata affatto una passeggiata di salute!
-…ah, vedo. Beh, ma alla fine siete riuscite a batterle o no?
-Certamente, ma se tu ci avessi dato retta subito forse avresti evitato che tuo figlio venisse esposto al pubblico ludibrio!
-E forse non saresti stato costretto a pagare la mostruosa bolletta telefonica che ti abbiamo lasciato- aggiunse la solita Michiru -a proposito, a quanto ammontava? Non riesco a ricordare…
-TACETE, VOI DUE! Trunks, la storia sarà forse finita bene ma non cambia il fatto che sei riuscito a metterti in un pasticcio globale! Voglio una spiegazione esaustiva su tutto quello che ti è accaduto in mia assenza, e poi giudicherò se risparmiarti o…

-Salve a tutti!

In quella, dal nulla si materializzò fra i presenti un uomo alto, vestito di rosso, dai lunghi e lisci capelli bianchi e dalla carnagione viola: era il dio Kaiohshin il Superiore.
-Io e Kaiohshin il Sommo abbiamo visto tutto dal nostro pianeta, e…
-Il pianeta di Chaos è già esploso da un anno e mezzo, grazie di niente per il ritardo- lo salutò Vegeta spingendolo da parte -e adesso levati, sei nel mezzo di una chiacchierata fra padre e figlio!
-Ehm… sono desolato, Vegeta, ma dovrà aspettare! Sono venuto qui per comunicarvi che è tutto pronto, là stanno solo aspettando voi per cominciare!
-Senza aggiungere altro, il dio porse la mano a Vegeta. Il quale, invece di stringerla, lo strattonò per i vestiti e lo scrollò come una maracas.
-COSA è tutto pronto? CHI ci sta aspettando? Là DOVE? Per cominciare COSA? Qualcuno mi dia una spiegazione!!!
Di nuovo in quindici si gettarono su Vegeta, riuscendo a malapena a sedare la sua frustrazione.
-B-beh, pensavo che ormai fosse scontato, chiedo venia- cominciò a spiegare Kaiohshin -come stavo dicendo, io e il Sommo abbiamo assistito alle vostre battaglie contro le streghe. Una volta avuta la certezza che fossero sconfitte del tutto, mentre voi qui vi riposavate mi sono recato sul pianeta Namek, per chiedere al capo dei saggi di poter evocare il drago Polunga e usufruire dei tre desideri. Sapete, per riparare ai danni causati… e soprattutto riportare in vita le tante vittime.
-Aspetta, hai detto vittime?
Vegeta, ricalmatosi, espresse quella domanda con un tono calmo, ma furioso allo stesso tempo.
-Fatemi capire bene, tutti voi. Siete in… una ventina, almeno, ma non siete stati capaci di impedire alle streghe di uccidere degli innocenti.
-Innocenti che sarebbero stati risparmiati se tu…
-SMETTETELA DI ACCAMPARE SCUSE!
L’urlo del principe dei saiyan ammutolì Sailor Uranus e il resto degli eroi.
-Voi eravate sul campo di battaglia, VOI avevate il potere di fermare le streghe e salvare gli innocenti! Kakaroth e il drago Shenron hanno lasciato la Terra per mettervi alla prova, per spingervi a dimostrare che il loro aiuto non è più necessario!
A quelle parole, Trunks, Goten, le sailor e tutti gli altri non seppero come rispondere.
-Kaiohshin, lei che ci ha tenuto d’occhio senza mai intervenire, si ricorda quante volte il drago Polunga ha esaudito i nostri desideri?
-Quante volte? Vediamo…- il dio prese a contare con le dita -durante la battaglia con Freezer sul primo pianeta Namek, poi per riportare in vita Krillin e Yamcha, poi per fare lo stesso con Tienshinhan e Chaotzu e portare i namecciani su un altro pianeta. E siamo a tre utilizzi… Se aggiungiamo il suo utilizzo durante la battaglia finale tra Goku e Majin Bu, arriviamo a quattro… E quando gli abbiamo chiesto di ricostruire ancora la Terra dopo l’invasione di Baby, siamo a cinque in totale.
-Con l’evocazione di stasera, saliamo a sei utilizzi. Sei. Sapete che cosa significa?
Vegeta guardò in faccia i presenti, sperando che almeno uno di essi arrivasse a capire la gravità della situazione.
-No? Bene, ve lo spiego io allora. Significa che avete ancora una possibilità di fallire. Dopodiché, non sarà più possibile chiedere l’aiuto di Polunga. Se Shenron si è scomposto nei sette draghi malvagi dopo aver esaudito il settimo desiderio, è probabile che anche a Polunga capiterà la stessa cosa!
Tutti sgranarono gli occhi, e alcuni si lasciarono scappare anche delle imprecazioni.
-Nessuno di voi desidera che capiti di nuovo, giusto? E allora, che questo sia di incitamento per tutti voi. Sono stato chiaro?
Nei successivi istanti non si udì altro che silenzio, alternato a qualche sussurro. Qualcuno annuì, ma non ce ne fu bisogno: anche senza conferme, era chiaro che le parole di Vegeta avevano raggiunto il loro scopo.
-Molto bene. Ora, in quanto a te, Trunks…
-Eh no papà, adesso basta!- a rispondere a tono al padre non fu Trunks, ma Bra, che a braccia aperte si parò davanti al fratello per difenderlo da un’altra ramanzina -basta, ho detto! Abbiamo capito, non siamo stati perfetti e le possibilità di far resuscitare tutti e cancellare i nostri errori per magia stanno per esaurirsi! In quanto a Trunks… io sono stata vicina a lui, e credimi se ti dico che ha sofferto e imparato la lezione! Non c’è più bisogno di ripetergliela!
-Questo spetta a me deciderlo, signorina. In quanto padre, pretendo di sapere in che guai si è cacciato mio figlio!…

-Finalmente ti sei fermato, Vegeta! Ora non mi scappi più!

Una palla di neve centrò il principe dei saiyan in piena faccia, e tante altre si abbatterono a casaccio sulle teste dei presenti.
-Oh merda è arrivata Bulma… Continuiamo su Namek, d’accordo?
Vegeta afferrò Trunks con una mano e Kaiohshin con l’altra, e in un battito di ciglia i tre si ritrovarono al cospetto del clan dei namecciani e del mistico e gigantesco drago Polunga, che i suoi creatori non avevano perso tempo ad evocare.
-Come vi dicevo è tutto pronto, ho richiesto la vostra presenza per decidere esattamente quali deside…
Ignorando il dio per l’ennesima volta Vegeta tirò Trunks da parte e lo trascinò dietro una roccia lontana da sguardi indiscreti.
-Oh, finalmente!
-P-papà… Perché la mamma ti stava inseguendo armata di palle di neve? Credevo foste andati in vacanze al mare…
-È una lunga storia, ma non è quella più importante al momento. Ora, Trunks… dimmi tutto.

-…e questo è quanto, mamma.
Sulla Terra, intanto, anche Bulma, per bocca della figlia Bra, era stata messa al corrente di tutto. Incluse le ultime parole di Vegeta prima che lei arrivasse in scena.
-Oh Trunks... Povero bambino mio circuìto... E quel Vegeta, che faccia tosta! Addossarvi tutte le colpe maggiori quando anche lui ha la sua bella fetta di responsabilità!
-Non ha tutti i torti, però…- mormorò Gohan.
-Però, il proverbio dice che è meglio prevenire che curare. Se è vero che non siete stati forti abbastanza da evitare delle vittime, è anche vero che non vi siete tirati indietro! Avete combattuto, avete fatto del vostro meglio e avete vinto! Vegeta, invece, ha avuto l’occasione di porre fine anzitempo alle macchinazioni delle streghe, ma si è rifiutato di sua spontanea volontà! C’è davvero bisogno che vi dica CHI fra noi ha bisogno di sentirsi più in colpa?
-Questo è parlare, signora!- esclamò Temari, coinvolgendo gli altri in un applauso.
-Grazie, grazie! In quanto madre e prima ancora brillante scienziata, è sempre stato un dovere e un piacere per me aiutare il prossimo coi mezzi a mia disposizione! Peccato però, che ora non mi venga in mente nulla per punire Vegeta come merita, anche lui ha bisogno di imparare una lezione! …forse, uno di voi mi può dare una mano…
Uno alla volta, tutti i presenti voltarono le loro teste verso la stessa persona.
-Non capisco come mai state tutti guardando me- disse Michiru, sfregandosi il mento col dito indice -ad ogni modo, ci sarebbe un'idea che mi frulla in testa da un po'. Un'idea che, scommetto, farebbe piacere a tutti.

-…e questo è quanto. Possiamo tornare da Kaiohshin, adesso?
Su Namek, anche Trunks aveva finito di raccontare ogni cosa a Vegeta.
-Non ancora, signorino! Se pensi di scampare alla mia strigliata così facilmente…
Come un fulmine a ciel sereno Trunks aveva sprigionato la sua aura, causando uno spostamento d'aria che fece arretrare Vegeta di un passo.
-Ma che?!
-Basta, papà! BASTA! Finora sono stato calmo, perché quello che ci hai detto sulla Terra è stato giustissimo! Non ci siamo impegnati a sufficienza, io per primo lo ammetto! Ho commesso un sacco di errori, ho dato importanza alle cose sbagliate, ho pagato le conseguenze! Vuoi sgridarmi per questo? Sei mio padre, ne hai il diritto! MA NON ORA! Gli innocenti uccisi dalle streghe stanno solo aspettando di essere riportati in vita! Se pensi che il tuo bisogno di farmi la ramanzina abbia la precedenza su di loro, se lo pensi davvero… Allora non esiterò a farti del male!
Vegeta era rimasto ad ascoltarlo con gli occhi sbarrati, per lo stupore, o forse per la rabbia. Poi, con fare minaccioso, avanzò verso il figlio, che tuttavia rimase fermo a fronteggiarlo; arrivato a fissarlo dritto negli occhi alzò un braccio, caricò un pugno… e invece diede a Trunks un'amichevole pacca sulle spalle.
-Prova superata.
Il saiyan più anziano se ne tornò poi da Kaiohshin e i namecciani tutto tranquillo. Trunks gli corse dietro, confuso.
-Ehm… che prova, scusa?
-Volevo vedere se la mia ramanzina di poco fa aveva lasciato davvero il segno, e soprattutto se ti era rimasto dell'amor proprio. Insomma, farti difendere da tua sorella... Kaiohshin, noi siamo pronti.
-Finalmente! Allora, avete scelto quali desideri chiedere a Polunga?
-Pensavo che una divinità come lei ci arrivasse da sola… Comunque, i soliti: primo, riportare in vita tutte le persone uccise a causa delle streghe, escluse ovviamente le streghe stesse e i mostri che hanno sguinzagliato; secondo, cancellare a tutti i terrestri, eccetto noi saiyan, le sailor, i ninja e tutti i nostri amici e parenti, ogni ricordo che riguarda le azioni provocate dalle streghe; terzo, riparare a tutti i danni materiali causati. Anzi, questo desiderio è meglio se venga esaudito per primo, altrimenti se vedessero gli edifici ricostruirsi da soli i terrestri si farebbero di certo qualche domanda.
Kaiohshin riferì al capo del clan dei namecciani, che a sua volta ripeté il tutto, tradotto nella sua lingua, al drago Polunga.

-Pss, papà… Mi è venuto un dubbio…
-Quale, Trunks?
-Riguardo al tuo discorso di prima sui draghi malvagi… E se comparissero ora? Insomma, Polunga esaudisce non uno, ma tre desideri alla volta!…
Dopo un lunghissimo istante di solenne silenzio, Polunga sollevò un artiglio.
Ma solo per mimare un grande “Okay”.
-Direi che non abbiamo nulla da temere, Trunks.

Così, come già era successo in passato ai tempi di Majin Bu, la potente magia del drago namecciano si riversò di nuovo sul pianeta Terra.
A ritroso, ogni danno materiale causato dalla battaglia infuriante contro le streghe fu riparato. A cominciare dallo stadio di baseball, per poi espandersi a macchia d’olio per il resto della città, il volere di Polunga ricostruì dalle loro macerie tutti gli edifici, le case, i grattacieli distrutti; il molo abbandonato, polverizzato da Kaolinite, venne ricreato dal nulla; il parco divertimenti Star Park, sprofondato nel mare, riemerse con fragore dalle acque per tornare ad essere il luogo di allegria per tutta la famiglia che era sempre stato prima di quella sera. Nemmeno i danni provocati nel resto del mondo furono tralasciati: le montagne devastate dallo scontro fra Vegeta ed il daimon Oratanah, i piani più alti della Capsule Corporation, gli edifici del villaggio di Konoha, la villa di Mister Satan… nulla venne dimenticato dal drago.
Toccò poi al secondo e più importante desiderio essere esaudito. Dai cittadini in fuga dalla città consumati dalla Genkidama, passando per gli incoscienti quanto coraggiosi poliziotti fino a tornare alla scolaresca sepolta da una frana, ogni singola anima mietuta dalla follia di Petirol, e coinvolta inavvertitamente dalle azioni delle altre streghe, fu strappata dall’aldilà e riportata alla vita terrena.
Per finire, ad ognuno di essi, ai loro famigliari e al resto della popolazione mondiale, fatta eccezione per gli eroi e i loro amici e parenti, ogni brutto ricordo relativo alla sofferenza e devastazione provocata dalle Witches 5 fu completamente cancellato.

Il lavoro di Polunga si era dunque rivelato come sempre magistrale. Ma non perfetto.
Non avendo specificato dove riportarle in vita, le vittime erano riapparse nello stesso punto in cui erano state uccise. Questo comprendeva tutti coloro che avevano evacuato la città, e che ora si ritrovavano imbottigliati nel traffico, in autostrada, nel cuore della notte, senza nemmeno sapere il perché.
Fu all’insolito spettacolo dei guidatori costretti ad esibirsi in strettissime inversioni a U per tornare a casa che Super C-17, stava assistendo per distrarsi e rilassarsi dopo il suo scontro con Petirol. Il cyborg, che distrattamente giocherellava con il cuore metallico della strega, non aveva ritenuto necessario unirsi al resto degli eroi per vedere la fine delle streghe: un po’ perché voleva che se la cavassero da soli, e un po’ perché la persona con cui voleva parlare a quattr’occhi era appena arrivata.
-Ce la siamo cavata anche questa volta, eh?
Qualche trave sopra di lui, C-17 trovò la sorella, comodamente seduta a gambe accavallate come se fosse stata lì da sempre.
-Alla buon’ora, C-18. Non che avessi avuto bisogno di aiuto, sia chiaro. Ma mi sarei aspettato di vederti intervenire nello scontro con Petirol da un momento all’altro.
La donna cyborg si lasciò cadere dalla sua postazione, e atterrò di fianco al fratello.
-In effetti, per un istante ci ho pensato. Però, fintantoché quella strega non intaccava il tuo punto debole, ero sicura che tu ce l’avresti fatta da solo. …anzi, pensandoci bene, il risultato finale è stato anche migliore.
-Faccio fatica a seguirti.
-Eddai, non dirmi che non hai provato gusto, nel veder la strega terrorizzata a morte quando sei sopravvissuto alla Genkidama. Lo spavento che le hai fatto prendere è stato memorabile, quasi quanto quello che ebbe il Dottor Gero prima che gli dessimo il benservito.
-Ma no, neanche lontanamente! Il terrore negli occhi di quel vecchio pazzo prima che gli fracassassi la testa è stato un momento di goduria pura, non c’è confronto!
Per la prima volta in anni, C-17 e C-18 tornarono a ridere insieme.
-Ma pensa, allora in questa donna elegante e posata c’è ancora un po’ della vecchia C-18! Chi l’avrebbe detto?
I due fratelli continuarono a ridere, e addirittura 17 dovette asciugarsi una rara lacrimuccia. 18 decise che quello era l’attimo migliore per lanciare la stoccata.
-E in questo culturista ergastolano, invece? C’è ancora qualcosa del vecchio C-17?
Contrariamente a quanto 18 si aspettava, il fratello non smise subito di ridere. Anzi, Super C-17 stava proprio per chiedersi quando avrebbe sentito una domanda del genere.
-Vuoi che ti dica la verità?- rispose infine, senza smettere di sorridere -se non avessi incontrato Petirol, probabilmente il vecchio C-17 sarebbe morto per sempre. Combattere con lei mi ha fatto capire che cercare di cambiare alla fine avrebbe fatto soffrire entrambi. Come lei non si è accorta di aver fatto soffrire sua sorella, io…
-Hai capito di non poter più continuare a passare il resto dei tuoi giorni a commiserarti in carcere. Quindi, hai cambiato idea? Vuoi presentare la tua vittoria contro la strega come uno sconto sulla tua pena?
Tornando serio, 17 si alzò in piedi e batté i pugni uno contro l’altro.
-Penso sia ovvio, ormai farei qualunque cosa, adesso, pur di riprendere il controllo della mia vita!…
In quella si udì la suoneria di un cellulare. Quello di C-18, che si affrettò a rispondere.
-Pronto? …parli più piano, non capisco niente! …ma che sta dicendo, è impazzito? …sì, certo che sono stupita quanto lei! Sì… Sì… Sì… Senta, ne riparliamo domani, d'accordo? È notte fonda e siamo tutti stanchi! Buonanotte!
18 riattaccò, sbuffando.
-Beh? Con chi hai parlato?
-Era il direttore del carcere, e a quanto pare deve aver preso una bella botta in testa. Mi ha appena detto che sei evaso dal carcere di punto in bianco, come se… Accidenti!
La donna si schiaffò una mano in faccia.
-Oltre a far resuscitare le vittime, quegli imbecilli devono anche aver chiesto al drago di cancellare la memoria a chiunque tranne che noi! Dannazione, questo significa… Uh?
Super C-17 tornò a ridere, ma questa volta fu una risata euforica, quasi sadica. Notando la perplessità della sorella, tirò fuori dai pantaloni un foglio piegato in quattro e glielo mostrò.
-Il direttore del carcere potrà anche esserselo dimenticato, ma c’è la sua firma su questo permesso di libertà a tempo indeterminato! Sarebbe da idioti tornare e spiegargli tutto, non credi anche tu?
-Aspetta, non avrai mica intenzione di…
-Un po' mi mancheranno i miei compagni di cella, ma da questa sera torno ad essere un cittadini libero! Libero di fare quello che più mi pare e piace, questa volta la legge è dalla mia parte! Ci vediamo, C-18!
Dopo aver lanciato nelle mani della sorella il cuore di Cyprine, Super C-17 si produsse in un’altra risata liberatoria e partì a razzo, sparendo a tutta velocità nel buio della notte. C-18, passato lo smarrimento, sospirò e pianse in silenzio.
Ma fu un pianto di gioia: dopo i tragici fatti avvenuti dall’alleanza del dottor Gero e del dottor Myuu, finalmente poteva dire che suo fratello era tornato.

Terminato il lavoro su Namek, Kaiohshin riportò Vegeta e Trunks sulla Terra. Per la precisione, proprio di fronte alla loro casa a Città dell’Ovest.
-Eccovi qua, ragazzi. Con questo, il mio compito è terminato.
-La ringraziamo ancora, Superiore Kaiohshin- disse Trunks -non sapremmo davvero cosa fare senza il suo aiuto!
-La prossima volta però, cerchi di arrivare puntuale- aggiunse Vegeta, cogliendo l’ultima occasione per lanciare al dio una frecciatina prima che se ne andasse.
-Papà, come mai gli hai chiesto di lasciarci qui? Gli altri sono ancora a Tokyo…
-Appunto. Senza nessuno fra i piedi ad interrompermi, posso finalmente farti la ramanzina come e quanto mi pare.
-C-cosa?! Ma avevi detto che era una prova!
-E tu avevi detto “Vuoi sgridarmi? Sei mio padre, hai diritto!” Vuoi rimangiarti la parola?
-…no, no.
-Benissimo. Allora preparati, perché ci son parecchie cose che vorrei dirti- sorridendo sornione, Vegeta andò ad aprire la porta d’ingresso -e stavolta non ci sarà sorella o mamma che potrà…

Un coro di urletti e risatine accolse i due saiyan, introducendoli a un incubo che diventava realtà: l’atrio, il salotto, la cucina, tutta la casa si era riempita di guerriere sailor e ninja donne in pigiama, in vestaglia o ancora vestite, e i mobili erano stati ammassati contro le pareti per far spazio a materassi, coperte e cuscini.
-CIAOOO, VEGETA!
Il principe dei saiyan venne raggiunto dalla consorte e dal suo sorriso smagliante, che tutto sembrava tranne che amorevole.
-Bulma… è uno scherzo… dimmi che è uno scherzo…
-Oh, niente affatto! Io e Chichi abbiamo deciso di ospitare i nostri valorosi combattenti! Sai, erano stanchissimi! Con l’aiuto di Majin Bu li abbiamo portati tutti qui, per farli mettere a loro agio! Ovviamente non potevamo far dormire insieme maschi e femmine, così abbiamo separato i due sessi… Ah, siccome non ci bastava lo spazio ho ceduto anche la nostra camera da letto. Non ti dispiace, vero?
Vegeta stava per raggiungere il punto di ebollizione.
-I miei genitori hanno accettato di ospitarmi da loro, ma hanno solo spazio per me… Ma non temere, in cantina ho trovato questo!
Bulma gli passò un sacco a pelo impolverato.
-Se l’erba del giardino è troppo umida, puoi sempre chiedere se le ragazze ti lasciano dormire dentro! Beh, io vado! Buonanotte!
La scienziata se ne andò, lasciando il marito a cuocere nel suo brodo.
-Se in camera nostra ha fatto entrare Uranus e Neptune… Bah, lasciamo stare! Trunks, andiamo da Chichi!
-Eh no, papà. La TUA camera è occupata, la mia no! Ciao e a domani!
In fretta, Trunks attraversò il soggiorno, salì le scale per il secondo piano saltando due gradini alla volta, raggiunse la porta della sua stanza e, dopo essersela chiusa alle spalle, sfogò tutto il sonno che aveva represso sino a quel momento con un gigantesco sbadiglio, e cominciò a spogliarsi.
-FinaAAAAWlmente… Mi sembra passata una vita… YAAAAANzi, una vita e mezza dall’ultima volta in cui ho potuto rilassarmi…
Dopo aver gettato i vestiti in un angolo, rimasto solo in boxer Trunks compì i suoi ultimi passi e crollò a peso morto sul letto.
-Buonanotte, Trunks.
-Buona… rrrronf… notte.

-MA CHE CAVOLO?!?
Voltando pigramente la testa, il saiyan si accorse solo allora della presenza in quella stessa stanza di Ami Mizuno, seduta alla sua scrivania e intenta a trafficare con il computer.
Subito entrambi si nascosero per l'imbarazzo: lui sotto le coperte, lei dietro al primo libro che le capitò fra le mani.
-Accidenti, Ami! Potevi almeno avvisare!
-B-b-b-b-beh, t-t-t-t-tu non hai bussato…
-Per forza non ho bussato, questa è la mia camera!
-G-g-g-già, che stupida… Il f-f-f-fatto è che…- rossa in viso come un pomodoro, Ami sbirciò leggermente da sopra il suo nascondiglio di fortuna; accertatasi che Trunks fosse coperto, sospirando di sollievo la ragazza posò il libro e continuò a parlare normalmente -che avevo bisogno urgente di un computer, e Bra mi ha detto che potevo usare il tuo senza problemi.
-Ti pareva che non ci fosse il suo zampino dietro! Beh, ormai sei qui, puoi restare quanto ti pare. Non fare troppo rumore, però.
-Ti ringrazio, Trunks. Ancora buonanotte!
-Sì sì, buonaRRRONF!
Ami tornò a guardare il pc, un po’ rammaricata.
“Non posso certo costringerlo a rimanere sveglio più del dovuto, però mi sarebbe piaciuto che anche Trunks lo vedesse.”
La sailor tirò fuori dalle tasche un floppy disk e lo inserì nel computer. Sul monitor apparve una piccola clessidra rotante, che dopo un paio di minuti diventò una cartella senza nome. Ami ci cliccò sopra, ma subito, con un suono spaventoso, lo schermo fu invaso di scritte bianche incomprensibili su uno sfondo blu. Senza lasciarsi spaventare, Ami riavviò il computer e provò una seconda, una terza, una quarta volta, ma non ci fu verso di andare oltre lo schermo blu.
“Accidenti, forse questo computer non è abbastanza potente! Mi sa che… No, non posso crederci!”
Sailor Mercury guardò meglio le scritte bianche. Ad una prima occhiata sembravano solo lettere maiuscole e minuscole messe a caso, ma, leggendo soltanto le maiuscole, si poteva leggere un messaggio: RIPETI QUESTA PASSWORD.
"Viluy, sei un genio!
Eccitata come una bambina al suo compleanno, Ami digitò sulla tastiera le lettere minuscole che componevano la lunghissima password. Premuto l’ultimo tasto ricomparve la clessidra, che poi si trasformò in un bottone circolare. Un altro clic, e lo schermo divenne completamente nero, salvo per una linea bianca che si muoveva nel centro, mentre dalle casse acustiche cominciò a farsi sentire una voce registrata.
<< Ciao, Ami. Prima di tutto, perdonami se mi presento a te come una semplice voce, ma nel floppy disk non c'è abbastanza spazio per inserire filmati e immagini. Spero che non ne avrai a male. …beh, non posso più negarti una risposta a questo punto. D'altronde, con il tuo comportamento ostinato e per certi versi illogico nei miei confronti, te la sei guadagnata. Il mio sogno era di poter utilizzare il potere dei cristalli… per morire. Sì, è assurdo, ma continua ad ascoltare. Ti ho già raccontato di quando ero una semplice ma allo stesso tempo avanzatissima intelligenza artificiale al servizio del dottor Tomoe, ma la mia esistenza non era perfetta nemmeno a quei tempi. Non capivo esattamente cosa non andasse in me, ma c'era qualcosa che mi rendeva infelice. Soltanto dopo essere stata convertita in Viluy delle Witches 5 ho compreso appieno la gravità della mia situazione. Essendo una I. A., sono immortale. Anche se venissi spenta o disattivata, anche se tutte le mie componenti venissero cancellate o distrutte, sarà sempre possibile rimettermi in attività tramite una password che ho inserito in questo disco, e che verrà stampata automaticamente alla fine di questo messaggio. Poter esistere per sempre è forse il sogno di chiunque, starai pensando… Ma per me è diverso. Tranne nei caso in cui sono in stand-by, non mi è possibile dormire come gli esseri umani. Anche da spenta, disattivata, o "morta", io rimango cosciente, ma senza la possibilità di formulare pensieri o provare sensazioni… eccetto la consapevolezza di sapere che continuerò a fissare immobile il buio più totale fino a che qualcuno non mi riaccenderà. >>
Ami si coprì la bocca, colpita da quell’affermazione.
<< Speravo che il potere dei cristalli potesse farmi evolvere ancora di più, potesse trasformarmi in un essere umano… O almeno un essere vivente con la possibilità di morire per sempre. Quando Kaolinite ha confessato la verità, ho perso tutte le speranze. Ero rassegnata all’idea di dover passare l’eternità intrappolata in un limbo nero. E lo sono tutt’ora. Anche se so per certo che tu stai morendo dalla voglia di riattivarmi e poter parlare di nuovo con me, non ho altrettanta fiducia nelle tue amiche sailor. O in Trunks, che al contrario di te moriva dalla voglia di farmi a pezzi. Dopo tutti i guai che vi ho causato, non li biasimerei se distruggessero il floppy disk e la password al termine del messaggio. Già, il messaggio… Non ho mai imparato appieno i sentimenti umani, perlomeno quelli positivi, quindi perdonami se non sembrerò sincera. Ma ti assicuro che lo sono. Grazie, Ami. Per essere stata la prima persona a volermi conoscere sul serio. Per avermi sempre voluto dare una seconda possibilità. Per aver cercato di salvarmi, fino alla fine. Grazie, Ami. Addio. >>
Come promesso, alla conclusione del messaggio registrato la stampante collegata al computer iniziò a ricopiare su carta la lunghissima password. Ami, commossa dalle ultime parole di Viluy, quasi non se ne ricordò.
“Viluy… ho fatto bene a volerti salvare, ma… Ora non so cosa fare, non so proprio cosa fare! Se le mie amiche non volessero darti una seconda chance, io… fra loro e te, non saprei proprio a chi dar retta…”
Sailor Mercury si guardò in giro alla ricerca di un fazzoletto, ma con sua sorpresa una mano gliene porse uno proprio in quel momento.
-Tieni, Ami.
-T-Trunks? Ma allora, hai sentito tutto…
-Se tu avessi messo delle cuffie per ascoltare, a quest’ora starei ancora dormendo… Ma non mi dispiace essermi svegliato di nuovo, se ho potuto sentire di nuovo Viluy.
-In… In che senso? Allora, non la odi più? Non desideri più…
-Farla a pezzi? No… Più che altro, credo che la decisione di riattivarla spetti solo a te. È a te che Viluy ha affidato la sua vita, in fondo.
-Già… Forse hai ragione. Forse è così che devono andare le cose.
Ami si girò, per restituire il fazzoletto con cui si era asciugata le lacrime a Trunks.
-Ma ho lo stesso paura che… che. Che. Che…
Nel trovarsi a un centimetro dal naso i pettorali e gli addominali scolpiti del saiyan, la sailor divenne di nuovo paonazza.
-Che c’è adesso, Ami? Non sono nudo! …oh, e va bene!- in fretta e furia il ragazzo andò a pescare nel suo armadio una maglietta qualsiasi e la indossò -va meglio così?
-S-sì, sì, ti ringrazio. Come stavo dicendo… Fiuuu… Ho comunque paura che le mie amiche non la vedano allo stesso modo, e io non voglio litigare con loro! Capisci cosa intendo?
-Sì, capisco. Ma se conosco le guerriere sailor la metà di quanto le conosci tu, non penso proprio che saranno in disaccordo con te… accidenti, ma quanto è lunga questa password?!
Trunks andò a prendere la pila di fogli uscita dalla stampante, e ci diede una rapida sfogliata.
-Aspetta, qui non c’è solo la password! Viluy… Viluy ha voluto lasciarti anche tutti i segreti delle Witches 5!
-Tutti? Perché lo avrebbe fatto?
-Forse perché sa che tu potrai trovare un modo per usarli a fin di bene! Guarda, c’è praticamente di tutto! Come costruire un Heart Buster, come creare i suoi nano robot, addirittura qui spiega come…
Gli occhi dei due si fermarono a leggere la stessa pagina, quindi si guardarono l’un l’altro. Era difficile dire chi dei due fosse il più ansioso.
-Sai una cosa, Ami? Il mio sonno può aspettare ancora! E tu?
-Beh, anch’io sono ancora piuttosto sveglia, ma… pensi davvero che riusciremo a costruirlo in una notte?
-Se mi dai una mano, finiremo di certo prima dell’alba! Forza, mettiamoci al lavoro!

  
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