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Autore: SaruzzaPower    03/06/2016    5 recensioni
"Sapete, credo di amare Liam Payne dalla prima volta in cui i miei occhi si sono posati su di lui, quel giorno in cui l'auto di suo padre rompendosi li fece arrivare alla nostra officina.
Avevo otto anni allora, ero solo un bambino che non sapeva niente dell'amore e lo era anche lui.
Ma l'amore che può provare un giovane cuore è tutt'altro che ingenuo, anzi, è probabilmente il più puro di tutti, un amore che non se né mai andato, nonostante siano passati altrettanti anni"
Queste sono le parole che Zayn ha per il suo migliore amico, per quel ragazzo che in segreto (o forse no) gli fa battere il cuore da anni.
E' la mia prima Ziam, ma io questi due esserini qui li amo da morire e spero di rendere giustizia a quell'amore che io vedo e leggo fra le righe anche nella realtà e spero non sia solo frutto della mia immaginazione.
[Zayn!Meccanico]
[Liam!Studente]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And being here without you
Is like I’m waking up to
Only half a blue sky
[Half A Heart - OneDirection]



Ho raccattato quante più cose ho potuto dalla casa in collina, i cuscini, le lucine, il ritratto di Liam dell’ingresso, ma il divano, la sua sagoma sul muro, gli attrezzi e le vernici le ho dovute lasciare lì, spero che Geoff non metta piede lì dentro, ma come ha detto lui, tutto dipende da me.
Ho deciso di prendere la macchina per tornare a Londra, la tastiera di Liam sul sedile posteriore, una borsa piena di cose alla rinfusa gettate dentro, sul retro e la vista che mi si annebbia ad ogni respiro, provo a cacciare le lacrime con il dorso della mano ma non conta nulla. 
La stanchezza di una notte insonne, la disperazione di dover fare una scelta e il peso schiacciante della verità: cosa potrei fare contro Geoff Payne? Posso essere tanto egoista da mettere Liam in condizione di scegliere? Chi pagherà i suoi studi, la sua casa e tutto il resto se io gli dirò tutto e gli farò odiare suo padre? Posso davvero essere così orribile da fargli scegliere una vita di stenti, quando ne ha già passate troppe? 
Ma allo stesso tempo posso lasciarlo andare? Riuscire a fargli credere di non amarlo più? Che non voglio una vita con lui, niente più contatti, niente di niente? 
La testa mi scoppia e ho la nausea, non riesco a credere che la vita mi stia facendo questo, che essere buoni e onesti non conti proprio niente. Le cattiverie capitano a chi non le merita, un coltello che penetra in una ferita già sanguinante, una morsa che schiaccia un petto già in carenza di ossigeno.
Sono costretto a fermarmi più volte lungo il tragitto; esco, provo ad accendere una sigaretta per poi lanciarla via dopo qualche tiro, nemmeno un gesto così appagante e rilassante può fare nulla in un momento come questo.
Alla fine arrivo e per la prima volta da quando siamo qui, il nostro garage viene aperto, bianco immacolato e spoglio, se fossi in me, avrei già una bomboletta in mano. Invece prendo le mie cose, la tastiera e mi preparo al peggio, a recitare con lui. L’ho fatto per tanto, per troppo, ma era qualcosa a fin di bene, omettevo solo delle piccole verità ma ora tutto è diverso, tutto è orrendo e ci metto cinque minuti prima di girare la chiave nella serratura ed aprire la porta.
Non c’è nessuno… eppure sapeva del mio ritorno. 
Tutto è un caos, ci sono piatti sporchi appoggiati alla scrivania, sul piano della cucina, sul bracciolo del divano. Scarpe buttate qua e là, il piumino arrotolato nel letto e il tappeto della doccia fuori dalla porta del bagno.
- Qualcuno si è dato alla pazza gioia vedo - trovo un biglietto attaccato al mobile della cucina:
Hanno fatto un gruppo di studio per quel maledetto esame, ti ho preparato la cena, è nel forno. Io torno prima che posso. Ti amo da morire. Lee xxx. 
PS. Bentornato a casa!!!
Apro il forno e ci sono delle cosce di pollo con le patate, fanno profumo e sapere che nonostante il caos e gli impegni lui abbia cucinato per me, è qualcosa che mi scalda il cuore per un attimo. 
Non ho fame, la nausea ha ancora la meglio, ma non posso lasciare tutto qui, mi sforzo di mangiare per lui e so già che questo non è un passo nella giusta direzione, ma non posso lasciarlo da oggi al domani, io non posso lasciarlo e basta.
Finisco la serata sistemando la casa, pulisco a fondo, senza risparmiarmi, sudando eccessivamente e alla fine dopo una doccia calda mi lascio coccolare dal nostro letto e dal suo odore impresso ovunque. 
Non lo sento tornare, forse lo sento stringermi e baciarmi la spalla, ma forse lo sogno e basta, forse sognarlo è l’unica cosa che mi rimarrà per molto tempo.
 
*


- Buongiorno principe - sento il suo fiato caldo solleticarmi l’orecchio, la sua mano infilarsi nelle mie mutande con scioltezza, un suo bacio bagnato mi fa increspare la pelle del collo.
Mugolo e mi giro verso di lui, tenendo gli occhi chiusi - scusa per ieri, ho studiato più che potevo perché oggi volevo stare tutto il giorno con te - prova a baciarmi ma io faccio scivolare prontamente il viso nell’incavo del suo collo raggomitolandomi in modo che anche la sua mano sia costretta a scivolare via. Lo sento sospirare - ok dormiglione, ho capito, niente sesso mattutino. Poltrisci ancora un po’, preparo io la colazione, tu in fondo hai pulito tutto il porcile che avevo lasciato. Anzi grazie e ben tornato e - mi prende il viso con forza con le mani e mi bacia le labbra stampandomi le sue sopra con irruenza - e ti amo! - tengo gli occhi serrati e lo sento ridacchiare. 
Il resto della giornata passa così, io che apatico mi aggiro per la casa e Liam che lo prende come uno scherzo, pensa sia un rilascio della tensione dovuta a tutto quello che è accaduto in questi ultimi giorni, mi fa qualche agguato, sfodera le sue migliori doti persuasive, ma alla fine si arrende e finisce per accoccolarsi accanto a me sul divano con un libro di legge in mano, gli occhiali sul naso e il piede che andando su e già mi accarezza la gamba, mentre guardo un film sul computer con le cuffiette per non disturbarlo. 
Non farci sesso non mi aiuta, questi piccoli attimi di intimità, quella magia tipica di noi, quell’amore oltre il contatto fisico, mi fa sprofondare il cuore nel petto. 
Per la prima giornata dopo il mio ritorno, perdo su tutta la linea.
Nei giorni successivi torno in galleria, preparo da mangiare, a volte vado anche al bar con gli altri ragazzi, Harry mi guarda sempre come se stesse per chiedermi qualcosa, ma puntualmente distolgo lo sguardo. Mamma mi tiene aggiornato sulla salute di papà, Safaa mi giura che se ne sta occupando lei e Louis mi assicura di stare tranquillo, cosa che purtroppo non riesco assolutamente a fare. 
Londra intanto si veste di luci, di decorazioni, lo spirito natalizio è ovunque e quando Liam torna il ventidue dicembre con un sorriso da orecchio a orecchio e con una bottiglia di vino e del sushi, annunciandomi che ha passato l’esame con il massimo dei voti, nonostante siano giorni che non ci tocchiamo, non posso fare altro che lasciarmi andare, lo guardo spogliarmi, toccarmi e baciarmi, lo lascio dirigere la serata e se penso che appena un anno fa aveva avuto anche solo paura di fare la doccia insieme a me, mentre ora mi guarda mentre con la sua bocca peccaminosa e i suoi occhi leggermente lucidi l’alcool mi fa impazzire come non mai, mi sembra impossibile che lui sia lo stesso ragazzo. 
Non è lo stesso ragazzo effettivamente, è molto di più di quello che sperassi e desiderassi, il problema è che nemmeno io lo sono più, sono spaccato a metà, pieno di paure e dubbi e nonostante il piacere sia intenso e per qualche istante io riesca a ritrovare me stesso nei suoi occhi, appena sento il suo respiro farsi più pesante, mi ritrovo a piangere con la faccia schiacciata contro il cuscino per non fare rumore. 
Al risveglio mi ritrova a fissarlo, passo le dita fra i suoi capelli e lo vedo sorridere sorpreso, è strano che sia io il primo a svegliarmi - qualcosa non va vero? - e anche la minima speranza che lui non abbia avvertito il mio comportamento ambiguo sparisce in un istante.
- Non passeremo Natale insieme… - continuo ad accarezzarlo, non riesco a smettere, vorrei baciarlo ma non lo faccio. Mi sembra di essere tornato indietro, quando il desiderio era tanto ma la ragione vinceva.
- Verrei a Bradford anche io, ma è il primo Natale con Camila e nonno e nonna hanno organizzato le cose in grande a Wolver, mio padre è stranamente euforico. Ultimamente è più accondiscendente e non sai che festa mi ha fatto ieri quando gli ho telefonato per dirgli dell’esame. Alla fine della chiamata mi ha detto che mi vuole bene. Non ricordo che me lo abbia mai detto. Mi… sì insomma, mi ha fatto piacere. So che presto le cose cambieranno, ho deciso che voglio dirgli di noi, voglio farlo veramente - deglutisco appena e stringo i pugni, i suoi occhi corrono sulle mie mani e - sì ma ehi, non glielo dirò ora, era solo per dire che anche se saremo separati tu avrai la tua famiglia unita ed io me la caverò. So che sarebbe una specie di anniversario per noi, il nostro primo anno insieme. Ancora non ci posso credere che ora posso - mi monta a cavalcioni e mi bacia - ti voglio così tanto, ti amo così tanto. Tu non hai idea - so cosa vuole, posso sentire la sua voglia spingere contro il mio bacino e non posso fare altro che perdere per l’ennesima volta. Sbatto Geoff fuori, provo a farlo sparire, almeno dai miei pensieri e lo faccio mio, come se dovesse essere l’ultima volta, memorizzando ogni sua espressione, ogni suo gesto e sguardo, ogni suo essere per me, completamente per me.
 
*


La mattina di Natale mi sveglio con Safaa che mi salta accanto come una matta, abbiamo dormito insieme da quando sono qui, a lei non interessa minimamente della religione, a lei importa dei regali perché anche se ormai è una piccola donna, resterà per sempre la bambina di casa.
- Dai muoviti, io non sono Liam, non te la darò vinta. Alza quel culo Zaynie, ho già dovuto aspettare troppo per aprire i miei regali - 
- Cinque minuti - provo a buttarla già dal letto ridendo sotto i baffi ma lei mi scopre di colpo, facendomi sbuffare - quanto sei materialista. Da chi hai preso? -.
- Eddai non essere cattivo. Il regalo più bello è avere te e papà qui, era tanto che non eravamo una famiglia vera - mi sorride appena e si sistema i capelli dietro l’orecchio, allungo le braccia per stringerla ma lei mi afferra la mano e - sì, ti voglio taaanto bene, ma ora scendiamo -.
Scoppio a ridere lasciandomi trascinare giù, prima di uscire un occhio mi cade sul mio cellulare, lampeggia ma decido di non badarlo, devo iniziare a sopravvivere senza di lui e anche se mi sembra impossibile, da qualche parte devo pur iniziare.
Appena scendo, trovare mia madre e mio padre seduti uno accanto all’altra sul divano, intenti a risolvere un cruciverba, battibeccando come al solito, per fortuna mi fa sorridere e dimenticare le mie preoccupazioni.
- Trisha la smetti di fare la testona? Puoi leggermi la dodici verticale? - 
- No, io voglio andare in fila - sbuffa.
- E allora mi metto comodo, finiremo non prima di capodanno - 
- Beh capodanno è vicino! Buon Natale! - mi sporgo e li bacio entrambi.
- Certo, peccato io non abbia specificato di quale anno. Magari nel duemilatrentatre… - 
Mamma piega il giornale in due e glielo sbatte su un braccio, facendo alzare un mugolio di protesta, poi la guardo alzarsi e arrivarmi accanto al bancone della cucina.
- Allora cosa hai preso a Liam? - le sue dita toccano con finta distrazione il braccialetto che porto al polso - In realtà abbiamo deciso di non regalarci nulla - 
- E perché mai? - perché ogni cosa che gli potrei mai regalare, sarebbe solo carico di ipocrisia e dolore e ogni cosa che mi regalerebbe lui porterebbe il nome di Geoff Payne inciso sopra e io non posso accettarlo.
È quello che le vorrei rispondere, ma opto per - Ho tutto quello che desidero, non ho bisogno di altri regali - mi guarda di traverso, ma nell’attimo in cui credo di ricevere la domanda fatidica, lei mi stupisce sorridendomi e facendomi una carezza - Liam è fortunato, e anche tu lo sei. Siete così perfetti insieme - arrossisco appena e distolgo lo sguardo, quello che devo fare lascerà dietro più feriti di quello che immaginassi.
 
*


- Ti prego mammina, c’è Zaynie quest’anno! - 
- Safaa ti prego non farmi arrabbiare ti ho detto di no ed è no! E poi mammina? Non mi chiami così da quando avevi quattro anni -
- Babaaa la puoi convincere tu? - guardo mia sorella aggrapparsi al braccio di mio padre e lui ricambiare lo sguardo a disagio. Non hanno mai vissuto insieme, Safaa è stata un piccolo incidente di percorso quando i miei genitori stavano provando a far funzionare le cose sebbene mamma, Don e Waly fossero già tornate a qui a Bradford. Eppure per mia sorella sembra che lui sia sempre vissuto in questa casa con loro, lo adora e gli sta sempre addosso e contro ogni mia aspettativa la corazza burbera di mio padre sotto gli assidui attacchi di affetto di Safaa, sta pian piano cedendo.
- Sai che è tua madre è il capo. Possiamo farli per il compleanno di Zayn, potete venire a Whitby e farli nella casa in collina, Zayn, Liam e i ragazzi saranno felici di farli per te e le ragazze - e il mio ascoltare distrattamente la discussione si trasforma in una scossa elettrica che mi percorre la schiena e mi fa trattenere il respiro. 
Non ho avuto il coraggio di parlare ai miei di quello che ha fatto Geoff, loro hanno provato tante volte a mettermi in guardia su non affezionarmi a quella casa e non darla per scontata e ora che sembrano avere trovato una certa stabilità non posso distruggerla con i miei problemi. 
- Ma nemmeno i bastoncini luminosi? - sporge il labbro in fuori e sbatte gli occhi guardando mamma e baba a intermittenza e a questa visione non posso proprio resistere - quelli sì, vai a vestirti che andiamo a Little Germany al negozio - e appena mia madre mi guarda alzo la mano e - offro io! -
- Non è questione di soldi è questione che io ho detto no! - ma Safaa è già corsa di sopra urlando di gioia - È una brava bambina mamma, non cambierà per qualche bastoncino luminoso, sono innocui! - afferro il pacchetto di sigarette e battendolo ne faccio uscire una per poi uscire in giardino.
- Puoi dirmi cosa non va? - mamma mi segue.
- Perché compro i bastoncini luminosi a mia sorella? - la guardo alzando un sopracciglio per sdrammatizzare.
- Da quando sei qui non hai nominato Liam nemmeno una volta, Louis per parlarti ha dovuto chiamare al telefono di casa dicendo che il tuo era spento - 
- Va tutto bene… - la vedo incrociare le braccia - mi sto solo godendo del tempo con voi, siamo una famiglia, non lo eravamo da così tanto tempo. Baba… -
- Zayn io e tuo padre non torneremo insieme - 
- Perché no? Vi vedo sai, come vi guardate, come interagite, lui prova quello che provi tu, certe cose restano nonostante le avversità - 
- Sta bene ora, finite le feste tornerà alla sua vita e tornerà ad essere lo Yaser di sempre - 
- Forse no - 
- Tu sei a Londra e lui non può accettare di restare qui, ho provato a chiederglielo - 
- Ma tu hai detto che Whitby non è male come la ricordavi - 
- Ma non è casa nostra, le ragazze hanno la loro vita qui - 
Restiamo a guardarci per qualche minuto in silenzio, vorrei controbattere ma non è forse quello che facciamo io e Liam a Londra, sentirci a casa l’uno con l’altro, ma non esserlo veramente e mandare sempre tutto a rotoli? 
- Sei pronto andiamo? Andiamo? Andiamo? - Safaa sbuca già tutta infagottata dalla porta sul retro e io lancio via il mozzicone. 
- Senti Zayn, non fate tardi e non le fare mangiare schifezze in giro, stasera ho in mente una cena speciale - annuisco e mi defilo felice di aver dirottato il discorso su qualcosa che non fosse Liam, anche se vorrei veramente che per loro si trovasse la soluzione che per noi pare impossibile da trovare.
Solo una volta tornati a casa capisco l’apprensione di mia madre, infatti nel mio salotto, intento a chiacchierare con mio padre con una birra in mano c’è Liam.
Faccio un passo indietro sgranando gli occhi e lui vedendomi scatta in piedi dritto come un fuso, sorridendomi felice. Mi si scioglie il cuore, Liam è qui. 
- Ehi per fortuna che la tua famiglia non è così restia a usare il telefono, se no capodanno me lo avresti fatto passare a casa da solo - è impacciato nei movimenti, se non ci fosse mio padre ce lo avrei già fra le braccia intento a baciarmi, ma non potendo si limita a darmi una pacca sulla spalla e lasciare che mi sieda fra lui e baba.
Safaa salta subito in braccio a Liam e si preoccupa se le toccherà dormire sul divano se noi due useremo il suo letto, ma lui cerca subito di rassicurarla, sarà solo una notte e dormirà sul divano.
Sono felice di vederlo, mi rendo conto di quanto mi sia mancato solo quando lo vedo ridere e interagire come se nulla fosse con mia madre e il resto della famiglia, ma io non riesco a partecipare alla cena, nonostante senta la sua mano accarezzarmi di sfuggita ogni volta che può. Si chiacchiera tanto e appena Safaa mi tira per andare a letto, non provo nemmeno a protestare ma - almeno una sigaretta me la concedi? - lo vedo afferrare il mio pacchetto e con un sorriso malizioso uscire in giardino.
- Ma poi tu vieni? - e - Safaa lascia vivere tuo fratello dieci minuti, vai a farti la doccia, lui arriverà - baba guarda mamma in un modo strano ma non resto ad osservarli, seguo Liam che mi tira per un braccio e mi sbatte contro il muro umido e mi bacia le labbra respirando con forza. 
- Dio mio quanto mi sei mancato. Dove ce l’hai la testa, perché non mi hai risposto? Non ce la facevo più a vedere Niall e Camila, mentre io non potevo toccarti - lo guardo e sorrido appena, gli accarezzo il viso e - scusa, Safaa mi è sempre addosso e sto cercando di passare più tempo possibile tutti insieme, non siamo mai stati tutti insieme così -
- Lo so… - mi bacia una guancia e si allontana porgendomi una sigaretta già accesa - Andy ha organizzato una festa di capodanno privata al Libertine domani, in realtà non me ne frega nulla della festa è solo una scusa per tornare a casa, con te - lo guardo soffiandogli il fumo addosso, è così bello e perfetto e seppure mi sforzi di non farlo, lo amo troppo.
- Non credo di aver niente di adatto da indossare - 
- Quindi verrai? - annuisco con un timido sorriso - Beh allora, facciamo così, aspetta che Safaa si addormenti e poi… il divano è abbastanza comodo per tutti e due - mi afferra per il bordi del giubbotto, cercando le mie labbra. Annuisco ancora e mi lascio baciare, però quando Safaa si addormenta, sebbene io non riesca a chiudere occhio per il resto della notte, non lo raggiungo.
 
*


Arrivati a casa sale le scale più velocemente di me e si piazza davanti alla porta bloccandomi l’accesso - Liam cosa ti prende ora? - aggrotto la fronte.
- Ecco… diciamo… in casa c’è un piccolo regalo di Natale per te e - provo a guardarlo male ma con la mano mi fa segno di aspettare - è un regalo per entrambi, quindi tecnicamente non ti puoi arrabbiare e nemmeno protestare e… - scuoto la testa e gli do una piccola spintarella, gli prendo le chiavi dalle mani aprendo velocemente la porta.
- Aspetta non aprire troppo la porta o… - qualcosa mi sfreccia fra i piedi - miao - 
Miao? 
- Un gatto? Hai comprato un gatto? - entriamo subito in casa e vedo questo esserino piccolo e completamente grigio con due occhi super azzurri che mi guardano, miagolare felice appena Liam lo prende in braccio.
- Mancava qualcosa alla nostra famiglia, so che Tigre ti manca molto, avrei voluto portare lui ma Louis me lo ha impedito, ha detto che non potevamo portare via anche lui a tuo padre e quindi… è un maschio - sfrega il viso contro la sua testolina e sorride.
- Come lo hai chiamato? - non so cosa fare, non so se avvicinarmi, ma poi il piccoletto miagola ancora e proprio come il ragazzo che lo tiene fra le braccia, mi manda il cuore a rotoli e capitolo ai loro piedi, letteralmente.
- Ehm… Gatto? - scoppio a ridere - Non volevo dargli un nome senza di te e da quando l’ho preso l’ho sempre chiamato Gatto, quindi non so se ora… - 
- Mi piace Gatto è un po’ come Tigre, è molto da noi - noi…
- Non è troppo vero? Non volevo spaventarti -
- Una principessa non può spaventarmi - mentre lo dico mi sento il traditore peggiore della terra. 
- Allora sì, beh… Buona Natale Zaynie! - mi lascia fra le braccia il gatto - voi due fate amicizia e prova a sentire Louis, doveva arrivare anche lui per la serata. Io vado a farmi la doccia - mi bacia veloce e si chiude in bagno. 
- E ora come faccio a lasciarlo andare, mi ha regalato un gatto, capisci? - chiedo guardando il gatto. Mi sento soffocare e per quanto questo piccolo esserino sia dolce e mi guardi con i suoi grandi occhioni devo uscire di qui, scrivo veloce un biglietto e prendo il telefono in mano mentre corro già per le scale.
- Siete arrivati? Io sono in treno - non riesco a parlare, respiro velocissimo, quasi quanto il ritmo dei miei piedi - Zayn? Ehi, è successo qualcosa? - 
- Mi ha regalato un gatto! - e - Già! - ridacchia lui.
- Io non posso, capisci io… - 
- Non ti ha mica detto di volere un figlio! Non mi pare il caso di farsi prendere dal panico - e invece sì, è il caso di andare in panico, di stare male, malissimo e non poterne parlare nemmeno con il mio migliore amico.
- Io ora ti devo lasciare… - 
- Sei sicuro vada tutto bene? In questi giorni sei stato irreperibile, ora stai correndo non so dove… Dove sei, Zayn? Mi puoi dire cosa succede? Guarda che troverò il modo di farti parlare stasera, veniamo anche noi al Libertine - 
- V-va tutto bene, scusa - butto giù e mi ritrovo davanti agli schermi di Piccadilly, gli occhi pieni di lacrime e le mani che mi tremano, inizia a piovere ma a me non importa, proseguo ancora un po’ a testa bassa e quando mi ritrovo davanti al portone di casa, provo a ricompormi, asciugo le lacrime, respiro un po’ e accendo una sigaretta, giusto per prendere un po’ di tempo.
- Ma dove sei andato a prendere quelle sigarette, scemo! Ti volevi prendere la polmonite? - Liam dalla camera in tre passi è davanti a me, slaccia l’asciugamano che ha attorno alla vita e restando volutamente nudo, me lo fa volare sopra la testa, iniziando a frizionarmi i capelli con entrambe le mani, avvicinandosi sempre di più, fino a sbattermi contro.
Continua per un po’ e lasciando l’asciugamano a coprirmi in parte la visuale, vedo le sue mani apparire sulla cerniera dei miei pantaloni - Cosa stai facendo? - cerco di controllare la voce - È tardi, devi farti la doccia, ti sto solo aiutando -.
Alzo la testa ed evitando il suo sguardo fisso l’orologio sulla colonna che divide la cucina dal salotto - Non mi ero accorto fosse così tardi, scusa - lascio cadere l’asciugamano fra le sue mani e mi chiudo in bagno. Sbatto la schiena contro la porta e mi lascio scivolare per terra, chiudo gli occhi e provo a respirare. Di questo passo, impazzirò.
Non so quanto tempo resto sotto il getto di acqua bollente ma quando esco, Liam non c’è. Gatto mi viene incontro e lo accarezzo un po’, fuori ha smesso di piovere e entro in camera guardando Londra, incapace di muovermi. 
- Non sei ancora pronto? - la porta si apre, Liam ha un ombrello sotto braccio e una bottiglia fra le mani. Indossa un completo bellissimo, camicia bianca, gilet e pantaloni eleganti. Mi fanno male gli occhi a guardarlo e non c’entrano nulla le lacrime. Mi siedo sul letto e mi prendo la testa fra le mani - Zayn ti senti male? - corre subito accanto a me, la sua mano sulla mia pelle ancora umida mi da l’impressione di scottarmi.
- Forse non mi sento molto bene - è una bugia, ma è anche la verità. Non posso uscire a divertirmi, non posso essere così tanto falso da mostrare una gioia che non provo, che non posso e potrò più provare. 
Io non voglio altro che lui, non voglio lasciarlo, non voglio perderlo. 
Mi appoggia una mano sulla fronte, poi la sostituisce con le labbra, intanto fruga nella tasca e si porta il telefono all’orecchio - Niall sono io, senti Zayn credo si sia preso l’influenza, questo capodanno lo passeremo a casa. No, non preoccupatevi, voi andate a divertirvi, vi aspettiamo domani per pranzo, se vi riprendete. Saluta Harry e Lou - mette giù e apre l’armadio lanciandomi una tuta - Forza asciugati i capelli mentre io preparo qualcosa di caldo per il mio principe malato, vieni Gatto, fammi da assistente -.
Asciutto e vestito mi infilo sotto il piumino e guardo Liam armeggiare in cucina con il gatto fra le gambe - Non sei malato da brodino caldo, vero? Ho fatto della pasta al formaggio - vorrei ridere ma annuisco appena, mentre lo guardo prendere posto accanto a me ancora vestito.
- Scusa, ci tenevi tanto a uscire - 
- Volevo passare capodanno tutti insieme, ma ehi… non lo hai fatto apposta. Forza mangiamo - gioco con il cucchiaio tra la crema filante e i maccheroni, resto in silenzio - Davvero Zaynie, se ci sei tu a me va bene, vorrà dire che guarderemo Londra dal nostro letto, con il nostro figlio gatto e ci faremo le coccole e… forse conosco un modo per farti passare la febbre - lo vedo iniziare a spogliarsi e vorrei sprofondare, ma se fosse l’ultima volta che posso averlo? E se Geoff arrivasse domani mattina e ci trovasse nudi a letto? 
Non mi accorgo nemmeno di averlo in mutande accanto a me - Potevi sforzarti di mangiarne almeno un altro po’! Ma non fa niente - mi toglie il vassoio da davanti e allarga le braccia per stringermi a sé - Stai proprio male eh - mi bacia la fronte e fa correre le mani fra i miei capelli - ma non preoccuparti ci sono io con te - giro la testa e continuo a fissare Londra, concentrandomi sul suo tocco e alla fine, per la paura di scatenare qualche voglia in lui, fingo di essermi addormentato. 
Forse finisco per addormentarmi davvero ma lo sento baciarmi le labbra, gli occhi e di nuovo la fronte - Buon Anno Gatto! Di solito lui è più in forma di così, ma vedrai che da domani andrà meglio, anno nuovo, vita nuova! Imparerai ad amarlo anche tu quanto lo amo io - sento gli occhi bruciarmi anche da chiusi e anche se non sto veramente male, finisco a vomitare anche quello che non ho mangiato nel cuore della notte, tanto è il malessere che sento dentro l’anima.
Buon anno, Zayn. Anno nuovo, vita nuova. Ma quale vita?
 
*


Anno nuovo, vita nuova e che vita. 
Ho iniziato a lavorare a tempo pieno alla galleria, Liam è in piena sessione esami e io non faccio altro che evitarlo, finisco per dargli risposte acide che non merita, fingo di addormentarmi ovunque e il sesso è un argomento tabù. Louis per i giorni che è stato qui, mi ha fatto capire che posso fregare tutti ma non lui, ma non ho ceduto.
Inutile rendere partecipe lui o altri di una cosa che non può cambiare, devo decidermi a dare la svolta, a mollare tutto, a mollare lui a tornare a casa.
Il telefono squilla - Ehi sto lavorando… - 
- Grazie a Dio! Mio padre è Londra, vuole vedere l’appartamento, Niall sta venendo a prendere le tue chiavi, io sono in facoltà e non posso muovermi. Senti… - 
- Va bene -
- Cosa? - 
- Posso andare da Harry quando esco di qui - 
- Non hai capito, c’è tutta la tua roba in giro, stavo pensando che potresti andare con lui e… - deglutisce - no, forse è meglio le veda vero? Forse è arrivato il momento che sappia, sono stanco di tutta questa situazione io non so cosa ci sta succedendo ma sento che il problema è anche questo - 
Ovviamente non posso rassicurarlo - Non credo frugherà nell’armadio e nei cassetti, chiedi a Niall di mettere le mie cose in garage in macchina, almeno le più appariscenti. Non credo sia il momento per te di affrontare tutto questo - 
- Mh... ok. Non sei arrabbiato? - 
- No, tranquillo - chiudo la chiamata e sospiro. Bene questa sera dovrò fingere anche con Harry. Fantastico.
Geoff si trattiene per tre dannati giorni, Liam è isterico e Camila sembra non essere d’accordo con l’allontanamento forzato di Niall da casa sua - Dai oggi Geoff andrà via, torneremo tutti alle nostre vite, anche se non mi dispiace avervi sempre tra i piedi, mi fate sentire meno la mancanza di Louis - 
- Ma come fai? Io non ci voglio stare a casa senza Niall, mi sembra di sentire la sua risata ovunque -
- Quello è perché sei sotto esame. Si chiama esaurimento - Harry la prende in giro. 
Il campanello suona e in due falcate Harry apre - Andato! Non credo di aver mai odiato nostro padre così tanto in vita mia - Niall si lascia cadere addosso a Camila e la bacia subito - Ciao scheggia, mi sei mancata - i miei occhi passano da loro a Liam, è sulla porta e ricambia il mio sguardo.
- Allora il caro vecchio Geoff come sta? - Harry gli fa segno di entrare.
- Bipolare! Ha battuto la casa come se sapesse che io non abito lì. Ha fatto mille domande, volevo strozzarlo. Gatto lo odiava, ha cercato di graffiarlo a morte più volte. Voi siete proprio sicuri che lui non sappia di voi? - 
- Dai Nì, se lo sapesse secondo te, sarei ancora vivo? Zayn lo sarebbe? - 
- No, hai ragione - 
- Bene, dal momento che siate tornati tutti accoppiati e il prossimo esame ce lo abbiamo solo a metà della prossima settimana, credo prenderò il primo treno e andrò a trovare anche io il mio ragazzo. Quindi fuori, aria! - Harry sventola le mani e ci sbatte cordialmente fuori.
- Grazie Zaynie della pazienza! - Camila mi bacia e afferrando la mano di Niall, si allontanano.
- Tutto bene? - chiedo.
- Ho solo voglia di rimettere tutte le tue cose a posto e fare finta che mio padre non sia quello che è. E poi ho voglia di… si avvicina e mi bacia il collo. Posso urlare? 
Finisco comunque sbattuto contro il muro del salotto, la bocca di Liam ovunque, senza possibilità di sottrarmi.
Io lo voglio, lo desidero, tutto quello che vorrei è potermi perdere in lui, buttare fuori tutto l’amore represso che mi sto tenendo dentro. 
È veramente possibile smettere di amare quando tutto urla amore e solo amore? 
Lo lascio giocare con me, amorevole, premuroso, dolce. 
I suoi occhi mi accarezzano prima delle mani, i suoi baci mi scaldano anche dove sento freddo, e non un freddo fisico. Sa come muovermi, come farmi impazzire, ma è un diverso tipo di pazzia la mia ormai.
Non posso chiudere gli occhi, non posso lasciarmi andare e alla fine lui è l’unico a concludere. Lo vedo guardarmi di traverso, sento le sue domande anche se sono ancora mute nella sua testa e prego rimangano tali, perché non ho la forza di rispondere. 
Non voglio sia oggi l’ultimo giorno di noi. 
- Un giorno glielo dirò, lo so che lo ripeto sempre ma… - 
So di cosa sta parlando - Non importa - sussurro.
- Inizio a credere che non ti importi veramente. Non era mai capitato che tu… -
- Sì, beh… hai fame? Preparo io la cena stasera - provo ad alzarmi, ma lui salta in ginocchio e mi fissa.
- Puoi dirmi cosa c’è? Cosa ti ho fatto ultimamente, Zayn? Questa situazione non è questione di stress, questo è… non lo so, non vuoi mai uscire, sei sempre perso nei tuoi pensieri, non parli, non sei più tu. Sembra tu non possa più divertirti - 
- Cazzo Liam - mi alzo e non so nemmeno perché ho alzato la voce - non è tutto questione di divertirsi, uscire o essere io. Ho mille pensieri, sono lontano da casa e lo sai come la penso, non capisco se Londra è veramente il posto per me. Dovrei prendermi le mie responsabilità e non posso fare a meno di chiedermi perché io sia ancora qui - Zayn non piangere, Zayn non piangere, ti prego non piangere.
La sua bocca si spalanca - Per me! Per te... per noi! Lo stai facendo per il tuo grandissimo talento, per il tuo cuore e il nostro futuro -.
Se non lo faccio ora non lo farò mai più, devo andarci giù pesante - E se stessi sbagliando? - sono pronto ad essere insultato ad essere spinto e guardato con odio, invece lui mi arriva davanti, mi prende il viso fra le mani e - Ehi, è solo un momento. È normale tu abbia paura per tuo padre, è normale e tu sei fatto così, io lo so, ti conosco e ti amo anche per questo. Se non ti senti tranquillo a saperlo a casa da solo, appena ho finito gli ultimi esami rifacciamo le valigie e torniamo a Whitby di nuovo. È strano non dividere il letto con te tutte le notti, ma è quasi emozionante incontrarti di nascosto in collina, fare l’amore in officina e sfiorarti quando nessuno guarda - sorride e ti prego Liam, ti prego smettila subito di sorridermi. Tu devi odiarmi, è per il tuo bene.
- E come sono io? Non tirare di nuovo fuori la storia dei tuoi amici, perché io ci ho provato, sono loro che non sanno quando è ora di smettere. So di essere diverso, ma sono stanco di sentirmi a disagio. Voi mi fate sentire a disagio - 
- Voi? Io? Zaynie ma cosa stai dicendo? - 
- La verità. Ci abbiamo provato e riprovato ma non va, qui non va. Noi non… - 
- Stai zitto, non lo dire. Non lo accetto - gli occhi gli diventano lucidi e il petto torna a farmi male, sento la bile in bocca, le gambe molli.
- Magari capiremmo meglio se… -
- Non c’è niente da capire, io non ti lascio andare da solo da nessuna parte, te lo puoi scordare! Non c’è più un Liam e uno Zayn ormai. Non funziona così, c’è un noi e, cazzo ma sei impazzito? Tu mi stai nascondendo qualcosa, io non posso credere che stai avendo dubbi su di noi. Ammetto di averci pensato: non vuoi mai fare l’amore, non mi guardi mai in faccia e sei strano, ma no, tu non mi lasceresti mai, tu non potresti proprio farlo… vero? - e per quanto vorrei tu non mi credessi, per quanto dolore senta, stai abboccando.
- E se il nostro non fosse amore? Se fosse un modo per non crescere? Di restare legati al passato, senza guardare in faccia la realtà e la possibilità che non ci sia un noi nel futuro? - 
I suoi occhi sono folli e vagano per il mio viso, cercando un segno di cedimento che non vedrà, non lo troverà perché io non sono nemmeno io senza di lui, sto recitando una parte e mi accorgo che tutti gli sforzi fatti fino a ora sono contati.
- Sì c’è! Te lo posso giurare, perché io lo voglio e tu lo vuoi… aspetta, tu lo vuoi? - 
Resto in silenzio e posso vedere il seme del dubbio attecchire definitivamente in lui. 
- Mi stai lasciando? Tu sei matto, se è uno scherzo guarda che un pugno in faccia non te lo toglie nessuno, Zayn. Non puoi scherzare su una cosa del genere. Io sto per morire di crepacuore - prova a ridere sperando lo faccia anche io.
- Forse sono matto, hai ragione - 
- No… no no no no, no! - il mio telefono squilla e ci fa sobbalzare, infilo la mano in tasca e - Non rispondere. Zayn Malik ti ordino di non rispondere a quel cazzo di telefono mentre stai parlando con me - almeno questo glielo devo, lo lascio suonare e restiamo in silenzio finché non smette, subito dopo però inizia a suonare quello di Liam. Lui mi guarda, butta un occhio sul display - Pronto! - mi fissa negli occhi, occhi rossi di disperazione e lacrime, sta tremando. Si copre la bocca con la mano e scuote la testa, indietreggiando.
- Liam cosa succede? - 
- No, noi… sì - spegne la chiamata e mi guarda - Zayn, Yaser… - non so nemmeno come mi ritrovo a scuoterlo intimandogli di parlare - Ha avuto un infarto, questa volta per davvero, non sanno se… - mi passo le mani fra i capelli e l’ultimo briciolo del mio mondo va in pezzi. 
- Io devo andare… - dico solo.
- Oddio sì, aspetta. Mi vesto, preparo la valigia più veloce che posso e… dammi un minuto ok? - lo vedo sfrecciare in qua e là, con il gatto che gli miagola fra i piedi come sempre. Nota il mio stato di shock perché si ferma - Andrà tutto bene amore, Yaser è una roccia lo sai anche tu - 
Peccato che le rocce, anche le più dure si sbriciolano come niente, se sai dove colpirle. 
- Io devo andare… - ripeto facendo qualche passo verso la porta.
- Sì, ho quasi fatto. Scusa, sono un disastro in queste cose - 
- No Liam, io… - 
Guardo la porta - Oh no! Non ci pensare nemmeno, non è il momento adatto per prendere decisioni - ma io ho già la maniglia fra le mani - Zayn se esci da quella porta senza di me, se decidi di non lottare e scappare così, in un momento come questo, giuro che… - scuoto la testa velocissimo, sto scoppiando a piangere senza potermi trattenere, il petto mi si alza e si abbassa a scatti - scusami Liam -.
- Zayn ti prego, io ti amo…- e anche io ti amo, ti amo più della mia stessa vita e voglio che tu abbia il futuro che meriti, la vita che meriti e questo non avverrà mai accanto a qualcuno come me. Io ti amo e ti devo lasciare andare e spero un giorno tu sarai in grado di perdonarmi. Non avrei dovuto mai trascinarti in questa vita.
Lo guardo un’ultima volta, chiudo la porta piano ed è finita.
Finita.
Da questo punto in poi non si torna più in dietro.
Da questo punto in poi non c’è più niente.
Non c’è.


**
[nda]
Prima di sollevare accidenti e proteste, sappiate (e c'è chi per me ve lo può confermare) che io ho odiato scrivere questo capitolo, ho pianto e urlato per una settimana perché non ce la posso fare, ho il cuore diviso in tanti piccoli pezzettini e SI, liberi di credermi o no, IO STO MALE!
Purtroppo le storie devono seguire il loro corso, e quando è così che devono andare nemmeno io mi posso opporre al volere dei personaggi. So che tutte volevate un Zayn pronto a scendere in guerra, ma voi affilereste le armi sapendo che forse farete più feriti che altro? 
E' solo un personaggio ma io mi sento male per Zayn e ancora più male per Liam, che ha il cuore aperto del tutto e si ritrova rifiutato senza poter sapere cosa c'è dietro. 
Posto anche questa settimana in anticipo perché non voglio saperne più niente di questo capitolo, avrei rischiato di cancellarlo e scrivere che Liam restava addirittura incinto, che Harry si sarebbe fatto crescere i boccoli fino ai piedi e che Geoff fosse caduto in un buco nero, sparendo dalla faccia dell'universo. Quindi posto ora... e che il grande demone celeste me la mandi buona! 
Spero di trovare il coraggio di scrivere il prossimo capitolo! T_T 
Buon WeekEnd
un bacio 
SARA

ps- dal momento che vi rompo sempre le palle con hashtag e pagina Facebook questa volta voglio cambiare, vi lascio il mio snapchat: saruzzapower , se volete aggiungermi e farvi due risate con le mie cretinate, siete tutti benvenuti! 

   
 
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