Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Florestan    03/06/2016    2 recensioni
La storia vuole essere una possibile prosecuzione della serie classica del ’78 e vi sono precisi riferimenti e citazioni da specifici episodi di quest'ultima:
Miime calò lentamente l’ultima carta sul bel tavolo di mogano che faceva parte dell’arredamento della stanza del capitano: asso di picche!
-Brutto segno, commentò a bassa voce, ma senza scomporsi minimamente finì il calice ricolmo di vino e rapidamente se ne versò dell’altro.
Harlock se ne stava sdraiato sul grande letto che dominava all’interno della sua cabina, le mani incrociate dietro la nuca, lo sguardo perso, immerso nei pensieri che si rincorrevano e si smarrivano lontano nel tempo e nei ricordi...
Erano ormai trascorsi tre anni da quando lui e Miime a bordo dell’Arcadia avevano intrapreso il loro viaggio senza meta per le vie dell’universo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Miime, Nuovo personaggio, Raflesia
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                         11.  L’ingegno traditore.
-E’ la tessera elettronica di accesso ad una biblioteca! Sentenziò Galia dopo aver osservato attentamente l’oggetto. Harlock e Raflesia erano da poco rientrati sull’Arcadia con il loro magro bottino. Il capitano durante la lotta con il misterioso individuo era riuscito a frugargli in una tasca nella speranza di recuperarere il computer ma era riuscito solo a trovare quel piccolo congegno.
-Ottimo! Ironizzò la regina -Adesso sappiamo che il nostro amico ama la lettura! - Sì ma quelle tessere sono personali, riprese Galia –Dalla tessera si può risalire al proprietario. – Allora è fatta! Esclamò Harlock, basterà farla analizzare da Tochiro! –Non sarà così semplice, continuò lei, innanzitutto bisogna capire da quale biblioteca proviene, e se parliamo di Mazone, oggi come oggi credo che ve ne siano già parecchie, e poi questi chip contengono solo il numero identificativo del proprietario la cui corrispondenza è rintracciabile unicamente sul computer della biblioteca.
-Ma intanto non possiamo analizzare altri indizi, tipo le impronte digitali, o il DNA o qualcos’altro? chiese a quel punto Miime. –Purtroppo noi mazoniani siamo privi di impronte digitali e per quanto riguarda il DNA credo che attualmente non esista una banca dati disponibile. Rispose la scienzata.
-Facciamolo comunque esaminare da Tochiro, qualunque cosa possa trovare sarà preziosa, disse il capitano. E così fecero, ma come previsto il computer non trovò tracce utili, all’interno della tessera solo una serie di numeri corrispondenti al codice dell’utente e probabilmente ai testi consultati.
-Dobbiamo scoprire da quale biblioteca proviene, sempre che si tratti di una biblioteca mazoniana…disse Harlock. –Dalle dimensioni sembrerebbe proprio il tipo usato su Mazone, il problema è che dopo il grande esodo e la ricostruzione non so esattamente quali biblioteche siano state riattivate e su quali pianeti di quelli insediati, riprese Galia. –Quello lo posso scoprire io, fece la regina. –Ho seguito personalmente la ricostruzione di tutti i servizi più importanti nei nuovi insediamenti e dovrei avere un elenco che comprende di sicuro anche le biblioteche. Chiamo subito i miei collaboratori e me lo procuro! –Nel frattempo un’altra pista da seguire potrebbe essere quella della tecnologia, continuò il capitano. –Anche la navicella che ha prelevato quel tizio sfruttava una tecnologia dronica analoga sicuramente a quella delle navi che ci hanno attaccato. –A questo ci abbiamo già pensato noi!  Disse Miime con un aria soddisfatta. –Non siamo rimaste con le mani in mano e abbiamo fatto una dettagliata ricerca su tutti i database disponibili riuscendo a penetrare anche quelli più segreti…-Tochiro è un acker imbattibile! Aggiunse Galia. – Pare che ancor prima dell’esodo e della guerra alcuni cantieri spazionavali su Persios 3, un avamposto mazoniano nelle Pleiadi, avessero iniziato la costruzione di alcune navi con questo tipo di tecnologia. All’epoca se ne era attivamente occupato un illustre ingegnere facente parte dell’alto consiglio degli scienziati di Mazone, quello un tempo capeggiato da Thessius, per intenderci. Il suo nome era Arthemia. 
 –Arthemia, me la ricordo bene! Disse Raflesia, -Era uno dei più brillanti ingegneri del regno, molto stimata anche dalla stessa...Thessius. Nel pronunciare quel nome Raflesia ebbe un sussulto di dolore. – Ma non ero minimamente a conoscenza di una sua attività con le navi droniche!
-Evidentemente è da parecchio tempo che delle lobby di poteri forti tramano all’ombra del tuo regno, commentò Harlock. –E’ molto peggio di quanto pensassi, disse la regina sconsolata. 
-All’epoca ero convinta di avere ogni cosa del mio regno sotto il mio assoluto controllo, povera illusa! La mia arroganza mi ha reso ancor più cieca di quanto pensassi!
-Comunque quei cantieri navali non esistono più da dopo il grande esodo e di quelle navi si è persa traccia, almeno finchè non le abbiamo incontrate noi, commentò Miime. –Ma questa Arthemia che fine ha fatto? Chiese il capitano. –Attualmente dirige il centro di alta ingegneria della ricostruzione, rispose la regina, -L’ho messa io a capo di questa istituzione che si dovrebbe occupare di ottimizzare l’opera di ricostruzione. –Insomma, cerchiamo di fare un po’ il punto e di tirare le fila di tutte le informazioni che abbiamo, disse Harlock. –Dov’è la sede di questo centro? –A Baltha, il pianeta dove vi è la nuova capitale del Regno, rispose Galia. –e quante biblioteche ci sono su Baltha? –Questo te lo posso dire io, rispose Raflesia tirando fuori i dati che aveva appena ricevuto dai suoi collaboratori. –Ebbene, la maggior parte delle biblioteche sono concentrate su Baltha per un totale di 50 e ben 32 solo nella capitale, Ethelon. –Bene, allora prossima tappa Baltha! Disse il capitano.
-Non amo andare nella capitale, disse Raflesia, vi è la sede del consiglio delle anziane. Quell’ambiente mi ricorda troppo cose del passato che vorrei rimuovere. –Ti devi decidere a riaffrontarle di nuovo se vuoi assicurare veramente un futuro migliore al tuo popolo, le disse Harlock. –Ti prego Raflesia, questa lotta si farà sempre più dura è pericolosa, per il bene tuo e della tua gente devi recuperare almeno un po’della tua grinta, io mi ricordo di una regina capace di annientare i suoi nemici solo con uno sguardo... –E ... ti piaceva quella regina? Gli chiese lei. –Era molto affascinante, confessò lui, spiazzato da quella domanda inaspettata. –Tombola! Pensò Miime che in quel momento aveva captato sentimenti inequivocabili da entrambe le parti... 
Impiegarono quattro giorni ad ipervelocità per arrivare su Baltha ma il viaggio fortunatamente si svolse senza spiacevoli sorprese. Raflesia aveva deciso di affrontare a viso aperto Arthemia per metterla con le spalle al muro e costringerla a darle informazioni utili. Sicuramente l’ingegnere aveva avuto dei contatti con gli artefici del complotto. Si decise di sfruttare l’effetto sorpresa pertanto la regina avrebbe di nuovo celato le sue reali fattezze almeno fino all’incontro con lo scienziato. Harlock avrebbe sfoggiato di nuovo i suoi occhiali neri ma questa volta la dinamica coppia sarebbe stata accompagnata da Galia, che in qualità di alta accademica avrebbe avuto facilità di accesso a molti uffici governativi.
Fortunatamente la sua caviglia si era rimessa più velocemente del previsto tanto che la studiosa riusciva di nuovo a camminare speditamente senza bastone.
La città di Ethelon mostrava le caratteristiche tipiche delle metropoli in rapida espansione. L’opera di ricostruzione era evidentemente corsa più rapidamente che in altre parti dei nuovi insediamenti mazoniani. Quartieri abitativi e residenziali anche assai lussuosi stavano velocemente sorgendo attorno alle zone dove si concentravano gli edifici governativi e gli alti uffici del regno. –Mi ricordo quando posammo la prima pietra di questi edifici, attorno non vi era null’altro che campi verdi. Non sapevo che nel frattempo fossero sorti così rapidamente dei quartieri così ricchi… commentò Raflesia. –Non c’è guerra o sommovimento che tenga, disse Harlock amaramente, -Ci saranno sempre quelli che sapranno trarre profitto anche da queste tragiche vicende.  
Nel frattempo erano giunti all’ingresso del centro di alta ingegneria. Il moderno edificio era realizzato con architettura avveniristica che sposava funzionalità ad ecocompatibilità. All’interno ampi giardini e spazi verdi contrappuntavano i differenti padiglioni che costituivano il complesso. –Oh, disse la regina, ma quello è Zelian, e raccontò loro dell’incontro avuto in precedenza su Beta. -Chissà cosa fa qui, si domandò. L’anziano dignitario stava uscendo proprio dalla direzione centrale. –Mah, in fondo non c’è da stupirsi troppo, è abbastanza normale che alti funzionari e membri del consiglio girino da queste parti, oltretutto siamo a due passi dalla sede stessa del consiglio delle anziane. - Meno male che non può riconoscermi, talvolta sa essere veramente appiccicoso... Si avviarono verso la direzione e arrivati in portineria Galia mostrò il suo lasciapassare di accademica dicendo: -Questi sono due miei colleghi ricercatori, garantisco io per loro! Una volta dentro si diressero rapidamente verso l’ufficio di Arthemia. 
Stranamente il tavolo della segretaria all’esterno della stanza dell’ingegnere era deserto. –Meglio così, disse Harlock, -Un problema in meno...Bussarono: -Avanti! Sei tu Miriam? Perchè non usi l’interfono? Disse una voce femminile. Entrarono rapidamente chiudendosi subito la porta dietro le spalle. –E voi chi siete? Come avete fatto ad entrare senza appuntamento? Miriam, Miriam! Gridò.
 L’ingegnere era una bella donna di mezza età, capelli a caschetto arancioni e occhi azzurri, vestita con un elegante e moderno tallier color carta da zucchero. –Non si allarmi Ingegnere siamo venuti solo per parlare con lei, la sua segretaria era assente e così ci siamo permessi di bussare. Io sono Galia, alta accademica e questi miei colleghi vorrebbero conferire urgentemente con lei, in particolare questa mia collega, disse indicando la regina.
In quel momento Raflesia riacquistò il suo reale aspetto. Arthemia restò letteramente di sasso, -Maestà, voi qui!? Riuscì solo a balbettare dopo aver ripreso a respirare. –A cosa debbo l’onore di questa visita inaspettata? –Mia cara Arthemia, sappia che questa non’è una visita di piacere! So della sua attività segreta nella progettazione e realizzazione di astronavi militari con tecnologia dronica. Solo per questo la potrei immediatamente far arrestare dalla mia guardia imperiale e far giustiziare immediatamente per alto tradimento. So anche che ha tenuto contatti con cospiratori contro il regno di Mazone e prima di farla giustiziare non esiterò a consegnarla nelle mani della polizia segreta per ottenere i nomi dei traditori. Sa bene che hanno metodi infallibili per ottenere ciò che vogliono sapere... Harlock era stupefatto. In quel momento aveva rivisto e risentito la fredda e spietata Raflesia di un tempo. Una voce gelida ma calma capace di incutere puro terrore. L’orrore si dipinse sulla faccia di Arthemia che si gettò in ginocchio ad implorare la sovrana:
Maestà, perdono! Sono stata costretta! Mi hanno ricattato minacciando la mia famiglia! –Se ora mi racconterà tutta la verità saprò essere clemente, ma niente inganni o la mia vendetta sarà terribile! Le rispose la regina. Galia fece sedere la poveretta su di una poltoncina per farla riprendere dallo spavento. La scienziata si versò un bicchiere d’acqua. Raflesia sussurrò ad Harlock: -Meno male che le informazioni sembrano non girare molto nel regno, sono due anni ormai che ho ho fatto smantellare la guardia imperiale e la polizia segreta...-Maestà vi dirò tutto quello che so. E’ cominciato cinque anni fa quando fui avvicinata da un importante membro del consi...in quel momento videro la donna sbiancare in volto la voce si spezzò e incominciò a rantolare portandosi le mani al petto. –Non riesce a respirare, sta male! Esclamò Harlock.
-Dei supremi! Esclamò la regina -L’ho talmente spaventata che le sta pigliando un colpo! Chiamiamo un medico, presto! –Arthemia non abbia timore non le farò nulla, anzi la perdono! –Non’è possibile! Esclamò allibita Galia che era subito corsa a soccorrere la scienziata: -E’ morta! –Come, è morta!? Esclamò Raflesia sempre più atterrita, -Sono stata io? –No, Raflesia, se ti può tranquillizzare non’è stata colpa tua, disse Galia con un tono cupissimo: -Questa donna è morta avvelenata! Stava annusando con cautela il bicchiere da cui aveva appena bevuto Arthemia. –In questo bicchiere sicuramente non c’era solo acqua...- Di nuovo, ma è mostruoso, disse la regina. –E’ un vizio, direi io, non facciamo in tempo a trovare una buona traccia che qualcuno ci precede e ci elimina l’informatore, commentò seccato il capitano. –Usiamo la logica e la deduzione, continuò Galia, -Solo qualcuno che è entrato qui recentemente, ovvero qualcuno ricevuto dalla vittima e che probabilmente conosceva bene può avere avuto modo di versare il veleno nel bicchiere o nella caraffa. Bisogna vedere subito l’elenco delle persone che vi erano in agenda...la segretaria! Urlò. Si precipitarono tutti fuori alla scrivania della segretaria ma l’agenda elettronica era scomparsa.
Maledizione, mormorò Harlock, temo che anche la segretaria abbia fatto una brutta fine! Come previsto ritrovarono la poveretta nel bagno, morta apparentemente strangolata, probabilmente uccisa fuori e poi trascinata lì senza lasciare la minima traccia sicuramente da qualcuno dotato di una grande forza. A quel punto i tre decisero di filarsela all’inglese perchè sarebbe stato quantomeno inbarazzante fornire spiegazioni alle forze dell’ordine e non potevano certo permettersi di rivelare la presenza della regina nella capitale. Fecero finta di arrivare all’uscita da un’altra direzione rispetto l’ufficio dell’ingegnere e con calma uscirono salutando gentilmente il portiere.
-Ho preso un campione dell’acqua disse Galia mostrando una piccola fialetta che aveva in mano, -Forse ci sarà utile. –Ma tu giri abitualmente con il piccolo chimico in tasca? Chiese Harlock incuriosito –Naturalmente! Rispose lei.
 

 

                                                       
                                                                    11.  L’ingegno traditore.




-E’ la tessera elettronica di accesso ad una biblioteca! Sentenziò Galia dopo aver osservato attentamente l’oggetto. Harlock e Raflesia erano da poco rientrati sull’Arcadia con il loro magro bottino. Il capitano durante la lotta con il misterioso individuo era riuscito a frugargli in una tasca nella speranza di recuperarere il computer ma era riuscito solo a trovare quel piccolo congegno.
-Ottimo! Ironizzò la regina -Adesso sappiamo che il nostro amico ama la lettura! - Sì ma quelle tessere sono personali, riprese Galia –Dalla tessera si può risalire al proprietario. – Allora è fatta! Esclamò Harlock, basterà farla analizzare da Tochiro! –Non sarà così semplice, continuò lei, innanzitutto bisogna capire da quale biblioteca proviene, e se parliamo di Mazone, oggi come oggi credo che ve ne siano già parecchie, e poi questi chip contengono solo il numero identificativo del proprietario la cui corrispondenza è rintracciabile unicamente sul computer della biblioteca.
-Ma intanto non possiamo analizzare altri indizi, tipo le impronte digitali, o il DNA o qualcos’altro? chiese a quel punto Miime. –Purtroppo noi mazoniani siamo privi di impronte digitali e per quanto riguarda il DNA credo che attualmente non esista una banca dati disponibile. Rispose la scienzata.
-Facciamolo comunque esaminare da Tochiro, qualunque cosa possa trovare sarà preziosa, disse il capitano. E così fecero, ma come previsto il computer non trovò tracce utili, all’interno della tessera solo una serie di numeri corrispondenti al codice dell’utente e probabilmente ai testi consultati.
-Dobbiamo scoprire da quale biblioteca proviene, sempre che si tratti di una biblioteca mazoniana…disse Harlock. –Dalle dimensioni sembrerebbe proprio il tipo usato su Mazone, il problema è che dopo il grande esodo e la ricostruzione non so esattamente quali biblioteche siano state riattivate e su quali pianeti di quelli insediati, riprese Galia. –Quello lo posso scoprire io, fece la regina. –Ho seguito personalmente la ricostruzione di tutti i servizi più importanti nei nuovi insediamenti e dovrei avere un elenco che comprende di sicuro anche le biblioteche. Chiamo subito i miei collaboratori e me lo procuro! –Nel frattempo un’altra pista da seguire potrebbe essere quella della tecnologia, continuò il capitano. –Anche la navicella che ha prelevato quel tizio sfruttava una tecnologia dronica analoga sicuramente a quella delle navi che ci hanno attaccato. –A questo ci abbiamo già pensato noi!  Disse Miime con un aria soddisfatta. –Non siamo rimaste con le mani in mano e abbiamo fatto una dettagliata ricerca su tutti i database disponibili riuscendo a penetrare anche quelli più segreti…-Tochiro è un acker imbattibile! Aggiunse Galia. – Pare che ancor prima dell’esodo e della guerra alcuni cantieri spazionavali su Persios 3, un avamposto mazoniano nelle Pleiadi, avessero iniziato la costruzione di alcune navi con questo tipo di tecnologia. All’epoca se ne era attivamente occupato un illustre ingegnere facente parte dell’alto consiglio degli scienziati di Mazone, quello un tempo capeggiato da Thessius, per intenderci. Il suo nome era Arthemia. 
 –Arthemia, me la ricordo bene! Disse Raflesia, -Era uno dei più brillanti ingegneri del regno, molto stimata anche dalla stessa...Thessius. Nel pronunciare quel nome Raflesia ebbe un sussulto di dolore. – Ma non ero minimamente a conoscenza di una sua attività con le navi droniche!
-Evidentemente è da parecchio tempo che delle lobby di poteri forti tramano all’ombra del tuo regno, commentò Harlock. –E’ molto peggio di quanto pensassi, disse la regina sconsolata. 
-All’epoca ero convinta di avere ogni cosa del mio regno sotto il mio assoluto controllo, povera illusa! La mia arroganza mi ha reso ancor più cieca di quanto pensassi!
-Comunque quei cantieri navali non esistono più da dopo il grande esodo e di quelle navi si è persa traccia, almeno finchè non le abbiamo incontrate noi, commentò Miime. –Ma questa Arthemia che fine ha fatto? Chiese il capitano. –Attualmente dirige il centro di alta ingegneria della ricostruzione, rispose la regina, -L’ho messa io a capo di questa istituzione che si dovrebbe occupare di ottimizzare l’opera di ricostruzione. –Insomma, cerchiamo di fare un po’ il punto e di tirare le fila di tutte le informazioni che abbiamo, disse Harlock. –Dov’è la sede di questo centro? –A Baltha, il pianeta dove vi è la nuova capitale del Regno, rispose Galia. –e quante biblioteche ci sono su Baltha? –Questo te lo posso dire io, rispose Raflesia tirando fuori i dati che aveva appena ricevuto dai suoi collaboratori. –Ebbene, la maggior parte delle biblioteche sono concentrate su Baltha per un totale di 50 e ben 32 solo nella capitale, Ethelon. –Bene, allora prossima tappa Baltha! Disse il capitano.
-Non amo andare nella capitale, disse Raflesia, vi è la sede del consiglio delle anziane. Quell’ambiente mi ricorda troppo cose del passato che vorrei rimuovere. –Ti devi decidere a riaffrontarle di nuovo se vuoi assicurare veramente un futuro migliore al tuo popolo, le disse Harlock. –Ti prego Raflesia, questa lotta si farà sempre più dura è pericolosa, per il bene tuo e della tua gente devi recuperare almeno un po’della tua grinta, io mi ricordo di una regina capace di annientare i suoi nemici solo con uno sguardo... –E ... ti piaceva quella regina? Gli chiese lei. –Era molto affascinante, confessò lui, spiazzato da quella domanda inaspettata. –Tombola! Pensò Miime che in quel momento aveva captato sentimenti inequivocabili da entrambe le parti... 
Impiegarono quattro giorni ad ipervelocità per arrivare su Baltha ma il viaggio fortunatamente si svolse senza spiacevoli sorprese. Raflesia aveva deciso di affrontare a viso aperto Arthemia per metterla con le spalle al muro e costringerla a darle informazioni utili. Sicuramente l’ingegnere aveva avuto dei contatti con gli artefici del complotto. Si decise di sfruttare l’effetto sorpresa pertanto la regina avrebbe di nuovo celato le sue reali fattezze almeno fino all’incontro con lo scienziato. Harlock avrebbe sfoggiato di nuovo i suoi occhiali neri ma questa volta la dinamica coppia sarebbe stata accompagnata da Galia, che in qualità di alta accademica avrebbe avuto facilità di accesso a molti uffici governativi.
Fortunatamente la sua caviglia si era rimessa più velocemente del previsto tanto che la studiosa riusciva di nuovo a camminare speditamente senza bastone.
La città di Ethelon mostrava le caratteristiche tipiche delle metropoli in rapida espansione. L’opera di ricostruzione era evidentemente corsa più rapidamente che in altre parti dei nuovi insediamenti mazoniani. Quartieri abitativi e residenziali anche assai lussuosi stavano velocemente sorgendo attorno alle zone dove si concentravano gli edifici governativi e gli alti uffici del regno. –Mi ricordo quando posammo la prima pietra di questi edifici, attorno non vi era null’altro che campi verdi. Non sapevo che nel frattempo fossero sorti così rapidamente dei quartieri così ricchi… commentò Raflesia. –Non c’è guerra o sommovimento che tenga, disse Harlock amaramente, -Ci saranno sempre quelli che sapranno trarre profitto anche da queste tragiche vicende.  
Nel frattempo erano giunti all’ingresso del centro di alta ingegneria. Il moderno edificio era realizzato con architettura avveniristica che sposava funzionalità ad ecocompatibilità. All’interno ampi giardini e spazi verdi contrappuntavano i differenti padiglioni che costituivano il complesso. –Oh, disse la regina, ma quello è Zelian, e raccontò loro dell’incontro avuto in precedenza su Beta. -Chissà cosa fa qui, si domandò. L’anziano dignitario stava uscendo proprio dalla direzione centrale. –Mah, in fondo non c’è da stupirsi troppo, è abbastanza normale che alti funzionari e membri del consiglio girino da queste parti, oltretutto siamo a due passi dalla sede stessa del consiglio delle anziane. - Meno male che non può riconoscermi, talvolta sa essere veramente appiccicoso... Si avviarono verso la direzione e arrivati in portineria Galia mostrò il suo lasciapassare di accademica dicendo: -Questi sono due miei colleghi ricercatori, garantisco io per loro! Una volta dentro si diressero rapidamente verso l’ufficio di Arthemia. 
Stranamente il tavolo della segretaria all’esterno della stanza dell’ingegnere era deserto. –Meglio così, disse Harlock, -Un problema in meno...Bussarono: -Avanti! Sei tu Miriam? Perchè non usi l’interfono? Disse una voce femminile. Entrarono rapidamente chiudendosi subito la porta dietro le spalle. –E voi chi siete? Come avete fatto ad entrare senza appuntamento? Miriam, Miriam! Gridò.
 L’ingegnere era una bella donna di mezza età, capelli a caschetto arancioni e occhi azzurri, vestita con un elegante e moderno tallier color carta da zucchero. –Non si allarmi Ingegnere siamo venuti solo per parlare con lei, la sua segretaria era assente e così ci siamo permessi di bussare. Io sono Galia, alta accademica e questi miei colleghi vorrebbero conferire urgentemente con lei, in particolare questa mia collega, disse indicando la regina.
In quel momento Raflesia riacquistò il suo reale aspetto. Arthemia restò letteramente di sasso, -Maestà, voi qui!? Riuscì solo a balbettare dopo aver ripreso a respirare. –A cosa debbo l’onore di questa visita inaspettata? –Mia cara Arthemia, sappia che questa non’è una visita di piacere! So della sua attività segreta nella progettazione e realizzazione di astronavi militari con tecnologia dronica. Solo per questo la potrei immediatamente far arrestare dalla mia guardia imperiale e far giustiziare immediatamente per alto tradimento. So anche che ha tenuto contatti con cospiratori contro il regno di Mazone e prima di farla giustiziare non esiterò a consegnarla nelle mani della polizia segreta per ottenere i nomi dei traditori. Sa bene che hanno metodi infallibili per ottenere ciò che vogliono sapere... Harlock era stupefatto. In quel momento aveva rivisto e risentito la fredda e spietata Raflesia di un tempo. Una voce gelida ma calma capace di incutere puro terrore. L’orrore si dipinse sulla faccia di Arthemia che si gettò in ginocchio ad implorare la sovrana:
Maestà, perdono! Sono stata costretta! Mi hanno ricattato minacciando la mia famiglia! –Se ora mi racconterà tutta la verità saprò essere clemente, ma niente inganni o la mia vendetta sarà terribile! Le rispose la regina. Galia fece sedere la poveretta su di una poltoncina per farla riprendere dallo spavento. La scienziata si versò un bicchiere d’acqua. Raflesia sussurrò ad Harlock: -Meno male che le informazioni sembrano non girare molto nel regno, sono due anni ormai che ho ho fatto smantellare la guardia imperiale e la polizia segreta...-Maestà vi dirò tutto quello che so. E’ cominciato cinque anni fa quando fui avvicinata da un importante membro del consi...in quel momento videro la donna sbiancare in volto la voce si spezzò e incominciò a rantolare portandosi le mani al petto. –Non riesce a respirare, sta male! Esclamò Harlock.
-Dei supremi! Esclamò la regina -L’ho talmente spaventata che le sta pigliando un colpo! Chiamiamo un medico, presto! –Arthemia non abbia timore non le farò nulla, anzi la perdono! –Non’è possibile! Esclamò allibita Galia che era subito corsa a soccorrere la scienziata: -E’ morta! –Come, è morta!? Esclamò Raflesia sempre più atterrita, -Sono stata io? –No, Raflesia, se ti può tranquillizzare non’è stata colpa tua, disse Galia con un tono cupissimo: -Questa donna è morta avvelenata! Stava annusando con cautela il bicchiere da cui aveva appena bevuto Arthemia. –In questo bicchiere sicuramente non c’era solo acqua...- Di nuovo, ma è mostruoso, disse la regina. –E’ un vizio, direi io, non facciamo in tempo a trovare una buona traccia che qualcuno ci precede e ci elimina l’informatore, commentò seccato il capitano. –Usiamo la logica e la deduzione, continuò Galia, -Solo qualcuno che è entrato qui recentemente, ovvero qualcuno ricevuto dalla vittima e che probabilmente conosceva bene può avere avuto modo di versare il veleno nel bicchiere o nella caraffa. Bisogna vedere subito l’elenco delle persone che vi erano in agenda...la segretaria! Urlò. Si precipitarono tutti fuori alla scrivania della segretaria ma l’agenda elettronica era scomparsa.
Maledizione, mormorò Harlock, temo che anche la segretaria abbia fatto una brutta fine! Come previsto ritrovarono la poveretta nel bagno, morta apparentemente strangolata, probabilmente uccisa fuori e poi trascinata lì senza lasciare la minima traccia sicuramente da qualcuno dotato di una grande forza. A quel punto i tre decisero di filarsela all’inglese perchè sarebbe stato quantomeno inbarazzante fornire spiegazioni alle forze dell’ordine e non potevano certo permettersi di rivelare la presenza della regina nella capitale. Fecero finta di arrivare all’uscita da un’altra direzione rispetto l’ufficio dell’ingegnere e con calma uscirono salutando gentilmente il portiere.
-Ho preso un campione dell’acqua disse Galia mostrando una piccola fialetta che aveva in mano, -Forse ci sarà utile. –Ma tu giri abitualmente con il piccolo chimico in tasca? Chiese Harlock incuriosito –Naturalmente! Rispose lei.
 

 

   
 
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