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Autore: black dalia    04/06/2016    1 recensioni
Sora Strife è una normale sedicenne: a due genitori a cui vuole un gran bene, un fratello minore ribelle e leggermente iperprotettivo e dei cari amici.
Ma non si è mai innamorata.
Almeno fino a quando non si trasferisce con la sua famiglia in una vecchia casa dove fa la conoscenza di Riku.
Ma è possibile amare un ragazzo morto?
(Riso, lieve Akuroku e altre coppie)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun gioco
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PARANORMAL LOVE

 

Cap.5) Il suo nome

 

Al grido di Roxas, Riku indietreggiò coprendosi le orecchie, disgustato dal suono, mentre Sora, repentinamente, coprì la bocca del fratello per farlo smettere.
Un minuto dopo, la porta della camera si spalancò, facendo sobbalzare dalla sorpresa i due ragazzi, e Cloud e Leon entrarono dentro, quest'ultimo tenendo in mano una pistola pronto a sparare.
Dopo essersi guardati attorno per assicurarsi che non ci fosse nessun intruso Leon abbassò la pistola -chi ha urlato?- chiese, Sora tolse la mano da davanti la bocca del fratello e lo indicò, tenendo lo sguardo basso per non guardare i genitori.
-E' stato Roxas?- chiese Cloud alzando le sopracciglia, sorpreso; Roxas non urlava mai, nemmeno quando guardava un film dell'orrore particolarmente cruento.
-Che cosa c'è che non va?- chiese il biondo, guardando il figlio minore fissare il vuoto di fronte a lui con gli occhi spalancati.
Sora spostò lo sguardo sul fratello, mordicchiandosi il labbro inferiore nervosamente, e lo scosse leggermente: Roxas saltò al contatto e sbatté un paio di volte le palpebre, guardando verso i genitori.
Aprì la bocca per parlare, poi guardò di nuovo Riku, aggrottò la fronte e la richiuse; era evidente che i due uomini non potevano vedere l'argenteo altrimenti Leon gli avrebbe sparato appena entrati in camera.
Strinse i pugni e si voltò verso i genitori che erano ancora in attesa di una risposta -mi dispiace... credo di aver visto un ragno enorme o qualcosa del genere... mi dispiace se vi ho fatto correre qui per nulla- disse il biondino, Leon inclinò la testa, sospirando sollevato -non siamo arrabbiati Roxas, eravamo solo preoccupati-
-sì, posso vederlo... anche se vi sarei grato se, la prossima volta che venite a salvarci, indossaste almeno i pantaloni- disse il ragazzo sbuffando e lanciando uno sguardo alla sorella che sembrava trovare incredibilmente interessante il pavimento sotto i suoi piedi; il rossore sul suo volto tradiva l'imbarazzo che provava in quel momento.
Entrambi gli uomini arrossirono leggermente a quella costatazione; era chiaro che i due erano a letto quando avevano sentito l'urlo: Cloud indossava solo dei boxer mentre Leon indossava una vestaglia per nascondere il fatto che non avesse nulla sotto di essa.
-Non lamentarti... sei fortunato che siamo venuti- disse Cloud sospirando, passandosi una mano tra i capelli -ora, hai bisogno che ti uccida il ragno o possiamo andare?- Roxas scosse la testa, sventolando una mano davanti alla faccia -non ti preoccupare, posso prendermene cura da solo- rispose il ragazzo, lanciando uno sguardo torvo a Riku: l'argenteo alzò gli occhi in risposta, librandosi in aria per andare a sedersi sul balconcino della finestra, incrociando le braccia al petto e guardando fuori.
Dopo che Cloud e Leon uscirono dalla stanza, chiudendo la porta dietro di loro, Roxas aspettò fino a quando non udì più i loro passi risuonare nel corridoio dopo di che ringhiò, prendendo uno dei cuscini sul letto di Sora e lo scagliò contro Riku ma sobbalzò quando l'oggetto passò attraverso l'argenteo, colpendo la finestra.
Sempre tenendo la collana, il biondo marciò verso l'altro ragazzo, trascinandosi Sora dietro di se -che diavolo ci fai in camera di mia sorella?- gli chiese livido ma il fantasma rimase in silenzio, ignorandolo, cosa che fece arrabbiare di più Roxas -ti ho fatto una domanda!- esclamò stringendo la mano libera in un pugno -rispondimi o esci da questa stanza!-all'ennesimo silenzio, il biondino perse la pazienza e cercò di colpire Riku al braccio ma, proprio com'era successo al cuscino, anche questo gli passò attraverso -vuoi smetterla di cercare di colpirmi? Ovviamente, non funziona- disse l'argenteo, continuando a guardare fuori dalla finestra.
Roxas strinse la mano con cui aveva cercato di colpirlo: era diventata fredda quando era passata attraverso il suo corpo, come se fosse stata immersa nell'acqua gelida.
Ringhiò e tentò di colpirlo un'altra volta ma, visto che neanche questo riuscì a scuoterlo, lasciò andare la collana, non preoccupandosi se potesse vedere o no l'argenteo, e si sedette sul letto, incrociando le braccia al petto e guardando Sora, protettivo.
Indossando di nuovo il ciondolo al collo, la ragazza si avvicinò a Riku e gli chiese -allora... cosa stai guardando?- il silenzio che seguì la domanda le fece pensare che il fantasma non volesse risponderle, quando -quelle case...- disse il ragazzo con una leggera esitazione nella voce: la castana sbatté un paio di volte le palpebre, sorpresa -che cosa hanno?- chiese guardando attraverso la finestra, riuscendo appena a distinguere le sagome scure delle abitazioni dei vicini.
Riku sospirò, abbassando la testa, facendo così cadere i capelli sul viso -loro... non dovrebbero essere lì- disse girandosi verso Sora con un piccolo, triste sorriso sulle labbra -quando chiudo gli occhi, vedo una lunga strada circondata dall'erba alta... ci sono dei campi ed, in lontananza, delle case... mi sembra tutto... giusto... poi apro gli occhi, vedo questo e niente ha più senso- disse con un tono leggermente amaro -beh, è comprensibile... voglio dire, sei stato qui per più di 100 anni, probabilmente ti ricordi le cose com'erano allora- disse Sora, sorprendendolo -cosa vuoi dire... che sono stato qui per più di 100 anni?- gli chiese l'argenteo incredulo, Sora gli sorrise ed andò a prendere il suo zaino, dove aveva messo le copie degli articoli: li tirò fuori e li mise sulla scrivania.
Sentì Riku dietro di se, così si spostò di lato per permettergli di vedere quello che aveva trovato -io e Roxas volevamo saperne di più su di te quindi siamo andati in biblioteca... beh, Roxas ci è venuto solo per dimostrare che tu non esisti ma va bene così! Sai, lui è sempre così cinico-
-hey! Sono ancora qui!- esclamò il biondino indignato ma la castana lo ignorò, continuando la sua conversazione con il fantasma -comunque, abbiamo effettivamente scoperto alcune cose su di te che, ho pensato, ti piacerebbe sapere!- poi si avvicinò al letto per dare al ragazzo un po' di spazio -prenditi pure tutto il tempo che ti serve!- Riku si avvicinò alla scrivania, aleggiandovi sopra, aggrottando la fronte mentre si chinava sulle fotocopie.
Sora guardò il volto del fantasma: l'espressione di concentrazione che aveva sul volto, in quel momento, mentre leggeva lo faceva sembrare come un qualunque altro ragazzo.
“E' anche bello” nel momento esatto in cui la sua mente formulò quel pensiero, Sora sbatté le palpebre ed un leggero rossore le imporporò le guance “ma che diamine vado a pensare?!” si chiese, scuotendo la testa e sospirando si sedette sul letto, accanto al fratello che, subito, le si avvicinò, mettendogli una mano sulla spalla, sfiorando la collana d'argento con le dita,
la castana lo sentì irrigidirsi, accanto a se, appena Riku tornò a fuoco -preferisco tenerlo d'occhio- disse Roxas, sentendo lo sguardo della sorella su di se -e poi, vorrei sapere cosa ti ha detto-
-non lo sentivi?- gli chiese lei, sorpresa -no, tutto quello che sentivo erano sussurri, come il vento tra i rami o qualcosa del genere... in ogni caso, cosa ti stava dicendo? Eri piuttosto cordiale con lui- disse Roxas lanciandole uno sguardo di disapprovazione; Sora chinò la testa in segno di scusa -mi dispiace, è solo che è così normale parlare con lui, sai? Mi è difficile ricordare che è un fantasma-
-normale?!- quasi gridò Roxas incredulo, abbassando poi la voce ad un livello accettabile -Sora, questo non è normale! Quel tipo può entrare nella tua stanza ogni volta che vuole! Potrebbe possederti o chissà che altro!-
-Riku non lo farebbe mai- affermò la castana seriamente, allora il fratello strinse la presa attorno alla parte posteriore del suo collo, iniziando a scuoterla violentemente -questo è esattamente quello che voglio dire! Devi smetterla di essere così ingenua!- Sora riuscì a divincolarsi dalla presa del fratello e gli rispose puntandogli il dito contro, accusatoria -tu sei solo troppo sospettoso! Bisogna dare alla gente il beneficio del dubbio!- a quelle parole, Roxas alzò gli occhi al soffitto e seppellì il viso tra le mani -mi arrendo! Sei impossibile!- esclamò esasperato e la castana gli fece la linguaccia, dopo di che si voltò verso Riku per chiedergli se l'articolo stava aiutando la sua memoria ma appena vide il viso scioccato dell'argenteo si preoccupò -Riku, stai bene?- gli chiese alzandosi dal letto ed avvicinandosi a lui: il ragazzo sobbalzò, come se solo allora si fosse ricordato della sua presenza, e la guardò sbattendo le palpebre.
-Ti... ti ha aiutato a ricordare qualcosa?- gli chiese Sora, esitante -mi ricordo...- iniziò l'argenteo, poggiandosi una mano sul petto -il dolore... e Sephiroth era... era mio padre... e Ansem, al piano di sotto, aveva una pistola... Ansem mi ha ucciso...- finì il ragazzo passandosi una mano tra i capelli, scuotendo la testa -però, perché non riesco a ricordare altro?- chiese fissando i suoi occhi bianchi in quelli azzurri di Sora: la ragazza aggrottò la fronte non sapendo la risposta -mi dispiace, Riku... volevo solo aiutarti- disse esitante -aiutarmi? Aiutarmi?!- esclamò l'argenteo alzando la voce finché non riempì l'intera stanza,
Sora sobbalzò come gli oggetti sulla scrivania e sulle mensole iniziarono a tremare; se non fosse stato per la rabbia tangibile di Riku avrebbe pensato ad un terremoto.
-Come pensi che, sapere come sono morto, mi avrebbe aiutato, eh?- gridò il fantasma: in quel momento, una delle foto sul comodino volò via, mancando il viso della ragazza di pochi centimetri e schiantandosi contro il muro -AH!- gridò la castana, portandosi le mani alla bocca e chiudendo gli occhi, terrorizzata -Sora!- esclamò il fratello, correndo ad abbracciarla, protettivo.
Il grido svegliò Riku dal suo attacco d'ira: il tremore cessò e Sora aprì lentamente gli occhi guardando il fantasma, spaventata, mentre Riku la guardò a sua volta, scioccato da quello che aveva fatto, poi si voltò e corse, scomparendo nella parete più vicina.
La castana prese un respiro profondo e tremante, poggiando la testa sulla spalla di Roxas, singhiozzando leggermente -io... volevo... solo aiutarlo- mormorò tristemente; il fratello aggrottò la fronte, stringendola in un abbraccio confortante, accarezzandole la schiena -ehi, non ci pensare... con un po' di fortuna non si farà più vedere- disse il biondino guardando il muro in cui era sparito il fantasma.

 

 

 

 

 

 

 

 

5 Maggio 2013

 

Pov. Sora

 

E' passata quasi una settimana dall'ultima volta che ho visto Riku e sono combattuta se pensare che questa sia una buona cosa oppure no.
Per lo più, mi sento in colpa per avergli mostrato quegli articoli; forse non avrei dovuto farlo... avrei dovuto pensare a come si sarebbe potuto sentire scoprendo come era morto.
Sospiro, finendo d'indossare il pigiama per andare a dormire, dato che sono già le 23.00, e scivolo sotto le coperte, poggiando la testa sul cuscino, sentendo il peso della collana d'argento sul mio petto; la sto continuando ad indossare perché, nel caso in cui Riku tornasse, voglio chiedergli scusa per averlo sconvolto... non voglio che rimanga arrabbiato con me... mi sento già abbastanza male per quello che è successo.
Sbadiglio, assonnata; oggi è stata una giornata davvero intensa: questo pomeriggio ero andata al centro commerciale con la mia migliore amica, Kairi.
Ci conosciamo dalla 1° media: è una ragazza molto dolce, gentile, allegra e responsabile; le voglio un mondo di bene ma, ahimè, è una patita di shopping ed è davvero estenuante tenere il suo ritmo!
Sorrido ripensando a quando ci siamo salutate, lei con le braccia strapiene di borse ed io con solo un paio di cose che lei mi aveva costretto a comprare perché, a detta sua, mi stavano troppo bene, e con quest'ultimo pensiero mi lascio andare tra le braccia di Morfeo.

 

 

 

 

 

Sora si svegliò, un paio d'ore più tardi, quando sentì qualcuno scuoterla: sbatté le palpebre, assonnata, e si sorprese quando vide Roxas affianco a lei.
La castana si rese conto che qualcosa non andava quando vide che il fratello era bianco come un lenzuolo e tremava come una foglia.
Si tirò seduta, spostando le coperte per permettergli di sedere sul letto -Roxas, cosa c'è?- gli chiese guardandolo preoccupata: l'espressione del fratello era un misto tra rabbia e terrore.
Il ragazzo si sedette al suo fianco, battendo i denti per il freddo -il tuo amico fantasma è entrato in camera mia! Giuro che troverò un modo per riportarlo in vita così lo potrò uccidere con le mie mani!- disse infuriato -perché? Che ha fatto?- chiese Sora, confusa: Roxas aggrottò la fronte, provando un pizzico d'imbarazzo quando abbracciò la sorella, poggiando la testa sulla sua spalla in cerca di comfort -mi sono svegliato quando ho sentito qualcuno tirare le coperte fuori dal letto... all'inizio ho pensato che fossi tu ma poi ho visto che non c'era nessuno, così ho detto a Riku di smetterla ma lui ha solo riso...- disse Roxas, rabbrividendo al ricordo di quel suono tetro e spaventoso -poi è apparso un rientro sul fondo del letto, come se qualcuno si fosse appena seduto, e poi...- s'interruppe, guardando per terra -poi?- lo incoraggiò la sorella -sono saltato giù dal letto e sono corso qui- concluse il biondino, arrossendo leggermente, alzando lo sguardo verso di lei -posso dormire con te, stanotte?- gli chiese un po' titubante -certo che puoi- gli rispose Sora abbracciandolo e Roxas annuì, assonnato -grazie- disse e si stese sotto le coperte, addormentandosi poco dopo aver toccato il cuscino, evidentemente esaurito dall'esperienza.
Ma Sora, al contrario del fratello, non sarebbe riuscita a tornare a dormire neanche volendo: era arrabbiata, anzi furiosa.
Anche se lei non era iperprotettiva come Roxas, voleva molto bene al fratello e quando il ragazzo si trovava nei guai faceva di tutto per aiutarlo.
Non importava quanto lui agisse in modo maturo, aveva solo 14 anni e lei era sua sorella maggiore: lo avrebbe sempre protetto.
Così, dopo aver controllato che il biondino si fosse veramente addormentato, Sora si guardò attorno, nel buio, prima di sussurrare aspramente -Riku! Riku, so che sei qui vicino da qualche parte! Ho bisogno di parlare con te!-.

 

 

 

 

 

 

 

-Pov. Riku

 

Idiota... sono un'idiota.
Quanto vorrei sbattere la testa contro una di queste travi!
E' da quando sono scappato dalla mia camera, diversi giorni fa, che sono qui, in soffitta, seduto su di un vecchio baule tra cumuli di polvere e vecchi cimeli.
Sospiro ancora, ripensando a quello che è successo: la prima persona con cui potevo parlare, in più di cento anni, ed io la terrorizzo, rischiando anche di fargli male.
L'ho già detto che sono un'idiota, vero?
Scuoto la testa, rassegnato; quante possibilità ci sono che Sora voglia vedermi ancora dopo quello che ho fatto?
Mi sono arrabbiato con lei per una colpa non sua... voleva solo aiutarmi a ricordare qualcosa della mia vita portandomi quegli articoli e non era certo sua intenzione farmi stare male... ed, invece, l'ho accusata proprio di questo.
Mi sento un verme se ripenso all'espressione spaventata con cui mi guardava.
Sospiro, abbattuto; sono sicuro che ora mi odia... e perché non dovrebbe? Dopo che è stata così gentile con me, accettando senza problemi la mia presenza, l'ho trattata in quel modo orribile.
Se io fossi al suo posto cercherei di tagliare ogni legame... probabilmente ha buttato la mia collana fuori dalla finestra in modo da non vedermi, né sentirmi più.
-Riku!- un aspro sussurro mi fa alzare la testa e guardare attorno a me; l'ho immaginata o quella era la voce di Sora che mi chiamava?
-Riku, so che sei qui vicino da qualche parte! Ho bisogno di parlare con te!-.
No, non mi sono sbagliato... è proprio la sua voce! E vuole parlare con me! Allora, forse, non mi odia... quindi potrei riuscire a recuperare la sua amicizia!
Mi sento felice mentre una piccola bolla di speranza si gonfia dentro di me, anche se non ho un vero e proprio “dentro”.
Decido, però, prima di scendere da lei, di calmarmi un po'; non voglio sembrare contento della sua chiamata e poi chissà di cosa vorrà parlarmi?
Mi prendo un attimo per ricompormi: metto su un volto indifferente, incrocio le braccia al petto e scendo nella mia camera.

 

 

 

 

 

La temperatura nella stanza diminuì di diversi gradi e, poco dopo, Riku uscì dal soffitto con un'espressione impassibile sul volto.
Per un attimo, Sora lo guardò scioccata dal fatto che il fantasma fosse apparso al suo richiamo ma, subito dopo, la rabbia gli ricordò il motivo per il quale lo aveva chiamato: guardò torva il ragazzo e gli sussurrò arrabbiata -non so chi ti credi di essere ma non hai il diritto di spaventare il mio fratellino! Non m'interessa se vieni in camera mia ma non ti lascerò molestare Roxas! Non m'importa quanto sei arrabbiato con noi non ti permetterò di continuare, sono stata chiara?!- a quell'accusa, Riku sbatté le palpebre, confuso ed indignato -di cosa stai parlando?- gli chiese aggrottando la fronte -Roxas è appena venuto da me dicendo che gli hai tirato via le coperte!- a quelle parole il viso dell'argenteo si oscurò -io non lo farei mai- Sora guardò il fantasma con un cipiglio: il suo volto trasparente era serio e sembrava dire la verità.
-Come faccio a sapere che non mi stai mentendo?- gli chiese -se non eri tu in camera di Roxas vuol dire che...- la voce di Sora si spense mentre guardava Riku che diventava sempre più teso -... c'è un altro fantasma!- sussurrò la ragazza con gli occhi sgranati per l'illuminazione appena avuta -giusto, Riku? C'è un altro fantasma, in questa casa, oltre a te!- gli chiese, guardandolo in attesa di una risposta.
Il ragazzo sospirò pesantemente -Sora...- la castana gli dette tutta la sua attenzione, dimenticando la rabbia che provava fino ad un momento prima -posso solo dirti che non ero io in camera di Roxas-
-allora ho ragione, c'è un altro fantasma!- l'argenteo scosse la testa -non è un fantasma...- poi chiuse gli occhi e strinse le braccia attorno al busto come per proteggersi da qualcosa che stava per colpirlo -e ho detto troppo- disse riaprendo lentamente gli occhi.
Incuriosita dalla reazione dell'altro, Sora si raddrizzò poggiandosi alla testiera del letto, lanciando un'occhiata verso il fratello per assicurarsi che stesse dormendo, prima di continuare la conversazione con l'argenteo -qual'è il problema? Se non è un fantasma, che cos'è?- gli chiese la ragazza, confusa -vuoi sapere la verità?- gli chiese Riku e lei annuì; il fantasma sospirò, spostandosi verso la finestra per osservare la luna piena che brillava nel cielo notturno -la ragione per cui questa è la mia stanza, oltre al fatto che si tratta della camera in cui dormivo quando ero...- si fermò per un attimo, quasi incapace di pronunciare quella parola -vivo... è che questa è l'unica stanza in cui non può entrare... non so perché... ma è stato il mio santuario per molto tempo- Sora aggrottò la fronte, assimilando le nuove informazioni -qual'è il suo nome?- gli chiese e Riku scosse la testa, sorridendo ironico -questo non lo posso dire- s'infilò una ciocca di capelli dietro l'orecchio -ma se sta iniziando ad agire e dà fastidio al tuo fratellino, mi dispiace, ma non posso fare niente per aiutarvi... lui è molto più forte di me- accigliata, Sora strinse i pugni -ma Riku! Ci dev'essere qualcosa che puoi dirmi di lui!- il ragazzo si morse il labbro nervosamente -tutto quello che so, oltre al suo nome, è quello che mi hai mostrato tu...- l'argenteo, ora, faceva fatica a parlare, come se si aspettasse che qualcosa spuntasse fuori dal nulla per aggredirlo -sei stata tu a farmi ricordare che non sono l'unica persona che è morta in questa casa- Sora rifletté su quelle parole “non è l'unica persona che...” sbatté le palpebre e aprì leggermente la bocca appena riuscì a capire di chi stesse parlando il fantasma -è Ansem! Ansem è l'altro fantasma, non è vero?- Riku stava per risponderle quando udì un rumore, che sembrava provenire da fuori, che lo fece voltare verso la porta: i due ragazzi sobbalzarono quando la stanza iniziò a tremare e l'argenteo si allontanò dalla finestra, avvicinandosi alla parete accanto al letto, mentre si iniziavano ad udire rumori di piccoli graffi provenienti dalle pareti.
Sora sgranò gli occhi come il rumore si fece più forte mentre la temperatura nella stanza scese drasticamente facendo, addirittura, ghiacciare il vetro della finestra.
-Roxas! Roxas, svegliati!- esclamò Sora, con una nota di paura nella voce, scuotendo il fratello; il biondino si svegliò sbattendo le palpebre, assonnato -Sora?- chiese, sedendosi sul letto, rabbrividendo subito dopo a causa del gelo nella stanza -ma che...?!- chiese Roxas sorpreso quando vide sbuffi di vapore uscire dalla sua bocca, la sorella stava per rispondergli quando, improvvisamente, uno stridio straziante le fece stringere i denti e girare la testa verso la finestra dove delle lettere apparivano, scolpite nel ghiaccio -Xemnas...- sussurrò la castana con gli occhi sgranati, poi si girò verso Riku vedendo che il ragazzo tremava come una foglia, premuto contro il muro.
Sentendosi osservato, l'argenteo guardò Sora sorridendole debolmente -non ti preoccupare... non può entrare in questa stanza... ma... ora lo sai... lui non si fa più chiamare Ansem- le spiegò e Sora annuì, tremante, ma rimase a bocca aperta quando vide una mano nera uscire dal muro proprio accanto al fantasma -Riku, attento!- esclamò spaventata; il ragazzo si voltò e cercò di allontanarsi dal muro ma la mano fu più veloce di lui e lo afferrò per il polso, tirandolo dentro la parete mentre una decina di viticci neri comparvero dall'ombra, aggrappandosi al suo corpo.
-Riku!- gridò Sora saltando giù dal letto, correndo verso l'argenteo per aiutarlo -stai indietro! E' più arrabbiato di quanto pensassi!- gridò il ragazzo, facendo bloccare la castana prima che si avvicinasse troppo -avevi detto che non poteva entrare in questa stanza!- esclamò Sora stringendosi le mani al petto mentre guardava, spaventata, il fantasma che veniva tirato sempre più in profondità nel muro, nonostante lui cercasse di divincolarsi dalla presa delle ombre.
-Mi stava cercando... ed io ero contro il muro- disse Riku, facendo una smorfia come i suoi occhi s'incontrarono con quelli di Sora -cercherò di distrarlo per impedirgli di farvi del male ma dovete uscire da questa casa!- esclamò quando, ormai, quasi tutto il suo corpo era scomparso nel muro.
-Andatevene!- fu l'ultima cosa che riuscì a dire prima che la sua testa scomparisse nella parete, mettendo fine a tutto.
-Riku!- gridò Sora con le lacrime agli occhi, correndo verso il punto in cui il ragazzo era scomparso e sbattendo i pugni contro il muro “che cos'è successo? Cos'erano quelle ombre nere? Che cosa vuole fare a Riku?” si chiese la ragazza mordendosi il labbro inferiore dalla preoccupazione.
All'improvviso, la castana avvertì una mano sulla sua spalla: gridò dalla sorpresa e si voltò di scatto solo per trovare suo fratello che la guardava confuso e spaventato -Sora... che cosa...?- ma la domanda del ragazzo venne interrotta dal grido arrabbiato di Cloud che riecheggiò per il corridoio -CHE DIAVOLO È QUESTO?!- un attimo dopo, Leon irruppe nella stanza con la pistola spianata, guardandosi attorno, fino a quando i suoi occhi non si posarono sui suoi figli -per fortuna state bene- disse l'uomo, rilasciando un sospiro di sollievo e rimettendo la pistola nella fondina che aveva alla cintura.
-Leon... cosa succede?- chiese Roxas con lo sguardo perso; il castano scosse la testa e li accompagnò fuori dalla stanza, tenendoli tra le sue braccia, protettivo.
Sora rimase a bocca aperta quando vide che sulle pareti del corridoio, sulle scale e, persino, sul soffitto erano apparse delle lettere, schizzate e frastagliate, di un color rosso sangue che componevano un nome.
-Xemnas...- mormorò Sora, aggrappandosi al braccio di Leon e stringendolo impaurita; si girò verso Roxas e vide che il biondino la guardava con la stessa espressione spaventata.
Una cosa era certa: ora la situazione era diventata seria.

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti ed eccomi con il nuovo capitolo che porta un raccapricciante colpo di scena!
Spero che vi abbia sorpreso scoprire che Riku non era l’unico “abitante paranormale” della casa ^^
Ora, cosa succederà alla nostra famigliola?
Cosa sarà successo a Riku dopo essere stato catturato dalle ombre?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo che, però, non potrò pubblicare sabato prossimo perché starò via per un po’, quindi la pubblicazione del prossimo capitolo è posticipata tra due settimane.
Mi dispiace per questo inconveniente ^^’
Ringrazio tutti quelli che mi recensiscono (è per loro che vado avanti con questa storia!) e quelli che leggono (anche se vorrei che mi lasciassero un loro parere, anche solo una volta).
Saluti e baci da black dalia

  
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