Eltanin
[E il cielo rubò il colore dei suoi occhi]
Quassù scivola il Serpente con le sue pieghe sinuose
e come un fiume passa intorno ed in mezzo alle due Orse.
Virgilio, Bucoliche [Libro I, 244-246]
Da bravo Prefetto, Draco sta meticolosamente controllando i corridoi deserti
della scuola – sperando di trovare qualche povero sfortunato, magari di Grifondoro, che aveva avuto l’ardire di infrangere il
coprifuoco. Perché togliere punti a Grifondoro è forse uno dei suoi
scopi nella vita, o almeno è quello che pensa Pansy.
Peccato: quella
sera avevano tutti deciso di comportarsi come dei bravi bambini e nessuno –
nemmeno la gatta di Gazza – si vede in giro. Sbadiglia annoiato, decidendo di tornare
nei sotterranei… quando all’improvviso si sente
afferrare per un braccio e trascinare da qualche parte.
-Ma co… ? Lasciami subito!- si
divincola spaventato, alzando la voce. -Cinquanta punti in meno alla tua Casa
se non mi… - ma una mano
calda preme contro le sue labbra e lo zittisce, mentre un braccio gli cinge la
vita immobilizzandolo contro un corpo alle sue spalle.
-E smettila di
urlare come una femminuccia, Malfoy.- ridacchia una
voce che, sfortunatamente, Draco conosce troppo bene.
-A chi hai dato della femminuccia, Potty?-
sussurra contro il palmo della sua mano, sfiorandolo appena con le labbra e poi
on i denti.
La stretta intorno
alla sua vita si intensifica, come se Potter non
volesse lasciarlo andare.
-Vieni con me.- bisbiglia Harry al suo
orecchio, trascinandolo con sé sotto il Mantello dell’Invisibilità e
dirigendosi Draco non sa bene dove.
Rimane sorpreso
quando arrivato alla Torre di Astronomia, ma è più preso dal meraviglioso
spettacolo che il cielo – quella sera – ha deciso di mostrare: le stelle,
luminosissime, splendono come diamanti cuciti su un
cielo di velluto blu e si specchiano nella pozza d’inchiostro del Lago Nero,
facendo sembrare il Lago stesso un frammento di cielo.
-Oh… - Draco
si sporge dal parapetto della Torre. –Come mai qui?-
Harry lo osserva
attentamente, come se lo vedesse per la prima volta, dalla breve distanza che
lo separa.
-Beh… È una così bella serata, si
vedono le stelle e… -
-Come siamo
romantici, Potty.- cantilena Draco,
avvicinandosi a lui e cingendogli il collo con le braccia. Harry scommetterebbe
gli occhiali che, sotto quel sorrisetto serafico che impreziosisce le labbra
sottili, il Serpeverde ha in mente qualcosa per far
girare quella situazione a suo vantaggio e – magari - metterlo in imbarazzo.
-Allora?- sussurra,
a un soffio dalle sue labbra – e il profumo della sua pelle stordisce il Grifondoro, che subito non coglie il senso di quella
domanda.
-Allora
cosa?-
Draco sbuffa. –Il mio dormitorio o il
tuo? O preferisci la Stanza delle Necessità?- sorride ancora quando scende con
le labbra sul collo, le mani che gli sfiorano appena la schiena.
Harry arrossisce di
botto. –Cosa?! Ma che stai… ? No, non è… -
-Qui?- esclama sorpreso il biondo. –Non pensavo fossi il tipo incline a questo genere di
perversioni, Potter… -
-Draco. Frena la lingua.- lo zittisce
l’altro allontanandolo da sé. –Niente di tutto questo. Voglio solo stare un po’
con te.- e sussurrando
quelle ultime parole, il viso del Grifondoro diventa
quasi dello stesso colore della sua cravatta e Draco
non può fare a meno di scoppiare a ridere.
-Merlino, Potter:
mi sale il diabete per tutta questa inaspettata dolcezza!- continua, cercando
di trattenere le risate e portandosi una mano a coprire le labbra. Harry
sospira, chiedendosi ancora perché non l’abbia mai Schiantato e abbandonato
disarmato nella Foresta Proibita – poi si ricorda di essere Grifondoro
e che un Grifondoro non avrebbe mai il coraggio di
abbandonare qualcuno in un luogo così pericoloso e che quello è un
comportamento da Serpeverde.
-E dai, Potter. Non mi dirai che ti sei offeso?- ancora con lo
strascico della risata nella voce, Draco si appoggia
di nuovo al parapetto della Torre, inarcando la schiena e il collo all’indietro
per osservare il cielo.
-Stasera si vedono
benissimo, le stelle.- mormora, gli occhi chiari puntati nel blu scuro del
cielo. –Se non sbaglio, il Drago dovrebbe transitare dal meridiano in questi
giorni…1 - parlotta tra sé, mentre Harry lo affianca appoggiandosi
con gli avambracci alla ringhiera.
-Cosa?-
Draco scuote la testa. –Niente.
Considerazioni ad alta voce sulla costellazione da cui ho preso il nome.- alza le spalle.
-Si vede? È
visibile da qui?- chiede sorpreso. Draco annuisce,
voltandosi e stringendo la bacchetta nel pugno. La punta
verso il cielo, muovendola in modo circolare intorno a un gruppo di stelle
apparentemente insignificanti.
-È quella. La
vedi?- bisbiglia, tracciando appena con la bacchetta delle righe luminose. –La coda, il corpo e le quattro stelle della testa. La
stella più luminosa si chiama Eltanin. Il nome viene
dall’arabo e significa Serpente.-
Harry lo ascolta,
rapito dalla sua voce, osservando distrattamente il punto indicato dal ragazzo
e preferendo concentrarsi sul suo viso e sugli occhi brillanti.
-Viene anche
chiamata Stella dello Zenit ed è una delle stelle più luminose
del cielo. Uno studioso babbano l’aveva presa come
riferimento per un qualche esperimento e aveva capito che è la Terra a girare
intorno al Sole e non il contrario2.-
Ed eccola,
finalmente anche Harry riesce a vedere le stelle che compongo la costellazione
del Drago.
-Eltanin è l’occhio del Drago.- mormora
ancora il Serpeverde, gli occhi fissi nel cielo sopra
di loro. –Drago che, secondo la mitologia romana, venne
scagliato in cielo dalla dea Minerva durante la guerra contro i Titani e… - ma non termina la frase, perché le labbra di Harry si
posano sulle sue, delicate e leggere. Draco sgrana
gli occhi, rimanendo immobile anche quando Harry allontana appena il viso dal
suo.
-È tutto stupendo.- bisbiglia sulle sue labbra, stringendolo a sé per i
fianchi. –Ma i tuoi occhi lo sono molto di più. Sembra che il cielo abbia
rubato il colore dei tuoi occhi… -
Draco rimane immobile, fermo in quello
strano abbraccio, con gli occhi sbarrati. Dopo la frazione di secondo
infinitamente breve in cui il suo cervello elabora quello che è appena
successo, il viso di Draco raggiunge le tonalità di
rosso più accese – potrebbe tranquillamente fare a gara con i capelli di Ron, e
non è scontata la vittoria di quest’ultimo – e si porta il dorso di una mano
alle labbra per coprire quel piccolo sorriso imbarazzato che vi è nato
spontaneamente.
-Sei romantico al limite del melenso, Potter, lasciatelo dire.- bisbiglia,
voltando la testa di lato e osservando il Grifondoro
solo con la coda dell’occhio non riuscendo a calmare i battiti del cuore.
Harry sorride
appena, continuando a stringerlo a sé. Gli scosta appena qualche ciuffo di
capelli e si accorge che – Godric benedetto – Draco è arrossito fino alla punta delle orecchie! Non può
fare a meno di pensare quanto sia adorabile.
Continuando a
sorridere Harry fa scivolare le mani dai fianchi fino alle spalle poi giù lungo
le braccia, arrivando a stringergli forte le mani e intrecciare le dita.
-Che sta facen… Potter?!- sorpreso, Draco si ritrova a barcollare e inciampare nei suoi stessi
piedi mentre Harry gli spalanca le braccia e fa qualche passo indietro. Draco lo segue in quei movimenti poco aggraziati,
incespicando ogni secondo e cercando di sottrarsi alla stretta delle mani di Harry – Harry che ride e stringe ancora di più la presa
sulle sue mani prima di immobilizzarsi all’improvviso e impossessarsi di nuovo
delle sue labbra, questa volta non solo sfiorandole come prima.
Nessuno dei due ha
idea di quanto possa essere durato quel bacio – secondi, minuti o forse ore?
Non avrebbe comunque importanza.
Li lascia entrambi
senza fiato, Draco con la schiena inarcata
all’indietro ed Harry che incombe su di lui proprio
come un leone sulla preda.
-Allora?- ansima Draco, fissando Harry con gli occhi socchiusi. -Torre o
Sotterranei?-
Inconsciamente
Harry deglutisce a vuoto. -Stanza delle Necessità?-
-Stanza delle
Necessità.-
E Draco lo trascina giù per le scale della Torre, rischiando
di farli cadere entrambi.
1.
Nel
mese di giugno, la costellazione del Drago transita in prossimità del meridiano
e questo la rende perfettamente visibile dall’Osservatorio Reale di Greenwitch e in tutto il Regno Unito.
2. Suddetto babbano
è James Bradley. Nel 1728 - mentre
cercava di tracciare la parallasse della stella - scopre il fenomeno
dell’aberrazione stellare, confermando così l’eliocentrismo copernicano. Per
chi non avesse capito un accidente di cosa io abbia appena detto, vi invito a dare un’occhiatina
QUI: https://it.wikipedia.org/wiki/Parallasse
e QUI: https://it.wikipedia.org/wiki/Aberrazione_della_luce
E,
già che ci siete, beatificate Wikipedia che arriva in
vostro soccorso quando comincio a sparare nerdate a
raffica.
D.P.P.:
Deliri Post Partum.
Ti prego wifi non abbandonarmi proprio ora
Mi credete se vi dico che hanno fatto tutto loro, vero? *corre intorno alla scrivania like
a posseduta*
Io non ho parole
per spiegare questa cosa. È nata così, dal nulla, mentre aiutavo mia madre a
scegliere i fiori da mettere nei vasi e ho visto una serra intera di Stellarie.
…non chiedetemi come
è nato il collegamento tra Stellarie
e Stelle, perché non lo so. La mia
testa è un posto bruttissimo.
E ricordiamoci che
oggi è anche il compleanno di Draco! Auguri, damerino
platinato del nostro cuore! *evita Schiantesimi*
E basta, evaporo.
Buon qualcosa a
tutti voi.
Maki