Londra, 1885
Mark stava correndo a più non posso. Con i vestiti bagnati dalla pioggia, che pungente ed incessante gli appannava la vista, ostacolando la fuga. Il vicolo sembrava farsi sempre più stretto ad ogni suo passo, l'oscurità era interrotta dalla luce giallognola e fioca dei lunghi lampioni alla sua destra. Diede un breve sguardo dietro di sé, ma riuscì ad intravedere solo le ombre deformi dei suoi inseguitori farsi sempre più vicine. Lo stavano raggiungendo. Sentì degli spari alle sue spalle, i proiettili cocenti sfiorarono il suo corpo procurandogli qualche graffio lungo le braccia e le gambe, ma continuò a scappare senza più voltarsi. Non si udiva alcun rumore, fatta eccezione per quello della pioggia e dei passi veloci sulle pozzanghere che si ripeteva incessantemente. Fu la prima volta che ebbe veramente paura, paura di non rivedere più chi amava e per cui aveva fatto così tanto. Svoltò a sinistra e poi la vide, una sfera deforme formata da pura energia levitava a circa due metri d'altezza, non era più grande di una palla da baseball, e l'aura che emetteva aveva un colore verde smeraldo.
-Ce l'ho fatta!- disse Mark mostrando un sorriso speranzoso, la runa sul suo palmo sinistro si faceva sempre più calda e stava incominciando ad assumere lo stesso colore di quella strana aura.
-Non fategli raggiungere il portale o pagherete con la vostra vita!- gridò l'uomo probabilmente a capo degli altri quattro inseguitori. A quell'ordine susseguirono gli spari che irruppero violentemente nel silenzio di quella notte. Mark era ormai ad una decina di metri dalla sfera di luce, le gambe stremate gli dicevano di fermarsi, ma lui non poteva, era troppo vicino al suo obiettivo, alla sua salvezza. Afferrò l'orologio dorato che aveva legato al collo con una catenina e lo strinse nel palmo ancora più luminescente di prima, diventando quasi accecante. La sfera raccolse attorno a sé tutta l'aura ed esplose, lasciando posto ad un grosso vortice. Sentiva l'energia del varco travolgerlo e attrarlo, riusciva ad udire le grida infuriate degli inseguitori che avevano cercato di fermarlo, dopodiché ci saltò all'interno, lasciandoseli dietro.