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Autore: Allymc89    06/06/2016    3 recensioni
La morte è nel destino degli shinobi, lo sanno tutti. Ma uno di loro non ci sta; ha già visto troppe persone morire e troppe persone piangere i propri cari. E non vuole più vedere lacrime, soprattutto le sue. Durante la quarta guerra ninja, un sacrificio fatto per amore rischia di passare inosservato. Questa è la mia versione di come mi piacerebbe che fossero andate le cose.
E' la mia prima fic; dopo essere stata un'accanita lettrice, ho deciso di scrivere sulla mia coppia canon preferita, spero di avervi incuriosito e che mi facciate sapere cosa ne pensate!
(Ho cambiato il rating in giallo per via di una scena nell'ultimo capitolo)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 3 (il giorno dopo la fine della guerra, al mattino)
Capitolo 5 (il giorno dopo la fine della guerra, al tramonto)
Capitolo 8  (Ebizo spiega a Gaara e Kankuro del rotolo)
Capitolo 6 (Shikamaru scopre che Temari è in coma, il giorno dopo in cui ha incontrato Kankuro e l’altro jonin a Konoha)
Capitolo 7
Capitolo 1, 2 e 4 (circa tre mesi dopo la fine della guerra, i capitoli si svolgono tutti il giorno in cui Kurenai partorisce).
Capitolo 11
Capitolo 9  Shikamaru trova il rotolo
Capitolo 10
 
“GAARA-SAMA, GAARA-SAMA!!” un infermiere correva trafelato per i corridoi del palazzo, fermandosi proprio davanti alla porta dell’ufficio. Senza nemmeno bussare si precipitò dentro, piegandosi poi sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Ti sembra questo il modo di entrare nell’ufficio del Kazekage?” lo rimproverò Kankuro.
“Scu-scusate.. anf, anf.. Ho fatto più in fretta che ho potuto, vengo dall’ospedale.. anf.. vo-vostra sorella si è svegliata!”
Gaara si alzò in piedi e con Kankuro si scambiarono uno sguardo sollevato “Come sta? Possiamo vederla?”
“è debole e un po’ frastornata.. Le abbiamo dato dei leggeri sedativi perché ha cominciato subito ad agitarsi. Appena i calmanti hanno fatto effetto ha chiesto della guerra e di voi, se eravate sani e salvi” rispose l’infermiere con un sorriso, “Potete vederla ma per poco, non bisogna affaticarla”.
“Dobbiamo parlarle” concluse lapidario Gaara, percorrendo a veloci passi la strada che conduceva all’ospedale. Kankuro gli si avvicinò per non farsi sentire “Non vorrai interrogarla proprio adesso, spero”.
Gaara non rallentò, né si girò a guardarlo, si limitò a sussurrare: “Dobbiamo approfittarne finchè è stordita dai sedativi, sarà più propensa a dirci come sono andate veramente le cose.. non fare quella faccia!” anche sen non lo vedeva, sapeva che Kankuro  lo stava guardando con disappunto, ma proseguì comunque: “Non fa piacere nemmeno a me, ma devo sapere tutta la verità per poterla aiutare. Per ora ho solo dei sospetti su quello che può essere accaduto e ho bisogno di conferme. Ma se le cose sono andate come credo io, non vorrà parlarcene.. sai com’è fatta Temari su certi argomenti.”
Kankuro non era completamente d’accordo di approfittarsi del momento di debolezza della sorella ma doveva ammettere che Gaara aveva ragione: Temari era sempre stata schiva e quando si trattava di sentimenti si mostrava cinica o indifferente. Come anche loro del resto. L’unico tipo di educazione che avevano ricevuto era quella militare e non c’era mai stato spazio per sentimenti che non fossero odio o paura nelle loro vite. Almeno fino a poco tempo prima.
Kankuro si sentì intimamente felice dell’affetto che Gaara aveva sviluppato nei confronti suoi e della sorella. Adesso erano una vera famiglia.
 
 
POV TEMARI
 
Aveva aperto lentamente gli occhi rimanendo per qualche secondo abbagliata dalle lampade al neon. Non appena si fu abituata alla luce si guardò intorno spaesata, vedendo una stanza chiara e spoglia che non ricordava. Fu distratta da un ticchettio alla sua destra, si voltò e vide che c’erano diversi macchinari accanto a lei e dei tubi che li collegavano al suo corpo. Era in una stanza d’ospedale.
Provò ad alzare la testa ma le doleva tutto; il suo corpo era come intorpidito e rispondeva con difficoltà ai suoi comandi. Cosa ci faceva li?
Provò a concentrarsi sull’ultima cosa che ricordava ed improvvisamente un flash: erano in guerra!!
Guardò oltre la finestra e le forme degli edifici le erano familiari, era a Suna! Ma com’era finita lì? Allora aveva fallito? Di certo era così, non era previsto che sopravvivesse.. maledizione!
A quella consapevolezza Temari aveva cominciato ad agitarsi, il ticchettio si era fatto più insistente richiamando l’attenzione di alcuni infermieri che si precipitarono su di lei.
Non sentiva che cosa le stessero dicendo, lei voleva solo sapere cos’era successo, se la guerra era finita e soprattutto, come stavano Gaara e Kankuro.
Le stavano iniettando qualcosa nel braccio ma non riusciva ad impedirlo, scosse debolmente il busto ma non ebbe la forza di opporsi. Un uomo con il viso coperto da una mascherina la rassicurò che il conflitto era finito per il meglio e che i suoi fratelli erano entrambi salvi. Quindi si girò, ordinando ad un infermiere di andare dal Kazegake per comunicargli la bella notizia. A quelle parole Temari si sentì sollevata.
Il medico proseguì informandola che le aveva somministrato dei calmanti; a quanto pareva era stata in coma per più di due mesi e aveva bisogno di riprendersi dal momento che alcune fratture dovevano ancora guarire del tutto e un paio di ematomi non si erano ancora riassorbiti completamente.
Una volta elaborate tutte le informazioni, Temari chiese che cosa le fosse successo e dove l’avessero trovata. Il dottore la fissò esitante per un momento, rispondendole poi che di questo ne avrebbe parlato con i suoi fratelli che aveva appena mandato a chiamare, premurandosi comunque di rassicurarla che il peggio era passato ora che si era svegliata. E con questo si era voltato a discutere con due infermiere di terapie e altre questioni mediche che Temari non aveva ascoltato.
Era preoccupata del fatto che il dottore avesse eluso le sue domande, questo poteva significare solo una cosa, che era quella che la intimoriva di più.
Gaara e Kankuro dovevano aver scoperto qualcosa e presto sarebbero venuti da lei a chiedere spiegazioni. ‘fanculo.  Chiuse gli occhi spingendo la nuca sul cuscino. Era sicura che sarebbe morta, non aveva pensato all’eventualità di dover dare spiegazioni del suo gesto. Con che coraggio avrebbe confessato ai suoi fratelli che.. no, no, no.. sarebbe stato troppo imbarazzante!
 
Temari era sdraiata e con la testa abbandonata sul cuscino, doveva essersi addormentata o comunque si sentiva parecchio stordita, evidentemente quello che le avevano dato cominciava  a fare effetto.
Sentì la porta aprirsi e sorrise debolmente quando vide i fratelli entrare, poi girò il viso puntando gli occhi al soffitto. Prese un lungo respiro: il momento era arrivato.
Entrambi i ragazzi si erano avvicinati al letto chiedendole con apprensione come si sentisse. Alla ragazza faceva quasi impressione vedere i fratelli premurosi e preoccupati per lei. Si sentì in colpa al pensiero che se il suo piano avesse funzionato, li avrebbe lasciati senza nemmeno uno straccio di spiegazione.
“Sto bene.. Mi hanno dato un anestetico” Cercò di tirarsi su ma non le riuscì, aveva la testa leggera, e si sentiva molto confusa.
“No, non alzarti” la bloccò Gaara “hanno detto i dottori che anche se adesso sei fuori pericolo non devi fare sforzi”. “Ci hai fatto preoccupare, baka!” esordì Kankuro, però sorrideva.
“I baka siete voi, non c’era nessun bisogno di preoccuparsi, io sono una roccia” ribatté lei, ricambiando il sorriso.
Gaara invece era serissimo: “Temari ci sei andata vicino, se non fosse stato per l’aiuto di Tsunade..” Lei distolse lo sguardo e il Kazekage proseguì “Sappiamo del rotolo Temari, sappiamo che hai chiesto a Ebizo-sama di insegnarti la unmei no kokan justu e abbiamo dovuto rivolgerci al quinto Hokage perché curasse il sigillo” “Avete messo di mezzo anche Konoha?” lo interruppe Temari tra il furioso e il preoccupato “Solo Tsunade. Siamo stati costretti a chiamarla perché qui non erano in grado di guarirti. Se può tranquillizzarti però, al momento, a parte noi, solo lei sa quello che è successo”.
“Ti abbiamo trovata noi e qui a Suna nessuno sa dov’eri o cosa è successo”, confermò Kankuro.
“Dove mi avete trovata?” domandò Temari  tesa.
“Non è stato facile. Finita la guerra non ti trovavamo più, eri come sparita. Poi abbiamo ritrovato il tuo ventaglio insieme al rotolo con quei nomi scritti sopra e.. il resto è stata un’intuizione di Gaara” ammise Kankuro.
La ragazza spostò lo sguardo sull’altro fratello che proseguì: “è stato un caso.. mentre eravamo lì a scervellarci per capire cosa significasse tutto questo, ci è arrivata la voce che Shikaku Nara si era miracolosamente salvato dall’esplosione del quartier generale” “E’ VIVO?” gridò Temari sollevando la testa dal cuscino. Gaara annuì e a quel gesto la ragazza lasciò ricadere il capo all’indietro sul cuscino, con un enorme peso in meno sul cuore; ce l’ho fatta!!
Gaara e Kankuro si scambiarono un’occhiata eloquente.
“Non so nemmeno io come ci sono arrivato ad un’ipotesi simile, ma era così assurda che forse poteva funzionare.. Shikaku Nara non doveva trovarsi lì mentre tu non c’eri.. e poi quei nomi sul rotolo.. era l’unica possibilità che avevo in quel momento così ho preso Kankuro e siamo corsi verso il luogo in cui si trovava il quartier generale prima dell’esplosione. Continuavamo a pensare che non aveva senso che tu ti trovassi lì e invece.. ti abbiamo trovato a pochi chilometri dal cratere generato dalla teriosfera del decacoda. Per fortuna l’esplosione deve averti investita solo parzialmente, così non sei saltata in aria come gli altri”
Temari era rimasta a allibita alle parole del fratello. Dopo un interminabile minuto di silenzio si decise a parlare “Che cosa volete sapere allora? Mi pare che sia tutto chiaro, se Ebizo-sama vi ha spiegato come funziona il rotolo non ho altro da aggiungere”
Gaara indurì lo sguardo “Starai scherzando, mi auguro.. hai idea di quello che ci hai fatto passare? Sai che quella tecnica è un plagio di un jutsu del quarto Hokage e che ho dovuto confessare tutto al Quinto perché ci desse il suo aiuto per salvarti? Sai che cosa vuol dire un’ammissione del genere pochi giorni dopo la pace? Ho agito alle spalle del consiglio, che altrimenti non mi avrebbe permesso di minare i rapporti diplomatici con la Foglia, ho mandato un jonin avanti e indietro da Suna a Konoha ogni dieci giorni perché tu potessi ricevere le cure migliori in segreto.. e tutto per salvarti la vita” concluse Gaara “perciò mi sembra che come minimo tu ci debba una spiegazione!”
Temari sapeva bene che era tutto vero, ogni parola la schiacciava come un macigno, eppure non riusciva ad aprire bocca. Stringeva le lenzuola nei pugni e fissava con fredda ostinazione il soffitto, sentendo il cuore martellarle nelle orecchie.
Vedendo che la sorella si era chiusa in un mutismo assoluto, rincarò la dose “Inoltre, come tuo Kazekage, devo ricordarti che non solo ti sei servita di una tecnica proibita, ma che hai anche deliberatamente intrapreso un’azione personale senza chiedere il permesso, abbandonando il campo di battaglia. Dovrai essere punita per questo”
“Mi assumerò le responsabilità delle mie azioni” rispose secca Temari .
“Non si tratta solo di te” osservò Kankuro “E’ giusto che si sappia cos’è successo veramente quella notte. Tu non puoi saperlo ma essendo l’unico sopravvissuto, molti accusano Shikaku Nara di essere scappato come un codardo lasciando i suoi compagni a morire... e solo tu puoi far cessare queste accuse”.
Il secondo dei fratelli Sabaku no non era fiero del giochetto psicologico che stavano facendo su di lei; in realtà Shikaku Nara aveva conservato la sua posizione come consigliere dell’Hokage e quelli che dubitavano di lui erano una minoranza per lo più degli altri villaggi, ma aveva volontariamente omesso questa parte, buttando lì quella notizia sperando in una reazione.
Temari schiuse le labbra sgomenta: ”Come dici?” a quello non aveva pensato. In effetti non aveva avuto il tempo per pensare razionalmente alla cosa, l’aveva fatta e basta. Aveva causato dei problemi ai suoi fratelli e forse se non si fosse svegliata mai più sarebbe stato anche peggio; almeno adesso poteva testimoniare che era lei la responsabile di tutto.
Buttava fuori l’aria dalle narici con forza, mordendosi l’interno delle labbra, non era giusto che un abile stratega come lui ci rimettesse per causa sua.
“Al diavolo..” sospirò “Avanti.. che volete sapere?”
Maledetto crybaby, è tutta colpa tua..!
E con questi pensieri Sabaku no Temari, si accingeva a raccontare ai suoi fratelli cos’era veramente successo l’ultima notte di guerra.
 
 
 
 
Ciao a tutti! Rieccomi, come promesso, con un capitolo un po più lungo e sostanzioso!
Ormai siamo vicinissimi alla verità^^
Mando un saluto a tutti quelli che leggono la storia e ringrazio quelli che l’anno messa tra le preferite e le seguite! Alla prossima!!
   
 
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