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Autore: Spiritromba    07/06/2016    0 recensioni
World Of Monsters | PASSATO | Xavier/Jules | Dominus/Neurus |
La storia di Jules, il Neurus, un Mostro artificiale creato da Xavier in laboratorio. Inizialmente concepito come un suo difensore, l'affetto che cominceranno a provare l'uno nei confronti dell'altro lo farà diventare qualcosa di molto diverso...
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Farewell 

Le luci si alternavano in una danza continua, un arabesco tecnologico che continuava a lampeggiare. I colori brillanti lo distraevano, come una trappola silenziosa che lo immobilizzava sulla branda. 
"Sta' tranquillo, Jules, hanno quasi finito..." Xavier gli strinse con forza la mano gelata. Un problema legato alla circolazione del sangue, diceva, che in certe estremità del corpo non funzionava più così bene. Nonostante ciò, mani e piedi si muovevano perfettamente. 
Era la solita operazione di rito, che faceva quasi ogni mese. Xavier diceva che era per assicurarsi che stesse bene, e lui gli aveva sempre creduto ciecamente: era l'unica persona di cui fosse in grado di fidarsi, l'unica persona che sapesse amare. L'unica persona che avesse mai visto a parte i dottori che si spostavano come formiche attorno alla branda sulla quale si trovava. 
Avevano un rapporto strano, Xavier e Jules, l'affetto che li univa era pari a quello di due fratelli. Ma c'era ben altro oltre al semplice amore fraterno, ciò che li univa era qualcosa di indistruttibile, un amore profondo e passionale. Xavier ricordava bene la prima volta in cui i loro corpi si erano uniti, in cui gli era sembrato, per la prima volta, di essere parte integrante di un'altra persona. Ma Jules si era spaventato: era qualcosa di troppo nuovo per lui, nato tra le quattro pareti di un laboratorio, si sentiva quasi in colpa per ciò che era appena successo. Col tempo, però, ci si era abituato: i sentimenti che provava verso Xavier erano diventati più intensi, cosicché ogni settimana si recava, di sera, nella sua camera per amarlo ancora. 
Il Dominus lo guardò, ripercorrendo con la mente tutti i ricordi che aveva conservato di lui mentre fissava il corpo seminudo e androgino dell'altro. Un corpo che, prima o poi, avrebbe dovuto lasciare.
*
Camminavano regolarmente , senza fermarsi una sola volta sotto le luci fredde dei corridoi. Jules distoglieva lo sguardo ogni volta che quello di Xavier vi si avvicinava. Si era allontanato da lui altre volte, naturalmente, ma sentiva che quella sarebbe potuta essere l'ultima. Xavier gliel'aveva detto molto chiaramente: o il Dominus o l'Incubus. Uno muore e l'altro sopravvive. È così che funziona il mondo.
Aveva sempre immaginato l'Incubus come un mostro orrendo, una massa scura e informe con una bocca enorme e occhi piccoli e pallidi, come quei pesci che vivevano nei meandri più oscuri degli oceani. Il Dominus, invece, per lui era quasi una figura di riferimento, magnanima e attenta a tutte le creature dell'universo. Xavier gli aveva detto che molti umani chiamavano una creatura simile, ma onnipotente, Dio. Lo veneravano, come lui venerava il Dominus.
"È qui", Xavier premette un pulsante verde sul muro, e la porta blindata davanti a loro si aprì. Dentro c'era un dedalo di cavi, un piccolo santuario di composti chimici disposti ordinatamente sugli scaffali. Al centro del laboratorio si trovava una grande cabina cilindrica completamente vuota. Era quello il posto in cui sarebbe stato rinchiuso. 
Quella macchina era un piccolo prodigio della scienza, anche se ancora non era stata divulgata: era in grado di conservare un corpo per diverse centinaia di anni, senza deteriorarlo od invecchiarlo. Inoltre il vetro che la isolava dall'ambiente esterno era a prova di bomba, se l'Incubus avesse distrutto l'intero palazzo in cui si trovavano sarebbe rimasta perfettamente intatta. 
Xavier aprì la macchina, poi restò immobile con lo sguardo perso nel vuoto. "Jules, entra" mormorò. 
Il ragazzo si avvicinò, abbracciandolo lentamente e cercando di nascondere le lacrime nella sua maglietta. "Jules. Quando sarà tutto finito ti porterò via, là fuori, e potremo fare tutto ciò che vorremo", Xavier gli accarezzò i capelli lunghi e scuri. "A me basta che tu resti vivo" Jules lo guardò negli occhi, spostando una ciocca bionda dagli occhi neri che aveva tanto amato. "Torna. So che non puoi promettermelo, ma torna. Fallo per me", il Neurus si diresse, riluttante, verso la cabina. Xavier vide i contorni della sua figura snella offuscarsi mentre veniva circondata dal fluido verde. Il corpo si sollevò, e, a poco a poco, si immerse in un sonno profondo. Le palpebre si chiusero, forse per sempre. Il respiro divenne sempre più lento, quasi impercettibile. Il liquido aveva funzionato.
Xavier si voltò, come se non volesse essere visto in preda al dolore da Jules. Ma, ormai, lui non lo poteva più vedere.
La mia creazione, pensava, la mia meravigliosa creazione. Ma, forse, era meglio così. Era meglio sapere che era lì, al sicuro da tutto e da tutti, piuttosto che vederlo morente sul campo di battaglia. Il Neurus, il primo mostro creato artificialmente. Forse, un giorno, l'avrebbe rivisto. 
  
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