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Autore: Daenerys21    08/06/2016    5 recensioni
Thorin è un pugile in cerca di vendetta per la morte di suo fratello.
Durante la coppa di pugilato di Gondor conoscerà Bilbo, anch’egli iscritto al torneo, ma per motivi ben diversi, e…
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[alternate universe, modern bagginshield]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Azog il profanatore, Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo I
 
 
La coppa di pugilato di Gondor non era ancora iniziata che Thorin era aveva già un diavolo per capello. Quello era il primo anno che vi prendeva parte: prima era stato suo fratello Frerin il rappresentante della delegazione di Erebor.
 
Frerin Durin sembrava essere nato apposta per quel ruolo: muscoloso e scattante, amava le risse, era incosciente, avventato, un vero e proprio casinaro.
Ma aveva anche buon cuore, e, soprattutto, era un avversario leale.
Si era aggiudicato il primo premio durante ben otto partecipazioni consecutive.
Gli Ereboriani si erano ormai abituati a considerare l’Arkengemma, ossia l’ambito trofeo col quale veniva premiato il vincitore, come una loro legittima proprietà.
E la famiglia Durin, Thorin primo fra tutti, ne era orgogliosa oltre ogni dire.
 
Poi, quell’orribile finale del 2002.
Frerin era stramazzato al suolo appena cinque minuti dopo l’inizio dello scontro. Il suo avversario era Azog di Gundabad, uno scimmione di oltre 150 kg, tutto muscoli e forza bruta.
La versione ufficiale era che Frerin avesse avuto un infarto nel corso del match.
Stronzate, si diceva Thorin.
E non era certo il solo a pensarlo.
Frerin godeva di ottima salute: un infarto era quanto di più inverosimile potesse essergli capitato.
Ma di certo la colpa non si poteva imputare nemmeno ad Azog che non aveva fatto in tempo a tirargli più di un paio di pugni.
Il tutto era stato bollato quindi come “tragico incidente”.
Gli sciacalli della stampa si erano gettati come cani su un osso sull’ipotesi del dopaggio.
“Frerin Durin, astro nascente del pugilato, stroncato da un infarto, si sospetta in seguito all’assunzione di alcune sostanze dopanti. Rivelata la doppia faccia dell’astro nascente del pugilato internazionale”: questi i titoli dei giornali scandalistici, sebbene non vi fosse nessuna prova a riguardo. L’autopsia non aveva rivelato nulla di anomalo.
 
Azog si era aggiudicato la vittoria a tavolino, e la famiglia Durin si era ritirata dalla competizione per l’anno successivo, troppo scossa dal lutto e dallo scandalo per pensare a qualunque altra cosa.
 
Erano state la sete di giustizia e il desiderio di riabilitare il buon nome di suo fratello a spingere Thorin sul ring: Frerin non si era mai drogato in vita sua, chiunque lo avesse conosciuto bene sapeva quanto fosse ridicolo anche solo il pensiero.
 
“Rilassati, ragazzo. Avrai tutto il tempo per fargliela pagare sul ring.”
“Balin ha ragione, una volta tanto. Smettila di guardarlo, è inutile farsi venire il sangue amaro già da ora”.
 
Dwalin e Balin, i due allenatori personali di Thorin, stavano cercando di distrarlo come meglio potevano.
Lo sguardo del pugile era fisso su Azog di Gundabad che nel frattempo si stava godendo i flash dei fotografi, esibendo i suoi straordinari bicipiti.
 
“Non ce la faccio” ringhiò Thorin, tra i denti, “Se penso che quel bastardo è a piede libero, mentre mio fratello è stato diffamato e-”
“Non puoi dimostrare niente, ragazzo. Per quanto ne sappiamo Azog non risulta minimamente coinvolto in quello che è successo. È pericoloso lanciare accuse infondate…”
Infondate, Balin?! È questo che pensi? Conoscevi bene Frerin! Credi davvero alle stronzate che la stampa si è inventata per giustificare quel bastardo?”
“No, certo che no, ma non possiamo…”
Quello che non posso fare è rimanere a guardare” sibilò Thorin, “Azog me la pagherà, fosse l’ultima cosa che faccio. Quando scoprirò in che modo ha ucciso mio fratello, e giuro che lo scoprirò, desidererà non essere mai nato”.
 
Il giovane pugile si allontanò, furioso, verso lo spogliatoio, lasciandosi dietro un Balin piuttosto afflitto.
“Non puoi biasimarlo, fratello…” borbottò Dwalin, posandogli una mano sulla spalla.
Balin sospirò: “Cerco solo di tenerlo fuori da guai. Voglio anch’io che sia fatta giustizia, ma non potrei sopportare di perdere anche Thorin. Temo che la sua avventatezza possa portargli non pochi problemi”.
 
“Per questo sono qui, fratello”, ribattè Dwalin, con un occhiolino, “Cercherò di tenerlo fuori dai guai”.
“Ci conto”, sospirò Balin.
 
 
 
Thorin tirò un pugno contro il muro. La sua frustrazione stava raggiungendo livelli inauditi.
Aveva sbagliato a prendersela con Balin: il suo vecchio precettore non c’entrava niente. Anzi, era una delle persone più leali che Thorin avesse mai conosciuto. Più tardi lo avrebbe cercato per scusarsi.
 
Sentì la porta dello spogliatoio aprirsi: era Dwalin.
Doveva immaginarlo.
Dwalin era l’opposto del suo fratello maggiore: se Balin era la ‘mente’, tutto diplomazia e prudenza, Dwalin rappresentava alla perfezione il ‘braccio’: muscoloso, pelato e con numerosi tatuaggi, era l’avventatezza incarnata.
Caratterialmente era molto simile a Thorin, difatti non mancavano frequenti litigate tra i due, ma erano scaramucce salutari e fraterne, al termine delle quali il loro rapporto ne usciva generalmente rafforzato.
 
“Hai intenzione di distruggere lo spogliatoio?” ghignò Dwalin, notando il segno sul muro lasciato dal pugno di Thorin, “Avanti campione, prenditela con me. Andiamo a riscaldarci un po’”.
 
Thorin sorrise, feroce. Dwalin a volte sembrava leggergli nel pensiero.
“Volentieri.”
Era esattamente quello che gli ci voleva in quel momento.
 
I due si avviarono verso l’uscita, scambiandosi pacche amichevoli.
Thorin, ancora sovrappensiero, si era appena lasciato la porta alle spalle quando andò a sbattere contro qualcuno.
 
“Oh, giorni celesti! Chiedo scusa! Avevo la testa da un’altra parte…”
Il nuovo arrivato iniziò a blaterare delle scuse e Thorin si prese del tempo per osservarlo.
Un ragazzo biondo, piuttosto mingherlino. Non poteva avere più di 25 anni.
“Non importa…” borbottò il Durin, un poco contrariato: aveva sempre fatto fatica a digerire gli imbranati.
“E’ questo lo spogliatoio maschile?” stava chiedendo ora il ragazzo.
“Sì, è questo, ragazzo” rispose Dwalin, “Di chi ti occupi?”
“O-occuparmi?”
“Sì. Sei un assistente, immagino.”
“Oh! No, no, niente affatto! Sono un pugile, gareggio anch’io.”
 
Dwalin sentì Thorin tossicchiare al suo fianco.
 
“Oh, b-bhè, in bocca al lupo allora!” esclamò, dando di gomito all’amico. Lo conosceva abbastanza bene da sapere che era sul punto di scoppiare a ridere da un momento all’altro.
“Ci si vede sul ring, signor…?”
 
“Baggins, Bilbo Baggins!” rispose l’altro, che non si era accorto di nulla, sorridendo gentile, “Buona fortuna a voi!”
 
Dwalin si affrettò a trascinare via Thorin, che nel frattempo stava rischiando il soffocamento, prima che potesse mettere in imbarazzo il signor Baggins.
 
Non appena i due ebbero girato l’angolo il Durin non riuscì più a trattenersi.
“Gareggia!” esclamò, tra le risa, “Quel… pulcino!
“Thorin…” sospirò Dwalin. Voleva bene all’amico, ma doveva ammettere che spesso non sapeva andare oltre le apparenze. Perlomeno all’inizio.
“Ma, andiamo! Non lo trovi ridicolo? Sembra più un libraio che un pugile”.
“Io non lo sottovaluterei. Se lo hanno ammesso alla competizione un motivo ci sarà”.
“Certo, certo… Sono terrorizzato”.
 
Si allontanarono chiacchierando ma nessuno dei due si accorse che Bilbo si era attardato sulla soglia, e aveva sentito tutto.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao =))))
Questo è un esperimento! Non ho mai scritto una long bagginshield e non so cosa verrà fuori ^_______^.
Non penso che la farò molto lunga, comunque.
Cosa ve ne pare dell’inizio?
Spero di non essere troppo lenta con gli aggiornamenti ma non prometto nulla, tra poco ho gli esami ç__________ç
Un saluto a tutti, spero leggerete numerosi!
 
Ceci

 
   
 
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