Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: M a r t    08/06/2016    3 recensioni
Namjoon si ritrova a dover tenere d'occhio parecchi legami, senza preoccuparsi dei suoi che vanno a scontrarsi.
Jimin e Jungkook cercano di trovarne uno che vada bene per loro.
Taehyung se ne ritrova troppi fra le mani e non riesce a gestirli.
***
{Ispirato ad I NEED U} {slash/het} {jikook} {altre pairings}
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
Capitolo VIII






 
Gli spot meteo sono stati chiari: freddo gelido e pioggia a catinelle per quel fine mese. Per i primi tre giorni ci sono andati vicino, Namjoon è stato costretto a tirare fuori il suo impermeabile blu dall'armadio e a coprirsi a strati più del solito per poter uscire a fare le sue commissioni senza rischiare di morire per cause naturali. Aveva maledetto l'inverno talmente tante volte che probabilmente questi si stava vendicando di lui. Dicembre era un mese di merda; lo diceva sempre Yoongi e Seokjin prima mostrava il suo accordo e poi lo rimproverava per il linguaggio. Fortunatamente stava per finire e così sarebbero terminate anche le brutte giornate. A meno che Gennaio non decida di fare peggio, ma solitamente nutre grandi speranze per il primo mese del nuovo anno.
Per l'incontro di quel giorno aveva già preparato film su film e buste di pop corn, avrebbe programmato anche una seduta 'spiritica', come la definiva Jungkook, ma preferiva constatare che tutti fossero dell'umore giusto. Ciò che però Kim Namjoon non ha tenuto conto (e probabilmente non l'hanno fatto neanche i meteorologi) è che il tempo atmosferico ultimamente è pazzo. E quando esce di casa armato di ombrello, cappello di lana, coperte calde-tre-strati, buste piene di pellicole riguardanti fatti storici risalenti alle guerre mondiali -dopo aver visto tre ore di Big Hero 6 ha deciso che bisognava scegliere dei film più educativi, nonostante la discussione sulla morte di Tadashi era stata illuminante- e ogni prodotto anti-dietetico, si ritrova a morire di caldo e con un sole che gli fa bruciare gli occhi. Il cambio di programma è lecito.
 
Dopo essersi incontrati tutti davanti alla chiesa, decidono di fare una passeggiata tranquilla senza meta. Stranamente è presente anche Seokjin, non ha molto senso che prenda parte agli incontri. In realtà è stato Taehyung a chiedergli di venire, perché così avrebbero potuto fare la loro lezione di cucina subito dopo e inoltre non vedeva l'ora di mostrarlo ad Hoseok. Questi trattiene a stento l'irritazione e la curiosità, una perché l'uomo è diventato oggetto unico dei discorsi dell'amico e l'altra perché lo stesso uomo è veramente bello. Namjoon ha deciso che la chiacchierata va fatta, il gruppo sembra abbastanza tranquillo e, seppur il tempo sia buono, c'è un leggero venticello che rinfresca e rende la loro 'gita' piacevole.
Yoongi gli si è avvicinato come suo solito, seguito a ruota da Seokjin, e hanno incominciato a parlare di poche cose importanti e molte irrilevanti, gli altri sono dietro di loro e camminano silenziosamente. Il piromane chiede persino al neo papà come sta e se il bambino 'è apposto', ma Namjoon sa che lo dice solo per mostrargli che lui uno sforzo lo sta facendo. Non è mai stato facile essere amico di due persone che si odiano a vicenda, ci ha fatto l'abitudine, ma è pur sempre una rogna. 
La conversazione comincia a prendere una piega più cupa solo quando Namjoon decide di far chiarezza nei suoi pensieri e sente il desiderio di sfogarsi un po', le domande nascono spontanee e Yoongi è felice di rispondere. Non si sente intelligente come l'amico, ma a volte non è solo questione di QI, a volte si tratta semplicemente di prospettive e punti di vista. Seokjin ascolta in silenzio perché sa che è un discorso chiuso per lui, non prova neanche ad intromettersi e spera che Yoongi sia davvero all'altezza delle domande di Namjoon.
 
- Ti capita mai di fare pensieri irrazionali mentre sei cosciente?
 
- Del tipo?
 
- Del tipo percepire, se non immaginare, come una presenza oscura e diabolica sempre dietro di te, pronta ad ucciderti brutalmente e–
 
- Ok, fermo. Hai bisogno di zuccheri e anche di colori, si. Andiamo al luna park, voglio vomitare un po' di gelato in testa ad Hoseok sulle montagne russe.
 
- Non ci salirà mai, e non perché con te - Taehyung li fa voltare - Soffre di vertigini - dice, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
 
- Esattamente, quanto cazzo di tempo avete passato insieme voi due?! - Yoongi sembra come infastidito. Diamine se lo è.
Seokjin è già sull'attenti, la modalità papà-orso installata nei suoi ingranaggi già dai primi mesi di gravidanza di Mina ed è pronto a scattare in avanti in qualsiasi momento. Non gli piace il tono che ha usato Yoongi con il suo allievo, non gli piace il suo tono e basta.
 
Taehyung alza le spalle e nasconde il collo e le guance porpora con il colletto della camicia di jeans che indossa. È anche questa logora e vecchia, gli sta un po' grande ma riesce a coprire sufficientemente le sue colpe e il suo imbarazzo. Nonostante il terrore di venir scoperto ad usare Hoseok come mera valvola di sfogo e conforto sia sepolto nel suo animo, questo è pronto ad esplodere in qualsiasi momento.
Il trio cade in un silenzio decisamente troppo pesante e Seokjin decide a buon punto di sbarazzarsene. Prende a braccetto Namjoon e lo trascina qualche passo più avanti, esclamando elettrizzato l'idea di fare qualche bel giro in centro. Yoongi gli corre dietro, le sue gambe corte e secche fanno fatica a tenere l'andatura di Seokjin e contro quest'ultimo impreca violentemente.
 
Taehyung è più tranquillo e ritorna ad avere una postura decente.
Sobbalza appena quando Hoseok gli porta un braccio intorno alle spalle e fa incrociare i loro sguardi. E Taehyung si vergogna, accidenti, perché sente quasi come se l'altro percepisse la verità attraverso i suoi occhi e ne accettasse incurante le conseguenze. Questo lo fa sentire ancora più in colpa, preferirebbe ricevere una punizione piuttosto che un immeritato perdono. Ma Taehyung è anche abituato a darsi colpe che non ha e a credere di meritare ogni male, quindi non è completamente giusto dargli ragione. Nonostante abbia sconfitto una delle sue più grandi battaglie, è rimasto ancora debole e non può farci nulla se ha paura. Ferire l'amico non lo porterà da nessuna parte, ma come fare per evitargli il dolore?
Comunque Hoseok ha smesso di preoccuparsi della vita stessa molto tempo addietro, sofferenza più sofferenza meno.
 
- Posso prenderti dello zucchero filato, se vuoi. - proponendo ciò si sente giusto un po' meglio, perché il sorriso genuino di Taehyung dona molto calore, gli piace.
 
Dietro di loro stanno Jungkook e Jimin, lasciati da soli senza meta o argomenti di cui parlare, quasi dimenticati. Il primo è incollato al cellulare, invia e riceve messaggi dai suoi amici e spera di non essere beccato se quella sera decidesse di fare una piccola uscita notturna. Il secondo, invece, ha cominciato a contare i suoi passi, a commentare il colore delle sue scarpe, chiedersi perché esistono i colori e perché starebbero tutti dannatamente bene su Jungkook. Il 'dannatamente' non l'ha veramente pensato, ovvio.
 
Si pone infiniti quesiti sulle attrazioni, soprattutto le sue, e crede sia lecito parlarne con l'altro ragazzo, ma quando è sul punto di aprire bocca, infiniti dubbi - più infiniti dei quesiti - si presentano nella sua testolina e lo fanno tentennare. Allora torna a vagare con la mente, in cerca di un argomento di conversazione più interessante e meno imbarazzante. Sposta lo sguardo sulle nuvole e sul cielo, ritorna ai colori, stavolta concentrandosi specialmente su quelli più freddi e ricorda un maglione color ceruleo in una vetrina del centro qualche stagione fa. Ripensa a Jungkook, a quanto il ceruleo possa donargli e arrossisce. Poi il pensiero di Jungkook privo di vestiti fa capolino nella sua testa senza neanche un perché e, oltre ad imbarazzarsi ancor di più, strizza fortemente gli occhi. Santo cielo! Che pensiero indecente! Da mettersi le mani nei cap–
 
- Attento al palo!
 
Jungkook lo riporta bruscamente alla realtà con la sua voce arrochita dalle poche chiacchiere e un forte strattone nella sua direzione che, ad occhi chiusi, gli fa perdere ancor di più contatto con la gravità e lo catapulta contro il suo petto.
 
L'imbarazzo non fa altro che crescere maggiormente facendogli scoppiare la testa e Jimin concepisce l'unica idea che al momento gli sembra più risoluta: scappare. Così, prima che Jungkkok gli possa domandare come sta, a cosa stava pensando e, soprattutto, perché non guardava dove metteva i piedi, Jimin si scosta di scatto e, con il volto in fiamme, corre il più veloce che può.
Arriva al trio in capo alla fila e si butta su Yoongi che lo tiene senza fare troppe domande. Gli circonda il fianco con un braccio e si volta a fare la linguaccia a Jungkook che è rimasto sbalordito e confuso dalla rapida ed incontrollata successione degli eventi, poi il ragazzo dai capelli scoloriti torna a bisticciare con Seokjin.
 
Bizzarro, decisamente. Era convinto di star andando bene con il maggiore, che avessero ormai raggiunto un livello di compagnia tale da poter sconfiggere l'imbarazzo e contare su una certa confidenza. Jimin l'aveva visto nel suo momento più umiliante, stanco e senza fiato per neanche due metri di corsa. Jungkook sente di poter avere una relazione dalla certa confidenza! Ma a quanto pare deve ricredersi perché Jimin è più complicato di quando sembri e dovrà armarsi di pazienza e tanta forza di volontà se è davvero disposto a passare al livello successivo. Al momento è uno dei suoi obbiettivi massimi, è una sfida dalla quale non può tirarsi indietro, ormai c'è troppo dentro.
 
Si rende conto, poi, di non sapere veramente nulla sull'altro. Se Jimin in quelle settimane ha potuto imparare a conoscerlo, a Jungkook il tempo passato assieme non è servito a nulla se non a guardare le farfalle. È talmente idiota che se lo dice da solo. Non gli ci vuole nulla per perdere Jimin, per vederselo scappare da sotto il naso come l'attimo fa.
La cosa lo manda in bestia e se in un primo momento ha il puro istinto di spaccare la faccia a Yoongi -può darsi che la sua mano sul fianco di Jimin lo infastidisca leggermente- decide di ascoltare le parole di Namjoon che, facendo eco nella sua mente, gli ricordano gli esercizi di auto-controllo per la gestione della rabbia. Jungkook ha deciso che ha un effettivo problema. Magari non è poi così normale che abbia mandato dieci dei suoi compagni di scuola in ospedale, magari a Jimin, un cristiano di nome e di fatto, che vive più in chiesa che a casa, non piacerebbe avere un amico che fa a botte persino con l'aria, figuriamoci qualcosa di più. E Jungkook brama quel 'qualcosa di più' con talmente tanto ardore che sì, deve darsi una regolata.
 
Però il braccio sottile di Yoongi è ancora lì, sempre presente e Jimin sembra davvero trovare la cosa piacevole. È un fuscello, il piromane, talmente piccolo che potrebbe spezzarlo in un nano secondo e riprendersi Jimin senza neanche faticare. Eppure, deve essere delicato. O almeno ci prova.
Aumenta il passo, supera senza una parola Taehyung e Hoseok, anche loro parecchio intimi, parecchio da fargli salire il vomito (non è mai stato per le sdolcinatezze, non degli altri almeno), e quando arriva all'ormai divenuto quartetto s'avvicina spedito alle sue due mete. Con un movimento sicuro e quasi gentile del polso, appena afferrato l'arto fastidioso di Yoongi, lo scansa velocemente e afferra, attenzione: sempre con gentilezza, Jimin e facendolo passare al suo fianco. Finalmente lontani i due bassotti del gruppo, prende la mano del ragazzo con i capelli scuri e allunga un altro po' il passo.
 
- Jungkook? - la voce di Jimin trema, ma non è spaventava, solo confusa. Confusa gli va bene, è un passo avanti.
 
- Mh.
 
- Che stai facendo?
 
- Ti sei allontanato e non ne vedevo il motivo.
 
- S-stavi... Eri al telefono e allora io–
 
- Se ti da' fastidio puoi dirmelo, non era niente di importante comunque. - e Jimin si perde un attimo a capire. Nota le mani di Jungkook, si scuotono come se gli prudessero e percepisce la sua tensione nelle spalle e il nervosismo da come di morsica il labbro e da come tiene d'occhio Yoongi anche senza voltarsi. Capisce lo sforzo che ha fatto per venirlo a riprendere senza scenate inutili e sorride dolcemente al gesto. Lo apprezza davvero molto.
 
- Okay.
 
Park Jimin dovrebbe ritenersi molto fortunato, comunque. Non solo perché Jungkook gli è talmente vicino da far scontare le loro spalle mentre camminano (gli ha lasciato la mano, ma sono pur sempre in contatto come se non si fossero mai divisi), ma perché il ragazzo l'ha appena posizionato al primo posto d'importanza detenuto precedentemente dalle sigarette. Un onore.
 
 


 
✄✄✄
 
 
 
Al parco divertimenti, alla fine, non ci vanno. Yoongi si lamenta per tutto il pomeriggio di quanto sarebbe stato grato alla vita per una volta se avesse potuto mangiare dello zucchero filato e quando Taehyung gli offre un po' del suo inizialmente sorride felice, ma poi guarda storto Hosoek e rifiuta l'offerta perché: - Io non accetto la carità di voi svalvolati!
Che Taehyung ci sia rimasto male è evidente, che Hoseok voglia fare nero Yoongi ancora di più. Così, per evitare scaramucce, Seokjin ricorre all'unica soluzione logica: una sberla in testa al piromane ed è tutto risolto. Namjoon gli intima di stare tranquilli e il giovane uomo si giustifica dicendo che i maleducati vanno puniti. Yoongi gli urla che se farà così anche da padre probabilmente avrà un figlio infelice e stupido. E da quelle parole, son dolori.
 
Gli unici che non prendono parte al teatrino comico sono Jimin e Jungkook che si sono seduti in fondo al prato lontani da tutti. Non è ancora tempo per dare davvero inizio all'incontro, quindi ne stanno approfittando un po'. Jungkook non ha mai fatto tante domande così sciocche e inutili, ma si rende conto della loro effettiva importanza solo quando vede Jimin sorridere imbarazzato e rispondere con sincerità.
 
- Tutti gli animali sono belli, non posso sceglierne uno.
 
- Mi stai dicendo che non sceglieresti neanche i cani? E Lucky allora?
 
- Gli voglio bene, ma non preferisco i cani a tutti gli animali, - Jimin ride perché Jungkook fa un'espressione buffa - E il tuo? Che animale ti piace?
 
- Il leone.
 
- Ok.
 
- È tanto scontato? - Jimin fa un faccia pensierosa.
 
- In realtà no, ti si addice. Un animale fiero, rispettato e temuto, credo che sia quel tipo di sensazione.
 
- Come mi leggi bene. - ridono. Se fossero in una serie televisiva romantica si scambierebbero anche un innocente bacio sulle labbra presi dalla conversazione poco sensata e dalle loro espressioni sorridenti. Ma Jungkook ha imparato che la realtà è sempre più crudele e Jimin ha smesso di ispirarsi a ciò che suggerisce la televisione dopo essersi quasi affogato nella vasca da bagno.
 
È un argomento che non gli piace trattare, lo fa sentire debole e molte volte riceve solo sguardi di pietà in cambio. Probabilmente è una cosa già sentita, ma non vuole la pietà di nessuno, perché molte volte è un sentimento forzato e Jimin odia quel tipo di sentimenti.
Della sua decisione di morire ne ha parlato solo con Namjoon. Il maggiore l'ha ascoltato con pazienza e gli ha consigliato di prendersi i suoi tempi e i suoi spazi per riflettere e cercare di superare le sue battaglie. Così Jimin ha fatto, ma poi si è reso conto di aver sviluppato una certa fobia per l'acqua e di non riuscire a mantenere conversazioni riguardanti il suo incidente senza scoppiare a piangere. Per di più, la notte aveva incubi su incubi; sognava di morire in mille modi diversi, a volte anche di venire ucciso da una figura che gli ricordava se stesso e si svegliava di soprassalto con l'amaro in bocca, il fatto che non fosse davvero tutto reale come immaginava gli dava sui nervi. Quando decise di sbarazzarsi di tutti gli specchi dentro casa pur di non vedere la sua figura, sua madre aveva preso provvedimenti.
Inizialmente è stato difficile, Jimin era ad un punto in cui si rifiutava di fare qualunque cosa contribuisse a mantenerlo in vita: non mangiava, non beveva, non si curava più di sé. Adesso sta relativamente bene e si è ripreso, il suo stomaco è pieno il giusto, è sempre ben idratato e la sua igiene intima è impeccabile. Il problema dell'acqua è ancora un tasto dolente e il suo rapportarsi con le persone è ancora influenzato dalla sua poca autostima, ma per quest'ultima lo sta aiutando Jungkook e niente gli fa pensare che non ci sia una speranza per lui. È da tanto tempo che non si sente così ottimista riguardo il suo futuro, gliel'ha fatto notare anche Namjoon.
 
Questi gli urla qualche metro più in là di avvicinarsi quando stanno tenendo una discussione molto interessante sui cibi piccanti. È arrivato il momento dell'incontro vero e proprio, Seokjin è andato via e tutti hanno già preso posto.
L'assenza del giovane uomo è stata decisa da nessun altro che egli stesso, perché Seokjin è una persona invadente, ma non irrispettosa e non vuole intromettersi in cose che non gli riguardano. Ha salutato tutti cortesemente e in disparte si è accordato con Taehyung per vedersi direttamente a casa del giovane.
Nel momento in cui sono tutti presenti, Namjoon tira fuori il suo quaderno e la sua penna e da' inizio alla loro chiacchierata. Informa tutti che il viaggio programmato ci sarà tra poche settimane, dopo le vacanze di Natale, quindi è bene che tutti informino le proprie famiglie e chiedano il permesso per partire, sopratutto Jungkook dato che è ancora minorenne. Ci sarebbe anche da organizzare una festa per Taehyung, dato che sarà il suo compleanno a breve, questo Yoongi gliel'ha detto prima di iniziare l'incontro, ma Namjoon pensa a tutto prima ancora di svegliarsi la mattina e ha già organizzato qualcosa. Trova carino da parte dell'amico ricordarsi di una cosa del genere, del resto a Taehyung non piace parlare di questo tipo di cose, non ama essere al centro dell'attenzione in un modo così vistoso. E Yoongi ha buona memoria delle cose che gli interessano davvero, così Namjoon non è poi tanto sorpreso.
 
Dopo aver parlato, lascia aperto il discorso agli altri e ognuno parla della sua settimana. Hosoek racconta della visita di sua nonna, Taehyung del suo corso di cucina, Jungkook dei suoi cugini leccaculo. Jimin storce il naso alla parola, ma non dice nulla. La sua settimana non è raccontata in maniera dettagliata, come sempre, ma nessuno commenta. Yoongi ha passato la settimana tra casa di Namjoon e le vie della città, ha scoperto una marca di sigarette che non gli fa venire da vomitare e ha acquistato un accendino simpatico da un tipo vicino alla stazione metro.
La conversazione va avanti tranquillamente finché non viene fuori che Hoseok ha ricominciato a prendere i farmaci di nascosto da sua madre.
 
- Sento che le pasticche giornaliere non sono abbastanza, ho bisogno di più pasticche, non voglio farla stare male.
 
Taehyung gli si fa più vicino e Hoseok è sul punto di non ritorno. Fissa qualcosa di invisibile nell'aria e si distanzia da tutti, non sente neanche più gli occhi pizzicare né i denti tremare, si focalizza solamente su se stesso e sul fatto di voler sparire. Jimin lo capisce, seppur in minima parte, e prega per lui.
Namjoon ha imparato che cercare di riportare alla realtà Hoseok è difficile quando questi ha smesso di lottare e non è pronto a collaborare, cioè la maggior parte di casi in cui la situazione è grave. Ha anche imparato che molte volte il ragazzo è capace di sollevarsi da solo, ha solo bisogno di tempo, e anche se Namjoon ha paura di aspettare troppo, si intima di essere coraggioso per lui, per tutti loro. Il compito di guidarli gli è entrato nelle viscere, non può tirarsi indietro neanche desiderandolo con tutto se stesso, perciò resta. Ed è ammirevole, anche se non se ne rende conto, perché a volte la paura di veder cadere qualcuno che si vuol proteggere sa essere più forte della paura di cadere stessa.
 
- Hoseok.
 
- Mh? - gli occhi rimangono immobili, l'espressione è rilassata ma la mente non lavora, è lenta a recepire e Hosoek deve fare uno sforzo immane per seguire ciò che Namjoon gli sta dicendo.
 
- Sai che puoi farcela, io credo che tu possa farcela.
 
- Io, - corruga la fronte - Io non credo di potercela fare. N-non ha neanche più senso, l-lei... - non le sente le lacrime che rigano le sue guance, magari è abitudine, magari si è già estraniato tanto da evitarsi di sentire il dolore - Lei non lo merita, hyung. Sono così orribile con lei!
 
Hoseok è incontenibile se lasciato vagare. Può passare da un sussurro ad un vero e proprio grido di disperazione, dal lisciarsi le pieghe dei pantaloni in movimenti rilassanti a tirarsi i capelli con furia. Una volta ha sentito sua madre singhiozzare in cucina mentre spiegava a suo padre quello che i medici le avevano riferito. Al momento non è pericoloso per gli altri, ma per se stesso potrebbe essere fatale.
L'uomo aveva assicurato che avrebbero trovato una soluzione, che tutto sarebbe andato bene. Hoseok ha pensato ad un'unica alternativa.
 
- Hobi, - è un soprannome carino, Namjoon lo chiama così quando lo vuole calmare e funziona, è un buon metodo per produrre del calore nella sua anima - Ti farai male se prendi tutte quelle pasticche.
 
- Non mi interessa. Magari– magari va bene così, no?
 
La sua voce è uscita spezzata e il silenzio ha preso il sopravvento dopo quelle parole. Non è difficile capire a cosa si stia riferendo, Yoongi l'ha capito e vuole andare via perché l'aria è diventata infinitamente scomoda e il nervosismo gli fa venire voglia di bruciare tutto. Taehyung è sul punto di piangere, sente dei conati attorcigliargli lo stomaco e fargli salire il disgustoso sapore del vomito in gola. Lo percepisce sulla lingua e si comanda di non fare il debole, di essere forte per il suo amico. Il senso di colpa lo sta divorando dall'interno e vuole soltanto poterlo aiutare perché no merita tutto l'affetto da lui ricevuto.
Jungkook è a disagio e ha paura, Jimin gli stringe la mano talmente forte da fargli male ma non si ritira. Se può anche solo essere un appiglio allora che lo sia, non si lamenterà di certo.
 
- Vivere fa schifo.
 
Non si sa bene da chi siano venute quelle parole, la voce che le ha sussurrate era talmente distorta e lontana che sarebbe difficile distinguerla. Namjoon la riconosce come quella di Hoseok solo perché conosce i suoi modi di essere, li ha visti da vicino più di chiunque altro e sa anche cosa rispondere ma vuole che siano gli altri a farsi avanti. Non è un gesto di codardia, ma più un voler mettere alla prova i suoi protetti. È necessario che si confrontino su argomenti di questo tipo, perché sono alla base del legame che li tiene uniti.
 
- Lasciami dire, - è Jimin a prendere la parola, ha le guance bagnaticce e gli occhi rossi, la voce trema ma il tono è duro, non si capisce se sia arrabbiato o triste - Che morire fa ancora più schifo.
 
- Tu non hai neanche la più pallida idea di quanto faccia schifo! - non si accorge neppure di star urlando, di star stringendo troppo la presa su Jungkook, di star lasciando le lacrime sgorgare come un fiume in piena - Vorrei poterti dire di non farlo mai, ma non posso perché dovresti davvero provare per capire quanto faccia schifo! Non riuscire a pensare a nulla se non a quando e come agire, pensarci talmente tanto da non poter dormire la notte e svegliarti con la consapevolezza che no, non sei morto! Neanche stavolta è andata bene!
 
Jungkook lo guarda con occhi spalancati, Jimin continua a piangere, le spalle si alzano e s'abbassano ad un ritmo veloce e incontrollato a causa dei singhiozzi e la gola gli fa male a causa delle urla. Tossisce e Jungkook lo stringe a sé in un gesto confortante. Yoongi distoglie lo sguardo e sputa per terra qualche metro più in là.
Hoseok ha smesso di piangere e sembra stia ragionando meticolosamente sulle parole di Jimin. Taehyung si è dovuto allontanare un attimo per prendere aria, si è sentito soffocare nonostante fossero all'aperto.
Il tutto farebbe pensare ad un vero e proprio fallimento. Non è mai capitato che le acque si muovessero in direzioni così opposte, che si scontrassero tra loro e formassero uno tsunami talmente gigantesco da travolgere tutti in una volta sola; eppure Namjoon si ritiene pienamente soddisfatto.
Chiude il loro incontro con piccolo colpo di tosse, che gli fa ottenere l'attenzione generale, e ringrazia tutti per essere venuti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
❈ Angolo autrice ❈
 
Ehilà ~
 
Allora in teoria avrei dovuto postare il capitolo ieri ma ho avuto un problema con internet quindi oggi l'ho finito e ho deciso di pubblicarlo~
È la primissima volta che tutti i bangtan si trovano assieme e io sono morta quindi festeggiamo, alè!
 
Nonostante ciò, il capitolo è molto triste alla fine :"((
Un po' si capisce quello che è successo a Jimin, quindi per chi avesse avuto dei dubbi su di lui adesso può anche baciarmi si ciao.
I jikook sono talmente dolci che mi sono sentita male da sola mentre scrivevo, ma preoccupatevi saranno ancora peggio più avanti!!
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto !! Per favore favorissimo fatemi sapere che ne pensate recensite su !!!
 
Ve se ama perché ancora mi sopportate ~
 
happy chestnuts
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: M a r t