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Autore: Amber    14/04/2009    8 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui con la terza e ultima parte! No, non è un miraggio, sono proprio io... lo so che è da secoli che non posto e mi dispiace moltissimo, ma questa parte è stata davvero dura da scrivere. Comunque eccomi tornata con altri 29 capitoli pronti per essere pubblicati!! Abbiamo lasciato una situazione abbastanza critica nella seconda parte ricordate? Ebbene, sono passati tre anni, Kagome si è chiusa dentro un guscio di protezione, è diventata fredda e menefreghista continuando però ad andare a scuola e lavorando al pub affiancata da Mikado. Sango e Miroku, in questa parte avrenno un sacco di grattacapi ed enormi problemi... Inuyasha? Beh, lui è di ritorno dall'America... Sposato? Fidanzato? Con una frotta di figli? Tutto da scoprire in quest'ultima parte! Buona lettura a tutti!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Note e Anima'
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Salve a tutti! Scusate il ritardo ma dopo un mese passato in Danimarca ritornare in Italia è stato un po’ scioccante… comunque anche se in ritardo Buona Pasqua a tutti! ^^-

Parlando della mia “breve” gita… dovete assolutamente andarci se ne avete l’opportunità perché è veramente bellissima! Diciamo che per ora nella mia scaletta è dopo la Scozia che ha il primato assoluto di bellezza naturale.

Ma non voglio annoiarvi troppo quindi passo subito a rispondere alle vostre recensioni!

 

smartina86: carissima! Spero che il tuo esame sia andato bene! comunque grazie della tua recensione e mi scuso per il ritardo ma in Danimarca non ho avuto l’occasione di postare… comunque si, speriamo che Inuyasha segua i consigli di Tom… ma, tu che dici? Al prossimo capitolo!

 

Chiba: ehm… wow. La tua recensione mi ha lasciato senza parole ma devo dire che mi ha fatto riflettere. Mi spiace molto che la mia storia non ti ispiri e non ti coinvolga, ma i gusti sono gusti vero? Sono sicura che tu non sarai ne la prima ne l’ultima però ho apprezzato molto la tua sincerità. Essendone l’autrice forse non ne vedo ogni difetto ma oso contraddirti su un punto che per me è molto fondamentale: la psicologia dei personaggi. Ovviamente forse lo vedo di più ma l’evoluzione c’è in ogni personaggio, certo, ovviamente alcuni momenti della storia possono essere statici, ma anche quelli mi parevano importanti per il fine della storia. Non so se mi sono spiegata bene. Però vorrei, mi piacerebbe, che finissi di leggere questa storia e che alla fine mi dessi un giudizio complessivo. La fic sul mio pc è conclusa e non ho intenzione di modificarla eppure mi interessa molto il tuo giudizio come di chiunque altro. Allora spero a presto.

 

Bellatrix_Indomita: grazie per la tua recensione. Sono contenta che anche lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Al prossimo capitolo!

 

pretty: si! Quella canzone mi pareva assolutamente giusta e ascoltandola ho sentito che calzava a pennello con quel capitolo! Tom è troppo buono vero? Si, forse hai ragione…  Anche a me piacciono molto i Promessi Sposi ahah! Grazie della recensione!

 

jkio: non preoccuparti, non mi hai offeso, anzi, grazie per la sincerità. Mi spiace che la storia non ti piaccia o che ti paia banale (fidati, alcune volte lo penso anche io!) però penso che la nuova Kagome possa essere capita per come è diventata, o almeno questo è il mio punto di vista, è diventata così a causa di tutti i capitoli che precedono questa sua trasformazione e mi spiace che questo non sia stato colto. Comunque spero tu voglia continuarla a leggere in modo da potermi dare un giudizio su tutta la storia conclusa. Ciao!

 

coco_: grazie per la tua bellissima recensione! Sono felice che la mia storia ti piaccia fino a questo punto. È vero, lo scorso capitolo era pressoché statico ma servirà per i prossimi quindi porta pazienza ok? Grazie della recensione!

 

pillina28: leggere per scoprire!! Sappimi dire se anche questo capitolo ti è piaciuto! Al prossimo capitolo!

 

Beh, non voglio intrattenervi oltre. Grazie a tutti coloro che recensiscono o leggono semplicemente.

Buona lettura a tutti!

 

***

 

Capitolo 21

       Scoperte e arrivi

 

Giovedì 26 Giugno. Ore 20.50 (Tre settimane dopo la partenza di Tom)

Mikado strinse forte a se la ragazza che, ridacchiando, gli circondò il collo con le braccia

-Mi sei mancata da morire- mormorò lui strofinando il naso contro quello di lei

-Che tragico, non ci vediamo solo da 10 giorni-

-No cara mia, sono esattamente 13 giorni, 6 ore e 38 minuti- precisò lui controllando l’orario

-Che pignolo! Come ve la siete cavati tu e Takashi senza di me?- chiese la mora alzando gli occhi su di lui, appena in tempo per vedere una smorfia di disapprovazione delineargli il viso

-Non c’è nulla da ridere Kagome… abbiamo sfiorato la catastrofe, nel vero senso della parola-

-Esagerato-

-Non scherzo! Non so come faremo quando tu partirai per la Grecia tra qualche giorno, mollandoci soli come cani per più di un mese!- esclamò il giovane drammatico. Lei gli si strinse addosso e contemplò il vuoto senza rispondere al compagno che la fissò in viso sorridendo, fraintendendo quali pensieri frullassero nella mente della mora –Che succede? Credi davvero che non sia stato terribile?- Lei scosse il capo rialzando il viso

-No, no. Ti credo. Che mi cada un meteorite in testa se non è vero!-

Il giovane alzò il pugno verso il cielo, imitando in modo scherzoso la caduta di un oggetto volante, come in un cartone animato, e la colpì gentilmente sul capo

-Atterraggio effettuato- Kagome scoppiò a ridere e gli sfiorò i capelli mentre ridevano spensierati.

Erano nel monolocale del ragazzo, abbracciati immobili sul divano, con la luce artificiale del lampadario sopra di loro che illuminava tenuemente la stanza in quella calda serata di Giugno

-Dovresti comprarti un climatizzatore- gli fece notare lei –Qua dentro c’è un caldo insopportabile-

-Su, su, non ti lamentare. Non c’è così caldo-

-No hai ragione, ce né di più- Lui scosse il capo

-Non ho intenzione di staccarmi da te, almeno fino a stanotte, che sia chiaro. Pensa, oggi è probabilmente l’ultima volta che posso stringerti così- disse. Kagome abbozzò ad un sorriso

-Ehi Mikado, ma guarda che non resto mica là per sempre. Qui in Giappone ci ritorno, eccome!- esclamò convincente. Lui scrollò le spalle senza lasciarla

-Fammi fare come pare a me, non ti costa nulla no?- Lei scosse il capo e lui sorrise baciandole il naso –Thank you. Com’è andato l’esame comunque?- domandò. Lei sorrise

-Bene, credevo peggio te l’assicuro. Giapponese è stata, ovviamente, una passeggiata; le lingue idem, la forma è giusta, di questo sono certa e alla fine l’importante è quello, per le parole poi avevamo ciascuno un dizionario, quindi è stato facile; in matematica ho decisamente molti dubbi, ma tralasciamo l’obbrobrio; oggi invece ho avuto l’orale…- Lui annuì

-Si, mi avevi accennato qualche cosa sul giorno-

-Esatto. Ero molto tesa, però alla fine ho parlato tranquillamente- spiegò gesticolando eccitata –I professori erano molto fieri per la scaletta e le ricerche che avevo fatto-

-Tirando le somme: promossa a pieni voti!- esclamò lui

-Non penso a pieni voti, ma la promozione l’ho di sicuro! Che bello, sono libera! Libera dalla scuola, dai compiti, dallo studio, dai professori, dall’alzarsi la mattina alle 7 e… e… oh Kami, ho finito!!- Lo abbracciò forte canticchiando e lui le scompigliò i capelli

-Bravissima! Quando escono i quadri?-

-Tra un mese. Io sarò ancora in Grecia, ma mia madre mi informerà per telefono. Che eccitazione!-

-Ehi Kagome respira! Hai il cuore che va a mille! Sicura di non esserti bevuta qualche litro di caffè?- domandò ironico

-E tu invece?- chiese lei senza rispondergli –Com’è stato il tuo esame di maturità? Dove andavi?-

-Sono passato con 95- disse –Ma andavo a Kyoto quindi…-

-Ah, prima vivevi là? È una bella città, mi è sempre piaciuta! E poi 95… cavolo! L’Università invece?- domandò. Mikado sorrise gelidamente e scosse il capo

-Non è interessante, dico davvero-

-Oh su, non farti pregare!- Si guardarono qualche istante poi il moro sospirò rassegnato

-E va bene, ma tanto non mi crederai-

-Perché non dovrei? Su spara!- esclamò curiosa

-Ok… andavo ad H..va…d- sussurrò

-Cosa? Mikado, non ho capito-

-Harvard- gettò più forte. Lei lo fissò alzando il sopracciglio

-Intendi l’università di Harvard, a Cambridge, nel Massachusetts? Quella scuola che fa entrare si e no il 10% degli studenti?-

-9.1%- precisò lui annuendo

-Ok, tu mi stai prendendo in giro-

-Ecco, lo sapevo. Ecco perché odio parlare di certe cose- borbottò lui. La mora annuì

-Inventatene una migliore Mikado. Seriamente, dove sei stato?-

-Guarda che la mia non è una presa in giro. Sono davvero stato ad Harvard-

-Ma certo Mikado, certo. In realtà sei un figlio di papà che, non potendone più di essere viziato e ricoperto di soldi, ha mandato tutti a quel paese ed è venuto qui, in Giappone, cambiando modo di vivere da un giorno all’altro. Come no!- esclamò sarcastica. Lui scosse il capo

-Non proprio. I miei sono morti quando frequentavo il secondo anno e con loro sono andati in cielo anche i miei possedimenti e patrimonio. Sono riuscito ad arrivare alla tesi con la borsa di studio datami dalla scuola, non sai che fatica mantenerla. Dovevo tenere una media molto alta, altrimenti c’era il rischio che mi buttassero fuori oppure che la dessero a qualcun altro. Data la tesi sono tornato in Giappone dove avevo uno zio, Takashi per l’appunto, mi ha aiutato molto e gli sono molto grato per quello che ha fatto per me. Da quel momento mi sono dedicato alla musica con la mia chitarra finché non sei arrivata tu, quando ti ho incontrata ero tornato da qualche mese- raccontò.

Kagome, senza parole, si rese conto che effettivamente lei non conosceva nulla del passato di Mikado. Non erano mai arrivati a parlarne e lui aveva sempre taciuto su tutto

-Quindi… non mi stai prendendo in giro- concluse

-Lo giuro- rispose serio. Kagome, sconcertata si massaggiò le tempie

-Sei un genio di Harvard che si ritrova a fare per vivere un lavoraccio come il nostro?-

-Non è un lavoraccio, ma… si, è così-

“Oltre bello è anche intelligentissimo! Maledizione, se l’avessi saputo prima mi sarei fatta aiutare in matematica! Ma perché io devo sempre avere a che fare con dei ricconi? Sarà la mia maledizione…” Sorrise, più rilassata –Wow, che figata! Harvard!! Com’è la scuola?-

-Bellissima, quanto severa. La competitività là è soffocante, devi sempre stare sul chi va là… non ho avuto molti amici in quel posto. Però l’istruzione è eccellente- spiegò. Lei annuì

-Lo immagino. E la tesi? Con quando sei passato?-

-110… il secondo in tutta Harvard- Lei alzò il sopracciglio

-E il primo?-

-Ah quello… 110 con lode- Scrollò le spalle –Non ho preso la lode per un errore da vero idiota…-

-Capisco. Beh, è un buon voto… magari lo prendessi io!-

-Pensa intanto al voto di questo esame. Hai pensato a cosa fare dopo?- Lei lo guardò

-In che senso?- domandò. Il moro alzò il sopracciglio

-Cosa vuoi fare? L’università?-

-Ehm… forse… è probabile. Non ne ho ancora parlato seriamente con mia madre-

-Ma come?- La giovane si strinse nelle spalle

-Comunque se potessi andarci saprei già cosa andare a fare-

-Ovvero?-

-Letteratura- rispose –E ampliando, se è possibile, anche quella inglese. Sheakespeare… Wilde… Austen… cose simili- Lui annuì

-Ah capisco. E dove?-

-Non saprei… ma prima devo vedere se è economicamente possibile-

-Va bene. Spero tu possa andarci, davvero- Lei sorrise

-Anch’io!-

-Vuoi qualche cosa da bere?- domandò lui staccandosi da lei e alzandosi, sgranchendosi le gambe

-Mmmh, si grazie. Un the freddo- decise. Lui sparì nella stanza a fianco, ma rimbucò immediatamente scuotendo il capo

-Finito- dichiarò –Se aspetti 5 minuti vado a comprarlo al negozio qua sotto-

-Ti accompagno!- esclamò alzandosi la mora

-No, ferma lì- ordinò spingendola a sedere –Non ho voglia di chiudere la porta a chiave e comunque ci metto pochissimo, promesso- Lei annuì –Come lo vuoi il the?-

-Alla pesca naturalmente!- Mikado le strinse l’occhio baciandole la guancia

-Bene- Fece per allontananarsi ma si bloccò quando vide l’espressione contrariata di lei –Beh?-

-Sei un cafone- affermò Kagome incrociando le braccia al petto. Lui le si riavvicinò piegandosi su di lei, appoggiando le mani sullo schienale della poltrona ai lati della sua testa

-E perché mai?-

-Quel… bacetto… ti pare un bel modo per salutarmi?- chiese fissandolo male. Il moro sorrise

-Hai ragione, perdonami- Le sfiorò le labbra ritirandosi immediatamente –Va meglio?-

-Decisamente no- Lei lo prese per il colletto avvicinandoselo –Dopo tre anni hai bisogno che ti insegni come salutarmi come si deve?- chiese severamente

-Non si smette mai di imparare- disse saggiamente. La giovane roteò gli occhi scocciata e lo spinse poco gentilmente a sedere di fianco a lei, mettendosi a cavalcioni su di lui. Il giovane la lasciò fare, senza mai smettere di sorridere sornione

-Non so perché, ma mi piace come inizio, purtroppo, devo ricordarti che il negozio non rimane aperto per noi-

-Lo so e poi ora ci vai… questo è solo il… saluto-

-Spero ce ne sia uno anche quando torno tra qualche minuto-

-Certo e se fai presto posso anche vedere di… approfondire. Non so se è chiaro- disse maliziosa

-Assolutamente si- rispose prendendola per la vita –Sento già un certo movimento-

-E non ho fatto ancora nulla… voi ragazzi pensate solo a quello!-

-Siamo uomini- rispose lui, come se spiegasse tutto. Ed effettivamente…

Kagome scosse il capo

-Incorreggibile-

-Dai Kagome sbrigati che voglio tornare presto-

-Agli ordini milord- mormorò le abbassandosi su di lui. Gli scostò un ciuffo da davanti agli occhi per guardarlo meglio in quel liquido verde. Chiuse gli occhi e lo baciò.

Non trovò alcuna resistenza quando gli inondò la bocca con la propria lingua, che scontrò subito con quella del compagno che la stuzzicò girandoci intorno, incontrando i denti della ragazza e poi il suo palato che solleticò. Tornò indietro, incontrando la punta della lingua della giovane, giocandoci.

Si staccarono solo per un incessante bisogno di aria, guardandosi mentre regolarizzavano il respiro. Il moro le mise una ciocca dietro l’orecchio, senza mai smettere il contatto visivo e passò una mano tra i capelli ebano, dietro la nuca. Le sfiorò il collo con le dita calde e l’attirò a se nuovamente. La giovane si lasciò condurre contro quelle labbra invitanti.

Rispetto alla foga di prima e a quel bacio erotico, quello fu lento e dolce. Le bocche si incontravano dolcemente e le lingue giocavano con quella del patner in una sincronia  e complicità quasi paurosa.

Mentre si staccavano per la seconda volta e Kagome appoggiava, chiudendo gli occhi, la fronte contro quella di lui, pensò che dopotutto non avrebbe mai immaginato di risentire certe sensazioni in un uomo che non fosse Inuyasha.

Forse ora era veramente pronta a lasciarsi tutto alle spalle.

“Con calma Kagome, non andare di fretta. Rimanda a tutto dopo la Grecia, non ora” Aprì gli occhi e incontrò quelli innamorati di Mikado che le imporporarono le guance. Si scostò da lui e gli sorrise

-Ecco, ora puoi andare- concesse

-La ringrazio infinitamente milady, torno subito- disse inchinandosi e uscendo, senza attendere un altro istante.

Kagome, rimasta sola, si sdraiò chiudendo gli occhi e coprendoseli con un braccio, permettendo così alla luce del lampadario di non infastidirla, lasciò che i ricordi di quelle ultime settimane la invadessero.

La settimana dopo l’arrivo di Tom e Eve in Giappone la famigliola era ripartita, lasciando a Kagome, come regalo, un biglietto in prima classe di sola andata per l’aeroporto d’Atene, in Grecia. Questo, poteva essere usato entro un mese, prima della scadenza datata il 5 Luglio, e la giovane aveva deciso per il 28. Avvertito Tom, era stata informata che la villetta dove avrebbero alloggiato tutti insieme, si ritrovava a un ora di macchina dall’aeroporto e che per questo, avrebbe trovato una macchina ad attenderla.

Con in testa l’immagine della villetta ed eccitata per la partenza, Kagome aveva cominciato a studiare come una matta per l’esame, arrivando agli ultimi giorni che praticamente non usciva di casa, rimanendo rinchiusa dentro camera sua per ore a ripetere come una nenia formule, parole, frasi…

La fine della scuola era stata presa come una benedizione e, nella classe, si erano cominciati a formare gruppi di studio mentre venivano eseguiti le ultime prove per la festa di fine anno che, nemmeno a dirlo si era svolta egregiamente.

A proposito della festa. Kagome era venuta a sapere, qualche giorno dopo, che i gemelli si erano chiariti dopo una serie di pugni e una litigata furiosa, così, Daysuke, con un livido sotto l’occhio e il labbro spaccato, si era dichiarato a Karin che, senza indugio, aveva ricambiato i sentimenti del giovane. Ora formavano una bellissima coppia e pure Kasuke sembrava avesse conosciuto una ragazza, ma quella era solo una voce.

“Almeno loro sono finiti bene” pensò la giovane.

La settimana dopo la fine della scuola, si erano svolti gli esami scritti e per l’orale, la ragazza si era fatta spostare alla prima settimana ed era finita, fortunatamente, il giorno 26, riuscendo così a liberarsi per il 28.

Eppure… c’erano altre cose che la facevano pensare, cose successe sempre in quel breve lasso di tempo.

In 3 lunghe settimane non aveva mai, nemmeno una volta, né incontrato Miroku, né Inuyasha… nessuno del gruppo COBRA. Anche Sango a scuola, si era tenuta a debita distanza da lei, compreso durante gli esami scritti. Nell’orale non l’aveva incrociata, ma aveva saputo che era stata interrogata il giorno prima di lei visto che sarebbe dovuta partire.

Era sconcertante.

Nel senso, se quell’allontanamento improvviso era dovuto a ciò che aveva detto loro l’ultima volta… avrebbe dovuto pensarci prima!

Strinse il pugno mordendosi il labbro, furiosa con se stessa per un pensiero che troppe volte aveva sfiorato la sua mente, tormentandola

“Cosa stai facendo adesso Inuyasha?”

In quel momento la porta si aprì e, spalancando gli occhi, si vide sventolare davanti al viso la bottiglia di the

-Sono stato l’ultimo cliente della giornata, ne sono quasi fiero- disse Mikado allontanandosi verso la credenza. Kagome si sedette incrociando le gambe e lo guardò riempire due bicchieri –Immersa in pensieri profondi?- le domandò appena si fu seduto

-Mh? Oh, no… o almeno, non più del solito- rispose lei abbozzando ad un sorriso e svuotando il bicchiere. Il ragazzo rise divertito

-Si, effettivamente è così- Lei gli sfiorò la guancia e il moro la guardò, sorridendo malizioso –Credi che possa avere adesso il mio bentornato?-

-Immagino proprio di si- Lo attirò a se baciandolo e lui l’accompagnò quando la ragazza si sdraiò, senza abbandonare le labbra di Kagome

-Aspetta, andiamo almeno di là!-

-Ma no dai, non ho voglia di andare nell’altra stanza- Gli tolse la maglia che gettò per terra

-Ah… allora ho ragione quando dico che ti piace farlo in posti particolari… prima la macchina, il tavolo della nostra sala prove… e ora il divano. Non ti accontenti mai!- esclamò. Lei gli fece la linguaccia

-Diciamo che mi piace provare posti nuovi-

 

Quando i loro respiri si furono regolarizzati, Mikado la strinse a se, forte, mozzandole il fiato

-Mi uccidi- disse lei. Lui non la lasciò ma rallentò la presa, affondando il viso nell’incavo del suo collo

-Kagome?-

-Dimmi-

-Io ti amo, da morire- La ragazza annuì, senza sapere cosa fare, arrossendo –Se tu… un giorno vorrai, quando ti sentirai pronta e vorrai stare con me… Kagome io ti giuro, ti prometto, che ogni girono della mia vita sarai l’unica e la sola, per sempre-

Sotto la potenza di quelle parole e del cuore di lui che batteva furioso sotto la propria mano, la mora lo baciò

-E io spero di fare la scelta giusta Mikado- confessò.

L’immagine di Inuyasha la stordì, ma la scacciò, spingendola in un angolo della sua mente.

 

Sango si sentì scuotere la spalla e aprì gli occhi, stordita. Il volto di Miroku le comparve davanti, sorridente

-Ehi Sango, dai svegliati… siamo quasi atterrati!- sussurrò

-Di già?- chiese, raddrizzandosi sul sedile

-Vorrei farti notare che abbiamo viaggiato per 24 ore… non credo proprio che il tuo “di già” sia coerente!- sbottò da davanti Inuyasha girandosi appena per lanciare alla ragazza un’occhiataccia –Mentre tu te le dormivi tutte, noi ci siamo annoiati a morte!-

Koga, si voltò annuendo

-Si, è stata una noia! Soprattutto Inuyasha che sbuffava ogni dieci minuti, non è stato molto idilliaco-

-Beh, scusami tanto Koga se ho esposto tutta la mia noia a voi due piccioncini!-

-Inuyasha, ti pregherei di non mettermi in mezzo- commentò tranquilla Rin girando la pagina di un libro

-Gentili passeggeri l’aereo sta per atterrare. Vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di non alzarvi dalle vostre postazioni- disse una voce femminile che poi parlò in altre due lingue per poi chiudere la comunicazione dalla cabina

-Era ora- sbottò il moro osservando il paesaggio sotto di se

-Ehi Inuyasha?- Miroku si sporse e il giovane lo guardò

-Cosa?-

-Dobbiamo ammettere che questo viaggio è stata una vera e propria fortuna, non pensi?-

-Beh, non ce lo potevamo di certo immaginare Miroku- rispose. L’interlocutore fece una smorfia

-Già. E pensare che inizialmente non pensavo fosse una cosa così importante!-

-Fortunatamente tua madre ha buona memoria per le calligrafie altrui-

Miroku annuì rimettendosi comodo

-Mi spiace che Kagome non sia con noi- commentò –A Kikyo avrebbe di certo fatto piacere-

-Miroku, potresti evitare di nominare sempre e perennemente Kagome?- gli domandò palesemente irritato. Il giovane dietro di lui scrollò le spalle

-Anche se avessimo potuto, i biglietti erano prenotati e i posti assegnati, per di più Kikyo nella lettera non ha menzionato in alcun modo Kagome, né il suo desiderio che venisse con noi-

-Un po’ mi dispiace- lo interruppe Sango –Poi Kagome aveva l’esame orale e ho saputo che anche lei se l’era fatto spostare a questa prima settimana… però non ne capisco il motivo, forse anche lei doveva andare in vacanza- ipotizzò

-Forse, ma non ci deve interessare più di tanto- subentrò Rin voltandosi verso l’amica –Diciamocelo, Kagome è stata ben chiara. Solo che noi ci siamo illusi per niente- Tornò a far scorrere l’indice sul libro e concluse –Kagome non tornerà mai più nostra amica e non ci perdonerà mai-

-Che cosa orribile Rin! Invece io sono certa…-

-Sango… lo avevi detto anche qualche mese dopo la partenza di Inuyasha-

-E’ assurdo ciò che dici-

-Ma è la verità, che ci piaccia o meno-

-Qui è il comandante che vi parla: gentili passeggeri, l’aereo è atterrato all’aeroporto di Atene. Speriamo che la traversata sia stata piacevole. La compagnia vi augura una buona permanenza e ci auguriamo di rivedervi presto con questa compagnia. Buona giornata. Vi preghiamo di attendere che le luci delle cinture di sicurezza siano spente prima di alzarvi. Grazie della collaborazione- La voce femminile ripeté altre due volte la comunicazione in Francese e Tedesco, poi si spense, lasciando la prima classe in un borbottio sommesso.

Miroku alzò gli occhi guardando la lucina sopra di lui, accesa.

Quelle tre settimane erano volate via velocemente.

Dopo la scoperta del nonno di Kagome, si era stranamente sentito ancora più in colpa e questo l’aveva portato a evitare di andare a prendere Sango a scuola. Le pressioni del padre poi si erano fatte insistenti nell’ultima settimana e quel viaggio, capitato come un vero e proprio dono del cielo, era stata la sua fuga dell’ultimo minuto. Era stato preparato tutto in così breve tempo che non pensava ce l’avrebbero fatta entro la data indicata sui 5 biglietti prenotati, rinvenuti nella lettera di Kikyo. Certo, Kyoko si era opposta fortemente, cercando di coinvolgere sia suo padre che quello di Sango, però, non trovando nulla su cui cimentare le sue teorie folli, come le chiamò il padre la sera in cui ne parlarono, avevano dato loro il permesso di andare. Inuyasha avrebbe ricevuto il proprio lavoro dall’ufficio ogni settimana, mentre Miroku avrebbe continuato in Grecia gli studi.

Prese l’orologio, lo portò 7 ore indietro rispetto all’orario giapponese e sorrise.

Avevano due mesi da passare in totale relax. Lui e Sango avrebbero potuto passeggiare mano nella mano senza rischiare di scandalizzare nessuno. Un miracolo!

Ricordò quando aveva rinvenuto la lettera e di come lo era venuto a sapere, gli era quasi venuto un colpo!

 

[…]

La porta gli si chiuse alle spalle e, camminando verso le scale diretto in camera propria, ignorò i camerieri che lo raggiunsero di gran fretta

-Signorino, la vostra signora madre vi attende nella saletta del the-

-Ditele che la raggiungerò subito- Miroku andò a cambiarsi e, veloce, camminò per i corridoi, diretto dove la madre lo attendeva.

Sperava solo non intendesse parlargli di mogli, scelte, o cose simili… altrimenti sarebbe esploso! Già che era da giorni che non vedeva Sango e questo lo mandava un po’ fuori…

La saletta da the era una semplice stanza, dalle pareti di un tenue color pesca, il pavimento di marmo bianco ricoperto da un tappeto rosso dove era stato messo un tavolino circolare, di legno intagliato con motivi floreali ai bordi, le sedie imbottite di rosso intorno ad esso o delle poltroncine vicino alle ampie finestra lasciate aperte, dove una leggera brezza muoveva le tende immacolate, oppure accanto all’ampio camino spento.

La madre sedeva accanto a una finestra, all’ombra dai raggi solari, sorseggiando il proprio the, talmente assorta che non si accorse dell’arrivo del ragazzo che le si avvicinò. I capelli biondi, erano stati raccolti in un elegante chignon, dove alcune ciocche incorniciavano il viso giovanile e gli occhi turchesi messi in risalto da un semplice, ma elegante, abito blu

-Buon pomeriggio madre- La donna gli sorrise

-Oh Miroku, eccoti finalmente!- Il ragazzo le si sedette accanto e ricambiò il sorriso

-Non volevo farti attendere, scusami- disse. Lei mosse la mano incurante

-Ma va… Vuoi una tazza di the? È freddo e in una giornata simile non può che far bene- commentò

-No, ti ringrazio. Volevi parlarmi mi hanno detto?- chiese. Lei gli lanciò uno sguardo malizioso e sorrise

-Speravo che tu dovessi parlare a me-

-Come?- domandò sbigottito Miroku

-Ma si… in questi giorni ti stressano tutti molto vero? E poi non mi hai più dato nessuna notizia sulla lettera così…-

-Quale lettera mamma?- domandò lui alzando il sopracciglio

-Come quale? Quella che ho nascosto a tuo padre ricordi? Due settimane fa… Miroku, amore mio stai dormendo?- domandò ridendo appena

-Ah, intendi quella lettera che non aveva neppure il nome del mandante… non capisco nemmeno perché l’hai nascosta a mio padre-

-Ma Miroku! Davvero non l’hai neppure aperta? Spero tu non l’abbia buttata!!- esclamò

-Boh, forse… non ricordo. Si può sapere perché fai così la misteriosa?-

-Perché se tuo padre l’avesse vista, si sarebbe perfettamente ricordato, come me, di chi era quella grafia, visto che uno dei suoi migliori amici cerca il proprietario di quella da ben tre anni!- esclamò

-E quindi di chi sarebbe?- domandò il giovane, non capendo

-La lettera era di Kikyo- mormorò piano la donna

-Ma no dai, non è possibile-

-Se tu l’avessi letta subito dandomi retta, non ci sarebbero stati problemi e mi staresti credendo ora! E poi scusami… solo Kikyo scriveva la “a” in un modo così singolare… così minuta e ovale-

Miroku scattò in piedi, appena la madre ebbe concluso la frase. Tornò con la mente ai gironi in cui lui, Inuyasha e Kikyo studiavano tutti insieme e a quanto avesse invidiato la calligrafia di Kikyo, così bella, ordinata e unica

-Hai ragione!-

-Lo so-

-Occavolo… dove l’avrò messa? Scusa mamma e grazie dell’informazione!- esclamò uscendo e correndo verso la propria stanza che mise sottosopra.

Fortunatamente l’aveva ritrovata dentro un libro di economia, dalla copertina verde, e l’aveva aperta, quasi strappando la busta, rivelando 5 biglietti e una lettera minuziosamente ripiegata.

Dieci minuti dopo era al telefono con Inuyasha, leggendogli la lettera dove i COBRA erano stati invitati il giorno 25 Giugno a prendere un aereo che li avrebbe portati in Grecia.

[…]

 

La lucina si spense e ancora immerso nei ricordi la slacciò alzandosi e potendosi così sgranchire un po’ le gambe.

Scesero dall’aereo portandosi dietro i bagagli a mano, poi ritirarono i propri bagagli dirigendosi verso l’uscita dell’aeroporto

-Ok… e adesso?- domandò Sango cambiando mano per il bagaglio

-Beh, nella lettera dicevano che qualcuno ci sarebbe venuto a prendere- spiegò Inuyasha e Miroku annuì

-E sapete chi è o dove ci aspetta?- si informò Koga senza smettere di camminare

-Boh- rispose Miroku alzando le spalle –Non diceva nulla su questo- Rin si bloccò e incrociò le braccia

-E informarvi?!-

-Non c’era l’indirizzo o alcun che per rispondere alla lettera!!- si giustificò Miroku guardando l’amica. Ormai erano tutti fermi, che si guardavano l’un l’altro davanti all’entrata dell’edificio –Vero Inuyasha??-

-Confermo-

-Ok, ma lo sapete quanta gente va e viene da questo aeroporto?!- sbottò Sango –A centinaia!- rispose –Come pretendiamo di sapere chi e dove… oh Kami!!!- esclamò, cambiando improvvisamente colore

-E ora che c’è?- scoppiò Inuyasha

-Dietro di voi!! Dietro di voi!- esclamò indicando un punto. I quattro amici si voltarono e l’uomo ghignò

-Beh, non pensavo ci volesse così tanto a riconoscerci!- esclamò Naraku incrociando le braccia e guardando la ragazza accanto a se in jeans e maglietta, con un cappellino rosso calato per ripararla dal sole –Che ne pensi Kikyo?-

-E’ stato divertente- annuì lei

-Kikyo!!- esclamò Rin correndo ad abbracciarla dopo un attimo di sbigottimento

-Benvenuti ragazzi! Che bello rivedervi!- La ragazza abbracciò Sango, Miroku e Koga, per poi gettare le braccia al collo di Inuyasha –Mi sei mancato tantissimo!- esclamò

-Anche tu Kikyo! Come stai?-

-Benissimo! Ma a dopo i racconti, usciamo da qui è meglio… ho un sacco di cose da dirvi e poi voglio che anche voi mi raccontiate tutto!- I COBRA, quasi completamente riuniti, si diressero verso una macchina, che caricò tutti i bagagli e ospitò gli ospiti che si accomodarono all’interno della vettura, chiacchierando animatamente, lasciando indietro tutte le preoccupazioni, troppo felici per essersi ritrovati tutti insieme.

  
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