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Autore: Allymc89    09/06/2016    5 recensioni
La morte è nel destino degli shinobi, lo sanno tutti. Ma uno di loro non ci sta; ha già visto troppe persone morire e troppe persone piangere i propri cari. E non vuole più vedere lacrime, soprattutto le sue. Durante la quarta guerra ninja, un sacrificio fatto per amore rischia di passare inosservato. Questa è la mia versione di come mi piacerebbe che fossero andate le cose.
E' la mia prima fic; dopo essere stata un'accanita lettrice, ho deciso di scrivere sulla mia coppia canon preferita, spero di avervi incuriosito e che mi facciate sapere cosa ne pensate!
(Ho cambiato il rating in giallo per via di una scena nell'ultimo capitolo)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sabaku no Gaara, Shikamaru Nara, Temari, Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Capitolo 3 (il giorno dopo la fine della guerra, al mattino)
Capitolo 5 (il giorno dopo la fine della guerra, al tramonto)
Capitolo 8  (Ebizo spiega a Gaara e Kankuro del rotolo)
Capitolo 6 (Shikamaru scopre che Temari è in coma, il giorno dopo in cui ha incontrato Kankuro e l’altro jonin a Konoha)
Capitolo 7
Capitolo 1, 2 e 4 (circa tre mesi dopo la fine della guerra, i capitoli si svolgono tutti il giorno in cui Kurenai partorisce).
Capitolo 11 (il risveglio di Temari)
Capitolo 9  (Shikamaru trova il rotolo)
Capitolo 10 (Gaara manda le lettere)
Capitolo 12
 
 
Sabaku no Gaara, Sabaku no Kankuro, Uzumaki Naruto, Haruno Sakura, Nara Shikamaru e Nara Shikaku..
Shikamaru si era ripetuto quei nomi nella sua mente più e più volte, senza riuscire a trovarvi un collegamento. Cosa ci facevano quei nomi su quel maledettissimo rotolo??
Il ragazzo si trovava in un ufficio del palazzo dell’Hokage ad occuparsi di scartoffie, ma i suoi pensieri erano concentrati su tutt’altro.
Dopo aver memorizzato i codici, si era subito recato in biblioteca dove aveva spulciato una quantità spropositata di volumi, ma aveva riscontrato solo una manciata di simboli in comune con la tecnica della Dislocazione Istantanea del Quarto Hokage. Per il resto non aveva trovato alcuna corrispondenza.
In quell’ultima settimana era stato più volte tentato di parlare di quella faccenda con i diretti interessati, prima tra tutti Tsunade, ma il giorno dopo era stato mandato in missione con Ino e Choji ed era tornato solo il pomeriggio prima.
Durante la missione era stato più silenzioso e pensieroso del solito; la delusione per non aver scoperto nulla riguardo a Temari era stata pesante. Ma almeno il suo rapporto con Ino stava tornando alla normalità, e di quello non poteva che essere sollevato.
Di fronte all’ennesima pila di carte da controllare, il ragazzo si chiese se sarebbe mai stato di nuovo felice. Se avrebbe mai più rivisto i suoi occhi o il suo sorriso. Se avrebbe mai più risentito la sua voce.
Quanto sarebbe stato capace di andare avanti così, a sopravvivere invece di vivere?
Il rumore della porta che si apriva lo riportò con i piedi per terra, si girò e vide suo padre entrare. “Shikamaru.. è appena arrivato questo per te” e così dicendo gli porse una lettera.
Il figlio la prese, dubbioso: “Che cos’è?”
“E’ arrivata all’ufficio dell’Hokage ma c’è scritto che è esclusivamente per te. Forse non avevano l’indirizzo di casa nostra”.
Il ragazzo alzò in sopracciglio e si rigirò la busta tra le mani. Prima di scomparire oltre la soglia, Shikaku bisbigliò “Viene da Suna”.
Shikamaru sollevò di scatto la testa e subito dopo riposò lo sguardo sul plico.
Nel cuore una sola speranza che non aveva il coraggio di formulare apertamente: fa che siano sue notizie e che siano buone.
Il giovane Nara lanciò uno sguardo alle pile di documenti ancora da compilare e ai fogli sparsi sul tavolo e decise subito che non avrebbe aspettato di finire il lavoro. Si alzò e prese la porta, riversandosi velocemente in corridoio.
Aveva bisogno di privacy, voleva leggere quella lettera in santa pace senza essere interrotto da nessuno, per cui decise di rifugiarsi nei bagni del piano.
Si chiuse dentro e fissò nuovamente la busta.
Era inutile negare a se stesso che aveva subito sperato che fossero notizie sulle condizioni di Temari. Ma perché scrivere proprio a lui?
Shikamaru sbuffò, cercando di alleggerire la tensione.
In quei mesi non una sola parola e adesso addirittura una lettera indirizzata a lui.
Doveva essere successo qualcosa di importante, per non dire grave.
Combattuto tra la paura e la curiosità, Shikamaru la aprì con mani tremanti. Erano almeno quattro fogli e lesse in fondo la firma del Kazekage. Era una lettera scritta da Gaara.
Sentiva la gola improvvisamente secca; era davvero pronto a sapere?
 
 
 
Shikamaru cominciò a leggere e già dopo le prime parole i suoi occhi si spalancarono all’inverosimile. Riga dopo riga, una miriade di emozioni diverse si erano impossessate del ragazzo: gioia, incredulità, sconcerto, commozione, stupore e infine amore.
Arrivato alla fine, il Nara si era accasciato alla parete con un’espressione sbalordita sul viso.
Sorrideva come un ebete mentre scuoteva ripetutamente la testa; finalmente l’incubo era finito. Ora poteva tornare a respirare.
Finalmente ogni cosa aveva trovato una spiegazione, anche se assolutamente imprevedibile.
Shikamaru si sentiva scoppiare di felicità.
Uscì dal bagno e corse verso l’ufficio dell’Hokage.
“Sesto, ho bisogno di almeno una settimana di permesso, questioni personali” aveva detto tutto d’un fiato, cercando di regolarizzare il respiro accelerato dalla corsa.
“A partire da quando?”
“Da adesso” rispose sicuro, “Devo partire immediatamente”
Shikamaru, appena era entrato, aveva fatto cadere lo sguardo sul tavolo dove aveva adocchiato un foglio con la firma del Kazekage.
Gaara nella lettera aveva spiegato di aver scritto contemporaneamente anche all’Hokage. Aveva comunque assicurato che in quell’altra lettera però, si era limitato a trattare strettamente le questioni di stato, omettendo le faccende personali, per cui non c’era stato bisogno di troppe spiegazioni.
Kakashi aveva capito perfettamente quali fossero la destinazione e i motivi del ragazzo, per cui non se la sentiva di ostacolarlo; si rivolse al suo consigliere “Cosa dici Shikaku, potremo fare a meno di tuo figlio per.. 9 giorni?”
“Non c’è problema..” assicurò il padre e Shikamaru si illuminò. 9 giorni.. quasi 7 andavano via per il viaggio tra andata e ritorno, ma avrebbe avuto anche due giorni pieni per stare con lei.. Forse anche di più, se correva abbastanza veloce e riposava il minimo indispensabile.
“.. il lavoro resterà qui ad attenderlo per quando tornerà” concluse con un ghigno il capo del clan Nara.
Shikamaru fece una smorfia e roteò gli occhi, e ti pareva..
Shikaku ghignò, per poi girarsi verso l’Hokage “Kakashi, ti dispiace se mi assento per una mezz’ora? vorrei accompagnare a casa mio figlio e spiegare di persona a Yoshino come sono andate le cose”
Con lo scandalo che aveva colpito il Nara dopo il suo miracoloso salvataggio, a Kakashi sembrava giusto che la sua famiglia per prima venisse a sapere la verità. “Vai pure, ma fa presto, c’è ancora molto lavoro da sbrigare per oggi”.
Dopo essersi congedati, i due avevano lasciato di corsa il palazzo dell’Hokage.
“Hai intenzione di dirlo solo alla mamma?” Shikamaru era stato il primo a rompere il silenzio durante il tragitto verso casa. “Sì, e non lo saprà nessun’altro da me, a meno che non sia lei a volerlo”
“E’ assolutamente incredibile.. quando l’ho letto non potevo crederci” Shikamaru era ancora incredulo ed euforico per le notizie ricevute. Ora capiva perché in quei mesi non ne erano venuti a capo; padre e figlio avrebbero potuto lambiccarsi il cervello all’infinito ma non si sarebbero mai avvicinati alla verità, nemmeno unendo il loro immenso QI avrebbero mai potuto immaginare una cosa del genere.
“E ora stai andando da lei” aveva aggiunto il maggiore.
“Già” era imbarazzante per Shikamaru ammettere al padre che si era innamorato di quella seccatura che aveva tanto criticato fino a pochi mesi fa; ma forse lo aveva già capito prima di lui, proprio come Ino.
Arrivati a casa, Shikaku aveva chiamato la moglie dicendo che doveva parlarle, mente Shikamaru era salito in camera sua per preparare le cose per il viaggio. Quando fu pronto per partire, il padre lo fermò sulla porta, dicendogli che sua madre era andata a prendere qualcosa che lui avrebbe dovuto portare con se.
Il ragazzo scalpitava, voleva partire prima possibile; fortunatamente la madre non ci impiegò molto e li raggiunse dopo pochi minuti con una scatola e un biglietto. Li porse al figlio dicendo “Questi sono per lei”.
Appena lasciata Konoha, Shikamaru mise le ali ai piedi in direzione di Suna.
Pestava con forza i piedi sul terreno per aumentare la velocità, sferzava i rami degli alberi e procedeva deciso, incurante della fatica e degli ostacoli, con l’unico pensiero di vederla il prima possibile. Si sentiva carico, pieno di energie e vivo come non gli capitava da mesi.  
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Vi aspettavate la confessione di Temari vero? Ahahah lo so lo so, sono stata cattivella.. ma vi prometto che sarete ripagati dell’attesa nel prossimo capitolo, giuro!
L’ultima scena di Shikamaru che corre come un matto attraverso il bosco che circonda Konoha per arrivare dalla ragazza che ama, l’ho scritta avendo in mente una canzone che personalmente adoro “Nada como tu” dei warcry.
Mi rammarico di non riuscire a rendere a parole la gioia, il sollievo, l’amore e l’impazienza che animano il cuore del nostro Nara, spero che la canzone aiuti!
Fatemi sapere cosa vi suscita questa canzone, io la trovo perfetta per la nostra coppia, ruvida fuori ma le parole sono una stupenda dichiarazione d’amore.
Un ringraziamento particolare  a tutti coloro che hanno recensito questa storia, mi avete resa felicissima!
Alla prossima ^^
   
 
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