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Autore: Smeralda Elesar    09/06/2016    6 recensioni
Cazzo, che freddo!
Doveva essere finito di nuovo nel Cocito. Solo lì c’era un freddo così maledetto che mordeva la carne e bruciava più del fuoco.
Ma insomma! Combatteva per sé stesso e non andava bene, combatteva per Athena (anche se in incognito spacciandosi per traditore) e non andava bene nemmeno, si metteva a disposizione per aiutare a fare un buco in quel maledetto muro e neanche quello andava bene, finiva di nuovo all’inferno a gelare… porca miseria, che qualcuno gli dicesse una buona volta cosa diavolo doveva fare per avere un poco di pace!
...
No, forse non era il Cocito.
Qualcosa accanto a lui lo stava scaldando; il freddo non mordeva più forte come prima.
O forse sì, era il Cocito, ma qualcuno lo stava richiamando ancora una volta.
Il cosmo di Athena era stato in grado di richiamarli dal mondo dei morti prima del muro del pianto, e la sensazione che provava era molto simile.
Non smetteva. Era qualcosa che lo richiamava, scacciava il freddo, gli dava tregua e conforto.
“Eh, no, eh! Adesso non ricominciamo! Sono morto e voglio restare morto questa volta”
Pensò seccato.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cancer DeathMask
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Soul of Gold

-Cancer-

 

IV

 

*

Gli asgardiani dovevano evolversi, sicuro.

Se oltre a far puntare alberi fuori misura si fossero impegnati anche per uscire da quella specie di medioevo in cui vivevano, forse vissuto meglio loro e chi si trovava costretto ad essere loro ospite.

Magari passare direttamente dalle slitte da neve ai viaggi spaziali era una pretesa eccessiva, ma almeno, santo cielo, avrebbero potuto introdurre nella loro società l’invenzione chiamata “rasoio multilama” o almeno “lamette da barba”!

No, perché un rasoio antiquato come quello che gli aveva fornito il sostituto dell’oste Death Mask non lo vedeva da quando gironzolava intorno alla bottega del barbiere Cecco, ed erano passati un bel paio di anni.

Ma tant’è, quello c’era. E così si doveva arrangiare a farsi la barba con uno strumento antidiluviano.

Meglio quello che niente, comunque, e poi c’era poco da fare: lui non ci andava più in giro con la barba in quel modo.

Se ne era fregato per un periodo, e se Aphrodite non avesse insistito un paio di volte per fargilela almeno accorciare lui sarebbe finito ad avere la barba come il patriarca ortodosso.

Ora Aphrodite non c’era e lui stava per partire per una missione suicida assieme ad altri dieci pazzi.

Forse era stupido preoccuparsi giusto della barba in quel momento, ma se doveva essere un appuntamento con la morte non si sarebbe presentato in un modo indecente.

Il rasoio smussato grattava e lo faceva santiare in tutte le lingue che aveva imparato nella sua vita, ma alla fine, quando si guardò allo specchio, non era rimasto niente dell’ubriacone pigro ed indolente che era stato fino a quel momento; nel riflesso c’era solo il Saint del Cancro.

**

 

Nidhogg di Fafnir. O Fafnir di Nidhogg… minchia, ma un nome normale e pronunciabile non ce lo avevano ad Asgard?

Comunque, a parte il nome, stavolta poteva accopparlo senza rimorso.

L’asgardiano era il cattivo, giusto? Eppure lo stesso non gli riusciva di prendersi la sua vita.

Era più forte di lui: in quel coso ci vedeva troppo di sé stesso.

Non nel senso fisico, per carità! Vedeva sé stesso come era stato prima, quando si credeva chissà chi e giocava con le vite delle persone.

Lui com’era in un tempo passato, prima che una preghiera avesse pietà di lui.

Empatia infame e carogna!

Avrebbe voluto smettere di rivivere flash del suo combattimento con Shiryu e potersi concentrare semplicemente sul combattimento in quel momento.

Maledizione, che c’era di difficile? Lui combatteva per una causa giusta, Fafnir (o Nidhogg) no.

Era dalla parte sbagliata della barricata, caro mio, succede. Ieri io, oggi tu.

Lo poteva uccidere. Nel senso, aveva il permesso dall’alto, no? Se no che combatteva a fare?

E niente, non gli riusciva!

Gli veniva il dubbio che Nidhogg (o Fafnir) in fondo fosse un povero coglione come lui, che era convinto, convintissimo, ma delle cose sbagliate.

Quello collezionava esseri umani. Lui pure lo aveva fatto.

E allora come faceva a prendersi la sua vita se non era migliore di lui?

Coscienza canaglia!

Erano passati i bei tempi in cui era un cane sciolto, che gli bastava la minima scusa per azzannare.

Una volta non ci avrebbe pensato due volte a prendersi la sua testa, nel senso più letterale del termine.

-Io sono più forte! Questi zaffiri di Odino mi danno una forza insuperabile!-

E giù a ridere.

Minchia che nervoso che gli faceva salire! Ma anche lui era stato così? Maronnamaria, che orrore!

E in più aveva il problema dei muccuseddi, i fratellini di Helena.

-Se muoio io muoiono anche loro-

Quando capì che anche loro erano diventati parte degli esperimenti dell’asgardiano quasi quasi lo avrebbe ammazzato.

-Quella donna ti aveva proprio fatto perdere la testa, eh?-

Eh, no, allora era obbligo: lo doveva ammazzare!

Primo, che ne sapeva quello sgorbio di cosa c’era tra lui ed Helena? Secondo, anche se avesse pensato a lei in quel senso, erano cazzacci suoi.

Gli asgardiani erano un popolo di maligni e cuttigghiari, ecco cosa!

E che era?! Ora, quanto erano vicini di casa e le aveva rivolto la parola un paio di volte se la doveva sposare? Manco l’aveva toccata e già doveva essere matrimonio riparatore?

Però forse Helena sarebbe stata bella vestita di bianco e con la zagara tra i capelli.

Gli sarebbe piaciuto portarla in un posto dove c’era il sole vero e dove la terra dava frutti perché era generosa, non per una mavarìa.

Il colpo lo prese in pieno, scaraventandolo un paio di metri più avanti.

“Avanti, Cancer! Adesso non farti rovinare di corpa come l’altra volta!” si rimproverò mentalmente.

Lui lo poteva battere. Non era una questione di forza, era questione di crederci.

La logica lo dava spacciato, ma lui non doveva andare a logica, altrimenti a logica neanche cinque santi di bronzo avrebbero dovuto avere la meglio su nove d’oro.

C’era altro a parte la logica.

Lui poteva fargli il sedere a strisce a quello, altro che!

E come faceva con i bambini?

Fortuna che lui stava sempre con un piede nell’aldilà. Lui poteva tornare, Fafnir o quello che era no.

Bè, era il momento di una carognata di quelle epiche, di quelle che solo lui faceva perché solo lui sapeva fare.

Forse Fafnir avrebbe preferito incontrare il Death Mask di una volta, quello cattivo che gli avrebbe scippato la faccia.

Malanòva alla coscienza!

Se uccideva l’asgardiano faceva male perché i bambini morivano, se non lo uccideva faceva male perché lo condannava a restare intrappolato in un limbo popolato di anime inquiete, cosa che era peggio che morire.

Paradossalmente sarebbe stato più misericordioso ucciderlo. Ma i bambini?

“’Fanculo, , io faccio quello che voglio!”

Non sapeva se ci teneva tanto a loro per colpa di Helena e sinceramente nemmeno lo voleva sapere, ma a quel punto, sbagliato per sbagliato, meglio lo sbagliato che piaceva a lui.

Non ebbe nessun problema a colpire Nidhogg e a fargli a pezzi l’armatura.

Tanto quella cosa sembrava una bratta, stava facendo un favore al mondo a rovinarla.

E provò una deliziosa punta di piacere a pensare “Visto? Allora non succede solo a me di restare spogliato!”

Ormai che aveva deciso non si voltò nemmeno a guardare il nemico che stava lasciando indietro

Lui ritornò dallo Yomotsu Hirasaka ma era così stanco! Doveva essere fuori forma, non c’era altra spiegazione. Non poteva essere che i suoi dubbi durante una battaglia lo avessero sfiancato a tal punto!

Attorno a lui la Stanza di Svarthalfehim stava letteralmente crollando a pezzi, inghiottita dalle radici di Yggdrasil che si chiudevano su loro stesse a colmare il vuoto dell’ametista spezzata, gelose di occultare al più presto lo smacco subito.

Chissà se Aphrodite aveva provato lo stesso quando le radici lo avevano inghiottito?

In fondo non gli dispiaceva poi tanto morire.

Almeno avrebbe potuto chiedere scusa ad Aphrodite per tutte le volte che lo aveva trattato da schifo solo perché era giornata storta, avrebbe potuto chiedere scusa ad Helena per essere stato un fallimento e poi, forse, avrebbe finalmente restituito la sua Cloth a qualcuno più degno.

Non aveva niente a che fare con la prima volta che era morto. Era calmo. Sentiva di avere fatto la sua parte meglio che poteva e questo lo faceva sentire tranquillo.

-Scusami. Alla fine tocca sempre a me fare le carognate. Non prendertela con me, è nella mia natura-

La Cloth stavolta non lo aveva abbandonato, anzi gli faceva compagnia come una cosa viva.

Lo accarezzava e lo confortava accompagnandolo in un sonno da cui probabilmente non si sarebbe più risvegliato. In fondo gli andava bene così.

Non temere, anima salva.

 

*****

 

Ah, quindi era lui!

Andreas che non era Andreas ma era Loki o come minchia si chiamava, era lui la causa di tutto quel macello?

Per colpa sua lui non era potuto restare morto, aveva dovuto resuscitare e passare di nuovo un inferno, aveva dovuto fare la gran fesseria di pensare a una ragazza, era dovuto arrivare a piangere e poi fare bastardate che aveva promesso di non fare mai più… tutto per colpa sua?

“Ora ti aggiusto io!”

Mentre bruciava il suo cosmo al limite estremo per colpirlo era perfettamente cosciente che non lo faceva per un senso di giustizia o per chissà cosa; i sentimenti elevati li lasciava agli altri, lui voleva solo fargliela pagare per quanto gli aveva rotto le palle.

 

******

 

Stavolta era la morte vera. Eh, sì, stavolta non c’erano più proroghe, seconde occasioni o scappatoie.

In fondo era meglio così.

Il vento di Asgard tornava ad essere freddo ed il cielo grigio come era normale che fosse nelle terre del Nord.

La guerra contro Hades era ancora in pieno svolgimento ma non era più compito loro, era dei cinque Bronze Saint che avevano seguito Athena.

Mentre Aioria ne parlava con Hilda, Death Mask pensava al Saint del Drago.

“A te piace fare l’eroe, vero? Eccoti accontentato. Io, caro mio, mi metto a riposo”

Ed era veramente riposo.

Ora capiva perfettamente cosa intendeva la nonna quando diceva “io mi riposo quando muoio”

No, non gli dispiaceva per niente. Fare incazzare Aphrodite con battute idiote a proposito del restare a godersi la vita di città era stato il suo modo di fargli capire che era contento di rivederlo. Era contento che gli tenesse compagnia e di non dover tornare nell’aldilà da solo.

Però più ci pensava e più si convinceva che in fondo era meglio morire.

Tanto il loro dovere lo avevano fatto, anche lui in mezzo al mucchio, anche la sua stella che bruciava al limite estremo e si consumava senza ripensamenti.

Era Ragnarok come avrebbero detto gli asgardiani, una distruzione totale necessaria perché avesse inizio un nuovo ciclo.

Tanto ormai la lezione l’aveva imparata. Forse. Aveva fatto il suo dovere alla pari di tutti gli altri e ormai non doveva vergognarsi di stare tra loro, e inoltre non si sentiva più in guerra con sé stesso e con un perenne desiderio di picchiare la testa contro qualsiasi spigolo disponibile; poteva ritenersi soddisfatto.

Aveva dovuto resuscitare per capire come morire nel modo giusto.

In fondo in fondo gli sembrava che ne fosse valsa la pena.

Forse.

Non temere, anima salva.

 

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Cantuccio dell’Autore

 

 

Prima le note ed il glossario, che secondo me è la parte divertente.

 

1-   Santiare: imprecare, possibilmente mettendo in mezzo i santi

2-   Avete notato che finché Death Mask sta a fare l’ubriacone da taverna ha il pizzetto e poi invece quando lo ritroviamo a combattere contro Nidhogg ha il mento liscio?

3-   Nidhogg di Fafnir (o Fafnir di Nidhogg) è scritto così perché continuavo a confonderlo. Giuro, non c’era verso che mi ricordassi qual era il nome e quale l’armatura!

4-   Muccuseddi: mocciosetti

5-   Cuttigghiari: pettegoli

6-   Mavarìa: maleficio. Tecnicamente la mavarìa è il malocchio.

7-   Corpa: botte, mazzate, sganassoni “Basta, guarda che hanno capito!” Nd Death Mask

8-   Scippato: strappato

9-   Bratta: scarafaggio. E ditemi che Nidhogg non ci somiglia!

10-“Aveva dovuto resuscitare per capire come morire” è vagamente ripreso dall’etica samurai della “buona morte”

 

 

Bene, siamo arrivati alla fine.

Ho deciso di dare un po' di pace a questo povero crostaceo perché, dai, non ne può più! E muore male, e resuscita, e poi rimuore, e poi i Gold in blocco vengono presi in affitto da Odino… e basta, eh!

Spero che vi sia piaciuto il mio tentativo di ridare credibilità a “Soul of Gold” e a Death Mask.

 

Ringrazio JCMA, Elfosnape, Morgana_pendragon7 ed Oktavia per aver messo la storia tra le seguite, ed ovviamente tutte le belle persone che si sono fermate a recensire: Francine, war, Oktavia e Yankee_candle.

Un gigantesco biscotto a forma di granchio a tutti voi!

 

                                             Makoto

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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