Soul of Gold
-Cancer-
IV
*
Gli asgardiani
dovevano evolversi, sicuro.
Se oltre a far puntare alberi
fuori misura si fossero impegnati anche per uscire da quella specie di medioevo
in cui vivevano, forse vissuto meglio loro e chi si trovava costretto ad essere
loro ospite.
Magari passare direttamente dalle
slitte da neve ai viaggi spaziali era una pretesa eccessiva, ma almeno, santo
cielo, avrebbero potuto introdurre nella loro società l’invenzione chiamata
“rasoio multilama” o almeno “lamette da barba”!
No, perché un rasoio antiquato come
quello che gli aveva fornito il sostituto dell’oste Death Mask
non lo vedeva da quando gironzolava intorno alla bottega del barbiere Cecco, ed
erano passati un bel paio di anni.
Ma tant’è, quello c’era. E così
si doveva arrangiare a farsi la barba con uno strumento antidiluviano.
Meglio quello che niente,
comunque, e poi c’era poco da fare: lui non ci andava più in giro con la barba
in quel modo.
Se ne era fregato per un periodo,
e se Aphrodite non avesse insistito un paio di volte
per fargilela almeno accorciare lui sarebbe finito ad
avere la barba come il patriarca ortodosso.
Ora Aphrodite
non c’era e lui stava per partire per una missione suicida assieme ad altri
dieci pazzi.
Forse era stupido preoccuparsi
giusto della barba in quel momento, ma se doveva essere un appuntamento con la
morte non si sarebbe presentato in un modo indecente.
Il rasoio smussato grattava e lo
faceva santiare in tutte le lingue che aveva imparato
nella sua vita, ma alla fine, quando si guardò allo specchio, non era rimasto
niente dell’ubriacone pigro ed indolente che era stato fino a quel momento; nel
riflesso c’era solo il Saint del Cancro.
**
Nidhogg di Fafnir.
O Fafnir di Nidhogg…
minchia, ma un nome normale e pronunciabile non ce lo avevano ad Asgard?
Comunque, a parte il nome, stavolta
poteva accopparlo senza rimorso.
L’asgardiano
era il cattivo, giusto? Eppure lo stesso non gli riusciva di prendersi la sua
vita.
Era più forte di lui: in quel
coso ci vedeva troppo di sé stesso.
Non nel senso fisico, per carità!
Vedeva sé stesso come era stato prima, quando si credeva chissà chi e giocava
con le vite delle persone.
Lui com’era in un tempo passato,
prima che una preghiera avesse pietà di lui.
Empatia infame e carogna!
Avrebbe voluto smettere di
rivivere flash del suo combattimento con Shiryu e
potersi concentrare semplicemente sul combattimento in quel momento.
Maledizione, che c’era di
difficile? Lui combatteva per una causa giusta, Fafnir
(o Nidhogg) no.
Era dalla parte sbagliata della
barricata, caro mio, succede. Ieri io, oggi tu.
Lo poteva uccidere. Nel senso,
aveva il permesso dall’alto, no? Se no che combatteva a fare?
E niente, non gli riusciva!
Gli veniva il dubbio che Nidhogg (o Fafnir) in fondo fosse
un povero coglione come lui, che era convinto, convintissimo, ma delle cose
sbagliate.
Quello collezionava esseri umani.
Lui pure lo aveva fatto.
E allora come faceva a prendersi
la sua vita se non era migliore di lui?
Coscienza canaglia!
Erano passati i bei tempi in cui
era un cane sciolto, che gli bastava la minima scusa per azzannare.
Una volta non ci avrebbe pensato
due volte a prendersi la sua testa, nel senso più letterale del termine.
-Io sono più forte! Questi zaffiri
di Odino mi danno una forza insuperabile!-
E giù a ridere.
Minchia che nervoso che gli
faceva salire! Ma anche lui era stato così? Maronnamaria,
che orrore!
E in più aveva il problema dei muccuseddi, i fratellini di Helena.
-Se muoio io muoiono anche loro-
Quando capì che anche loro erano
diventati parte degli esperimenti dell’asgardiano
quasi quasi lo avrebbe ammazzato.
-Quella donna ti aveva proprio
fatto perdere la testa, eh?-
Eh, no, allora era obbligo: lo
doveva ammazzare!
Primo, che ne sapeva quello
sgorbio di cosa c’era tra lui ed Helena? Secondo, anche se avesse pensato a lei
in quel senso, erano cazzacci suoi.
Gli asgardiani
erano un popolo di maligni e cuttigghiari, ecco cosa!
E che era?! Ora, quanto erano
vicini di casa e le aveva rivolto la parola un paio di volte se la doveva
sposare? Manco l’aveva toccata e già doveva essere matrimonio riparatore?
Però forse Helena sarebbe stata
bella vestita di bianco e con la zagara tra i capelli.
Gli sarebbe piaciuto portarla in
un posto dove c’era il sole vero e dove la terra dava frutti perché era
generosa, non per una mavarìa.
Il colpo lo prese in pieno,
scaraventandolo un paio di metri più avanti.
“Avanti, Cancer!
Adesso non farti rovinare di corpa come l’altra
volta!” si rimproverò mentalmente.
Lui lo poteva battere. Non era
una questione di forza, era questione di crederci.
La logica lo dava spacciato, ma
lui non doveva andare a logica, altrimenti a logica neanche cinque santi di
bronzo avrebbero dovuto avere la meglio su nove d’oro.
C’era altro a parte la logica.
Lui poteva fargli il sedere a
strisce a quello, altro che!
E come faceva con i bambini?
Fortuna che lui stava sempre con
un piede nell’aldilà. Lui poteva tornare, Fafnir o
quello che era no.
Bè, era il momento di una
carognata di quelle epiche, di quelle che solo lui faceva perché solo lui
sapeva fare.
Forse Fafnir
avrebbe preferito incontrare il Death Mask di una
volta, quello cattivo che gli avrebbe scippato la faccia.
Malanòva alla coscienza!
Se uccideva l’asgardiano
faceva male perché i bambini morivano, se non lo uccideva faceva male perché lo
condannava a restare intrappolato in un limbo popolato di anime inquiete, cosa
che era peggio che morire.
Paradossalmente sarebbe stato più
misericordioso ucciderlo. Ma i bambini?
“’Fanculo, và,
io faccio quello che voglio!”
Non sapeva se ci teneva tanto a
loro per colpa di Helena e sinceramente nemmeno lo voleva sapere, ma a quel
punto, sbagliato per sbagliato, meglio lo sbagliato che piaceva a lui.
Non ebbe nessun problema a
colpire Nidhogg e a fargli a pezzi l’armatura.
Tanto quella cosa sembrava una
bratta, stava facendo un favore al mondo a rovinarla.
E provò una deliziosa punta di
piacere a pensare “Visto? Allora non succede solo a me di restare spogliato!”
Ormai che aveva deciso non si
voltò nemmeno a guardare il nemico che stava lasciando indietro
Lui ritornò dallo Yomotsu Hirasaka ma era così
stanco! Doveva essere fuori forma, non c’era altra spiegazione. Non poteva
essere che i suoi dubbi durante una battaglia lo avessero sfiancato a tal
punto!
Attorno a lui la Stanza di Svarthalfehim stava letteralmente crollando a pezzi,
inghiottita dalle radici di Yggdrasil che si
chiudevano su loro stesse a colmare il vuoto dell’ametista spezzata, gelose di
occultare al più presto lo smacco subito.
Chissà se Aphrodite
aveva provato lo stesso quando le radici lo avevano inghiottito?
In fondo non gli dispiaceva poi
tanto morire.
Almeno avrebbe potuto chiedere
scusa ad Aphrodite per tutte le volte che lo aveva
trattato da schifo solo perché era giornata storta, avrebbe potuto chiedere
scusa ad Helena per essere stato un fallimento e poi, forse, avrebbe finalmente
restituito la sua Cloth a qualcuno più degno.
Non aveva niente a che fare con
la prima volta che era morto. Era calmo. Sentiva di avere fatto la sua parte
meglio che poteva e questo lo faceva sentire tranquillo.
-Scusami. Alla fine tocca sempre
a me fare le carognate. Non prendertela con me, è nella mia natura-
La Cloth
stavolta non lo aveva abbandonato, anzi gli faceva compagnia come una cosa
viva.
Lo accarezzava e lo confortava
accompagnandolo in un sonno da cui probabilmente non si sarebbe più
risvegliato. In fondo gli andava bene così.
Non
temere, anima salva.
*****
Ah, quindi era lui!
Andreas che non era Andreas ma
era Loki o come minchia si chiamava, era lui la causa
di tutto quel macello?
Per colpa sua lui non era potuto
restare morto, aveva dovuto resuscitare e passare di nuovo un inferno, aveva
dovuto fare la gran fesseria di pensare a una ragazza, era dovuto arrivare a piangere
e poi fare bastardate che aveva promesso di non fare mai più… tutto per colpa
sua?
“Ora ti aggiusto io!”
Mentre bruciava il suo cosmo al
limite estremo per colpirlo era perfettamente cosciente che non lo faceva per
un senso di giustizia o per chissà cosa; i sentimenti elevati li lasciava agli
altri, lui voleva solo fargliela pagare per quanto gli aveva rotto le palle.
******
Stavolta era la morte vera. Eh,
sì, stavolta non c’erano più proroghe, seconde occasioni o scappatoie.
In fondo era meglio così.
Il vento di Asgard
tornava ad essere freddo ed il cielo grigio come era normale che fosse nelle
terre del Nord.
La guerra contro Hades era ancora in pieno svolgimento ma non era più
compito loro, era dei cinque Bronze Saint che avevano
seguito Athena.
Mentre Aioria
ne parlava con Hilda, Death Mask pensava al Saint del
Drago.
“A te piace fare l’eroe, vero?
Eccoti accontentato. Io, caro mio, mi metto a riposo”
Ed era veramente riposo.
Ora capiva perfettamente cosa
intendeva la nonna quando diceva “io mi riposo quando muoio”
No, non gli dispiaceva per
niente. Fare incazzare Aphrodite con battute idiote a
proposito del restare a godersi la vita di città era stato il suo modo di
fargli capire che era contento di rivederlo. Era contento che gli tenesse compagnia
e di non dover tornare nell’aldilà da solo.
Però più ci pensava e più si
convinceva che in fondo era meglio morire.
Tanto il loro dovere lo avevano
fatto, anche lui in mezzo al mucchio, anche la sua stella che bruciava al
limite estremo e si consumava senza ripensamenti.
Era Ragnarok
come avrebbero detto gli asgardiani, una distruzione
totale necessaria perché avesse inizio un nuovo ciclo.
Tanto ormai la lezione l’aveva
imparata. Forse. Aveva fatto il suo dovere alla pari di tutti gli altri e ormai
non doveva vergognarsi di stare tra loro, e inoltre non si sentiva più in
guerra con sé stesso e con un perenne desiderio di picchiare la testa contro
qualsiasi spigolo disponibile; poteva ritenersi soddisfatto.
Aveva dovuto resuscitare per
capire come morire nel modo giusto.
In fondo in fondo gli sembrava
che ne fosse valsa la pena.
Forse.
…
…
Non
temere, anima salva.
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Cantuccio dell’Autore
Prima le note ed il glossario,
che secondo me è la parte divertente.
1- Santiare: imprecare, possibilmente mettendo
in mezzo i santi
2- Avete notato che finché Death Mask sta a fare l’ubriacone da taverna ha il pizzetto e poi
invece quando lo ritroviamo a combattere contro Nidhogg
ha il mento liscio?
3- Nidhogg di Fafnir
(o Fafnir di Nidhogg) è
scritto così perché continuavo a confonderlo. Giuro, non c’era verso che mi
ricordassi qual era il nome e quale l’armatura!
4- Muccuseddi: mocciosetti
5- Cuttigghiari: pettegoli
6- Mavarìa: maleficio. Tecnicamente la mavarìa è il malocchio.
7- Corpa: botte, mazzate, sganassoni
“Basta, guarda che hanno capito!” Nd Death Mask
8- Scippato: strappato
9- Bratta: scarafaggio. E ditemi che
Nidhogg non ci somiglia!
10-“Aveva dovuto resuscitare per
capire come morire” è vagamente ripreso dall’etica samurai della “buona morte”
Bene, siamo arrivati alla fine.
Ho deciso di dare un po' di pace
a questo povero crostaceo perché, dai, non ne può più! E muore male, e
resuscita, e poi rimuore, e poi i Gold in blocco
vengono presi in affitto da Odino… e basta, eh!
Spero che vi sia piaciuto il mio
tentativo di ridare credibilità a “Soul of Gold” e a Death Mask.
Ringrazio JCMA, Elfosnape,
Morgana_pendragon7 ed Oktavia per aver
messo la storia tra le seguite, ed ovviamente tutte le belle persone che si
sono fermate a recensire: Francine, war, Oktavia e Yankee_candle.
Un gigantesco biscotto a forma di
granchio a tutti voi!
Makoto