Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: Kano_chan    10/06/2016    5 recensioni
Dal trentaquattresimo capitolo:
Fine
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
13.Sensei


James dormì poco, e la colpa era da ricercarsi soltanto nei sogni, o meglio, nei ricordi che si stavano ridestando dandogli il tormento. Riguardavano per lo più la sua famiglia e il Capitano Rogers, ma qualcosa gli diceva che c'era molto di più sepolto nella sua mente; qualcosa di decisamente spiacevole, qualcosa che forse il suo subconscio voleva tenere sopito.
Si svegliò quando il cielo stava appena cominciando a schiarirsi e gli uccellini a cantare. Per un attimo rimase seduto sul divano di Leanne, cercando di trattenere le immagini che aveva visto, le sensazioni che aveva provato, ma per alcune di esse era come tentare di trattenere l'acqua tra le dita.
Irritato da queste sue difficoltà, sospirò e si alzò, dirigendosi verso le imposte che davano all'esterno della cucina. Facendo scorrere il pannello di legno le aprì, e la luce del primo mattino lo investì in pieno, accogliendolo su di un piccolo porticato. Quell’ala della casa dava verso ovest e da quel lato non erano presenti altre abitazioni, c'era solo una distesa di prato brullo, un laghetto a ridosso della foresta e a sovrastare il tutto, le montagne, imponenti e maestose.
James diede un’occhiata dietro l’angolo, scoprendo che la sera prima aveva presupposto giusto. Il villaggio era molto piccolo e, oltre la casa di Leanne, poteva contare solo altre dieci capanne, tutte con il medesimo tetto spiovente di paglia che arrivava fin quasi a toccare terra. Il resto della vallata era occupato da risaie, campi coltivati e pascoli.

Il ragazzo, finita la sua valutazione dell'ambiente, respirò a pieni polmoni l’aria fredda del mattino, sedendosi sul pavimento parzialmente sollevato da terra del porticato e osservando lo spettacolo che aveva davanti.
Le cime più alte, iniziavano proprio in quel momento a colorarsi d’oro man mano che il sole sorgeva ad est, e la foresta veniva scossa da diversi rumori, segno che si stava risvegliando anche lei.

James cominciò a capire il perché Leanne avesse deciso di andare ad abitare lì. Quel luogo non sembrava nemmeno di questa terra.

-    Prenderai freddo a stare lì così –

La voce della ragazza lo sorprese e lui si voltò per accoglierla. Aveva i capelli scompigliati raccolti in un codino e si stringeva addosso una spessa coperta per ripararsi dal gelo.

-    Non soffro il freddo – rispose lui, rimettendosi a guardare il panorama.
-    Beato te! – replicò la giovane, tornando allora verso la cucina.

Leanne, ora che era giorno, potè notare che era tutto esattamente come lo aveva lasciato: in ordine e pulito. La mancanza di polvere le fece capire che si erano presi cura della sua casa in attesa che lei tornasse; c'era da aspettarselo dopotutto.
Con un sorriso, si diresse verso la credenza per prendere il caffè solubile da mettere dentro al bollitore in rame; poi, mentre l’acqua scaldava, pescò due tazze dal mobile sopra il lavandino.
Una volta che il caffè fu pronto e che il suo aroma si fu diffuso per la cucina, lo versò nei bicchieri e tornò da James.
Il ragazzo non si era mosso di un millimetro, ancora intento a fissare davanti a sè vestito solo di jeans e canotta scura.

Leanne si sedette vicino a lui e gli porse una tazza. Quasi con un gesto meccanico James la prese, reggendola con entrambe le mani.

-    Faccio sempre colazione qui; anche d’inverno, nonostante io soffra tantissimo il freddo – gli disse la ragazza sorseggiando la bevanda.
-    Credo di capire il perché – rispose lui.

Leanne notò che il suo tono si era addolcito di una nuova sfumatura, sembrava molto più... rilassato.

-    Qualche novità? – chiese lei.
-    Come scusa? – le domandò James di rimando voltandosi a guardarla.
-    Qui dentro, ci sono novità? – ripetè picchiandogli l’indice sulla tempia.
-    Mi sono ricordato di mia zia Ida e anche di mia sorella Becky – rispose allora, bevendo un sorso di caffè – Non essere troppo contenta; per ora continuano ad essere solo volti abbinati a qualche sensazione sfuggente. Sono ancora lontano anni luce da ciò che ci si aspetta...  – aggiunse, vedendo il largo sorriso che era comparso sul viso della ragazza.
-    James, forse tu non te ne sei accorto, ma più ricordi ti tornano e più stai cambiando – gli fece notare Leanne – Hai un modo di fare più affabile, molto meno… - si interruppe cercando l’aggettivo giusto.
-    Da assassino senza cuore nè morale? – le suggerì lui.
-    Non lo avrei detto con questi termini apocalittici, ma sì – replicò la ragazza.
-     E' già qualcosa allora - commentò il Soldato con un mezzo sorriso che Leanne non seppe interpretare.

Per un po’ rimasero in silenzio a godersi la vista che avevano di fronte e a finire di bere il caffè, poi la ragazza si alzò.

-    E' già in piedi – sentenziò, osservando un pennacchio di fumo alzarsi da dietro la foresta – Vieni con me, devo farti conoscere una persona – si rivolse poi a James.
-    Qualcuno del tempio di cui mi hai parlato? – chiese il ragazzo ricordandosi il discorso del giorno prima.
-    Esatto – assentì Leanne mentre entrava a prendere il giaccone – E ti prego, mettiti un maglione, mi fai venire ancora più freddo – disse quando ricomparve in cucina, lanciandogliene uno.
-    D’accordo – rispose il ragazzo con un sorriso divertito.

Il sentiero che conduceva al tempio partiva dal limitare della foresta per inerpicarsi lungo la costa della montagna. La strada era battuta ma non lastricata, per evitare che le gelate notturne la rendessero pericolosa. Gli alberi la fiancheggiavano e d'estate, le fronde creavano un tunnel naturale di chiara luce verde. A circa metà strada iniziarono invece una serie di Torii* rossi, che accompagnavano il visitatore fino alla meta.

-    Il tempio è dedicato a Bishamon-ten, uno dei sette dei della fortuna Giapponesi; in particolare è il dio della serenità e della guerra – spiegò Leanne a James mentre salivano.
-    Strano connubio – commentò lui.
-    Si dice che punisca i malvagi; forse è per questo che dispensa sia guerra che serenità allo stesso tempo – raccontò la ragazza.
-    Allora sarebbe meglio per me evitarlo.. - mormorò James.
-    Cosa hai detto? - gli domandò Leanne guardandolo da sopra la spalla.
-    Niente - replicò lui, preferendo glissare.

Qualsiasi cosa orribile lui avesse fatto in passato non era ancora pronto ad affrontarlo, nè tantomeno a discuterne con Leanne.

-    Siamo arrivati! – esclamò la ragazza d'un tratto.


Il sentiero finiva a ridosso di un altro grande Torii sormontato da una coppia di Komainu, i cani leone guardiani dei templi nella dottrina dello Shintoismo.  Passato l’arco di accesso, davanti ad esso un ampio spazio lastricato con alberi e arbusti li accolse.
La ragazza condusse James fino al centro.


-    Questo è l’Haiden – disse lei, indicandogli un piccolo edificio in legno con il tetto a spiovente – Il santuario dove i fedeli possono riunirsi a pregare. Quello invece, si chiama Chozuya; l’acqua serve per purificare le mani e la bocca prima di accedere al tempio – proseguì, mostrandogli una sorta di capanna sotto la quale si trovava una vasca in pietra con una fila ordinata di mestoli in bambù – Infine, qui è dove si raccolgono le offerte. Si gettano le monete dentro quelle feritoie e si tira la campana per chiedere la grazia – spiegò.
-    E l’edifico che c’è lì dietro? – domandò James, indicando quello più grande di tutti.
-    Che stupida! Certo, quello è il tempio principale, l’Honden. Lì possono accedervi solo i sacer..- la ragazza si interruppe a metà della frase, oltrepassando con lo sguardo la figura di James e puntandolo verso qualcosa alle sue spalle.

Il ragazzo si girò di scatto. Dietro di lui si era materializzato un signore di una certa età, in equivocabili abiti monacali sulle tonalità del grigio. Per essere già avanti con gli anni aveva una zazzera di capelli bianchi e una folta barba grigio ferro. Il suo viso era così tanto segnato dalle rughe, che gli occhi si vedevano a malapena.
James restò spiazzato, non era mai successo che qualcuno riuscisse a prenderlo alle spalle senza che lui ne avvertisse la presenza; quell’uomo sembrava essersi materializzato con una folata di vento.
Se lui ne fu sorpreso, Leanne invece non si scompose minimamente, superando il ragazzo e andando a mettersi esattamente di fronte all’anziano.


-    Sensei – lo salutò con il consueto appellativo che si riservava agli insegnanti, inchinandosi profondamente.
-    Leanne.. ricordavo che mi avessi assicurato che saresti riuscita nella tua impresa in meno di sei mesi; invece ne sono passati quasi nove – rispose l’uomo in perfetto inglese e con voce baritona.
-    E io ricordavo che lei mi avesse detto di aver smesso di fumare. Sensei – replicò lei, alzandosi dall’inchino a guardando eloquentemente il fumo levarsi da dietro la veste del monaco.

Quest’ultimo la squadrò ancora per un attimo solennemente e poi sorrise. Fu come se una crepa si fosse aperta in quel muro di rughe; i denti dell’anziano spiccarono bianchi e nitidi sul suo viso abbronzato, mentre allargava le braccia e accoglieva la sua discepola in un abbraccio affettuoso.

-    Lea-chan, che piacere rivederti! – esclamò felice l'uomo – e di sapere che sei riuscita nella tua impresa – aggiunse, guardando il Soldato che fino a quel momento era rimasto in disparte.
-    James – lo chiamò la ragazza facendogli cenno di avvicinarsi – Quest'uomo è il mio maestro, Nomura Tetsuya – lo presentò.

L’uomo dapprima si inchinò al ragazzo alla moda Giapponese e poi gli protese una mano nello stile occidentale.

-    Piacere di conoscerti James –

Il giovane notò che la sua stretta, pur essendo quella di una persona anziana, conservava tutto il vigore del fiore degli anni. Il ragazzo ebbe anche la sensazione che quell’uomo avrebbe potuto perfino metterlo in difficoltà in uno scontro.

-    Piacere mio – rispose il Soldato.
-    Forza, venite, qui fuori fa troppo freddo per parlare. Entriamo –

Detto questo li guidò oltre l’Haiden, dove altre due costruzioni, una più piccola e una molto lunga, occupavano il cortile est.
Il maestro li condusse verso quella più piccola, che si scoprì essere l’abitazione dell’uomo. Una volta dentro, li fece accomodare intorno  al tipico Irori** sul quale stava già bollendo una teiera annerita dall'uso.

-    So che ci sono state delle complicazioni.. purtroppo da qui non ho potuto tenermi aggiornato come avrei voluto - disse, preparando un vassoio con delle tazzine.
-    Sfortunatamente il primo tentativo di contatto non è andato a buon fine e il piano di HYDRA è risultato fin troppo complesso rispetto a ciò che mi ero immaginata – rispose la ragazza – Scusa, forse devo darti un paio di spiegazioni – aggiunse rivolta a James che aveva inarcato le sopracciglia.
-    Se fossi così gentile... – replicò lui sarcastico.
-    Nomura sensei ha lavorato per quasi tutta la sua vita allo SHIELD ed è stato il mio Supervisore per un certo periodo; quando me ne sono... andata, mi è stato proposto di raggiungerlo. E' solo merito suo se sono riuscita a portarti qui – spiegò la ragazza con un breve sorriso rivolto all’anziano.
-    Ahhh io non ho fatto nulla, ho solo mosso un paio di pedine al posto giusto – minimizzò lui – Piuttosto, come stanno i tuoi ricordi giovanotto? – chiese, versando del tè dal bollitore appena tolto dal fuoco.
-    Ancora confusi.. – rispose James senza sbilanciarsi troppo.
-    E' difficile fidarsi delle altre persone, vero? – replicò il vecchio.

Il suo non era un rimprovero, solo un dato di fatto.

-    Sì, non è semplice.. – assentì il Soldato.
-    Lo capisco molto bene... Lea-chan, quali sono i vostri piani adesso? – si rivolse poi alla ragazza.
-    Vorrei passare l’inverno qui; credo sia il posto migliore dove nascondersi.. soprattutto adesso che lo SHIELD è andato in pezzi – rispose la ragazza con una nota amara, riappoggiando la tazzina per farsi versare altro tè.
-    Quello che è accaduto non potevi prevederlo, lo sai questo vero? -

James osservò incuriosito Leanne mentre il suo viso si adombrava.

-    Forse... - rispose lei caustica.
-    In tutti i casi sei arrivata giusto in tempo; tra un paio di giorni danno maltempo e forti nevicate. Se avessi ritardato ancora un po’ non saresti più riuscita a raggiungerci – disse Nomura chiudendo il misterioso discorso.

James, capì che in quella regione le nevicate dovevano essere parecchio abbondanti e capì anche la scelta della ragazza. L’unico accesso al villaggio, da quel che aveva visto, era il sentiero dal quale erano arrivati loro e con la neve sarebbe stato impossibile percorrerlo.

-    E una volta passato l’inverno? – proseguì l’uomo.
-    A quello ammetto di non aver ancora pensato… - rispose Leanne - Se a James dovessero ritornare i ricordi, potrei pensare di contattare il Capitano Roge.. -
-    Conosci Rogers? – la interruppe James.
-    Non di persona, in realtà – rispose Leanne un po’ imbarazzata.
-    Come puoi allora essere certa di poterti fidare nel contattarlo? –
-    James, ho visto quello che ha fatto sull’Helicarrier e lo hai visto anche tu.. Sono sicura che il Sergente Barnes l’avrebbe riputata una buona idea – disse la ragazza con assoluta convinzione.

Il Soldato per tutta risposta alzò le mani in segno di resa. Inutile discutere.

Dopo che Leanne ebbe raccontato le peripezie che li avevano visti protagonisti, i due ragazzi presero congedo. Accompagnati dal monaco, tornarono nello spiazzo davanti l’ingresso del tempio.
Il sole ormai alto, sulla pelle risultava piacevolmente tiepido nonostante la temperatura rimanesse polare.


-    Non c’è nessun’altro oltre a lei? – domandò James all’anziano mentre aspettava Leanne che si era diretta verso il banchetto delle offerte.
-    Nei periodi caldi alcuni giovani novizi vengono a darmi una mano, ma d’inverno i pellegrini sono quasi del tutto inesistenti e riesco a gestire tutto da solo. Dopotutto è un piccolo tempio - rispose l’uomo guardando l’Honden con affetto.
-    Capisco perché Leanne abbia scelto di venire a stare qui – disse d’un tratto James.

Il monaco lo guardò per un attimo e poi gli sorrise, mentre la campana delle offerte risuonava nell’aria.

-    Sì. – rispose – E' un buon posto per ritrovare la pace; anche Leanne ne ha avuto bisogno, ne ha passate tante in passato… - raccontò.

James si stupì di quelle parole a proposito della ragazza, ma poi si disse che effettivamente di Leanne ne sapeva veramente poco.

-    I ricordi che ti torneranno non saranno sempre piacevoli, James – lo avvertì l’uomo all'improvviso – Dovrai essere in grado di scindere il passato dal presente, o rischi di farti del male, o di farne a chi ti sta intorno – lo avvertì.

Il ragazzo avrebbe voluto chiedergli di più su quell’ultima frase, ma Leanne si stava già avvicinando a loro.

-    Starò attento – si limitò quindi a rispondere.

Sperava con tutto il cuore che potesse bastare.

* Torii tradizionale portale d'accesso ai templi Shintoisti
** Irori tradizionale focolare domestico formato da un quadrato infossato nel terreno nel quale viene acceso il fuoco e sopra al quale, tramite un gancio, viene appesa la teiera.



Chief's room:


Benvenuti al tredicesimo capitolo!
Interamente dedicato al nuovo luogo di soggiorno dei nostri amici e ad un new character.
Il villaggio descritto è deliberatamente ispirato al paese di Shirakawa che non è poi molto lontano da quello che ho immaginato io. Vi lascio di seguito il link ad una foto, in modo che possiate capire meglio com'è strutturato: Shirakawa go winter, Shirakawa go Spring
Nonostante io usi, quando mi è possibile, termini Giapponesi spero che per voi sia tutto chiaro ^^ Ove necessario è mia premura mettere le note a fine capitolo, in atri casi se siete curiosi Google è un'ottima risposta (altrimenti dovrei farvi una galleria ad ogni fine capitolo xD) ;) Sappiate solo che la ch viene letta con la c morbida di cibo.
Riguardo al nuovo personaggio, vi è piaciuto? So che ha fatto giusto una fugace apparizione, ma la sua presenza sarà fondamentale nel prossimo futuro! E' un original character, quindi non lo troverete nell'universo Marvel.
Per scegliere il nome mi sono ispirata all'omonimo disegnatore e creatore di videogiochi Tetsuya Nomura, che ha realizzato le opere che hanno accompagnato la mia infanzia videoludica, quali Final Fantasy e Kingdom Hearts. In sostanza è un piccolo omaggio che ho voluto inserire.

Ringrazio di cuore tutti quanti voi Lettori, le mie Howling Commandos e coloro che mi hanno inserita tra le storie preferite (Chrona00), seguite e ricordate.

Al prossimo 1945!
Baci,
Marta 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Kano_chan