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Autore: Zappa    13/06/2016    6 recensioni
Tutti hanno la loro versione su come sia e come si comporti Vegeta.
Pochi hanno osato deriderlo e prenderlo in giro: ora è giunto il momento.
Vi proporrò una serie qualità di Vegeta e vi spiegherò il perché di quelle qualità.
Lettura sconsigliata alle persone serie e a tutti quelli che mi conoscono.
I personaggi presentati e le citazioni cui faccio riferimento non mi appartengono e non ne detengo alcun diritto.
# 1. Egocentrico
# 2. Sensibile
# 3. Innamorato
# 4. Ponderato
# 5. Tecnologico
# 6. Filosofo
# 7. Esasperante
# 8. Tata
# 9. Imperatore
# 10. Strano
# 11. Destinato
# 12. Casalingo - Fanfiction vincitrice del primo posto al contest “Piangere è difficile, ma ridere lo è ancora di più: il contest della risata” indetto da eleCorti sul forum di Efp
# 13. Festaiolo
# 14. Cupido
# 15. Coinquilino
# 16. Neopatentato
# 17. Genitore
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU, Nonsense, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quanto può essere esasperante un cucciolo di Saiyan?
Chiedetelo a Nappa.
Nappa, quel pover'uomo di corte che un tempo si occupava di dare consigli al re sulle migliori compagnie mercenarie* su cui investire i propri soldi, ora, per un gioco del destino era finito a fare da babysitter al principino e al figlio del ribelle – rispettivamente di quattro e sette anni.
Nappa, quel pover'uomo che si rilassava ascoltando le canzoni degli ABBA, soprattutto Dancing Queen, singhiozzando con un fazzoletto in mano e sospirando alla volta del cielo, ogni volta che c'era qualcosa che non andava.
Nappa, quel pover'uomo che ora ripensava ai bei tempi, a quando non aveva quelle piccole pesti alle calcagna, – proprio come in quel momento, quando entrambi si erano aggrappati alle sue gambe, in lacrime, perché non volevano andare a letto presto – a quando era il re che doveva rincorrere il figlio per tutto il palazzo perché questo scappava dalla culla, dopo aver diverto le sbarre in titanio, a quando era Bardack ad occuparsi del figlio capellone.
Ah, giusto, Bardack non si ricordava di avere un figlio, figurarsi se se ne sarebbe preso cura...

Pover'uomo, quel Nappa.
I due piccoli Radish e Vegeta erano, davvero, due pesti: il primo, un po' più grandicello ma corto di cervello, era abbastanza snervante perché era spesso fin troppo malizioso.
<< Zio Nappa, come nascono i piccoli Saiyan? >>
<< Zio Nappa, ma perché vai in giro mezzo nudo? >>
<< Zio Nappa, ma Zarbon è una femmina? >>
Domanda a cui nessuno sapeva rispondere, rifletteva, poi, l'omone, mentre il cucciolo di terza classe lo incalzava sempre più.
Ma il principino, quando voleva, era anche peggio...
Inutile convincerlo che lo avrebbe portato al Burger King se fosse stato bravo: lui, ogni volta, se doveva fare un guaio lo faceva, non c'erano scuse.
Vegeta, a differenza di Radish, era più intelligente e un po' reticente su certi argomenti: quando, ad esempio, a scuola avevano fatto educazione sessuale – per la gioia di Radish che aveva sorriso tutto il tempo come un idiota – Nappa si ricordava bene della faccia sconvolta del piccolo Vegeta che, rosso come una fragolina, aveva nascosto la faccia tra le manine e, una volta finita la lezione, non aveva mangiato per una settimana talmente era scosso.
Quando, invece, andavano a lezione di tecniche di tortura, nonostante tutti gli scolaretti fossero un po' intimoriti, Vegeta si metteva sempre al primo banco, fermo immobile a prendere appunti, con un sorrisone stampato sulla faccia per lo spiccato interesse in materia.
Avevano certamente, aveva concluso lo zio Nappa, due caratteri differenti i due cuccioli, ma a fare i guai – che suggeriva puntualmente Vegeta, perché era lui la mente – erano proprio bravi entrambi.
E una volta rubavano le chiavi della navicella di Ginew per andare a schiantarsi contro la torre di controllo della base, e un'altra volta si mettevano a rigare l'astronave di Freezer con le chiavi di prima, un'altra ancora facevano graffiti per tutte le mura della base scrivendo "Freezer" con vicino l'immagine di un sedere, e un'altra volta si mettevano a giocare a Go Kart con le astronavi per tutto il cortile...
Ma per tutte le galassie, pensava Nappa, impossibile star fermi?!
Per non parlare di quella volta che – 'sta volta su istigazione di Radish – si erano messi in testa che Zarbon avesse la parrucca o che fosse un mistero da scoprire come facesse ad avere una tinta di capelli così perfetta ogni volta che usciva in missione.
Così si erano intrufolati nei suoi appartamenti – grazie all'abilità del piccolo Vegeta che aveva sfoderato uno sguardo così da cucciolo bastonato che, l'alieno androgino, non aveva non potuto lasciarli passare – per, poi, ritrovarsi l'appartamento a soqquadro, gli shampoo della doccia tutti a colorare le pareti, gli armadi con i suoi abiti glitter e haute coutoure sparpagliati per la stanza e la sua confezione di smalti preferita tristemente morta al suolo, mentre si sollevava dappertutto uno strano odore di bruciacchiato.
I bambini erano così bravi a fargli venire le crisi isteriche che, prima o poi, avrebbe ricevuto un Oscar per ogni scenata che aveva fatto nel rimproverarli.
Oltre al fatto che, ormai, aveva perso il conto di quante volte aveva dovuto prendere le loro difese per evitare di trovarseli spiaccicati sul muro, come carta da parati, specialmente quando Freezer, particolarmente incazzato per essersi svegliato con la faccia colorata dai due monelli, chiedeva di prenderli a vergate per vendicarsi.

Ma, rifletteva Nappa, in fin dei conti, i due erano ancora cuccioli: certo, lo facevano esasperare e avrebbe voluto ucciderli nel sonno ma, in quel momento, quando buoni buoni dormivano nel loro lettino – Radish a gambe all'aria e Vegeta abbracciato al suo Binky – e sembravano due angioletti, pensava che avrebbe dato tutto per loro.
Sospirò e si alzò dal letto, per andare anche lui in branda, dopo una lunga giornata costellata di massacri e genocidi, da bravo lavoratore, aveva bisogno di un meritato riposo.
Si passò, stanco, una mano tra i capelli per poi spalancare, nel panico, gli occhi.
Davanti allo specchio del bagno si ritrovò a fissare, a occhi sbarrati e senza parole, alcune ciocche nere che, inerti, gli erano rimaste in mano. Osservò, tra le lacrime, il proprio ciuffo che si afflosciava sulla fronte.
Stava diventando pelato e la colpa, moooolto probabilmente, era solo di quella disgrazia di cuccioli Saiyan.
Quella sera il nostro povero Nappa si mise ad ascoltare Dancing Queen degli ABBA e si ritrovò a piangere sul divano con un barattolo di gelato al cioccolato tra le braccia mentre guardava Titanic.

*termine assolutamente inventato

Angolo dell'autrice
Chissà perché ogni autore ha il suo “angolo”. I mean, non si potrebbe parlare di cerchio? O quadrato? O stanza? “La stanzetta dell'autrice”, non ci sta male, no? Va be'.
Eccomi prima del previsto. Ho deciso di pubblicare dopo pochi giorni perché, almeno per una quindicina di giorni, non mi presenterò per via di esami. Non che dopo non li abbia, ma avrò poco tempo, ecco, per dedicarmi a Efp.
Yey.
Spero vi piaccia e come al solito, ringrazio tutti quanti!
   
 
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