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Autore: Lafilledesfleurs96    15/06/2016    2 recensioni
Chanel Hemmings è la classica brava ragazza: bella, dolce ed ingenua, non fuma, non beve e non esce dai suoi canoni di figlia modello.
Harry Styles, suo fidanzato, è il suo perfetto opposto: il don giovanni di tutta la scuola, affascinante e carismatico, ma non abbastanza innamorato... o forse si?
Justin giocherebbe sporco pur di portarsi a letto Chanel, ma perchè tanto interesse attorno a una ragazza che non vuole saperne di lui?
Un mix di risate, gioie, dolori, delusioni, per una fanfiction un pò alternativa....
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12
 

CHANEL 

"Chanel ti rendi conto di che ore sono?"mi domandò Luke quando venne ad aprirmi, prima ancora che varcassi la soglia di casa.

"Sono le 9, e allora!?" feci scocciata superandolo e andando in cucina dove la mamma stava lavando i piatti.

Lui mi seguì "Allora? E me lo chiedi pure? Una ragazza sola, per le strade di Phoenix a quest'ora di notte. Dove diavolo sei stata?"

"Ero da Harry" risposi senza troppi giri di parole, versandomi del succo alla pesca in un bicchiere di vetro.

"Certo, come ho fatto a non pensarci prima. E' sempre colpa di quell'idiota, e non sapeva riaccompagnarti o ero troppo impegnato a stare con qualche puttanella?"

"Luke..." lo richiamò la mamma, non gli piaceva che usassimo quel genere di parole davanti a lei.

Io a quel punto lo guardai arrabbiata "Per tua informazione "quell'idiota" ha l'influenza e sono rimasta a prendermi cura di lui fino e adesso, perciò non rompermi le scatole" dissi portandomi il bicchiere alle labbra

"Avresti potuto avvertirmi o quanto meno degnarti di rispondere a una delle mie chiamate" disse mettendo le braccia conserte. La mamma intanto seguiva i nostri discorsi senza battere ciglio, sapeva quanto Luke fosse protettivo nei miei confronti e quel genere di litigate erano all'ordine del giorno.

"Luke avevo il cellulare scarico e non avevo previsto che sarei rimasta fino e sera. Dovevo solo portargli i compiti ma non si è sentito bene e in quelle condizioni di certo non potevo lasciarlo da solo" gli spiegai nella speranza che la smettesse di assillarmi. Odiavo quando il suo senso apprensivo prendeva il sopravvento, su queste cose era anche peggio di mia madre.

"Questa non è una giustificazione" disse in tono stizzito

"Ma insomma la pianti?! Ho 16 anni, perciò smettila di trattarmi come se invece ne avessi 5, non sono più una bambina e tu non sei la mia balia, quindi falla finita" esclamai seccata alzando gli occhi al cielo

"Tesoro infondo non è successo niente di grave" si intromise la mamma rivolta a mio fratello mentre con un panno stava asciugando le stoviglie.

"Vedi, perfino la mamma lo dice, stai facendo un casino inutile!"

"Si, perché sai benissimo che non voglio stia in giro da sola a quest'ora di notte, potrebbe succederti di tutto"

"Sono grande abbastanza da cavarmela da sola Luke, non mi serve che tu mi dica quello che devo fare!" feci uscendo dalla cucina e salendo velocemente le scale per andare in camera mia. Era insopportabile quando faceva così!

"Beh reggiti forte allora, perché finché non andrò al college tu farai esattamente quello che ti dico, che ti piaccia o meno" mi urlò dal piano di sotto e io di tutta risposta sbattei la porta della mia camera. 

Insomma perché doveva trattarmi sempre come una poppante? Sapevo quanto si preoccupasse ma non mi andavo proprio a genio il suo comportamento. Era solo di un paio d'anni più grande di me e invece si comportava come fosse mio padre. Era una tortura per una ragazza avere un fratello maschio iperprotettivo, figuriamoci due, e per fortuna Niall era partito per il college o avrei fatto la stessa fine di Rapunzel rinchiusa nella torre. 

Misi in carica il cellulare e mi buttai sul letto, sfinita per quella giornata. 

Ero stata tutto il pomeriggio a prendermi cura di Harry, gli avevo messo qualche coperta in più addosso e gli avevo preparato un thé caldo, l'unica cosa adatta che avevo trovato nella dispensa. Mi ero davvero spaventata quando entrata in camera sua l'avevo trovato privo di conoscenza. Non sapevo davvero come comportarmi perché non mi ero mai trovata in una situazione del genere, poi per fortuna anche se po' in panico ero riuscita a stenderlo sul letto ed ero rimasta con lui, come mi aveva chiesto, fino all'arrivo del padre la sera. Gli avevo spiegato che Harry aveva un po' d'influenza dopodiché l'avevo lasciato alle sue "amorevoli" cure ed ero ritornata a casa. Ma l'indomani pomeriggio ci sarei andata di nuovo perché il Sig. Styles sarebbe stato a lavoro tutto il giorno e in più lui stesso mi aveva informato che anche Anne era partita per un viaggio di lavoro e sarebbe ritornata solo la settimana prossima, quindi Harry sarebbe rimasto da solo a casa.

Nella borsa avevo ancora quegli esercizi che Harry avrebbe dovuto consegnare l'indomani, ma di certo in quelle condizioni non poteva mettersi a fare matematica.

Aprii la borsa, cacciai il foglio con le equazioni e gli diedi uno sguardo.

Un susseguirsi di lettere e numeri che mi rincoglionivano solo a guardarli.

Era puro arabo per me.

Louis però aveva detto che se le avrebbe risolte, sarebbe passato in matematica quindi in una maniera o nell'altra, sarei dovuta riuscire a fargliele io.

Sul mio libro non c'erano quelle cose perché io ero solo al terzo anno, mentre Harry era al quarto, così mi misi con il computer alla mano e cercai la spiegazione online.

Ci misi circa mezz'ora solo per capire la procedura dei polinomi e quasi due ore per capire le equazioni di secondo grado, non mi ero mai applicata così tanto neanche quando si trattava del compito di matematica, ma dovevo farlo per Harry o avrebbe rischiato di perdere l'anno, visto che non aveva solo matematica arretrato. 

Quando dopo vari scarabocchi finalmente mi venne la prima, mi sentii realizzata come non mai in vita mia: ero riuscita a risolvere un equazione esponenziale senza l'aiuto di nessuno e mi sentivo un fottuto genio.

Ad un tratto sentii il cellulare squillare, e non appena vidi il nome di Marine sullo schermo, lo staccai da sotto carica e lo posai vicino all'orecchio.

"Hey bionda" mi chiamò lei dall'altro capo del telefono

"Hey bionda" le risposi anch'io

"Hey bionde" parlò una terza voce e sapevo benissimo a chi appartenesse

"Ho chiamato anche Karen, così non dovrò ripetere le cose due volte" disse Marine e inizialmente non capii che stesse parlando dell'appuntamento, ma con tutto quello che era successo mi ero completamente dimenticata che quel pomeriggio era uscita con Ashton.

"Questa.... è intelligenza" disse Karen che intanto stava masticando qualcosa

"Ma tu hai sempre la bocca piena?" le domandai ridendo mentre stavo copiando la traccia della seconda equazione.

"Ehi... sono solo... tacos" affermò sempre con la bocca piena

"E quasi mezzanotte e tu mangi i tacos??" le domandò Marine, e sembrava quasi sorpresa, come se non sapesse che quella ragazza aveva uno stomaco di piombo e digeriva di tutto a qualsiasi ora.

"Mai sentito.... parlare .... di spuntino"

"Comunque com'è andato l'appuntamento?" le domandai arrivando al punto della chiamata.

"Meglio di quanto mi aspettassi" disse e in quel momento potei immaginarmela che incurvava un sorriso.

"E dove... siete stati?" le domandò Karen

"Mi ha portato al sea life"

"All'acquario?" le domandai aggrottando la fronte un po' stranita

"Si anche a me all'inizio è sembrato un po' strano ma poi... è stato dolcissimo" ci spiegò lei con area ancora trasognata

"Un primo appuntamento... tra i pesci... cosa c'è.... di più romantico?!" scherzò Karen

Marine non fece caso alle sue parole e continuò a spiegarci "Mi ha parlato un po' di lui, mi ha detto che è nato in Australia e che quando abitava lì aveva il mare a pochi passi da casa"

"Non sapevo fosse australiano" affermò la mora che a quanto pare sembrava avesse finito il suo 'spuntino'.

"Io invece si, me lo disse Luke una volta" confessai.

"Adora il mare e credo che mi abbia portato lì perché quel posto gli ricorda casa. Ad ogni modo, ci siamo fermati davanti ad una vasca di balene e lui beh...." qui prese una piccola pausa, evidentemente imbarazzata "....insomma mi ha baciata" disse tutto d'un fiato e a quelle parole non potei fare a meno di emettere uno stridulo di gioia.

"In fondo al mar, in fondo al mar...." cominciò a canticchiare Karen in un impeto di entusiasmo

"Alla fine mi ha anche comprato una balena orsacchiotto al negozio di souvenir"

"Tenero il piccolo Ash" commentò sarcastica Karen

"Già, proprio a renderti quel bacio indimenticabile" dissi scuotendo la testa 

"Quindi... Zayn è un capitolo chiuso, giusto?" domandò Karen di punto in bianco

"Beh..." la bionda sembrò rifletterci un po' su "suppongo di si" rispose ma nel suo timbro di voce era come se ci fosse qualcosa che non mi convinceva affatto "Piuttosto Chanel, com'è andata da Harry?" mi domandò come per cercare di sviare quel discorso.

"Sono stata tutto il pomeriggio insieme a lui perché non si è sentito bene, e quella mezz'ora che avrei dovuto impiegarci si è trasformata in mezza giornata"

"Come mai, cosa si è sentito?" domandò ancora Marine

"Ha un po' d'influenza, infatti penso che domani ci riandrò, non mi va di lasciarlo da solo a casa"

"Con tutto quello che combina mi sembra strano che non abbia l'AIDS e comunque non smetterò mai di dirlo Chanel: tu sei una santa" affermò Karen

"Vado solo a fargli compagnia per mezza giornata, tutto qui" dissi facendo spallucce

Marine sospirò "Ma infatti non si tratta di quello che fai tu, si tratta di quello che non dovrebbe fare lui"

Non ero per niente in vena di sentire prediche sul comportamento di Harry a quell'ora, anche perché già lo sapevo da me, non avevo bisogno che me lo ricordassero continuamente "Ragazze io sono stanca, vado a letto d'accordo?" 

"Sai che lo diciamo per te vero?" mi chiese Karen

"Certo lo so, non preoccupatevi" le rassicurai cercando di non far trasparire il mio stato d'animo.

"Allora Notte Chanel" mi salutò Marine.

"Ci vediamo domani mattina a scuola" disse invece Karen.

"Buonanotte ragazze" dissi per poi premere il tasto di fine chiamata e concentrarmi di nuovo su quelle benedette equazioni. 

Una volta capito il procedimento, fini di risolverle tutte verso la mezza, l'ultima mi aveva mandato al manicomio, non finiva più. Sembrava quasi impossibile che io fossi riuscita a capire qualcosa che riguardasse la matematica eppure avevo appena completato dieci equazioni esponenziali: certo avevo la testa che rimbombava, ma il mio grado di soddisfazione non aveva mai raggiunto livelli così elevati. 

Era assurdo pensare che quello che facevo per Harry non lo facevo nemmeno per me stessa ed ero certa che quel sentimento prima o poi avrebbe firmato la mia condanna.

Ero così stanca che non appena appoggiai la testa sul cuscino, crollai immediatamente tra le braccia di Morfeo e mi addormentai con l'immagine del riccio a cullare i miei sogni.

 

 

 

SPAZIO AUTRICE *-* 

HOLAAAAAA!!!! Come state girls?! (Un po' inglese, un po' spagnolo, si vede che studio lingue xD)

Eccovi un altro aggiornamento! scusate se magari ci metto un po' ma spero tanto che come al solito vi piaccia questo capitolo. Quindi davvero grazie per tutto perchè siete lettori fantastici e mi date tanta voglia di scrivere. 

Un bacio ragazze, ci vediamo al prossimo chappy <3 <3 

   
 
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