15/06/2016
1 recensioniDčixis – Un labirinto di false speranze
La
bocca storta in un sorriso nato d'improvviso, dove si intravedono i
bianchi denti. Lucy sa che mostrare le sue preoccupazioni sarebbe un
errore; per questo stira le labbra verso due iridi martoriate da
notti insonni quando qualcuno le chiede come si sente. Dire che non
si sente bene sarebbe una bugia, cosě come
mentirebbe se
affermasse di stare al meglio. Il suo non č un malessere
fisico ma
solo un senso di
oppressione che
la spinge verso un baratro di insicurezze. E lei č sempre
lě,
sull'orlo del precipizio, indecisa se colmare il vuoto con delle
risposte o se lasciare la carcassa andare avanti senza piů
un'anima
a darle espressione. Ci ha provato, la maga, a darsi delle risposte
ma il nero del baratro la rincuora beffardo, sorride malignamente,
sicuro che non se ne andrŕ in tempi brevi.
Al bordo della piscina, mentre le gambe magre si concedono qualche minuto di riposo dondolando nell'acqua fresca, qualcuno la chiama e in primo momento non riconosce la voce, anche gli occhi faticano a focalizzarsi sulla figura dinnanzi. Le forme paiono sfocate ma č solo qualcosa di temporaneo, e dei ciuffi rosa le solleticano il viso facendole provare un leggero prurito. Due mani si appoggiano con fare rumoroso al fianco di quelle di Lucy. Le sente vicine ma il tatto non le percepisce. Solo un frugale dolore la ridesta completamente. La fronte di Natsu č ancora unita alla sua, e quando si sposta comincia a massaggiarsi la testa.
— Hai la testa dura, Lucy.
Un eh spezzato, tacito dalla sorpresa, emerge dalle labbra rosee della giovane che capisce cosa č successo. Il dolore appena sfumato, come il rossore dovuto al contatto, si sta dileguando. La Lucy di sempre reagirebbe, ad un affronto da parte di Natsu, ma non c'č alcuna gioia agli angoli della bocca quando gli sorride.
— Hai proprio ragione, Natsu — dice con voce affilata, quasi potesse ferirlo pronunciando il suo nome con frustrazione.
Quando la guarda andare via, č consapevole, Natsu, che finché non colmerŕ quella sensazione di impotenza non potrŕ essere concretamente felice. Entrambi oppressi dalle loro elucubrazioni, rimangono inermi in presenza della paura di sapere la veritŕ; come qualcosa di indispensabile la voragine li attende.
Al bordo della piscina, mentre le gambe magre si concedono qualche minuto di riposo dondolando nell'acqua fresca, qualcuno la chiama e in primo momento non riconosce la voce, anche gli occhi faticano a focalizzarsi sulla figura dinnanzi. Le forme paiono sfocate ma č solo qualcosa di temporaneo, e dei ciuffi rosa le solleticano il viso facendole provare un leggero prurito. Due mani si appoggiano con fare rumoroso al fianco di quelle di Lucy. Le sente vicine ma il tatto non le percepisce. Solo un frugale dolore la ridesta completamente. La fronte di Natsu č ancora unita alla sua, e quando si sposta comincia a massaggiarsi la testa.
— Hai la testa dura, Lucy.
Un eh spezzato, tacito dalla sorpresa, emerge dalle labbra rosee della giovane che capisce cosa č successo. Il dolore appena sfumato, come il rossore dovuto al contatto, si sta dileguando. La Lucy di sempre reagirebbe, ad un affronto da parte di Natsu, ma non c'č alcuna gioia agli angoli della bocca quando gli sorride.
— Hai proprio ragione, Natsu — dice con voce affilata, quasi potesse ferirlo pronunciando il suo nome con frustrazione.
Quando la guarda andare via, č consapevole, Natsu, che finché non colmerŕ quella sensazione di impotenza non potrŕ essere concretamente felice. Entrambi oppressi dalle loro elucubrazioni, rimangono inermi in presenza della paura di sapere la veritŕ; come qualcosa di indispensabile la voragine li attende.
✖
N
O T
E S
✖
Ho
detto che l'avrei pubblicata oggi, in data 15/06/2016 e cosě
ho
fatto. Ci ho lavorato un'oretta ieri, quando l'ispirazione mi ha
colta alla sprovvista e buttato giů tutto quello che mi
passava per
la testa, poi stasera mi sono messa lě e l'ho modificata, ho
cambiato il finale, perché volevo qualcosa di triste.
Giusto,
parlando di finale, quella voragine č
tutti quei pensieri che
ti girano per la testa quando sei innamorato e volevo che anche Natsu
capisse quando puň essere fastidioso (diciamo che volevo che
“soffrisse” anche lui, anche se ritengo che sia una
parola un po'
grossa da usare).
Volevo analizzare i personaggi nei lor momenti di sconforto, perché okay che Lucy e Natsu sono persone solari e generalmente allegre ma piangono anche loro, i momenti di insicurezza li hanno anche loro, ecco tutto. Che poi no so se ho fatto le cose fatte bene, di solito mi immedesimo in Levy (nonché mio personaggio preferito) ma io c'ho provato, dai.
Ah poi, il titolo. Dunque dčixis significa dal greco “indicazione” e labirinto č invece qualcosa di opposto, un lungo dove č possibile perdersi facilmente. Le false speranze sarebbero le risposte sbagliate. Alla fine, comunque, ognuno interpreta i titolo alla sua maniera e ben vengano le molteplici spiegazione. But, in ogni caso grazie anche solo per essere passati a leggere questa roba deprimente.
AyumuVolevo analizzare i personaggi nei lor momenti di sconforto, perché okay che Lucy e Natsu sono persone solari e generalmente allegre ma piangono anche loro, i momenti di insicurezza li hanno anche loro, ecco tutto. Che poi no so se ho fatto le cose fatte bene, di solito mi immedesimo in Levy (nonché mio personaggio preferito) ma io c'ho provato, dai.
Ah poi, il titolo. Dunque dčixis significa dal greco “indicazione” e labirinto č invece qualcosa di opposto, un lungo dove č possibile perdersi facilmente. Le false speranze sarebbero le risposte sbagliate. Alla fine, comunque, ognuno interpreta i titolo alla sua maniera e ben vengano le molteplici spiegazione. But, in ogni caso grazie anche solo per essere passati a leggere questa roba deprimente.