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Autore: SaruzzaPower    16/06/2016    4 recensioni
"Sapete, credo di amare Liam Payne dalla prima volta in cui i miei occhi si sono posati su di lui, quel giorno in cui l'auto di suo padre rompendosi li fece arrivare alla nostra officina.
Avevo otto anni allora, ero solo un bambino che non sapeva niente dell'amore e lo era anche lui.
Ma l'amore che può provare un giovane cuore è tutt'altro che ingenuo, anzi, è probabilmente il più puro di tutti, un amore che non se né mai andato, nonostante siano passati altrettanti anni"
Queste sono le parole che Zayn ha per il suo migliore amico, per quel ragazzo che in segreto (o forse no) gli fa battere il cuore da anni.
E' la mia prima Ziam, ma io questi due esserini qui li amo da morire e spero di rendere giustizia a quell'amore che io vedo e leggo fra le righe anche nella realtà e spero non sia solo frutto della mia immaginazione.
[Zayn!Meccanico]
[Liam!Studente]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I can’t concentrate. That’s all I’m thinking about. 
All I keep thinking about. Everything else just fades away.
[Little White Lies - One Direction ]



Sono finito in lacrime ancora prima di sapere che mio padre non era cosciente. 
Ho sbattuto le mani sul volante dell’auto per tutto il tragitto, talmente forte che ora, mentre Louis e Harry mi abbracciano, mentre stringo i pugni, lasciando uscire tutto il dolore che sento, mi fanno male le dita. 
Ma male non è niente, non basta per descrivere quello che sento e sebbene Mark sia qui ad assicurarmi che nonostante il bisogno di un intervento di bypass, lui ora sia fuori pericolo, vederlo dietro il vetro della terapia intensiva, pieno di tubi e macchinari attaccati, mi fa sentire a pezzi.
- Liam dov’è? - Harry mi accarezza la schiena e appena sento quel nome, i singhiozzi riiniziano. Cosa posso dire? Come posso spiegare senza tirarli in mezzo, senza renderli di nuovo complici delle mie bugie? 
Guardo Louis dietro le lacrime, mi tremano le mani e torturo il fazzoletto che ho fra le dita; nessuno potrebbe credere che io possa aver lasciato Liam per tutte le sciocchezze che gli ho fatto credere, nemmeno Liam avrebbe dovuto. 
Se non mi sentissi così sporco e disperato, mi complimenterei con me stesso.
Scuoto la testa - noi… io… Liam non verrà - non posso dire altro, non riesco. Louis mi abbraccia e Harry si allontana con un cenno. Sono sicuro di cosa farà a questo punto ma lo dimentico poco dopo, quando mia madre compare in fondo al corridoio, anche lei ha gli occhi di chi sta piangendo da parecchio tempo, mi libero dall’abbraccio di Louis e corro verso di lei.
La stringo con tutta la forza che ho - il mio bambino… - mi bacia - ora sono qui, ok? Ci penso io a tuo padre, vedrai starà di nuovo bene - eppure dai suoi occhi questa volta vedo che non ne è sicura nemmeno lei.
Nelle ore successive guardo mamma parlare con dottori su dottori, le fanno firmare moduli di consenso, le fanno prendere decisioni per le quasi non basterebbe un mese di ragionamenti, ma baba non ha un mese, deve essere operato subito.
- L’ospedale di Leeds non è attrezzato al meglio, possono operarlo ma poi non potrebbe essere trasferito per qualche tempo.
- Mark ha pensato sarebbe bene trasferirlo a Bradford che ne dici, Zaynie? Lo so che tu hai la tua vita ora, ma puoi venire a stare un po’ da noi, almeno finché non lo opereranno, è sempre casa tua -. 
- Louis ormai è bravissimo a gestire l’officina, se la caveranno vedrai, ora l’importante è che lui stia bene. Proveranno a stabilizzarlo durante la notte e se domani mattina i parametri saranno buoni, lo trasferiranno in elicottero. Restiamo noi in ospedale stanotte, voi ragazzi tornate a casa, dormite un po’. Domani mattina sono certo sarà sveglio al vostro ritorno - non credo di essere mai stato così grato a Mark in tutta la mia vita. Lo guardo abbracciare mia madre e girandomi vedo Harry e Louis parlottare. 
- I dottori hanno detto che possiamo entrare a salutarlo uno alla volta - mamma mi guarda e io faccio segno di no con la testa, non ho più forze, già da qui mi sembra troppo e - domani mattina, ok? - la stringo un’altra volta e appoggio i palmi delle mani sul vetro che da sulla stanza di terapia intensiva. 
Lui è lì, gli occhi chiusi, la pelle sembra quasi grigia, ha le labbra troppo rosse e respira piano, attaccato a un respiratore, sento gli occhi inumidirsi ancora. 
Scusami baba, non ti lascerò più solo.
Mi giro e raggiungo gli altri due, tutto il tragitto fino a Whitby lo facciamo in silenzio, nemmeno la musica a stemperare la nostra angoscia. 
Ho lasciato a Harry le chiavi, Louis gli siede accanto ed io nel sedile posteriore della mia auto, insieme a tutta la roba che Niall aveva tolto da casa quando era arrivato Geoff a Londra, guardo fuori dal finestrino; la mia mente è divisa fra gli occhi chiusi di mio padre, inerme e solo in quel letto e quelli di Liam, troppo spalancati, spaventati e arrabbiati. 
- Preparo la mia roba, ho già chiamato un taxi, se mi muovo riesco a prendere l’ultimo treno per Londra - Harry scende dalla macchina e Louis prende il suo posto velocemente.
- Dove sta andando? - chiedo confuso.
- Zayn non ti prendo a calci solo perché… perché sì, ma aspetta che Harry vada via e mi senti - mi fulmina e parcheggia la macchina nel garage - chiudi tu tutto, vado ad aiutarlo, aspettaci fuori sul retro -. 
Credo Liam abbia raccontato cos’è successo fra noi. 
Avevo provato a non pensarci fino ad ora, a come potrebbe stare, a quanto l’ho distrutto; non potrei farcela sapendo di avergli fatto troppo male; è per il suo bene, peccato che questo lui non lo possa sapere. 
Escono dalla porta mano nella mano, Louis si arrampica aggrappandosi alle spalle larghe di Harry, si baciano prima a stampo, ma appena Louis cerca di staccarsi, Harry fa scivolare il braccio attorno alla sua vita e lo attira in un bacio più profondo, di quelli che ti tolgono il fiato. 
Louis sebbene arrossisca, non si allontana, si stringe ancora di più a lui, lasciando scivolare la braccia oltre il collo del suo ragazzo e spingendosi nella sua bocca. 
C’è così tanto amore nei loro gesti, scommetto che anche guardando me e Liam, la gente vedeva questo tipo di sentimento. 
Ora non lo vedrà più. 
Guardo le labbra di Harry muoversi ancora un po’ e prendo consapevolezza del fatto di non aver baciato Liam per l’ultima volta, di non averlo toccato, di aver sprecato gli ultimi istanti di lui, provando ad essere arrabbiato, a desiderare di non volerlo, ma non arriverà mai il giorno in cui io smetterò di farlo, di desiderarlo, ma da ora in poi dovrò impegnarmi perché sia così. 
Non avrò mai più Liam, né come ragazzo, né come amico, niente. 
Un taxi nero suona e loro si lasciano, caricano le cose di Harry nel baule e prima di salire sul sedile posteriore, con la mano aggrappata allo sportello, si porge verso Louis, passa la mano libera fra i capelli e si sporge a dargli l’ultimo bacio. A me rivolge un cenno, ha gli occhi stretti e sembra arrabbiato con me, ma ora non posso proprio pensare anche al suo risentimento.
Louis resta a guardarlo finché non sparisce dalla sua visuale, mentre io raccolgo le mie cose da terra e mi avvio verso casa - Dove credi di andare? Non pensare che io ti lasci da solo stanotte - non mi giro e continuo a camminare - Zayn non credo tu sia diventato sordo improvvisamente, ma forse sei diventato matto - lo sento camminare dietro di me, quando apro la porta di casa continua a soffiarmi nel collo. E continua a farlo mentre lascio cadere tutto per terra, mentre prendo in braccio Tigre e fino in camera mia.
- Hai lasciato Liam? Io non voglio farti la paternale in questo momento ma… -. 
- E allora non lo fare - lo supplico. Sono stremato, vorrei solo dormire, se solo non avessi troppa paura di chiudere gli occhi.
- Louis possiamo lasciare perdere? -. 
- No, non possiamo. Tu mi devi spiegare, Harry ha detto che Liam era in una valle di lacrime e ha faticato a capire cosa stesse dicendo, ma le parole: Zayn mi ha lasciato, gli sono parse molto chiare. A me sono parse molto assurde -.
- Non è come credi - soffio via l’aria e senza rendermene conto, scosto la tenda e guardo quella stramaledetta finestra.
- Ah immagino di sì, perché non credo esista un universo in cui Zayn Malik lascia la sua principessa, proprio no -.
- Puoi fidarti di me, Louis? - guardo i suoi occhi e so già che no, non mi crederà sulla fiducia e in fondo, sarà già tutto abbastanza difficile per non appoggiarmi a nessuno. Non credo di potercela fare senza nemmeno il suo supporto, quindi prendo un respiro e vuoto il sacco.
Non emette un suono mentre parlo, ma vedo la sua rabbia crescere più il mio racconto prosegue.
- Razza di…. Mmmh, ma come può esistere una persona del genere, e come puoi tu non averlo ucciso e buttato giù dalla collina? Cazzo Zayn, tu devi dire la verità a Liam, non puoi lasciarlo vincere -.
- NO! - scatto in piedi - non lo dove sapere nessuno, non dovresti saperlo nemmeno tu. Se l’ho tenuto per me per tutto questo tempo, l’ho fatto perché non fossi costretto a tenere altri segreti, dopo Niall ho imparato la lezione, almeno ci ho provato - ma ora come posso farcela, come posso riiniziare da capo, mio padre ha rischiato di morire e il mio cuore forse è morto e basta.
- Tu non eri quello che ha sempre voluto dare a Liam la possibilità di scegliere da solo cosa fosse meglio per lui? - avrei pensato a un abbraccio, una pacca sulla spalla, qualsiasi cosa, ma non di certo due occhi spalancati e dei pugni chiusi alzati, quasi mi stessero minacciando.
- Forse non hai capito, non è questione solo di Liam o di cosa possa scegliere. Qui ci siete in ballo tutti, anche Niall, Harry… tu. Posso rovinare la vita a tutti voi per un capriccio? - 
- Oh per favore! Quindi vuoi farmi credere che l’amore che provi per Liam è un capriccio? - abbasso lo sguardo e mi mordo il labbro, certo che non lo è. 
- Louis è già abbastanza difficile così… - se non la smette finirò di nuovo in lacrime, le sento salire e bruciarmi gli occhi.
- Potrebbe non esserlo… - lo dice piano, buttandosi a sedere sopra il letto e invitandomi ad affiancarlo.
- Non pretendo tu capisca… -. 
- Io capisco, capisco perfettamente cosa ti ha spinto a fare la tua scelta, ti ringrazio e rinnovo il pensiero che tu sia una delle persone migliori che il mondo abbia mai creato, ma ti stai dimostrando anche il più stupido. Non puoi arrenderti, ti distruggerai e distruggerai anche lui… penso abbia perso già abbastanza -. 
- Accanto a me perderebbe molto altro, i soldi non fanno la felicità, ma lo sai anche tu come funziona… -. 
- Già, perdere te in cambio di un padre despota, un’università che odia e l’infelicità eterna, uhm sì forse hai ragione tu… dov’è che si fa la fila per tutta questa meraviglia? - quel suo tono tagliente mi fa assottigliare lo sguardo. 
- Lascia che ti dica come la penso e poi starò zitto e manterrò il tuo segreto come mi chiedi, ma non tutti riusciamo ad avere la vita che abbiamo sempre immaginato ed è vero, forse dovrà fare il commesso, abitare in una soffitta e non parlare più con suo padre, ma chissà perché io sono certo su cosa ricadrebbe la scelta di Liam. Dovresti esserne certo anche tu - 
- Su Liam hai ragione, ma parliamo del resto. Ha comprato la casa in collina, quanto ci vorrà prima che faccia fallire l’officina o provi a rilevare la panetteria dei tuoi genitori? Io non posso più vivere al centro di una bilancia, essere quello che decide il cambiare degli eventi. Non posso essere quello che tutti vogliono che io sia - guardo il braccialetto che ho al polso e lo sento improvvisamente strettissimo.
- Nessuno vuole questo ma non vogliamo nemmeno tu ti arrenda. Non è da te -. 
- Sto chiudendo solo una partita persa in partenza - grosse lacrime mi bagnano le mani, sono mie e non mi sono nemmeno accordo di quando siano iniziate a uscire.
- Stai mandando a rotoli la vita per cui hai sempre lottato, che hai sempre desiderato -. 
- Ci riprenderemo tutti, andremo avanti -.
- Avanti? Ho sempre pensato che i gamberi fossero animali stupidi per il loro camminare volutamente all’indietro, ma credo di dovermi ricredere. Tu sei peggio -. 
- Può sembrare, ma abbiamo i nostri motivi… -. 
- Ti prego Zaynie, ripensaci - mi guarda e ha gli occhi lucidi anche lui.
- Non me lo chiedere e non mi guardare così, ti prego Louis non lo fare anche tu, per stasera ho finito i pezzi in cui mi posso rompere. Lo so, forse sto sbagliando, ma io devo proteggervi, lo so che non capisci, so tutto, ma mio padre è in un letto di ospedale, Liam mi odia e a me manca il respiro… -.
Inizio a singhiozzare appena le braccia di Louis mi avvolgono e la sua mano mi accarezza la nuca con delicatezza. 
- Zaynie, Zaynie, non posso nemmeno dirti che tutto andrà bene, ma io sono qui, io non ti mollo, anche se fai l’idiota. Ora dormi e non ti preoccupare, lascia che mi occupi io di te. 
Mi fa sdraiare e nonostante sia più piccolo di me, mi rannicchio contro la sua schiena e provo a chiudere gli occhi mentre mi tiene abbracciato. 
Io ho il petto scosso dai singhiozzi, lui credo pianga in silenzio insieme a me, sento le sue lacrime scivolarmi sul collo e poi lungo la schiena.
Mi addormento pensando che in fondo essere buoni a questo mondo, è una dannata fregatura.

 
*


Nel sonno mi sembra di sentire la voce di Louis bisbigliare arrabbiata, credo faccia un gran baccano muovendosi per la stanza, ma il sonno ha la meglio e lascio perdere, stare sveglio per ora non mi pare una prospettiva così allettante.
Mi sveglio di soprassalto nel silenzio più totale, sul comodino c’è un biglietto scritto in modo indecifrabile, Louis è in ospedale, mio padre è sveglio, mi aspettano lì. La mia macchina è al garage. 
Non perdo nemmeno tempo a guardarmi allo specchio, a lavarmi o cambiarmi. 
Mi prendo un momento per bere un bicchiere d’acqua, far cadere un po’ di croccantini nella ciotola di Tigre e mentre lo faccio penso a Gatto, penso a Liam, sento la bile salire in gola. 
Esco di casa e mi metto in macchina, forse supero di gran lunga i limiti di velocità, ma cosa potrebbe succedermi di peggio ormai? 
I corridoi dell’ospedale, il reparto di cardiologia, l’infermiera in guardiola mi sorride, svolto l’angolo e una voce che non mi aspettavo di sentire, mi fa bloccare. 
- Noi andiamo… -. 
- Grazie di essere venuto tesoro, Louis mi ha detto degli esami, vorrei potessi aspettare Zayn, è così spaventato e scosso. Appena ti liberi ti aspettiamo a Bradford, ok? - la voce di mia madre si ferma un attimo - Ti voglio bene, anche a te Harry, grazie davvero di tutto -. 
Mi tremano di nuovo le mani, non sono pronto a incontrarlo, non ho avuto modo di dire niente a mia madre ma loro si girano e mi vedono.
- Zayn amore mio, sei qui. Hai visto quanto è meraviglioso Liam? È venuto nonostante abbia un esame fra poco - Liam ha gli occhi spiritati, è vestito male, i capelli spettinati e mi guarda come se avessi delle fiamme ad avvolgermi. Faccio qualche passo in avanti e… ora cosa devo fare? 
Louis e Harry, mia madre, Lottie, Mark e Johanna mi stanno fissando.
Ricambio i loro sguardi, mi giro verso il vetro della terapia intensiva e vedo mio padre guardare nella mia direzione, mi manca di nuovo il respiro e le lacrime scendono da sole, incapace di controllarle ancora una volta.
Appena mi giro sento il suo corpo caldo sbattere contro il mio, sento le sue braccia stringermi forte e lo sento respirare il mio profumo… faccio lo stesso e resto in silenzio. 
La sua stretta mi fa quasi male, vorrei piangere ancora più forte ma lui si stacca da me e mi fissa negli occhi senza fiatare.
Il mondo che pensavo già essermi caduto addosso, esplode e se non fosse per Harry che ci arriva accanto, giuro svuoterei il sacco, gli direi tutto. 
Io non posso vivere senza di lui, io lo amo e al diavolo tutto il resto. 
- Sei pronto Liam? - Harry non sa la verità e credo sia molto arrabbiato con me, proprio come ieri sera.
Apro la bocca per dire qualcosa e la richiudo, Liam mi lascia andare del tutto, le sue dita mi sfiorano lo stomaco, i suoi occhi sono fissi sui miei; è come se mi chiedesse di parlare, ma io non posso, vorrei, ma non posso Liam, te lo giuro non posso. Abbasso lo sguardo. 
- Sì, andiamo - sento le sue labbra baciarmi la fronte. Avrei creduto tutto, ma non di essere così fortunato da sentire le sue labbra ancora una volta su di me. 
Nonostante l’emozione non lo guardo più, non rialzo lo sguardo, lo lascio andare via, deve credere che nemmeno una piccola parte di me voglia tornare da lui. 
- Potevi salutarlo meglio, tuo padre verrà trasferito fra due ore, ma non può ricevere visite per il momento, non vogliono che stress esterni varino le sue condizioni - mi mordo l’interno della guancia fino a sentire il sapore del sangue. 
- Allora io… sì, vado un attimo in bagno, un secondo solo - alzo un indice a mezz’aria ma faccio quasi fatica a vederla, tanto i miei occhi sono appannati. 
Arrivo a mala pena alla porta del bagno e mi accascio, iniziando a piangere come un bambino. La porta si spalanca e sento le narici invase dall’odore di Louis - Sei un dannato testone, cazzo! Lui era qui per te -. 
- Era qui per mio padre, credevo non lo avrei potuto toccare mai più - mi manca l’aria, ripenso a quelle labbra, ripenso ai suoi occhi, al suo corpo sul mio, alla nostra casa, a… - mi fa male il cuore anche a me Louis, io non so se ce la faccio, mi manca l’aria -. 
Lo sento iniziare a respirare forte, le mani mi stringono la testa e mi costringono a guardare in quei suoi occhi pieni di sfaccettature - te l’ho già detto, tu respira con me, del resto me ne occupo io -.
 
*


I minuti successivi, i giorni successivi, le settimane, tutto passa come fosse un fortissimo rumore ovattato, attutito da uno stato di semiparalisi che mi attanaglia.
L’operazione di mio padre, i viaggi fra Bradford e Whitby, le mie sorelle, l’officina, Louis che mi abbraccia la notte mentre continuo a piangere finché l’aria non mi manca e forse svengo, mi perdo in un sonno che quando sono fortunato, è privo di incubi.
Liam è sparito, tutto attorno a me parla talmente di lui da sparire ai miei occhi, è come se il mio cervello avesse iniziato a bypassare la sua presenza; ma niente è stato tanto doloroso come veder arrivare Geoff, un sorriso malefico sul viso, una mano a battermi sulla spalla e un paio di chiavi che mi cadono fra le mani.
- Credevo ci avresti messo più tempo. Bravo ragazzo, forse non sei totalmente feccia come credevo. Liam non sta troppo male, starà meglio senza di te, vedrai - non ho nemmeno la forza di reagire, lo guardo, vedo le sue labbra muoversi, le parole toccarmi le orecchie e pungermi il cuore come un tizzone ardente.
- Ma non si vergogna? Via di qui, non è più il benvenuto in questa officina! FUORI! - Louis mi spinge indietro e nonostante il signor Payne sia molto più alto di lui, lo incalza da sotto, senza paura, facendolo indietreggiare.
- Molto bene, me ne vado, abbiamo ottenuto tutti quello che volevamo, giusto? Puoi versarmi mille sterline al mese - si fruga nella giacca estrae un biglietto - questo è il mio conto, ragazzo. È stato un piacere fare affari con te - sono quasi certo di sentire Louis ringhiare, Geoff ridere e poi basta, il resto della giornata resta immobile, o scorre troppo velocemente da risultarmi completamente fermo. 
Louis mi piazza un piatto di cibo davanti, non lo tocco nemmeno, lo guardo aprire l’acqua della doccia, togliermi la maglietta, slacciarmi i pantaloni e dopo avermeli abbassati con un sospiro - nemmeno per Harry faccio queste cose, è lui a spogliare me di solito - mi infila di forza sotto la doccia e chiude la porta. Mi aspetta con il phon acceso, lascio ciondolare la testa mentre mi asciuga i capelli, i miei occhi fissi su quella dannata chiave. 
Io quella casa ormai non so nemmeno se la voglio più. Non senza Liam. 
Ci infiliamo sotto le coperte e nonostante il suo corpo e Tigre acciambellato sui piedi, io continuo a sentire freddo. Tanto, tantissimo freddo. 
E non c’è compleanno, sabato o domenica per me, guardo mia madre sgridare Safaa, guardo le mie sorelle ridere, mio padre riprendersi pian piano, ma son tutte cose che mi toccano di striscio, le sento appena.
- Sono orgoglioso di avere un figlio come te. Grazie per i sacrifici che stai facendo, per stare lontano da Liam, per aver lasciato il tuo lavoro. Non avrei mai voluto questo per te, ma sono felice tu ci sia, per me, tua madre e le ragazze. Grazie di cuore, figliolo - mi metto a piangere quando mio padre mi abbraccia più forte di quanto potrebbe in realtà, so che sia lui che mia madre hanno capito che c’è qualcosa che non va, ma non sono in grado di dire loro la verità, meglio che credano Liam lontano per gli esami e io scosso dall’accaduto. 
I viaggi in macchina sono tremendi, il cartello di svincolo per Leeds chiama anche Londra, mentre torno a casa da Bradford, mille e mille volte sono stato tentato di fare una cazzata, di tornare a casa da lui, raccontargli la verità e implorarlo di perdonarmi, ma non si è fatto più sentire, non ha provato a cercarmi, non è più tornato a casa. In fondo lo capisco e non lo biasimo, me lo aveva detto, non uscire da quella porta… io sono uscito addirittura dalla sua vita.
Cosa mi aspettavo? 
Mi fermo a fare l’ennesimo versamento a Geoff, rispetto le scadenze per paura di vederlo arrivare, non voglio vedere la sua faccia, non voglio dover provare disperatamente a cercare nel suo viso, qualcosa che mi ricordi Liam.
Non mi aspetto certo di trovare sulla porta di casa, seduto con la faccia appoggiata alle mani e uno scatolone ai piedi, Niall.
- Ehi… -. 
- Stai bene? Non hai una bella cera - mi chiede, e solo in questo momento mi accorgo che sono settimane che non vedo nemmeno lui, Louis non lo ha mai più nominato, a stento nomina Harry, quando non è qui da lui. 
- Sono stato meglio, ero a Bradford da mio padre - 
- Come sta? - lo invito ad entrare e vedendolo raccogliere lo scatolone, so già che stanotte Louis avrà il suo bel daffare con me e le mie lacrime. 
- Lo hanno dimesso, starà con mia madre per ora, non se ne parla di farlo tornare qui. Abbiamo già visto che non funziona -. 
Annuisce e restiamo a guardarci in silenzio - Io non so cosa cazzo sia successo Zayn, ho promesso a Liam di non parlarti di lui, di non nominarlo, ma è mio fratello e tu sei uno dei miei migliori amici ed io proprio non riesco a capire cosa sia andato storto. Vorrei dirti che mi manchi e basta, che Londra è diversa senza di te, ma è Liam ad essere diverso senza di te. Non è più Liam, non lo riconosco più e non c’entra nulla l’università o lo stress.
Credo te ne sia accorto anche tu, quando è qui e quando è a Londra, subisce una mutazione, ora è sempre quel ragazzo spaventato, silenzioso e sottomesso che è qui, sebbene qui eviti di metterci piede. Non mi ha raccontato nulla, è tutto un grandissimo nulla e visto la tua faccia, sia troppo chiederlo a te, non è vero? -.
- Non c’è nulla da dire, le cose finiscono -. 
- Non le vostre, non voi… Perché lo state rifacendo? Mi state tenendo fuori da tutto un’altra volta - da un pugno sul tavolo e si alza in piedi.
- Credimi, non c’è nulla. Nulla che potrebbe cambiare le cose - tiro verso di me lo scatolone - grazie comunque, è la mia roba questa immagino, l’ultima rimasta in casa -.
- Già. Tra un silenzio e l’altro penso abbia trovato il coraggio di buttarti del tutto fuori, almeno materialmente dalla sua vita… anche se… - si fruga in tasca e ne estrae qualcosa che mi fa girare la testa e mordere il labbro inferiore con forza, per non perdere l’equilibrio - te li restituisco entrambi, ho provato a tenergli nascosto il cacciavite per giorni e giorni, alla fine si era scorticato la mano cercando di toglierlo senza questo e mi sono deciso a darglielo. Mi dispiace tanto, aveva uno scopo preciso, quello di tenervi uniti. Scusa se ho ceduto - mi allungo e gli stringo una spalla.
- Hai fatto quello che dovevi, sei un bravo fratello - ma la mia voce mi frega, trema e grida lacrime e tormento. 
- Credevo che niente vi avrebbe separati a voi due, siete solo voi da così tanto tempo - sospira e si avvicina alla porta - odio quello che vi state facendo, forse ho odiato anche te e basta, per come lo avevi ridotto, ma vedendo te beh, sono solo molto triste - la porta si chiude e mi chiudo anche io, raggomitolato su me stesso, le due parti dei quel braccialetto fra le mani, il cacciavite nell’altra e le parole di Niall a rimbombarmi dentro, perse nel vuoto completo che mi riempie.
Non so come riesco a smettere di piangere, non so quanti chili perdo, quante macchine aggiusto e soprattutto non so come dalla neve, si passi ai fiori e dai fiori, all’estate. 
Non c’è più nulla che mi interessi veramente, nonostante i sorrisi di mia madre, vedere mio padre tornare a casa, riprendere a bisticciare con mamma, essere di nuovo un padre per le mie sorelle, per Safaa, sono cose che mi fanno sorridere ma solo leggermente, la mia bocca si piega all’insù, ma non c’è un sentimento ad accompagnare il movimento. 
Forse mi sveglio solo a fine agosto, quando guardo il calendario, guardo Louis preparare una valigia e sentirlo dire a bassa voce che sta andando a Londra per andare in una destinazione segreta per festeggiare il compleanno di Liam. 
Non riesco a capire come sia arrivato il compleanno di Liam senza che io ricordi altro che vuoto e dolore. 
Lo accompagno alla fermata, lo abbraccio forte e - Dannazione posso non partire, guarda questa faccia -.
- È la mia solita faccia - provo a scherzare. 
- Appunto. Zaynie io… - ma non continua, non insiste, non dice altro. Prende il treno e si gira a guardarmi dal finestrino. 
Calcio i sassi fino all’officina, do la giornata libera a Oli e chiudo la saracinesca, infilo i guantoni da box e finisco a piangere e urlare contro un sacco che non è sorretto da Liam, perché lui non c’è e sebbene sembri ieri che le sue labbra si appoggiavano sulla mia fronte e sentivo il calore delle sue braccia, è passato metà di un anno.
Pensare che una volta questi lunghi tempi di separazione per noi erano all’ordine del giorno, ora mi sembrano una vita. 
Lancio via i guantoni e alla fine inizio a colpire il sacco a mani nude, finché le nocche non mi si spaccano e il sangue fa perdere attrito sulla pelle nera. 
Sciacquo tutto sotto l’acqua fredda, rindosso i vestiti che avevo abbandonato nel bagno e attraverso la strada entrando sul retro della panetteria.
- Zayn? Louis è partito io non… - 
- In realtà cercavo te - sorrido sentendomi ridicolo.
- Me? - Lottie mi guarda sgranando gli occhi, fissa le mie mani con un sospiro. 
- Avrei bisogno di un favore -. 
Finisco così la giornata con un ronzio che non è affatto quello di una macchinetta del tatuatore e guardo i miei capelli cadere ai miei piedi, mentre Lottie fa scorrere il rasoio elettrico sulla mia testa.
- I tuoi bei capelli, Zayn. Ti stavano così bene - ma continua a far scorrere la lama con precisione. 
Non posso togliermi questo braccialetto, non posso togliere questo simbolo, e sì, ho le sue labbra tatuate sul petto, ma al contrario di quello che pensava Louis, non mi bastano, io vorrei di più, io vorrei Liam e se non posso averlo, se tutto me stesso gli appartiene, voglio potermi guardare allo specchio e non vedere più la persona di cui lui si è innamorato, la persona incapace di ascoltare quello che lo circonda e di vivere. 
Mi passo le mani fra… o forse è meglio dire, sopra i miei nuovi capelli a spazzola, sento fresco alla testa e sembro davvero un’altra persona. 
Ringrazio e finalmente dopo mesi, salgo gli scalini della collina, giro la chiave nella serratura ed entro in un posto bloccato nello spazio e nel tempo. 
Entro in salotto e i miei occhi corrono verso il contorno di Liam, mi avvicino e mi appoggio al muro, il viso premuto contro il fresco della parete. 
Per un attimo è quasi come lo stessi abbracciando, poi la mano sale per spostarmi i capelli da un lato ma… i capelli non ci sono più; la mia mano tocca il vuoto, proprio come quello lasciato da Liam, lui non c’è più, qui davanti a me ci sono solo i suoi contorni, il mio abbraccio è disperso e c’è solo il vuoto della sua assenza a toccare il vuoto della mia anima.


**
[nda]
Non mi ero persa come molte di voi hanno pensato, è stato solo veramente difficile scrivere questo capitolo e dico la verità, ogni scusa è stata buona per non farlo. 
Ho iniziato anche a vedere una nuova serie televisiva per scappare dalla stesura di questo dannato! Ma domani parto per Milano, lunedì vado al concerto delle Little Mix, e mi è sembrato doveroso consegnarvi questo capitolo pieno di Mai una gioia e angoscia!
Perdonatemi, lo so che tutti volete un happy ending e che le minacce e i pianti non mancano e non mancheranno nemmeno questa settimana, a fidatevi di me, la storia deve fare il suo corso, non posso fare diversamente. 
Prometto che non vi farò aspettare altre due settimane per postare! 
Sul resto non sento di pronunciarmi, credo che il punto di vista di Zayn parli già da sé! 
un bacio
Sara
   
 
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