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Autore: crazy lion    17/06/2016    6 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Questo aggiornamento non era programmato, ma dato che ieri sera ho ricevuto una recensione da parte di MaryS5, che ringrazio tantissimo, ho deciso di aggiungere un capitolo.
Ci tengo a fare una precisazione: la ragazza che ha recensito il capitolo 32 ieri sera mi ha detto che, quando Demi aveva bisogno di supporto, tutti le dicevano la stessa cosa e che, invece, avrei dovuto dare ad ognuno una personalità diversa. Ho quindi cambiato alcune cose (non nella storia, ma nei dialoghi).
- Nel capitolo 6, quando alla fine Andrew dice a Demi che dà ragione a Dianna e che, quindi, pensa che lei non dovrebbe arrendersi e proseguire nel percorso adottivo, ho aggiunto una piccola parte nella quale lui puntualizza che, però, deve anche prendersi tutto il tempo per decidere.
- Nel capitolo 7 Selena le dice che secondo lei Demi deve fare quello che si sente e poi ho aggiunto qualche altra battuta della ragazza.
- Nel capitolo 11, ho modificato ciò che Selena dice a Demi, facendole sostenere che lei non può capire dolori come la perdita di Jonathan che Demi ha appena subito e che, quindi, non si sente di dirle niente a riguardo per consolarla, a differenza di quanto, per esempio, fa Andrew.
Ho dunque modificato queste cose per cambiare un po' il POV dell'amica e renderlo differente da quello di Andrew. Mi sembra di esserci riuscita abbastanza bene.
Grazie, MaryS5, per il tuo piccolo ma prezioso consiglio, è stato molto importante.
Parlando di questo capitolo, come vedrete dal titolo, Demi ed Andrew faranno la pace. Lui si scuserà parecchio con lei e forse potrebbe risultare un po' esagerato questo suo continuo chiedere scusa, ma ho voluto renderlo un po' simile a me. Anch'io sono una che quando sbaglia chiede scusa un bel po' di volte prima di mettersi l'anima in pace.
Spero di riuscire a pubblicare un altro capitolo domani.
crazy lion
 
 
 
 
CAPITOLO 33.

FARE LA PACE E PARLARE DEL PASSATO
 
Andrew era nel suo letto. Poche ore prima, appena arrivato a casa, era corso in camera come una furia, senza nemmeno curarsi dei suoi gatti che gli erano andati incontro miagolando e facendo le fusa. Si era infilato il pigiama e ora era sdraiato sotto le coperte. Sentiva freddo, non solo fuori, ma anche e soprattutto dentro, nell'anima.
"Sono uno stupido" disse a voce alta. "Anzi no, sono uno stronzo."
Ripeté più volte quella parola nella sua testa, in modo da farsela entrare bene in mente. Come aveva potuto dire a Demi quelle cose? Anzi no, come si era anche solo permesso di pensarle? Era stato un idiota. Lui voleva bene a tutte e tre eppure le aveva trattate malissimo e senza motivo. Non era mai stato razzista, odiava coloro che lo erano, eppure aveva fatto un commento orribile sul colore della pelle delle piccole. No, non sarebbe riuscito a sopportare di stare una notte con quel pensiero. Doveva chiedere scusa a Demi e fare pace con lei ad ogni costo.
 
 
 
"Hope, amore, è passato, è finito tutto, te l'ho detto. Dai, non piangere!"
Demi era sul divano con la bambina, che continuava a piangere ormai da due ore. Si era svegliata quando aveva sentito la mamma singhiozzare e da allora non ne aveva più voluto sapere di dormire. Mackenzie si era svegliata una volta per capire che cosa stesse succedendo, ma quando Demi l'aveva rassicurata dicendo che Hope voleva solo un po' di coccole e che faceva i capricci per questo, era tornata a dormire. La piccina continuava a piangere non solo per lo spavento che aveva preso, ma anche perché la madre non si era calmata. Respirava affannosamente e ogni tanto le scendeva ancora qualche lacrima. Andrew l'aveva profondamente ferita. Una parte della sua mente non voleva ancora credere a quanto era appena successo, eppure era la realtà, una realtà che la faceva arrabbiare e sentire male al contempo.
Qualcuno suonò il campanello. Chi poteva essere alle undici di sera? Si alzò controvoglia e quando vide che era Andrew aprì la porta e il cancello, attraversò il giardino, si avvicinò a lui e gli urlò che non aveva più niente da dirgli.
"Demi, non sono venuto per litigare, ma per scusarmi."
"Io non voglio le tue scuse. Voglio…"
Hope smise improvvisamente di piangere. Si lamentava ancora, ma allungò le manine verso Andrew e gli sorrise appena.
"Credo che lei voglia che tu entri. Non si ricorderà nemmeno di ciò che è successo. Avanti, vieni" disse Demi ancora infuriata.
"Grazie."
Andrew le osservò e vide i loro occhi rossi.
"Avete pianto?" chiese.
"Sì ed è solo colpa tua."
"Mi dispiace, Demi, davvero!"
"Ti dispiace? Tutto quello che hai da dire è che ti dispiace?" domandò, aspra.
"No. Lasciami continuare, per favore!"
"No, no, adesso parlo io e scusa se userò un linguaggio un po' colorito, ma dopo quello che ti ho sentito dire stasera non posso rimanere indifferente. Porca puttana, che ti è successo? Cazzo, Andrew, tu non sei mai stato razzista, hai sempre trattato tutti con rispetto anche se avevano un colore della pelle diverso dal tuo; e a causa di un nostro litigio hai messo in mezzo le mie bambine, tanto per peggiorare la situazione. Sai, Andrew, credo sia la prima volta che lo penso da quando sei mio amico, ma a volte sei proprio uno stronzo."
"Mi…"
"Non ti permettere mai più di dire queste cose sulle mie figlie" sibilò, minacciosa.
Andrew abbassò lo sguardo e le domandò:
"Posso parlare ora?"
"Sì" disse lei, sbuffando.
"Demi, ascolta, mi dispiace per quello che ho detto sia a te sia per quanto riguarda le bambine. Io non penso tutte quelle cose, davvero! Come hai detto tu non sono razzista, non lo sono mai stato e adoro le tue bimbe. Amo i sorrisi di Mackenzie e le risatine di Hope. Amo la loro dolcezza e ingenuità e mi piace moltissimo vederle giocare e constatare quanto ti vogliono bene e quanto tu ami loro. Perdonami, Demi, per tutto!"
"Speravo che mi avresti detto queste parole. Non potevo nemmeno pensare a quello che avevi detto. Mi faceva troppo male! Non farlo mai più, ti prego, perché se dovesse succedere di nuovo io non so come reagirei" disse, più calma, con una voce che esprimeva dolore e tristezza per le parole che lui aveva rivolto a tutte e tre.
"Non lo farò più, parola di scout. Non sai quanto me ne vergogno."
Avrebbe voluto potersi fare piccolissimo e sparire, seppellirsi sotto terra per non uscirne più.
"Se le avessi pensate davvero, non so come avrei reagito. Credo proprio che la nostra amicizia sarebbe finita."
"Non le penso, Demi, te lo posso giurare se vuoi!" esclamò, non sapendo più come dirglielo.
"Non serve giurare, ti perdono" gli disse, sorridendo.
"Finalmente hai sorriso! Ero in attesa di quel tuo splendido sorriso, sai? Non so più come dirti che mi dispiace per quel che ho fatto!"
Demi sentiva, dal suo tono di voce, che era sincero.
"L'ho capito, Andrew, non ti preoccupare! Avanti, qua la mano, sono pronta a fare la pace."
"Pace" rispose l'uomo, stringendo la mano di Demi nella sua. "Hai la mano fredda."
"Mi succede quando sto male o sono triste, ormai dovresti saperlo."
Gli sorrise, nascondendo con quel gesto un velo di tristezza.
Lui lo sapeva, sì. Ricordava bene quante volte lei aveva avuto le mani fredde negli anni nei quali si era tagliata e lui aveva cercato di aiutarla, tenendo quel segreto per se. Ora si sentiva un idiota ad averlo fatto.
"Se non ti avessi ascoltata, se avessi parlato prima, tutto sarebbe stato diverso, Demi. Tu saresti stata meglio molto prima; e invece no, perché anche se io ho sei anni più di te, quando ero un diciassettenne ero solo un idiota immaturo che non aveva ancora capito niente della vita e del mondo e, nascondendo tutto, ascoltandoti quando mi pregavi di non dire niente a nessuno, ti ho fatto del male" sussurrò, con voce rotta.
"No, Andrew!" Lei gli posò una mano su un braccio e poi la fece salire fino alla sua spalla, come a volergli dare coraggio e conforto. "Siamo stati idioti tutti e due. Io non volevo farmi aiutare, quindi sono stata idiota io, in primis. Per quanto riguarda te, eri solo un ragazzo."
"Ero un ragazzo più grande di te che avrebbe dovuto rendersi conto di stare facendo una stupidaggine."
"Ormai è andata così" disse Demi sospirando "e rivangare il passato è inutile. Entrambi abbiamo avuto le nostre colpe, ma credo che sia stato anche tutto questo mio dolore ad unirci di più."
"Sì, è probabile."
Da tanto non parlavano di quella parte del loro passato in maniera così riflessiva. Andrew non sapeva ancora il motivo esatto per cui Demi si era tagliata. Gliel'aveva chiesto milioni di volte, ma lei era sempre rimasta in silenzio, nonostante le sue preghiere e, a volte, le sue minacce di raccontare tutto se lei non gli avesse detto nulla. Lui non era tipo da leggere giornali o ascoltare interviste alla radio, quindi quando vedeva qualche notizia su di lei o la sentiva parlare leggeva o ascoltava qualcos'altro, pensando che sarebbe stata Demi a raccontargli ciò che desiderava. Aveva sentito qualcosa sui motivi che l'avevano portata ad autolesionarsi, ma attendeva ancora una sua spiegazione. Lei gli aveva sempre nascosto tutto, anche di essere stata vittima di bullismo e quando, a dodici anni, aveva chiesto a sua madre di poter studiare a casa e lui gliene aveva domandato il motivo, la ragazzina aveva risposto che non si trovava più bene in quella scuola e che tale ambiente, per lei, era soffocante, dicendogli quindi una parte di verità.
"Ti va di bere qualcosa?" gli chiese lei sorridendo di nuovo.
"Sì, volentieri!"
Demi preparò ad entrambi una tazza di tè. Dopo quanto avevano passato quella sera, ne avevano proprio bisogno.
"Sei pronto a raccontarmi ciò che è successo a Carlie?" gli domandò, mentre sorseggiavano la bevanda calda.
"Sì."
   
 
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