Harry Potter, 'Come un cane' di _Falsa Pista

.Come un cane.

-Grifondoro!- strilla il Cappello.
E Sirius grida anche lui. Di gioia, di liberazione, di incredibile sollievo.
Non é Serpeverde, mai lo sarebbe stato.
Lui non é come lo volevano loro, mai lo sarebbe stato.
Lui poteva scegliere, lo aveva dimostrato.
E lo sta dimostrando ancora, saltando sulla panca del lungo tavolo della Casa rosso e oro, prendendo manciate di noccioline dai piatti sul tavolo e gettandoli in aria.
Poi attraversa di corsa l’intera Sala, esce, corre fuori, all’aperto, sull’erba umida e silenziosa di settembre.
Ed anche ad essa grida la sua gioia, corre e grida ancora.
Felice come un cane.

Ormai è l’ultimo anno e la vita non l’ha mai sentita scorrere tanto forte dentro le vene.
E’ un vortice esaltante, da dare i brividi.
La miscela perfetta, i passi di James, la presenza di Peter, le risate di Remus.
L’odore della notte, dell’erba sotto le zampe, il sapore inebriante delle regole infrante, il brivido del rischio.
Sirius corre più veloce che mai.
Più veloce dei pensieri, delle dita da ragno della sua famiglia, della paura del futuro, delle responsabilità e della fine di ogni cosa.
Più veloce del suo stesso fiato, del suo stesso cuore.
Annulla passato e futuro.
E’ il presente, é la sua corsa.
La vita stessa dentro la notte.
Libero come una cane.

Si sposa?
James si sposa?
Suo fratello sorride entusiasta, come avesse ancora quindici anni, quando ogni cosa al mondo era ancora perfetta.
Sirius è inceppato.
James si sposa.
James è un uomo, adulto, che si sposa.
Moglie.
Figli.
Famiglia.
Tre rintocchi fatali nella sua testa.
E’ così che van le cose, solo lui sembra inadatto per percorrere le strade già segnate.
Però James ha scelto ed è felice e gli sta chiedendo di essere felice per lui.
Con lui.
E Sirius si sblocca e lo abbraccia, e gli fa i complimenti.
Lo prende in giro, pacche sulle spalle.
E riesce davvero ad essere felice per lui, per suo fratello.
Fedele come un cane.

Poi la magia si é infranta.
Distrutta, abbruttita, storpiata e distorta.
Si é trasformata in un incubo impensabile.
Incomprensibile.
Una piuma nella tempesta.
Un fiore nell’uragano.
Il presente si é fatto cella, silenzio assordante e grida senza tempo, incorporee.
Mantelli neri e respiri rochi.
Tutto ciò che gli é rimasto é assenza, mancanza.
Nullità.
Prigione eterna.
Solo come un cane.

Uscire da Azkaban non è servito a nulla.
E’ ancora prigioniero.
Degli ordini, delle regole.
Di ciò che è giusto e sbagliato, dei piani altrui, della strategia di guerra.
Della casa della sua infanzia, che conosce ogni modo per opprimerlo, ogni angolo per mostrargli un ricordo infelice.
Tutti in quella casa sono di passaggio, indaffarati, impegnati.
Missioni, compiti, incarichi e piani.
E lui è bloccato, immobile, frustrato, deriso e rabbioso.
Affamato di libertà.
Come un cane alla catena.

Sentire l’aria fresca sul viso è stata felicità.
Uscire contro ogni logica per prendere parte a quella battaglia è stata libertà.
Però la Morte lo coglie da solo.
Mentre cade oltre il velo ha sul volto lo stupore, la disperazione, la rabbia e l’esaltazione.
Un frammento di risata sguaiata.
Come un latrato.
Come un cane.

Ehm, salve.
Sono passati secoli dall’ultima volta che ho pubblicato una storia, ma ogni tanto mi viene in mente qualcosa, così, un po’ a caso, e mi sembra un peccato lasciar perdere le idee, quando ti saltano in mente.
Voi che ne dite?
L’idea è di paragonare momenti vari della vita di Sirius con modi di dire legati ai cani.
Ho cercato di non forzare troppo le cose, anche se non so se ci sono riuscita.
La prima scena è abbastanza chiara. La seconda, invece, può sembrare strana, ma non mi riferivo alle trasformazioni di Remus. Ho immaginato che, per divertirsi, potessero scorrazzare in formato animali anche al di fuori del periodo Luna piena.
Le altre scene mi smebrano più comprensibili, ma se avete dubbi chiedete pure.
Se qualcuno avrà voglia di lasciare una recensione mi farà molto contenta davvero.
Grazie a chi è arrivato fino a qua.
_Falsa Pista_