Isola che non C’è
A cavalcioni sul Bompresso, Jim
fissava diritto innanzi a
sé, tenendo l’ocarina bleu fra le mani.
Un acufene gli trapasso la testa,
come il fischio della
cuccuma allora del tè.
E, mentre stava per cadere in acqua,
ebbe la visione di un
uomo, canuto per gli anni, dal volto solcato dalla stanchezza, ma nei
cui occhi
brillava ancora una scintilla di energia.
Era lui, era il Jim di un lontano
futuro o di un remoto
passato o solo il Jim di un altro presente, eppure Jim cadendo ebbe la
sensazione di uno snebbiamento, come se qualcosa fosse scattato.
Ma non ci fu alcun tuffo,
perché Shanks, che da un po’ lo
teneva d’occhio, lo afferro all’ultimo.
“Ragazzo, fa attenzione
quando…” Ma non concluse di parlare,
perché guardandolo si accorse che in lui un mutamento
profondo era avvenuto.
Benché dinnanzi avesse lo
stesso giovane mozzo, con cui
aveva passato lunghe giornate, nei suoi occhi leggeva una profonda
vecchiezza,
una maturità mai prima manifestata.
“Shanks.” Anche
la sua voce era cambiata:” Shanks, io sono
morto.”
“Siamo tutti morti
ragazzo.” Riprese Shanks.
“SI, ma io ho come la
sensazione che la mia morte mi abbia
precipitato in un loop.”
E mentre Shanks prendeva Jim sotto
braccio, per portarlo
dabbasso, a riposarsi sull’amaca, si accorse che una sola
ombra proiettava il
sole: la sua.
Il Mondo di Qui
La menzione al giudice Turpin
l’aveva turbato, anche perché si
ricordava la caccia spietata che quel feroce giudice aveva avviato
contro gli
Inumani, gli alieni veri e propri e i Metaumani, gli alieni con
sembianze
umanoidi.
Caccia che aveva portato ad
Heiligenstadt.
E in quella battaglia Crane aveva
trovato un amico, il capitano
della Horfes: Jim Hawkins.
Ma per Crane, Jim era più
di un amico, era il suo salvatore,
il pazzo capitano che con un pugno di 300 navi aveva retto, a largo di
Heiligenstadt,
per 3 giorni all’avanzata della flotta, di oltre 3000 navi,
di Turpin.
Furono tre duri giorni e quando ogni
speranza era al
tramonto, la Federazione dei Pianeti Uniti ruppe gli indugi e spazzo
via la
flotta di Turpin.
Jim Hawkins per la sua azione non
ricevette alcun encomio o
promozione, ma fu solo graziato dall’essere destituito per
insubordinazione.
Questa decisione, portò
Crane a lasciare la Federazione e a
cominciare quella serie di scelte con cui si giocò la
reputazione, facendosi
potenti nemici.
Ora, mentre era a metà
percorso e pensava a queste cose,
Crane si ricordò di un particolare che aveva notato nella
fabbrica di
cioccolata, in cui aveva incontrato Wendy e il Cappellaio, quindi fece
fermare
la carrozza e la fece ritornare alla fabbrica.
Scese cautamente e vide, nascosto, il
Cappellaio e Wendy che
imboccavano il portale per Sottomondo.
Poi
entrò, si
avvicinò alla scala franata e vide, in mezzo alla polvere,
della polvere di
tabacco.
Si avvicinò, la
annusò, la scrutò e poi fu certo: Rattigan.
Sottomondo
Anche se era un semplice ghiro,
Mallymkun, come consorte reale,
veniva coinvolta attivamente nei problemi di Sottomondo, ed invero, ora
che sua
moglie era partita in missione diplomatica ad Osgiliath, era lei che
doveva
sobbarcarsi tutti i problemi.
Dalle terre che non davano
più frutti a strane e improvvise
tempeste, dai soldati della Regina Rossa, che cominciavano a
riorganizzarsi,
alla scomparsa del Cappellaio.
Tutto sembrava dovesse pesare su di
lei, povero piccolo
ghiro.
Ma poi arrivò la notizia
più sconvolgente: un messo di
Osgiliath era arrivato, per dire che dell’ambasciata di
Sottomondo si erano
perse le tracce.