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Autore: damaristich    16/04/2009    14 recensioni
New moon. edward ha lasciato bella, eppure non è andato via.. lei è nella sua stanza "La testa urtò violentemente contro il pavimento in uno spasmo mentre la crisi raggiungeva picchi considerevoli [...]cominciai a raschiare con le unghie il pavimento.. stranamente l'asse venne via con facilità......" buona lettura!
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua!! Perdonate ancora il mega ritardo ma durante le vacanze si sa, si è un pò impagnati! E a dir la verità sono stata anche in crisi da pagina bianca (come dice la Mayer) . Non ero ben sicura di come far continuare la storia al meglio. Fortunatamente oggi mi è scattato il lampo di genio! La mia malata mente ha partorito una ideuccia! Spero questo capitolo vi piaccia e meriti l'attesa.. Ehm... come al solito, vi chiedo di non uccidermi per il finale.. Posto presto! promesso!

Dove ci trovavamo? Ah si! La porta è aperta!

Bella POV

La porta si spalancò con un cigolio sinistro: io mi drizzai, nonostante il dolore alla costola, e rimasi qualche secondo immobile, impalata, a addocchiare dubbiosa un vecchio muro consunto che faceva da sfondo alla mia libertà.

Come era lontanamente possibile che la porta fosse aperta? L'unica motivazione plausibile era che se la fossero dimenticata.

Anche se, i vampiri non dovrebbero mai dimenticare! Sono capaci di pensare contemporaneamente a più cose. Forse..

Forse, pensai, la situazione in cui si erano venuti a trovare e che aveva coinvolto Laurent, era davvero grave da permettergli questa terribile negligenza.

Dopo tutto, io gli servivo, e nel momento in cui non gli fossi più stata utile sarei diventata il giocattolo della bestia che aveva appena lasciato la mia prigione.

Al pensiero allontanai le mani dal mio corpo, mi sentivo sporca. La mia pelle era stato marchiata a fuoco. Come avrei cancellato quelle cicatrici? Per ora non era un mio problema. Dovevo pensare a cosa fare!

Stavo ancora lì ferma, a osservare la parete fuori dalla stanza. Immobile e dolorante.

Sarei scappata! Nonostante il corpo tumefatto e i dolori ovunque sarei fuggita da lì, ma sarei stata lenta,estremamente lenta. C'era un dubbio però che ancorava i miei piedi al suolo quasi portassi delle scarpe piene di biombo: se i vampiri fossero stati ancora li fuori? Attesi qualche minuto in ascolto di un qualsiasi rumore ma quello non venne.

Era tutto muto, irrealmente silenzioso, il che non era assurdo per i vampiri. Magari ce n'era uno appena dietro l'angolo che non respirava per evitare di essere tantato dal mio sangue.

Cosa ne potevo sapere?!

Riflettei cercando la massima lucidità. E scelsi: avevo una possibilità, l'avrei presa al volo, sfruttandola bene, evitando stupidaggini. Dovevo essera cauta. Tanto, se mi avessero catturata ancora, sarei tornata nella stanza. Peggio di così non poteva andare.

Nel momento in cui feci un passo avanti, forte della mia decisione, sentii una voce e mi immobilizzai. MALEDIZIONE!! Erano lì fuori! Smisi di respirare per cercare di capire cosa dicessero. Parlavamo velocemente, le voci erano concitate, agitate.

Ma l'accento era strano, non ci avevo fatto caso fino a quel momento. Dopo tutto, avevo avuto a che fare solo con Laurent e Lestat. Il loro inglese aveva una forte cadenza straniera, forse.. italiana? Colsi qualche sprazzo del loro discorso:

< Lex dobbiamo andare anche noi!! >

< Ma sei folle!? ti è stato espressamente ordinato? e l'umana! Non possiamo lasciarla qua, se le succedesse qualcosa Laurent ci farebbe fuori!! > AH! Parlavano di me!

< SEI UN IDIOTA! E' una umana! presente la forza degli umani!? Dove credi che possa andare?! Siamo rimasti solo noi due qua dentro! Ci dobbiamo sbrigare > LORO DUE, LORO DUE! SOLO LORO! Iniziai a pregare mentalmente che andassero via senza venire a controllare. Strinsi forte gli occhi, il viso stretto in una smorfia di supplica. Senti un ringhio sommesso.

< Non provare mai più a darmi dell'idiota, chiaro? altrimenti la paghi cara! E cosa ti avrebbero detto sentiamo!? chi ti ha chiamato! > Altro ringhio.

< Vedi di stare calmo, qua dentro siamo nella stessa situazione. Comunque non lo so! hanno detto solo di spostarci e creare un fronte più a sud, e di andare TUTTI! > aveva sottolineato l'ultima parola < E NON ME NE FREGA NIENTE CHE LAURENT HA DETTO DI RIMANERE A CONTROLLARLA ok?! Questi ordini sono superiori.. superiori anche a lui, lo sai bene. Se prova a dire qualcosa gliela facciamo pagare. Ma se non ci muoviamo da qui e gli altri vengono a sapere che abbiamo disubbidito agli ordini, finiamo al rogo all'istante! >

ti prego ti prego! fà che vadano via! Non sapevo nemmeno a chi mi stavo appellando, ma lo desiderai con tutta me stessa, come se i miei pensieri potessero influire sulla realtà.

< umh, vado a controllarla e andiamo anche noi.. > mi irrigidii. smisi di respirare e spalancai gli occhi maledicendo il mio cuore che batteva all'impazzata. NO PERCHE'! ERO A UN PASSO DALLA LIBERTA!! perchè perchè stava andando tutto in fumo! Gli occhi presero a bruciare. Stavo per piangere. Se avessi chiuso la porta mi avrebbero sentita e addio fuga!

< ma che controlli a fare!!!! gli altri saranno già arrivati, dobbiamo sbrigarci! >

< ok ok! VA BENE.. ANDIAMO. poi che me ne frega di quella lì, è un'esca e serve ai giochini di Laurent >

< infatti..> Giunse fino a me una grassa risata < ha solo un odore invitante.. peccato non potercela dividere > Rabbrividì. Almeno l'ossessione di Laurent per me non gli permetteva di farmi diventare il loro cibo. Ma non gli fui grata. Udii altre risate allontanarsi e poi..

tacito silenzio.

Rimasi in attesa qualche minuto, ma di presenze non se ne scorgevano. Il loro discorso era chiaro. Ero sola, la porta era aperta, ERO LIBERA! LIBERA! sempre se fossi riuscita a uscire da quel luogo, si intende. E non era da poco visto che a pensarci bene, non avevo alcuna idea su dove mi trovassi.

Presi un grosso respiro, era giunto il momento di farsi forza! dai Bella! ce la puoi fare.

Sgattaiolai fuori lentamente. Cercavo di moderare la respirazione ma il mio battito cardiaco non la voleva sapere di decellerare. Il cuore era come impazzito, strimpellava nella mia cassa toracica come un folle.

Trecento battiti per ogni respiro, mille battiti ogni passo. Tum tum tum.

Percorsi lentamente un lungo corridoio mal illuminato. C'era solo una lampadina nuda che pendeva nel mezzo creando un cono di luce intermittente. A rendere la scena ancora più tetra era lo stridio sinistro della lampadina che si accendeva e spegneva. Sembrava uno di quei vecchi film horror. E io non li sopportavo! Scacciai quel pensiero e passai avanti sperando che la luce non si spegnesse totalmente lasciandomi nel buio. Probabilmente in quel caso mi sarei seduta per terra e messa a piangere.

Intanto i miei passi rimbombavano come colpi di fucile tra le strette pareti sporche. Strinsi i denti evitando di gemere per il dolore che mi provocava ogni singolo movimento.

Giunsi a un angolo e mi fermai. Al rumore dei miei piedi si sostituì quello del mio cuore. Sbirciai lentamente. C'era un'ampia stanza vuota con un solo divano in pelle consunto simile alla poltrona della mia prigione. Un vecchio televisore stava poggiato su un tavolo malconcio insieme a qualche giornale. La camera era vuota.

Girai velocemente l'angolo maledicendomi per aver schiacciato la carcassa di un topo: avevo fatto un balzo non indifferente a causa dello scricchiolio delle fragili ossa che si spezzavano. Osservai meglio la stanza. Nessuna finestra. Eravamo realmente sottoterra allora!

Infondo sulla sinistra c'era una scala a chiocciola di ferro, nera. Mi ci avvicinai cautamente e urtai contro il tavolino con lo stinco. Mi morsi la lingua evitando di urlare per l'ulteriore dolore. Osservai bene le riviste che c'erano sopra e mi accorsi di non riuscire a comprendere cosa ci fosse scritto. Che lingua era? uhm il prezzo era in euro. Ero in Europa quindi! ok. ma in quale stato? Forse era italiano, Italia! Si l'accento dei vampiri aveva quella cadenza. Come avrei fatto a chiedere aiuto una volta scappata?

Cacciai indietro i cattivi pensieri e mi diressi verso la scala. In qualche modo mi sarei arrangiata. Ogni gradino che salivo, faceva tremare vigorosamente l'esile struttura di ferro dando l'idea che sarebbe crollata da un momento all'altro. La salii tutta più in fretta che potei, per quanto il mio corpo martoriato me lo permetteva, sperando che non cadesse giù sotto i miei piedi. Fortunatamente non avvenne. Mi ritrovai in un'ampia stanza piena di calcinacci. L'aria era più leggera. Respirai a pieni polmoni. AHI! La costola mi faceva malissimo!

I muri mettevano a nudo i mattoni giallini. L'intonaco era rimasto in pochi punti. Le finestre erano rotte e da fuori si vedevano chiaramente le impalcature dei muratori, ma di loro nessuna traccia. La casa, o quello che era, pareva abbandonata. Esultai! Evitavo di pensare ai mille dolori che avevo addosso ma ad ogni passo quelli si acuivano. Perfino i respiri mi facevano gemere. Probabilmente la costola era proprio rotta, non incrinata. Guardai la porta, che giaceva sul pavimento pieno di polvere e improvvisamente ebbi paura: ero in un'area aperta.

C'era solo qualche albero in lontananza. Se fossi uscita, qualunque vampiro mi avrebbe vista nell'arco di uno, forse due chilometri! Presi a tremare, ma dovevo fare qualcosa. Il cielo era coperto da uno spesso strato di nuvole dai colori accesi: padroneggiavano il rosa, il lilla e il blu. Quest'ultimo mi preoccupò. Era il crepuscolo. E la notte era più vicina di quanto pensassi. Dovevo sbrigarmi a giungere in un centro abitato prima che non fossi più riuscita a vedere niente. La zona era isolata, niente lampioni. In quelle condizioni sarei stata una preda estremamente facile.

Uscii piano e una brezza mi accarezzò il viso dandomi la forza. Raggiungevo la libertà! Raggiungevo il mio amore e la mia vita!

Ero riuscita a uscire ed ero pressochè indenne! Ora avevo bisogno di un telefono per rintracciare Edward e lui sarebbe venuto da me. Il cuore mi si riempì di gioia e le lacrime debordarono per scendere sulle guance. Respirare finalmente l'aria.

Pensare che avevo una reale possibilità di non morire dentro quella buia prigione era cio che di meglio potevo chiedere. Fermai la mia fantasia. Non dovevo aspirare a qualcosa di più. Se non fossa accaduto ciò che speravo, ero certa ,quella volta ne sarei morta.

Scivolando vicino al muro della casa analizzai bene il paesaggio. C'era una lunga strada che si diramava per la campagna. Era stretta, ci passavano a malapena due macchine. Ma come le facevano le strade in Italia? C'erano un cartello insieme a tanti altri che non avevo idea cosa indicassero che citava:

"Firenze 20 km". Ok, non avevo idea di dove fosse situata quella città nel paese. Ma 20 km erano tanti! Sarebbe diventata notte fonda finchè l'avessi raggiunta. Però avrei trovato delle case di certo nella periferia! Quella cifra indicava il centro no? Mi incamminai in quella direzione raccimolando ogni forza che potevo trovare e era una bella impresa. Mi faceva male tutto. Avevo la gola arsa e addosso solo una camicetta mezza strappata. Con la notte stava scendendo anche il freddo. La strada era tetra, faceva terribilmente paura. Si vedevano solo distese di campi che coloravano le colline, a separarli breve file di alberi.

Camminai forse per un'ora. Il viola era quasi scomparso dal cielo lasciando il posto a un blu brillante, preludio della notte fonda. La strada, già da un pò aveva preso a salire, e di case nessuna traccia. Non era passata nessuna macchina. Il nulla! Ma come era possibile? Ero davvero terrorizzata! Che potevo fare? Era tutto desolato! Solo campi! campi! non una fontana, non un telefono, niente di niente! Avevo incontrato qualche costruzione in legno piena di attrezzi, non c'era anima viva, e fortunatamente.. nemmeno morta. Avevo perso molto sangue e le forze stavano venendo meno. GLi occhi erano pesanti. Ma cercai di farmi forza. Pensai a Edward, a quanto l'amavo. Lasciai l'immaginazione a briglia sciolta evitando cio che mi ero ripromessa. Avevo bisogno di energia. Avevo bisogno di dimenticare l'orrore della realtà. Improvvisamente il vento si alzò. O fu solo una mia impressione? Il sudore sul collo si era ghiacciato. I miei pensieri mi abbandonarono insieme alle ultime forse. Mi trascinai sul ciglio della strada dove c'era un albero solitario e vi poggiai la schiena. Avevo il respiro pesante. Il dolore ogni volta che inspiravo era atroce. Avevo una strana sensazione addosso. Come se ci fosse qualcuno che mi osservava. Mi alzai di scatto scrutando l'orizzonte ma la luce era andata quasi tutta via. Era una notte senza luna, senza stelle e non riuscivo a vedere niente. Acuii lo sguardo con scarsi risultati perchè non vidi alcun movimento. La paura mi stava facendo brutti scherzi?.

< tranquilla, tranquilla, non è niente! > lo dissi ad alta voce per convincere me stessa. Poi sentii un soffio vicino all'orecchio:

< oh.. ma io non direi... >

Di scatto mi voltai e il respiro mi si mozzò:

Accadde tutto velocemente. Un paio di fari emersero dal buio illuminando la maestosa figura che avevo davanti.

L'incubo che mi aveva perseguitata per mesi era lì. Ed ero perfettamente sveglia.

Una massa di capelli rosso fuoco le si aggrovigliava attorno allo splendido viso contratto in una smorfia. Gli occhi neri, cerchiati da profonde occhiaie scure, lampeggiavano furiosi. Un ghigno le sconvolgeva le labbra facendo scintillare i denti affilati come rasoi.

Victoria, victoria li. no!! Urlai spingendomi al centro della strada e la macchina inchiodò. Chiunque fosse mi avrebbe aiutata. Non ero sola!

Lei mi raggiunse in un istante perchè sentii qualcosa di freddo e duro stringermi i polsi. Urlai dal dolore. E sarebbe stato cosi per ogni parte del mio corpo che avesse toccato .

< ti ho trovata finalmente! > Victoria aveva uno sguardo da folle, un misto tra estasiato e assassino.

Non potevo credere che fossi riuscita a scappare da Laurent per trovarmi tra le sue grinfie! Edward aveva ragione! Io attiravo disgrazie!

< Vi..ctoria > lo dissi cercando di non far tremare la voce

< mi fa piacere che tu ti ricordi di me > Sentii una portiera sbattere e una voce maschile. Parlava una lingua che non conoscevo, sembrava irritato. Non aveva capito cosa stava succedendo

Distolsi lo sguardo da quegli occhi neri per puntarlo sul proprietario della voce. Era un ometto basso, un pò tarchiato. E era anche arrabbiato. Il mio sguardo implorante lo distrasse dal suo monologo nervoso e lo vidi osservare la scena e aprire la bocca a formare una "O" silenziosa come se avesse capito la situazione. Disse qualcos'altro, con più calma, avvicinandosi. Cosi io urlai, lo dissi in inglese, non conoscevo una parola di italiano tranne il mio nome, sperai che conoscesse la lingua:

< CHIAMI LA POLIZIA! POLIZIA! AIUTO! > non pareva aver capito, perchè si avvicinò con le mani alzate, come a volerci dividere e Victoria si voltò verso di lui. Gli parlò in italiano perchè l'uomo sbarrò gli occhi e la sua espressione mutò in una di terrore. Iniziò a arretrare. Tentai il tutto per tutto e urlai di nuovo:

< POLIZIA! VELOCE! > Lui fece uno scatto e rientrò in macchina. Sentì victoria sbuffare quando lo vide chiudere le sicure e prendere il cellulare. No pazzo! doveva andare via! Lo urlai ancora:

< SCAPPA!!! > l'avrebbe ucciso, glielo leggevo negli occhi famelici. Mi trovai sbattuta contro l'albero che tremò. Ma vidi chiaramente Victioria scattare verso la macchina e sdradicare la portiera. Lo sguardo atterrito dell'uomo che lasciava cadere il cellulare mi sarebbe rimasto impresso nella mente per tutta la vita. Lei gli piegò la testa di lato e a quel punto mi alzai dolorosamente lacerandomi la pelle quando usai l'albero come leva: non volevo vedere cosa accadeva, non l'avevo mai visto, e mai avrei voluto.

Cercai di fuggire ma sapevo che sarebbe stato inutile. Un passo dopo l'altro mi allontanai delle urla dell'uomo in agonia:

In pochi secondi victoria sarebbe venuta da me.

Edward, amore mio dove sei? Presi a piangere e il respiro si fece più pesante. Avevo gli occhi inondati. Vedevo confusamente la strada, l'erba, il buio.

L'uomo non urlava più.

Attesi qualche attimo e caddi al suolo a pancia in giù. Mani fredde mi voltarono. E incontrai il suo sorriso estasiato.

< Pensavi di riuscira a scappare da me? Ma non è cosi semplice, non lo sai? Mi servi. Quell'idiota incapace ha permesso che fuggissi, la pagherà cara per questo. > Rise forte < lui è solo una semplice pedina, gli avevamo promesso che avrebbe potuto abusare di te come ricompensa. Ci è riuscito? > Voltai il viso e il ricordo delle sue mani su di me rese minore lo shock di comprendere che in realtà c'entrava anche Victoria con il mio rapimento. Mi strinse la mandibola tra le mani constringendomi a guardarla.

< oooh sii! ci è riuscito! com'è? stai soffrendo? Piccola umana.. > disse con finta dolcezza < o magari, ti è anche piaciuto.. Hai pensato ci fosse Edward al suo posto in quel momento vero? Magari lui si stava sbattendo qualcun'altra... > Un moto di rabbia mi infiammò:

< NON CI E' RIUSCITO E MAI ACCADRA'! E EDWARD MI AMA! HA FATTO A PEZZI IL TUO SCHIFOSO COMPAGNO PER PROTEGGERMI >

victoria digrignò i denti. Sapevo che sarei morta da lì a poco, ma l'avrei fatta soffrire almeno un centesimo di quanto ero stata male io:

< JAMES TE LO RICORDI? IO HO SENTITO LE SUE URLA MENTRE LO SGOZZAVANO, CHIEDEVA PIETA' E.. > non potei continuare perchè un dolore lancinante mi occupò la mente. Avevo la guancia in fiamme e il collo dolorante. Uno schiaffo? Perchè ero ancora cosciente? Avrei dovuto avere il collo spezzato!

< ragazzina.. > Victoria mi sibilò a un centimentro dall'orecchio < tutto questo è per fargliela pagare. A tutti i cullen. Compagna per compagno. Mi pare un'equa vendetta. Ma fortunatamente è stato tutto molto più facile di quanto pensassi. La famiglia del tuo adorato vampiro non va a genio a molte persone. Mi hanno aiutata tanto sai? Mi hanno procurato un pò di aiutanti. Ora io ho te. Loro hanno i Cullen. Siamo tutti contenti! >

Rise e io la guardai scioccata.

< chi? > Parve pensierosa:

< Non dovrei dirtelo, ma morirai tra poco quindi dubito che l'informazione possa creare problemi. Ma sai, c'è un gruppeto italiano di vampiri a cui i Cullen non piacciono proprio > avvicinò ancora le labbra al mio orecchio e sussurrò:

< tra poco berrò il tuo sangue e nello stesso istante ogni adorato membro della tua famiglia preferita verrà fatto a pezzi e bruciato > sussultai < tranne edward ovviamente.. lui incatenato vedrà il tuo corpo esanime perdere le ultime gocce di sangue, senza poter fare niente.. così, la mia vendetta, sarà compiuta! >

Guardai quegli occhi neri mentre la sua risata malvagia eccheggiava nell'aria e non potei che crederle.

ecco.. questo era il motivo per cui vi ho anticipatamente chiesto di non desiderare la mia morte. NON FATE LE VICTORIA DELLA SITUAZIONE!! NIENTE DESIDERI DI VENDETTA PLEASE!

Il capitolo scorso era l'avviso, lo cancello, e questo diventerà il capitolo 26. Ma voglio ringraziare MISTICA88, KESKA, ALE03 E NOEMIX che mi hanno compresa e consolata e anche tutte quelle che mi hanno mandato email di richiesta:) Grazie ragazze per la vostra presenza fissa!!! e soprattutto un GRAZIE gigante a MAZZA che non solo mi segue sempre,ma mi ha anche fatto battere il record nel capitolo 25!!:D cara non essere modesta! sei una grande scrittrice eheh

A presto

..Damaristich..

  
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