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Autore: Hufflebubble    20/06/2016    1 recensioni
Dopo la fine della Seconda Guerra Magica, Hermione e Severus si incontrano in libreria. Cosa succederà dopo quell'incontro?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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cap5

Capitolo 5

Si diresse immediatamente nello studio della professoressa McGranitt. A quell'ora non trovò nessuno nei corridoi, perché gli studenti o erano ancora a cena oppure si trovavano già nelle rispettive sale comuni. E per fortuna, pensò, perché non era proprio dell'umore adatto per parlare con qualcuno.
La sua ex professoressa di Trasfigurazione la accolse con un caloroso abbraccio. Hermione vide che i suoi occhi saettarono sul segno che aveva sulla guancia, ma la donna aveva capito che per il momento sarebbe stato meglio non chiedere spiegazioni. Dopo le iniziali chiacchiere di rito, la McGranitt volle sapere su cosa stesse lavorando Hermione, la quale le spiegò nei dettagli quale fosse la sua ricerca, e le parlò della disponibilità di Piton di aiutarla.
"Piuttosto sorprendente che Severus abbia deciso di aiutare una sua ex alunna, per di più Grifondoro, soprattutto dopo…"
Il sorrisetto ironico che aveva quando iniziò la frase si rabbuiò leggermente quando smise di parlare. E Hermione capì che la professoressa si riferiva all'incidente con il serpente. Disse alla ragazza che, dopo esser stato aggredito da Nagini, era stato per molti mesi ricoverato al San Mungo. Non appena venne dimesso, aveva chiesto il permesso di poter tornare a Hogwarts a insegnare. Era però diventato scontroso. Cioè… più del solito! E se ne stava sempre rinchiuso nel suo ufficio, dove faceva anche i pasti senza andare in Sala Grande con tutti gli altri.
Quindi ecco spiegato il suo comportamento così strano…
La McGranitt le spiegò poi dove fosse la sua camera e le disse anche che la biblioteca della scuola era a sua totale disposizione, compreso il reparto proibito, per cui non avrebbe dovuto chiedere nessun permesso per accedervi.
 
La ragazza entrò nella sua nuova stanza al secondo piano. Era molto accogliente, e per certi versi le ricordava la Sala Comune di Grifondoro, al cui pensiero ebbe una fitta di nostalgia. I suoi bagagli erano già sistemati, e il fuoco scoppiettava nel camino. Si sedette sul letto e si rese conto di avere una certa fame. Era a digiuno dal giorno prima. Non aveva però voglia di scendere in Sala Grande, e si chiese come avrebbe potuto fare per mangiare qualcosa senza incontrare nessuno. Solo ora però si accorse che sul comodino c'era un foglietto. Lo aprì e vide che era scritto con una bella calligrafia elegante, e soprattutto nota.
 
Se hai fame, chiama il mio elfo domestico Cripy. SP
 
Chiamò l'elfo ad alta voce, il quale si materializzò immediatamente nella sua stanza. L'elfo le ricordava vagamente Dobby: aveva lunghe orecchie sbatacchianti e un naso appuntito. Gli enormi occhi erano però nerissimi (come quelli di Piton, si ritrovò a pensare Hermione, sorpresa). Il ricordo di Dobby la fece rattristire parecchio. Gli ordinò che cosa avrebbe voluto mangiare e dopo pochissimo ecco di nuovo l'elfo con un vassoio colmo di cibo tutto per lei. Iniziò a mangiare e per un momento mise da parte i sensi di colpa sullo sfruttamento degli elfi domestici.
Stava bevendo del succo di zucca quando sentì un forte schiocco, e per poco non si soffocò con la bevanda.
"Il padrone ha dato questo per te, signorina Granger. Ha detto di dartelo subito altrimenti mi avrebbe schiacciato le dita!" squittì l'elfo.
La ragazza prese il biglietto che l'elfo le porgeva, lo ringraziò e gli disse di andare da Piton per confermargli che il suo messaggio era giunto a destinazione. Un altro schiocco e l'elfo era sparito.
 
Domani sera alle 6 vieni nel mio ufficio. SP 
 
* * *
 
La mattina seguente si alzò presto, si fece portare qualcosa da mangiare dall'elfo e si diresse immediatamente in biblioteca. Iniziò a tirare giù qualche libro dagli scaffali, e si mise a leggere qualcosa. Era però distratta. Quella notte aveva dormito pochissimo, perché la sua mente era stata invasa da mille pensieri. Se da una parte era felice di essere di nuovo a Hogwarts, dall'altra continuava a pensare a Ron, a quello che aveva fatto e soprattutto a come era diventato. Si era girata e rigirata tra le lenzuola, ma nulla, la testa non voleva saperne di lasciarla in pace. Avrebbe voluto volentieri possedere un Pensatoio, le avrebbe fatto comodo.
E ora nemmeno i suoi amati libri riuscivano a farla concentrare.
Pensò che forse una boccata d'aria fresca le avrebbe riportato un po' di lucidità. Uscì dal castello, e si diresse verso il Lago Nero. L'aria era fredda, il cielo scuro. Tanto meglio, pensò la ragazza. Sperò che il freddo la aiutasse un pochino a schiarirsi le idee.
Vide che vicino alla riva del lago c'era un salice, e vi si diresse, con l'intenzione di sedersi alle sue radici. Stava camminando in direzione dell'albero, quando nella vicina Foresta Proibita vide un movimento rapido, e subito dopo un'ombra scura, ma non riuscì a capire cosa fosse. O chi fosse… Camminò lentamente verso l'albero, sempre tenendo d'occhio il punto in cui aveva visto quella cosa. O quella persona…
Si sedette contro il tronco del salice e si rilassò. Chiuse gli occhi, e ascoltò il rumore delle lievi onde causate dall'aria. Il cielo era colmo di nuvole, e solo qualche gufo passeggero disturbava la quiete del luogo. Hermione sentì che una calma profonda si impadronì di lei… La sua mente si svuotò… E senza che neanche se ne accorgesse, dopo pochi minuti si addormentò. Tutte le emozioni e la tensione dei giorni precedenti le erano crollati addosso.
Non seppe per quanto tempo rimase in quel limbo piacevole, svuotata da ogni pensiero. A un certo punto però una voce, piuttosto seccata, la fece svegliare di colpo.
"Granger! Non ti avevo per caso detto di fare ricerche in biblioteca? Cosa fai qua fuori? Non ti hanno dato una stanza in cui dormire?"
Era Piton.
Non appena Hermione lo mise a fuoco e capì di essersi addormentata in riva al lago, ma soprattutto realizzò che era stata svegliata dalla persona meno consona in quel momento, valutò l'idea buttarsi nel lago e farsi stritolare dalla piovra gigante!
Ma con tutte le persone che ci sono al castello, proprio lui mi doveva trovare? Perché ultimamente la sfortuna mi perseguita in questo modo?
"Avanti Granger, è ora di pranzo. Torna dentro, e dopo aver mangiato qualcosa rimettiti a fare quello che ti avevo chiesto!"
"O-ok, v-va bene, professore…" disse la ragazza con un filo di voce.
Si rimise in piedi, faticando un po' a causa della gamba che si era addormentata per esser stata troppo tempo nella stessa scomoda posizione. Quando fu più o meno stabile, notò che Piton le stava adocchiando lo zigomo. Abbassò gli occhi, ma lui non chiese spiegazioni per quel segno rosso.
Tornarono insieme verso il castello, senza dire una parola. Hermione bruciava ancora di vergogna. Quando furono nel Salone d'ingresso, Piton stava per dirigersi verso i sotterranei, quando alla ragazza venne in mente improvvisamente una cosa.
"Ehm p-professore…? M-mi scusi, mi è venuta in mente una cosa…" disse attirando l'attenzione dell'altro. "Prima, quando stavo andando verso il lago" continuò arrossendo violentemente, "ho notato un'ombra che si muoveva agli angoli della Foresta. Beh, ecco… V-volevo che lo sapesse…"
"Un'ombra vicino alla foresta?" chiese il professore. "Interessante, Granger… Ora però fai quello che ti ho detto!" concluse voltandosi e sparendo nei sotterranei.
Hermione salì la scala, ancora più confusa di quando era scesa.
  
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