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Autore: Daenerys21    20/06/2016    5 recensioni
Thorin è un pugile in cerca di vendetta per la morte di suo fratello.
Durante la coppa di pugilato di Gondor conoscerà Bilbo, anch’egli iscritto al torneo, ma per motivi ben diversi, e…
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[alternate universe, modern bagginshield]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Azog il profanatore, Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Thorin sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Non voleva credere alle proprie orecchie: di tutte le persone che avrebbero potuto incontrare in quel ristorante, proprio lui.
 
“Ci conosciamo?” stava chiedendo Bilbo, un sopracciglio alzato e il tono più gelido che Thorin avesse mai sentito.
“No, non mi pare abbiamo ancora avuto il piacere” rispose la voce untuosa, “Sono il dottor…”
Smaug” completò Thorin, in un sibilo, “Che cosa ci fai qui?”
 
“Beh, mi sto godendo la cena, mi pare ovvio”. Il nuovo arrivato –Smaug- fece una risatina, mettendo in mostra un sorriso perfetto e… inquietante, pensò Bilbo. C’era qualcosa in quell’individuo che gli metteva i brividi, nonostante l’innegabile bella presenza: aveva i capelli più chiari di Thorin ed era più esile, ma a Bilbo dava l’impressione di possedere una prestanza fisica altrettanto elevata.
 
Il giovane Baggins azzardò un’occhiata in direzione di Thorin: il Durin era livido e gli tremavano addirittura le mani.
“Come vedi, lo stavamo facendo anche noi, Smaug” ringhiò, “Perciò ti prego di scusarci, io e il signor Baggins stavamo proprio per scegliere il dolce…”
“D’accordo, d’accordo” Smaug fece una risatina e alzò le mani in segni di resa, “Lo capisco quando non sono gradito”.
“Dici bene, non lo sei” Thorin non si preoccupò minimamente di non farsi sentire.
Smaug però fece finta di niente: sfoggiò un ultimo, accattivante, sorriso, prima di allontanarsi.
“Ci vediamo al torneo. E’ stato un vero piacere, signor Baggins”.
“Piacere mio” ghignò Bilbo, sarcastico, mentre osservava la sagoma di Smaug allontanarsi.
“Però!” esclamò, tornando a rivolgersi verso Thorin, “Un personaggio davvero…”
“Disgustoso?” suggerì l’altro, con tono sprezzante.
Bilbo soffocò una risata nel tovagliolo, “Sempre molto diplomatico. Ad ogni modo non posso darti torto, non mi ha fatto una buona impressione, e la prima è sempre quella che conta, no? Thorin?”
Bilbo si sporse preoccupato verso l’altro, accorgendosi che non lo stava più ascoltando.
“Thorin, cosa ti succede?”
“Perdonami, Bilbo, io… Mi è passato l’appetito”.
“Uhm, d’accordo, niente dolce allora” sentenziò il Baggins, un po’ confuso, “Che ne dici di fare una passeggiata per sgranchirci le gambe e digerire?”
“Preferirei tornare subito in albergo” borbottò l’altro, alzandosi, “Grazie per la serata, è stata deliziosa”.
“Thorin, aspetta! Ti accompagno! Ehi!”
 
Ma il Durin si stava già allontanando a passo spedito, completamente preda di chissà quale tumulto inferiore.
 
Bilbo non riusciva a capacitarsi: ma che maniere! E’ vero che erano d’accordo che la cena l’avrebbe offerta lui, ma questo non giustificava certo l’altro a filarsela in quel modo! Pareva essere tornato l’identico maleducato che aveva conosciuto quel pomeriggio.
Eppure era andato tutto così bene, fino a quando non era arrivato quello strano individuo…
 
Bilbo afferrò le sue cose e si avviò verso l’uscita per pagare.
Nel tragitto lanciò un’occhiata verso il tavolo dov’era seduto il sedicente dottor Smaug.
Bilbo strinse appena gli occhi per mettere bene a fuoco i suoi compagni di tavola e gli parve di riconoscere l’energumeno seduto al centro: era uno dei partecipanti al torneo.
Azog di Gundabad, se la memoria non lo ingannava.
 
 
“Mi stai davvero dicendo che lo hai lasciato lì da solo?? Lo hai lasciato lì senza neanche ringraziarlo per la cena, come se fosse un volgare-”
“Modera il linguaggio, Dwal! E abbassa la voce, tuo fratello starà dormendo!”
“Nah, è giù a saccheggiare il bar insieme a Oin. Non cambiare argomento”.
In trappola, Thorin sbuffò: “Ovviamente l’ho ringraziato per la cena, e non avevo alcuna intenzione d’interrompere la serata in questo modo, maledizione! Ma che ne so, quando è saltato fuori quello schifoso non ci ho visto più, io-io…”
“Ti sei lasciato sopraffare dalla rabbia, già”, concluse Dwalin, sardonico, “Com’è che la cosa non mi sorprende?”
“Non è solo questo!” Thorin sbattè il pugno sul mobile più vicino, “Diavolo, Dwalin, si tratta di Smaug, ti rendi conto? Il medico ufficiale di Azog, che per quanto mi riguarda è colpevole quanto lui, se non di più! Dovrebbe starsene dietro le sbarre, non qui a piede libero, a mangiare nel mio stesso ristorante e a rovinare le mie serate”.
“Mi rendo conto benissimo” il tono di Dwalin si era addolcito. L’allenatore posò con cautela una mano sulla spalla di Thorin: “Frerin era mio amico, sai che gli volevo bene. Ma se vogliamo dimostrare che quei due, insieme, sono riusciti a toglierlo di mezzo e a falsare in qualche modo il risultato dell’autopsia, dobbiamo agire con cautela”.
Thorin sospirò. Le sue spalle si abbassarono, come in segno di resa. “Ma chi vogliamo prendere in giro. Smaug è uno dei medici sportivi più temuti, esperti e rispettati in tutte le regioni del Sud. Non abbiamo prove contro di lui e nessuno che possa darci ascolto. L’unica cosa che posso fare per Frerin è cercare di vincere questo trofeo per lui”.
E per Frodo, aggiunse inaspettatamente il suo cuore.
Thorin arrossì di vergogna al pensiero del pessimo comportamento che aveva tenuto poco prima nei confronti di Bilbo.
 
“Troveremo un modo, vedrai” mormorò Dwalin, conciliante, “E se vincere il torneo sarà il massimo che potremo fare, così sia! Ora però, basta brutti pensieri! Non sopporto di vederti così demotivato”.
 
“Hai qualche suggerimento per farmi stare meglio?” ridacchiò Thorin.
“Ah-ah. Vostra grazia ne sarà sorpresa, ma effettivamente è così” Dwalin gli porse un biglietto: sopra vi era scarabocchiato un numero di telefono.
Thorin lo fissò, perplesso: “Che cosa dovrebbe essere?”
Dwalin piegò le labbra in un sorriso malizioso: “Non lo immagini?”
 
Thorin impallidì: non poteva crederci.
Dwalin ridacchiò della sua espressione da pesce lesso: “E’ parecchio gratificante sapere di essere riusciti a rimediare il numero del ragazzo di un amico ancora prima di lui”.
 
Thorin non si sforzò nemmeno di rispondergli che Bilbo non era il suo ragazzo: quando Dwalin era in vena di provocare, la cosa migliore da fare era ignorarlo.
“Come l’hai avuto?” chiese, invece.
 
“Oin” rispose l’altro, come se fosse ovvio, “Glielo ha lasciato quel signore che viaggia con loro e che tiene d’occhio Frodo quando Bilbo si allena. Hamfast, mi pare si chiami”.
 
Il pensiero del perché Bilbo potesse avere bisogno di tenersi in contatto con Oin fece sentire Thorin ancora più in colpa.
Il signor Baggins si era fidato di lui, gli aveva confidato una cosa tanto delicata e dolorosa come la malattia di Frodo e lui che aveva fatto? Lo aveva lasciato solo, senza quasi salutarlo, troppo turbato dalla vista di uno dei potenziali assassini di suo fratello.
 
“Chiamalo, Thorin. Raccontagli tutto. Di sicuro qualcosa saprà già dalle notizie di cronaca nera, ma…”
“Sempre ammesso che non mi riattacchi in faccia appena capisce chi sono” ribattè Thorin con un sorriso di autocompatimento, ma nel frattempo stava già componendo il numero.
 
 
 
Bilbo si lasciò cadere a peso morto sul letto.
Che serata, pensò, chiudendo gli occhi.
Non sapeva se ritenersi offeso, sollevato, o preoccupato. Probabilmente un misto delle tre.
La sua coscienza continuava a punzecchiarlo, lasciandogli intendere che non avrebbe probabilmente chiuso occhio fino a quando non fosse riuscito a parlare con Thorin.
Sono certo che sarà così, sospirò Bilbo, afflitto, Maledetto bastardo dagli occhi blu…
 
Bzzz, bzzz, bzzz!
 
Il ronzio del cellulare lo riscosse. Si trattava dell’arrivo di un messaggio da parte di un numero che Bilbo non conosceva. Il Baggins lo aprì con grande curiosità e uno strano presentimento.
 
-Sei sveglio? Per favore, dimmi che sei ancora sveglio! T. D.
 
Il cuore di Bilbo sussultò: ma come aveva fatto a…?
 
-Sveglio e operativo. Stai bene? Chi ti ha dato questo numero?
 
Pochi secondi dopo arrivò la risposta:
 
-Dwalin lo ha avuto da Oin che lo ha avuto dal tuo amico. Senti, volevo chiederti scusa, mi sono comportato da idiota…
 
-No, figurati, cosa te lo fa pensare?
 
-Bilbo, ti prego… è una situazione un po’ complicata.
 
-Una situazione che non necessita la mia presenza, a quanto pare. Non devi giustificarti con me, Thorin. Buonanotte.
 
-No aspetta! Bilbo, per favore! Concedimi ancora 5 minuti, non chiedo altro.
-Bene, hai 300 secondi a partire da ora.
 
Bilbo trattenne il fiato in attesa della risposta. Arrivò dopo 2 minuti dei 5 concessi.
 
-Questa sera è stata meravigliosa, davvero. Non ero mai stato così bene con qualcuno che non facesse parte della mia famiglia da, beh… diciamo da troppo tempo. Non hai idea di quanto mi rammarichi per la maniera in cui si è conclusa, non ho scusanti. Non sono molto bravo con le parole o ad aprirmi con le persone, non è nulla di personale. Tu invece mi hai regalato la tua preoccupazione e il tuo dolore più grande, ti sei fidato anche se non mi conoscevi bene, ancora. L’offerta che ti ho fatto resta valida e se me lo permetterai voglio spiegarti cosa mi ha fatto correre via in quel modo, stasera. Riguarda una faccenda delicata, che è come una ferita ancora aperta, per me. Tu mi hai spiegato come mai hai deciso di partecipare al torneo: se mi concederai una seconda occasione, lo farò anch’io.
 
Bilbo lesse e rilesse più volte il messaggio, col cuore in subbuglio.
Non aveva ancora sentito Thorin mettere in fila così tante parole. Cominciava a pensare che nemmeno ne fosse capace.
Doveva trattarsi di qualcosa di davvero importante: distrattamente, Bilbo si chiese se per caso questa ‘ferita aperta’ riguardasse Frerin Durin, il fratello minore di Thorin, morto tragicamente qualche anno prima, durante quello stesso torneo.
C’era un solo modo per scoprirlo.
 
Bilbo sorrise, dolcemente, scuotendo la testa. Non era mai stato davvero arrabbiato con Thorin, più preoccupato, in realtà. Ma gli era sempre piaciuto fare il sostenuto e godersi le scuse degli altri.
E ora, il pensiero che Thorin volesse ripagare la sua fiducia e confidargli cosa lo avesse tanto angustiato gli provocò una piacevole stretta allo stomaco.
 
Bilbo Baggins, non ti riconosco. Stai regredendo all’età di un quindicenne alla sua prima cotta.
 
Le sue dita zampettarono rapide sul cellulare.
 
-Ci vediamo a colazione, Durin. Voglio riprendere da dove siamo stati interrotti ;)
 
-Conosco il posto perfetto, signor Baggins. Dormi bene, Bilbo. E grazie.
 
Bilbo sorrise, spegnendo il cellulare.
 
Depositò un bacio tra i capelli di Frodo, che dormiva della grossa nel letto vicino.
Poi, per la prima volta dopo tanto tempo, si addormentò con il cuore leggero.

 
 
 
 
 
 
 
Oggi sono super fretta, scusatemi D:
spero di avervi sorprese con l’inserimento di Smaug ^__^, il dottor Viscido.
Lascio a voi la parola, scusate la fretta.
 
Grazie a tutti i lettori, le recensiste, chi preferisce, ricorda, segue (Saitou Catcher)
   
 
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