Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Ramo97    20/06/2016    2 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'inizio della tempesta

Harry guardava dritto davanti a sé. Tutto, nella Foresta Proibita, era buio e silenzioso. Gli Auror erano schierati su tre linee, una ogni cento metri. Un totale di cento Auror era pronto a dar battaglia nella Foresta Proibita. Stavano sdraiati a terra, con la bacchetta puntata verso la foresta.
L'unico in piedi era Harry, avvolto nel suo Mantello dell'Invisibilità, che controllava con estrema minuziosità che tutto fosse a posto.
Ogni Auror indossava un Mantello Camaleontico, un mantello inventato da George che impediva l'individuazione tramite magia e si adattava perfettamente al terreno su cui si trovava e grazie a questo erano praticamente invisibili, cosa che gli dava un certo vantaggio nei confronti dei Mangiamorte.
Woolf, l'Animagus che stava osservando i Mangiamorte, mandava ogni tanto dei Patronus, grazie ai quali erano riusciti a identificare il luogo esatto dove avrebbero cercato di sfondare. La difesa, con tanto di effetto a sorpresa, era praticamente imbattibile, ma Harry era lo stesso inquieto.
Hermione aveva circondato con il castello i suoi uomini, mentre altre cinque linee difensive erano state messe nel parco, pronte a fermare gli eventuali superstiti scappati agli Auror.
Baston e l'Ordine erano già a cavallo delle loro scope ed erano pronti ad attaccare dall'alto. L'unico problema erano i fratelli Weasley. Come al solito, quando si trattava di combattere, un solo coniuge scendeva in battaglia. In questo caso ovviamente Harry ed Hermione, che lo facevano per lavoro, erano stati  una scelta obbligata. A Ginny andava bene, a Ron, come al solito, no.
Era certo che il suo migliore amico in quel momento si trovasse con il fratello a Hogsmeade e, alla prima notizia di battaglia, sarebbe corso lì. Era preoccupato per quello. Ron sapeva combattere, molto bene anche, ma era da qualche tempo che non si trovava in mezzo alla mischia. Se si fosse messo in pericolo ed Hermione lo avesse visto si sarebbe catapultata in suo aiuto. Se fossero caduti entrambi, Rose e Hugo sarebbero diventati orfani. Come Teddy. Come lui.
Si era ripromesso che mai più avrebbe permesso altri orfani, che mai più un bambino sarebbe dovuto crescere senza i propri genitori. Questa era la sua più grande paura.
Un rumore di zoccoli lo risvegliò dai suoi pensieri. Non era un rumore di galoppo, solo qualche lenta zoccolata. Alzò gli occhi alla ricerca della fonte di quei rumori e vide un centauro su una collinetta lì vicino. Si bloccò. Non aveva previsto questa cosa. Cosa ci faceva uno di loro qui? Era stato obbligato dai Mangiamorte a controllarli e fare la spia? Erano talmente soggiogati che erano stati costretti ad attaccarli?
Non poteva permettersi questi dubbi. Estrasse la bacchetta e iniziò a muoversi silenziosamente verso il centauro. Passo dopo passo si avvicinò sempre di più. Fu a quasi due metri di distanza quando lo riconobbe. Era Fiorenzo.
- Harry Potter – disse il centauro.
Harry restò zitto.
- Mi sono reso conto che ti celi sotto il tuo Mantello dell'Invisibilità, ma per quanto voi umani possiate camminare silenziosamente, riconoscerei il rumore di tuoi passi tra milioni di altri.
- Che ci fai qui, Fiorenzo? - chiese secco l'Auror, tenendo la bacchetta puntata contro il centauro.
- Nessuno si trova mai in un luogo a caso.
- Qualcuno ti ha mandato?
Il centauro scosse la testa – Per quanto la libertà del mio popolo non sia più tanto ampia, oggi agisco in piena libertà.
- Perché?
Il centauro si girò, ma Harry preferì restare di nuovo nascosto sotto il mantello. Fiorenzo non poteva dirgli niente, ma forse aveva trovato un modo per passargli delle informazioni.
- Sto aspettando un mio fratello. E' a cinquecento metri da noi e cammina velocemente. Sara qui tra uno o due minuti massimo.
Harry sorrise. Fiorenzo gli stava annunciando l'arrivo dei Mangiamorte.
- Grazie, Fiorenzo.
- Non ringraziarmi, Harry Potter, io sto solo aspettando un amico.
Harry scese giù correndo verso i suoi uomini, che non si erano mossi di un millimetro.
- Signori – disse dopo aver lanciato un Muffliato verso il bosco – il nemico sarà qui a breve. So che in questi momenti vorreste solo non pensare, ma oggi non possiamo permettercelo. Siamo l'ultima linea prima dell'oblio: difendiamo il futuro.
Un mormorio si diffuse tra gli Auror, ma si prepararono compostamente. Fu felice di questo. I suoi uomini erano pronti a combattere.
Non amava il fatto di dover alzare la bacchetta contro altri maghi, ma era necessario per salvare delle vite. Lo aveva fatto più volte nella sua vita e lo avrebbe fatto altre volte ancora.
Così aveva addestrato i suoi Auror: devoti a nessuno se non alla sicurezza del loro popolo. Non avrebbero mai servito un Ministro dispotico, non sarebbero stati dei nuovi Dawlish, anzi. Erano i più grandi difensori dei valori che il Ministero portava avanti. Se fosse cambiata la linea del Ministero, gli Auror non la avrebbero cambiata. Sarebbero stati fedeli fino alla morte agli ideali di libertà e uguaglianza che avevano contraddistinto Harry in tutto il suo cammino.
- Capo, Mangiamorte a ore dieci - sussurrò un Auror di mezza età.
Un gruppo di una settentina di uomini avanzava verso di loro, bacchetta alla mano.
- Al mio segnale preparatevi al fuoco.
Si facevano sempre più vicini. Erano tutti vestiti di scuro e camminavano in religioso silenzio, come un'armata di Dissennatori.
- ORA! - urlò, lasciando cadere il Mantello dell'Invisibilità e schiantando tre assalitori. Subito lo seguì una silenziosa ondata di schiantesimi, che fecero cadere una ventina di uomini. Harry sorrise, l'affetto a sorpresa aveva avuto effetto.
Lanciò una manciata di scintille fucsia verso la seconda linea, come concordato con Dean, e si mise alla testa dei suoi uomini. I nemici sembravano spaventati e ciò era perfetto per i piani dell'Auror.
- CARICA! - urlò con tutte le sue forze, guidando i suoi uomini in battaglia.

*

Della gente a qualche chilometro da lì stava morendo. Quello era il macabro mantra che Teddy si stava ripetendo da tutta la serata. Non riusciva a scollarsi la sensazione che il pericolo fosse imminente, a due passi dalla sua stanza.
Baston e Anne sedevano con lui davanti al camino. Il primo era afflosciato sulla sua poltrona, ma con un mano ben stretta sulla bacchetta, mentre l'amica era ritta contro il proprio schienale, pronta a scattare al minmo rumore. Nessuno dei tre indossava l'uniforme, avevano referito vestirsi comodi, nel caso di un'eventuale fuga.
- Voi avete intenzione di andare a dormire? - chiese Teddy, guardando i suoi amici.
-  Neanche se mi paghi - disse Baston.
- Non c'è un posto dove possiamo imbottirci di caffè in questa scuola? - si lamentò Anne.
- Di che? - chiesero gli altri due.
- Caffè.
- E sarebbe?
Anne alzò un sopracciglio.
- In questo diavolo di mondo non c'è il caffè?
Baston si girò verso Teddy  - Tu sai cos'è il caffè?
- Un vestito?
- Forse un tessuto. Ha detto che vuole imbottirsi.
- Un tessuto non imbotte, idiota - disse Anne - è una bevanda Babbana.
- Ah - risposero all'unisono gli altri due. In un momento normale forse sarebbero scoppiati a ridere, ma nessuno in quel momento ne aveva voglia.
Teddy si sentiva come un condannato a morte. Vedeva la fine della sua vita aleggiare ntorno a sé, ma non sapeva quando sarebbe arrivato il boia a eseguirla. Guardava la porta con un misto di terrore e trepidante attesa. Sperava che succedesse, ma anche che non succedesse.
E, come se l'avesse sentito, la porta si aprì.
I tre scattarono in piedi, puntando le bacchette contro la porta. Se non avessero notato la statura di chi era appena entrato, probabilmente  avrebbero dato fuoco all'intera Sala Comune.
- Delphi! - esclamò Teddy, abbassando la bacchetta - Ci hai spaventato, per le mutande di Merlino.
Delphi era una Tassorosso del loro anno, che dormiva nello stesso dormitorio di Anne. Era una persona sempre molto dolce e disponibile, con dei strani capelli argentati dalle punte blu.
- Ragazzi, anche voi no però! - disse la ragazzina con un esasperato sorriso gentile - C'è talmente tanta gente preoccupata in questa scuola che tra poco viene un attacco di panico pure a me. Ci sono Auror ovunque.
 Anne abbassò la bacchetta - Scusaci, Delphi. Tutte queste difese ci stanno rendendo paranoici. Baston, abbassa la bacchetta.
- No.
Gli altri tre si girarono verso di lui. Teddy era sbigottito e Anne infastidita, ma Delphi invece era qualcosa di più strano: sembrava interessata.
- Come scusa? - ripeté Anne.
- Non abbasso la bacchetta. Potrebbe essere un Mangiamorte che ha bevuto Pozione Polisucco, potrebbe ammazzarci tutti da un momento all'altro, se non prestiamo attenzione.
Delphi sorrise. Non sembrava spaventata da Baston, anzi, sembrava perfino divertita. A Teddy questo sembrò strano. Certo Baston non era un mago provetto, ma trovarsi una bacchetta puntata a pochi centrimetri dal proprio volto non doveva essere particolarmente divertente.
- Falle una domanda a cui un Mangiamorte non potrebbe rispondere - ordinò Baston ad Anne.
Lei lo fissò critica, per poi cercare appoggio in Teddy, che invece la guardò negli occhi e annuì.
Allora Anne, dopo aver alzato gli occhi al cielo, chiese all'amica - Dove si trova il tuo letto?
- E' il terzo da sinistra.
Anne annuì - Risposta giusta, lasciatela andare.
I due si scostarono e lasciarono andare la ragazza verso i dormitori, non prima che lei avesse dato loro una buona notte, con un'altra occhiata divertita a Baston.
- Ma siete matti? Sospettate di Delphi Diggory? - chiese Anne, guardandoli con gli occhi spalancati.
Teddy si strinse nelle spalle, mentre Baston rispose - Non mi piace quella ragazza, ha qualcosa di inquietante...  a proposito di cose inquietanti, quello non è Plenilunio?
Anne e Teddy si girarono dove il loro amico stava indicano ed effettivamente Plenilunio era lì, apporggiato su una mensola, intento a guardare male Baston.
- Scusa, amico, ma sei davvero inquietante - rispose al corvo, per poi continuare a voce bassa - Maledetto uccellaccio.
Plenilunio gracchiò.
- Ma quello sente tutto? - chiese a Teddy.
- Evidentemente...
L'animale si mise a svolazzare per la Sala Comune, con i tre che lo guardavano preoccupati.
- Io mi alzarei la manica, se fossi in te - disse Anne - non vorrei che ti tagliasse di nuovo la felpa.
Teddy annuì. Plenilunio, quando gli trasmetteva le sue visioni, era solito ficcargli le unghie sempre nello stesso punto sul braccio, lacerandogli ogni volta la camicia o la maglietta che indossava.
- Sì, infatti, che poi tocca a me cucire - aggiunse Baston. Il ragazzo era rimasto affascinato dal cucito, che aveva visto fare da una ragazza Nata Babbana del terzo anno. Da quel momento se lo era fatto insegnare e nel tempo libero, ovvero quando non giocava a Quidditch, lo si poteva trovare in un angolino a cucire qualcosa o lavorare a maglia. Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli piaceva molto.
Il corvo, all'improvviso, si fiondo versò di lui, permettendogli appena di poter alzare la manica della felpa, prima che i suoi artigli penetrassero nella carne viva. Subito l'ormai famigliare dolore si diffuse per tutto il corpo, facendogli scappare un grido strozzato, mentre la vista gli si offuscava. Crollò a terra.
- Hey ma di solito non fa così! - gridò stupito Baston.
- Stai zitto e aiutami a tirarlo su - sbottò Anne.
- Ce... ce ... la faccio - borbottò Teddy, appigliandosi però al braccio di Baston.
- Cosa hai visto? - gli chiese il Tassorosso.
- Sono qui. Sono nei sotteranei. Vogliono attaccare il dormitorio dei Serpeverde.
- Bartemius! - gridò Anne, precipitandosi verso la porta.

*

Rodolphus Lestrange camminava lentamente per i sotterranei, estasiato. Grazie al grosso aiuto che aveva ricevuto da dentro era potuto entrare senza alcun problema.
Gli ordini del Maestro erano stati chiari: entrare nella scuola e prendere il ragazzo. Ma la sua fedeltà non era al Maestro. Era e restava fedele al Signore Oscuro e a chi era stato nominato per sostituirlo. Ma chi di dovere gli aveva ordinato di rimanere, per ora, fedele al Maestro e lui così aveva ubbidito.
- La tua fonte ti ha detto anche qual è la parola d'ordine per entrare? - chiese Rookwood, che camminava a fianco a lui. Erano un drappello da una quindicina di uomini, di cui solo lui e Rookwood erano Mangiamorte. Gli altri erano uomini "di fiducia" del Custode, ovvero una branca di galeotti della peggior specie messi al loro completo servizio.
- Però, che bel lavoro la tua fonte, ha ripulito tutto un piano da quei maledetti servetti di Potter.
Rodolphus sorrise - La mia fonte è molto brava in questo genere di cose.
In effetti molti Auror giacevano svenuti a terra, lasciando il territorio totalmente libero per i Mangiamorte.
Ed ecco la porta del dormitorio di Serpeverde. Era da molto tempo che non la vedeva, ma subito si ricordò l'invicibilità che provava quando era un ragazzo. La stessa invicibilità che provava in quel momento.
- Signori, è l'ora di riprenderci il sangue del nostro sangue: è l'ora di riprenderci Bartemius Dolohov.

Angolo dell'autore

Buonasera a tutti, sono tornato! Ho un po' più di tempo, visto che il mio orale è l'11 luglio, quindi ho potuto dedicare un po' di tempo ai miei libri. Questo capitolo, oltre ad aprire qualche pagina nuova (chi ha letto recenti news capirà), ha una cura molto maggiore di quelli precedenti, fatti quando ero ancora a scuola. Ditemi cosa ne pensate! Quando finirò il libro cercherò di eliminare quei meccanismi meccanici che mi hanno caratterizzato di recente e cercherò di abbellire stilisticamente i vari capitoli, così da eliminare quel calo che ho avuto per cause scolastiche.
Alla prossima,
Ramo97

P.S. Vi lascio l'altra mia storia dateci un occhio! 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Ramo97