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Autore: Aching heart    21/06/2016    1 recensioni
Una raccolta di frammenti di vita. La mia.
I. This is me in pieces
«Sono innamoratissimo»
Crudeli parole.
Li senti? Li senti i frammenti? Le senti le schegge?
Li senti i pianti, i lamenti, le frecce?
Come faccio a tenerli insieme, quei pezzi?

II. Carne e ferro
Ogni addio è una lama
incastrata per sempre
fra le costole e la carne,
tanto più dolorosa
quanto più vicina al cuore

III. Straziata
Forse così mi ameresti
IV. Il canto del mutismo
Di quello che pensano o dicono o credono gli altri
non voglio più aver paura.
Non voglio più essere muta.

V. Fantasmi
Hai presente, i fantasmi?
Io sono una di loro

VI. Mancanza
Benvenuto nella schiera
dei ricordi che mi lacerano il cuore.

VII. Tu l'hai fatto
C’è il desiderio di affrontare il distacco
ma non voglio lasciarti andare.
Ti ho amato troppo per dimenticare,
anche se tu, tu l’hai fatto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Thoughts of mine - Frammenti di una favola triste'
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19-06-16
Parole, amiche mie, 
o, se è troppo per me indegna chiamarvi così,
mie venerate divinità, 
ascoltate la preghiera di una
che non ha mai dubitato del vostro valore,
che ha celebrato come ha potuto 
la vostra bellezza,
che ha sacrificato sul vostro altare
il proprio cuore, il sangue, le lacrime, le mani,
la sua stessa vita 
–  perché di vita non ne ha più una, 
se non quella che vive attraverso di voi.
Non vi chiedo che di starmi vicino,
di non abbandonarmi nel nulla
di una pagina bianca e sofferta, mai più. 
Siete una brezza incostante 
e vi ho amate a tal punto da pensare 
di riuscire a sopportare la vostra natura.
Ma l’assenza pesa, 
e senza di voi io altro non sono 
che un’ombra inconsistente. 
Come un amante leggero
voi andate, inebriate altri,
senza curarvi di ciò che ci strappate,
di ciò che dietro vi lasciate.
Purché torniate, un giorno – sì, voi sempre tornate 
alle mani di chi vi ama.
Eppure ancora una cosa vi chiedo,
da essere malaticcio1 quale sono:
perché cucirmi la bocca intanto
con pezzi di filo spinato?
Il dolore di essere socialmente muta 
a volte
sembra superare ogni altro. 
Inerme sotto le lingue biforcute del mondo
altra difesa non ho 
se non la vostra, 
che potete essere dolci come l’aurora
o acuminate come il rimpianto.
Se questa è una preghiera gradita
allora vi chiedo:
ispirate la mia lingua
e non solo le dita;
rendetemi sciolta e spigliata
e non, come ora,
nei miei labirinti di pensieri e ansie e timori
imprigionata.
Di quello che pensano o dicono o credono gli altri 
non voglio più aver paura.
Non voglio più essere muta.









Angolo Autrice: Questa ho iniziato a scriverla sabato notte domenica mattina (alle tre e qualcosa. Stavo cercando di concludere qualcosa con la mia tesina e di punto in bianco, seguendo lo stream of consciousness della mia testolina alquanto sconvolta dal sonno, mi è venuto lo schiribizzo di scrivere 'sta cosa. E quando la Musa chiama, chi sono io per rifiutare?). Penso che l'argomento sia abbastanza chiaro, ma se voleste saperne di più/dare la vostra interpretazione/esprimere la vostra opinione, siete i benvenuti.
Una noticina piccina picciò:
- 1 Schopenhauer aveva capito tutto (o quasi) della vita.
Vorrei ringraziare 
Kikkakokkole98, hera85 e Spark in a Firework ​per aver recensito. Purtroppo come saprete in questo periodo non ho molto tempo, ma appena finiscono gli esami giuro che vi rispondo per bene. 
Un bacio!


   
 
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