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Autore: Inazumiana01    21/06/2016    6 recensioni
[Interattiva][Iscrizioni Chiuse] [Ispirato a Death Note] [Morte certa!]
Dato che ultimamente ci sono molte storie ad OC ho deciso anch'io di rompervi le scatole ^^ XD
Dal prologo:
-E quando avresti scoperto questo potere?- chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
-La settimana scorsa- disse con un'alzata di spalle. -Sai...ho osservato i ragazzi di questa scuola..- disse indicando la struttura dietro di sè - Tu eri solo un'esperimento...ed anche riuscito direi!- disse con entusiasmo.
-Allora perchè vuoi uccidermi?-
-Perchè non mi servi più...ho ottenuto ciò che volevo.Ed a quanto pare siamo anche in ritardo!- disse guardando l'orologio che aveva al polso sinistro. -Su forza, uccidila- disse con fare sbrigativo per poi allontanarsi.
-No! Aspet- la ragazza non ebbe il tempo di finire la frase che si accasciò al suolo portandosi una mano alla gola e cercando di prendere più aria possibile nei polmoni, ma dopo pochi secondi si ritrovò a terra senza vita.
Genere: Horror, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì 12 ottobre. 12:40


-Paradossalmente, il solo modo per recuperare la propria identità è la follia. L'autore infatti, lo usa come tema centrale e vi scrive anche la "ricetta": dire sempre la verità, la nuda, cruda e tagliente verità, infischiandosene dei riguardi, delle maniere, delle ipocrisie e delle convenzioni sociali. Questo
comportamento porterà presto all'isolamento da parte della società e, agli occhi degli altri, alla pazzia.- spiegò Faraize con molta calma.
Nell'aula B non si sentiva volare una mosca. C'era chi dormiva, chi invece, come Ambra e il suo trio si guardava allo specchio o si faceva la mani cure, e infine c'ara un decimo di un decimo della classe che prestava attenzione alle parole del professore.
Alcuni alunni di quarta erano stati divisi nell'aula B, dove una classe dell'ultimo anno stava facendo lezione di letteratura, data la mancanza dell'insegnante di scienze.
Una delle poche persone che ascoltavano l'insegnante era Cornelia Harley. La ragazza aveva un fisico asciutto e slanciato, dalle curve ben disegnate. I suoi capelli erano biondi e lunghi, quasi fino alle caviglie,i suo occhi erano dorati e contornati da ciglia scure.
La ragazza, ormai donna, era come incantata dalle parole dell'insegnate, o per meglio dire, dell'autore.
Le era sempre piaciuto Pirandello, e si era sempre rispecchiata nei suoi ideali e nei suoi pensieri sulla vita.
Osservò la classe con attenzione. La maggior parte degli studenti non prestavano attenzione, ma in fondo...cosa ci si poteva aspettare da degli idioti?
Il suo sguardo si posò su una ragazza di quarta. Aveva i capelli castani legati in due codini alti, la carnagione nivea e gli occhi ambrati.  Chissà che morte avrebbe fatto...magari il cuore asportato e le labbra cucite...
-Conosco quello sguardo...smettila di immaginare la morte delle persone- le sussurrò Leandro, il suo fidanzato. Era un ragazzo alto 1.90, dalla carnagione nivea, i capelli lunghi blu scuro, quasi neri e degli occhi celeste chiaro, che l'avevano rapita.
Si erano conosciuti tra i corridoi della scuola, e non appena gli occhi dorati di lei incrociarono quelli azzurri di lui, fu amore a prima vista.
Sorrise istintivamente. La conosceva bene.
-Abbandonando le convenzioni sociali e morali l'uomo può ascoltare la propria interiorità e vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la maschera e percepisce se stesso e gli altri senza dover creare un personaggio, è semplicemente persona.- continuò il professore e Cornelia non trovò frase più azzeccata per descrivere il rapporto tra lei e Leandro.
All'inizio entrambi erano titubanti, in particolar modo quando svelarono i loro veri caratteri, ma alla fine si innamorarono comunque.
La campanella che segnava la fine della lezione, suonò ed una massa di studenti si risvegliarono da un lungo sonno.
-Ragazzi, per la settimana prossima voglio che mi portiate una ricerca su Pirandello e qualche accenno su un drammaturgo francese.- disse Faraize prima di vedere tutti gli studenti scomparire dall'aula.



***



Il profumo inebriante delle rose, attirarono la sua attenzione verso quel giardino..davanti ai suoi occhi azzurri addolciti,macchie colorate danzavano con un venticello caldo,i fiori, eleganti e sinuosi erano come ballerine a creare un armonico ondulare.E poi ancora si rivelavano a lei i primi frutti, con il loro odore frizzante e il sapore di terra bagnata e la toccò quella terra viva, genitrice, così calda, corpulenta..la toccò quasi accarezandola.. quasi a ringraziarla per quello spettacolo.
Mizu Koike aveva sempre amato la natura, le piante erano state le sue uniche amiche. Fin da piccola le persone la prendevano in giro a causa della sua bassa statura, arrivava a stento a 1.50, e ciò la portò ad isolarsi e a non rapportarsi con le persone. Trovò rifugio nelle piante, erano come un pezzetto di paradiso, erano il suo eden.
-Oggi l'insegnate la professoressa Danelay ci ha fatto fare una verifica a sorpresa. Chissà se sarà andata bene- sussurrò sedendosi per terra.
-Che stai facendo?- domandò un ragazzo da dietro le sue spalle, facendola sobbalzare. Mizu si voltò di scatto con il viso leggermente arrossato.
-I-io..- iniziò a balbettare.
-Stavi parlando con le piante?- domandò ancora il ragazzo. Era alto, dai capelli castani e dai bellissimi occhi verdi.
-N-non è la natura che parla, sono io che l'ascolto.- rispose mentre il ragazzo si sorprese nel sentire la risposta che la ragazza aveva dato.
-Io sono Kentin-
-Io...Mizu- disse imbarazzata. Era da tempo che non parlava con qualcuno...avrebbe dovuto fare un ripasso sui rapporti umani. Il  soffiare del vento le scompigliò i lunghi capelli bianchi, comprendole la faccia e impedendole la visuale del ragazzo.
La ragazza, sentendosi osservata, cercò molto goffamente di togliere i capelli da davanti agli occhi. Il castano rise leggermente e l'aiutò a spostare i capelli, ma un leggero rossore gli colorò le guance.
Mizu, dopo quel gesto inaspettato, rimase con lo sguardo puntato verso il basso mormorando un fleibile -grazie..-
-Come mai sei qui da sola?- domandò il moro.
-I-io...non ho molti amici, per questo motivo preferisco stare a contatto con la natura- mormorò la ragazza imbarazzata.
Una terza voce giunse alle orecchie dei due.
-Hey, Kentin!- esclamò dal cortile un ragazzo dai capelli azzurri e dagli abiti sgargianti, che per farsi notare dal castano, si sbracciava come un naufrago.
-Devo andare...- disse Kentin alzandosi da terra. -Se vuoi, ti posso far conoscere i miei amci...senza che rimani da sola- disse tutto ad un tratto.
-Preferisco la solitudine- mormorò tenendo sempre lo sguardo basso.
-Non puoi sapere cos'è la solitudine se non hai mai avuto degli amici- disse Kentin in risposta, facendo finalmente alzare lo sguardo della ragazza. -Allora...?- le porse una mano per aiutarla ad alzarsi e anche se un po' titubante, Mizu accettò.



***



Era l'ora di educazione fisica, o per meglio dire... era l'ultima ora e avevano educazione fisica.
Hayden era sicura di aver perso il polmone destro...o forse entrambi. Quello era il quattordicesimo giro di corsa e, per una che per gli sport era negata, equivaleva adun record.
Si fermò per qualche secondo, cercando di prendere fiato. I capelli, solitamente legati in due codini erano andati a formare un unica coda. Alzò la testa, la fronte era imperlata di sudore ed alcune ciocche erano attaccatte al collo, gli occhi abrati saettarono in ogni angolo della palestra, notò che la maggior parte della classe era messa come lei. Tutti tranne lui.
I suoi capelli fulvi e perennemente scompigliati, si muovevano con lui ad ogni passo. Lo aveva visto passare davanti a sè un'infinità di volte in meno di un minuto, ed ogni volta le faceva la linguaccia,divertito nel vederla in quello stato. A che giro era arrivato? Non lo sapeva. Non era neanche sicura che fosse una persona, ogni volta che dovevano correre sospettava fosse un robot.
L'insegnate soffiò nel fischietto.
-Per oggi avete finito. La prossima volta voglio che facciate tutti e trenta i giri.- rispose andandosene, non prima di borbottare qualche insulto su quanto quella classe facesse schifo.
Hayden si lasciò cadere sulla panchina, cercando di trovare la sua bottiglina d'acqua. Con la coda nell'occhio vide una figura avvicinarsi.
-Non riesco ancora a capire come ci riesci- borbottò.
-Te l'ho detto. Faccio jogging ed esercizi nel tempo libero o prima di venire a scuola.- disse con molta nonchalanche.
-E poi mangi ma non ingrassi..- rispose Hayden prendendo finalmente la bottiglina di plastica.
-E' l'unico vantaggio- rispose con un'alzata di spalle sedendosi affianco all'amica. Sebastian Narcisse Valois, o più semplicemente conosciuto come Bush era l'unico della scuola ad essersi guadagnato la stima del professore di educazione fisica.
-Beh, non proprio l'unico...- rispose con un sorrisetto la mora guadagnandosi un'espressione interrogativa da parte del ragazzo -E' un punto a tuo favore per conquistare il cuore della rossa- disse maliziosa, mentre il ragazzo accennò un sorriso al pensiero di Iris.
-E tu, invece? Con quel...Arimi?Amir?- disse cercando di ricordarsi il nome.
-Non è un patito degli sport- disse facendo spallucce -E poi è Armin- continuò scandendo bene le lettere.
-Che ne dici di andare a mangiare qualcosa?- domandò Hayden sentendo il suo stomaco brontolare. A quella frase Bush tese le orecchie e si voltò sorridendo -Basta che non sia piccante.- decretò il ragazzo mentre la ragazza annuì.




***


I passi cadenzati e furenti di Rosalya, rimbombarono feroci tra i corridoi della scuola fino ad arrivare all'interno della biblioteca dove, seduto in fondo a tutto si trovava un ragazzo intento a leggere.
La ragazza appena lo vide scattò verso di lui e con la delicatezza di un bisnte in calore, gli tolse il libro che aveva tra le mani.
-Ehi!- esclamò il ragazzo alzandosi di scatto, che fino aqualche secondo prima era immerso nella lettura de "Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde.
-Avevi promesso che mi avresti aiutato in chimica!- disse Rosalya incrociando le braccia.
-E' vero, ma non è certo un motivo per prenderti il mio libro!-
-Te lo ridarò quando mi avrai aiutato!- rispose
-Ma abbiamo il test tra due settimane!-
-Sai perfettamente che sono incapace in quella materia, quindi prima iniziamo meglio è!-
Alexiel Vergas si passò una mano tra i capelli castani. Sapeva che continuando in quel modo non avrebbe riavuto indietro il libro e che per far imparare qualcosa a Rosalya, in particolar modo se era chimica,
avrebbero dovuto iniziare subito.
-Okay, hai vinto- alzò le mani in segno di resa. Il viso di Rosa si addolcì e gli ridiede il libro.
-Allora...cominciamo ora?- chiese l'albina.
-Ora?- domando a sua volta il ragazzo.
-Mancano trenta minuti alla fine dell'ora- disse annuendo.
-Va bene, capo- disse per poi spostare la sedia per far sedere la ragazza.
-Che gentleman...- disse ridendo, facendo sorridere a sua volta il ragazzo.
-Da cosa iniziamo professor Vergas?-
-Direi di comiciare dalla distillazione dei carboni fossili e dai principali prodotti che si hanno dalla
distillazione del catrame, signorina Barraquè- rispose a sua volta.



***



Irina Eucliffe se ne stava seduta in mezzo alle scale a giocare alla console.
Era una ragazza non particolarmente alta ma magra, la carnagione nivea e i capelli neri erano legati in due codini bassi e con un ciuffo che le copriva l'occhio sinistro.
Era concentrata sul suo nuovo gioco, Final Fantasy, che era uscito quella mattina. Aveva passato l'intera giornata a giocarci e già stava a metà storia.
-Scusa...?- una voce e una mano sulla sua spalla la fece distrarre e di conseguenza perdere. Irina lanciò uno sguardo glaciale alla persona che l'aveva fatta perdere. Avrebbe dovuto ricominciare quel livello da capo.
-Che vuoi?- rispose freddamente, scrutandolo con i suoi grandi occhi rossi. Era un ragazzo, alto e dai capelli bianchi che man mano andavano a sfumarsi nel nero, verso le punte. Era vestito in stile vittoriano, ma non fu quello ciò su cui si soffermò. Lo guardò dritto negli occhi eterocromatici per svariati secondi.
-Mi perdoni, non era mia intenzione disturbarla...- disse e la ragazza si sorprese del fatto che le si rivolgesse con il "lei", quando lui sembrava più grande di lei -Volevo solo sapere se per caso avesse visto un taccuino nero, da queste parti.- chiese gentilemente.
Dopo quell'affermazione, Irina capì chi fosse. Era piuttosto famoso a scuola, non solo per aver cantato al concerto, ma principalmente par la sua pessima memoria. Infatti, quasi ogni giorno vedeva un ragazzo dai capelli rossi e il resto della sua classe cercare quel maledetto taccuino.
-No.- disse acidamente per poi ritornare sul suo gioco.
-Se per caso devesse veder- la ragazza non gli fece finire la frase, che ribattè immediatamente.
-Ho di meglio da fare che cercare il tuo quaderno- disse guardando la console -Ora, se vuoi scusarmi, vorrei continuare a giocare- finì.
-Okay...mi dispiace averti interrotto- disse Lysandro, leggermente sorpreso da quella reazione, per poi andarsene.
Avrebbe dovuto rifare tutto il livello d'accapo.
Passarono venti minuti e Irine non riusciva a superare il livello, le continuava a tornar in mente il ragazzo dagli occhi eterocromatici.






"Dovranno  stanare un avversario senza conoscerne né il volto né il nome. E chi si farà scovare ci lascerà la pelle...Gli esseri umani sono uno spasso!"




N.D.A: Salve a tutti! Ecco a voi il primo capitolo. Spero vi sia piaciuto e chiedo scusa se è corto, ma era solo una presentazione Oc. Il bello si vedrà nel prossimo u.u Se non ho rappresentato bene i vostri Oc, o se ho sbagliato qualcosa potete dirmelo...a volte tendo a farli troppo "miei" ^^" Alla prossima! Un Bacio"


   
 
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