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Autore: drosmigs_62    23/06/2016    1 recensioni
[Basato sulla Prima serie]
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Nagisa aveva lo sguardo più serio che le si fosse mai visto in volto, forse perfino più deciso di quello di Cure Black. Il che era paradossale. - Honoka, noi siamo amiche, TU sei la mia migliore amica, io sarò sempre qui per aiutarti, ricordatelo.-
Honoka era confusa, ma solo in parte. In cuor suo sapeva che l’amica si era accorta del suo strano atteggiamento, d’altronde come non avrebbe potuto! L’unico problema era che la rossa non capiva, non poteva capire ed era più che lecito che pensasse di poterla aiutare, proprio come aveva fatto in passato. La mora sospirò, riflettendo velocemente sulle parole da dire. Non voleva ferire l’amica, ma nemmeno mentirle. -Nagisa, io ti voglio bene. So che faresti il possibile per aiutarmi, ma…-
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E' proprio vero che al cuor non si comanda? E cosa succederebbe se la persona che ami fosse la tua migliore amica?
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Honoka Yukishiro/Cure White, Nagisa Misumi/Cure Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO IV


 

La ragazza dai capelli corvini era sdraiata sul suo letto, la testa fra le braccia cercando di soffocare le lacrime. Mipple seduta accanto a lei, cercava di rincuorarla. -Honoka non piangere…mipo. Andrà tutto bene, vedrai…- La ragazza alzò lievemente il capo, quanto bastava per intravedere la piccola amica. -Questa volta hai torto, Mipple. Non c’è verso che qualcosa possa concludersi positivamente.- Scoppiò nuovamente in lacrime, sollevandosi per afferrare un fazzoletto appoggiato alla sua scrivania. -Non puoi capire…- La piccola creatura della luce, le balzò accanto, e la guardò dritta negli occhi. -Prova a spiegarmelo, mipo. Vedrai che capirò…- Honoka sorrise amareggiata, ma non si scoraggiò e tentò di dare voce a tutti i suoi sentimenti. - E’ da un po’ di tempo che non mi sento bene…ma non sto male fisicamente, sento un costante vuoto, e riesco a riempirlo solo quando sono con Nagisa. Lei è la mia migliore amica, forse la mia unica vera amica, eppure sento che c’è qualcosa in lei che mi attira…- Si fermò un attimo, ora che lo diceva sembrava tutto ancor più assurdo. -già…quando mi guarda negli occhi mi gira la testa, sento un calore allo stomaco, ma al tempo stesso sono felice, molto felice.- La principessa della speranza ce la stava mettendo tutta per capire dove volesse arrivare la ragazza. -E’ normale tra amiche,mipo.- La corvina sorrise triste. -No, non lo è. Provo qualcosa di più, voglio di più, forse…ne sento perfino il bisogno. Oggi ho raggiunto il limite. Averla vista a petto nudo…no basta.- Si portò le mani alla testa, cercando di mandare vie tutti quei sentimenti completamente nuovi, ma comunque così forti e chiari. - Non è normale!- -Cosa non lo è? mipo.- Honoka aveva ripreso a piangere. -Volevo toccarla, stringerla a me, passare le mie dita su quella pelle morbida…volevo baciarla!- Le parole uscirono come lame per le sue orecchie. Andava contro tutto ciò che aveva sempre saputo, contro ciò che aveva provato in passato verso i ragazzi e, soprattutto, verso Kiryia. 

Eppure c’era qualcosa, qualcosa che con gli altri non aveva mai  percepito, quell’adrenalina che le scorreva nel sangue ogni volta che guardava l’amica negli occhi. -Mipple…cosa pensi che sia…- L’altra la guardava stranita, ma con le idee ben chiare. -E’ amore. Mipo. Ti sei innamorata di Nagi..- -NO! NON E’ POSSIBILE!- Honoka pareva quasi arrabbiata, ma più verso se stessa che verso la piccola creatura rosa. -Honoka, mipo, tu cosa vorresti fare?- La domanda era semplice, ma la ragazza non prestò abbastanza attenzione, tanto era concentrata a pensare a quella situazione e a ciò che provava. -…la voglio baciare…- La sua voce era fredda, staccata, quasi fosse un automa le cui parole escono in automatico. In un lampo la porta della camera si aprì, sbattendo violentemente. Lì, ferma sull’uscio c’era Nagisa. Gli occhi sbarrati, lucidi, corpo come pietrificato. Honoka parve ritornare in se stessa e scattò in piedi. -Nagisa! Cosa ci fai qui?- Fece un passo verso l’amica, nell’atto di abbracciarla, come da quotidiano, ma l’altra si allontanò all’istante. Il suo sguardo era carico d’odio e disgusto, mentre le sue guance ormai erano striate dalle lacrime. -Stammi lontana!- La sua voce era impaurita, come mai lo era stata prima d’ora. -Io…io mi fidavo…- La  corvina sentì il suo cuore spezzarsi, non appena capì che l’amica aveva sentito tutti i suoi discorsi. -Nagisa io ti posso spiegare, ti prego…- La ragazza dai capelli aranciati scosse la testa facendo altri due passi lontano dalla sua ex migliore amica. -Lasciami in pace. Non ti voglio più vedere e non provare a toccarmi…- Così dicendo si girò su se stessa e prese a correre fuori dalla casa, poi lungo le vie, d’ovunque purché l’allontanasse da Honoka. 

Sentiva che dentro di lei qualcosa si era rotto, non riusciva a credere che la sua amica provasse questi sentimenti verso di lei, lei che è da sempre perdutamente innamorata di Shogo. In un attimo capì molte cose, che la terrorizzarono e l’abbatterono ancora di più. 

“Ogni volta che mi prendeva per mano lei lo faceva solo per soddisfare un suo bisogno, ed è per questo che quella volta all’appuntamento con quel giocatore di basket (che figura non mi ricordo nemmeno il suo nome) lei mi ha pedinato.” Questi pensieri la facevano solo correre più veloce. -NON SIAMO PIU’ AMICHE YUKISHIRO!! TU L’HAI TRADITA LA NOSTRA AMICIZIA!!- Urlò con quanto fiato avesse in gola, lasciandosi cadere sulle ginocchia stremata dagli improvvisi sentimenti e dalla lunga corsa. 

Honoka l’aveva quasi raggiunta, le lacrime le impedivano la vista, quando sentì l’urlo dell’amica e s’immobilizzò. Quello era stato il colpo decisivo. La ragazza si portò una mano al cuore, il dolore are tale che pareva le si stesse per spezzare veramente. -Ma..perchè? Perché fa così male…?- Mormorò appoggiandosi al muro di fianco al marciapiede. Una terribile vergogna si sommò al dolore, non appena ricordò il volto con cui Nagaica l’aveva guardata, era troppo. -Mi dispiace…ho sbagliato…..è solo colpa mia.- 

Improvvisamente la terra tremò sotto i suoi piedi e, contemporaneamente sotto quelli di Nagisa, la quale si rialzò allarmata e prese a guardarsi attorno. 

 

Come per magia un enorme albero prese vita: dal tronco si spalancarono delle enormi fauci e dalle foglie sbucarono lunghi rami affilati, pronti a colpire. -ZAKENNAAA!!- Il mostro urlò e prese a sferrare colpi contro la ragazza. -Oh no! Ti devi trasformare, mepo!- Nagisa correva cercando di non essere colpita. -Hai scelto il momento peggiore per farti vivo, amico!- In quello si voltò di scatto serrando i pungi e portandoseli a proteggere la faccia. -Ti avverto, vattene subito…o sarà peggio per te!- Aveva appena finito di parlare quando sentì dei passi subito dietro di lei. -Presto! Mipo. Trasformatevi! -  -Certo!- La ragazza dai capelli corti serrò gli occhi, come sentì la voce di Honoka alle sue spalle. Non voleva, voleva stare lontano da tutti, no! Lontano da Honoka. Il destino però glielo impediva, così a malincuore estrasse la carta della regina e in un lampo si ritrovò a pronunciare la fatidica frase accanto all’altra ragazza. -Doppia aurora boreale!- Un lampo di luce, ormai familiare, le avvolse per condurle verso l’alto trasformandole così nelle leggendarie guerriere.

-Io sono Cure Black, la protettrice della luce! - -Io sono Cure White, la protettrice della luce!

-SIAMO LE PRETTY CURE!- Annunciarono all’unisono, come i loro poteri volevano.

-Soldato dell’esercito delle tenebre…- Iniziò  Cure White. -…tornatene subito da dove sei venuto!- Concluse Cure Black a suo malgrado. Ora però erano pronte per combattere.

-Ti concedo un’ultima possibilità. Oggi non è affatto una buona giornata!- Intimò Black puntando il dito contro Zakenna. Aveva appena finito di pronunciare queste parole, quando un pezzo di cemento volò verso di lei con tutta la forza possibile. -Hai fatto la tua scelta…- Mormorò. -AAAAAHHH!!- Con un rapido balzò schivò l’attacco, utilizzando l’enorme maceria come piattaforma di lancio, per saltare e superare in altezza il suo nemico. Con un’agilità felina roteò in aria e si lasciò cadere a capofitto contro Zakenna, il pugno teso in avanti pronto a colpire. Sentì le sue nocche bruciare, come entrarono in collisione contro la dura corteccia, per poi lasciarsi atterrare a terra. Alzò lo sguardo, il mostro era destabilizzato dal colpo, ma ancora integro e in grado di contrattaccare. Un lungo ramo partì proprio nella sua direzione, ma la cure non aveva intenzione di  scappare. Attese il colpo, immobile, e quando fu l’ora afferrò il ramo con entrambe le mani, lo scavalcò e prese a correrci sopra. La rabbia e il dolore che le bollivano dentro, aumentavano sia la sua forza sia la sua determinazione, rendendola ancor più pericolosa. Voleva che lo scontro finisse al più presto e così sarebbe stato. 

Una volta raggiunta, quella che avrebbe dovuto essere la faccia, prese a colpirla senza pietà un colpo dietro l’altro, veloce, con forza! Le sue braccia parevano meccaniche, continuava ad attaccare incurante del dolore che provava ogni volta che le sue mani grattavano la superficie dell’albero. Zakenna si divincolava cercando di colpire la ragazza, non riuscendovi portò la sua attenzione su Cure White, la quale non aveva avuto il tempo di attaccare, sopraffatta dalla furia e dalla velocità di Cure Black. -ZAKENNA!!- Un altro urlo e il mutante afferrò White con una liana; la ragazza fu più agile e con un calciò riuscì a liberarsi dalla stretta. Veloce scavalcò il mostro per poi atterrarvici dietro. A differenza della compagna, Honoka combatteva d’astuzia, calcolava le mosse e attaccava solo quando necessario. Nagisa, da canto suo, era violenta si faceva prendere dalle emozioni e attaccava senza pensare alle conseguenze. Fu proprio per questi motivi che la cure nera non si accorse della radice che si stava legando attorno alla sua caviglia, tanto era accecata dalla rabbia. Con estrema brutalità Zakenna sollevò la paladina da terra per poi farcela schiantare, creando un enorme cratere. -Aaaaah!- L’urlo di dolore di Black attraversò Cure White dalla testa ai piedi. -Hey brutto mostro! Lasciala stare e prenditela con me!- Detto ciò corse in avanti e con una grazia letale colpì l’essere dritto nel busto provocandogli una crepa che per poco non lo divise in due. La ragazza si allontanò in attesa della mossa dell’avversario, osservò con calma e notò che delle foglie avevano preso a muoversi troppo velocemente. Come aveva immaginato un altro ramo saettò verso di lei, la quale aveva previsto tutto e con eleganza balzò in aria e schivò il colpo. Zakenna rimase incastrato nel cemento. Cure Black nel frattempo si era rialzata. Un rivolo di sangue le scendeva dalla fronte, ma per il resto era ancora pronta combattere. -Cure Black, presto dobbiamo fare il doppio vortice!- L’altra cure le si era avvicinata e la guardava in attesa di una risposta. -E sia! Uccidiamo quel bastardo!- Black si preparò e in un attimo furono travolte da un lampo di luce. 

-Questa è la forza venefica delle Pretty Cure!- -Per combattere le forze del male!- Terminò Cure Black, fece per allungare il braccio e stringere la mano di Cure White, quando improvvisamente realizzò. “Honoka…lei è pur sempre Honoka e io le ho stretto la mano e devo…devo… stringere la mano di Honoka, ma lei …” In quel momento si sentì invadere dal terrore, non voleva toccare l’amica, nemmeno se era così necessario, non ne aveva la forza. Cura White aveva la mano aperta, in attesa di sentire la stretta dell’amica, ma dopo un po’ che era messa in quella posizione, decise di voltarsi verso Black. -Cure Black ma che stai facendo? Dobbiamo usare il doppio vortice per sconfiggerlo!- In cuor suo Honoka sapeva che Nagisa non avrebbe ceduto tanto facilmente, ma la speranza era l’ultima a morire. -Mi dispiace, White, ma non voglio.- Detto questo l’energia attorno a loro svanì in un istante e Zakenna fu nuovamente libero di attaccarle. Honoka sentì che tutte le sue speranze, benché minime, svanirono all’istante e il dolore che provavo parve moltiplicarsi. 

 -Cure Black, ma che fai?Mepo. Sei impazzita!?-

-ZAKENNA!- Un esplosione, come una quindicina di rami affilati arpionarono il terreno. -Ora mi hai fatto veramente arrabbiare!- Cure Black faceva paura, tutta la sua collera aveva raggiunto il limite. -Yyyhaaaaaaaaa!!- Le sue gambe si muovevano forti e veloci, evitando ogni colpo. Aspettò di essere esattamente sotto al mostro, poi saltò con tutta la forza che aveva e trafisse il tronco, infilandocisi dentro. Schegge le si infilarono ovunque e dovette mordersi la lingua per non urlare. Era dura, ma voleva finirla la. Con fatica si chiuse su se stessa, caricò tutta l’energia che aveva e poi….SBAAAMM!! Colpì violentemente con tutti e quattro gli arti, riducendo in mille legnetti il corpo di Zakenna. Alla sua sconfitta il mostro uscì dall’albero e esplose in tante piccole stelline che fuggirono via. Cure Black era in piedi in mezzo a macerie e rami spezzati, la testa china e il fiato pesante. Dalle mani gocciolava caldo del liquido rosso, mentre tutta la faccia le bruciava per via delle mille schegge conficcate al suo interno. Cure White si portò le mani alla bocca, come i suoi occhi si riempirono di lacrime. Non aveva mai visto l’amica ridotta in quello stato. Black si voltò a guardarla, ma come fece un passo in avanti cadde rovinosamente al suolo, stremata e priva di coscienza. -Nagisa!- Urlò Cure White correndo verso l’amica, mentre le divise  e tutti i segni del combattimento sparivano lentamente. -Nagisa ti prego svegliati. - Nonostante le ferite fossero scomparse la ragazza non riprendeva conoscenza e Honoka aveva preso a piangere disperata. -Perdonami! E’ colpa mia, davvero! Io non volevo…non voglio che ti accada niente. Io ti amo….- la sua voce era rotta dal pianto, mentre stringeva fra le braccia la testa inerme di Nagisa. Rimase ferma così per parecchio tempo, non voleva allontanarsi dall’amica nemmeno per un secondo. 

Il sole si stava apprestando a calare, quando l’atleta finalmente si mosse. Honoka, fu subito colta da un improvviso spavento, non voleva che l’amica la vedesse lì accanto a lei. Nella sua mente aveva ancora impresso lo sguardo di Cure Black, carico di disgusto. Non poteva rischiare. Così adagiò l’amica al suolo, si alzò di scatto e corse via, trattenendo le lacrime.



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Spazio Autore
Ed ecco un nuovo capitolo! Questo è un po' diverso dai precedenti, anche perchè ha una lunghezza maggiore! Spero che la storia vi piaccia e inoltre mi auguro di non aver fatto troppi errori, in caso contrario non esitate a dirmelo! ^^  E con questo vi saluto, ciao e al prossimo capitolo!! 
   
 
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