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Autore: Daenerys21    23/06/2016    4 recensioni
Thorin è un pugile in cerca di vendetta per la morte di suo fratello.
Durante la coppa di pugilato di Gondor conoscerà Bilbo, anch’egli iscritto al torneo, ma per motivi ben diversi, e…
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[alternate universe, modern bagginshield]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Azog il profanatore, Bilbo, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando Bilbo si svegliò, si trovò pervaso da una strana eccitazione, come se quel giorno dovesse accadere qualcosa di emozionante che in quel momento non riusciva però a focalizzare.
Poi, il ricordo arrivò rapido e improvviso come un fulmine:
 
-Ci vediamo a colazione, Durin. Voglio riprendere da dove siamo stati interrotti ;)
 
-Conosco il posto perfetto, signor Baggins.
 
La colazione con Thorin! Oh mannaggia, mannaggia, mannaggia! Ma che ore sono?
 
Vagamente, Bilbo si chiese quanto potesse essere risultata buffa la sua reazione ad un ipotetico, e per fortuna assente, osservatore esterno.
Era passato dalla posizione sdraiata a quella seduta con uno scatto degno di un grillo e i suoi occhi dovevano essere strabuzzati all’inverosimile.
 
Controllo l’orario della sveglia sul comodino: le 7.30.
La palestra d’allenamento apriva alle 9.00: questo gli dava un buon margine per farsi addirittura una doccia prima della fatidica colazione.
 
Nel letto di fianco al suo Frodo non si era accorto di nulla: continuava a dormire beato, con la boccuccia lievemente socchiusa. Non si poteva dire che stesse propriamente russando, ma aveva il respiro pesante, tipico di chi è immerso in un sonno profondo e sereno.
 
Bilbo avvertì il cuore stringersi e allo stesso tempo scoppiare di tenerezza.
Da una parte non aveva il coraggio di strappare suo nipote a quel placido riposo; dall’altra, tuttavia, avrebbe tanto voluto. Era dalla visita con Oin del pomeriggio prima, che non parlava con lui e, per quanto potesse suonare strano visto il breve margine di tempo, questa cosa gli mancava.
Frodo era un ragazzino molto affettuoso e Bilbo amava ricoprirlo di coccole.
 
Il giovane si sporse appena e sfiorò con le labbra la fronte del bambino: un tocco poco più lieve di una carezza.
Frodo strinse gli occhi e mugugnò qualcosa. Bilbo si allontanò per evitare di svegliarlo del tutto ma ormai la frittata era fatta.
 
“Zio…” bisbigliò il bambino, ma fu subito interrotto da uno sbadiglio, “Ciao, zio!”
 
Bilbo gli elargì un sorriso dolcissimo: adorava venire chiamato così, anche se in realtà non era il termine corretto, essendo Frodo il figlio dei suoi cugini. Ma era indubbiamente il più semplice per entrambi e Frodo sembrava andarci a nozze.
 
“Buongiorno, dormiglione” Bilbo ridacchiò, “Come ti senti oggi?”
“Mooolto beneee” esclamò Frodo, allungando apposta le vocali e facendo scoppiare a ridere l’altro, “Dov’eri ieri sera, zio? Hamfast ha portato me e Sam a mangiare la pizza! Era buonissima, sai?”
“Oh, ma che peccato che me la sia persa!” Bilbò esibì una finta smorfia di delusione, “Io adoro la pizza!”
“Io volevo portartene una fetta, ma Hamfast ha detto che non si poteva” Frodo assunse un’espressione pensosa, “Tu cos’hai mangiato, zio? Perché non sei venuto con noi?” chiese di nuovo.
 
Bilbo si grattò lievemente il capo, come a disagio. Eppure non c’era alcun motivo di mostrarsi nervosi, dopotutto a Frodo Thorin era piaciuto! Di sicuro non sarebbe stato geloso del fatto che Bilbo fosse uscito a cena con lui, invece che passare la serata con suo nipote, giusto?
 
“Uh… ecco… Frodo, caro, ricordi quel signore che hai conosciuto ieri in palestra?”
Il viso del bambino si illuminò: “Il signor Thorin!” esclamò.
Bilbo annuì, incoraggiato dalla reazione positiva: “Proprio lui! Ecco, ieri sera io e il signor Thorin siamo usciti a cena insieme. Sai, come fanno gli adulti per conoscersi meglio…”
“Ma certo!” Frodo aveva un sorrisone stampato in viso, “Il signor Thorin è un tuo nuovo amico, giusto?”
Bilbo ridacchiò: “Sì, in un certo senso possiamo dire così…”
“Sono tanto felice che tu abbia un nuovo amico, zio Bilbo! Così non ti sentirai più solo. Io a volte mi sento solo senza Sam”.
La felicità scomparve un attimo dal viso di Bilbo, sostituita da una punta di preoccupazione: “Sono felicissimo che tu abbia un amico come Sam. È molto speciale per te, non è vero?”
Frodo annuì, convinto: “E’ il mio migliore amico. Ci divertiamo sempre tanto a giocare insieme”.
“E questo è bellissimo, tesoro. Ma non devi sentirti solo quando Sam magari non può venire a giocare con te. Perché tu hai me, e io ci sarò sempre, te lo prometto. Sono felice di aver conosciuto il signor Thorin ma prima che succedesse non mi sentivo solo”.
Bugiardo, Bilbo.
“Perché anche io so di poter sempre contare su di te”.
 
Frodo lo osservava perplesso, come se non avesse capito bene il discorso o cosa c’entrasse con la questione ‘amici’. Si limitò a gettare le braccia attorno al collo di Bilbo, rimarcando l’ultima frase di questi.
“Certo zio, io ci sarò sempre per te”.
Bilbo dovette fare un enorme sforzo di volontà per ricacciare indietro le lacrime mentre stringeva a sua volta il bambino.
 
“Senti un po’, teppista…” Bilbo si ricompose velocemente, “Va bene se faccio colazione assieme a Thorin, oggi? Dobbiamo finire di parlare di una cosa…”
“Certo! Posso venire anch’io?”
“Uh… temo che ti annoieresti, tesoro, sono discorsi barbosi da grandi. Facciamo così: oggi a pranzo mangeremo tutti insieme, che ne dici?”
“Sììì!” esclamò Frodo, battendo le mani, e Bilbo non potè fare altro che ridere.
“Da bravo, ora preparati. Lo zio deve lavarsi, senti che cattivo odore che ha!”
Frodo sogghignò agitando una mano davanti al naso.
 
 
Thorin non aveva quasi chiuso occhio per tutta la notte, e si era svegliato un’ora prima rispetto alla tabella di marcia.
Sbadigliando infastidito, si era alzato e, indossando la tuta, era uscito a correre per scaricare la tensione.
 
Quando era rientrato aveva trovato la doccia occupata da Dwalin. Contrariato, ne aveva approfittato per provare a scrivere a Bilbo.
 
Mi dice ‘ci vediamo a colazione’ senza preoccuparsi minimamente di indicarmi un orario! Bah!
E di chi è la colpa se avete lasciato un discorso in sospeso? Ringrazia che ti abbia dato una seconda possibilità, piuttosto!
 
Preso com’era nel litigare con la sua coscienza quasi non si accorse del messaggio di risposta dell’altro:
 
-8.10 nella hall?
 
-perfetto!
 
Aveva ancora una mezz’oretta per prepararsi.
 
“Dove pensavi di portarlo?” gli chiese Balin, sinceramente curioso.
“La pasticceria di Dol Amroth” bofonchiò Thorin in risposta. Avrebbe preferito evitare, visto che poteva prevedere facilmente la reazione del suo vecchio mentore.
Difatti…
“Ooooh, quel posto ultra sciccoso con vista sul mare! Ottima scelta. Non ti facevo così romantico, ragazzo”.
 
Come volevasi dimostrare.
 
 
“Questo posto è meraviglioso, Thorin. E quella torta al cioccolato, mmmh! La fine del mondo!”
Il Durin ridacchiò, mentre osservava l’espressione di totale appagamento di Bilbo.
Il biondo aveva alcune briciole ai lati della bocca ma non si era accorto di nulla.
Thorin si chiese quale sarebbe stata la sua reazione se all’improvviso si fosse sporto verso di lui con la scusa di pulirgli il viso, e all’ultimo momento invece delle dita avesse usato la-
 
“Thorin? Ci sei? a cosa stai pensando?”
 
Thorin sogghignò tra sé e sé: se soltanto sapessi.
Una parte di lui voleva sfacciatamente dirgli la verità, solo per il piacere di vederlo ancora arrossire come quando avevano condiviso la colazione poco prima, e Thorin gli aveva deliberatamente sfiorato più volte la mano.
L’altra parte però, quella più razionale, gli suggeriva di andarci con calma.
Optò per una scelta a metà:
 
“A quanto dovrai faticare per smaltire la colazione, pulcino”, ghignò.
Bilbo arrossì, com’era nei piani, e mise il broncio, com’era prevedibile.
“Ah ah ah.” fece, sarcastico, “Hai mangiato tanto quanto me. E non chiamarmi così”.
 
Ma cosa posso farci se mi ricordi tanto un pulcino! Con quei tuoi capelli biondi e la tua maniera di arruffare le piume quando ti arrabbi. E poi sei alto le metà di me…
 
Thorin rise di gusto: “Come vuoi, pulcino. Vorrà dire che ci alleneremo insieme più tardi”.
Bilbo diventò, se possibile, ancora più rosso. “Si può sapere come fai?” bofonchiò.
“Come faccio cosa?” domandò Thorin perplesso.
“A… a uscirtene con certe frasi che suonano sempre così allusive, diamine!”
 
Con somma gioia di Bilbo quelle parole ebbero il potere di zittire Thorin, che si schiarì la gola e alzò le spalle.
 
Bilbo odiava l’idea di dover guastare quell’atmosfera così giocosa e rilassata, ma c’era un discorso che era rimasto in sospeso.
Sorprendentemente fu Thorin a prendere la parola, quasi gli avesse letto nel pensiero.
Il Durin parlò per venti minuti buoni.
 
Quando ebbe finito, Bilbo per un po’ non disse nulla.
Non avrebbe mai immaginato che le ragioni per cui Thorin aveva deciso di partecipare al torneo riguardassero la vendetta. Non sapeva bene come avrebbe dovuto sentirsi a riguardo: chi lo sa, forse al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa. Non aveva alcun diritto di giudicarlo.
Quel che era certo era che, se Thorin aveva ragione, Frerin Durin aveva subito una grande ingiustizia.
 
“Così, ora sai tutto. Certo, immagino che la faccenda in parte non ti fosse nuova, se n’è parlato tanto ai tempi”.
“Già, ma non sarei mai andato a immaginare che-”
“Pensi che sia pazzo, vero?” l’amarezza nella voce di Thorin fece male a Bilbo.
“N-no, ma che dici. È solo che non voglio dare giudizi affrettati, insomma, prima di ieri nemmeno lo conoscevo il dottor Smaug. Certo, mi è sembrato un tipo inquietante, ma da qui a immaginarlo complice di quell’Azog in un omicidio per il titolo di un torneo…”
 
“Non ti sto chiedendo di credermi, Bilbo” sospirò Thorin, “Non ho prove a riguardo e forse non le avrò mai, ma conosco Smaug. La sua famiglia è sempre stata rivale della mia negli affari: non esistono persone più losche di loro. Mio nonno riuscì a far incarcerare il padre di Smaug per una frode, diversi anni fa…”
 
Bilbo annuì facendo cenno di continuare.
 
“Da allora i rapporti si sono inaspriti ancora di più. Quando ho scoperto che Smaug era uno dei medici sportivi del torneo mi sono preoccupato, ma non l’ho detto a Frerin. Non volevo impensierirlo. Ora non c’è giorno in cui non mi chieda se-”
 
“Thorin, no” il tono di Bilbo si fece duro, “Toglitelo dalla testa. Frerin conosceva Smaug e la sua storia tanto quanto te. Conosceva i rischi e non si è tirato indietro. Non pensare nemmeno per un secondo di ritenerti responsabile di quanto accaduto”.
 
“Non sarebbe dovuta andare così” la voce del Durin s’incrinò, “Avrei dovuto proteggerlo, avrei dovuto…”
“Shhh…” Bilbo gli si fece accanto e lo strinse in un abbraccio, incurante di chiunque avesse potuto vederli.
 
“Incastrerò quel bastardo” sibilò Thorin, “Fosse l’ultima cosa che faccio dimostrerò che è stato lui”.
 
“Ti aiuterò”, si sorprese a dire Bilbo.
Thorin si staccò dall’abbraccio, e lo osservò, incerto: “Non voglio trascinarti in questa storia, Bilbo. Potrebbe essere pericol-”
L’altro lo zittì con un dito sulle labbra: “Non sono una fanciulla indifesa. E dopo quello che sei disposto a fare per Frodo mi sembra il minimo”.
 
Thorin gli elargì un piccolo sorriso canzonatorio. “Ah sì? È solo per questo? Per ricambiare un favore?” chiese alzando un sopracciglio.
 
“Può darsi di sì… e può darsi di no. In ogni caso un ‘grazie’ sarebbe alquanto gradito”.
 
Thorin scoppiò in una risata, il buon umore ormai del tutto tornato: “Grazie, signor Baggins, siete molto generoso”.
“Se continui a prendermi in giro ritirerò l’offerta” s’imbronciò nuovamente Bilbo.
“Potrei lasciartelo fare, sai?” si addolcì Thorin, “Ero serio quando dicevo che non voglio metterti in pericolo. Frodo ha bisogno di te e…” sospirò come indeciso se continuare, “Bilbo”, si decise, infine “Anch’io credo di aver bisogno di…”
 
Ma il biondo lo fermò di nuovo: “Per adesso, non penso di essere pronto a sentirle, queste parole” mormorò chiudendo gli occhi, “Non ti sto dicendo di no, solo… sto benissimo con te, davvero, ma mettiamo tutto in stand by fino alla fine del torneo, d’accordo? Concentriamoci ad arrivare entrambi in finale. Per Frodo e Frerin”.
 
Thorin sospirò: in stand by fino alla fine del torneo. Solo amici.
E nel frattempo una settimana fatta di allenamenti insieme, di vedersi tutti i giorni, condivisione dello spogliatoio…
Dubitava che sarebbe riuscito a reggere.
Forse però nemmeno Bilbo potrebbe riuscirci, ghignò una parte perversa del suo cervello, già segretamente all’opera per far capitolare in qualche modo l’altro.
 
“Per Frodo e Frerin” rispose, convinto.








 
 
 
 
 
Ciaooooooooo! Sono ufficialmente stravolta e al pensiero che dovrò ripassare l’intero programma scolastico per lunedì… #vogliomoriremale.
Comunque. Non sono convintissima di questo cap ma forse sono troppo influenzata dal mio attuale umore D:
è bello lunghetto: spero di non aver messo troppa carne al fuoco, ma volevo che quei due si dessero un pochino una mossa ^_^, visto che non pensavo di farla lunghissima questa storia.
A voi la parola! Io vado a morire da qualche parte XDD.
 
Grazie a tutti i lettori, chi recensisce, segue, preferisce e ricorda (Little_GirlMoon005)
 

 
 
 
   
 
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