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Autore: FlameWolf    23/06/2016    3 recensioni
STORIA INTERATTIVA
È sempre la stessa storia ormai da vent'anni. Ogni primavera ci cantano la stessa ninna nanna, ci illudono che è per il nostro bene e noi cadiamo uno dopo l'altro come mosche. È una mattanza, ma non possiamo farci niente.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Sorpresa, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Giorno 7, mattina

Sidney Baxter, tributo del distretto 5, arena

Mi lecco le labbra screpolate cercando di resistere alla tentazione di bere un altro goccio d'acqua. Ho quasi completamente finito le scorte che avevo, e ciò non va bene. Mi auguro di trovarne un po' al festino o perlomeno qualcosa di utile per costruire delle trappole. Non posso di certo fare una strage con le ultime due gomme da masticare che mi rimangono o dei sacchi dell'immondizia. Ho mostrato al mondo di sapermela cavare, ma non esageriamo. È per questo che ci devo assolutamente provare, anche se sono disarmata. Devo necessariamente andare al festino, in fondo su uno di quei zaini c'è il mio nome. Non mi farò uccidere, devo tornare a casa, per poter vivere una vita migliore finalmente. Con i soldi della vittoria diventerò schifosamente ricca e potrò ridere in faccia a tutti i poveracci del mio distretto.
Chiudo bene lo zaino e mi guardo intorno. Il festino è collocato alla cornucopia, non troppo lontano da qui, in un paio d'ore dovrei raggiungerlo. Devo solo sperare di non essere intercettata nel frattempo da qualche bastardo. Sulla strategia adotterò ci penserò là. Sono priva di mezzi, non ho altre speranze che nell'improvvisazione.
Inizio ad incamminarmi quando l'abbaiare di Iv verso un merlo troppo chiassosa mi ferma di colpo. Non è un animale da caccia, non sa quanto sia prezioso il silenzio in questo momento. Per lui è soltanto un'altra giornata nei boschi. È stato preziosissimo fino ad ora con il suo fiuto, il suo istinto e il suo udito. È sempre riuscito ad avvertirmi quando si avvicinava il pericolo. Ma ora che ci stiamo gettando dentro la bocca del lupo? Cosa può fare per me debole com'è? Oggi è inutile, può mettermi nei guai e anche lui rischia di farsi del male. Starà più al sicuro qui, gli strateghi non lo uccideranno, non a questo punto dei giochi soprattutto. Il pubblico avrà sicuramente imparato ad amare la sua ottusità e la sua fedeltà senza limiti. Sono sicura che scoppierebbe una mezza rivolta se morisse qua dentro. Che branco di scimmie senza cervello. Non battono ciglio per un branco di adolescenti, e spaccherebbero il mondo per un cagnolino. L'umanità non sa decisamente stabilire le proprie priorità.
“Iv, resta qui” gli intimo minacciosa. Il cagnaccio mi guarda inclinando un po' il viso, per poi riprendere a trotterellare verso di me. Digrigno i denti cercando di ignorare la frustrazione. Stupido testardo di un cane. Idiota quanto mio fratello. “Ho detto che devi rimanere qui!” ripeto quasi urlandoglielo addosso. Nulla, non capisce, è tardo. Devo passare alle cattive. Raccolgo da per terra un paio di sassi e glieli tiro addosso, ripetendogli nel frattempo di andarsene. Per un primo momento abbassa la coda confuso, per poi indietreggiare amareggiato e distrutto. Non ho mai visto nel suo musetto quell'espressione. È al sesto sasso che finalmente reagisce mostrandomi i denti. Non basta, raccolgo il settimo sasso e lo colpisco ad una zampa. Iv piagnucola per il dolore e scappa via come una lepre. Sento una strana morsa dentro lo stomaco nel vederlo in quello stato, ma non mi so spiegare bene. Probabilmente la mancanza di sonno si fa sentire. Cazzo, cazzo, cazzo! Riprenditi stupida!
Prendo un respiro profondo e poi un altro. Ecco sono pronta.
Mi incammino nell'erba alta e piena di rugiada, attraverso i cespugli e scavalco tronchi caduti. Mi muovo velocemente, ma anche in perfetto silenzio. L'unico problema è che non riesco a togliermi di dosso questa sensazione di nudità. Mi sento scoperta, senza difese. In passato ho già provato questa sensazione, ma questa volta è diverso, è peggio. È difficile rimanere concentrata in questo stato, e sono costretta a tirarmi uno schiaffo per riprendermi. Devo rimanere vigile, o è sicuro che morirò.
Dopo due ore sono finalmente giunta all'area della cornucopia. Saranno venuti tutti? Di sicuro sono qui gli ultimi due favoriti rimasti. Dubito della ragazza dell' undici e del ragazzino del dodici, mentre sono sicura che la testa calda del dieci è qui. Me lo sento, anche lui è un ladro in fondo, non perderà l'occasione per guadagnare qualcosa.
Dal terreno spunta finalmente il banchetto. Sopra di esso ci sono cinque zaini rossi, anziché sei come i sopravvissuti. Stringo gli occhi per vedere meglio e riesco a leggere un “10/12” sopra al secondo più grosso. Ciò significa che esiste ancora un'alleanza, ma poco importa: la mia attenzione è stata catturata dallo zaino più grosso con un enorme cinque nero stampato sopra. Il mio. Sento l'eccitazione salirmi. Mio. Mio. Mio. Mio!
Mi mordo forte le labbra per placare la mia agitazione. Non posso gettarmi come nulla fosse. Se il ragazzo del 4 è veramente Lars (e ne sono praticamente certa), allora è un genio dell'arco. È quasi sicuramente armato e avrà abbastanza frecce per vincere. Tutti noi lo sappiamo ed è per questo che nessuno si muove. C' è un silenzio e una calma innaturale. L'atmosfera è pesante, non c'è un filo di vento e si sente l'odore della paura dovunque. Se non accadrà qualcosa a breve ci penseranno gli strateghi a smuovere le acque, e non sarà piacevole.
Devo pensare ad un piano, ma non trovo appigli. L'unica è aspettare che tutti abbiano preso il loro zaino e poi agire, per quanto mi dispiaccia. Avrei voluto davvero mettere le mani anche sugli altri zaini. Ce la posso fare: Lars non rimarrà in postazione da cecchino per sempre, è pericoloso rimanere troppo a lungo nella stessa posizione.
Mi avvicino più che posso alla cornucopia, quando intravedo un qualcosa che non so se definirlo assurdo o geniale. Un ragazzo, ad intuito direi uno dell'ultima alleanza rimasta, si avvicina al festino più velocemente che può indossando una rozza armatura di legno e corda. In mano ha una sorta di scudo con il quale si protegge le parti scoperte e in testa ha una pentola di rame. Ha un aspetto ridicolo, ma forse può anche funzionare. Mi domando come mai Lars non abbia ancora provato a colpirlo. Troppo confuso? Oppure non si è presentato perché spaventato o infortunato? Meglio. In ogni caso sono stati bravi.
Sto per congratularmi mentalmente con loro per l'intuizione, ma tutto sparisce nel nulla quando mi accorgo che quello stronzo ha preso anche il mio zaino per proteggersi ulteriormente. Figlio di puttana, come osi? Quello zaino è mio! Mio!
Sento montarmi dentro una furia incontrollabile. Devo fermarlo, costi quel che costi. Esco fuori dal mio nascondiglio, lo raggiungo di corsa e mi getto addosso a lui, facendolo cadere. Nella caduta perdo gli occhiali, ma non me può fregare. So solo che lo voglio morto, che rivoglio indietro il mio materiale. Inizio una lotta furiosa accovacciata sopra il tributo. Sarà anche fisicamente forte, ma l'armatura lo rende impacciato e la mia ira mi rende più caparbia e crudele. Gli graffio la faccia, mentre cerco attorno a me un sasso abbastanza grosso per spappolargli il cranio, esattamente come avevo fatto con Charlie.
Improvvisamente sento un forte dolore all'altezza dei reni. Mi volto lentamente ed intravedo una freccia conficcata nella mia carne. Dunque... lui è qui?
Il mio avversario mi sposta, usandomi come scudo per pararsi da una seconda freccia. Un secondo dolore lancinante mi colpisce più in alto. Sento l'aria mancarmi, mentre la vista inizia ad annebbiarsi. Le ultime cose che avverto sono il mio corpo trascinato via dalla cornucopia e un ululato di dolore in lontananza.

 

Lars Seven, tributo del distretto 4, arena

Immagino che avendo già vinto i giochi due anni fa, sia normale farmi partecipare questa volta in modalità ultra difficile. In tutta onestà però, anche se non sembrerebbe, non mi piace complicarmi la vita. Per questo ho avvelenato le frecce, per questo non ho dato una seconda possibilità a Lawrence. Non è difficile da capire, allora perché mi hanno mandato addosso quest'ibrido? Questo è evidentemente un grosso handicap, soprattutto considerando che il festino inizierà a brevissimo. Mi sembra strano che nessun capitolino sia insorto di fronte a questo chiara slealtà da parte degli strateghi. Forse credono che sia una sorta di malato di adrenalina che quasi sperava in quest'ostacolo. Senza contare che questo stupido raffreddore non accenna a diminuire.
Mi affaccio fuori dal mio nascondino ed intravedo la bestia: una figura leonina grossa due metri, con corna da toro e bava alla bocca. Da manuale. Gli ho tirato una freccia, ancora conficcata nel suo fianco, ma non sembra avergli dato molto fastidio. L'ha solo fatto incazzare ancora di più. L'aconito ha effetti rapidi, a breve sarà abbastanza debole per poterlo terminare. Ho ancora sette frecce a disposizione, spero siamo sufficienti per uscire vivo da qui.
Il sole è ormai quasi completamente sorto, e io non ho tempo. Il festino è il modo più rapido per vincere, non posso stare qui.
Finalmente inizio a notare segni di cedimento: l'ibrido sembra respirare con maggiore fatica rispetto a prima. È il momento: esco fuori e lancio contemporaneamente due frecce verso gli occhi del mostro. Centro.
L'essere ruggisce dal dolore, mentre impazzito cerca di colpire tutto ciò che lo circonda. È il momento adatto per scappare.
Riprendo più veloce che mai la mia corsa verso la cornucopia. Non ho intenzione di arrendermi, voglio il mio bottino. Mags mi conosce, sa che ho bisogno di un antidolorifico ad effetto immediato. Ignorare temporaneamente ogni ferita sarebbe meraviglioso. Anche se un farmaco per il raffreddore non mi farebbe male, ad ogni sforzo fisico eccessivo la testa inizia a girarmi.
Quando arrivo il festino è già iniziato. Un ragazzo dalla buffa armatura si sta dirigendo già via con due grossi zaini. Ingegnoso, sono quasi onorato da questo sforzo dato che è quasi sicuramente fatto per proteggersi da me, ma non credo che basti. La costruzione è grossolana e lascia alcuni punti scoperti. Deve aver fatto del suo meglio però. Quasi lo vedo mentre lega due pezzi tagliati a fatica, mentre la testa sta già volando verso casa.
Carico l'arco con una sola freccia e mi preparo a colpire verso il collo rimasto scoperto, quando il tributo del cinque gli si getta addosso con un'enorme ferocia.
Non ho tempo per queste pagliacciate. Scocco la freccia e colpisco in pieno la ragazza. Sbaglio il bersaglio di pochi centimetri, ma non importa, è spacciata comunque. Tiro una seconda freccia verso il ragazzo, ma questi usa l'altro tributo come scudo e finisco nuovamente per colpire la ragazza, ormai definitivamente morta. Merda, non volevo infierire su di lei. Il nervosismo mi fa perdere la concentrazione e sbaglio anche il colpo successivo. Non va bene, devo calmarmi e riflettere.
Dunque rimangono quattro avversari, di cui uno è in fuga. Dove sono gli altri tre? Non posso lasciarli fuggire per inseguirne uno. Mi guardo intorno freneticamente, finché la mia attenzione non viene catturata da dei pesanti passi. Mi giro di scatto con l'arco già pronto ed intravedo il tributo del distretto 2. Ha le narici dilatate, i denti digrignati e lo sguardo da pazzo. Non sembra più lo stesso ragazzo che ho incontrato una settimana fa, questo è un animale ferito in cerca di sangue. Il mio.
Sento i battiti del cuore accelerare e le mie mani bagnarsi per il sudore. Mi mordo il labbro e scocco una freccia. Lo manco di poco, pochissimo, ma riesco comunque a graffiarlo. Quello non si arresta però, continua a correre imperterrito verso di me come se nulla fosse. Il panico mi assale, sto finendo le frecce. Prendo la mia ultima freccia in mano, ma è ormai troppo vicino. Achille mi carica facendomi cadere a terra. Sbatto con violenza il gomito sulle rovine, avvertendo un dolore allucinante. Non faccio in tempo a reagire che le sue mani sono già intorno al mio collo.
Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma è più forte di me. Non mi arrendo però, continuo a graffiarlo e a dimenarmi con tutte le mie forze, anche quando inizio a sentirmi più debole.
Ripenso alle lezioni di tiro con l'arco con papà, alla mamma che canta, al volto rigato di lacrime di Brian, l'ultima volta che l'ho visto. L'ultima. L'ho perso. No... l'avevo già perso.

 

Secondo te i gemelli sono veramente legati fra di loro? Un sacco di storie antiche ne parlano”

Brian, voglio dormire, ti prego, sono le tre!”

Credo di sì, dubito di incontrare un giorno qualcuno che amerò più di te”

 

Killian Connors, tributo del distretto 12, arena

Continuo ad indietreggiare senza fermarmi per mezzo secondo. Ho il fiato corto, questa armatura è troppo pesante e neppure Sidney scherza. Quello che ho fatto è stato profondamente irrispettoso, ma mi ha salvato la vita. Abe mi ha confessato di aver utilizzato lo stesso trucco durante il bagno di sangue e quelle parole mi erano tornate in mente proprio in quel preciso frangente. Spero che a casa non mi considerino un mostro...
“Killian!”Mi volto di scatto, pronto ad attaccare, ma c'è solo Abe. Mi metto una mano al petto, ho il cuore che va a mille. “Dobbiamo scappare” mi dice senza troppi preamboli, mentre con il taglierino mi taglia le corde che sostengono l'armatura.
“Ci insegue?” domando con voce acuta. Mi sento come uno degli animali braccati da Dylan: spaurito, impotente ed insicuro. Per poco non avrebbe ucciso me! Se sono salvo è solo grazie a Sidney. Se non fosse per lei a quest'ora sarei morto, morto!
“Riprenditi!” mi urla addosso Abe prima di tirarmi addosso un ceffone. Mi alzo in fretta, togliendomi le ultime parti dell'armatura e la coperta ripiegata sotto la maglia.
“Lars è armato di arco! Dobbiamo nasconderci, non fuggire!”
“Non è Lars il problema! Non hai sentito il cannone?” La replica mi lascia senza parole. Ero talmente agitato da non accorgermene. É morto? Allora....
Abe mi prende per la manica e mi trascina via, faccio in tempo a guardare per l'ultima volta il corpo di Sidney, con le frecce ancora conficcate nel suo corpo.
Corriamo per un bel po', finché non siamo assolutamente certi che non ci insegue nessuno. Ci accasciamo al suolo esausti, godendo dell'aria fresca e dei raggi solari come se fosse la prima volta.
“Tutta quella fatica per nulla” borbotta Abe. Sorrido ironico, ha perfettamente ragione. Abbiamo passato gli ultimi giorni a costruire una grandiosa trappola per uccidere Lars, e tutti i nostri sforzi sono andati in fumo. Non che me ne lamenti, ma...
“Come è morto?” gli domando. In base al piano io dovevo recuperare la roba, mentre Abe avrebbe osservato il tutto dall'alto per individuare il momento giusto in cui agire. Aveva promesso che non sarebbe intervenuto in nessun caso. Avrebbe preso in mano la situazione solamente in caso della mia dipartita. Non avrebbe avuto senso rischiare entrambi la vita per degli zaini. È vero, ho avuto il ruolo più pericoloso, ma abbiamo chiamato in causa la sorte per decidere. Con il senno del poi non avrei dovuto accettare, è chiaro che fra i due quello perseguitato dalla sfortuna sono io.
“Achille. Dovevi vederlo, sembrava una furia, mi ha fatto paura” confessa. Doveva esserlo per agitarlo così tanto. Avevo ragione a giudicarlo pericoloso. Povera Rose, spero che non le abbia fatto del male, o peggio ancora uccisa “Secondo te perché non ci ha inseguiti?” Apro bocca per per rispondergli, ma mi rendo conto che non ne ho idea. Non avrebbe senso se avesse deciso semplicemente di risparmiarci. Siamo rimasti in quattro, non ci sono ancora in giro molti tributi da uccidere.
“Forse ha avuto paura di noi” suggerisco. Sarà anche grande, grosso ed addestrato, ma noi siamo in due.
“Certo, come no. Non aveva paura di Lars ti ricordo”
“Che ne pensi, allora?”
Abe rimane un po' in silenzio prima di replicare “Qualcuno deve averlo trattenuto, ma non credo sia stata la ragazza dell'undici, non mi sa di kamikaze suicida. Forse un ibrido, ma...”
“... ma non avrebbe senso. Non ora” concludo io. Rimane un'unica alternativa. Lars ha usato il veleno anche la scorsa volta in fondo.
“Sei d'accordo con me dunque?” mi chiede. Annuisco “Bene, allora dovremmo separarci” Avrei dovuto aspettarmelo, non saremmo rimasti insieme per sempre, ma fa male comunque. Questa alleanza è nata per caso, neppure la volevo all'inizio, ma Abe mi faceva sentire più sicuro di me, meno solo. Certo, non era come stare con Dylan, ma... niente ma, ha ragione. Se stiamo insieme saremo costretti ad ucciderci l'un con l'altro, magari proprio adesso. Se ci separiamo invece, questa probabilità diminuisce.
“Controlliamo gli zaini prima però. In fondo sono il frutto della nostra collaborazione”. Li apriamo immediatamente e troviamo nel nostro scorte alimentari ed acqua, mentre in quello di Sidney trappole e altro materiale utile per la loro costruzione. Sul mio volto appare un sorriso amaro, a saperlo avremmo potuto allearci anche con lei.
Cerchiamo di dividere il tutto in parti uguali, anche se facciamo abbastanza fatica per quanto riguarda le trappole. Decidiamo di optare per una suddivisione in base a letalità, peso e difficoltà nell'attivazione.
Ora tutto è pronto. Guardo Abe direttamente negli occhi, cercando dentro di me le parole per dirgli addio. Inutile non sono fatto per queste cose.
“Addio” mi limito a dirgli voltandomi dall'altra parte
“Speriamo” replica Abe, ma è già lontano.

 

Anemone “Ane” Katz, tributo del distretto 11, arena

Non so bene neppure io perché sono qui. È rischioso, ma nello stesso tempo è l'unico posto in cui sono quasi certa che non troverò nessuno. Saranno andati tutti a nascondersi insieme ai loro bei bottini, lasciando dietro di sé solamente i due cadaveri. Ne sono sicura, i colpi erano solamente due. Mi sento terribilmente egoista nell'essere felice di queste nuove morti. Sono sempre più vicina a casa, ma ho calpestato due nuovi corpi per arrivare fin qui. Ho decido di vivere e di lottare, ma non posso per questo non sentirmi stanca e nauseata. Quando tornerò a casa voglio prendermi una lunga vacanza e recuperare tutto il tempo perso. Vivrò anche per Carlie.
Mi guardo intorno tendendo bene le orecchie, ma non sento nulla, assolutamente nulla. Davanti alla cornucopia non c'è alcun banco, la mia opportunità è stata persa. Alzo le spalle, poco importa. Qualunque cosa fosse non voleva la pena rischiare così tanto.

Esploro l'area nella speranza che gli altri tributi abbiano perso qualcosa durante la loro fuga da qui. Cerco principalmente acqua, ne ho veramente bisogno. Me la sono cavata ultimamente con la rugiada e la pioggia, ma ciò non toglie dalla mia mente il costante pensiero di una bella bottiglia ghiacciata.
È allora che lo trovo. È sdraiato per terra, madido di sudore, completamente immobile. Achille deve essere caduto nella sua ultima battaglia. Sto per andarmene, quando noto con la coda dell'occhio un impercettibile movimento. Mi avvicino per controllarlo meglio, è ancora vivo. Vengo assalita dal panico e ci vuole un po' per ricordami che di fronte a me c'è solamente un moribondo.
Achille apre gli occhi, ha le pupille incredibilmente dilatate e fa una tremenda fatica a respirare.
“Sei qui per uccidimi?” mi chiede affannando. Lo fisso immobile come un'idiota, non so cosa dirgli. Volevo solo un po' d'acqua, non mi aspettavo di certo di terminare il lavoro sporco di qualcun altro. Mi sento veramente a disagio. Achille mi fissa con quei suoi occhi vuoti prima di fare un cenno con la testa verso una spada “Si chiama Turadot, fallo con quella e solo con lei”. Non ho mai utilizzato una spada. Forse è un segno però, forse mi sta indicando la strada per casa.
Raccolgo l'arma e l'osservo nei suoi dettagli “È molto bella, ma... non posso” concludo “Forse possono ancora salvarti”
Achille sorride in una maniera così disturbata da farmi male. Deve aver capito di essere al capolinea “Non farmi morire così. Io... io volevo solo portare onore e gloria alla mia famiglia” prende un profondo respiro “Volevo farli sentire fieri di me, invece sono qui per terra a morire avvelenato! Ho combinato un gran casino” sorride in un vano tentativo di cacciare indietro le lacrime “Non posso crederci che mi abbiano visto in quello stato”. I suoi sentimenti mi arrivano dritti al cuore. Mi torna in mente Carlie umiliato dentro la grotta, io spezzata nella foresta dopo la sua morte, la morte lenta e dolorosa di Stacey, quella rapida e sanguinolenta di Donna. Questo posto ha visto fin troppo dolore. Se posso risparmiarne un po', credo sia mio dovere agire.
Recupero la spada e mi inchino all'altezza del suo collo. Achille non dice più una parola, troppo affaticato per farlo, ma leggo la gratitudine.
Chiudo gli occhi ed incido.

 

 

 

 

Rieccomi, scusate l'attesa, ma non trovavo proprio la voglia di scrivere, spero di non aver fatto un'altra schifezza. Rimangono solo 3 persone, le alleanze sono definitivamente andate. Alla fine ho fatto 4 pov, anche se l'ultimo mostruosamente corto! Il prossimo è l'ultimo.

Alla prossima.

 

Morti:

6° Sidney (tributo del distretto 5, 5 pov), uccisa da Lars

5° Lars (tributo del distretto 4, 6 pov) ucciso da Achille

4° Achille (tributo del distretto 2, 6 pov) ucciso da Ane

 

 

Feriti:

Killian (graffiato, con qualche livido)

Ane (sete)

  
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