Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Dian87    24/06/2016    1 recensioni
È guerra.
Il re ha dichiarato guerra alla Strega degli Acquitrini Neri ed il suo bando si spande per tutto il regno. All'appello risponde Amelia, una giovane fornaia che ha un conto aperto da molto tempo con la Strega, ma le certezze su cui si reggeva sono destinate ad essere scardinate.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

EPILOGO

Amelia riaprì gli occhi e le sembrò di non averlo fatto tant'era buio.
«Ben svegliata, bambina mia...» gracchiò una voce gentile.
«Ardemia? Sono morta?» mormorò guardandosi attorno.
In quel momento la pezza le scivolò fino all'orecchio, permettendole di vedere una parete di legno su cui era addossata una credenza che faceva da sfondo alla vecchia.
«Il tuo cuore batte troppo forte per essere morto.» le rispose con un dolce sorriso.
«Abbiamo vinto? Gli altri?» spostò lo sguardo nella stanza vuota a parte la già vista credenza, un tavolo e una finestra che puntava su un bel cielo azzurro.
«Lo vedrai, prova ad alzarti e attenta alla gamba.»
Amelia scostò la coperta, vedendo una steccatura che le avvolgeva l'arto, e con cautela si mise in piedi. Le schegge di dolore impazzirono, facendo piegare, e dovette aggrapparsi al letto per non finire prona.
«Usa questo e non metterci troppo peso.»
Ardemia le proposte un bastone e Amelia vi si appoggiò, iniziando a zoppicare, ma solo mentre la vecchia l'accompagnava all'esterno si rese conto che era alta poco più della metà di lei a causa anche della schiena curvata. Raggiunsero la porta e attese che Ardemia l'aprisse per poter vedere l'esterno: gruppi di persone erano accampate nel più profondo silenzio portarono lo sguardo su di loro.
Una di queste si mosse avanti di un passo, iniziando ad applaudire battendo le mani sulle cosce, seguito da un'altra che batteva insieme le mani. Qualcuno iniziò a battere un'arma su uno scudo e ben presto il fragore riempì l'aria.
Amelia arrossì, abbassando lo sguardo imbarazzata.
«Amelia!»
Lei sollevò lo sguardo, vedendo Ferdinando correrle incontro e stringerla a sé, ma si ritrovò a scostare lo sguardo e allontanarsi da lui.
«Stai bene? Ho avuto paura di non vederti mai più.» le disse, disorientato.
«Lo so.» spostò lo sguardo su Ardemia. «Che ne sarà di loro?»
Il fragore si calmò a quella domanda e tutti si fecero attenti.
«Quelli che sono stati rapiti da poco torneranno a casa, per gli altri troveremo un luogo dove potranno passare gli anni che le fate hanno loro lasciato.»
«Avete recuperato la testa della regina?» il tono di Amelia era serio.
Ardemia annuì. «Cosimo ti attende già dall'altra parte.»
Ferdinando prese le mani di Amelia con forza con una mano, mentre l'altra andava a sollevarle il mento, obbligandola a sostenere il suo sguardo.
«Cos'è successo?» le chiese, angosciato. «Possiamo andarci assieme, ti fidi di me, no?»
«Non lo so.» fu la sua risposta prima di liberarsi nuovamente, quindi riportò lo sguardo su Ardemia. «Posso partire subito.»
Ardemia annuì, sollevando una mano: senza il bisogno di formule o rituali, una luce verde comparve poco distante da loro. La vecchia annuì alla giovane, che avanzò verso il portale.
«Amelia, ti prego... ti amo, lo sai! Non so cosa ti hanno detto, ma ti amo.»
Amelia si fermò, spostando lo sguardo su di lui.
«È strano... perché mi hanno detto che mi avresti lasciato appassire in quella terra al posto tuo.» rispose, portando lo sguardo deluso ed il silenzio che ne seguì fu la conferma di cui aveva bisogno. «Trovati un'altra donna, Ferdinando, e non fare con lei lo stesso errore.»
Amelia attraversò il portale e dall'altra parte la prima cosa che vide fu il sedere di un asino.
«Che...?» si chiese, mentre la perplessità prendeva subito il posto della delusione.
«Spostati, Coccio.» ordinò Cosimo, facendo spostare l'animale e portando lo sguardo su Amelia. «Come stai?»
Il portale si chiuse alle sue spalle senza far passare altre persone.
«Confusa, delusa. Cos'è successo dopo che la regina mi è crollata addosso?»
Cosimo le sorrise leggermente. «Hanno perso la coordinazione ed è stato facile finirli... ci vorrà molto, però, prima che quella zona torni all'antico splendore.» spostò lo sguardo sull'asino. «Ora devi andare: a castello sanno che arriverà qualcuno che ha risolto il problema.»
Amelia abbassò lo sguardo.
«Tu non vieni?» azzardò, mordendosi la guancia.
«No, il mio posto è nell'ombra,» posò la mano sulla sua guancia. «ma verrò a trovarti anche senza dover dare la caccia alle fate.»
Amelia l'abbracciò, sentendo ricambiata quella stretta anche se poco dopo i due si separarono. Cosimo la mise all'amazzone sull'asino, dandole poi le redini, e si assicurò che la sacca con la testa fosse ben agganciata.
«A presto.» lo salutò Amelia.
«Buone cose...» Cosimo diede una pacca sul posteriore dell'asino.
L'animale prese ad allontanarsi verso il sentiero e la donna si voltò un'ultima volta per salutare con lo sguardo Cosimo, poi lo spostò verso il castello. La pietra si sollevava in un mastio centrale circondato da un muro molto alto con merli su cui erano addobbate lunghe tele rosse, ma innanzi al castello si trovavano numerose tende e tavolate.
Coprì lo spazio che la separava dalle persone vestite dei più fini abiti di seta e fresco di lana agghindate con corone di grano in testa. Amelia mantenne lo sguardo alto anche se sapeva di star sfigurando con i suoi semplici abiti di cuoio e lino rattoppati. Le persone si assieparono lungo due linee di guardie armate di picca che le lasciavano lo spazio per avanzare e alla fine di questo corridoio, protetto da un'altra linea di picche, vi era un uomo robusto, dai corti capelli neri ed una cicatrice che gli attraversava il volto dalla tempia destra alla mandibola sinistra, vestito di una tunica rossa sormontata da un leggero mantello porpora.
Amelia fermò l'asino e scivolò a terra, poi fece il giro e sciolse la sacca al suolo.
«Vostra Altezza, ho eliminato la strega degli Acquitrini Neri che tanto vi angustiava.»
Voci di sorpresa si levarono dalla folla ed il re fece un gesto con la mano. Una guardia si avvicinò alla sacca e vi sbirciò all'interno, sbiancando ma annuendo.
«Quel è il vostro nome?» chiese il sovrano, serio.
«Amelia da Dossacles, sire.»
«Siete la benvenuta alla nostra tavola, dama Amelia, lì potrete raccontarci la vostra avventura.»
Amelia sorrise, tentando un inchino con la gamba bloccata.
«Ai vostri ordini, Vostra Altezza.»
Il re si voltò, iniziando ad incamminarsi, ma Amelia si voltò verso il bosco un'ultima volta: non riuscì a vedere se Cosimo fosse stato ancora lì.
Sospirò e si voltò, incamminandosi verso quel nuovo mondo.



N.d.A.: ebbene sì, siamo giunti alla fine. Spero di non avervi annoiati ed ammorbati con questa storia.
Prima di chiudere il tutto, però, vi avviso: vi sarà ancora un capitolo in cui vi saranno le note. Potrete trovare lì le traduzioni delle frasi in lingue "strane" che avete trovato finora e qualche piccola nota topografica.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Dian87