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Autore: Usagi Kou    17/04/2009    12 recensioni
Il volto perfetto della mia piccola, dolce Renesmee mi scaldò il cuore alla prima occhiata. Gli occhi color cioccolato che tanto amavo mi restituirono per un istante uno sguardo carico di felicità e amore, lo stesso che sapevo avere io ogni volta che i miei occhi ne sfioravano la delicata figura, e la bocca si aprì in un dolce sorriso finché…
… non si tramutarono in quella occhiata di sadico divertimento e in quel ghigno perfidamente maligno che la resero la perfetta copia di quel manipolatore figlio del demonio che era suo padre.
Gesù, Giuseppe, Maria e tutti gli angeli, che avevo fatto di così brutto, terribile e cattivo nella mia breve vita?
E soprattutto perché, e dico perché, quando a tutti gli altri era andata benissimo, solo a me doveva capitare l’unica anima gemella che non mi spalleggiava mai ma che, anzi, mi costringeva a fare tutto quello che le passava per l’anticamera del cervello? Non ero già stato punito a sufficienza?
“Questa è una cosa di cui sono fiero, Jacob” sogghignò il sadico… ehm, Edward “Cosa credi che mi abbia indotto a cedere così facilmente, se non sapevo che non l’avresti passata così liscia come speravi?”
Che cosa succede a casa Cullen/Swan? Con l'arrivo di Elizabeth Cullen, la piccola trovatella, molte sono le sorprese che hanno scovolto in due giorni la vita dei nostri vampiri. E se, per una serie di coincidenze, Jacob si ritrovasse a doverle fare da babysitter? E se gli unici che potessero - o fossero costretti - ad aiutarlo sono Seth, Quil ed Embry? Quanti se e quanti come... Riuscirà la piccola Lizzie a resistere a un pomeriggio a La Push? Dopo molto ritardo, eccomi con il mio post BD, con il apitolo più demeziale della ff, narrato da Jacob, l'impavido lupo: Lupus in fabula: Operation Babysitter - When the stupid wolf don't understand that should say NO!!
Genere: Romantico, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio, Renesmee Cullen
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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nessie's sister

Eccomi tornata!! 
Questa è la settimana degli aggiornamenti. Perdonatemi il ritardo, ma questo capitolo è stato molt duro da scrivere, e soprattutto un mio amico, appena finito, me lo ha cancellato. Inutile dire che ora non è più tra noi... ma a casa sua con una cinquina rossa e gonfia in faccia!
Non anticipo nulla, spero solo che vi piaccia!
Questo capitolo lo dedico alla mia MaryLu, che proprio dopo aver letto questa storia mi ha contattato e mi ha pregato di sriverla. Grazie, amichetta mia.
Non potrei vivere senza le tue mail, perciò sbrigati a rispondermi, mi manki!

Wind: Amichetta mia!! Era parecchio che non aggiornavo questa ff; ti sarai dimenticata che esiste!! XD Eh, eh, grazie, l’idea mi è venuta dormendo... però, Eddino paparino... ^O^ Non sono riuscita a resistere e ho dovuto dargli questa opportunità!! No, l’errore era del computer, non lo accettava, e io non ci ho fatto caso. Grazie per avermelo ricordato!
Maka_Envy: HI! Nice to meet you! Non fa niente, grazie anzi che alla fine hai trovato il tempo e la voglia di recensire. Sono felice che ti piaccia, spero che questo cap non ti deluda.
Minako chan: Grazie! Piaciuto, eh? Eheheh, adesso vedrai... ma lo sai... EVVIVA IL PIEK!! Resto lo svelerò.
Finleyna 4 Ever: Sister!!! ^O^ Qst settimana mi dedico agli aggiornamenti! Ecco anche Nessie’s sister. Spero che questo comico/demeziale ti piaccia. Ah, e chi sarebbe la tua amica a cui assomiglio? ^^ Lo sai che io assomiglio a tantissime persone? Chissà, forse ho parecchie personalità multiple... ^^
Razorbladekisses: Oddio, grazie! Addirittura sensazionale, grandioso! Ma tu però non posti più... che fine hai fatto?? Ti aspetto!
iyakochan_89: Grazie! Io adoro i siparietti comici, spero che questo cap ti mandi in visibili

lyrapotter: Grazie. L’ho scelto perché secondo me Bella voleva ricordare a Edward anche la sua mamma materna, e anche perché secondo me in BD lui avrebbe voluto chiamarla così. Non posso dirti che cosa sia, ma ti assicuro che non è una mutazione o un ibrido. È una purosangue
ColeiCheAmaEdward: Ehi, ciao! Bntornata! Ecco l’aggiornamento, dimmi che ne pensi!
Michiu: Grazie! Sono felice di averti trovato, nuova piccola fan! Spero di non deluderti!!

E chi mi ha messo tra i preferiti:

1 - alerana92 [Contatta]
2 - AlexiaLil
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3 - alice brendon cullen
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4 - angel1992
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5 - aquizziana
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6 - bella95
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7 - BellaCullen88
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8 - bellemorte86
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12 - ColeiCheAmaEdward
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16 - Fin Fish
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17 - Finleyna 4 Ever
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18 - giagiotta
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19 - GinevraMalfoy90
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20 - giunigiu95
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21 - Goddes of Water
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26 - ishizu
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28 - LaJoChAn
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30 - lisepotter
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31 - Lithia del Sud
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34 - lyrapotter
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52 - Wind
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55 - _corvo_
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Lupus in fabula: Operation Babysitter - when the stupid wolf don’t understand that should say NO!!!!!!!

 

Nessie’s pov.

Il canto degli uccellini mi ridestò dal sonno, come se invece di trattarsi di un dolce suono si fosse improvvisamente trasformato in una fanfara assordante e stonata che, per una fortuna coincidenza, passava sotto casa mi proprio in quel momento.
Mi voltai dall’altra parte, assaporando gli ultimi istanti di sonno che venivano portati via dal mattino, cercando di riattivare il cervello.
Elizabeth!!!!
Sgranai gli occhi e mi tirai su a sedere, perfettamente sveglia.
Di solito, il mio primo pensiero la mattina era Jacob, e automaticamente sbocciava sul mio viso un gran sorriso; invece questa volta niente. Anzi, la paura di aver solamente sognato si impadronì di me e mi fece scattare avanti.
Gettai agitata le coperte da una parte del letto, mandandolo quasi a gambe all’aria, e mi catapultai nella stanza affianco alla mia. Sotto la finestra, proprio come l’avevo lasciata ieri, si trovava la piccola culla bianca.
Mi sfuggì un enorme sospiro di sollievo e mi avvicinai alla culla con un sorriso, stando attenta a non fare rumore. La mia piccola Elizabeth dormiva tranquilla, il faccino rivolto verso la luce della finestra, una mano posata affianco al suo viso, semichiusa.
L’adoravo letteralmente. Era troppo, troppo meravigliosa per essere vera.
Mi poggiai alle sbarre del lettino bianco e sorriso, guardandola dormire. Le sfiorai piano la guancia con un dito.
Ora capivo perché papà amava guardare me e, prima della mia nascita, la mamma mentre ci trovavamo tra le braccia di Morfeo; mia sorella era uno spettacolo incredibile, appariva fragile e pura più che mai. Risveglia in me un senso di protezione e di affetto.
“Ciao, sorellina...” sussurrai
“Insomma, Nessie, ti sembra questo il modo di comportarti?”
Mi voltai sorpresa trovando sulla soglia della stanza i miei genitori, con un’espressione a metà tra il divertito e l’arrabbiato.
“Ah, siete svegli!” esclamai, troppo sorpresa per formulare frasi di senso compiuto, per i vampiri.
“Sai, non riuscivamo a dormire...” sghignazzò mio padre
Arrossii, imbarazzata. “Grazie, papà, prendimi pure in giro!” lo sgridai sottovoce
“Che ci fai in camera di Elizabeth?” domandò mia madre
“Pensavo di averla sognata...”
“Che immaginazione fervida” commentò mia madre “Dai, lasciala riposare”
Annuii con un sorriso, sfiorando poi con un leggero bacio i suoi capelli neri, per poi raggiungere i miei genitori.
Mio padre si richiuse la porta alle spalle e mi sorrise. “Vai a cambiarti, piccola” mi suggerii “Prederai freddo se rimani ancora in pigiama”
“Si” risposi con un sorriso, e dopo aver dato un bacio alla mamma tornai nella mia stanza canticchiando.
“È davvero su di giri” commentò divertita mia madre
“Chi ti ricorda?” chiese papà, con – ne ero certa – un ghigno divertito sulla faccia
Sorridendo presi i vestiti dall’armadio (jeans chiari leggermente attillati, una maglietta bianca a collo alto e sopra un maglioncino a metà coscia rosso): andai in bagno e mi sciacquai la faccia, e sorridendo mi pettinai i capelli. Dopo essermi messa un cerchietto nero tra i capelli e i miei stivaletti neri tornai dai miei genitori in cucina.
Mi sedetti al tavolo e mamma mi mise davanti un sostanzioso piatto di frittelle, condite, invece che con dello sciroppo, con un’abbondante dose di sangue di grizzly; avevamo raggiunto un compromesso per la mia alimentazione: io mi sarei nutrita come un’umana per la maggior parte della settimana a patto che nei miei piatti fossero conditi con il mio cibo preferito, ossia sangue di grizzly.
Dovevo ammettere che anche la cucina degli umani non era male, soprattutto quella di mia madre e di mia nonna, ma vogliamo mettere a confronto un piatto di semplici frittelle con un bel puma arrabbiato, soprattutto dopo averlo stanato e inseguito per mezza foresta? C’era anche molta più soddisfazione.
Per lo meno, era questa la scusa che avevamo adottato io e zio Emmett con la mamma.
Forse fu per il fatto che la facemmo ridere davvero tanto, forse perché infondo la mia mamma mi voleva talmente tanto bene da concedermi tutto (con le dovute eccezioni), ma molto più probabilmente fu perché allo zio Emmett, o meglio all’orsetto Emmy-pooh non si può resistere, sta di fatto che accettò molto più facilmente di quanto credessimo.
“Grazie mamma” dissi prima di iniziare a mangiare; lei sorrise.
“Oggi hai il compito di storia, vero, Nessie?” domandò mio padre leggendo il giornale
“Yes!” risposi con un enorme sorriso “Sono certa di riuscire a superarlo con facilità! Lo zio Jasper sarà orgoglioso di me”
“Jasper adora fare l’insegnante” disse Bella con un sorriso “Ha detto che vorrebbe provarci, più in là. Per ora non se la sente”
Scuotemmo tutti e tre la testa. Zio Jazz era migliorato tantissimo, ma aveva ancora una scarsa fiducia in sé stesso. Povero zio!
“Voi cosa farete, oggi?” chiesi
“Faremo alcuni giri per comprare il necessario per Elizabeth” rispose mio padre, e un sorriso gli increspò le labbra quando pronunciò il suo nome “Non credo che potrà vivere con solo una culla, in quella camera”
“Le tue zie hanno già in mente un’idea ben precisa per l’arredamento” continuò la mamma “E soprattutto per il suo guardaroba. Mi toccherà andare in giro con loro tutto il giorno” Alzò gli occhi al cielo
“E io, Emmett e Jasper ci improvviseremo imbianchini per tutta la giornata” sospirò papà “Tua zia Alice ha cambiato idea sul colore della stanza di Lizzie. Lilla chiaro. È ha pensato bene di comunicarcelo alle quattro del mattino...”
Mandando in fumo i vostri piani romantici, pensai senza volerlo. Mio padre mi rivolse un’occhiataccia.
“Ma non pensate che la piccola si possa stancare, andando in giro tutto il giorno trasportata come una valigia?” feci notare tentando di cambiare discorso “Non credo proprio che papà possa farle da baby-sitter senza intossicare Elizabeth con la vernice, e nonna e nonno hanno un impegno oggi. Ehi, se volete io...”
“Tu andrai a scuola” mi interruppero subito
Sbuffai contrariata, finendo la mia colazione. “E allora cosa si fa?”
Proprio in quel momento, un rumore di freni annunciò l’arrivo del mio Jake.
Uno rapido sguardo e un ceno d’intesa con i miei decretò l’unanime decisione.
Povero il mio Jake, avrebbe fatto meglio a restare a casa, oggi!
 

Jacob’s pov.
“Ehilà! Bella famiglia di vampiri hippy, siete in cucina?” esclamai entrando.
Il loro odore, impregnato in ogni anfratto e in ogni singola parte della casa, non mi disgustò come una volta; ormai mi era talmente familiare che provavo solamente un leggero fastidio, che si eclissava dopo una manciata di secondi. Ormai anche io puzzavo come loro.
Chissà come facevano i miei fratelli a sopportarmi… bah, si vede che la famiglia supera ogni confine pur di rimanere unita!
Certo, sarebbe stato molto carino se non me lo facessero notare ogni due secondi, ma che cosa vuoi aspettarti da un branco come il mio?
L’odore di frittelle calde mi riempì il naso, ricordandomi che non avevo fatto colazione. Chissà che Bella non ne avesse preparate un po’ in più, tanto per mantenere buono il mio stomachino fino a che non lo avessi riportato giù a La Push.
“Ehi, piccoli adorati mostriciattoli, ma ci siete o…. WOH!” gridai, svoltando per entrare in cucina e facendo automaticamente un balzo indietro.
I tre vampiri erano schierati uno di fianco all’altro, nella stessa posizione con cui il giorno prima mi avevano accolto “calorosamente” alla sede centrale.
I volti statuari dei consorti Cullen – affascinanti e stupendi nella loro perfezione – mi scrutavano con i loro occhi d’oro e un ghigno malevolo sulla faccia, le posizioni apparentemente calme, naturale avvertimento che per il povero, dolce, indifeso lupacchiotto alfa che non aveva mai fatto male a una mosca ma si ritrovava sempre in mezzo ai guai – ossia io – stava per arrivare un enorme carico di pasticci.
Il mio incredibile istinto mi diceva di voltarmi, raggiungere la porta, aprirla – possibilmente sfondandola – mettermi a correre più veloce possibile e non tornare mai più in quella casa maledetta. Ma c’era una cosa che mi impedì di seguire il mio naso, e quindi di auto infliggermi la mia dose quotidiana di guai.
Ve l’ho già detto che sono un tipo masochista? Credo di no. Bene, ora lo sapete.
Pregando con tutta l’anima di trovare almeno un appiglio in quella casa così improvvisamente gelida, i miei occhi trovarono il viso di colei che, speravo, avrebbe sempre dovuto spalleggiarmi nella mia già di per sé incasinata vita, e non pugnalarmi costantemente alle spalle.
Oltre che masochista, ero anche il re degli illusi.
Il volto perfetto della mia piccola, dolce Renesmee mi scaldò il cuore alla prima occhiata. Gli occhi color cioccolato che tanto amavo mi restituirono per un istante uno sguardo carico di felicità e amore, lo stesso che sapevo avere io ogni volta che i miei occhi ne sfioravano la delicata figura, e la bocca si aprì in un dolce sorriso finché…
… non si tramutarono in quella occhiata di sadico divertimento e in quel ghigno perfidamente maligno che la resero la perfetta copia di quel manipolatore figlio del demonio che era suo padre.
Gesù, Giuseppe, Maria e tutti gli angeli, che avevo fatto di così brutto, terribile e cattivo nella mia breve vita?
E soprattutto perché, e dico perché, quando a tutti gli altri era andata benissimo, solo a me doveva capitare l’unica anima gemella che non mi spalleggiava mai ma che, anzi, mi costringeva a fare tutto quello che le passava per l’anticamera del cervello? Non ero già stato punito a sufficienza?
“Questa è una cosa di cui sono fiero, Jacob” sogghignò il sadico… ehm, Edward “Cosa credi che mi abbia indotto a cedere così facilmente, se non sapevo che non l’avresti passata così liscia come speravi?”
Traditore bastardo calunniatore infido futuro suocero e fratello malvagio! Non poteva avvertirmi a cosa andavo incontro? No! No, certo, per lui non avevo sofferto abbastanza, vedermi rifiutato dal mio primo amore, poi declassato a baby-sitter di sua figlia, imprigionato dei miei sentimenti e torturato da una famiglia di vampiri sadici che non solo godevano nel farmi del male, ma incitavano anche la mia povera e dolce Nessie a farmelo non gli bastava! Voleva tirarmi alla pazzia! Me povero, me tapino!
“Oh, noi non la costringiamo a fare niente, Jake” ridacchiò Edward “Visto che è figlia di Bella, dovevi aspettarti che ti comandasse a bacchetta, no?”
Si può uccidere il proprio futuro suocero vampiro ed uscirne incolumi? Probabilmente sì, se questi non fosse eternamente sposato con una vampira giovane, per di più follemente innamorata e con una forza sovraumana pronta a vendicarne la morte; e sapevo che non gliene sarebbe fregato niente a Bella che fossi il suo migliore amico. Avevo già visto a cosa portava la sete di vendetta di un vampiro quando gli si uccideva il proprio eterno partner: un piccolo esercito di suoi simili arrabbiati e senza controllo. Solo che stavolta non erano ingenui come quelli che avevamo affrontato quasi dieci anni fa; erano svegli, carichi, forti e quasi tutti con un secolo di scontri ed esperienza sulle spalle. In più, il fatto che fossi stato io ad attaccare per primo, non mi avrebbe garantito l’appoggio del mio branco, anche perché ormai i miei fratelli erano pappa e ciccia con i Cullen..
Splendido! Non avevo chance.
E ancora una volta, il grande lupo alfa, futuro capobranco e orgoglio di La Push, doveva chinare il capo e sottomettersi ai succhiasangue.
Che bel capo che ero! Argilla fresca nelle mani dei miei nemici naturale, che, sempre perché sono un’idiota, avevo anche iniziato a considerare la mia famiglia “Adottiva”.
Che grande stupido che ero! Spero non comporranno mai leggende o ballate su di me, visto la facilità con cui mi infinocchiano i vampiri…
La risata cristallina di Edward interruppe il mio monologo interiore. A quanto pareva le mie paranoie del tutto fondate divertivano il signorino buone maniere. E  parecchio!
Me povero, me tapino, nessuno mi capiva.
“Jacob, tra te e Bella non so chi si fa più problemi!” rise Edward divertito
“Oh, sicuramente tu, Mastro Lindo” risposi. Mi sarei tagliato la lingua; non stuzzicare il vampiro sadico quando ha in mente qualcosa per te, che porta guai. Peggiori!
“Non è come credi, non vogliamo infliggerti punizioni drastiche o rimedi barbari” mi rassicurò Bella con un sorriso “Solo, ci chiedevamo se potevi farci un favore”
“Che genere di favore?” chiesi sospettoso. No, no, no, tutto troppo sospetto. Prepariamoci all’arrivo della mazzata.
“Vedi, abbiamo un piccolo problema, questa mattina, per la gestione famigliare” iniziò Edward “Così volevamo proporti di subentrare nel nostro nucleo e fornirci la tua assistenza, visto la nostra impossibilità”
Lo faceva apposta a parlare extraterrestre! Mi voleva ingannare! Bastardo!
Impiegai una manciata di secondi per decodificare la sua lingua aliena nella mia, tanto normale e pratica, e quello che il mio cervello realizzò furono tre parole. Tranello. Vampiro. Scappa.
Bell’idea. Mi piaceva.
“Quello che Edward intende dire” intervenne Bella capendo al volo il mio smarrimento “È che questa mattina saremo tutti molto impegnati, e dato che tu, beh, non farai un cavolo da mane a sera...”
Certo, dovevo solo svolgere i miei doveri da capobranco... D’accordo, in effetti non dovevo fare un cavolo.
“... Ci chiedevamo se potessi badare tu a Lizzie” concluse la vampira, divenendo la mia ex migliore amica.
Io cosa?! Badare a... ma dico, era matta?! Io di bambini ne capivo poco e niente, anzi niente! Che accidenti ne sapevo io di pupi? La fortuna (solo per una volta) mi aveva baciato, concedendomi di avere l’imprinting sì con una bambina, ma super intelligente e autosufficiente, quindi io avevo saltato a piè pari la fase baby-sitter sottostimata. E in quanto a figli, ah ah!, non ci pensavo proprio. Per adesso. Forse più in là... No no no! Questi pensieri sono off-limits! Almeno in questa casa.... No, no, no! Off-limits anche fuori, con tuo futuro cognato che legge nella mente! Al diavolo!
Ora il problema era che mi volevano affibbiare una bambina, strana, mistica, con poteri paranormali, superintelligente ma piccola. Avrà avuto si e no due, tre mesi. Che volevano da me, povero cucciolo indifeso? Non potevano mollarlo alla psicopatica bionda con esagerato istinto materno? ... No, povera bambina, l’avrebbe traumatizzata. Ma affidarla a me... sarebbe stato meglio metterla, no lo so, su un ponte sospeso su un burrone. In una vasca di cobra. In braccio a Leah! Di sicuro sarebbe stata più al sicuro.
Accidenti! Io non capivo una virgola di bambini!!!!!!!
Per me erano solo fagottini all’apparenza gradevoli che da un momento all’altro potevano trasformarsi in piccoli mostri piangenti, sbrodolanti e rumorosi.
In effetti, non è che andassimo molto d’accordo.
Il trio demoniaco mi stava fissando in attesa della mia risposta. Si, Edward si stava soffocando per lo sforzo di non ridere.
“Ehm... apprezzo la fiducia, e grazie per aver pensato a me, ma non credo proprio di essere il più adatto” tentai di declinare l’invi... l’obbligo a cui volevano sottopormi “Non vorrei traumatizzare la piccola, e sicuramente la Barbie sarà felice di occuparsi di lei...”
“Rose verrà con me, insieme ad Alice” mi interruppe Bella “Edward, Jazz e Emmett si improvviseranno imbianchini. Renesmee deve andare a scuola e Carl ed Esme devono lavorare. Sei rimasto solo tu, Jacob”
“E se io sostituissi la sanguisuga rossa al tuo fianco come imbianchino?” proposi “Sai che me la cavo con i lavori manuali. Pennelli, vernici... il mio mondo”
“Da quel che mi ricordo sei un meccanico, non un imbianchino”
“Imparerò sul lavoro”
“Dai, Jake, per favore”“Bells, davvero, non posso farlo” dissi alzando le braccia “Ti ricordi chi sono, vero? Ecco, io e i bambini non andiamo d’accordo, neanche nella stessa frase! Potrei compromettere la sua salute mentale e fisica per sempre! No, davvero, chiedete a qualcun altro. Io mi ritiro”
Feci per voltarmi – non potevo sopportare le loro espressioni – quando una manina tiepida mi strinse il polso e mi gettò su una sedia del tavolo; subito dopo, una matassa di setosi boccoli ramati mi comparve avanti mentre Nessie si accomodava con grazia sulle mie ginocchia.
“Jackie, ti prego” mi supplicò sbattendo le ciglia “Fallo per me”
Digrignai i denti e facendo violenza su me stesso strinsi le palpebre per evitare di guardarla. Ti prego, Nessie mia, ti prego, non fare così! Stai dalla mia parte, ti scongiuro!
Io non posso fare il babysitter! Non...
“Ti prego...” mormorò con voce dolce, incrinata dal dispiacere.
No, non ce la facevo. Non sopportavo di vederla piangere.
“Uf... nignd...” borbottai sconfitto
“Cosa?”
“Va bene” mormorai sconfitto
“GRAZIE JAKIE!” esclamò entusiasta, gettandomi le braccia al collo e baciandomi la guancia
“E voi non ridete, sanguisughe a tradimento!” rimproverai i coniugi Cullen, che erano scoppiati a ridere “Siete infidi, tutti e due! Accidenti a voi!”
“Vado a preparare la roba per Liz!” esclamò Nessie su di giri, dileguandosi
“Piantatela di ridere di me!” ringhiai arrabbiato, visto che la mia migliore amica e quel bastardo di suo marito non la piantavano
“Quanto potere ha su di te!” commentò Bella
“Non è colpa mia se la amo sopra ogni altra cosa al mondo e farei tutto per lei” replicai, addolcendo il tono. Imprinting o meno, credo che mi sarei innamorato comunque della mia piccola Nessie. Non avrei mai potuto rinunciare ai suoi sorrisi luminosi, al suo carattere incredibile, ai suoi occhi splendidi...
“Jacob, ricordati che ti sento” tossicchiò Edward con un sorriso, ma con una nota seria.
Meglio rinchiudere questi pensieri. Rimaneva pur sempre suo padre, aveva qualche diritto; forse gli sarebbe piaciuto sentirmi cantare “Attenti al lupo...”
“Fai dell’ironia, per caso?” chiese alzando un sopracciglio
“È il mio secondo nome”
“Tieni, Jake. Te ne ho lasciate un po’” disse Bella porgendomi un piatto di frittelle “Perché non fai mai colazione?”
“Perché poi come posso mangiare le tue prelibatezze?” risposi
“Oh, lo spazio lo troveresti”
“Ehi, guardate chi si è svegliata” ci chiamò la voce di Nessie, entrando in cucina.
La mia piccola luna reggeva tra le mani Lizzie, ancora leggermente assonnata ma che rivolgeva a Ness un’occhiata luminosa, felice.
I volti di Bella e Edward si illuminarono alla vista dei loro due gioielli, e volarono ad accoglierle. La bambina sembrava felice di ricevere così tante attenzioni, e stringeva nelle sue piccole mani le dita dei due vampiri.
Non potei trattenere un sorriso a quella vista; erano carini, in fondo.
Succhiasangue, guai a te se commenti, pensai acido. Edward annuì soltanto, perso com’era nell’ammirare le sue figlie.
“Lizzie, ti va di trascorrere la giornata con Jake?” dissi Nessie a sua sorella
La bambina mi osservò un attimo, contenta, e mi si scaldò il cuore; va bene, dovetti ammetterlo, non era male. Ma lo sguardo della nuova Cullen tornò presto sul volto di Nessie, preoccupato.
“Vuole sapere se ci sarai anche tu” disse Edward
“No, purtroppo” sospirò Nessie “Ma tornerò presto, promesso”
“Stasera staremo di nuovo tutti insieme” le assicurò Bella
La bambina sembrò capire, e rivolse la sua attenzione su di me ancora una volta. Le sorrisi incoraggiante e lei ricambiò, svolazzando poi verso di me.
La presi in braccio e le sorrisi. “Però evitiamo di svolazzare in mezzo alla folla, ok?” dissi ridendo “Altrimenti non ti riporto da Nessie”
La bambina mise il broncio. Oddio. Lo mise davvero, non stavo avendo le traveggole.
“Dai, scherzava” disse Nessie raggiungendoci “E in ogni caso, lo avrei ritrovato ovunque”
Le sorrisi, sapendo che questa volta si riferiva solamente a me.
 

“Allora, scricciolo, sei felice di trascorrere una giornata con lo zio Jake?” esclamai imbracando quel piccolo batuffolo nelle cinture del seggiolino.
Zio Jake. Era parecchio che non mi chiamavo – o mi chiamavano – così. Che strano, mi era mancato! Si vede che l’amore rende sbronzi, oltre che ciechi, sordi e totalmente rincoglioniti.
Lizzie mi guardò raggiante, l’entusiasmo dipinto sul volto.
“Allora ciao, piccolo mia” disse Bella mettendo la testa sotto il mio braccio e sporgendosi per dare un bacio alla piccola.
“Accidenti, Bells, prova a metterti vicino a una stufa, e che cavolo!” esclamai ritraendo il braccio
“Ma io ce l’ho la stufa. Sei tu!” ghignò lei
“Jacob, beato imbecille, è una vampira!” esclamò Emmett mentre caricava nella mia macchina una valigia. Oddio tutto questo serviva per una sola bambina?!
Bella ringhiò e Emmett si affrettò a scusarsi; odiava chiunque usasse un linguaggio poco consono davanti alla sua, anzi, alle sue bambine; mi ricordai della fine che aveva fatto lo stereo dell’orso Yoghi, e mi appuntai mentalmente di farmi dare qualche lezione dal succhiasangue pel di carota. Almeno la mia roba sarebbe stata al sicuro.
“Bene, possiamo andare” dissi chiudendo il portabagagli “Prossima fermata, Branco di La Push
“Mi raccomando” dissero Bella e Edward, mentre il rosso si chinava per dare un bacio alla piccola
“Si, si”
“Ciao Jake” disse Nessie dandomi un bacio “E ciao piccola Lizzie”
“A stasera”
“Ciao Lizzie, ciao cucciolo!” ci salutò Emmett
“Ciao Bestia!” lo salutai mettendo la testa fuori dal finestrino “Ehi, ma... la Barbie?”
“Sei fortunato che Alice l’abbia già fatta uscire!”
Sghignazzai e mi diressi lungo il viale dei Cullen per andare verso la riserva.
“Allora, piccola bimba, adesso ti spiego un po’ di cosette” iniziai impacciato. Edward aveva detto che capiva. Ma quanto? Lei non poteva dimostrami se capiva come Nessie, purtroppo, e il fatto che non sapesse parlare era un altro bel problema. Uffa! Sempre problemi! “Mi capisci, più o meno?”
La bimba mi sorrise e chinò il capo su e giù, in chiaro segno di assenso. “Splendido!” replicai “Allora, devi sapere che oggi trascorrerai la giornata con me e qualche altro amichetto che mi somiglia. Non preoccuparti, ti terrò d’occhio io, altrimenti chi la sente quella matta della bionda?”
Arricciò il naso, infastidita; fantastico! Un’altra fan di Pysco.
“Però, non devi utilizzare le tue capacità extra mentre saremo fuori” continuai “Quindi, se non siamo in casa, niente svolazzi. La gente normale non lo fa. Tutto chiaro? Te capì?”
Di nuovo mi fece un cenno affermativo. Bene, a quanto pareva capiva tutto alla perfezione.
“Perfetto! Andremo d’accordissimo, allora!” sorrisi “Ah, e non preoccuparti per i miei amici. Li raddrizzo io”
O Sam, dipende chi si incazza prima, pensai accendendo la radio; un pezzo di rock duro riempì l’abitacolo. La bambina iniziò a emettere versi allegri, tentando di battere le mani a tempo.
“Ti piace il rumore, eh, scricciolo?” le sorrisi “Benissimo! Non sarai una snobista come tuo padre, allora… scherzavo!” aggiunsi. Non volevo che Lizzie mi iniziasse ad odiare tanto quanto amava i vampirotti allegrotti.
Sbuffando, presi il cellulare e composi il numero; era ora di riunire quel brano di encefalitici che erano il mio branco; così avrei avuto un bel po’ di paia di zampe per aiutarmi nella mia missione tata.
Pronto?
“Sam? Ciao amico, sono Jake” dissi
Buongiorno Jacob” rispose lui allegro “Cosa ti serve?
“Beh, diciamo che ho una grossa questione per le mani, e mi occorre tutto l’aiuto possibile” spiegai
È successo qualcosa?” chiese serio. Ecco che il suo istinto lupesco scattava; lui si che sarebbe stato un vero capo, non come me, una patetica caricatura. Lo vedi che succede a nascere con il sangue reale? Si finisce per avere le rogne, ecco!
“Niente del genere” mi affrettai a spiegare “Solo, ho bisogno che avverti il branco di vederci tra mezz’ora a casa tua. Oh, e fai in modo che ci sia anche Emily. Mi servirà il suo aiuto”
Che succede, Jake?” domandò ancora
“Oh, se te lo dicessi rovinerei la sorpresa” ghignai “Tu avverti gli altri, per favore, poi ci penso io”
Uhm… Seth e Quil sono andati a fare un giro di perlustrazione, non so se sono ancora via… faccio un giro di telefonate e poi mi trasformo, ok? Tu però chiama Paul, tanto lo sai dov’è
“Si, a casa mia davanti alla mia tv, o peggio ancora appiccicato a mia sorella” dissi schifato. E che palle! Ma tutte a me le fortune?
Già” sghignazzò in rimando “A dopo
“Ciao”
Chiusi la chiamata e composi il numero di casa. La voce di mio padre mi rimbombò nelle orecchie
Pronto?
“Ehilà, ben svegliato vecchio!” dissi “Non dovevi fare il tuo riposino? Poi mi ti stanchi!”
Io sto meglio di te, figliolo. E porta rispetto a tuo padre” mi sgridò divertito “Dove sei?”
“Di ritorno” risposi “Senti, che c’è Paul lì?”
Intendi quella caricatura di licantropo che si sta ingozzando con la mia colazione?
“Già, proprio lui. Gli puoi dire se passa verso le nove e mezza a casa di Sam?”
Successo qualcosa?
“Nah. Routine”
Ok, faccio anche da messaggero. A presto Jacob
“Ciao pa’”
Riagganciai e mi addentrai verso la riserva consolandomi al pensiero che avevo ancora una mezzora di tempo prima di vedere il muso di Paul. Rilassandomi con il rumore delle onde, mi diressi verso la casa del mio vice/capo di turno/insegnate eccetera eccetera amico Sam.
Pensando alla giornata che mi si prospettava davanti non seppi se ridere o piangere: ridere, perché volevo proprio vedere il mio branco alle prese con il lavoro di bambinaia, e piangere perché era altamente probabile che mi avrebbero voltato le spalle appena avessero capito a cosa andavano incontro.
Eh, quando uno ha una così alta autorità sui tuoi fratelli…
Arrivato in vista della graziosa casetta in cui si erano trasferiti Sam ed Emily con la loro prole - e si, il vecchio boss aveva deciso di metter su famiglia. Due belle gemelline, ergo due piccoli tornadi di otto anni e mezzo – trovai Sam seduto sul portico ad aspettarmi.
“Ci siamo, baby” sospirai “Preparati a conoscere lo zio S…”
Non feci in tempo a completare la frase che Embry, Leah, Paul, Jared e Emily uscirono e lo affiancarono, chiamati dal grande capo. Sospirai sostenendo i loro sguardi indagatori mentre parcheggiavo.
“Indovinate da uno a dieci quanto sono felice di vedervi” salutai scendendo
“Spero che tu abbia un motivo valido per averci svegliato così presto, eccelso Alfa” mi aggredì subito Leah – questo suo vizio l’avrebbe mai perso?
“Sei sempre così dolce, Leah”  replicai “mi domando come mai non sia ancora caduto ai tuoi piedi. Poi mi ricordo: ancora ci vedo!”
“Jacob” mi rimproverò Sam
“Sommo capo degli idioti, è solo grazie all’impritting che tu hai una compagna. Altrimenti, a quest’ora saresti ancora solo” replicò lei
“Come te?”
“Io almeno ho degli amici”
“Lo specchiò e le bambole?”
“Avete finito?” ci richiamò Jared divertito
“Nah, altri cinque minuti” dicemmo in coro con un sorriso. Io e Leah eravamo così, adoravamo darci addosso.
“Allora, Jake, il motivo di questa allegra rimpatriata?” chiese Embry
“Semplice. Al volo, Paul!” esclamai prendendo la pesante valigia dal portabagagli e lanciandola contro di lui. Accidenti, l’ha presa.
“Parti?” chiese Emily
“Magari!” esclamarono in coro Leah e Paul
“Vi piacerebbe” replicai chinandomi e slacciando le cinture a Lizzie “Ma devo presentarvi una persona”
La tirai fuori dalla macchina e me la strinsi al petto. Lizzie posò la testa sul mio torace e fissò i miei amici curiosa, gli occhi limpidi e accesi. I ragazzi trattennero il respiro, rapiti – Paul fece cadere la valigia. Ci risiamo, ecco “L’effetto Elizabeth”.
“È… lei?” chiese Embry “La nuova figlia dei Cullen?”
“La trovatella?” fece eco Jared
“No, è Jasper vestito a festa” replicai avanzando verso di loro “Ovvio che è lei. Elizabeth Cullen, il branco di incompetenti. Branco di incompetenti, Elizabeth Cullen. Ora, per piacere, possiamo entrare? Non voglio che prenda freddo, si ammali, e quindi di conseguenza ritrovarmi a scappare da vampiri assatanati”
E senza dire altro, seguii Emily, l’unica a fissare la piccola con un gran sorriso, dentro casa, al caldo. Mi sedetti in cucina e posai la piccola sul tavolo; neanche tre secondi dopo tutti gli altri erano di fronte a noi.
“Ma è… è…” balbettò Leah
“Che cos’ è?” chiese Paul
“Paul, hai il tatto di uno scaricatore di porto” lo ribeccò Embry
“Beh, tutti i torti non li ha” lo difesi – io che difendevo Paul? Ah! – “Neanche i Cullen sanno che cosa sia di preciso, ma il dottore dice che non è un pericolo. Non è una mezzosangue come Ness, né un’umana, né un vampiro, né un Muta-come-cavolo-ci-chiamiamo-noi. Semplicemente è Lizzie”
“E dici che l’hai trovata in un bosco?” disse Jared
“Beh, le scelte erano il bosco o l’ordine per posta, ma avremmo dovuto aspettare dalle sei alle otto settimane, e…”
“Seriamente, Jacob” disse Sam “Cosa sapete di questa piccola?”
“Intanto, è super intelligente, sebbene non parli ancora” dissi osservandola – Liz era intenta a giocare con la mia maglietta. “Capisce quasi tutto ciò che le si dice ed ha un cervello sviluppatissimo. Riconosce già me e tutti i Cullen, e stravede per Nessie, Bells e il fratello di Anna dai capelli rossi. Ah, e poi ha una dote particolare”. Mi chinai su di lei e lei ricambiò lo sguardo “Lizzie, per piacere, lo vedi quello?” dissi indicando un bicchiere sulla credenza “Lo prenderesti per lo zio Jake, per favore?”
La piccola seguì il mio sguardo e sorrise. Dopo tre secondo, il bicchiere galleggiò a mezz’aria e si posò tra me e lei, sul tavolo. Io e i miei fratelli sgranammo gli occhi.
“Telecinesi?” boccheggiò Sam sorpreso “Lei?”
“S-si” risposi più sorpreso di lui “Ma non era questo che… cioè, non sapevo che sapesse farlo!”
“E cosa sapevi che sa fare?” chiese Embry
“Un attimo. Lizzie?” la chiamai; lei mi sorrise, fiera di aver eseguito il mio comando “Si, sei stata brava. Ma ti ricordi che cosa ti ho detto di non fare se non sei a casa? Potresti, solo per adesso, farlo per i miei amici, per favore?”
La piccola mi guardò confusa, poi sembrò alzare le spalle. Un attimo dopo, iniziò a svolazzare intono al lampadario, proprio sopra di noi.
Le reazioni furono più o meno collassi, respiri mozzati, sguardi stralunati, tutto intensificato in formato licantropo. E io che speravo in un po’ di maturità; illuso.
“Ecco, a questo ero preparato” dissi osservando calmissimo la piccola galleggiare per aria “Solo...”
“Eccoci Jake!”
“Che diavolo succede?”
Ci voltammo tutti verso la porta, dove Seth e Quil, ansanti, erano appena apparsi.
Un gorgoglio divertito proveniente dal lampadario li costrinse ad alzare lo sguardo, ed ecco un dejà vu. Che fantasia, gente!
“Quil, Seth, Lizzie Cullen” presentai “Altresì nota come la trovatella di cui vi parlavo ieri, in piena dimostrazione dei suoi poteri. Lizzie, saluta gli zietti!”
La piccola si voltò verso i nuovi arrivati e gli rivolse un luminoso sorriso, gli occhi viola divertiti.
“Jake, ma che diavolo…?” boccheggiò Quil
“Lei è la piccola Elizabeth?” chiese Seth senza staccarle gli occhi di dosso
“Ma ci sentite quando parlo? Ovvio che è lei!” replicai
“Ma…”
“Ci sarà il tempo per i se e per i ma” ci bloccò Sam “Ora, Jacob, voglio sapere precisamente dove l’hai trovata”
“Radura nord, nel cuore della foresta” risposi “Sarà stato circa cento, centoventi chilometri da qui” risposi pronto.
“Benissimo” disse “Voglio andare a controllare quella zona. Non possono non essere rimaste tracce. Magari scopriamo qualcosa”. Ma dal suo sguardo capii che aveva compreso bene il motivo di quella mia “riunione” e, da bravo capo che si rispetti, se la stava filando. Quante cose avevo ancora da imparare!
“Ma Sam...”
“Non pensare che io non abbia capito, Jake” disse lui “Ma per quanto tu possa essere volenteroso e gentile, non mi trascinerai con te nel tuo folle piano di babysitter psicotica”
Tana per Jake. Ora tutti gli occhi dei presenti mi fissavano allucinati, e due in particolare furiosi.
“Cioè, fammi capire” disse Paul “Io ho mollato Rachel da sola perché tu, brutto stupido, ci hai arruolato per fare da babysitter a una trovatella, perché ti sei fatto abbindolare dai Cullen?”
“Ehm… diciamo che più o meno è così…” borbottai imbarazzato
“Ma sei suonato o semplicemente cretino, Jacob?!” urlò Leah furiosa “Se ti aspetti che io mi metta a fare ghirighiri sulla pancia della bambina per vedermi amputare un arto dalla psicopatica bionda sei proprio sulla strada sbagliata! Io me ne lavo le mani!” Si voltò verso Sam e gli ringhiò contro “E tu, guai a te se mi lasci qui! Vengo con te! E vediamo di impiegarci parecchio tempo, perché non mi va proprio di giocare alla mammina con Jacob, chiaro?!”
“Concordo! Io vi seguo!” disse Paul, e tutti e tre si dileguarono
“Jake, amico, sai che mi piacerebbe aiutarti. Però, ecco, Kim… sai com’è…” biascicò Jared indietreggiando fino alla porta, per poi dileguarsi “Ci si vede!”
“Ecco, noi…” iniziarono Embry e Quil
“Vi prego, anche voi no!” mi ritrovai a supplicare “Siete i miei migliori amici, non potete lasciarmi nell’ora del bisogno!”
“D’accordo” borbottò sconfitto Embry. Era facile farlo cedere.
“Ma non ci penso proprio!” sbottò invece Quil “Io non farò il babysitter, chiaro? Ficcati bene in testa che non mi convincerai mai e poi mai!”
E fece per andarsene. Non ci vidi più e feci l’unica cosa che potevo fare. Mi lanciai su di lui e gli cinsi le caviglie con le braccia. Se fossi riuscito a convincerlo ne sarebbe valsa la pena.
“Ma che diavolo combini?” esclamò infuriato Quil, tentando di camminare “Lasciami, Jacob!”
“Ti prego! Tipregotipregotiprego, non abbandonarmi, my sweet friends!(errore voluto XD n.d. Marzia)” singhiozzai senza un briciolo di ritegno “Non posso farcela da solo! Sono stato incastrato! Tutto il mondo è contro di me! Mi siete rimasti solo voi, i miei friends (di nuovo n.d.Marzia), i mes amigos, i miei compagni di sventura…”
“Ma impara a risolverti i problemi da solo!” ringhiò Quil tra grugniti di sforzo, visto che cercava ancora di raggiungere la porta; inutile, non mollavo.
“Ti scongiuro, Quil, ti imploro!” continuai “Solo tu sai come si trattano i bambini, visto che hai fatto la babysitter per un bel po’… e continui a farla! Hai più esperienza! Sei più indicato! Sei mio amico, accidenti! Gli amici si sostengono a vicenda!”
Sproloquiavo, ma se fosse servito a qualcosa, ben venga.
“Jacob, ma che accidenti fai?” sospirò Embry nascondendosi il volto in una mano
“Mi vuoi…. mollare…. Cazzo Jacob, un po’ di dignità!” ringhiò Quil divincolandosi inutilmente
“Ti prego, Quil!” continuai “Io di bambini non so niente! È una delle poche grazie che il Signore mi ha concesso, se non l’unica! Ti prego, Amico/Fratello, aiutami! Aiuta il tuo capo! Please!”
“VA BENE!” ruggì esasperato “Va bene, d’accordo, ti aiuto, contento?! Però, Cristo Santo, Jake, datti un contegno! Che razza di capo sei?!”
“Uno che non risparmia lacrime e suppliche se così può ottenere il suo scopo” dissi rialzandomi e sistemandomi la camicia con eleganza, come se non avessi fatto nulla.
“Brutto…” iniziò Quil facendo per balzarmi addosso
“Io invece ti aiuto volentieri, Jake” disse Seth che guardava la piccola sorridente “Non c’è bisogno che mi preghi. Voglio stare con Lizzie!”
La bambina, illuminandosi di un enorme sorriso, gli volò incontro allungando le braccine verso di lui; Seth, ridendo, la prese al volo e se la strinse al petto.
“Le piaccio!” gioì
Per poco a me, Quil e Embry non ci si staccò la mascella.
O. My. God.
No eh! Tutto ma non questo! Tutti ma non Seth! Tutto ma non l’impritting!!!!!!
“S-Seth…” balbettai, sbiancando; le gambe mi tremavano forte, e dovetti appoggiarmi al tavolo.
Povero, povero ragazzo, era così giovane… la bionda lo avrebbe ammazzato, anzi no, lo avrebbe ammazzato Bella! O Edward! Maledizione, ma perché le figlie del roscio avevano così tanto successo nel mo branco? Che avevo fatto di così sbagliato, a parte leccare i piedi di Quil per ottenere il suo aiuto?!
“Jake, tutto ok?” chiese Seth ingenuamente, staccando finalmente gli occhi da Lizzie “Non hai una bella cera”
“Tu… tu non hai…” boccheggiai
“Cioè, con Lizzie,…” provò Embry
“Quella cosa… dal lican…” terminò Quil
“Intendi quella sensazione di risucchio, quando il tuo universo subisce un radicale e permanente cambiamento, quando capisci che tutte le sensazioni, gli affetti che provavi non sono niente se paragonati a quella nuova sensazione di possesso che si prova per una persona speciale, che tutte le corde che ti tenevano legate a questo mondo si spezzano lasciandoti in balìa del caos tranne una catena d’acciaio che ti tiene legato alla persona più importante della tua intera esistenza?” disse Seth raggiante, sorridendo “Riassumendo: l’impritting?”
O mio Dio no!
Pure lui no! E non con Elizabeth! Povero, povero Seth, era ancora così giovane! Aveva una vita davanti! Ed era così amico dei vampiri!! La sua visione del mondo era così fresca e pura, lui era così innocente!! O mio Dio, ma cos’aveva fatto di male, a parte dar sempre la fiducia al prossimo?
“Seth, mi dispiace!” singhiozzammo tutti e tre, in lacrime.
Incredibile, lui scoppiò a ridere. Poverino, non si rendeva conto di quello che comportava l’impritting con una Cullen; pensava che i vampiri lo avrebbero graziato.
“Ragazzi, a volte dimenticate che siamo uniti mentalmente!” rise a gran voce “Io non ho subito l’impritting! Tanto meno con Lizzie!”
“Ma allora…?”
“Vi ho fatto solo uno scherzo, usando i vostri ricordi!” disse lui posando la piccola sul tavolo e stringendole le mani, senza staccarle gli occhi di dosso “Non è Lizzie il mio impritting. Solo, penso che sia incredibilmente graziosa e divertente”
Io e i ragazzi ci scambiammo uno sguardo e ci alzammo.
“Emily, tieni la bambina” sibilai con un ringhio minaccioso “Noi dobbiamo insegnare l’educazione a questo ragazzino
Seth ci guardò impaurito, deglutendo, e iniziò a indietreggiare.
“Ragazzi… era solo un innocente scherzetto…” si difese indietreggiando
“Corri!” gli intimammo iniziando a inseguirlo
“Mi dispiace!” urlò scappando dalla finestra
 
“Ma vi ho chiesto scusa!”
“E un bel chi sene frega con tanto di punto esclamativo non ce lo mettiamo?” lo ribeccò Embry
“Dai, ragazzi, per favore!”
“Quale parte di “devi soffrire atroci tormenti prima che possiamo perdonarti” non ti è chiara?” chiese Quil
“Ma non è stata colpa mia! Era un’idea di Paul! Mi ha pagato per metterla in atto!” si lamentò ancora Seth, dimenandosi sulla sedia dove l’avevamo accuratamente legato.
“Tua madre non ti ha insegnato a non dar retta agli idioti, Seth?” dissi io tenendo Lizzie sulle ginocchia
“Si” ghignò lui “Infatti si chiede sempre perché do retta a te”
Afferrai il vassoio dove pochi secondi prima c’erano stati i biscotti e glie lo lanciai, prendendolo in faccia ed esultando alla sua esclamazione di dolore. Con mio profondo rammarico, però, notai che i miei due “Migliori Amici” sghignazzavano.
Bastardi.
“Jacob, ti dispiacerebbe non imbrattarmi la cucina di molliche, per favore?” disse Emily raccogliendo il vassoio “Sai, sono io quella che poi pulisce”
“Scusa, Emily” dissi.
Alzai lo sguardo su Quil, in attesa.
“Beh?” lo incalzai
“Cosa?”
“Che dobbiamo fare?” chiesi spazientito
“Non n ho idea” rispose lui serafico, alzando le spalle
“Che bella notizia” esclamò Embry mentre io per poco non cadevo in avanti
“Quil, mi spieghi per quale accidenti di motivo pensi di trovarti qui?” sibilai
“Beh, non lo so!” replicò lui “Anzi, visto che non ne ho uno preciso me ne torno a casa”
“Nonononono, scusa scherzavo!” mi affrettai a dire tirandogli la maglietta
“Vieni qui, Lizzie. Ho già capito che se rimani in braccio a Jake finiremo tutti molto male” disse Embry prendendola in braccio
“Allora, maestro... come ci si comporta con i bambini?” chiesi a Quil
“Genio, perché non provi a farla giocare?” mi ribeccò lui
“Giusto! Vedi perché sei tu il capo di questa missione?” lo lodai
“Si, si, come no...”
“Sentite” ci interruppe Emily “Ho dei vecchi giocattoli delle gemelli, di sopra. Se aspettate un attimo, li vado a prendere e vedremo se le piacciono”
“Emily, come al solito hai idee geniali” dicemmo in coro noi quattro. Lei si limitò a sorriderci prima di salire per le scale.
“Speriamo che ti piacciano le bambole, ragazzina” disse Embry con un sorriso. Ma la piccola sembrò non ascoltarlo; il suo sguardo era rivolto al lavello, lo sguardo vispo e furbo come quello di un folletto dispettoso. Seguii il suo sguardo e notai lo scintillio pericoloso di una lama di un coltello iniziare a galleggiare verso di noi
“Ehm, Jake, dille di smetterla!” esclamò preoccupato Embry “Sta facendo volteggiare un coltello!”
Ma l’arma impropria deviò verso Seth, che iniziò a fissarla preoccupato.
“Non ancora” disse Quil ghignando “Vediamo dove ci porta la cosa”
Io sghignazzai mentre Seth iniziava a gemere, preoccupatissimo.
“Ehm, Lizzie, cara bambina, anzi, splendida bambina, non vorrai fare del male al tuo lupacchiotto preferito, vero? Io ti voglio già tanto ben… AAHH, FERMATI!”
La bambina sorrise e batté le mani allegra, mentre il coltello liberava Seth dalla prigione di corde. Noi sbuffammo indispettiti mentre lui tirava un sospiro di sollievo, asciugandosi il sudore dalla fronte con la mano.
“Lo sapevo che mi volevi bene!” esclamò entusiasta strappandomela dalle mani, riavvicinandosela al volto.
Sorrisi, scuotendo il capo; impritting o meno, Seth stravedeva per quella mocciosetta, e lei ricambiava. Sarebbe stato l’inizio di una bellissima amicizia.
“Ora ci penso io a farti giocare” proclamò Seth sequestrando Lizzie e un paio di bambole innocenti che Emily aveva appena portato, andando in salotto
Noi sorridemmo. “È proprio un moccioso…” sorrise Quil
“Forse è per questo che lo ammiro tanto” confessai con un sorriso
“Grazie Capo!” esclamò Seth da di là
“Non ti ci abituare, rimani pur sempre petulante!” replicai
“Lo so, ma mi adori per questo, no?”
“Lo sai che si vede che sei il fratello di Leah? In quanto a umorismo state sullo stesso piano!”
“Lizzie, ma l’hai sentito? Difendimi tu!” 

La mattinata trascorse relativamente tranquilla, per i nostri standard.
Io, Quil e Embry passammo gran parte del tempo parlando del ritrovamento di Lizzie, delle informazioni praticamente nulle che Carlisle ci aveva dato, delle scoperte di Edward sulla sua “mente assolutamente geniale, unica e strabiliante”, tentando di mettere tutto insieme e ricavarne qualcosa. Inutile dire che fu un fiasco totale. Tre cervelli dovrebbero pensare meglio di uno, ma se i cervelli in questione erano i nostri, beh, allora, meglio stenderci un pietoso velo.
Sam ci raggiunse poco prima di mezzogiorno, portandoci cattive notizie.
“Nessuna traccia” sospirò accasciandosi su una poltrona “Niente di niente. Zero. Nada. Un ago in un pagliaio sarebbe più facile da ritrovare”
“Te l’avevo detto, io” dissi mentre agitavo piano un pupazzetto, con un sorriso da ebete provocato dalle risate entusiaste della bambina. Accidenti, mi stavo rincoglionendo di nuovo. “Non c’è la benché minima traccia di impronte, o un odore particolare, o un qualche indizio che ci aiuti a capirci qualcosa. Elizabeth sembra scesa direttamente dal cielo”
“Forse con l’aiuto dei Cullen potremmo scoprire qualcosa” disse Quil, ma anche a lui l’idea sembrava improbabile. Il Roscio, L’Empatico e L’orso Yoghi avevano già fatto un sopralluogo, la scorsa notte, e non avevano trovato nulla.
“Ehm, ragazzi” ci chiamò Embry “Non per essere indiscreto, ci mancherebbe, ma… che vuole?”
E con il pollice indicò Lizzie, che gli afferrava la maglietta e lo fissava con le sue lunghe ciglia scure.
“Beh, è mezzogiorno e mezza, non pensate che possa avere fame?” disse Seth saccente
“Sentite, fate così: voi mettete a riscaldare un po’ di latte, e io invece vado a cambiare la piccola” disse Emily prendendola in braccio “E tu” disse a Sam “Che ne dici se vai a prendere le tue figlie, che tra dieci minuti escono?”
“Volo” sorrise Sam, scoccandole un bacio sulla guancia e uscendo di corsa, galleggiando quasi a tre cm da terra. Bleah!
“Non fate quelle facce, soprattutto voi due, Quil e Jacob” ci riprese Emily salendo le scale “Voi pensate di essere diversi?”
Seth e Embry scoppiarono a ridere. Che umiliazione! Avevamo appena perso la virilità davanti ai nostri sottoposti! Che amarezza!
“Va beh, sbrighiamoci” sbuffò Quil andando in salotto verso la valigia che i Cullen mi avevano dato.
Facendo molta attenzione, quasi stesse aprendo una cassaforte, l’aprì e venne sommerso da tutta la roba che c’era dentro; quell’idiota non aveva mica pensato di metterla per orizzontale, così la forza di gravità gli aveva dato quello che meritava.
“Accidenti!” esclamò Seth con un fischio ammirato
C’era di tutto, e intendo proprio tutto: giocattoli, ciucci, biberon, pannolini, cremine, cremette e cremuccie varie, omogeneizzati e una quantità a dir poco allucinante di vestitini. Ovviamente, era tutto di marca.
“Cioè…” boccheggiò Embry tenendo in mano un calzino microscopico “Tutto questo.. solo per lei?”
“No” risposi scotendo il capo “Tutto questo solo per oggi
“Beati loro che hanno soldi da gettar via!”
“Vedi che succede ad avere l’eternità davanti?” disse Seth
Mi chinai e raccolsi un foglietto di carta, scritto nella bella calligrafia di Alice.

 Ehi, Lupacchiotto&Co.!
Scusa se ti ho messo a disposizione così poco materiale, ma non ho avuto tempo di comprare qualcosa di moderno e giusto per la piccola, i vestitini sono tutti quanti di Nessie, ho fatto bene a conservarli. A causa vostra non posso vedere, comunque provate a farle mangiare gli omogeneizzati; chissà che tu non avessi ragione, ieri, in quanto al metabolismo sviluppato… ovviante eviterei il ragù, che è pesante.
Oh, i vestiti hanno la targhetta; DEVONO essere cambiati a seconda delle indicazioni, chiaro? Scocca un bacione a Lizzie da parte della sua zietta.
Buon lavoro! 

Ok. C’erano pareeecchie cose di cui non riuscivo a capacitarmi in quella lettera, ma per il mio bene dovevo assecondare la pazza visionaria.
Sbuffando, mi chinai ad afferrare quattro dei venti vestitini, e a leggerne le etichette.
Il primo, il viola, diceva “Per la nanna”.
Il secondo, celeste scuro, diceva “Passeggiate sul bagnasciuga
Terzo, crema “Per il pranzo con omogeneizzati
Il quarto, verde acqua, “Per il pranzo con il latte
Alzai gli occhi al cielo e poi cercai con lo sguardo il biberon; ovvio, il sopra era verde acqua. Doveva fare pan dan.
“Beata pazienza… ehi, Seth. Porta questi a Emily” sospirai lanciando i pannolini e i due vestiti a quella caricatura di licantropo
“Per latte e per omogeneizzati, eh?” sghignazzò lui “Che organizzazione!”
“Muoviti”
“Si, capo”
“Noi, invece, iniziamo a preparare il pranzo” dissi afferrando il necessario e spingendo gli altri due in cucina
“Quil, tu che in teoria dovresti capirci, prepara il latte!” ordinai lanciandogli la confezione di latte in polvere; feci per lanciargli anche il biberon ma Embry mi bloccò.
“Ma sei scemo? Questo non è vetro, e tantomeno plastica! È cristallo! Costa un occhio della testa!” mi sgridò
Sorvolando sul fatto che Embry se ne intendesse di questa roba, e che suddetta reliquia fosse sopravvissuta a un viaggio in una valigia con me alla guida, lo porsi a Quil con quanta grazia ero capace, volteggiando sulle punte.
“Va bene, ora?” chiesi
“Perfetto”
Dopo un quarto d’ora Emily e Seth, con in braccio la bimba, scesero già.
“Le ho messo quello verde acqua perché sinceramente piaceva di più” disse Emily con un sorriso, mentre Seth la poggiava sul tavolo, sedendosi dietro Liz.
“Il latte è quasi pronto” disse Quil “Prova a darle la pappetta, lì. Vediamo se se la mangia”
Embry prese una confezione di quella… cosa – non posso credere che una volta l’abbia mangiata anche io – e, armato di cucchiaino, si mise accanto a Seth, pronto per la battaglia.
Questa non me la sarei persa per niente al mondo.
I due bambini si voltarono a guardarlo incuriositi, mentre Embry con un gesto deciso aprì la confezione e, posato il tappo, prese una modesta cucchiaiata di quella cosa che definivano carne. Bleah!
“Coraggio, Liz, assaggia questo” disse incoraggiante avvicinando il cucchiaio al suo volto.
Per tutta risposta la piccola, odorato l’impiastro che volevano profilarle, storse il naso disgustata e si rannicchiò in cerca di Seth.
“Temo che non le piaccia” decretò questi stringendola
“Su, Lizzie, non fare la difficile!” esclamò Embry “Dai, guarda! Vola, vola, vola, l’areoplanino nella bocca di Lizzie!”
“Vola, vola, vola?”  ripeté Quil “Ehi, bello, te lo sei scordato che lei è più intelligente di te e Seth messi assieme?”
“EHI!”
“Da qua, ci provo io!” sbuffai armandomi e sfrattando Embry dal suo posto. Fissai la piccola che fissava il barattolino nella mia mano quasi con odio
“Lizzie, ascoltami” iniziai calmo “Assaggia questo, solo un assaggio. Se non ti piace, lo butto via. Ma te l’ha comprato la mamma, capisci? Mam-ma. E tu non vuoi che lei si mortifichi perché tu non l’hai neanche assaggiato, vero?”
Lizzie, fissandomi colpevole, scosse piano il capo stringendosi più a Seth.
“Allora, un solo assaggio. Se non ti piace, la mamma sarà fiera di te ugualmente!” dissi sorridendo
Che bravo che ero! Con le parole ci avevo preso gusto, si, si. Avrei potuto scrivere discorsi per politici!!
Deglutendo, Lizzie si staccò da Seth e gattonò piano verso di me, mettendosi poi seduta. I suoi occhi fissavano schifati il barattolo. Prendendone una quantità meno abbondante, portai il cucchiaino alla sua boccuccia, che si aprì. Mentre Lizzie, ad occhi chiusi, mandava giù quello schifo, io le feci un sorriso incoraggiante.
“Buona, eh?” dissi entusiasta
Lizzie aprì i suoi occhi lilla e mi rivolse uno sguardo pieno di lacrime, prima che mi sputazzasse addosso quello schifo. Le risate riempirono la cucina, mentre io mi toglievo la maglietta ormai irrecuperabile e la gettavo sul pavimento.
“E brava Lizzie!” dissero i tre ridendo. Ma si bloccarono di colpo notando i singhiozzi della bambina, dai cui occhi sgorgavano lacrime.
“Oh, nononono!!!! Lizzie, dai, non piangere!” esclamammo in coro, terrorizzati, ma la bambina non si fermò.
Seth la prese in braccio, tentando di cullarla.
“Ma bravo, Jake, proprio una bella trovata!” esclamò Embry arrabbiato “E adesso che si fa?”
“Io? Ma se hai iniziato tu!” ribattei
“E chi gli ha dato l’ordine, genio?” replicò Quil
“Ma siete proprio dei bacucchi!” esclamò Seth arrabbiato “Io penso che stia piangendo per un altro motivo!”
“Cioè?”
“Gli hai detto che Bella sarebbe stata delusa!” disse lui “Io penso che è per questo che stia piangendo, idiota!”
Oh. Oh, oh, oh. Giusto!!
“Ehm, Lizzie, dai, non fare così!” inizia mettendomi di fronte a lei, che stava nascondendo il volto nel petto di Seth “Guarda che la mamma non è arrabbiata! Voleva che ci provassi, e ci sei riuscita! È orgogliosa di te, credimi, lo so. Io la conosco bene!”
Piano, piano, Lizzie iniziò a calmarsi. Smise di gridare e le lacrime si fermarono. Mi rivolse un’occhiata timida e io annuii, incoraggiante.
Sembrò credermi, perché si calmò.
“Okey, adesso ti diamo il latte” dissi prendendo il biberon “Questo è quello di ieri, quindi ti piace”
Seth me lo strappo dalle mani e poi, con la massima delicatezza, lo avvicinò alla bocca di Lizzie che iniziò a succhiare avida.
“Ehi, Seth, siamo sicuri che non abbia subito l’impritting?” chiese Quil “Ti stai davvero occupando molto di Liz”
“Sicurissimi” rispose lui divertito “Solo mi sta simpatica, e poi è bizzarra. È carina ed è una Cullen, sebbene non sia una vampira. Ah, e poi a me piacciono i bambini, quindi perché non provare a farle da babysitter?”
“Già, questo spiega perché come lavoretto par-time tu faccia la bambinaia” disse Embry
“Già. È come per le gemelline di Sam; mi diverto a stare con i bambini”
“E perché allora non pensi a farti una famiglia?” chiesi
“Per tre semplici ragioni. Punto uno, sono ancora troppo giovane. Punto due, sono un licantropo, e ciò comporta bugie, misteri e anche il fatto che resterò così forse per sempre. E punto tre, beh, metti caso che sia sposato, con dei figli e bah, scatta l’impritting. Che faccio? Pianto tutto? Nah, per ora sto meglio così”
“Già, è un bel casino la nostra vita” sospirammo
“Nah, è solo un po’ complicata. A me piace parecchio!” disse Seth
“Moccioso”
“Vedo solo il lato positivo delle cose” replicò lui “Farsi troppi problemi è inutile. Meglio vedere sempre i vantaggi”
Ci interrompemmo quando, stanca e sazia, Lizzie chiuse gli occhi e, spostando la testa verso Seth, si addormentò tra le sue braccia.
In quel momento, squillò il mio cellulare, facendomi guadagnare una brutta occhiataccia dai tre.
“Pronto?” risposi
Ciao, amore” Nessie! Il mio mondo!! “Come sta Lizzie?” Addio, mio mondo
“Oh, no, io sto bene” scherzai “Comunque, la piccola sta alla grande. Ha giocato, è stata cambiata e ha mangiato. Ah, non sopporta gli omogeneizzati. Non li comprate”
Come me” ridacchiò “Senti, io vado a casa. Verso le quattro verremo a prenderla, ok?
“Si, ti aspetto”
E gli altri come l’hanno presa?
“Benissimo! Soprattutto Seth”
Davvero? Vanno d’accordo?
Li osservai sorridendo, mentre Embry e Quil si mettevano di fianco a Seth per guardarla, mentre Seth la copriva delicatamente con una copertina ricamata… ma da dove era uscita? Ah, era di marca, dalla valigia.
“Sono… molto affiatati” dissi senza distogliere lo sguardo
Bene! Allora ci sentiamo
“Te l’ho detto che ti amo?”
Te l’ho detto che io ti amo di più?
E mandandomi un bacio,chiuse la conversazione in modo da avere l’ultima parola.
 

Edward’s pov.
Con un sospirò soddisfatto, benché non provassi la minima stanchezza, ammirai con orgoglio il lavoro di un’intera giornata.
Le paretti lilla, dipinte a mano da me e Jasper; gli scaffali di legno bianco, montati ad arte da Emmett, stracolmi di peluche e libri per bambini; una libreria bianca, la porta del suo armadio – Alice e Rose erano state irremovibili, aveva già un armadio pari a quello di Nessie –, una casetta per le bambole la sua culla e un fasciatolo completavano l’arredamento.
“Devo proprio dirlo” disse Jasper “Siamo stati davvero bravissimi”
“Siamo i migliori in tutti i campi” dissi io
“Meglio che usciamo fuori, ragazze” disse Alice “Con questi tre e il loro ego io sto decisamente soffocando”
“Ah-ah, spiritosa” disse Emmett “E voi che avete fatto da stamattina?”
“Io e Rose abbiamo comprato tutto il necessario perché Lizzie crescesse da Cullen” replicò lui
Ovvero vestiti, vestiti, giocattoli, vestiti, pannolini, ciucci, biberon e vestiti. Meno male che poi li avevano anche messi a posto.
“Io sono andata all’anagrafe e a fare tutti i giri per i documenti” disse il mio mondo, abbracciandomi. Le cinsi le spalle e le baciai i capelli.
“Io ero a scuola” disse Nessie “E i nonni sono ancora al lavoro. Dai, forza, andiamo!! Voglio andare da Lizzie!!”
E prendendoci per mano trascinò me e Bella in macchina. Ridemmo della sua impazienza mentre mettevo in moto, ma anche io non vedevo l’ora di poter stringere tra le mani quella piccola bambina.
La nostra piccola bambina, pensò Bella permettendomi di accedere ai suoi pensieri.
Sorrisi e le strinsi la mano mentre nessie mandava un messaggio a Jacob per avvertirlo.
Arrivammo al confine, infatti, lo trovammo ad attenderci a braccia conserte.
“Ehi, ciao!” ci salutò, prima che scomparissimo per restasse solo Nessie ai suoi occhi. Mia figlia si illuminò e gli corse in contro, schioccandogli un bacio sulla guancia, con gran rammarico di Rose.
“Ciao, Jake” lo salutò Bella “Allora, come è andata?”
“È andata” sospirò lui scaricando la valigia e dandomela “No, sul serio, Lizzie ci ha conquistati. È tranquilla, dolce e pacifica. Ha dormito, giocato e mangiato. Evitate gli omogeneizzati” ci mise in guardia
“Come per Nessie” ridemmo tutti
“Dov’è, ora?” chiese Jasper
“In spiaggia, sorvegliata costantemente da Seth, Embry e Quil” rispose mentre chiudevo il portabagagli “O è lei che sorveglia loro, rende meglio l’idea”
“L’avete cambiata?” chiese Alice
“Non torturo le neonate, scricciolo” replicò lui abbracciando Nessie
“Stupido. Le ha lasciato il vestito del pranzo!” sospirò Alice nascondendo il volto nel petto di Jasper, che la strinse a sé
“Non capisci nulla della moda, basta guardare come ti vesti” lo punzecchiò Rose
“Io h altre qualità, Psyco”
“La puzza e le pulci?”
“Ok, ora basta” intervenne Bella “Allora, Jacob, mi restituisci mia figlia si o no?”
“Per me non ci sono problemi” replicò lui “devi staccarla da quei tre laggiù, soprattutto da Seth. Si prendono che è una meraviglia, sarà che tra bambini si capiscono…”
“Che. Cosa. È. Successo?”
Quel ringhio minaccioso non salì solo dal petto di Bella, ma anche da quello di Rose e di Nessie.
“Seth” disse mia moglie
“È” continuò Rose
“Morto” completò Nessie, prima che il trio partisse verso la spiaggia.
Io feci in tempo a leggere nella mente di Jacob prima cha la furia mi assalisse, così evitai di ucciderlo su due piedi.
“Jacob” lo chiamai “Dovresti imparare a spiegarti”
Lui mi guardò confuso, poi capì. “EHI, TRE MOSCHETTIERI! NON È IMPRITTING!! NON LO È! FERME, STOP, BASTA! SONO SOLTANTO AMICIIII!!”
Noi quattro ridacchiammo, e ci affrettammo a seguirli.
“Buona, Liz! Metti giù lo zio Embry e lo zio Quil, dai, fai la brava! Non dar retta a quello zoticone di Seth!” stava dicendo Quil, sospeso a mezz’aria sopra il mare.
Sgranammo gli occhi. Lizzie sapeva usare la levitazione?
“Sorpresa!” esclamò Jacob “ecco, forse non ve l’ho detto, ma Lizzie sa fare anche questo”
“Ok, Lizzie, accontentiamoli” ghignò Seth, immerso fino alla vita nell’acqua, che reggeva Lizzie in modo tale che solo i piedi toccassero la superficie trasparente
“Cos… nononononono, Lizzie, non lo fare!” esclamò Quil, ma un attimo dopo, battendo le mani e ridendo contenta, Lizzie li fece cadere in acqua.
“Quella bambina è una forza” rise Jacob.
Lizzie si voltò verso di noi e si illuminò, iniziando a divincolarsi. Seth, vedendoci, ci rivolse un gran sorriso e la lasciò andare, mentre la mia piccola bambina volò verso di noi allegra, finendo dritta tra le braccia tese di Bella. Nessie le scoccò un bacio sulla guancia mentre io stringevo loro tre in un abbraccio caloroso, baciandole la fronte.
“Dovete portarcela più spesso” disse Seth arrivando “Siamo diventati ottimi amici, sai Bella? Mi piace tanto Elizabeth. Se vuoi posso farle da baby-sitter!”
“Niente impritting?” chiese lei sospettosa
“Niente” rispose lui sincero “Mi piace tanto, è buffa e simpatica! E poi, visto che sono il suo fratellastro, lei è la mia nipotinastra, quindi di famiglia!”
“Ok, allora sei assunto come tata” disse Nessie allegra, giocando con le dita di Lizzie
E mentre scoppiavano le risate generali, io fui lieto al destino che mi aveva permesso di poter vivere così a lungo da ricevere tanta fortuna.
Avevo una famiglia che adoravo.
Avevo una moglie splendida.
E ora addirittura due figlie da crescere e amare con tutto il mio cuore.

 

 

 


  
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