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Autore: black dalia    25/06/2016    2 recensioni
Sora Strife è una normale sedicenne: a due genitori a cui vuole un gran bene, un fratello minore ribelle e leggermente iperprotettivo e dei cari amici.
Ma non si è mai innamorata.
Almeno fino a quando non si trasferisce con la sua famiglia in una vecchia casa dove fa la conoscenza di Riku.
Ma è possibile amare un ragazzo morto?
(Riso, lieve Akuroku e altre coppie)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Axel, Riku, Roxas, Sora, Xemnas
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Nessun gioco
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PARANORMAL LOVE


 

Cap.6) Bisogno di aiuto

 

6 Maggio 2013

 

Roxas sbatté un taccuino sul tavolo davanti a Sora, facendola sobbalzare dalla sorpresa, mentre stava tentando di mangiare la colazione, ancora intontita dalla notte passata in bianco.
Nessuno era riuscito a tornare a dormire dopo la scoperta delle scritte: Cloud e Leon erano entrati in modalità iperprotettivo e mentre il biondo aveva cercato per tutta la casa ed anche fuori in giardino una qualsiasi traccia del vandalo che aveva osato entrare nella loro dimora, Leon dopo aver scattato delle foto alle scritte aveva tirato fuori, dall'armadio che divideva col marito, un kit della scientifica ed aveva tentato di trovare qualche impronta digitale dell'intruso ma entrambe le ricerche erano risultate inutili così, alla fine, erano stati costretti a spedire Sora e Roxas di nuovo in camera senza nessuna risposta.
Ora, mentre tutta la famiglia era seduta al tavolo in salotto a fare colazione, e Cloud e Leon parlavano dell'evento di ieri notte, Sora spostò lo sguardo dal taccuino al fratello con un'espressione assente: Roxas alzò gli occhi, muovendo il libricino più vicino alla sorella -ecco... ho bisogno che scrivi l'intera conversazione che hai avuto con Riku e tutto quello che è successo ieri notte- disse il biondino -perché?- chiese Sora non capendo l'idea del fratello -perché mi sono sbagliato e voglio capire cosa sta succedendo! Ora, scrivi!- Sora fece una smorfia ma prese il taccuino, una penna che aveva a portata di mano, ed iniziò a scrivere tutto quello che era accaduto la notte scorsa.
Dopo aver finito, la ragazza prese un cucchiaio di cereali e, dopo averli mangiati, piegò la testa in direzione dei loro genitori -che dire di loro?- chiese al fratello che si stava versando dei cereali nella scodella che aveva preso -non dobbiamo dirglielo, la verità è che non ci crederebbero... diamine! A malapena io credo che quello che sta succedendo sia opera di un fantasma!- disse Roxas, a bassa voce, finendo di versarsi il latte.
Sora aggrottò la fronte in disapprovazione -penso che, invece, dovremmo dirglielo-
-penseranno che siamo pazzi- ribatté il biondino -ma noi sappiamo la verità!- esclamò la ragazza ad alta voce, interrompendo la discussione tra Cloud e Leon -io so chi ha scritto sui muri!- esclamò Sora attirando l'attenzione dei genitori che la guardarono in attesa: la castana prese un respiro e disse -è stato un fantasma! La casa è infestata!- a quelle parole i due uomini la guardarono per un lungo minuto prima di sbattere le palpebre e ritornare a discutere -come ti stavo dicendo... è ovvio che è nel nostri interesse installare un impianto di sicurezza- disse Leon, comportandosi come se non avesse sentito nulla.
A quella noncuranza da parte dei genitori per le sue parole Sora gonfiò le guance offesa -hey!- esclamò alzandosi in piedi, interrompendo di nuovo i due uomini -dovete credermi! Questa casa è infestata da un fantasma che vuole spaventarci!- a quelle parole Leon sospirò, chiedendo con voce monotona -c'è un fantasma che sta cercando di spaventarci?-
-sì... cioè, uno di loro... ce ne sono due... l'altro fantasma, Riku, gli è successo qualcosa di brutto!-
-quindi ci sono due fantasmi?- a quella domanda, Sora annuì e Leon guardò Cloud con un sopracciglio alzato: il biondo strinse le spalle ed il castano si strofinò il ponte del naso facendo scivolare le dita sulla cicatrice; quello era il segnale che l'uomo stava diventando esasperato.
-Lo terremo a mente... ora, finite di mangiare e prendete gli zaini, devo lasciarvi a scuola prima di andare a lavoro- disse Leon tornando a girarsi verso Cloud -ma...- l'uomo alzò la mano, interrompendo la figlia -no, Sora questo è grave e anche se stai cercando di... aiutare, i fantasmi non esistono... saranno solo alcuni ragazzi che ci hanno tirato un brutto scherzo... ora, capisco che sei stanca ma si sta facendo tardi, quindi va a prepararti- Sora sospirò abbassando la testa, sconfitta; sapeva che, per suo padre, quando una discussione era finita, era finita e non c'era modo di tornare sull'argomento.
Finì di mangiare la sua colazione, dopo di che salì, mogia, le scale per andare in camera sua a preparare lo zaino ma, una volta arrivata quasi in cima alle scale, Roxas la raggiunse e le mollò un pugno sulla spalla -ahi!- esclamò massaggiandosi il punto dove il fratello l'aveva colpita -perché l'hai fatto?- gli chiese, aggrottando la fronte, guardandolo male -perché non pensi mai prima di aprire quella bocca!- le rispose il biondino con le mani sui fianchi -pensavi davvero che ti avrebbero creduto?- quando non udì alcuna risposta, Roxas alzò gli occhi al soffitto -guarda, qualunque cosa si trovi in questa casa dovrà darsi molto da fare per convincerli ad andarsene, quindi annota qualunque cosa accada di strano in quel taccuino, va bene?- e senza aspettare una risposta il ragazzo finì di salire le scale.
-Tu mi credi, vero Roxas?- a quella domanda, detta con voce titubante, il biondino si fermò girandosi verso la sorella: aveva la testa bassa e guardava il pavimento con un'espressione sconsolata.
Vedendo la sorella così affranta, il ragazzo sospirò; odiava vedere Sora triste.
-Non è che ho davvero scelta- mormorò, facendo così in modo che solo lei lo sentisse -sei mia sorella maggiore... se non posso credere a te, non posso credere a nessuno- quelle parole risollevarono l'umore di Sora che sorrise raggiante verso il fratello -grazie Roxas!-
-e di cosa?-
-di esserci sempre per me!- ed il biondino si voltò con un lieve accenno di rosso sulle guance -di nulla- rispose mormorando, finendo di dirigersi in camera.

 

 

 

 

 

 

 

 

19 Maggio 2013

 

Erano passate quasi due settimane da quando le scritte erano apparse sui muri e, da allora, Sora aveva iniziato a scrivere tutte le attività anomali che registrava in casa: il primo fenomeno, che si manifestò solo un paio di giorni dopo la scoperta delle scritte, furono le luci tremolanti, che si spegnevano ed accendevano ad intermittenza.
Cloud aveva chiamato un elettricista ma l'uomo, dopo un attento controllo, aveva dichiarato che il cablaggio della casa era in buone condizioni e non c'era nessun guasto, così se n'era andato lasciando i due adulti molto confusi.
Il secondo fenomeno, accadde un paio di giorni dopo: una mattina Leon era sceso per preparare la colazione ma, appena mise piede al piano terra, scoprì che l'intera area puzzava di cadaveri in decomposizione (una cosa con cui era entrato molto in contatto dato il suo lavoro) e quando anche il resto della famiglia scese al piano di sotto, sia Sora che Roxas dovettero correre fuori dalla porta a prendere un po' d'aria fresca per evitare di vomitare anche il loro stomaco; inutile dire che nessuno osò toccare cibo quella mattina.
Pensando che ci fossero problemi con i tubi di scarico, Leon chiamò un idraulico ma l'uomo, come era accaduto per l'elettricista, non trovò nessun problema anche se avvertì chiaramente il disagio causato dall'orrendo odore che c'era in casa.
Un'altra cosa che accadeva, ormai sempre più frequentemente, era la sparizione di oggetti: in un primo momento i due uomini pensarono che, dato che dovevano ancora finire di disimballare, gli oggetti che non trovavano si fossero persi tra gli scatoloni ancora da aprire ma, era chiaro, che questo fatto gli stava dando sempre più sui nervi.
Un giorno, Cloud aveva tirato fuori tutti i loro vestiti dall'armadio alla ricerca della sua maglia preferita, un dolcevita nero senza maniche a collo alto, solo per trovarlo, cinque ore dopo, steso sul letto come se fosse sempre stato lì.
Per ultimo, di notte si sentiva il suono di passi pesanti provenire dalla soffitta ma, ogni volta che uno dei due andava a controllare, non trovava mai nulla che facesse pensare che qualcuno si trovasse lì.
Nonostante tutto questo, però, c'era una sola cosa che dava veramente fastidio a Sora: il fatto di non aver più saputo niente di Riku da quella notte in cui era stato trascinato nel muro da quelle ombre.
La ragazza non aveva la minima idea di cosa potesse essergli successo e nemmeno se un fantasma potesse danneggiarne un altro.
Sospirando, Sora si passò una mano tra i capelli, guardando una pagina del libro di storia che doveva leggere; ma come poteva pensare all'imminente verifica di storia quando era così preoccupata?
-Sora...- una voce, lieve come un sussurro, arrivò alle orecchie della castana, facendola scattare in piedi; avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
-Riku?- chiese guardandosi attorno, stringendo tra le sue dita il ciondolo della collana, ed aggrottando le sopracciglia quando non vide nessuna traccia dell'argenteo.
-...Non posso...- sentendo ancora la sua voce, Sora si allontanò dalla scrivania, dirigendosi in mezzo alla stanza -Riku, dove sei? Stai bene?- gli chiese, continuando a cercarlo con lo sguardo -...Non riesco a... trovarti...- Sora iniziò a farsi prendere dal panico come sentì la voce del fantasma diventare sempre più debole -cosa dici?! Sono qui, nella tua camera!- la castana si morse il labbro quando non udì più nulla -Riku!- ancora, non ci fu risposta -Riku, ti prego! Voglio vederti per assicurarmi che stai bene! Per favore!- esclamò, quasi supplicando, mettendosi una mano sul cuore, stringendo la maglietta per poi abbassare la testa, mormorando -per favore... mi manchi...- un attimo dopo aver pronunciato quelle parole, Sora percepì un drastico calo di temperatura nella stanza, che la fece rabbrividire, e Riku comparve crollando fuori dal muro.
Appena vide il fantasma, la castana corse verso di lui, inginocchiandoglisi di fronte, guardandolo con ansia: il suo corpo non brillava più come prima, la sua luce era smorza e opaca e, per di più, la parte inferiore del suo corpo era scomparsa.
-Riku, stai bene? Che cosa ti ha fatto?- gli chiese, guardandolo preoccupata, non volendo far altro che poterlo stringere in un abbraccio confortante.
L'argenteo scosse la testa e si alzò, guardando la ragazza come se la notasse per la prima volta -Sora... pensavo di averti detto di andartene- disse con voce affannosa ed un cipiglio di disapprovazione mentre si ricomponeva -mi dispiace, ma Cloud e Leon non se ne andranno via senza un valido motivo e non mi hanno creduto quando gli ho detto che la casa era infestata... inoltre, non potevo andarmene senza sapere cosa ti era successo...- disse la ragazza, abbassando la testa, guardando colpevole -ero veramente preoccupata per te- mormorò, giocherellando con le dita, un po' imbarazzata -non dovevi esserlo- disse Riku, fluttuando verso la scrivania di Sora -sono già morto, non può farmi altro male-
-allora cos'è successo alle tue gambe?!- chiese la castana, avvicinandosi al fantasma e sventolandogli una mano sotto al busto per dare enfasi alla sua dichiarazione -e poi, prima, brillavi di più!- esclamò e Riku la guardò scioccato -la smetti?! E' piuttosto sconcertante!- Sora ritrasse la mano, lievemente divertita dall'espressione sconvolta dell'altro, e poi gli chiese -che cos'è successo?- a quella domanda, il fantasma sospirò -non ne sono sicuro... dopo che sono stato trascinato nel muro tutto quello che vedevo era oscurità... poi è arrivato Xemnas e mi ha... punito...- disse quella parola con un espressione addolorata -dopo di che se né andato... sentivo come se quella oscurità, in cui mi aveva lasciato, mi stesse divorando... se non avessi udito la tua voce, molto probabilmente, sarei stato completamente consumato- a quelle parole, un leggero rossore si sparse sulle guance di Sora che si girò per impedire all'altro di vederlo -beh, sono contenta che tu stia bene... e mi dispiace che non ce ne siamo andati- il fantasma sospirò -non fa niente, anzi... sono in debito con te per avermi aiutato- disse, decidendo di cambiare argomento quando notò che l'imbarazzo della ragazza stava crescendo -Xemnas vi ha dato tanto fastidio?-
-uhm, no, non proprio... fa piccole cose, niente di grave- rispose la castana e Riku trasse un sospiro di sollievo -meno male... spero che non agisca più in modo così violento anche se, conoscendolo, dubito che starà buono ancora a lungo- disse il ragazzo, lasciando il suo sguardo vagare nella stanza fino alla scrivania notando il libro aperto -che cosa stai leggendo?- gli chiese incuriosito: Sora si voltò e vide l'argenteo guardare il suo libro di testo con interesse -oh, è il mio libro di storia... venerdì ho una verifica sulla prima guerra mondiale e stavo studiando-
“beh, cercando di studiare” si corresse mentalmente la ragazza.
-La guerra mondiale?- chiese Riku con voce incredula ed un po' intimorita, facendo sorridere Sora -oh, giusto! E' successo dopo la tua morte!- poi notando l'espressione d'interesse sul volto dell'argenteo gli disse -puoi leggerlo se vuoi, io ho ancora tempo per studiare!- il fantasma allungò la mano, lasciandola aleggiare sopra la pagina, mentre un piccolo sorriso gli si dipinse sul volto -è strano- disse -che cosa?- gli chiese la castana, piegando la testa di lato, incuriosita -sono stato in questa casa così tanto tempo ma tu sei la prima persona che mi ha offerto qualcosa- rispose Riku alzando lo sguardo verso di lei finché i loro occhi non s'incrociarono -grazie- ed il sorriso sul suo volto crebbe facendo aumentare il rossore sulle guance di Sora -non è niente, è solo un libro- disse la ragazza, grattandosi la testa nervosamente mentre sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco che non sapeva spiegare; le sembrava quasi che delle farfalle svolazzassero dentro di lei.


Era passata un'ora da quando Riku aveva iniziato a leggere; aveva avuto un po' di difficoltà, all'inizio, nel girare le pagine, visto che la sua mano non poteva toccarle, ma poi aveva capito come fare: gli bastava girare la mano di scatto, vicino alla pagina, per creare un piccolo sbuffo di vento così non aveva più avuto problemi ed aveva continuato a leggere fino ad allora.
Sora spostò la sua attenzione dal manga che stava leggendo alla porta quando sentì dei passi veloci e la voce di suo fratello chiamarla: Roxas si fermò, quasi scivolando, davanti all'entrata della sua camera, con lo skateboard sottobraccio -hey! Hayner ha chiamato! Vado allo skatepark e poi rimango a cena a casa sua!- esclamò, contento di poter uscire con l'amico -bello! Verranno anche Pence ed Olette, giusto?- gli chiese la sorella sorridente; a lei piaceva Hayner, era un ragazzo simpatico e divertente, ma tendeva a cacciarsi nei guai trascinando suo fratello con se.
Fortunatamente, entrambi, potevano sempre contare su Pence ed Olette che, essendo i più maturi e responsabili del gruppo, li tenevano fuori dai guai più grossi.
Alla domanda della sorella, Roxas alzò gli occhi al soffitto -sì, vengono anche loro... è bello sapere che ti fidi di me e Hayner per agire come due persone responsa...- il ragazzo non finì la frase perché le parole gli morirono in gola quando vide una pagina del libro, che Sora aveva sulla scrivania, girare da sola.
Impallidì leggermente prima di riuscire a ricomporsi -Riku è qui?- chiese alla sorella, assottigliando lo sguardo -sì, sta leggendo!- gli rispose allegramente la castana.
Il biondino entrò nella camera avvicinandosi alla scrivania e riuscendo, fortunatamente, a puntare il fantasma -okay, Riku, ascoltami!- disse Roxas facendo girare il fantasma verso di lui con un'espressione leggermente divertita sul volto -sto impostando alcune regole di base! Numero uno: non entrare in questa stanza quando Sora non vuole.
Numero due: se la spaventi troverò un modo per farti del male.
Numero tre: se tenti di spaventarmi troverò un modo per spedirti all'inferno, chiaro?- l'argenteo non disse nulla ma alzò gli occhi e si rigirò verso il libro, tornando a leggere.
-Ti ha sentito...- cinguettò Sora, ridacchiando internamente per la reazione del fantasma alle parole del fratello -lui ha annuito-
-non l'ho fatto!- esclamò Riku senza voltarsi -che cos'ha detto?- chiese Roxas aggrottando la fronte -niente- gli rispose Sora, cercando di nascondere il suo divertimento.
Il biondino sbuffò e si mise una mano sul fianco -fa come vuoi, ma sappi che se lui ti fa qualcosa sarà solo colpa tua!- disse per poi azzittirsi quando sentì il rumore della porta d'ingresso che si apriva -Leon dev'essere tornato- disse il ragazzo ma aggrottò la fronte quando sentì un forte tonfo proveniente dal piano di sotto -ehi, cosa sta succedendo laggiù?- chiese e la risposta gli arrivò subito dopo quando udirono Cloud esclamare -Leon!- avvertendo il tono preoccupato del loro genitore, i due ragazzi si fiondarono fuori dalla camera, Sora abbandonando sul letto il suo manga, e corsero giù dalle scale, fermandosi sugli ultimi gradini vedendo Cloud che controllava le pulsazioni di Leon mentre quest'ultimo era a terra privo di sensi.
-Che cos'è successo?- chiese Roxas notando l'espressione corrucciata del padre -non lo so... è entrato, ha chiuso la porta, poi è inciampato ed è caduto- rispose Cloud emettendo un sibilo preoccupato -dannazione, non si sveglia... Roxas vai a prendere il telefono, è meglio chiamare un ambulanza- disse il biondo preoccupato.
Sora strinse le dita attorno alla balaustra, guardando il fratello scendere gli ultimi gradini e dirigersi in salotto per prendere il telefono, voltando poi lo sguardo verso Cloud che continuava a cercare di svegliare Leon.
La ragazza avvertì un brivido e si voltò alla sua sinistra solo per vedere Riku affianco a lei: dandogli un sorriso esitante, la castana si apprestò a scendere gli ultimi gradini quando l'argenteo la fermò gettando il braccio davanti a lei -non andare laggiù- gli disse con una nota di avvertimento nella voce -ma Leon...- iniziò Sora fermandosi quando vide il volto del fantasma: era serio ed il suo corpo era incredibilmente teso.
Riku guardò con circospezione il castano, dopo di che disse con voce alta e forte -Xemnas, esci dal suo corpo!- appena dopo che l'argenteo ebbe pronunciato quelle parole, gli occhi di Leon si aprirono di scatto e Sora rimase senza fiato: gli occhi di suo padre non erano più di quel grigio tempesta che sembrava risplendere come se fosse attraversato da lampi ma erano spenti, quasi senza vita, come se non fosse cosciente.
-Sei diventato abbastanza audace, Riku... ora osi darmi degli ordini- disse Leon alzandosi da terra con movimenti goffi, facendo aumentare in Sora la paura che la persona che stava guardando non era affatto suo padre.
Cloud aggrottò la fronte alle sue parole -Leon, chi è Riku? Stai male?- gli chiese ed allungò una mano per toccargli la fronte ma il castano la scansò con uno schiaffo -non toccarmi!- esclamò, spostando lo sguardo verso le scale, dove si trovavano Riku e Sora: fece dei passi verso di loro, ridacchiando cupamente -non avrei mai pensato che avresti avuto il coraggio di ribellarti ma, forse, la colpa è della persona da cui sei stato influenzato ultimamente- Leon puntò lo sguardo negli occhi di Sora ed, in quel momento, la castana capì che quello che aveva davanti non era, sicuramente, suo padre.
Riku si portò davanti a lei, protettivo, aprendo le braccia ed alzando il mento in segno di sfida -non ti permetterò di farle del male, Xemnas- a quelle parole, l'uomo ridacchiò -come se hai scelta- disse, avvicinandosi alla ragazza di un altro paio di passi.
Sentendosi sempre più come un animale in trappola sotto lo sguardo di un cacciatore, Sora iniziò ad indietreggiare, risalendo le scale, spostando lo sguardo verso l'unico altro adulto in camera -Cloud...- sentendo la paura filtrare dalla voce di sua figlia, il biondo avanzò verso il marito parlando a bassa voce -Leon, stai spaventando Sora e sono ancora preoccupato per la caduta... probabilmente hai preso una brutta botta ed è meglio se ti fai vedere da un dottore- disse l'uomo afferrandogli il braccio solo per avere il castano girarsi e dargli un pugno in faccia -ti ho detto di non toccarmi!- esclamò con una punta di veleno nella voce.
Cloud scosse la testa, massaggiandosi la mascella ferita; aveva dimenticato quanto Leon colpiva duro.
Il biondo non perse altro tempo ed afferrò, di nuovo, il braccio dell'altro -perché diavolo mi hai colpito, Leon?- gli chiese solo per avere come risposta un calcio nello stomaco che lo inviò a sbattere contro il muro.
Tossendo, il biondo si risollevò da terra, tenendosi la pancia ed inciampando verso Leon che stava iniziando a salire le scale per prendere Sora: lo afferrò per il retro della camicia e lo tirò di nuovo al piano terra.
Leon, immediatamente, si girò verso di lui iniziando a colpirlo con pugni e calci che il biondo parava come meglio poteva quando, infine, riuscì a prendergli entrambe le braccia ed a spingerle dietro la schiena, bloccandolo.
Ansimando, Cloud tirò il castano al petto, ignorando il dolore che percepiva per via dei colpi subiti -Leon! Smettila! Sono io, Cloud!-
-lui non si fermerà- disse Riku con un'espressione grave e Sora deglutì preoccupata, ripetendo al padre quello che aveva detto il fantasma -Cloud, quello non è Leon! Non la smetterà perché è posseduto!-
-non ora, Sora- disse il biondo stringendo la presa sulle braccia del marito -ma è vero! Il fantasma dentro di lui si chiama Xemnas!- nel sentire quelle parole Leon si lanciò in avanti, urlando con rabbia, mentre Cloud riuscì a stento a trattenerlo -non pronunciare il mio nome così alla leggera, mocciosa! Ho ucciso per molto meno!- e, con una nuova raffica di forza, scattò la testa all'indietro colpendo Cloud che lasciò la presa tenendosi il naso nel dolore.
Sora sentì la paura stringerle il petto quando i suoi occhi e quelli del castano s'incontrarono; il lampo predatorio che ci vide la fece tremare dal terrore.
Guardò con la coda dell'occhio Riku irrigidirsi accanto a lei, capendo solo in quel momento che il fantasma non poteva fare niente per aiutarla, come Leon si avvicinava sempre più ma, proprio in quel momento, una voce si levò, forte e chiara, dietro all'uomo -ehi, Xemnas!- ne seguì un forte schianto e l'uomo inciampò, sbattendo gli occhi e cadendo in avanti svenuto, rivelando Roxas con lo skateboard alzato sopra la testa ed un'espressione cupa -nessuno tenta di far del male a mia sorella! Sopratutto, non usando il corpo di mio padre, stronzo!- esclamò il ragazzo con evidente rabbia nella voce.
A quella vista, Sora sospirò di sollievo mettendosi una mano sul cuore -stai bene?- gli chiese Roxas e lei annuì, scendendo le scale, aggirando il corpo privo di sensi di suo padre, e avvicinandosi a Cloud che si stava raddrizzando, tenendosi un braccio avvolto intorno alle costole dove aveva subito i colpi più duri.
-Cosa diavolo è successo?- chiese il biondo guardando il marito svenuto -ti ho detto quello che è successo: Xemnas lo stava possedendo- rispose Sora, mordendosi il labbro per poi sussurrare a Riku -sta bene, adesso?- il fantasma guardò Leon attentamente prima di annuire -sì, Xemnas è andato... sarà tornato normale quando si sveglierà-.
Poco dopo aver pronunciato quelle parole, un lieve gemito di dolore si levò dal corpo di Leon facendo irrigidire il trio: esitante, Cloud s'inginocchiò accanto a lui, guardando gli occhi di suo marito aprirsi e, constatando, che erano tornati del loro solito colore.
-Che... che cos'è successo?- chiese il castano, guardando il biondo accanto a lui, notando i lividi sul volto e sulle braccia.
-Sei svenuto... poi hai minacciato Sora e hai resistito quando ho tentato di calmarti- rispose Cloud -quello che vuole dire...- s'intromise Roxas -è che avresti ucciso Sora se non fosse intervenuto ma poi lo hai picchiato e così ho dovuto colpirti con lo skateboard facendoti perdere i sensi-
-l'ho fatto davvero?- chiese Leon sconcertato, per poi rivolgersi a Cloud, aggrottando la fronte mentre si massaggiava il retro della testa -perché non mi hai combattuto?-
-non volevo farti male... OW! Leon! Che diamine!? Mi hai già colpito lì!- esclamò il biondo, tenendosi il volto, dopo aver ricevuto un pugno sul naso dal marito.
-Questo, Cloud Strife, è perché sei un'idiota! Avresti dovuto rendermi subito inoffensivo! Come diamine pensi che avrei reagito se, adesso, mi fossi svegliato e mi avresti detto che avevo fatto del male a nostra figlia, eh?!- esclamò il castano arrabbiato, per poi girarsi verso Sora con un'espressione di dispiacere dipinta sul volto -non ti sei fatta male, vero?- le chiese sentendosi in colpa -no, non ti preoccupare... so che non eri tu che volevi farmi del male- gli rispose la ragazza.
Leon chiuse gli occhi e ripensò a quanto era appena successo: lui non ricordava nulla di quello che era accaduto... l'ultima cosa che ricordava era che entrava in casa e poi il buio più totale.
Sospirò e riaprì gli occhi, guardando verso suo figlio minore -Roxas, ti ricordi di quelle persone di cui mi hai parlato la settimana scorsa?- il ragazzo annuì mentre gli altri due occupanti della stanza sbatterono le palpebre in confusione -chiamali-
-ma non avevi detto che non avevamo bisogno di loro?- chiese il biondino con un sorriso sornione mentre Cloud aiutò Leon a rialzarsi -le cose sono cambiate...- disse con un tono serio -finché non ci costerà soldi non m'importa quello che fanno- e si diresse verso la cucina, insieme al marito, per prendere un po' di ghiaccio per la sua testa e per i lividi del biondo.
-Roxas, di cosa sta parlando?- chiese Sora al fratello, piegando leggermente la testa di lato, confusa: il ragazzo sorrise, rispondendole -ho fatto una piccola ricerca per conto mio ed ho trovato questo piccolo gruppo di investigatori dell'occulto... certo, sono ancora al college ma penso che potrebbero fare al caso nostro-.

 

 

 

 

 

 

 

 

24 Maggio 2013

 

Due vetture scure entrarono nel vialetto della casa degli Strife nel tardo pomeriggio di venerdì.
Un giovane uomo uscì dal lato passeggeri di una delle due auto, saltellando sul posto come se fosse pervaso da un'insolita euforia alla sola vista della dimora.
-Wow! Guarda Zexion, questa casa è fantastica!- esclamò chiamando il guidatore dell'auto che, in quel momento, stava scendendo dal veicolo: l'uomo era di bassa statura, aveva una corporatura sottile, il viso dai lineamenti affilati ed aveva corti capelli color ardesia con un ciuffo che gli copriva la parte sinistra del viso.
Zexion guardò la casa dando, poi, una scollata di spalle -siamo stati in posti migliori... anche se fornisce la descrizione stereotipata- disse volgendo lo sguardo all'altro uomo che lo fissava con un'espressione assente: Zexion alzò gli occhi al cielo e spiegò -è la casa più antica del quartiere, le altre abitazioni devono esserle state costruite attorno... usa gli occhi, Demyx-
-per non dire che urla: sono infestata! Giusto?- chiese una terza voce, proveniente da un altro uomo che era appena sceso dalla seconda vettura.
Zexion e Demyx si voltarono -non ci hai ancora detto cosa sta succedendo in questa casa- disse primo alzando un sopracciglio sottile -questo, perché non lo so... ci siamo mandati
diverse e-mail ma non mi ha mai detto molto- rispose l'uomo, buttando la sigaretta che stava fumando a terra e spegnendola col tacco dello stivale -comunque, lo scopriremo tra poco- disse iniziando ad avvicinarsi alla casa.
-Sembra felice, oggi- disse Demyx sorridendo, mentre andava incontro ad una ragazza che era appena scesa dal lato passeggeri della seconda auto -vieni Namine, siamo arrivati!- esclamò prendendo per mano la biondina per accompagnarla fino alla casa.
-Demyx, sai che io non entro fino a quando tutti i residenti sono fuori, è l'unico modo per avere una lettura pulita e, per quanto riguarda Axel...- disse puntando all'uomo con i capelli rosso fiamma che stava per suonare il campanello -credo che sia solo felice di avere tra le mani un possibile caso vero-.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!
Rieccomi di ritorno! Scusate se ci sono volute tre settimane per questo nuovo capitolo ma sono tornata più tardi del previsto, spero mi perdoniate ^^’
Intanto, scopriamo come la nostra cara famigliola viene perseguitata dal fantasma che, come detto da Sora, fa solo piccole cose almeno fino a quando non prende possesso di Leon per far del male alla nostra cara castana che, fortunatamente per lei, può contare su un fratello molto protettivo (Vai Roxas! Sei tutti noi! Difendi la tua sorellona dai cattivi! XD).
Alla fine, finalmente, i due adulti ammettono che in casa loro non è tutto normale (come se lo fosse mai stato) e chiedono aiuto a dei giovani “gostbuster” e qui entrano in scena personaggi che ben conoscete, compreso una testa rossa amante del fuoco che tutti noi (o almeno io) adoriamo: Axel.
Cosa scopriranno i giovani investigatori dell’occulto nella casa della nostra famigliola?
Cosa succederà?
Lo scoprirete solo continuando a seguire questa storia! ^^
Ora vi lascio e vi avviso che, siccome ho finito tutti i capitoli già pronti, il prossimo lo devo finire di scrivere e dovrei riuscire a pubblicarlo tra un paio di settimane, se ritardo ancora spero che non vi arrabbiate ma non ho sempre tempo per scrivere (anche se mi piacerebbe).
Vi auguro buone vacanze!
Saluti e baci da black dalia

  
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