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Autore: Light Lynx    26/06/2016    2 recensioni
Una giovane coppia troppo impegnata a salvare Parigi per nascere. Sempre contrastata nel scoprire chi si cela sotto la maschera, chi è il reale oggetto del proprio amore.
Quella che andrò a narrare sarà la storia di questi due eroi, e della loro storia, delle loro peripezie e delle loro avventure nel sconfiggere un nemico che mai avrebbero creduto potesse esistere. Una minaccia ben maggiore di Paplion, e molto peggiore del non poter stare assieme per sempre.
enjoy
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I due kwami entrarono silenziosi nella stanza. Entrambi i ragazzi dormivano accoccolati l'una sull'altro, i respiri tranquilli e sincronizzati.

Plagg fluttuò lentamente verso il padrone del miracolus del gatto. Adrien aprì lievemente un occhio: -Non si usa più bussare?- ironizzò sbiascicando parole poco pensate verso l'esserino nero fluttuante di fronte a lui.

Tikki si avvicinò scattante al ragazzo: -Sta bene?- chiese alludendo a Marinette ancora addormentata sul petto di lui. Adrien annuì accarezzandole i capelli finalmente asciutti. Un sorriso leggero gli marcava il volto. Strinse tra le braccia il corpo semi inerme della ragazza in una coccola. Marinette si divincolo svogliata svegliandosi all'improvviso dal sonno profondo. Sbatte diverse volte le palpedre prima di rendersi conto di dove fosse con chi e come mai; il primo gesto fu quello di allontanarsi velocemente, ma la stretta di lui le impediva di andarsene. Adrien la strinse a sé con più forza, impedendole di divincolarsi, continuava ad accarezzarla come per comunicarle che andava tutto bene. Il ragazzo continuava a stringera a sé come per proteggerla da un nemico invisibile.

-Scusate se vi interrompo piccioncini ma Nathalie ti sta cercando disperata. Se tuo padre scopre che sei sparito per lei è finita.- la voce di Plagg era pungente con una sfumatura di supponenza.

Adrien rispose con un occhiata torva al kwami: -Che ore sono?-

-Quasi l'una di notte.- rispose secco lui girandogli attorno al volto.

Marinette ancora addormentata non si rese conto della notizia, continuando a sonnecchiare tra le braccia del ragazzo.

Adrien sospirò con far di resa: -Torniamo a casa, diremo che non riuscivo a dormire e che sono andato a fare un giro al parco e ho perso la cognizione del tempo, fa notte troppo presto a marzo.-

Il kwami annuì nascondendosi sotto la camicia del padrone: -Hey! Ma io ho fame!- urlò da sotto il nascondiglio.

-A casa Plagg.-

-Non sperare che ti ci riporti io a casa.- rispose scattando fuori dalla sua tana favorita.

-Allora niente pappa, decidi gatto molesto.-

Plagg roteò gli occhi in segno di fastidio: -Va bene, ma niente cataclisma, non credo di farcela.-

Adrien annuì, mosse leggermente le gambe tentando di spostare la ragazza, saldamente ancorata a lui. -Non andare.- sussurrò svegliandosi.

Adrien si lasciò cadere nuovamente al muro: -Devo, non vorrei ma devo.-

La ragazza si fiondò sul suo petto: -No.-

Adrien le prese il volto tra le mani: -Non posso far licenziare Nathalie.- replicò con un largo sorriso -E poi non credo che i tuoi genitori siano così felici di trovarmi in camera tua con te addosso.- continuò ridacchiando.

Marinette si staccò dal caldo corpo di lui comprendendo quanto lui volesse intendere nonostante la mente ancora non sveglia: -Erano usciti a cena, non so se siano già tornati.-

-Meglio non fargli trovare sorprese, no?- ironizzò lui.

-No…- il tono mogio di lei segnava la sua resa difronte ai fatti.

Adrien si tirò in piedi con uno scatto e si stiracchiò vistosamente. I muscoli della schiena e del collo si tesero sotto lo sforzo vibrando lievemente, le lunghe mani si chiusero e aprirono diverse volte intrecciansi nei modi più disparati mentre il ragazzo manteneva l'equilibrio sulle punte. La camicia bianca e la maglia nera si sollevarono seguendo il movimento delle spalle tirate verso l'alto, mostrando un leggerissimo segno di tartaruga addominale sulla pelle scoperta. Marinette affascinata non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, mentre il rossore abbituale faceva la sua comparsa.

Adrien ridacchiò accorgendosene. -Meglio se vado.- annunciò finito lo stiracchiamento.

Marientte, ancora a terra intontita, alzò lo sguardo: -Mi prometti tornerai?-

-Ora che ti ho trovato?- rispose ridendo fragorosamente. Marinette lo guardò sbieco senza capire il significato della risata, si tirò faticosamente in piedi senza staccargli gli occhi di dosso. Adrien scattò in avanti stringendole il collo con le braccia -Ora che ti ho trovato nulla ti toglierà più da me. Nulla.-

Marinette titubante rispose all'abbraccio stringendo l'esile corpo sul suo. I due Kwami fluttuavano nella stanza aspettando i comodi dei compagni: l'uno infastidito dal troppo amore l'altra intenerita da esso.

Adrien staccò di scatto il braccio destro dalla ragazza tendendolo nel vuoto, l'altro saldamente attaccato a lei: -Plagg! Trasformami.-

Il kwami venne risucchiato nell'anello avvolgendo il ragazzo di piccole forme di energia dal colore verdognolo.

Marinette si stacco da lui sorridendogli: -Chat…- la mente ella ragazza lenamente iniziava a rendersi conto della duplice identità del ragazzo.

Il gatto inclinò la testa curioso: -Sì?- La voce di lui fece uscire Marientte dal turbine dei suoi pensieri, lasciandola stordita per qualche istante. -Vuoi chiedermi qualcosa?-

La ragazza annuì scavando nella sua mente una qualunque domanda che impedisse all'eroe di allontanarsi.

-Come mi hai trovato ieri?- annunciò infine lei stessa insicura delle parole appena pronunciate.

Il gatto sorrise ridacchiando mostrando i denti affilati: -È da ballo che avevo dei dubbi se eri o meno te la ragazza che si nascondeva dietro la figura della grande Ladybug. Quella sera ti riportai qui e comparve Tikki, non mi disse esplicitamente che eri tu, o cose simili, ma da quel moento la mia mente ha iniziato a cavalcare fantasticando. Quanto poi ti invitai fuori desideravo che tu incontrassi Ladybug proprio per avere una prova. Tutto nella mia mente era così ovvio eppure così incerto. Alla fine nel momento del bisogno mi sono spinto qui, non so se in quel momento la mia mente abbia capito, o accettato, il tuo segreto ma in ogni caso volevo venire da te. Mi sei sempre stata vicina sia da Chat Noir sia come Adrien, sapevo di poter contare su di te anche questa volta. Il fatto che mi sentissi pronto a rivelare proprio a te la mia identità credo fosse legato proprio ai dubbi sulla tua.-

Marientte continuava ad annuire senza staccare gli occhi da lui, non si aspettava una risposta tanto profonda ad una domanda tanto banale.

-E tu? Come sapevi sarei arrivato qui? Come Ladybug potevi metterti ovunque per curarmi, invece hai deciso di tornare proprio qui.-

Marinette prese a mordersi un labbro nervosamente, pensò un attimo a come spiegare la situazione confusa che aveva in testa e scava in cerca di una risposta che neanche lei aveva: -Innanzitutto: ero spaventata, sono scappata nel posto più rassicurante che mi veniva in mente iniziando poi a sperare per il meglio. Sapevo che Chat Noir mi avrebbe trovato. Non sapevo come, anche se so che hai olfatto, vista, udito e istinto animaleschi quindi ero certa saresti arrivato da qualche parte magari seguendo l'odore di Ladybug. Non so come fossi certa che saresti comparso da quella botola… eppure lo ero e ti ho aspettata in silenzio pronta ad aiutarti. Dopo il Lucky Charm il potere di Tikki si è affievolito fino a sparire. Si è sforzata di lasciarmi lo yo-yo e le bende ma le è costato molto. Ha insistito per mantenere attivo anche lo yo-yo a lungo, sapeva che non avresti fallito la missione. Nonostante tutto, sono felice che tu mi abbia trovata. Mi mancava il tuo profumo...- lasciò che l'ultima frase le sfuggisse in un sussurro.

Lui le sorrise facendo scoccare la coda in aria: -D'ora in poi saprò sempre dove trovarti, non sarai mai più sola.- il sorriso felino di lui la inondava con la sua bellezza -Ci vediamo domani a scuola?- le chiese.

-Sicuro.- rispose lei con un sorriso. -Ti accompagno sopra.- concluse avviandosi alla botola.

Marinette tentò di aprire la botola facendo il minor rumore possibile; non appena sentì che il passaggio era aperto fece segno al gatto di iniziare a salire. Chat si inchinò profondamente socchiudendo gli occhi: -Dopo di lei.- con un ridacchio la ragazza si avviò sulle scale. -Ti aspetto.- gli sussurrò superandolo. Tikki svolazzava al fianco di lui con occhio torvo. Il Kwami colpì il ragazzo alla testa una volta compreso l'obbiettivo della sua gentilezza. -Potresti evitare?- sussurrò il piccolo essere al ragazzo sperando che la compagna non la sentisse. Chat alzò le spalle cercando di scacciarla: -Che c'è! Anche l'occhio vuole la sua parte… lei mi ha visto praticamente nudo!- rispose sullo stesso tono del Kwami. Tikki lo colpì nuovamente: -Questo non ti da il permesso di scrutarla così!-

Del rossore comparve sul volto della ragazza mentre ascoltava i discorsi dei due inutilmente bisbigliati.

-Lascialo stare Tikki.- Disse lei interrompendo la discussione. -Non stava facendo nulla di male.- il rossore si fece più intenso al solo pensiero di cosa potesse passare per la testa del ragazzo.

Il Kwami le scattò affianco poggiandosi offesa sulla spalla di lei. -Non dovrebbe.-

-Tranquilla piccola, non vuole farmi del male.- Marinette si voltò guardandolo negli occhi. Sorrise lievemnte mentre il rossore compariva anche sulle gote di lui. Marinette si sporse dalla botola ponendogli una mano a cui aggrapparsi. Il gatto le balzo affianco senza fatica quasi canzonandola.

Chat le appoggiò una mano sul fianco avvicinandosi a lei, quasi in segno di scuse per il gesto dell'attimo prima: -Meglio se vado davvero.-

Marinette lo canzonò: -è già la terza volta che lo dici.-

-Giusto, giusto.- Il gatto mosse qualche passo verso la ringhiera del terrazzino. Si voltò di scatto a guardare la ragazza: -Tikki.-

Il Kwami lo guardò un attimo prima di scostare lo sguardo offeso con le braccine incrociate: -Mh?-

-Puoi lasciarmi un attimo solo con la tua compagna?-

Quella ringhiò qualche parola sconnessa sbuffando prima di sparire nella stanza di lei.

Il ragazzo colmò la distanza tra loro con un solo lungo passo. La notte era particolarmente buia quella sera, sapeva che la ragazza non poteva vederlo tanto bene quanto lui vedeva lei. Strinse i fianchi di lei abbastanza da far si che gli artigli le sfiorassero la schiena. Avvicinò il volto a quello di lei, lasciando che le due fronti si sfiorassero. Strusciò appena il volto su quello di lui mentre un sorrisino ebete gli segnava la faccia.

-Cosa vuoi gattino?- chiese con tono intenerito dai comportamenti di lui.

Il ragazzo ridacchiò come sempre. -Mi chiami sempre gattino quando mi vedi in questa forma e non sei Ladybug.-

-Come dovrei chiamarti se no? Sei un gattino, quindi ti chiamo gattino, no?-

-Io sono un macho gatto!- ironizzò lui in risposta.

-Un macho gatto?! Cosa diamine significa?-

Chat Noir rispose alla provocazione rapidamente. Poggiò le sue labbra su quelle della ragazza artigliandole la schiena così da spingerla a sé. Come al bacio precedente gli occhi di Marinette si dilatarono in risposta al gesto così improvviso del gatto. Sì rilassò qualche istante dopo, socchiudendo gli occhi e lasciandosi stringere in quella fredda notte parigina.

Il gatto staccò le labbra umide da quelle di lei, ancora intontita per l'azione di lui. -Questo.-

-Ah… allora mi piace che tu sia un macho gatto.-

-Non è la prima volta che ti bacio.- le ricordò lui con una risata.

-Neanche io.- rispose lei ammiccando.

-Cosa? Guarda che quello dell'ultima volta non vale, ti ho baciato io.- giustificò lui senza capire.

-Appunto gatto. Ci sono molte cose che non sai.- disse lei ridendo mentre si liberava dall'abbraccio di lui.

-Ma…-

La ragazza si appoggiò alla ringhiera lasciando che l'aria fredda le passasse tra i capelli. -Non dovevi andare?-

Il ragazzo ridacchiò alla provocazione di lei: -Sì, stavolta sì.-

Chat Noir saltò sulla ringhiera del terrazzino, si voltò un attimo verso la ragazza, le sorrise ampiamente, invisibile nella notte, prima di sparire nel buio.

   
 
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