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Autore: GeaRose Malfoy    28/06/2016    11 recensioni
"Rose Weasley aveva scelto una casa nel Barnes, un delizioso quartiere di Londra che l'aveva subito rapita.
Una zona residenziale con tantissimo verde che costeggiava il Tamigi, prediletta da tantissime famiglie con bambini. Le case caratteristiche e i diversi cottages erano piacevoli, discreti, assolutamente squisiti.
Essendo un quartiere benestante non mancavano negozi, ristoranti, pub e le strutture sportive e, soprattutto, le scuole erano di ottima qualità. Ed era tutto ciò di cui Rose aveva bisogno."
Rose Weasley ha ventisei anni, una pasticceria, una casa nella Londra babbana, un gatto di nome Spongebob, una macchina blu, settemila euro nel conto in banca e, la cosa più importante, una figlia. Ma chi è il padre?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Rose Weasley aveva scelto una casa nel Barnes, un delizioso quartiere di Londra che l'aveva subito rapita.

Una zona residenziale con tantissimo verde che costeggiava il Tamigi, prediletta da tantissime famiglie con bambini. Le case caratteristiche e i diversi cottages erano piacevoli, discreti, assolutamente squisiti.

Essendo un quartiere benestante non mancavano negozi, ristoranti, pub e le strutture sportive e, soprattutto, le scuole erano di ottima qualità. Ed era tutto ciò di cui Rose aveva bisogno.

Viveva lì da ormai quattro anni ed aveva imparato ad ambientarsi perfettamente.

“Mamma?” mormorò una bambina dal viso completamente cosparso di lentiggini, mentre con le piccole manine cicciotte si versava del latte nella tazza per la colazione.

“Si, tesoro?”

“Questi sono gli ultimi biscotti al cioccolato. Dopo scuola mi porti a comprarne di nuovi?” chiese, indicando con il dito i cinque biscotti impilati davanti a lei, pronti per essere inzuppati.

Rose sorrise materna, di quel sorriso caldo che rivolgeva solo a sua figlia.

“Certo, tesoro, non volevi anche fermarti in biblioteca? A zia Lucy farebbe piacere rivederti.”

“Oh si,mamma, sì! Mi piace tanto andare dalla zia Lucy! L'ultima volta c'era anche zia Molly, ti ricordi mamma, eh?”

Per l'ennesima volta Rose sorrise , provando un caldo e denso sentimento espandersi nel petto. Quanto amava sua figlia, bellissima, la sua piccola.

La tenerezza di quegli occhioni nocciola e i lunghi e riccioluti capelli capelli rossi avrebbero fatto sciogliere anche il cuore più rigido e duro.

Bastava guardare suo zio Percy, che con i fratelli , con i figli e con la maggior parte dei nipoti era sempre stato molto severo, ma con la piccola Mhina si scioglieva alla pari d'un tocchetto di burro al sole.

Lanciò un'ultima occhiata a sua figlia, per poi alzarsi e posare nel lavello della modesta cucina la propria tazza vuota.

“Forza Mhina, finisci di fare colazione e vai a lavarti i denti. Se non ti sbrighi faremo tardi.”

Rose afferrò la borsa e si allacciò le scarpe da ginnastica, per poi caricare la lavastoviglie con i piatti della sera prima e della colazione appena consumata.

“Mhina, faremo tardi!”

Allivo momma!”

“Ricordati lo zaino! Sono le sette e quarantacinque!”

Si sentì un rumore e passetti veloci, tipici dei bambini.

“Eccomi! Sono pronta, capo!” ridacchiò la bimba, portandosi il palmo della mano dritto sulla fronte.

“Forza furbacchiona, andiamo!” rise Rose a sua volta, che con un gesto fluido infilò un cappellino bianco sul capo di sua figlia.

Rose aprì il portone verde scuro, subito Mhina si fiondò giù per le scalette mentre lei ancora chiudeva l'ingresso.

Salirono in macchina, fece partire i Beatles e Mhina provò a canticchiare “Twist and Shout”.

Attraversarono il vialetto di casa, superarono parecchie case, osservando le villette con i tetti leggermente innevati, i prati artificialmente verdi e, una volta scese dalla macchina davanti alla scuola elementare della piccola Mhina, arrivò alle loro narici anche il delicato e fragrante profumo del pane appena sfornato.

Rose le diede un bacio in fronte e le porse una busta con dentro un paio di panini ed una mela fresca.

“Buona scuola e buon pranzo, fai la brava, amore. Ci vediamo dopo.”

Mhina mise in mostra i dentini lavati da giusto dieci minuti e regalò a sua madre un sorriso scintillante ed allegro.

“A dopo, mamma!” e facendo svolazzare i suoi lunghi capelli, corse dentro l'edificio, giusto in tempo per incontrare la sua amichetta Kelly ed essere puntuale con la campanella.

 

 

 

 

***

 

 

Rose si diresse a passo svelto verso una piccola, ma famosa, pasticceria in fondo alla via.

La Rose's Bakery – sì, un nome molto originale – è piuttosto famosa nel centro di Londra.

Un locale modesto, all'esterno di un delicato rosa pastello ed una grande insegna di legno scuro.

Vetrine tipicamente inglesi, che spuntano in mezzo ai palazzi bianchi e neri vittoriani di Londra.

L'atmosfera che si respira è accogliente e rilassante, come sentirsi a casa. Lo stile è semplice e casalingo. La scelta del bancone di legno, degli espositori e del pavimento, anch'esso di legno, del profumo speziato e zuccheroso fa si che i clienti vengano completamente conquistati.

Da dietro il bancone si può scorgere uno scorcio di cucinotto affacciato sul cortile interno. Esso arredato con tavoli avorio, fiori profumati e in un angolo altalene e scivolo per tenere occupati i bambini.

All'interno della pasticceria, invece, ci sono comodi divanetti, sedie in pelle, tavolini di vetro con le gambe in ferro battuto, mensole di cristallo ricolme di fotografie e vasi di fiori freschi.

Vengono serviti tea di ogni tipo: dalla rosa canina al gelsomino, dallo zenzero ai frutti di bosco, dai fiori d'arancio a quello al peperoncino, tea bianco, verde e, ovviamente, il classico nero.

Sono serviti in teiere di ceramica delicata, eleganti e graziose, tazzine decorate a mano e tovaglioli colorati.

Quello è il mondo di Rose, dove vive e respira, dove sforna dolci con passione e dove lei si sbizzarrisce in ogni tipo di esperimento.

Entrò tranquilla dentro la sua pasticceria e Margareth, la sua dipendente, le rivolse un sorriso allegro mentre serviva un caffè ad un signore di mezza età.

“Buongiorno!”

“Ciao Rose, hai portato Mhina a scuola?”

“Si, finalmente un po' di tranquillità. C'è tanta gente?”

“Qualcuno fuori, ma sono tutti nella saletta di là. Chiedono i muffins alle banane, ne abbiamo?”

Rose si massaggiò le tempie per concentrarsi e appese la giacca all'attaccapanni.

“Dio, credo di no. Pensavo di farli oggi. Ieri sera ho fatto quelli alle nocciole, chiedi se può andar bene come alternativa. Vado a mettere la divisa e arrivo subito.”

Margareth annuì e subito si diresse in cucina.

Rose andò nello sgabuzzino delle divise e si cambiò, si fece una coda alta e si stampò un enorme sorriso sul viso.

Poi si avviò verso la cucina anche lei, pronta per una nuova giornata.

 

 

***

 

Sciolse i capelli ed infilò la giacca scura appesa quella mattina e dopo aver salutato Sophie, l'altra sua dipendente che dava il cambio a Margareth, uscì respirando l'aria fredda di Londra.

Morse distrattamente una ciambella avanzata quella mattina e lo zucchero a velo le sporcò le labbra.

Infilò il resto dei dolci nella borsa, Mhina avrebbe sicuramente apprezzato.

Arrivò in fondo al viale e mise in moto la macchina, diede un ultimo morso alla ciambella e lanciò il sacchetto sul sedile del passeggero.

Arrivò davanti alla scuola elementare e dopo qualche secondo la campanella suonò, scatenando le urla di un'orda di bambini sorridenti.

Scorse poco dopo una testa rossa che le si avvicinava mogia e riconobbe immediatamente un capellino di lana bianca, che sua nonna Molly aveva confezionato per sua figlia.

“Ehi tesoro, cos'è successo?”

Mhina la fissò per un istante e i suoi occhioni si riempirono di lacrime.

“Ho litigato con Kelly, mamma.”

“Oh, perché? Vieni qui dai.” La bimba non se lo fece ripetere due volte, si fiondò immediatamente tra le braccia della madre che la strinse e le accarezzò i capelli.

“Dice che non siamo più amiche! Solo perché ho diviso il mio panino con Sharon invece che con lei!”

Rose fissò sua figlia per un secondo e le accarezzò una guancia.

“Amore, vedrai che domani tornerete amiche! Ti va se stasera prepariamo un bel dolcetto e domani lo mangiate insieme?”

Gli occhi di sua figlia si illuminarono all'istante e subito tornò a sorridere.

“Sei la mamma miglioooore del mondo!”

Rose era consapevole di far vivere sua figlia in ogni tipo di agio, di concederle ogni cosa e di viziarla anche un po'. Ma Mhina aveva la sua stessa forma degli occhi, il suo stesso naso, le stesse identiche espressioni ed inarcava le sopracciglia esattamente come lui. Ogni volta era come un colpo al cuore, sentiva un dolore nel petto e un grande senso di colpa.

Sua figlia non aveva un padre e i primi anni aveva perfino dovuto far affidamento sui genitori. Non sapeva dove stare, non aveva un lavoro, non sapeva neanche da dove cominciare per crescere un bambino.

Così, da quando la pasticceria era così frequentata e i guadagni erano saliti alle stelle, aveva cercato di colmare il vuoto di Mhina per la mancanza di una figura paterna con ogni tipo di agio.

In realtà non se ne rendeva perfettamente conto, lo faceva quasi inconsciamente.

Da quando sua figlia, piangendo, era arrivata a casa dicendole che anche lei voleva un papà - “Perché il papà di Kelly è venuta a prenderla a scuola, mentre il mio no?” - il suo cuore si era stretto in una morsa di dolore e, senza farlo apposta, aveva abituato la sua bambina ad ogni tipo di vizio.

“Allora, tesoro, che dolce vuoi fare?”

Mhina arricciò il naso e si portò un dito sul mento – proprio come lui – e sorridendo le disse di voler dei muffins alle banane.

Rose sorrise, mentre si fermava per uno stop, e ripensò a quella mattina. Coincidenze? Bah.

Percorsero le strade e poi si fermarono in un supermercato.

Scesero e, mano nella mano, entrarono.

“Allora, mancano le uova e il burro, il resto dovremmo averlo. Forse abbiamo finito la nutella per guarnirli. E forse non abbiamo il latte. Stamattina quanto ce n'era?”

“Boh, quando me lo sono versata almeno mezza bottiglia c'era... ma forse è meglio prenderne altro, altrimenti come facciamo domani mattina?”

“Giusto.” concordò Rose, andando verso il reparto latticini.

Mhina, nel frattempo, ancorata alla sua mano continuava a chiederle di prenderle qualsiasi schifezza vedesse in giro.

“No, le patatine no. Ne hai mangiate tante ieri, per un po' basta. Prendi le gallette, se vuoi.”

“Nahhhh, bleah!” faccia schifata, espressione sputata di lui.

Ad un tratto si sentirono delle risate nel reparto alcolici, in cui Rose non metteva mai piede se non per cercare qualche liquore per dolci, ed una voce in particolare catturò l'attenzione della rossa.

Albus.

Svoltò angolo e fu tanta la sorpresa nel trovarsi davanti suo cugino che rimase zitta.

Rose? Che cosa ci fai qui?”

“Zio Al!”

Mhina si fiondò fra le braccia di colui che considerava uno zio.

“Ehi nanerottola! Come sta la mia figlioccia?” Fu pronto a prenderla al volo e con un balzo la sollevò in aria.

“Mamma sta comprando le cose per farmi i muffins! A te piacciono i muffins, zio?”

“Certo, soprattutto se preparati da mamma eh?”

Mhina rise scrollando i lunghi capelli rossi.

“Cosa ci fai qui, Al?” chiese Rose, riprendendosi dallo sgomento momentaneo.

“Sono qui con amici, sai, stasera abbiamo organizzato una festa e ci mancava qualche bottiglia di vodka.”

“Capisco, beh, ora noi dovremmo proprio...” prese Mhina dalle braccia del cugino, captando il pericolo.

“Ma di già? Non vi potete fermare per un caffè? Ci sono anche i miei amici, vorrei presentare a loro la mia nanetta!”

Rose fece un piccolo sorriso di circostanze, poi scosse il capo.

“No Al, è tardi, davvero. Mhina deve farsi la doccia, devo preparare la cena e i dolci che le ho promesso e... davvero, dobbiamo andare.”

Suo cugino annuì un po' sconsolato e Rose sentì le risate e le voci avvicinarsi a loro.

“Al, oh, Al abbiamo trovato la vodka alla fragola! Dio, non vedo l'ora che sia stasera per...”

Noah Zabini, Lukas Nott e Scorpius Malfoy si immobilizzarono davanti a loro.

Rose prese fuoco e mise giù Mhina di scatto per poi afferrarle mano. Le gambe quasi le cedettero, Scorpius Malfoy stava davvero davanti a lei. Quindi ciò che dicevano era vero, il grande Scorpius Malfoy era tornato a casa. Questo spiegava la festa che avevano organizzato.

“Ehi Weasley! Da quanto!” La saluto Nott, sorridendole affabile. Poi il suo sguardo percorse la mano della ragazza che stringeva possessivamente quella di una bambina.

“Aspetta, non mi dirai che è tua figlia!”

Rose nascose dietro le sue gambe Mhina, in un gesto automatico e materno.

“Si, è mia figlia.” il suo sguardo era duro e freddo, Mhina stessa si spaventò a sentire la voce della madre.

Scorpius Malfoy, invece, stette zitto e osservò attentamente le due.

Madre e figlia erano pressoché due gocce d'acqua, solo in una versione adulta e una infantile.

Eppure, quella bambina gli ricordava vagamente qualcuno.

Ad un tratto lei corrugò le sopracciglia e storse il naso, Scorpius osservò ogni suo gesto con estrema attenzione, per qualche secondo si rivide in quella bambina.

Un colpo al cuore lo prese e gli occhi si allargarono di comprensione.

Non poteva essere.

“Quindi sei sposata?” riprese Lukas.

“No, ma non sono affari vostri. Devo andare Al, ciao!”

Trascinò con sé la bambina, lontana da Albus e dai suoi amici, ma soprattutto da Scorpius Malfoy.

Mhina si girò un'ultima volta e con una mano salutò tutti, sorridendo ingenuamente.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

 

Buonasera! O buongiorno! Dipende in che momento state leggendo.

In ogni caso, questa storia è nata per partecipare ad un contest, ma poi si è rivelata troppo lunga, troppo complicata e, soprattutto, non ho avuto la forza di finirla in tempo.

Sarà una mini long, penso 3-4, 5 capitoli al massimo.

In realtà mi sembra una pazzia, se volete saperne il continuo fatemi sapere, se non vi convince ditemelo.

Sono abbastanza tentata di iniziarla di nuovo da capo, ma ehi, le cose spontanee non sono sempre da gettare nel baratro di OpenOffice.

Un bacione,

Gea ;)

 

P.s. Se la storia piace, prossimo aggiornamento previsto per il primo di luglio.

 

 

 

 

  
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