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Autore: Francy_Kid    30/06/2016    3 recensioni
~Sequel di "Amour masqué"~
Sono passati quattro mesi da quando Chat Noir ha svelato la sua identità segreta a Marinette. Malgrado i due stanno insieme da tutto quel tempo, una vecchia conoscenza si ripresenta, minacciando il loro rapporto e le loro vite.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The masked serie'
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Cap. 7


Amico... ma tu sei bellissimo... cioè... sei il ragazzo più figo di tutti!» biascicò Nino, appoggiato alla spalla di Adrien, mentre teneva in mano una bottiglia di vodka alla pesca quasi vuota.
«Non è vero... tu sei fantastico, bro! Se non fossi fidanzato con Alya ti salterei volentieri addosso.» rispose l'altro, rubando la bottiglia all'adolescente e bevendo l'ennesimo sorso di alcolico.
«Che ne dici di staccarli prima che iniziano a fare robe yaoi davanti a noi?» domandò Marinette, porgendo l'ultima bottiglia rimasta all'amica.
«Linguaggio anime?» ridacchiò, facendola annuire. «Adrien te ne fa vedere troppi...» commentò. «Aspetta, voglio vedere come va a finire.»

I quattro amici erano seduti una coppia di fronte all'altra –Marinette e Alya, Adrien e Nino– al centro della pista abbandonata, aprendo la prima bottiglia di vodka dopo un quarto d'ora che erano arrivati, stabilendo la quantità consentita –che venne ignorata–: Nino non aveva portato una bottiglia, ma due; in totale ne avevano quattro, tre delle quali le avevamo già bevute i due ragazzi, ritrovandosi ubriachi in poco tempo.

«Fratello, anche tu hai la ragazza... Loro potrebbero essere gelose della nostra storia... E poi, io amo Alya e tu sei il mio migliore amico...»
«Anch'io amo Marinette... e non mi piacciono i maschi.»
«Friendzone livello: alcool.» commentò Alya, ridendo quando i due si abbracciarono, mormorando quanto si volessero bene.
«Adrien è più romantico quand'è ubriaco. Questo me lo devo segnare.» esclamò Marinette, facendo sorridere di nuovo la mora.
«Certo che si ubriacano come niente.» sentenziò la bruna, continuando a guardarli mentre erano ancora abbracciati.
«Hanno bevuto due Absolute Vodka e una vodka alla pesca, mi sembra normale che siano andati.» ribatté la corvina, bevendo un sorso dall'ultima bottiglia rimasta.
«Vero.»

I due si staccarono, finendo il liquido rimasto della bottiglia alla pesca, poggiandola poco distante da loro.

«Che ne dici se facciamo qualcosa di bello per le nostre donne?» domandò Adrien, ignorando gli sguardi fulminanti delle due.
«Cosa?»

Il biondo si alzò in piedi, cercando di rimanere in equilibrio, per poi iniziare a togliersi la maglietta, gettandola verso gli zaini.

«Bro... Sono troppo ubriaco per alzarmi...» esclamò Nino, sdraiandosi e coprendosi il volto con il braccio, cercando di riprendersi dalle vertigini.
«Ragazze, guardate che bocconcino.» disse il modello, posando come in uno dei suoi servizi fotografici, facendo ridere le due.
«Fortunata la nostra Marinette.» rispose Alya, alzandosi per andare a controllare il moro.

Adrien si sedette accanto alla sua ragazza, cingendole la vita. «Purr-incipessa... mi dai un bacino?» domandò, increspando le labbra.
«Puzzi di alcool.» mormorò lei, fermandolo.
«Dai Principessa, solo uno.» si lamentò, provando a fare gli occhi dolci.
«Ok... Ma solo perché dopo stai zitto.»

Marinette gli diede un bacio sulla guancia, per poi voltarsi dall'altra parte, lasciandolo imbronciato.

Le piaceva stuzzicarlo quand'era ubriaco e lasciarlo a bocca asciutta; se l'avrebbe fatto quand'era sobrio lui sarebbe riuscito ad ottenere ciò che voleva, non necessariamente usando la forza, ma l'astuzia.

«Mari... Ma io lo volevo sulla bocca...» bofonchiò in tono offeso, poggiando il mento sulla spalla della sua ragazza e strofinando il naso nel suo collo.
«Adrien, smettila. Sei ubriaco fradicio.»
«Sono fradicio solo quando penso a te, Principessa.» ridacchiò lui, leccandole l'orecchio.
«Adrien!» lo rimproverò a denti stretti, arrossendo come una matta e cercando di liberarsi dalla forte presa del biondo, non riuscendoci. «Per quanto mi piaccia vederti a petto nudo devi vestirti che dobbiamo portarti a casa.»
«Tu mi ammiri quando sono a petto nudo. Anzi, mi sbavi dietro... e non solo quando sono a petto nudo, ma anche quando indosso una tutina nera aderente... e salto tra i tetti della città, miagolando al vento.» sussurrò con voce roca, poggiandosi maggiormente contro Marinette, che faticava a stare seduta dritta.

Sporgendosi sulla spalla della corvina, il modello vide l'ultima bottiglia di vodka rimasta e, senza farsi notare, la prese, alzandosi a fatica e allontanandosi dai tre. «Ehi bro! C'è un'altra bottiglia!» biascicò, facendo raddrizzare sul posto il suo amico, sorprendendo Alya, per poi vederlo avvicinarsi, in equilibrio precario, al modello.
«Io ci rinuncio con quei due.» esclamò la mora, tornando a sedersi accanto all'adolescente.
«Ti giuro che non l'ho visto prendere la bottiglia. La volevo io quella alla fragola!» si lamentò, sbuffando.

I due iniziarono a bere, ignorando il liquido che bagnava i loro vestiti mentre ridevano, per poi ridare la bottiglia a Marinette, che li guardò storto.

«Almeno ci hanno lasciato un quarto di vodka.» commentò Alya, rubando la bottiglia dall'amica e bevendone un sorso, per poi ridargliela.
«Devo bere per dimenticare questa serata...» mormorò la corvina, finendo l'alcoolico e posando a terra la bottiglia.
«Non è andata poi così male, infondo, ma gli unici che se la dimenticheranno saranno quei due.» spiegò Alya, indicando i loro ragazzi che giocavano a mora cinese, ridendo quando uno dei due perdeva.
«Domani mi devo sorbire Adrien che si lamenterà per il mal di testa e la nausea. Mi sembra una donna incinta quando fa così.»
«Immaginati quando sarà lui a provarlo.» ridacchiò la mora, facendo arrossire l'amica.
«Alya!»
«Dai Mari, sappiamo entrambi che Adrien ti terrà con lui per tutta la vita. Almeno, i tuoi film mentali sull'avere tre figli con lui si avvereranno.»
«Alya!»
«Ok, la smetto.» disse lei, sedendosi a gambe incrociate, seguita da Marinette. «Sarà meglio se li portiamo a casa prima che iniziano a vomitare in giro.»
«Prima Nino e poi Adrien, lui è il più difficile da gestire: crede persino di essere Chat Noir!» spiegò Marinette, facendo cenno con la testa verso il biondo, che agitava la mano per attivare il Cataclisma, non riuscendoci.

"Per fortuna gli ho fatto levare il Miraculous, sennò sarebbe nei pasticci!" pensò l'adolescente. "Peccato che Plagg non ci sia per assistere alla scena, si sarebbe divertito parecchio." ridacchiò, quando Adrien iniziò a miagolare come un gatto, facendo ridere anche gli altri due suoi amici.

«Incamminiamoci: la strada è lunga quando si hanno due ubriachi a cui assistere.» sentenziò Marinette, alzandosi di nuovo in piedi, recuperando gli zaini con dentro le bottiglie vuote per buttarle.
«Già, ma prima fai rimettere la maglietta ad Adrien.»



 

Alya stava accompagnando Marinette a casa di Adrien, aiutandolo a camminare dritto e zittendolo quando riprendeva a miagolare a squarciagola: erano, ormai, le tre del mattino e non volevano che il vicinato si svegliasse, soprattutto ora che erano davanti a Villa Agreste!

«Vuoi che ti do una mano a portarlo in camera?» domandò la mora, aprendo il cancello con le chiavi dell'amico.
«No grazie, posso cavarmela. Vai a casa, sennò i tuoi fanno storie.»
La ragazza liquidò la frase con un gesto della mano: «Ho già sforato di tre ore. Almeno vi accompagno fino alla porta.»
«Grazie.»

Le due, aperta la porta d'ingresso, si salutarono; Marinette entrò in casa, orientandosi con la torcia del cellulare e tenendo in piedi il suo ragazzo, che, per fortuna, aveva smesso di fare un gatto, ma che mormorava frasi su quanto fosse bella e su quanto anche lui fosse bello.

Tipico di Adrien.

Cercando di non fare rumore, salirono le scale fino in camera di Adrien, dove la corvina chiuse a chiave la porta e portò il modello a stendersi sul letto, per poi rimettergli il Miraculous.

«Mi sono perso tutta la scena più bella.» sbuffò Plagg, apparendo dall'anello.
«Ha cercato di trasformarsi più volte, è stato un bene togliergli l'anello.» rispose lei, accarezzando la fronte del ragazzo ridente.
«Hai fatto bene. Ora vado a mangiare il mio Camembert: è da sette ore che non sfioro il cielo con un dito.»
«Quest'espressione l'ho già sentita altrove e, devo dire che suona parecchio strana parlando del formaggio.» ridacchiò la corvina, trattenendo un brivido di disgusto. 
«Sarà, ma il Camembert va oltre il divino.» si leccò i baffi. «Ti lascio da sola con lui. Non fate cose che riguardano la frase che ho citato prima.» si raccomandò, ricevendo un'occhiataccia dalla ragazza, per poi volare fino alla scrivania e divorare il suo formaggio.

Adrien mugugnò: «Ehi Purr-incipessa... Sai come mi sento?»
«Uno straccio?»
«Sí... Devo mettermi il pigiama...» bofonchiò subito dopo, strofinandosi gli occhi arrossati.
«Allora tu mettitelo, io mi giro.» rispose, alzandosi.
«Io di solito dormo in mutande... O in pantaloncini... senza mutande...» ribatté lui, con il suo solito sorriso alla Chat stampato sulle labbra.
«Non quando ci sono io.»

Marinette si diresse verso l'armadio, per poi porgergli dei vestiti: dei pantaloncini a bermuda rossi e una maglietta bianca.

La ragazza si sedette sul bordo del letto, dandogli le spalle.

«Mi aiuteresti a spogliarmi? Non riesco a reggermi in piedi...» domandò, afferrando i vestiti che gli erano stati dati.
«Quello no! Lo fai da seduto.» rispose rossa in viso.
«Ci ho provato...» sbuffò ridendo, ma la sua ragazza era irremovibile,

Adrien si mise a sedere; si tolse i jeans, gettandoli a terra e infilandosi i pantaloncini che gli aveva recuperato la ragazza, per poi togliersi anche la maglietta che puzzava d'alcool.

«Ho finito.»
«Adrien. La maglietta.» esclamò seria, incrociando le braccia al petto.
«Principessa, ho caldo... E poi, tu mi hai già visto a petto nudo.» disse, gattonando sul materasso fino a raggiungere dov'era la ragazza, parlando con voce roca. «Ma se vuoi, tu puoi vedermi tutto nudo.»
«Adrien, smettila. Sei ubriaco.» sbuffò Marinette, spostandosi a lato, verso i cuscini, cercando di sfuggire da Adrien.
«Lo sono, ma questo non impedisce di farti belle cose: baciarti, coccolarti, spogliarti, farti sdraiare sotto di me e...»
«Hai reso l'idea.» lo interruppe, alzandosi, rossa in viso.
«Purr-incipessa, so che stai pensando a cose sconce.» canticchiò il biondo, alzandosi e abbracciandola da dietro, strofinando le labbra sulla nuca –libera dai capelli– e facendola rabbrividire.
«Adrien, vai a dormire.» sussurrò, cercando di non cedere alla sensazione della bocca del ragazzo sulla sua pelle, ignorando la pelle d'oca.
«Allora tu ti sdrai vicino a me... Voglio stare abbracciato a te per un po'...» sbadigliò, accoccolandosi e annusando il suo dolce profumo.

Marinette, alla fine, cedette; fece sdraiare Adrien sotto le coperte, per poi mettersi accanto a lui, con l'intenzione di tornare a casa appena si fosse addormentato.

Il modello era abbracciato a Marinette, cingendole i fianchi e tenendo la testa appoggiata sul petto, tra i seni, mentre lei gli accarezzava i capelli, giocando con alcune sue ciocche.

«Sai che sei davvero bella?» domandò ad un tratto, facendola irrigidire. «Cioè... Sei bellissima... Prima io ero innamorato di Ladybug, ma da quando ti ho conosciuta meglio, piano piano, tu hai preso il suo posto... Il che è un bene... Penso che lei detesti il mio essere Chat: mi ha sempre rifiutato. Ma tu sei stata l'unica ad accettare entrambe le mie parti e mi ami per ciò che sono, anche se faccio battute pessime.» bofonchiò, con gli occhi già chiusi e la voce impastata per via della stanchezza, accoccolandosi maggiormente contro di lei.

"Anche lei ti ama, Gattino." pensò la corvina, dandogli un bacio sulla testa.

La ragazza restò ancora qualche secondo abbracciata ad Adrien, aspettando che si fosse addormentato del tutto; quando fu certa di non svegliarlo, scivolò fuori dal letto, dirigendosi verso la scrivania per prendere Plagg –anche lui addormentato– e appoggiarlo sul cuscino accanto al suo portatore, mormorando qualcosa sul Camembert appena toccò il guanciale.

Marinette, tenendo la voce bassa, si trasformò in Ladybug, per poi uscire dalla finestra e saltare tra i tetti di Parigi per tornare a casa.


 

Gabriel teneva gli occhi fissi sul cancello di casa: suo figlio veniva sostenuto da Marinette e da un'altra ragazza perché ubriaco.

Senza contare il fatto l'ora in cui rincasava!

Appena vide la mora allontanarsi di corsa dalla sua proprietà, l'uomo si alzò, andando a vedere Marinette che portava Adrien in camera sua, facendosi luce con la torcia del cellulare.

Lo stilista dovette trattenersi dall'uscire dal suo ufficio per sgridare i due: la corvina perché entrata senza permesso e suo figlio perché, se visto da qualche paparazzo, avrebbe potuto mettere in cattiva luce il buon nome della famiglia Agreste; per non parlare del suo narcisismo.

Avrebbe dovuto impedire al figlio di rivedere i suoi amici, anche Marinette.

Gli ci volle parecchia forza di volontà per guardare i due entrare in camera del figlio senza muovere un muscolo.

Ma, in fondo, anche lui era così alla sua età: solo lei si occupava di lui, sopportandolo anche quando stava male perché aveva bevuto troppo.

Solo lei.

  
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