Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Altri
Genere: romantico, fluff, slice of life
Rating: PG
Avvertimenti: longfic, AU
Wordcount: 1.694 (Fidipù)
Note: Salve salvino! Nuovo aggiornamento di Vuoi scommettere? dove...beh, ci sarà l'apparizione di un altro personaggio! E che altro dire? Marinette è ancora in alto mare, Adrien è sempre Adrien e...
Niente, passo subito ai ringraziamenti, perché non è che ci siamo molto da dire! A parte chiedersi dove è finito il cervello di Marinette, ma questa è un'altra cosa.
Allora, come sempre voglio ringraziare tutti voi che leggete silenziosamente la storia, tutti voi che commentate (qui, su FB nel gruppo di Miraculous Ladybug Italia) e anche tutti coloro che hanno inserito questa storia in una delle liste di EFP.
Grazie, davvero, grazie!
Marinette osservò l’ingresso della scuola,
tornando poi a nascondersi fra il muro della scalinata e le siepi: «Giusto
per sapere…» mormorò Alya, nascosta anche lei nell’angusta tana: «Hai in
mente di rimanere qui tutto il giorno?»
«Posso?»
«No, che non puoi.»
«Sicura?» domandò la mora, fissandola negli occhi e ricevendo uno sguardo
sconsolato in cambio: «Davvero, io…»
«Io penso che tu debba uscire da qui.» commentò Alya, posandole le mani
sulle spalle e spingendola fuori dal rifugio, che la mora aveva trovato e
dirigendola verso le scale d’ingresso della scuola: «Quindi, adesso
andremo a scuola come se nulla fosse…»
«Ehi, Marinette! Anche oggi farete uno spettacolino?» commentò Kim, un
ragazzo della loro classe, additandola: «Ieri è stato…»
«Vedi?» sbottò la mora, voltandosi verso l’amica e fissandola sconvolta,
cercando di tornare a nascondersi ma trattenuta saldamente da Alya:
«Lasciami.»
«No.» dichiarò la castana, trattenendola per la maglia e voltandosi verso
il loro compagno: «Kim, sapevo che gli sportivi non sanno usare il
cervello ma, seriamente, pensavo fosse solo un cliché.»
«Cosa?»
Alya sbuffò, superando il ragazzo e dirigendosi imperterrita verso
l’entrata: «Serve una mano?» domandò una voce maschile e le due ragazze si
voltarono, giusto per vedere Adrien Agreste raggiungerle: «Anche se non
so…»
«Se ti sei offerto per aiutare la tua amica a fuggire: no, non serve una
mano.» dichiarò Alya, afferrando Marinette per le spalle e tenendola
appiccicata a sé: «Se vuoi aiutare me a portarla a scuola: sì, mi farebbe
davvero comodo.»
Adrien assentì, ridacchiando: «Buongiorno, Marinette.» la salutò,
osservandola, mentre si ostinava a tenere lo sguardo verso il basso e le
orecchie erano già di un acceso color peperone: «Ah…» mormorò, portandosi
una mano alla bocca, indeciso su cosa dire: scusarsi per il comportamento
del giorno precedente?
«Bu-buogiornen Adrino…vo-volevo di-dire…Bu-buongiorno Adrein…Adrien…»
Il ragazzo sorrise, entrando dentro la scuola e anticipandole verso la
loro classe: «Perché hai balbettato così tanto?» domandò Alya sottovoce,
prendendo l’amica a braccetto e seguendo il biondo: «Sembravi…»
«Non lo so.»
«Io un’idea ce l’avrei.»
«No, non è quello che pensi tu!» sbottò Marinette, accorgendosi solo in
quel momento di aver parlato ad alta voce e di aver attirato l’attenzione
di Adrien: «Ah…ehm…»
«Sai, Adrien.» s’intromise Alya, sorridendo mefistofelicamente a
Marinette: «Che magari…»
«Alya!»
«Beh, immagino sia dura cambiare scuola, soprattutto se vieni anche da un
altro continente e quindi, pensavo che avevi bisogno di un aiuto. Sai,
Marinette, è molto brava e quindi…»
«Alya.»
Adrien sorrise, portandosi una mano alla nuca e massaggiandosela,
affiancando le due ragazze e riprendendo a camminare al loro fianco: «Beh,
non ho grandi problemi però un aiuto è sempre gradito. Posso contare su di
te, Marinette?»
«No…cioè sì. Va be-bene.» balbettò la ragazza, alzando timidamente lo
sguardo e sorridendo lieve allo sguardo verde fisso su di lei: perché era
così stupida? Perché incespicava in quel modo sulle parole? Non le era mai
successo con nessuno, neanche con Adrien quando erano piccoli perché
adesso sì, invece?
«Mi ringrazi dopo con una bella collezione dei dolci di tuo padre.»
bisbigliò Alya, facendole l’occhiolino e superando i due, lasciandoli da
soli davanti l’aula.
«Dev’essere una ragazza in gamba.» commentò Adrien, osservando la ragazza
salutare il suo compagno di banco e poi sistemarsi nel suo posto: «Sono
contento che hai trovato un’amica così.»
«Grazie…» mormorò la ragazza, guardandosi attorno impacciata e stringendo
spasmodica la spalla dello zaino: «Il primo giorno di scuola ci siamo
ritrovate sedute insieme e Alya ha subito attaccato a parlare, dicendomi
che vuole fare la giornalista da grande…beh, sarebbe veramente portata per
questo: riesce a trovare uno scoop anche a un miglio di distanza, come per
esempio quando ha scoperto la collezione di camembert del professor
Plagg…un po’ impossibile da non scoprire, visto la puzza di quel formaggio
o quando…» Marinette si fermò, portandosi le mani alla bocca e sgranando
gli occhi: «Scu-scusa, non volevo…»
«Parli sempre a raffica quando sei nervosa.» dichiarò Adrien,
ridacchiando: «Cosa insegna il professor Plagg?»
«La materia peggiore a questo mondo.» commentò una voce maschile alle loro
spalle: Adrien e Marinette si voltarono, osservando l’uomo dalla
capigliatura mora e dal pizzetto ben curato, mentre lo sguardo verde di
quest’ultimo vaga dall’uno all’altra: «Ovvero matematica. Signorina
Dupain-Cheng, non sento odore di camembert.»
«Fo-forse perché non ce l’ho?»
«Male. Molto male. Le do un brutto voto solo per questo.» sentenziò
l’uomo, superandoli e ridacchiando: «Ovviamente no, altrimenti Tikki mi
farà bruciare le orecchie a suon di urla.»
Adrien l’osservò entrare in classe, posare il registro sulla cattedra e
voltarsi verso di loro, come a invitarli a entrare: «Andiamo. Non voglio
sapere quale punizione potrebbe darci per essere in ritardo…»
«Mangiare camembert, forse.» mormorò Marinette, seguendolo e raggiungendo
velocemente il suo posto, mentre Adrien si sedeva davanti a lei: «A
Nathanael è toccato l’ultima volta che ha fatto tardi.»
«Ma questo Nathanael…» si voltò Adrien, osservandola mentre lei tirava
fuori quaderno e libri: «E’ il tuo ragazzo?»
«Ehi tu. Belloccio nuovo.» dichiarò il professore, attirando l’attenzione
di Adrien e facendolo voltare: «La lavagna è di qua, penserai dopo a
provarci con le ragazze: capisco che la signorina Dupain-Cheng è molto
carina, ma la matematica è importante.»
Marinette gemette frustrata, mentre Adrien lesse velocemente ciò che
l’uomo aveva scritto con il gesso: «Quante calorie ci sono in un terzo di
forma di camembert?»
«Ehi, belloccio nuovo, mantenere la linea è difficile se non sai calcolare
l’apporto calorico.»
«Beh. Non è andata male come giornata.» sentenziò Alya, seguendo l’amica
verso la boulangerie dei genitori di Marinette: «In fondo siete solo stati
richiamati dal professor Plagg, dalla professoressa Tikki e dalla Bustier.
Non male, no?»
«E’ sempre rivolto verso di me.»
«Forse perché gli piaci?» buttò lì Alya, osservando lo sguardo stralunato
che la mora rivolse verso di lei: «Andiamo. Neanche Nino – che è il mio
ragazzo, eh – ha certe accortezze verso di me: insomma, quando siamo
andate in aula studio con lui e Nino ti ha aperto la porta. La porta,
Marinette! Oppure quando si è offerto di portarti la borsa? O quando…»
«E’ sempre stato gentile.»
«E poi ti guarda come se tu fossi la cosa più bella di questo mondo.»
mormorò sognante Alya, portandosi le mani al viso e sospirando estasiata:
«Pagherei per sentirmi addosso quello guardo, peccato che Nino lo rivolge
solo alle consolle da dj.» Marinette si fermò al semaforo, osservando il
rosso scattare proprio in quel momento e si strinse fra le braccia,
storcendo la bocca: «Cosa c’è che non va?» le domandò Alya, fissandola:
«Non capisco perché ti comporti così, davvero. E’ un bel ragazzo, che
sembra non avere occhi per te e tu cosa fai? Ti comporti in questo modo
assurdo.»
«Non lo faccio apposta. Mi sento a disagio.»
«A disagio?»
«Sì, tantissimo.»
«Non è che forse ti senti così perché ti piace?»
«Chi? A-adrien? No! Insomma, è un mio amico d’infanzia e…dai, l’ho
rincontrato solo ieri!»
«Mai sentito parlare di colpo di fulmine?»
«Non sono tipo da colpo di fulmine.»
«Sì, ed io ho i voti di Max.» dichiarò Alya, voltandosi verso la scuola e
sorridendo: «Oh, il tuo bello sta venendo qua.» dichiarò, pungolando
Marinette con il gomito e sorridendo ad Adrien che, scendendo velocemente
le scale, le aveva raggiunte di corsa: «Vieni anche tu a mangiare un po’
di croissants?»
«Magari. Devo andare a conoscere il mio insegnante di cinese, un certo
Fu.» commentò il ragazzo, passandosi le mani fra i capelli e sorridendo
alla mora: «Volevo chiederti il numero, Marinette. Così nel caso non
capisco qualcosa o mi accorgo di essere più indietro rispetto a voi, ti
posso mandare un messaggio.»
«Eh? Ah. Sì, certo.» mormorò la ragazza, prendendo il cellulare: Adrien
sorrise, afferrandoglielo di mano e attivandolo, selezionando la schermata
di chiamata e componendo il suo numero, facendo partire la telefonata;
annuì convinto, quando vide il display del suo telefono accendersi e il
numero della ragazza comparire, ridando poi l’altro apparecchio alla
legittima proprietaria: «Perfetto. Adesso vado o la tabella di Nathalie
salta completamente per un minuto di ritardo. A domani, ragazze.»
«A domani.» lo salutò Alya, dando una gomitata a Marinette: «Pianeta Terra
chiama Marinette.»
«Eh? Co….a demani…a dama…a domani!»
«Tu ancora convinta che non ti piace, vero? No, perché da come balbetti…»
«E’ disagio.»
«Ti senti a disagio perché ti piace. E anche tanto tanto.»
Perché tutti gli esercizi di matematica
riguardano il camembert?
Marinette ridacchiò, rileggendo il messaggio che Adrien le aveva mandato:
nessun saluto, niente come stai? o cosa fai? ma una frase diretta;
sorrise, osservando i compiti che aveva appena finito e sospirò
profondamente: il professor Plagg è
parecchio fissato, scrisse indugiando poi sul tasto d’invio.
Calò il pollice, premendo e inviando le poche parole.
Noto. Fu l’immediata risposta del ragazzo e Marinette rimase in attesa,
osservando i tre puntini che sobbalzavano, sinonimo che il ragazzo stava
ancora scrivendo: Ma è uno scherzo?
Come ha fatto a mettere quello stupido formaggio anche nelle funzioni?
Marinette ridacchiò, tirando su le gambe e scrivendo velocemente la
risposta: Non offendere mai il
camembert. E’ sacro.
Me ne ricorderò. Impazzirò a fare questi compiti e stanotte mi sognerò
forme di formaggio, lo sento.
E’ capitato a tutti. Le forme di formaggio di assaliranno durante la
notte.
Fantastico. Incubi assicurati.
La ragazza posò il telefono, buttando giù le gambe e poggiando le braccia
sulla scrivania, nascondendo il volto contro di queste: «Perché non riesco
a parlargli così dal vivo?» bofonchiò, voltandosi di lato e osservando il
cellulare illuminarsi in quel momento: Per
sapere: cosa fai sabato?
Marinette sentì il cuore batterle forte nel petto, mentre rileggeva le
parole che Adrien le aveva scritto; deglutì, osservando le mani tremarle
mentre scriveva la risposta: Niente.
Che ne dici di andare a fare un giro?
Vorrei vedere un po’ Parigi.
Un giro. Un semplice giro.
La ragazza inspirò profondamente, rilasciando andare l’aria e cercando in
questo modo di calmarsi: un giro. Era una cosa semplice, alla fine usciva
anche con Alya.
Alya.
Giusto! Magari avrebbero potuto invitare anche lei e Nino.
Prese coraggio, iniziando a scrivere la risposta affermativa e buttando lì
l’idea di invitare anche i due, fermandosi quando notò che Adrien stava
ancora scrivendo.
Giusto per la cronaca. Ti sto chiedendo
di uscire noi due da soli. Un appuntamento.