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Autore: Echocide    01/07/2016    9 recensioni
Quindi se divento più alto di te...tipo così, mi sposerai, vero?
Che ne dici di vedere se quel momento arriverà realmente, tappetto?

Una scommessa fatta ingenuamente, da bambini, lega Adrien e Marinette: purtroppo, però, la vita li divide e i due si perdono di vista, non incontrandosi più.
Dopo sette anni, Adrien torna a Parigi e sembra più che mai determinato a vincere la scommessa che fece da piccolo...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Vuoi scommettere?
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Altri
Genere: romantico, fluff, slice of life
Rating: PG
Avvertimenti: longfic, AU
Wordcount: 1.694 (Fidipù)
Note: Salve salvino! Nuovo aggiornamento di Vuoi scommettere? dove...beh, ci sarà l'apparizione di un altro personaggio! E che altro dire? Marinette è ancora in alto mare, Adrien è sempre Adrien e...
Niente, passo subito ai ringraziamenti, perché non è che ci siamo molto da dire! A parte chiedersi dove è finito il cervello di Marinette, ma questa è un'altra cosa.
Allora, come sempre voglio ringraziare tutti voi che leggete silenziosamente la storia, tutti voi che commentate (qui, su FB nel gruppo di Miraculous Ladybug Italia) e anche tutti coloro che hanno inserito questa storia in una delle liste di EFP.
Grazie, davvero, grazie!



Marinette osservò l’ingresso della scuola, tornando poi a nascondersi fra il muro della scalinata e le siepi: «Giusto per sapere…» mormorò Alya, nascosta anche lei nell’angusta tana: «Hai in mente di rimanere qui tutto il giorno?»
«Posso?»
«No, che non puoi.»
«Sicura?» domandò la mora, fissandola negli occhi e ricevendo uno sguardo sconsolato in cambio: «Davvero, io…»
«Io penso che tu debba uscire da qui.» commentò Alya, posandole le mani sulle spalle e spingendola fuori dal rifugio, che la mora aveva trovato e dirigendola verso le scale d’ingresso della scuola: «Quindi, adesso andremo a scuola come se nulla fosse…»
«Ehi, Marinette! Anche oggi farete uno spettacolino?» commentò Kim, un ragazzo della loro classe, additandola: «Ieri è stato…»
«Vedi?» sbottò la mora, voltandosi verso l’amica e fissandola sconvolta, cercando di tornare a nascondersi ma trattenuta saldamente da Alya: «Lasciami.»
«No.» dichiarò la castana, trattenendola per la maglia e voltandosi verso il loro compagno: «Kim, sapevo che gli sportivi non sanno usare il cervello ma, seriamente, pensavo fosse solo un cliché.»
«Cosa?»
Alya sbuffò, superando il ragazzo e dirigendosi imperterrita verso l’entrata: «Serve una mano?» domandò una voce maschile e le due ragazze si voltarono, giusto per vedere Adrien Agreste raggiungerle: «Anche se non so…»
«Se ti sei offerto per aiutare la tua amica a fuggire: no, non serve una mano.» dichiarò Alya, afferrando Marinette per le spalle e tenendola appiccicata a sé: «Se vuoi aiutare me a portarla a scuola: sì, mi farebbe davvero comodo.»
Adrien assentì, ridacchiando: «Buongiorno, Marinette.» la salutò, osservandola, mentre si ostinava a tenere lo sguardo verso il basso e le orecchie erano già di un acceso color peperone: «Ah…» mormorò, portandosi una mano alla bocca, indeciso su cosa dire: scusarsi per il comportamento del giorno precedente?
«Bu-buogiornen Adrino…vo-volevo di-dire…Bu-buongiorno Adrein…Adrien…»
Il ragazzo sorrise, entrando dentro la scuola e anticipandole verso la loro classe: «Perché hai balbettato così tanto?» domandò Alya sottovoce, prendendo l’amica a braccetto e seguendo il biondo: «Sembravi…»
«Non lo so.»
«Io un’idea ce l’avrei.»
«No, non è quello che pensi tu!» sbottò Marinette, accorgendosi solo in quel momento di aver parlato ad alta voce e di aver attirato l’attenzione di Adrien: «Ah…ehm…»
«Sai, Adrien.» s’intromise Alya, sorridendo mefistofelicamente a Marinette: «Che magari…»
«Alya!»
«Beh, immagino sia dura cambiare scuola, soprattutto se vieni anche da un altro continente e quindi, pensavo che avevi bisogno di un aiuto. Sai, Marinette, è molto brava e quindi…»
«Alya.»
Adrien sorrise, portandosi una mano alla nuca e massaggiandosela, affiancando le due ragazze e riprendendo a camminare al loro fianco: «Beh, non ho grandi problemi però un aiuto è sempre gradito. Posso contare su di te, Marinette?»
«No…cioè sì. Va be-bene.» balbettò la ragazza, alzando timidamente lo sguardo e sorridendo lieve allo sguardo verde fisso su di lei: perché era così stupida? Perché incespicava in quel modo sulle parole? Non le era mai successo con nessuno, neanche con Adrien quando erano piccoli perché adesso sì, invece?
«Mi ringrazi dopo con una bella collezione dei dolci di tuo padre.» bisbigliò Alya, facendole l’occhiolino e superando i due, lasciandoli da soli davanti l’aula.
«Dev’essere una ragazza in gamba.» commentò Adrien, osservando la ragazza salutare il suo compagno di banco e poi sistemarsi nel suo posto: «Sono contento che hai trovato un’amica così.»
«Grazie…» mormorò la ragazza, guardandosi attorno impacciata e stringendo spasmodica la spalla dello zaino: «Il primo giorno di scuola ci siamo ritrovate sedute insieme e Alya ha subito attaccato a parlare, dicendomi che vuole fare la giornalista da grande…beh, sarebbe veramente portata per questo: riesce a trovare uno scoop anche a un miglio di distanza, come per esempio quando ha scoperto la collezione di camembert del professor Plagg…un po’ impossibile da non scoprire, visto la puzza di quel formaggio o quando…» Marinette si fermò, portandosi le mani alla bocca e sgranando gli occhi: «Scu-scusa, non volevo…»
«Parli sempre a raffica quando sei nervosa.» dichiarò Adrien, ridacchiando: «Cosa insegna il professor Plagg?»
«La materia peggiore a questo mondo.» commentò una voce maschile alle loro spalle: Adrien e Marinette si voltarono, osservando l’uomo dalla capigliatura mora e dal pizzetto ben curato, mentre lo sguardo verde di quest’ultimo vaga dall’uno all’altra: «Ovvero matematica. Signorina Dupain-Cheng, non sento odore di camembert.»
«Fo-forse perché non ce l’ho?»
«Male. Molto male. Le do un brutto voto solo per questo.» sentenziò l’uomo, superandoli e ridacchiando: «Ovviamente no, altrimenti Tikki mi farà bruciare le orecchie a suon di urla.»
Adrien l’osservò entrare in classe, posare il registro sulla cattedra e voltarsi verso di loro, come a invitarli a entrare: «Andiamo. Non voglio sapere quale punizione potrebbe darci per essere in ritardo…»
«Mangiare camembert, forse.» mormorò Marinette, seguendolo e raggiungendo velocemente il suo posto, mentre Adrien si sedeva davanti a lei: «A Nathanael è toccato l’ultima volta che ha fatto tardi.»
«Ma questo Nathanael…» si voltò Adrien, osservandola mentre lei tirava fuori quaderno e libri: «E’ il tuo ragazzo?»
«Ehi tu. Belloccio nuovo.» dichiarò il professore, attirando l’attenzione di Adrien e facendolo voltare: «La lavagna è di qua, penserai dopo a provarci con le ragazze: capisco che la signorina Dupain-Cheng è molto carina, ma la matematica è importante.»
Marinette gemette frustrata, mentre Adrien lesse velocemente ciò che l’uomo aveva scritto con il gesso: «Quante calorie ci sono in un terzo di forma di camembert?»
«Ehi, belloccio nuovo, mantenere la linea è difficile se non sai calcolare l’apporto calorico.»


«Beh. Non è andata male come giornata.» sentenziò Alya, seguendo l’amica verso la boulangerie dei genitori di Marinette: «In fondo siete solo stati richiamati dal professor Plagg, dalla professoressa Tikki e dalla Bustier. Non male, no?»
«E’ sempre rivolto verso di me.»
«Forse perché gli piaci?» buttò lì Alya, osservando lo sguardo stralunato che la mora rivolse verso di lei: «Andiamo. Neanche Nino – che è il mio ragazzo, eh – ha certe accortezze verso di me: insomma, quando siamo andate in aula studio con lui e Nino ti ha aperto la porta. La porta, Marinette! Oppure quando si è offerto di portarti la borsa? O quando…»
«E’ sempre stato gentile.»
«E poi ti guarda come se tu fossi la cosa più bella di questo mondo.» mormorò sognante Alya, portandosi le mani al viso e sospirando estasiata: «Pagherei per sentirmi addosso quello guardo, peccato che Nino lo rivolge solo alle consolle da dj.» Marinette si fermò al semaforo, osservando il rosso scattare proprio in quel momento e si strinse fra le braccia, storcendo la bocca: «Cosa c’è che non va?» le domandò Alya, fissandola: «Non capisco perché ti comporti così, davvero. E’ un bel ragazzo, che sembra non avere occhi per te e tu cosa fai? Ti comporti in questo modo assurdo.»
«Non lo faccio apposta. Mi sento a disagio.»
«A disagio?»
«Sì, tantissimo.»
«Non è che forse ti senti così perché ti piace?»
«Chi? A-adrien? No! Insomma, è un mio amico d’infanzia e…dai, l’ho rincontrato solo ieri!»
«Mai sentito parlare di colpo di fulmine?»
«Non sono tipo da colpo di fulmine.»
«Sì, ed io ho i voti di Max.» dichiarò Alya, voltandosi verso la scuola e sorridendo: «Oh, il tuo bello sta venendo qua.» dichiarò, pungolando Marinette con il gomito e sorridendo ad Adrien che, scendendo velocemente le scale, le aveva raggiunte di corsa: «Vieni anche tu a mangiare un po’ di croissants?»
«Magari. Devo andare a conoscere il mio insegnante di cinese, un certo Fu.» commentò il ragazzo, passandosi le mani fra i capelli e sorridendo alla mora: «Volevo chiederti il numero, Marinette. Così nel caso non capisco qualcosa o mi accorgo di essere più indietro rispetto a voi, ti posso mandare un messaggio.»
«Eh? Ah. Sì, certo.» mormorò la ragazza, prendendo il cellulare: Adrien sorrise, afferrandoglielo di mano e attivandolo, selezionando la schermata di chiamata e componendo il suo numero, facendo partire la telefonata; annuì convinto, quando vide il display del suo telefono accendersi e il numero della ragazza comparire, ridando poi l’altro apparecchio alla legittima proprietaria: «Perfetto. Adesso vado o la tabella di Nathalie salta completamente per un minuto di ritardo. A domani, ragazze.»
«A domani.» lo salutò Alya, dando una gomitata a Marinette: «Pianeta Terra chiama Marinette.»
«Eh? Co….a demani…a dama…a domani!»
«Tu ancora convinta che non ti piace, vero? No, perché da come balbetti…»
«E’ disagio.»
«Ti senti a disagio perché ti piace. E anche tanto tanto.»


Perché tutti gli esercizi di matematica riguardano il camembert?
Marinette ridacchiò, rileggendo il messaggio che Adrien le aveva mandato: nessun saluto, niente come stai? o cosa fai? ma una frase diretta; sorrise, osservando i compiti che aveva appena finito e sospirò profondamente: il professor Plagg è parecchio fissato, scrisse indugiando poi sul tasto d’invio.
Calò il pollice, premendo e inviando le poche parole.
Noto. Fu l’immediata risposta del ragazzo e Marinette rimase in attesa, osservando i tre puntini che sobbalzavano, sinonimo che il ragazzo stava ancora scrivendo: Ma è uno scherzo? Come ha fatto a mettere quello stupido formaggio anche nelle funzioni?
Marinette ridacchiò, tirando su le gambe e scrivendo velocemente la risposta: Non offendere mai il camembert. E’ sacro.
Me ne ricorderò. Impazzirò a fare questi compiti e stanotte mi sognerò forme di formaggio, lo sento.
E’ capitato a tutti. Le forme di formaggio di assaliranno durante la notte.
Fantastico. Incubi assicurati.

La ragazza posò il telefono, buttando giù le gambe e poggiando le braccia sulla scrivania, nascondendo il volto contro di queste: «Perché non riesco a parlargli così dal vivo?» bofonchiò, voltandosi di lato e osservando il cellulare illuminarsi in quel momento: Per sapere: cosa fai sabato?
Marinette sentì il cuore batterle forte nel petto, mentre rileggeva le parole che Adrien le aveva scritto; deglutì, osservando le mani tremarle mentre scriveva la risposta: Niente.
Che ne dici di andare a fare un giro? Vorrei vedere un po’ Parigi.
Un giro. Un semplice giro.
La ragazza inspirò profondamente, rilasciando andare l’aria e cercando in questo modo di calmarsi: un giro. Era una cosa semplice, alla fine usciva anche con Alya.
Alya.
Giusto! Magari avrebbero potuto invitare anche lei e Nino.
Prese coraggio, iniziando a scrivere la risposta affermativa e buttando lì l’idea di invitare anche i due, fermandosi quando notò che Adrien stava ancora scrivendo.
Giusto per la cronaca. Ti sto chiedendo di uscire noi due da soli. Un appuntamento.

   
 
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