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Autore: kira_92    01/07/2016    1 recensioni
Felicia si ripeteva quelle parole in testa, mentre l'immagine di suo zio che mangiava in qualche modo la disturbava. Dietro di lui vi era una vetrata che raffigurava il cielo azzurro. Una vetrata che conosceva bene e che non doveva essere lì, ma al piano di sopra. Felicia provò a chiudere gli occhi per poi riaprirli, ma qualcosa continuava a non quadrare. Che stesse sognando?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Queste sono le conseguenze dei songni che faccio la notte. Enjoy!




Felicia.





"Ormai da te posso aspettarmi di tutto, vero?"
Quelle parole rigiravano e rigiravano nella mente di Felicia. Suo zio le disse con meraviglia a cena il giorno prima, e con quel tono orgoglioso che mai gli aveva sentito in vita sua. Felica era felice, proprio come indicava il suo nome che, chissà perchè poi, sua madre e suo padre avevano deciso di chiamarla così.
"Tu sei la nostra felicità, sei la nostra gioia", erano le parole della madre prima che lei morisse per quel brutto male che nessuno nominava ormai da anni.
Ma tornando al presente, Felicia viveva con suo padre, il quale era sempre molto assente. Non tanto fisicamente, ma quanto emotivamente. La ragazza non ricordava molti gesti affettuosi o parole piene di sentimento da quell'uomo che, seppur non fosse cattivo, non sembrava importargli della propria figlia.
"Ormai da te posso aspettarmi di tutto, vero?"
Ecco, di nuovo quelle parole. Suo zio, che poi zio non era ma era un buon amico del padre, era orgoglioso di lei. Suo zio l'aveva cresciuta, aveva fatto da padre più di quanto il suo padre biologico avesse fatto. Ma Felicia non odiava suo padre, anzi, gli voleva molto bene. Suo padre non era cattivo ed ogni tanto, molto raramente, si occupava di lei.
Ma in tutta questa scena c'era una macchia nera che non voleva andar via e che la ragazza non riusciva a capire.
"Ormai da te posso aspettarmi di tutto, vero?"
Felicia si ripeteva quelle parole in testa, mentre l'immagine di suo zio che mangiava in qualche modo la disturbava. Dietro di lui vi era una vetrata che raffigurava il cielo azzurro. Una vetrata che conosceva bene e che non doveva essere lì, ma al piano di sopra. Felicia provò a chiudere gli occhi per poi riaprirli, ma qualcosa continuava a non quadrare. Che stesse sognando?
Felicia provò nuovamente a chiudere gli occhi, ma qualcosa iniziò a spaventarla davvero. Sentiva le palpebre chiudersi ma vedeva ancora la scena davanti a sè: Suo zio che mangiava con la vetrata dietro di lui. Nulla cambiava in quella scena se non le ciglia della ragazza che si abbassavano si alzavano con le palpebre. Ma lei non vedeva il consueto nero nel momento delle palpebre chiuse, lei vedeva quella scena. Era come se le palpebre non si chiudessero affatto.
Felicia sentiì il cuore iniziare a battere più velocemente, provò a muovere la testa ma era come se fosse paralizzata.
"Deve essere un sogno, adesso mi sveglio", ma più lo pensava più non riusciva a svegliarsi. Era come se fosse lucida dentro un semplice sogno che poi era diventato un incubo. Sentì di dover piangere, ma non riusciva a far scivolare nemmeno una lacrima anche se il suo petto si stringeva e l'aria iniziava a mancare. La paura diventò panico e la ragazza iniziò ad urlare. Ma la sua voce si perse nel nulla di quell'immagine: Lo zio continuava a mangiare, il cielo azzurro fuori la vetrata e le parole nella sua testa, "Ormai da te posso aspettarmi di tutto, vero?".
  
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