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Autore: Light Lynx    01/07/2016    3 recensioni
Una giovane coppia troppo impegnata a salvare Parigi per nascere. Sempre contrastata nel scoprire chi si cela sotto la maschera, chi è il reale oggetto del proprio amore.
Quella che andrò a narrare sarà la storia di questi due eroi, e della loro storia, delle loro peripezie e delle loro avventure nel sconfiggere un nemico che mai avrebbero creduto potesse esistere. Una minaccia ben maggiore di Paplion, e molto peggiore del non poter stare assieme per sempre.
enjoy
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Marinette si buttò sul letto. Aveva provato a rimanere sulla terrazza a cercar di seguire il gatto con lo sguardo ma la forza del freddo invernale e della stanchezza la costrinsero a ritirarsi.

Affondò la testa nel cuscino soffocando le prime lacrime di gioia dopo molto tempo. I piedi scalciavano l'aria in impeti di gioia mentre i denti stringevano nella loro morsa il povero cuscino per soffocare gli urletti acuti.

Tikki le si materializzo affianco: -Cucciola?-

-Tikki!- urlò lei con voce particolarmente acuta -Tikki è lui!-

Il kwami le si avvicinò fluttuante: -Abbassa la voce, i tuoi sono tornati poco fa.- sembrava non comprenere la gioia della ragazza.

-Tikki tu non capisci!- rispose urlacchiando e sollevando il busto dal letto.

Il piccolo Kwami sbuffo abbassando lo sguardo sconsolato: -So bene invece, da molto prima di te.-

Marinette si alzò di scatto sedendosi sul bordo del letto tentando di rimanere ferma e non cedere al nervosismo o all'eccitazione: -Che intendi?- il tono di lei divenne d'improvviso più cupo.

-Io Plagg abbiamo parlato diverse volte. Dal ballo in poi.- il tono della Kwami era uno specchio di quello della padrona.

-Il ballo?!- la interruppe lei.

-Sì, il ballo. Sembra tutto legato a quel ballo… Io e Plagg ci siamo visti li. Adrien ti ha aiutata a tornare a casa. Da lì sono nati i suoi dubbi.-

-Ma quindi tu lo sapevi…- la voce della ragazza era un misto tra il deluso e l'arrabbiato.

-Dovevo proteggerti Marinette!- la vocina acuta di Tikki perforava la mente della ragazza, oltre che i suoi timpani.

-Da cosa? Dal mio amore?- sbottò lei alzandosi nervosamente e coprendo le distanze tra un muro e l'altro con lunghi passi.

-No Marinette. Se avessimo voluto che voi due vi conosceste non credi lo avremmo fatto subito? È successo e ok, oramai è fatta, ma avremmo preferito evitare.-

Il volto della ragazza mostro un'espressione interrogativa rivolta all'esserino.

-Accaddero delle cose in passato. Cose che io e gli altri vorremmo evitare riaccadessero.-

lo sguardo della ragazza era oramai puntato sul Kwami: -Che cose?- i passi divvennero sempre più brevi fino a farla fermare e sedere di nuovo sul bordo del letto. La Kwami aveva stuzzicato la sua curiosità e preoccupazione con quei toni e quelle parole.

-I miracolus hanno girato per tutto il mondo Marinette. Ma sono ormai almeno tre generazioni che sono a Parigi. Se ne parla poco, un po' per nascondere le tragedie un po' perché sembra quasi routine vedere eroi comparire sulle città e proteggerle.

I precedenti possessori, le vecchie generazioni in pratica, hanno avuto diverse brutte esperienze, il tutto perché si sono incontrati… io e Plagg abbiamo solo deciso di evitarlo. Non vogliamo che a voi possa accadere qualcosa.-

I pensieri di Marinette galoppavano immaginando scenari e Miraculers diversi da Lei e Chat Noir. Un dubbio colse quei pensieri mentre mille storie si ammucchiavano nella mente troppo stanca per assorbirli di lei: -Quindi…- chiese, appena organizzate delle parole di senso compiuto nella sua testa -Tu sai chi possiede il Miracolus di Paplion…?-

-No.- ammise Tikki con tono di disapprovazione. -Ogni volta che i nostri Miracolus vengono rimossi una parte della nostra memoria viene sopita, ricordiamo chi è stato il nostro portatore e ricordiamo tutti gli eventi che comprendono altri portatori con i miracolus attivi, ma non ricordiamo le identità degli altri, come se le nostre menti fossero offuscate. E per di più, prima di adesso erano diverse decine di anni che il mio Miracolus non veniva attivato.-

Marinette abbassò la testa mostrando la sua delusione. Lentamente il corpo le si fece pesante costringendola ad abbandonarsi sul letto.

Tikki le si avvicinò con fare incauto. -Scusa, non volevo Marinette.-

La ragazza mosse la mano come per dirle “lascia stare”. Il volto della ragazza era paralizzato, come di pietra, senza che nessuna espressione sfuggisse a quella maschera.

Lasciò che la testa pesante le cadesse sul cuscino e le palpebre, divenute insostenibili, si chiudessero.

Tikki si posò affianco alla sua testa come sempre: -Vuoi che ti rimbocchi le coperte?- sussurrò con vocina fine all'orecchio della ragazza. Marinette annuì lasciando che la stanchezza accumulata la facesse sua nel suo abbraccio di sonno senza sogni.

Tikki fluttò verso le coperte coprendo la compagna con il loro calore.

-Tikki.- la voce della ragazza era un flebile sibilo nell'aria buia della stanza. Il kwami le si avvicinò riprendendo il suo posto affianco a lei. -Tikki vieni qui.- Marinette sollevò un lembo della coperta appena sistemata per lasciare un passaggio alla piccola. -Non voglio dormire sola.-

Tikki sorrise, felice di aver ricevuto il perdono della ragazza. -Spero il meglio per voi, Marinette.-

 

Il ragazzo era appena riuscito a rientrare nella sua stanza. Nathalie era riuscita a tenere nascosta la sua sparizione al padre, ma nulla gli aveva tolto il cazziatone della donna. Si chiuse la porta alle spalle il più silenziosamente possibile. Un lungo sospiro lo accompagno verso le finestre: sperava di poter guardare ancora qualche stella prima di dormire. Le schermature delle vetrate erano già state abbassate impedendogli di gustarsi sulla pelle ancora un po' di quell'aria fresca che lo aveva accompagnato a casa. “Anche volendo credo che sia troppo luminoso per vedere le stelle.” pensò.

Plagg uscì da sotto la camicia di Adrien. Il ragazzo si sentì come se un macigno gli si togliesse dalle spalle. Appoggiando la schiena al muro si lasciò scivolare fino al pavimento. Era così abituato ai poteri di Plagg che persino nel buio totale la sua stanza gli pareva nitida alla vista.

La testa, pesante per il sonno, gli crollò in mezzo alle ginocchia, un braccio gli scivolò sui fianchi come senza vita. La stanchezza e i fatti del giorno lo avevano distrutto.

Con fatica sollevò una mano per portarsela al volto, con la poca forza rimasta si stropicciò gli occhi impedendosi di addormentarsi in quel luogo e quel momento.

-Tu lo sapevi eh?- il tono di lui era stanco, biascicato, ma non arrabbiato ne deluso.

Plagg gli si avvicinò fluttuante, l'ultima trasformazione lo aveva sfinito: -Il cibo?- sbiascicò

-Tasca interna della giacca nera sulla sedia.- fu la pronta risposta accompagnata du un debole gesto dell'indice.

Il Kwami scattò rapido a nutrirsi. Inghiottì in un sol morso un pezzo del suo cibo preferito. Un sospiro di gioia uscì dalla bocca della piccola creatura finalmente a pancia piena.

-Sì, non da molto in realtà.-

Adrien si costrinse a tirar su la testa poggiandola al muro, il pomo di Adamo ondeggiava mentre continuava a deglutire, si aspettava. Si aspettava una risposta del genere dal Kwami: -Racconta.-

-Non vuoi dell'acqua? Non sembri star bene…- il tono del Kwami era preoccupato, mai come prima di allora.

-Racconta.- sussurrò in risposta il ragazzo con voce mancante, il tono comunque non ammetteva repliche.

-Al ballo io e Tikki ci incontrammo. In un primo momento non sapevo fosse Marinette la ragazza, sapevo solo che non stavi ballando con la vera Ladybug, o meglio, non con lei trasformata.-

Il kwami gli si avvicinò trascinando una bottiglietta d'acqua presa dalla scrivania. Il ragazzo si attacco al collo di quella finendola in pochi sorsi per poi puntare all'esserino con uno sguardo che sostituiva le parole: “vai avanti.” diceva.

-Mi spiegò alcune cose sulla portatrice, e io a lei su di te.- Lo sguardo curioso e severo allo stesso tempo di Adrien lo costrinse a parlare.

Uno sbuffo preceddette le sue parole: -Nulla di che, giusto due cose sulla tua ossessione per LadyBug, e lei qualcosa su quella di lei per te.-

Adrien abbassò nuovamente lo sguardo, troppo stanco per continuare a tenere la testa alzata.

-Ci sono altre cose che devi sapere.- continuò il Kwami approfittando della sua stanchezza per evitare una punizione.

-Tipo?-

-Non è il primo bacio che vi date.-

-Questo lo so.-

-No, non intendo l'altro a casa sua, con te come Chat e lei disperata per colpa dell'altro te. Contro Dark Cupid. Ti aveva colpito, e lei per rompere l'incantesimo ti ha baciato.-

Gli occhi di Adrien passarono rapidamente dall'essere due fessure al dilatarsi fin troppo: -E cosa diamine aspettavi a dirmelo!- sbottò in quello che doveva essere un urlo ma non aveva la forza di esserlo, come un ruggito soffocato. Il ragazzo scattò in piedi senza sapere neanche lui stesso dove avesse trovato la forza. Con passo strisciante si buttò sul letto a pancia in giù.

-Non puoi avermi detto con tanta leggerezza una cosa del genere.-

Il kwami gli si avvicinò come ogni notte, gli occhietti verdi si chiudevano per la stanchezza mentre a fatica si appallottolava affianco al padrone.

-Non ci do molto peso. E ora sapete chi siete no? Non dovrebbe interessarti il passato. E poi oramai il danno è fatto.-

Adrien si sollevò sui gomiti strisciando verso la testa del letto, agguantò Plagg appoggiandolo affianco al suo cuscino.

-Danno?- chiese sbadigliando quando ormai gli occhi erano troppo stanchi per stare aperti e la mente troppo stanca per recepire una risposta.

-Non possiamo parlarne domani?- chiese il piccolino con uno sbadiglio di risposta.

-Non mi racconti la favola della buonanotte mamma Plagg?-

-Quasi alle due?-

-TI prego mamma Plagg.- Adrien si era sdraiato a pancia in su con un braccio sugli occhi come d'abitudine.

-Non volevamo vi conosceste, sono successe cose brutte con i portatori precedenti e non vogliamo che vi succeda qualcosa, a te sopratutto.-

-Sono speciale?- chiese con una risata mancante di forza.

-No, sei sfortunato, e in una famiglia illustre.-

-Gli agreste non sono così famosi.- giustificò lui con un sussurro, le ultime sillabe sparirono ancor prima di uscire dalla bocca del ragazzo.

-Non come stilisti Adrien.-

Il respiro pesante del ragazzo avvertì il kwami che ormai la discussione era conclusa e sparita nella notte. Adrien era ancora per un po' al sicuro.

   
 
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