Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Crybaby    02/07/2016    2 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-3!

La Redenzione Dei Ninja Di Konoha

-TUTTI A TAVOLAAA! LA COLAZIONE E' PRONTAAA!
La voce di Chichi riecheggiò squillante come una tromba nelle orecchie di Choji.
Stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi, il ninja si mise prima a sedere e poi si rialzò dal pavimento del salotto di casa Son, dove lui e tutti gli altri eroi di sesso maschile erano stati ospitati la notte precedente.
A parte i materassi e le coperte sparpagliati per terra, e i mobili spostati vicino alle pareti, la stanza era completamente vuota e deserta.
-A TAVOLAAA!- ripeté la padrona di casa, di cui si intravedevano le mani fare capolino dalla cucina per suonare un triangolo. Choji le seguì, e si ritrovò d'innanzi forse la migliore colazione a cui avrebbe mai preso parte in vita sua: al centro di una grande tavola rotonda, posto su un vassoio d'argento troneggiava un imponente cinghiale arrosto con tanto di mela in bocca, circondato da un contorno di patatine fritte, ricoperto da una salsa di pomodoro ultrapiccante e cosparso di foglie di origano e granelli di pepe rosa.
Però, proprio come nella stanza precedente, nemmeno qui c'era anima viva.
-C'è nessuno?
-Qui dietro, Choji! Ti ho riservato un posto!
L'Akimichi fece il giro della tavola, e nascosta proprio dietro al cinghiale trovò Hotaru, seduta in compagnia del resto delle outer senshi.
-Ciao, ragazze! Scusatemi il ritardo…
-Il sonno aguzza l'ingegno- disse Michiru, mentre addentava un pomodoro. Senza farci caso, Choji si sedette al suo posto e affilò i coltelli, pronto per l'imminente abbuffata.
-Ah, ci voleva proprio! Ah, per caso sapete dove sono gli altri?
-Quiii, siamo quiii…- fece un coro di voci, lontane come se si trovassero sul fondo di un pozzo. Choji guardò a destra e a sinistra, ma quelle voci potevano provenire solo da una direzione. Di fronte a sé, per la precisione dietro al cinghiale arrosto.
O DENTRO al cinghiale arrosto.
Con mano tremante, Choji prese la mela dalla bocca dell'animale e gliela tolse. Riuscì appena ad intravedere una specie di caverna, che qualcuno gli sbatté una mano sulla spalla talmente forte da fargliela quasi dislocare.
-Siamo arrivati alla resa dei conti, caro!
Alla sua destra aveva appena preso posto Soichi Tomoe, ma non era solo: in piedi dietro di lui c'era anche suo papà, Choza Akimichi.
Entrambi i padri sfoggiavano lo stesso innaturalmente largo sorriso.
-Figliolo, il professore mi ha parlato molto bene di te. Dopo una lunga chiacchierata abbiamo deciso…
-…che puoi far parte della nostra famiglia! Congratulazioni!
I due uomini gli applaudirono nelle orecchie e lo scossero con passione. Confuso Choji si girò verso Hotaru, ma non c'era alcun posto alla sua sinistra: chissà come e quando il tavolo da rotondo era diventato rettangolare, e sul lato sinistro le outer avevano già ridotto all'osso metà del succulento cinghiale come iene fameliche.
-Se vuoi sposare Hotaru dovrai prima vedertela con noi, e non sarà facile!- lo minacciò Haruka tra un boccone e l'altro, puntandogli contro la sua spada.
-Guarda, figliolo!- esclamò invece orgoglioso Choza, posando entrambe le mani sulle spalle del figlio talmente forte da fargli sfondare la sedia -il clan Akimichi è diventato il più numeroso di Konoha! Non sei contento?
-Non se io ho qualcosa da dire in proposito!
Choji si voltò di scatto. Nell'indifferenza di chiunque, nella stretta cucina di Chichi era comparsa una statua d'oro con le sembianze di Kaolinite.
-Io voglio bene a Hotaru come a una figlia, dovrai passare sul mio cadavere per averla!
-E io voglio bene a Hotaru perché E' mia figlia! Torna qui!
La statua d'oro cadde all'indietro sparendo al di fuori di una finestra, e il professor Tomoe le corse dietro e prese il volo con un jetpack indossato a mo' di zaino. Spaventato Choji corse alla finestra, appena in tempo per vedere i grattacieli di una città venir fagocitati da un cratere nel terreno, da cui si innalzò una versione gigante di Sailor Saturn che, falce alla mano, generò una cupola d'energia immensa e potente quanto una supernova.
-POTERE DELLA DISTRUZIONE, PONI FINE A QUESTO SCEMPIO!
-NOOOO!…

-NOOOOooooo… oh.
Choji si svegliò di soprassalto, sudando freddo. Era ancora seduto sul pavimento di casa Son, e a giudicare dai borbottii scocciati degli altri ragazzi, che il suo urlo improvviso aveva strappato dal sonno, era quasi certo che questa volta non si trattasse di un sogno. Provò a farfugliare una scusa, ma un cuscino lanciato da chissà dove lo mancò di poco alla testa; così, mestamente l’Akimichi si nascose alla bell’e meglio sotto una coperta per non farsi riconoscere e si allontanò strisciando come un lombrico. La sua fuga però terminò subito, quando qualcuno che conosceva molto bene si chinò davanti a lui per smascherarlo.
-Sh-Shikama…
L’amico gli fece subito segno di far silenzio, e senza dire una parola si alzò ed uscì all’esterno attraverso una finestra aperta.
Choji rimase a fissarlo, dubbioso. Ma, quando Shikamaru gli mostrò sorridendo un grosso sacchetto di patatine e gli fece cenno di seguirlo, ebbe la conferma che non stava davvero più sognando.

Per un po’ di minuti, Shikamaru e Choji non fecero altro che passeggiare, apparentemente senza una meta, fianco a fianco, senza scambiarsi una parola, ma solo godendo appieno dello spuntino che il Nara aveva procurato per entrambi.
Fu solo arrivato a svuotare metà sacchetto, che l’Akimichi decise di concedersi una pausa per fiatare.
-CHOMP… CRUNK… GNAM… …patatine al bacon e cipolla, come colazione non è proprio niente male! Ne vuoi un’altra?
-Sapevo che ti sarebbero piaciute. Comunque, più che colazione… CHOMP… sarebbe meglio dire aperitivo, dato che manca poco all’ora di pranzo. Dormito bene?
-Beh, non esattamente… Hai sentito l’urlo che ho fatto?
-Urlo? No, quando sono arrivato eravate già tutti svegli. Chi più, chi meno… Hai fatto un brutto sogno?
-Err… Non mi va adesso di parlarne. E tu, hai dormito bene? E come va la gola?
-Come nuova, grazie a Majin Bu. E, beh, prima di tutto a Sakura. Anche se incapace di muovermi, ero ancora cosciente prima di ricevere le sue cure.
-Eri… cosciente?!
-Già. Me la sono vista davvero brutta, ma per fortuna è finito tutto bene… Choji?
Shikamaru tornò indietro di tre passi, avendo visto che l’amico si era fermato, e gli mise una mano su una spalla.
-Ehi, ho detto che è finito tutto bene! È questo che conta! …e in ogni caso, non ho mai pensato che fosse colpa tua.
-…allora, hai sentito quello che ho detto?
-Già. Tra parentesi, se le orecchie non mi hanno ingannato anche Temari era sul punto di piangere e farsi prendere dal panico, quindi non devi vergognarti della scenata che hai fatto. Tornando a quello che ti preoccupa… Svoltiamo per di qua, intanto.
Shikamaru indicò una strada secondaria, lontana dal marciapiede accanto alla strada lungo cui stavano passeggiando, e i due ripresero a camminare.
-Se Asuma-sensei fosse qui, possiamo immaginare cosa ti direbbe… “Choji, hai ben ragione di sentirti in colpa! Continua ad arrabbiarti e a mandare all’aria il nostro lavoro di squadra, e prima o poi ci scapperà il morto di sicuro!”…
-“E poi te l’ho detto un milione di volte, se ti mettessi un po’ a dieta forse i nemici la smetterebbero di insultarti per la tua ciccia!”, aggiungerebbe Ino se fosse qui anche lei…
-Giusta osservazione. Ma in questo caso, le loro prediche sarebbero inutili. Devo confidarti un segreto. Non devi sentirti in colpa, perché non sei stato tu a mandare all’aria la mia strategia. …sono stato io.
Così, Shikamaru raccontò a un sorpreso Choji di come aveva perso il controllo contro Eudial, durante il loro duello personale nel tempio, e di come il suo breve scatto di rabbia gli aveva fatto perdere la concentrazione costandogli la vittoria.
-Certo, il fatto che non aveva un cristallo del cuore da estrarre avrebbe rovinato tutto lo stesso, ma perlomeno con l’arma completamente scarica il nostro scontro sarebbe terminato in pareggio. Quindi, se vogliamo tornare a ritroso nel tempo per cercare la persona da incolpare per il kunai che mi è finito in gola, beh… tecnicamente quella persona sono io. Come vedi, anch’io come te ho un caratterino che rischia di compromettere il nostro mestiere di ninja.
Choji non disse nulla inizialmente. Quello che Shikamaru gli aveva appena detto gli aveva certamente sollevato il morale, ma lo aveva anche lasciato un po’ confuso.
-Non capisco… Perché vuoi che questo rimanga un segreto?
-Perché se Asuma-sensei o mio padre lo venissero a sapere sono sicuro che mi farebbero una ramanzina infinita, e non mi va di essere redarguito per qualcosa che ho già imparato da solo. Inoltre, ho paura che…
Questa volta, fu Shikamaru a rallentare il passo fino a fermarsi.
-Che?- lo incalzò Choji, guardandolo dritto negli occhi.
-…perdonami, ma è un discorso troppo complicato, e non me la sento di parlartene ora.
-…va bene, allora quando ti sentirai pronto!
L’Akimichi porse di nuovo il sacchetto di patatine al Nara, come un immaginario punto per chiudere il discordo, e il duo riprese a camminare.
-CRUNK… Passando a un argomento più allegro… Alla fine ti sei ricongiunto ad Hotaru, proprio come ti avevo assicurato. Sei felice ora?
Choji annuì con vigore, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
-Avresti dovuto vedere la scena, Shikamaru! La prima cosa che ho fatto quando mi sono materializzato là sotto è stata prendere a pugni la strega che la stava per uccidere, e il buffo è che pensavo di essere ancora in coma e di stare sognando! C’è voluto il suo abbraccio… e anche un paio di ceffoni, se non ricordo male, ma alla fine ho capito che era tutto vero!
-E bravo il nostro Choji- si complimentò Shikamaru, dando all’amico qualche pacca leggera dietro la testa -questo è qualcosa di cui potrai vantarti per il resto della vita. Spero solo che Naruto non se la prenda troppo a male…
-Uh? Naruto? Perché mai dovrebbe prendersela con me?
-Non con te, in particolare… Ma prova a pensare alla sua reazione, quando verrà a sapere che sei riuscito a conquistare una ragazza prima di lui… !?
In quella l’Akimichi si strozzò con il cibo e cominciò a tossire con violenza, e l compagno di team lo aiutò a riprendersi con delle manate sulla schiena.
-Coraggio, respira a fondo che ti passa… è per qualcosa che ho detto?
-Eccome! Shikamaru… perché tutti pensano che io e Hotaru ci amiamo? È assurdo!
Il Nara sbarrò gli occhi, cadendo dalle nuvole. Se Choji lo stava dicendo proprio a lui, allora doveva essere vero.
-N-non è così? Scusami, allora! Mi sono lasciato condizionare dai discorsi esagerati di Ino e, insomma, l’ho dato per scontato…
-Perché? È davvero così strano che un maschio e una femmina possano essere solo amici?
-Beh, sai che per me esistono solo tre tipi di donne. Quelle che ti amano, quelle che ti ignorano e quelle che vogliono ucciderti.
-E Ino e Temari?
-Sono ancora indeciso se inserirle nella prima o nell’ultima categoria, ma questo deve restare fra noi- gli sibilò Shikamaru in un orecchio, per poi rialzare la voce -se però mi dici che Hotaru è l’eccezione alla mia regola, allora sono contento per te. Solo, non capisco perché sentirti dire che tu e lei facciate una bella coppia ti faccia quasi strozzare con le patatine.
-Te l’ho detto! Io e lei siamo amici… anzi, per essere precisi, lei è come una sorellina per me. Non potrei mai pensare di… Di…
-E allora non ci pensare- tagliò corto Shikamaru, notando come l’amico stesse diventando più rosso dei suoi vestiti -ciò che deve contare, per te, è che tu sei felice di aver scoperto in Hotaru una buona amica, e di aver potuto rincontrarla dopo tanto tempo. I consigli che gli altri potranno darti riguardo un fantomatico fidanzamento… ignorali, o ridici sopra, se puoi. Pensi di farcela?
-Mh… Non posso promettertelo, ma ci proverò. Ti ringrazio, ora mi sento più tranquillo!
-Mi fa piacere. …anche perché c’è una bella sorpresa che ti aspetta. Siamo arrivati!
Shikamaru indicò un edificio, dall'altra parte della strada: una grande abitazione dipinta di giallo, dall'inconfondibile forma a cupola.
-Ma quella è... la casa di Trunks?
-Esatto. Ora te lo posso dire, la nostra passeggiata non era affatto senza met... Ehi!
Choji lasciò il sacchetto di patatine nelle mani di Shikamaru e come una palla di cannone attraversò la strada e si fiondò nella casa. Aveva appena varcato la soglia, però, che uno sgambetto lo fece finire a gambe all'aria e, dopo una serie di capriole, schiantare a testa in giù contro la più vicina parete.
Passato l'intontimento generale, Choji vide, capovolta dal suo punto di vista, chi aveva stoppato la sua corsa.
-I-Ino?! Perché l'hai fatto…
-Perché altrimenti ti saresti fiondato in cucina e avresti svuotato il frigorifero in preda alla delusione. Ti conosco, sai?
-Oh… Allora la sorpresa non è un pranzo superlativo preparato dalle mani di fata della signora Brief?
-Purtroppo no, ma non disperarti- lo rassicurò Shikamaru, che aiutato da Ino riportò il compagno di team coi piedi per terra e la testa in alto -secondo me la vera sorpresa ti piacerà ancora di più. Ino, si sono svegliati quei due finalmente?
-Fammi controllare…
La bionda kunoichi andò ad aprire una porta, che dava sulle scale per il secondo piano. Non appena la socchiuse, un potente russare simile al rumore prodotto da un trapano le arrivò in faccia, facendole ondeggiare i capelli.
-Temo di no. D'altronde non potevamo aspettarci altrimenti, Ami e Trunks hanno lavorato fino alle prime luci dell'alba! Fortunatamente, possiamo contare sull'aiuto di qualcun altro per spiegare a Choji in cosa consiste la loro ultima invenzione. OH GIIILL!
Svolazzando silenziosamente, il robottino adottato dalla famiglia Brief scese fra i tre ninja e li precedette nel seminterrato, dove li accompagnò di fronte ad una solida porta metallica che aprì per loro.
-GIRO GIRO. Prego, entrate pure.
-Grazie. Sei molto gentile- lo ringraziò Ino, sfiorandolo con la sua lunga chioma bionda e facendolo arrossire leggermente.
Il team 10 entrò in quello che sembrava a tutti gli effetti l'interno della cabina di un ascensore, con in più una seconda porta sul lato opposto. Dopo aver trafficato un secondo con un tastierino elettronico, Gill li invitò ad uscire attraverso la nuova porta.
-A te l'onore, Choji. Noi sappiamo già come funziona- disse Shikamaru. Senza sapere cosa aspettarsi, l'Akimichi abbassò la maniglia…
…e, uscendo da un vecchio albero cavo, si ritrovò nel bel mezzo di una foresta verde.
-Ma… Ma… Io riconosco questo posto! A un paio di chilometri da qui c'è il villaggio! Com'è possibile?!
-GIRO GIRO. Quello che avete attraversato è un VSD, ovvero un Varco Spazio-Dimensionale. Costruito da Trunks e Ami secondo il progetto originale delle Witches 5, permette il collegamento diretto fra due punti distanti della Terra. In questo caso tra Città dell'Ovest e i pressi del villaggio di Konoha. Il VSD è alimentato da un pannello ad energia solare, il che gli permette un'autonomia quasi illimitata. Tuttavia… GIRO GIRO, il braccio, prego.
Il robottino prese Choji per una mano e lo ritirò dentro per metà dentro l'albero.
-Tuttavia esiste l'eventualità di un possibile spegnimento accidentale. Nel caso ciò avvenga mentre qualcuno sta attraversando il VSD…
Premendo un tasto nascosto, Gill tolse a tradimento la corrente. Choji cadde in avanti gridando di terrore, convinto di essere stato appena tagliato in due, ma con suo immediato sollievo si ritrovò ancora tutto intero nell'albero cavo. Pochi secondi dopo, l'interno della cabina si rimaterializzò intorno a lui.
-…secondo il principio della sovrapposizione spaziale, è impossibile che lo spazio sovrapposto, in questo caso l'interno del VSD, trascini con sé un soggetto proveniente dall'esterno. Il pericolo di mutilazione accidentale è quindi pari a zero. Tutto chiaro, GIRO GIRO?
Per nulla tranquillo, l'Akimichi strisciò all'indietro fuori dall'albero e si portò a una distanza di sicurezza di un paio di metri prima di rialzarsi e salutare.
-N-non ci ho capito molto a dire il vero, m-ma grazie lo stesso…
-In parole povere- spiegò Ino -da ora in avanti ci basterà fare una scampagnata dal villaggio fino a qui, bussare, eventualmente chiedere un passaggio e potremo andare dove ci pare senza dover più attraversare a piedi mezzo mondo. Nel tuo caso specifico, significa che da ora in avanti potrai rivedere Hotaru quante volte vorrai!
-Ho… Hotaru?
-Sì, lei! Non sei contento?
Con ancora fresca nella mente la chiacchierata con Shikamaru di poco prima, Choji non seppe come rispondere alla domanda di Ino senza entrare in particolari dettagli. -Ecco… Puoi lasciarmi il tempo di pensarci?
Il ragazzone volse le spalle ai compagni e si allontanò nella foresta. Prima ancora che Ino avesse il tempo di fare altre domande, un gigantesco grido d’esultanza riecheggiò dappertutto facendo anche sradicare gli alberi circostanti.
-Se sono contento? Sono al settimo cielo! Corriamo, prima torniamo a Konoha e facciamo rapporto ad Asuma-sensei e prima possiamo tornare qui!
-Con “fare rapporto ad Asuma” intendi “farci offrire il pranzo?
L’Akimichi annuì per poi rotolare via come una palla da bowling, lasciando Ino più confusa che mai.
-Che strana reazione… Secondo te cosa significa, Shikamaru?
-Dovresti chiederlo a lui direttamente. Solo lui ha il diritto di saperlo.
-Eh? Chi vi capisce è un genio… Ad ogni modo, possiamo ben dire che la depressione gli è passata. Sono tanto felice per lui! …un po' meno per il portafoglio di Asuma-sensei. Choji, ci vuoi aspettare?!
Così, Ino partì all’inseguimento dell'euforico compagno di squadra.
Shikamaru si limitò a seguirli mani in tasca, con andatura normale. Anche lui non vedeva l'ora di rivedere Asuma e godersi un meritato pranzo a base di carne grigliata.
Però, avvicinandosi sempre di più al villaggio, i suoi pensieri non poterono non andare a chi, più mattiniero di lui, aveva già sperimentato il VSD per tornare a Konoha.

Per quanto avesse iniziato a sentire la mancanza del suo villaggio, non era certo quello il modo in cui Rock Lee avrebbe voluto tornarci.
Appena risvegliatosi quella mattina, il ninja soprannominato la Bestia Verde era stato immediatamente convocato dall’Hokage, per partecipare ad una riunione che lo riguardava direttamente. Nel momento in cui aveva varcato la soglia dell’ufficio, Lee aveva capito subito quanto seria fosse la faccenda, quando vide seduti accanto a Tsunade, dietro la sua lunga scrivania, i due consiglieri anziani Koharu e Homura e soprattutto il capo degli ANBU in persona, Danzou. Per svariati minuti, i quattro non avevano fatto altro che leggere, attentamente ed in silenzio, una pila di fogli su cui erano trascritti dei rapporti dettagliati. In piedi e immobile come una statua al centro della stanza, Rock Lee li osservava senza battere ciglio e senza mostrare alcun segno di preoccupazione per quello che lo attendeva.
Anche se la tentazione di lasciarsi sfuggire almeno una goccia di sudore freddo dalla fronte era molto forte.
Dopo averli riletti ed esaminati per la terza volta, Danzou fu l’ultimo a terminare di leggere i rapporti.
-Possiamo cominciare, Tsunade.
La donna alzò gli occhi su Lee ed iniziò a parlare, mentre seduta in un angolo della stanza la sua assistente Shizune aveva preso carta e penna per fare un resoconto in tempo reale della riunione.
-Rock Lee, allievo di Maito Gai e membro del Team omonimo insieme ai ninja Hyuuga Neji e Tenten. Sei a conoscenza del motivo per cui sei stato convocato al nostro cospetto?
Il ragazzo annuì, ma per essere sicuro volle comunque rispondere.
-Per rivalutare la mia recente promozione al grado di chunin.
-Esatto. Dalle informazioni raccolte dai tuoi compagni di squadra e dalle altre persone coinvolte negli ultimi avvenimenti, siamo venuti a conoscenza di alcuni tuoi comportamenti e alcune tue decisioni che riteniamo inaccettabili per un ninja del tuo livello…
-Sono pienamente consapevole, e dispiaciuto, degli errori che ho commesso, Hokage-sama- rispose ancora Rock Lee con fermezza -pretendendo di voler trattenermi a salutare Naruto alla locanda in cui alloggiava, invece di tornare subito al villaggio per fare rapporto sulle sue condizioni, ho disobbedito alle condizioni della missione che era stata affidata al mio team. La mia negligenza, inoltre, ha anche messo in pericolo proprio due componenti del mio team: se fossi stato rispettoso delle condizioni della missione, Gai-sensei e Tenten non sarebbero mai caduti nell’agguato delle Witches 5.
-Non è tutto!- lo interruppe bruscamente il consigliere anziano Homura, sbattendo il dorso della mano sui fogli che aveva davanti -qui è riportato che, nonostante le tue condizioni di salute fossero perfette, ti sei isolato in un… un dojo di tua costruzione e sei deliberatamente mancato ai tuoi doveri di shinobi! Come ha detto pocanzi Tsunade, è stato un atteggiamento a dir poco inaccettabile! Come ti giustifichi?
Rock Lee chinò il capo.
-Non ho alcuna giustificazione né scusante per questo. Se non fosse intervenuto Akimichi Choji, componente del Team 10 capitanato da Asuma-sensei, in questo preciso istante sarei ancora nel mio dojo.
-Il fatto che tu ti sia ripreso grazie a una semplice chiacchierata con un coetaneo è senz'altro positivo- commentò la consigliera anziana Koharu -ma non basta a considerare perdonati i tuoi atteggiamenti. Dicci, Rock Lee. Se tu dovessi decidere al nostro posto la punizione che ti spetta, cosa sceglierest…
In quella, senza perdere la sua compostezza Tsunade sbatté le mani sulla scrivania, ammutolendo tutti.
-Prima di saltare alle conclusioni dobbiamo analizzare TUTTI i fatti alla mano. Dunque…
-Non ce ne sarà bisogno, Tsunade. I meriti sul campo del ragazzo riparano ampiamente i suoi precedenti sbagli.
A parlare era stato Danzou, l'ultima persona da cui Tsunade si sarebbe aspettata di sentire un'affermazione del genere.
-Danzou, come ho appena detto è presto per arrivare a prendere una decisione in merito…
-E allora, ricapitoliamo insieme gli avvenimenti- continuò il capo degli ANBU con un sorriso stranissimo, rivolgendosi direttamente a Rock Lee -Gaara in persona ci ha confermato che hai sostenuto, tutto da solo, una battaglia contro di lui e contro Neji Hyuuga, al momento succubi entrambi delle streghe, per consentire ai tuoi compagni di avanzare. Come se non bastasse, a un certo punto ti sei addirittura ritrovato a combattere quasi alla pari con il demone Shukaku, sfuggito al controllo della sua forza portante. Un'impresa notevole, per un ninja della tua età!
-N-non così notevole, signore- obiettò lo stesso Lee, alzando una mano -per farcela, ho dovuto ricorrere all’apertura di cinque delle otto porte del chakra, il mio attuale limite massimo! E poi… non credo proprio che il demone Shukaku stesse usando la sua piena potenza…
-È inutile che tu faccia il modesto, figliolo. Anzi, da un certo punto di vista sei stato ancora più eccezionale! Se non sbaglio, l’ultima volta che hai combattuto contro Gaara hai quasi rischiato di perdere l’uso di due arti. O ricordo male, cara Tsunade? Tu stessa ti sei occupata della sua operazione.
La donna guardò Danzou con evidente sospetto. Era chiaro che il suo scomodo consigliere stesse pianificando qualcosa.
-Ricordi benissimo, il suo infortunio è stato talmente serio che persino io ho temuto non potervi porre rimedio. Questa volta, invece, se escludiamo l’eccessiva perdita di chakra dovuta all’apertura delle porte, Rock Lee è uscito dalla battaglia relativamente indenne.
-Splendido, splendido! Cari signori, penso sia inutile proseguire oltre con la riunione. Il qui presente Rock Lee si è dimostrato un valido combattente e una valida e decisiva risorsa, quasi al pari di Kakashi o del suo stesso sensei. Direi che sia più che giusto premiarlo per i suoi meriti sul campo, che ne dite?
Tutti i presenti, Tsunade e Lee in particolare, sgranarono gli occhi. Di tutti i modi in cui poteva evolversi la riunione, quello era senza dubbio il più inaspettato.
-Premiarlo in che modo, Danzou?-gli chiese Homura.
-Beh, potremmo accelerare il processo che lo porterà alla sua futura promozione a jounin. Giusto per cominciare.
Rock Lee non poteva credere alle sue orecchie e ai suoi occhi. Persino gli altri due consiglieri, prima così ostili, stavano annuendo. Anche se non con completa convinzione.
-Non è quello che avevamo in mente all’inizio, ma non bisogna certo negare che per il futuro del ragazzo e del villaggio sia una bella prospettiva. Tsunade, spetta a te prendere la decisione.
Ora tutti gli occhi erano puntati sul Quinto Hokage. Conoscendo la sua buona fede, Rock Lee ipotizzò che Tsunade si era preparata a difenderlo lei stessa dalla severità dei tre consiglieri, e invece la situazione alla fine si era ribaltata più di quanto potesse sperare.
Al punto che persino la risposta della donna, arrivata dopo un minuto di riflessione, fu completamente diversa da quella che tutti si aspettavano.
-Sono desolata di contraddirvi, ma sarebbe un colossale errore per chiunque se concedessimo un premio simile a Rock Lee. Avrà combattuto con onore e avrà dimostrato doti fuori dal comune, ma ciò non toglie il fatto che non ha ancora dimostrato di aver imparato dai propri errori.
Danzou rimase fermo e composto, ma dalla sua mano tremante era evidente che dentro stava per esplodere di rabbia.
-Come, prego?
-Proprio come quando ha disobbedito alle mie disposizioni, causando l’aggressione di Maito Gai e Tenten, anche nell’affrontare Gaara e Neji, DA SOLO, ha dimostrato di non aver capito la cosa importante. E cioè, non ha pensato come un componente di una squadra. È vero, dalla battaglia è uscito vivo, ma penso sia stato solo un caso fortunato. Un ninja coscienzioso e maturo avrebbe chiesto ad uno dei suoi tanti compagni disponibili al momento di rimanere con lui per affiancarlo. Cari consiglieri, volete davvero promuovere un ragazzo che, nonostante le sue immense potenzialità, è ancora inesperto dal punto di vista tattico?
Con disappunto di Danzou, gli altri due anziani annuirono questa volta con maggiore convinzione.
-Il ragionamento non fa una piega- commentò Homura -sarebbe controproducente inserire un ninja così impreparato tra i ranghi più importanti. Tu stesso selezioni solo i soldati migliori per la squadra degli ANBU, no?
Tsunade sorrise trionfante. Finalmente aveva capito a cosa stava mirando Danzou.
-Ti ripeto la domanda di prima, Rock Lee- disse di nuovo Koharu -se tu fossi seduto al nostro posto, quale destino sceglieresti per te?
Dopo un attimo di incertezza, il viso del ragazzo si illuminò. La proposta di Danzou era sì allettante… ma ora gli altri due consiglieri anziani si erano fatti più in qualche modo più comprensivi nei suoi confronti, e le parole che Lee si era studiato mentalmente non avrebbero potuto avere effetto in un momento migliore.
-Vorrei una nuova possibilità, signora! Non voglio restare impunito per gli errori che ho commesso, ma non voglio nemmeno smettere di essere un ninja! Datemi un'altra occasione, e vi giuro sulla mia vita che ripagherò la fiducia che avete riposto in me quando mi avete assegnato questa giubba da chunin!
-E una nuova possibilità ti sarà data, naturalmente- gli sorrise Tsunade -nei prossimi giorni ti verrà assegnata una missione che prevede necessariamente il lavoro di squadra. Se la porterai a termine con successo, continuerai ad essere un chunin. In caso contrario, quel giubbotto che indossi ti verrà tolto, e dovrai ripetere l’esame di selezione chunin dall’inizio. Consiglieri, siete d’accordo?
Koharu e Homura approvarono convinti.
-Due opinioni favorevoli su tre. Così è deciso, allora. Puoi andare, Rock Lee.

La Bestia Verde di Konoha si chiuse le porte alle spalle.
Non ebbe nemmeno il tempo di pensare che tutto sommato poteva andargli peggio, che con la coda dell’occhio si avvide di due persone appiattite contro il muro antistante l’ufficio dell’Hokage.
-Gai-sensei! Tenten! Avete… avete sentito tutto?
Il maestro e la compagna di team fecero per rispondere, ma la presenza di altre persone oltre a loro nel corridoio li fece cadere in imbarazzo.
-Eh? Oh, no, certo che no…
-Stavamo passando qui per caso…
-Pensi davvero che ci abbasseremmo ad origliare dietro le porte? Figuriamoci…
Fu quando l'ultimo dei passanti fu scomparso dietro l'angolo, che i due mostrarono le loro vere facce.
-Ma certo che abbiamo sentito tutto!- esclamò Tenten -e lasciamelo dire, anche se l'ammiro molto questa volta non sono per nulla d'accordo con la decisione di Tsunade-sama! Dopo tutta la fatica che hai fatto, non posso credere che lei voglia mettere in discussione la tua promozione!…
-Calma, Tenten- la redarguì Gai, posandole una mano sulla spalla -il giudizio del Quinto Hokage è stato più che giusto. Rock Lee avrà anche combattuto una battaglia notevole, ma non ha ancora dimostrato, con i fatti, di avere imparato dai suoi errori. …e tu, Lee? Sei d'accordo con la decisione di Tsunade?
Il ragazzo annuì, senza l’ombra di un’incertezza.
-È più di quanto potessi sperare, Gai-sensei. Ero pronto ad accettare qualsiasi punizione, perciò non ho nulla da obiettare al riguardo.
La Bestia Verde si portò una mano alla tempia, per eseguire un solenne saluto militare.
-Affronterò la mia prossima missione, qualunque essa sia, e la porterò a termine nel modo giusto! Fosse… Fosse l’ultima cosa… che…
Non riuscì più a trattenersi, Rock Lee. Buttata da una parte la sua maschera di soldato impassibile, si gettò ad abbracciare il suo maestro e affondò il viso nel suo petto, piangendo come non aveva mai pianto in vita sua.
-Mi dispiace… Gai-sensei… ho sbagliato ogni cosa… Non meritavo di diventare chunin…
-Hai capito di aver sbagliato, e ti sei anche fatto in quattro per redimerti. Ancor prima di aver sentito le tue gesta contro Gaara e Neji, mi bastava questo per essere orgoglioso di te.
-Gai-sensei… lo pensate… lo pensate davvero?
L’uomo ricambiò l’abbraccio del suo emulo.
-Lo penso davvero, ragazzo mio.
Maestro e allievo rimasero abbracciati a lungo, senza preoccuparsi di nient’altro, per il tempo utile che occorreva a Lee di sfogare il suo pianto di tristezza mista a gioia.
Pure Tenten, rimasta in disparte, si lasciò sfuggire una lacrimuccia.
-Lo ammetto, per una volta sono davvero felice di assistere a questa scena. …però, Gai-sensei… per farlo sentire ancora meglio, non sarebbe il caso di dire a Lee che non è stato l'unico a pagare per i suoi sbagli?
Maito Gai divenne di colpo rigido come uno stoccafisso.
-Cosa intende dire?- domandò Rock Lee.
-Vedi, stamattina Tsunade ha preso in disparte anche me. All'inizio era contenta di sapere che fossi uscito dal coma, ma poi… quando ha scoperto il modo patetico in cui mi sono fatto sconfiggere dalla strega- il ninja più anziano tirò su col naso –mi… Mi ha abbassato lo stipendio! Sono costernato, Lee! Non merito più di essere il tuo maestro!
-No, Gai-sensei! Non dovete abbattervi così! Riuscirete a ricostruire la vostra reputazione agli occhi dell'Hokage, io credo in voi!
-Oh, Lee!…
E via con un altro sentito abbraccio con tanto di pianto a fontana, per il dispiacere di Tenten.
-Come non detto…
-Posso unirmi a voi, allora?
I tre si girarono, e da dietro un angolo videro far capolino il quarto componente della loro squadra.
-Neji, anche tu qu… ?!
Tenten quasi si spaventò, nel vedere in che stato era ridotto il compagno. Il giovane Hyuuga, ancora con indosso i vestiti moderni scelti per lui da Cyprine, a giudicare dai lividi e da un occhio pesto sembrava essere appena scampato da un pestaggio in piena regola.
-Oh cielo! Neji, che ti è accaduto?
-È accaduto che sono diventato lo zimbello del clan Hyuuga. Quando ho raccontato allo zio Hiashi di come mi sono fatto manipolare dalle streghe come un idiota… beh, potete immaginare la punizione per la mia idiozia.
-Allora sei un disgraziato come noi Neji! Vieni, vieni qui!
Rock Lee e Gai aggiunsero Neji al loro abbraccio della vergogna. Cosa che allo Hyuuga non fece proprio piacere, ma era troppo esausto per protestare.
-Venite, pupilli miei! Andiamo a sfogare il nostro disonore con un buon pranzo!- dichiarò Gai, e i tre maschi del team, l'uno con un braccio sulle spalle dell'altro, si incamminarono verso l'orizzonte.
Tenten li seguì buon'ultima a distanza, indecisa se sospirare rassegnata o scoppiare a ridere.

Dopo aver riletto il resoconto del colloquio redatto da Shizune, il Quinto Hokage dichiarò la riunione conclusa. L'assistente fu la prima ad uscire dall'ufficio, seguita da Homura e Koharu. Ultimo del gruppo, Danzou aspettò qualche istante prima di chiudere la porta.
E poter restare solo nella stanza con Tsunade.
-Ti ha dato di volta il cervello?!
L'anziano ninja ritornò sui suoi passi e si avvicinò alla donna, che alzatasi dalla scrivania si era affacciata alla finestra.
-Non sono mai stata più lucida di così- rispose lei, aspirando una boccata d'aria fresca -tuttavia non comprendo il motivo della tua indignazione.
-Motivo in più per mettere in discussione il tuo ruolo di Hokage!
-Mh?
-Fino ad ora i tuoi preziosi ragazzi, a cui hai inculcato nella testa la stupida “Volontà del Fuoco”, si sono rivelati uno più fallimentare dell’altro…
-Questo me l’hai già detto ieri pomeriggio.
-…ma ora che fra di essi abbiamo scoperto una preziosa eccezione, quel Rock Lee… non solo tu hai ignorato i suoi meriti, ma hai addirittura messo in discussione la sua promozione! Che bisogno c’è di metterlo ancora alla prova?
Con calma esasperante, Tsunade si allontanò dalla finestra, per osservare delle fotografie appese a una parete, e al contempo tenere d'occhio Danzou tramite il riflesso nei vetri.
-Mio caro Danzou, se hai così tanta considerazione e fiducia in lui allora non devi temere un suo fallimento nella prossima missione. Così come non lo temo io. Ma si tratta comunque di un provvedimento necessario: come ho già spiegato poco fa, nonostante sia finito tutto bene le decisioni strategiche di Lee avevano un altissimo rischio di insuccesso. Se la fortuna non fosse stata dalla sua parte sarebbe sicuramente morto…
-E con ciò? Ha comunque tenuto testa al pupillo del secondo clan più forte di Konoha, al probabile futuro Kazekage di Suna, e al demone Shukaku! INSIEME! Quel ragazzo è un autentico diamante nato in una miniera di carbone! Sono certo che, con il dovuto addestramento, in un giorno neanche troppo lontano egli diventerà la nostra arma miglior…
Un fulmine a ciel sereno. Tsunade si voltò di scatto, afferrò Danzou per la collottola, lo sollevò da terra e lo sbatté con le spalle contro la parete, facendo anche cadere e rompere le foto appese.
-Tu non ti avvicinerai a nessuno dei miei ragazzi. SONO STATA CHIARA?
Di fronte all'improvviso cambio di umore della donna, persino il composto Danzou fu costretto a deglutire e temere per la sua incolumità.
-Forse la Volontà del Fuoco che il Primo Hokage ha tramandato fino a me non sarà perfetta, ma alla lunga sta cominciando a dare i suoi frutti. Frutti che devono crescere, maturare e diventare il futuro del nostro villaggio, della nostra nazione, del mondo!
-È quello che voglio anch…
Tsunade strinse ancora di più la sua morsa.
-Tu vuoi trasformare tutti i ninja di Konoha, giovani e adulti, in soldati senza emozioni privati della loro indipendenza! Ti conosco, sai? Proclami di avere a cuore il bene della gente di Konoha, ma io so che vuoi diventare Hokage solo per stare al sicuro dietro la scrivania e vivere il più a lungo possibile mentre i tuoi sudditi muoiono come mosche in guerra!
L'Hokage tacque, ma mantenne la presa e rimase a fissare intensamente il suo consigliere, ansimando come se avesse appena sostenuto una lotta.
Dopo un po', Danzou riuscì a riconquistare la sua compostezza.
-Puoi disprezzare i miei metodi quanto ti pare… ma non permetterti mai più, MAI PIU', di mettere in dubbio la mia fedeltà e il mio interesse per il bene del villaggio e del suo futuro. E adesso levami le mani di dosso, o fra un minuto sarò io a doverti accusare di abuso di potere.
Tsunade lasciò libero l'uomo con veemenza.
-Se ti permetto di continuare a servire il villaggio di Konoha è solo perché non ho ancora prove sufficienti per dimostrare… la discutibilità dei tuoi metodi di addestramento. Ma, qualora me ne capitasse una decisiva fra le mani, sappi che non esiterò un solo istante a toglierti ogni potere. E adesso, fuori dal mio ufficio.
Danzou non se lo fece ripetere due volte. Una volta fuori, il capo degli ANBU si diresse verso la terrazza dell'edificio per riordinare le idee.
"Stupida idealista suicida. Finché è lei a detenere il potere, questo paese non potrà mai evolversi e prosperare. La pace è importante, ma la sopravvivenza lo è ancora di più. Questa volta ti è andata bene, Tsunade. I morti sono stati magicamente riportati in vita da un drago proveniente da un'altra galassia, ma non sarà sempre così! Quando i nostri giovani e ancora inesperti ninja periranno miseramente in battaglia e non ci sarà nessuno a salvarli, sarò IO ad usarli come prova definitiva per toglierti ogni potere! Tu invece, contro di me, non hai proprio… nulla… Oh no."
Sotto le bende che lo proteggevano, Danzou iniziò a sudare freddo.
"Quell'idiota che ho ucciso per la sua insubordinazione, poco dopo che le streghe hanno lasciato il villaggio! Se il drago ha considerato anche la sua morte come un effetto delle azioni delle streghe, significa che adesso è tornato in vita! Lui conosce i miei segreti e non esiterà a spiattellarli in giro, maledizione!" -Fuu! Torune!
I suoi due servi mascherati più fedeli apparvero di fronte a lui, sulla terrazza, pronti come sempre a ricevere un ordine.
-L'ANBU che ho gettato nelle profondità di Konoha. Dovete ritrovarlo assolutamente.
-Cosa vuole che ne facciamo?
Il consigliere anziano ci pensò più di un attimo, prima di rispondere. Alla fine, capendo di non poter permettersi passi falsi, decise a malincuore di giocare secondo le regole dell'odiata Tsunade.
-…ditegli che è sollevato da ogni incarico. E per essere sicuri che non ci tradisca, cancellategli ogni memoria riguardante me e gli ANBU.

-Ho deciso, Eremita Porcello! Chiederò agli ANBU di farmi cancellare la memoria!
Così sentenziò Naruto.
All'Ichiraku, il suo chiosco di ramen preferito, mentre consumava il pranzo il ninja vestito di arancione aveva raccontato per filo e per segno a Jiraiya, seduto accanto a lui, tutto quello che gli era capitato, e tutto quello che aveva imparato, la notte precedente.
-Se non avessi parlato con Sailor Moon… Anzi, se lei non avesse parlato con me, io non mi sarei mai reso conto di cosa stavo per diventare. Ero così ossessionato, così rassicurato dall'idea di essere il ragazzo della profezia, che praticamente mi ero dimenticato di come fossi veramente!
-M-mh…- mugolò Jiraiya in risposta, mentre scriveva degli appunti su un foglio.
-Chi lo sa come sarei diventato, se avessi continuato a credere ciecamente nella profezia… Forse un ninja egoista ed egocentrico, convinto di avere sempre ragione! Convinto che la mia parola è l'unica che conta!
-M-mh…
-Senza accorgermene sarei diventato proprio come i miei nemici, capisce?
-M-mh…
-Anzi, forse sarei già morto ieri, per mano di Eudial. Eh sì, Sailor Moon mi ha davvero aperto gli occhi!
-M-mh…
-Quindi ci ho pensato a lungo, e ho deciso! Voglio dimenticare per sempre la storia della profezia! Lei pensa che Nonna Tsunade mi permetterà di farmi cancellare un pezzo di memoria?
-M-mh.
Seguì un silenzio imbarazzante. E a Naruto iniziò a venire il sospetto di aver parlato al vento.
Lesto, l'Uzumaki sfilò da sotto il naso di Jiraiya il foglio, ci diede una rapida lettura… e a stento si trattenne dallo strillare per l'innocenza appena perduta.
-Ma… Ma… Ma che accidenti sono queste porcate?!?
-Idee per un mio prossimo romanzo, prego- rispose Jiraiya offeso, riprendendosi il foglio -siccome non mi è stato permesso di partecipare attivamente all'azione, avrò almeno il diritto di immaginare come sarebbero andate le cose se avessi affrontato IO le streghe?
-Non mentre sto parlando di cose serie! Scommetto tutti i miei risparmi che non ha ascoltato una sola parola di quello che ho detto!
-Invece mi ricordo tutto, pensa un po'. E, perdona la franchezza, ma l'idea di farsi cancellare un pezzetto di memoria è veramente stupida, oltre che inutile. Se, come hai detto, hai capito in cosa stavi sbagliando, che bisogno c'è di farti dimenticare l'errore da cui hai imparato?
Naruto rimase a bocca semiaperta come un ebete per qualche secondo. In effetti, il ragionamento del maestro filava perfettamente.
-Eh, beh… Per… Per precauzione, ecco! Non voglio correre il rischio che un domani, ripensando alla profezia e all'essere figlio del Quarto Hokage, io possa di nuovo montarmi la testa e diventare l'ombra di me stess… AHIO!
Uno scappellotto alla nuca fece schiantare Naruto con la faccia dentro la sua ciotola di ramen.
-Argh!… Splut!… Annego!… E questo per che cos'era, si può sapere?
-Perché mi sento profondamente offeso ed imbarazzato, per le conclusioni affrettate che hai tratto. Non ho mai, MAI pensato di darti una falsa sicurezza con la storia della profezia! Se te l'ho raccontata, oltre che per spiegare le ragioni del sacrificio di tuo padre, l'ho fatto per spronarti, e basta! Volevo solo darti un'altra, piccola motivazione per continuare a perseguire il tuo obiettivo primario di diventare Hokage e cambiare il mondo dei ninja. Non ti ho mai chiesto di cambiare il tuo comportamento, Naruto.
Il ragazzo, assimilata la paternale del suo maestro parola per parola, chinò il capo e rimase in silenzio a fissare il suo volto riflesso nel brodo del ramen, vergognandosi di sé stesso per aver frainteso le intenzioni del suo maestro.
Il quale, accorgendosene, sorridendogli posò una mano sulla sua spalla, per tirarlo su di morale.
-Comunque sono orgoglioso del fatto che tu abbia ritrovato te stesso. Persone molto meno ostinate di te avrebbero continuato a negare i loro errori, ma tu sei riuscito a fare la differenza. Questo è un passo molto importante nel tuo cammino, e sarebbe un vero peccato se te ne dimenticassi. …così come sarebbe un peccato se ti dimenticassi di chi sei figlio. Perché dici che pensare a tuo padre Minato equivarrebbe a pensare alla profezia come l'avevi interpretata tu?
-Perché… Perché sono cresciuto convinto di essere un orfano qualsiasi, senza nessuna dote innata o raccomandazione, ma determinato a dimostrare il mio valore! Io sono orgoglioso di essere il figlio di un eroe nazionale, non mi fraintenda, ma se lo avessi saputo sin da subito sicuramente sarei diventato un ragazzotto arrogante e avrei guardato tutti dall'alto in basso pretendendo rispetto! Non è per questo che il Terzo Hokage non ha mai svelato le mie origini a nessuno, quand'ero bambino?
Jiraiya scosse la testa.
-Se ti abbiamo tenuto all'oscuro dell'identità di tuo padre, lo abbiamo fatto per proteggerti. Quando era in vita, Minato si era fatto molti nemici: se costoro avessero saputo che prima di morire aveva lasciato una discendenza, non avrebbero esitato ad infiltrarsi nel villaggio per ucciderti. Ma ora che sei diventato grande abbastanza da difenderti da solo, è giusto che tu e i tuoi amici conosciate la verità. E riguardo alla tua paura di montarti un giorno la testa… ti dirò: secondo me, non c'è nulla di male se senti il desiderio di vantarti di essere il figlio di un eroe nazionale.
-Ah… Ah, no?
-No… purché poi lo dimostri coi fatti, testone! Incutere un po' di paura nei tuoi avversari dicendo loro le tue origini può portarti qualche vantaggio, ma non ti servirà a nulla se poi non ci metterai anche del tuo. È tutto chiaro adesso?
Naruto tornò a contemplare il suo pranzo, un po' arrossendo, ma stavolta con più serenità di prima. Alla fine, cambiando il modo di interpretare l'importanza della profezia, le sue preoccupazioni si erano risolte.
Jiraiya intanto guardò la posizione del sole, e stiracchiandosi si alzò dallo sgabello.
-Beh, direi che è tempo di riprendere il nostro pellegrinaggio e soprattutto i nostri allenamenti. Sei pronto?
-Mi dia un secondo…
Immersa di nuovo la faccia nella scodella -spontaneamente, stavolta- Naruto risucchiò tutto il ramen fino all'ultima goccia di brodo.
-Sono pronto!
Dopo aver pagato il pranzo e lasciato una lauta mancia, maestro e allievo si incamminarono per i cancelli di Konoha.
Lungo il tragitto, Jiraiya ne approfittò per rileggere i suoi appunti. Colto da un’illuminazione, si fermò.
-Dimmi un po’, Naruto. Cos’altro mi puoi dire di Sailor Moon? Oltre che saggia, è anche carina?
L’Uzumaki incrociò le braccia dietro la schiena e alzò il naso al cielo.
-Nella concitazione non ci ho fatto caso, ma ora che ci ripenso con calma… Sì, Sailor Moon è molto carina. Anzi, è davvero molto bella! Bella come un angelo, e non lo dico solo per le ali… EREMITA PORCELLO!!!
-Sì, che c’è?- rispose il ninja leggendario con candore mentre, appoggiato il foglio ad un muro, stava scrivendo altri appunti.
-Non starà mica pensando di inserire anche Sailor Moon nel suo romanzo sconcio?!?
-Non sarà solo sconcio! Perché non ci ho pensato prima? Scriverò un romanzo erotico-avventuroso, in cui una valente guerriera riesce con le sue doti oratorie ad unire un gruppo di eroi per sventare la minaccia di cinque ninja criminali! Sarà un modo per inserire le teorie pacifiste del protagonista del mio primo libro nel contesto dei miei ultimi libri, e farle inculcare nella mente dei miei lettori, in maniera subliminale! Sarà un best seller! Che ne dici… Ehi!
Naruto strappò, di nuovo, il foglio dalle mani del maestro, lo appallottolò e lo lanciò nel più vicino cestino dell’immondizia.
-Dico che Sailor Moon non accetterà mai di cederti i suoi diritti d’immagine! Andiamo!
-Va bene, va bene, scherzavo…

Era da poco calata la sera sulla Città dell'Ovest.
Quasi tutti gli eroi avevano fatto ormai ritorno alle loro case per terminare le rispettive faccende in sospeso, ma ripromettendosi di rivedersi il prima possibile grazie al Varco Spazio-Dimensionale di Ami e Trunks.
Qualcuno, però, non aveva ancora voglia di riposare.
-È permesso?
Un po' timidamente, Rock Lee si affacciò dalla porta del Varco. Come mise piede nella residenza dei Brief, subito rischiò di avere uno scontro frontale con il padrone di casa.
-O-ops… s-scusatemi, signor Vegeta! Avrei dovuto bussare, mi dispia…
Quasi ignorandolo il saiyan proseguì per la sua strada, emettendo dei grugniti che suonavano vagamente come frasi di senso compiuto, come "questa casa sta diventando un albergo" e simili. Lee notò che Vegeta stava trascinando sotto braccio materassi e coperte, e ne dedusse che fosse impegnato a rimettere in ordine l'abitazione dopo il soggiorno temporaneo di sailor e kunoichi la notte precedente.
"Potrei dargli una mano! Anche se sono un amico, è giusto che mi guadagni l'ospitalità!"
Il ninja si diresse dunque spedito per il salotto, ma dimenticò subito i suoi propositi, quando scoprì di trovarlo ancora discretamente affollato. Oltre alle donne di casa -Bra, Bulma e la Signora Brief- seduti a sorseggiare un the o un caffè serale c'erano Usagi, Mamoru, Michiru ed Ami. Fu a quest'ultima che il ninja riservò il saluto più caloroso, sotto forma di abbraccio e sollevamento da terra con rotazione multipla.
-Ami! Sono così felice di rivederti sana e salva! E anche voi, ragazzi! Quando ho sentito dalle streghe che eravate intrappolati in un'altra dimensione sono rimasto parecchio in pensiero… E mi dispiace non avervi potuto salutare già stamane, ma un impegno molto importante a Konoha mi ha trattenuto…
-Non c'è bisogno che ti scusi, Lee, possiamo immaginare… adesso rimettimi giù, per piacere- farfugliò Ami, a cui le continue piroette stavano per far venire il mal di mare.
-…ops! Eh, eh, scusa…
Tornata al proprio posto la sailor si stropicciò gli occhi, ancora segnati da spaventose occhiaie.
-Scusami Ami, non ci avevo fatto caso… ti sei svegliata da poco?
-Da un'oretta. Il povero Trunks invece sta ancora dormendo della grossa, ma in fondo se lo merita dopo tutto quello che ha passato… Allora, che ne pensi del VSD? Funziona a dovere?
-Alla perfezione, Ami! Tu e Trunks avete fatto un ottimo lavoro!- così dicendo Lee esibì il classico pollice alzato -purtroppo, Tenten e altri miei amici non sono molto contenti dell'idea di dover fare tutta quella strada fuori dal villaggio per raggiungere il varco, ma io gli farò cambiare idea!
-Sei molto gentile. Ma, appena Trunks si sarà ripreso, cercherò di risolvere questo problema. E proverò anche a fare in modo che il varco possa collegarsi a più punti del mondo contemporaneamente.
-Oh, capisco. Beh, allora, credo sia meglio che ripassi tra qualche giorno- disse Lee, grattandosi la nuca -ero venuto qui apposta per vedere se potevo salutare anche gli altri e lasciargli un messaggio, ma saprò aspettare…
-Non ce n'è bisogno, Rock Lee!- lo richiamò Usagi, alzando una mano -siamo venuti qui con l'elicottero di Haruka e Michiru per riportare Ami a casa, ma se vuoi possiamo darti un passaggio per qualsiasi destinazione!
-Glielo stai chiedendo perché ti è venuta adesso l'idea- le domandò Mamoru, guardandola storto -o perché vuoi scroccare tu stessa un altro po' di viaggi sull'elicottero? Ti ricordo che sai volare anche tu!
-Sì, ma sbattere le ali dopo un po' diventa faticosissimo! Eddai, se Trunks può permettersi di dormire per quasi ventiquattro ore di fila, io non mi merito forse di provare il brivido del volo seduta su una comoda poltroncina? Vi prego vi prego vi prego!!!
Tutti nella stanza, eccetto Usagi naturalmente, scoppiarono a ridere.
-E va bene, accontentiamo i capricci della nostra principessa- concluse Michiru, finendo di bere il suo the -tanto, c'è ancora parecchio carburante nel motore. Allora Lee, immagino che tu stia morendo dalla voglia di rivedere Minako e Ub…
Nel momento in cui Michiru pronunciò quei nomi, Rock Lee percepì una specie di gelo scendere tra i presenti.
-Michiru, pensi che sia il caso?- la richiamò Mamoru sottovoce.
-Beh, è ovvio che Lee voglia rivedere lui prima di tutti, sono amici stretti.
-Di cosa state parlando? È successo qualcosa di grave?
Le sailor e Mamoru si guardarono a vicenda, prima di decidere di sputare il rospo.
-Glielo dico io- fece Usagi -ecco, Lee… Non siamo venuti qui solo per Ami. Il fatto è che… Non so nemmeno come spiegarlo…
-Si tratta di Ub, giusto?
Sailor Moon annuì.
-Esatto. In questo momento dovrebbe essere ancora fuori in giardino, e stiamo aspettan…
-Perché non me lo avete detto subito?
Emozionato e leggermente preoccupato, Rock Lee scavalcò una finestra aperta e uscì nel giardino adiacente.

Aggirò la casa un paio di volte, ma alla fine trovò il suo amico.
Era seduto ad un tavolino da picnic di legno, su cui aveva incrociato le braccia ed appoggiato la testa. Se stesse dormendo o piangendo, era impossibile capirlo.
-Ub?
Rock Lee si avvicinò, piano.
-Ub, sono Rock Lee! Sei… sei sveglio?
Il ninja appoggiò una mano sulle spalle del lottatore di colore, per scuoterlo leggermente.

Finalmente, Ub si alzò per guardarlo.
E Rock Lee capì che il suo amico aveva un disperato bisogno di aiuto.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Crybaby