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Autore: Goten    19/04/2009    23 recensioni
Avvertiva ancora la mano stretta nella sua, d'istinto la strinse anche lui, per un breve attimo si fissarono, tutto quello che avevano attorno, sparì all'improvviso.
Bella si sentiva scrutare da quegli occhi così verdi e intensi, per quanto tempo aveva sognato che Edward la guardasse? Che si accorgesse di lei? Tanto tempo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci al penultimo capitolo! Ragazze sono stata felicissima che questa storia vi sia piaciuta così tanto! 123 preferiti!! WOW! Io sono sempre senza parole anche per tutti i meravigliosi commenti che mi fate!! GRAZIE!! A volte mi spancio dal ridere e a volte arrossisco nel leggerli... sono sempre la mia fonte di gioia!! ^_^ Bene... ora vi lascio alla lettura! Non preoccupatevi, un altra ficci è già in cantiere! Un bacione Goten

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Capitolo 6

Questa volta, metto le note all'inizio; per quello che leggerete in questo capitolo, vi annuncio che ho copiato alcune parti dall'intervista fatta a Stephenye Meyer, che potete trovare sul sito ufficiale in Italiano; twilightersitalia.com


Bella aveva passato buona parte della sera a cercare di non pensare al video hard che quella pazza di Alice Cullen le aveva mostrato.

Oddio! Come faceva a non dire a Edward che l'aveva visto in versione praticamente integrale?!

No, forse non era il caso...

Sospirando, aveva aperto la sua mail, quella che usava solo per l'editore e per i giornalisti che ultimamente facevano a gara per riuscire ad avere una sua intervista.

L'intervista che le avevano proposto le sembrava carina, perciò aveva deciso di rispondere il più seriamente possibile alle domande. L'editore le aveva annunciato che sarebbe andata in stampa la notte stessa per l'edizione del giorno dopo.

Sorrise amaramente. Sicuramente tutta la scuola avrebbe avuto in mano quella rivista.

Alle sette e trenta minuti, appena varcata la soglia di casa, trovò ad attenderla la Volvo con Edward e stavolta anche con Alice.

Bella divenne rosso fuoco, le immagini di quel video le scorrevano veloci davanti agli occhi.

<< Ciao, tutto bene? >> La dolce voce di Edward la fece diventare, se possibile, ancora più rossa.

<< Ciao Bella! >> Esclamò Alice andandole incontro.

Sorrise in risposta, non sapeva se la sua voce avrebbe retto.

Con orrore, notò la rivista in mano alla sorella di Edward e impallidì ancora di più, quando notò che stava giusto leggendo la sua intervista.

Doveva fare finta di nulla, così prese a guardare fuori dal finestrino, mentre la piccola serpe, come la chiamava Edward, leggeva ad alta voce le domande alla quale aveva risposto la notte prima.

<< Conosco il giorno esatto in cui ho iniziato a scrivere, perché è stato anche il primo giorno in cui ho visto lui per la prima volta. >> La voce di Alice rimbombava per tutta la macchina. Edward aveva spento la radio.

Bella, per un attimo, credette che il rumore assordante del suo cuore potesse essere udito da loro.

<< Era incredibilmente bello, sembrava un vampiro. >> Continuò a leggere. << Lo osservai attentamente per parecchio tempo, e piano piano, mi resi conto che qualcosa stava prendendo piede, una storia... ma, mi serviva un personaggio femminile, così, nacque Marie. Per tutto questo tempo, Marie ed Anthony erano, solamente delle voci nella mia testa. Così, comprai un computer portatile e mi misi a scrivere. Stavo alzata fino a che riuscivo pur di riuscire a battere tutte le cose che avevo in testa, e poi strisciavo, esausta, verso il letto. Odiavo perdere qualcosa per essermelo dimenticato, così mi alzavo e rimettevo la testa china sulla tastiera del computer. Alla fine, misi una penna ed un taccuino accanto al letto, giusto per appuntarmi le cose, ed avere un po' di riposo. >>

Alice si fermò ridacchiando, le lanciò uno sguardo d'intesa tramite lo specchietto, ma Bella fece finta di nulla, intanto sentiva sempre di più la paura che Alice avesse capito chi fosse l'autrice del libro. E peggio ancora, che avesse capito che era follemente innamorata di suo fratello, Edward.

La lettura riprese. << Durante il giorno, comunque non riuscivo a stare lontana dal computer. Quando ero bloccata dai 40° del sole di Phoenix, schematizzavo e rivedevo la trama, tornando a casa con così tanto materiale che non riuscivo a batterlo abbastanza velocemente. Era la tipica estate dell'Arizona, calda, soleggiata, ma quando ripenso a quei tre mesi mi ricordo di pioggia e di cose verdi. >>

Edward fermò la macchina nel parcheggio della scuola. Bella si sentiva malissimo, udendo le parole di quell'intervista, chiunque avrebbe capito...

Ma nessuno di loro scese dalla macchina, Edward e Alice volevano sapere... così, la lettura continuò. << Quando ho iniziato ha scrivere la trama del secondo libro... >> E qui Alice si interruppe esclamando a gran voce. << C'è un secondo libro! Deve essere mio! >>

Edward la guardò infastidito. << Potresti finire di leggere per favore? >>

<< Curioso? >> Domandò sua sorella, ammiccando.

<< Dacci un taglio e finisci. >>

<< Va bene... era chiaro che Anthony era Anthony, e si sarebbe comportato come solo Anthony avrebbe fatto. E, per questo motivo, Anthony se ne andava. CHE COSA?! >> Esclamò nuovamente alla fine della lettura.

Di scatto si voltò verso Bella, aveva gli occhi fuori dalle orbite. << Perché diavolo Anthony se ne va?! >>

Anche Edward la fissava in attesa di una risposta.

La mente di Bella elaborò una semplice frase; Merda, hanno capito.

La sua mano scattò veloce sulla maniglia aprendo la portiera, era corsa fuori dall'auto, non potendo più sostenere i loro sguardi, loro sapevano e adesso, lui aveva capito che lei...

Era arrivata alla porta a vetri della scuola, quando la mano di Edward si era stretta attorno al suo polso.

<< Fermati. >> Aveva il terrore che se l'avesse lasciata andare, lei sarebbe sparita, forse sarebbe tornata a Phoenix, o forse in un luogo a lui impossibile da raggiungere. E questo, non poteva e non voleva che accadesse.

Gli sguardi degli altri allievi che aspettavano di entrare li osservavano curiosi.

Edward si guardò attorno velocemente, dovevano rimanere da soli, dovevano parlarsi, non voleva che tutto quello che stavano costruendo, svanisse come neve al sole.

Un angelo con le ali spiegate avrebbe dato meno nell'occhio di lui e Bella assieme...

Gli venne in mente un posto, dove difficilmente qualcuno avrebbe messo piede. << Andiamo. >> La tirò risoluto dentro l'edificio, lasciando indietro gli sguardi curiosi degli altri.

<< Lasciami... per favore, lasciami... >> La voce rotta di Bella gli arrivò come una pugnalata, ma non voleva cedere. Allentò un po' la presa, conscio di stingere, forse un o troppo, il suo piccolo, fragile polso.

Arrivarono davanti ad una porta chiusa, Edward l'aprì con la mano libera e la chiuse subito dopo Bella. << Adesso, parliamo. >> Cercò di avere un tono calmo, ma vedere lei con le lacrime rigargli le guance, lo distrusse momentaneamente.

Dentro l'aula di musica, il silenzio era rotto solo dal loro respiro, Edward si stava odiando per quelle lacrime.

Con gentilezza, le accarezzò una guancia. Decise di giocarsi il tutto per tutto. << Sei tu vero? Marie... Isabella Marie Swan, la protagonista del libro. >>

Le testa di Bella si scosse negativamente, i singhiozzi uscivano da quelle labbra, così come le lacrime continuavano a sgorgare. Ad Edward, fece una grandissima tenerezza.

<< E io, sono Anthony il vampiro. Edward Anthony Masen Cullen, giusto?... >> Mormorò.

Lo sguardo di Bella si abbassò, lui le teneva ancora il polso, ma la presa non era più così forte, era delicata, gentile.

Vedendo che lei rimaneva in silenzio, Edward continuò a parlare. << Sai, ho letto il libro. >>

E questo fece inorridire Bella.

<< Ad essere sincero, l'ho letto almeno sei volte. Ho capito subito di essere io Anthony, ma ho capito che eri tu Marie, quando hai scritto della ragazza a biologia. Li ho cominciato a vedere Bella, non Marie. >> Prese un respiro profondo. << Mi piaceva sapere che Bella parlava con me, anche se ero un vampiro. >> Sorrise gentile.

Bella non riusciva a dire nulla, i suoi occhi non abbandonavano mai il pavimento, fu questione di un attimo e si trovò fra le braccia di Edward, il suo volto era fra i suoi capelli.

<< Tu non sai cosa ho provato quando non ti ho trovato in mensa quel giorno, quando sei sparita a Phoenix! Ogni singolo, maledetto giorno, ti cercavo con lo sguardo... e tu, non arrivavi. >> Mormorò con voce roca, quasi soffocata fra i suoi boccoli scuri.

Gli occhi di Bella si spalancarono per lo stupore. << Edward io... >>

<< Tu mi piaci, Bella. >> Le sussurrò ancora, con la sua voce roca per l'emozione. << E' solo te che voglio. Sei stupenda, fai gola a molti, ma io voglio tenerti stretta. Una persona come te, così preziosa non me la lascio portare via facilmente. >>

Edward quasi morì di gioia nel sentire le braccia di lei circondargli la vita e stringerlo forte.

<< Anche tu, fai gola a molti. >> Sussurrò lei con voce quasi irriconoscibile.

<< Lo so, ma io non scappo, Bella. Voglio solo te. >> La rassicurò, depositandole poi un dolce bacio sui capelli.

Rimasero abbracciati per un tempo infinito. Quando i singhiozzi di lei si furono calmati, sapevano entrambi che adesso, sarebbe arrivata la sua confessione, ma ancora una volta, Edward la spiazzò.

<< Va meglio? >> Le sussurrò posandole un bacio delicato sulla guancia ancora umida.

<< Si. >> Sorrise debolmente, staccandosi da quell'abbraccio così bello.

Gli occhi verdi di lui la fissavano così intensamente che nonostante tutto, si ritrovò di nuovo ad arrossire. << Adesso, Bella, fidati di me... >>

Lei corrugò le sopracciglia, cosa intendeva? Non voleva sentire anche la sua spiegazione? Aprì la bocca per protestare, ma lui le posò un dito sulle labbra.

<< Andiamo via da qui... anche i muri hanno le orecchie. >>

Dalla sua espressione, Edward capì che Bella aveva afferrato le sue parole, le prese la mano, intrecciando le dita con le sue, aprì la porta e una volta assicurato che non ci fosse nessuno, sgattaiolarono di nuovo al parcheggio.

Il viaggio nella Volvo fu silenzioso, ma mai una volta, Edward aveva lasciato la sua mano.

Mai.

Arrivarono a casa Cullen, ovviamente era vuota, Carlisle era al lavoro, Alice era a scuola e Esme, conoscendola era a fare la spesa per le sue ricette leggendarie.

Edward la fece accomodare e salirono, sempre mano nella mano nella sua camera.

<< Siediti. >> Le disse gentile, accomodandosi poi anche lui sul letto. << Qui non ci disturberà nessuno. >>

Da dove poteva cominciare? Sembrava che la voce non volesse più uscirle dalla gola. Si sentiva veramente male per quello che gli aveva nascosto...

<< Io... >> Respirò profondamente, lasciando che la verità scorresse fuori. << Si, sono l'autrice del libro. >> Tentennò per un attimo. << Mi dispiace, Edward. Non avrei voluto nasconderlo, ma... >>

<< Ma non sapevi come avrei preso i tuoi sentimenti. >> Finì lui per lei.

Bella annuì piano.

E la verità venne a galla, gli raccontò della prima volta che aveva posato lo sguardo su di lui, del batticuore che provava ogni volta che le sedeva vicino a scuola, di quanto spesso lo avesse guardato, sperando di capire il perché della sua attenzione per lui, capendo solo nel mettere per iscritto le sue emozioni che lei alla fine, era inesorabilmente...

<< Innamorata di te... >>

Era un emozione forte quella sentiva Edward in quel momento. Bella gli aveva affidato il suo cuore, confessandogli di amarlo.

<< Io, non so ancora se ti amo, Bella, è troppo presto per dirlo, ma, sono sicuro che ti voglio con me. Mi piaci, molto. >> Finì rauco, sporgendosi in avanti e baciandola gentilmente.

Senza rendersene conto, entrambi si lasciarono andare sul letto, sdraiati vicini a scambiarsi coccole e baci. Quel momento era solo per loro...

Un brivido scosse Edward. << Scusami, sono un po' fredda. >> Mormorò imbarazzata Isabella.

Le sue braccia la strinsero di più contro di lui. << Ti riscaldo io... >> E ripresero a baciarsi e accarezzarsi. Piano piano, si stavano scoprendo...

Esme li trovò così addormentati sul letto di Edward, suo figlio aveva un braccio posato attorno la vita di Isabella, e lei, era rannicchiata contro di lui.

Erano veramente dolci, un sorriso amorevole spuntò sulle labbra della donna, lasciandoli soli e chiudendo la porta per non disturbarli.

Qualcosa era nato fra di loro e lei, ne era veramente felice.

Intanto, a scuola e alla radio, la notizia del secondo libro aveva acceso gli animi, tutti erano in ansia, tutti volevano sapere cosa sarebbe accaduto ai loro personaggi preferiti...

I giorni cominciarono a passare veloci, nonostante le occhiate maligne delle sue compagne di scuola, Bella e Edward avevano preso a frequentarsi alla luce del sole.

Innumerevoli erano le loro passeggiate assieme, i loro incontri a casa di lui o di lei. Ovviamente, quando erano a casa Cullen, Esme era al settimo cielo, stravedeva per lei. Charlie era rimasto colpito dall'interesse del giovane Cullen, ma vedendo sua figlia così radiosa, non ronzò attorno alla coppia più di tanto.

Naturalmente ogni tanto chiedeva a Bella come stesse andando la scrittura del terzo libro. Voleva vedere un po di sana lotta!

<< Papà, non sono ancora arrivata a quel punto, è inutile che frughi nei miei file! >> Esclamò ad un certo punto Bella, posando in tavola tre piatti di lasagne.

Charlie borbottò contrariato, mentre spostava il computer della figlia e prendeva possesso della sua cena. << E tu, Edward, non dici nulla? >> Cercava di avere un appoggio sul suo, sperava, futuro genero.

Edward sorrise a mo di scusa. << Bella non mi dice nulla... so anche io quello che ha letto lei. Anche se devo dire che non mi piace molto che quel licantropo giri intorno a Marie. >> Lanciò un'occhiata eloquente a Bella.

Ricordava bene che, quando aveva letto la scena in cui, il licantropo si dichiarava e la baciava, aveva letteralmente detto a Bella. << Dimmi che non è mai successo! >>

Era rimasto malissimo nel leggere quel pezzo, immaginare la propria ragazza che veniva baciata da un altro, era stato un duro colpo per lui. Aveva sentito qualcosa dentro di se, sbriciolarsi. E li, aveva capito, quanto in realtà tenesse a Bella. Dire che gli piaceva, ormai non bastava più. Bella era entrata sotto la sua pelle, era parte di lui.

Di comune accordo, erano andati a trovare sua madre a Phoenix, Renèe era stata veramente felice di accoglierli ma stupita di vederli così uniti. Sembrava davvero che vivessero in simbiosi.

Quando poi, tornati a Forks, Edward le aveva suggerito di inserire anche quel loro piccolo viaggio nel libro, Bella si era trovata d'accordo.

Adoravano stare vicini.

Intanto il secondo libro era entrato di prepotenza nella lista dei dieci libri più venduti in America. I fans chiedevano a gran voce un terzo libro, tutti volevano sapere cosa avrebbero fatto adesso Marie e Anthony.

Alice era la sua fan numero uno. Solo a lei aveva autografato i libri, facendole giurare sulla sua collezione di Gucci che non avrebbe mai rivelato nulla ad anima viva. Ma ovviamente, Alice, era riuscita a strappare anche la promessa di leggere in ante prima il terzo libro.

Quella sera, Bella aveva chiesto al piccolo folletto una piccola dose di aiuto. Edward le aveva annunciato che l'avrebbe portata fuori a cena, era il loro primo anniversario... facevano sei mesi assieme. Un ottimo traguardo.

<< Stai ferma, ho quasi finito. Ecco, adesso sei perfetta. >> Annunciò Alice, lasciando libera finalmente Bella di guardarsi allo specchio.

<< Wow >> Sussurrò incredula.

Alice aveva fatto un lavoro perfetto. Dire che sembrava bella, era un'offesa, era magnifica!

<< Deduco che ti piace il mio lavoro... ma ricordati, ogni cosa ha un prezzo. >> Le disse tranquilla mentre metteva via la sua trousse di trucchi.

<< Lo so, lo so... quando ci sarà un quarto libro, lo avrai in anteprima. >> Buttò li Bella.

<< No. >> Rispose Alice, spiazzandola.

<< Quando avrete dei bambini, io sarò la madrina. >> Sorrise battendo le mani felice.

Bambini?! Ma che stava dicendo?! Era impazzita!?

<< Alice, non ti sembra di esagerare? Edward e io sono solo sei mesi che siamo assieme... >> Non le aggiunse che lui non le aveva ancora detto di amarla...

Quella era la parte che la faceva soffrire di più. Edward non le aveva ancora detto nulla. Sospirò, probabilmente non le avrebbe mai detto niente. Forse non erano fatti per stare assieme...

Il campanello suonò in quel momento, Charlie aveva aperto la porta ad un sorridente Edward.

<< Ragazzo mio, credo sia pronta. >> Lo accolse Charlie, ed in quel momento, Bella fece il suo ingresso.

Se prima Bella era bellissima, adesso era strepitosa. Edward non riusciva a credere di essere così fortunato. Aveva accanto a se, una ragazza fantastica, che lo amava e rispettava. Si sentì più che orgoglioso di essere al suo fianco.

<< Sei bellissima. >> Le sussurrò porgendole la mano che prontamente lei prese.

<< Grazie. >> Arrossì imbarazzata.

La condusse alla Volvo, le aprì la portiera come Anthony avrebbe fatto con Marie e poi, guidò con scioltezza fuori da Forks.

<< Dove andiamo? >> Domandò curiosa Bella, mentre la curiosità prendeva il sopravvento.

Edward le prese la mano, portandola alla bocca e depositandole un bacio sul dorso. << Sorpresa... >> Mormorò con un sorriso sghembo.

Bella si mise comoda e trenta minuti dopo, parcheggiarono a Port Angeles. Bella non poté evitare di sorridere.

Aveva capito. Quello era il luogo del loro primo pranzo assieme, quel giorno in cui l'aveva fatto ricoverare in infermeria... quanto tempo era passato...

Edward la raggiunse e le porse il braccio, un gesto molto galante.

Entrarono, quando il cameriere venne loro incontro, Edward indicò il tavolo che aveva segnato l'inizio del loro rapporto.

<< Mi sembra di tornare a sei mesi fa. >> Confessò Bella, infilzando la forchetta nel suo raviolo con i funghi.

<< Si. >> Ridacchiò Edward osservandola felice. << Ma, c'è una differenza stavolta... >> Allungò la mano, prendendola nella sua. << So che è troppo presto, forse. So che sei giovane, ma anche io lo sono. So che lo stare con me ti ha creato e ti sta creando tanti problemi a scuola. Non sono Anthony il vampiro, io sono un ragazzo normale, ma so che nessuno potrebbe mai amarti come ti amo io, Isabella... Vuoi diventare mia moglie? >> Posò una piccola scatolina accanto a lei.

Edward aveva il battito cardiaco a mille, faticava perfino a respirare. Aveva il terrore che Bella gli rispondesse di no. Che erano troppo giovani, che non se la sentiva, che forse non l'amava così tanto da sposarlo... mille e mille dubbi lo stavano divorando in quei pochi secondi che erano passati.

Il silenzio di lei era veramente terrorizzante. Perché non gli diceva nulla? Forse aveva sbagliato. Forse non doveva accelerare così i tempi.

Si stava già dando mentalmente dello stupido! Ma lui, ci aveva pensato tanto in quei mesi.

Da quando aveva letto di quel bacio negli appunti del terzo libro, aveva capito che Bella poteva davvero essergli portata via da qualcuno. E lui, si era sentito morire. Capiva perfettamente cosa provava il vampiro Anthony, perché erano gli stessi sentimenti che lui provava per Bella, la sua Bella.

Avvertì le dita di lei stringersi nelle sue. Sollevò lo sguardo verde, con la speranza nel cuore.

Sciolse la presa e aprì il piccolo cofanetto. Una delicata fedina in argento faceva bella mostra di se. Semplice, senza sfarzo.

Bella era così; semplice.

Gli occhi scuri di lei erano velati di lacrime, ma coraggiosamente aveva deciso di non farle scendere. Si sentiva talmente emozionata che le sembrava di morire soffocata da quella sensazione così potente.

Edward aveva confessato di amarla. Il suo Edward l'amava e l'aveva chiesta in moglie!

I suoi buoni propositi crollarono e le lacrime scesero silenziose sul suo viso.

Deglutì e pose al ragazzo più dolce del mondo la sua mano.

Era gioia quella e felicità quella che vedeva ora sul suo volto?! Si, lo era. Edward si era alzato dal suo posto e messo in ginocchio davanti a lei, aveva sfilato la piccola fede dalla sua custodia, e ora, la stava infilando, quasi con lentezza esasperante su per l'anulare.

Si schiarì la voce. << Isabella Marie Swan, vuoi diventare mia moglie? >>

Bella annuì con foga. << Si. Oh si! >> Sorrise veramente felice, mentre le lacrime scendevano ancora e le labbra di Edward si posavano come ali di farfalla sulla fede che ormai aveva trovato il suo posto sulla sua mano.

   
 
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