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Autore: WibblyVale    03/07/2016    1 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Shiori e Itachi camminavano fianco a fianco in silenzio. La donna controllava che l’amico stesse bene. Il farmaco aveva fatto effetto, ma sinceramente non sapeva per quanto. Le era dispiaciuto lasciare i suoi figli, ma al suo ritorno da questa missione tutto sarebbe cambiato. Lo sentiva. Le cose stavano prendendo una giusta piega.
Aveva faticato a trattenere le lacrime quando i due Uchiha si erano salutati. Non sapeva perché, ma la cosa le era sembrata così definitiva. Ovviamente lei avrebbe fatto di tutto perché non lo fosse, ma …
“Devi stare attenta. Trovo ancora strano che Orochimaru non sospetti.” La mise in guardia Itachi.
“Sto sempre attenta.”
“Vorrei venire con te.”
“Ma non puoi. Rischi la tua copertura.”
Stavano per raggiungere il punto in cui si sarebbero separati e i loro passi stavano rallentando. Non se la sentivano di lasciarsi.
“Fra una settimana, Sasori e Deidara attaccheranno la Sabbia.” La informò l’Uchiha.
Lei annuì. Avrebbe informato il Kazekage, e Konoha, subito dopo l’incontro con l’infiltrato.
I passi dei due ninja si fermarono, quando raggiunsero la riva di un piccolo ruscello. Il sole stava tramontando e l’unico rumore che si sentiva era quello dello scorrere dell’acqua.
“E se stessimo un po’ qui?” propose la donna.
“Mi piacerebbe, ma abbiamo entrambi poco tempo.” Itachi sorrise leggermente, stava cercando di calmarla.
Shiori si morse il labbro e cominciò a torturarsi la parrucca blu. “Ci hai mai pensato? A come sarebbe stato se io e te …” inclinò leggermente la testa di lato e alzò le sopracciglia.
“Una volta.” Rispose lui.
“Bugiardo!”
“D’accordo, forse un po’ più spesso di una volta.”
Lei sorrise. “Anche io. E il tuo responso?”
Itachi fece un passo verso di lei. “Sarebbe stato bello, ma forse in un’altra vita. In questa, la nostra anima appartiene a qualcun altro.”
“Avevo pensato alla stessa cosa. Non pensi che saremmo stati entrambi più felici?”
“Sicuro. Io ho ricominciato a sorridere solo quando ci siamo rincontrati.”
Gli occhi di Shiori cominciavano ad annebbiarsi. “Quando tutto questo sarà risolto, io … Io non voglio perderti. Ho bisogno di te.”
Sentì che anche lui aveva bisogno di lei, ma non l’avrebbe mai detto, perché lei doveva tornare a casa e non sentirsi legata a quel mondo.
“Io ci sarò se tu avrai bisogno.” Lui le tese la mano e lei la prese, stringendola delicatamente ma con tutta la sua forza. “Sono così felice che tu possa finalmente avere la tua chiusura. Ci abbiamo lavorato tanto.”
“Senza di te io …” Lui la tirò a sé e l’abbracciò. “Promettimi che ti rivedrò.”
“Certo che mi rivedrai! Ti accompagnerò personalmente fino alle porte di Konoha e non me ne andrò finché non le avrai oltrepassate.”
“Sarà sempre una felicità a metà. Dovremmo tornare insieme.”
Lui le alzò il volto e le impose di guardarlo negli occhi. “Io tornerò con te. Se tu avrai il tuo lieto fine, sarà come se lo avessi anche io. Niente, proprio niente, mi renderebbe più felice di questo.”
Fu a quel punto che attirò il volto della donna a sé e appoggiò le labbra sulle sue. Si lasciarono andare ad un bacio dolce, accompagnato da lacrime, soprattutto da parte di Shiori. La kunoichi mise le braccia attorno al collo di lui, mentre lo shinobi le avvolgeva i fianchi stringendola a sé.
Quando si separarono, Itachi appoggiò la sua fronte su quella di lei e le accarezzò il volto. Con il pollice andò ad asciugare le lacrime della donna e le sorrise.
“Si, sarebbe stato decisamente bello.” Confermò in un sussurro.
“Chi l’avrebbe mai detto?” Tentò di scherzare lei, ma una stretta le prese il cuore. “Sei … sei molto importante per me. Forse non te l’ho mai detto, ma è così.”
“L’ho capito quando hai cominciato a farmi da mamma.”
“Non puoi paragonarmi ad una mamma dopo un bacio del genere. È una cosa malata.”
Itachi ridacchiò. “Mi raccomando stai attenta.”
“Anche tu!”
Si strinsero in un forte abbraccio.
“Ci rivediamo presto, Shiori. Questa è una promessa.”
Lei si separò da lui e gli accarezzo il volto. “A presto Itachi.”
Gli voltò la schiena, cercando di trattenere le lacrime. Non sapeva nemmeno il perché, ma aveva paura ad allontanarsi da lui. Sentiva che lui provava lo stesso, ma se l’erano promessi: si sarebbero rivisti.
 
Camminò per circa un’altra ora, prima di raggiungere il luogo d’incontro. Quando arrivò sopra la collina, non percepì alcuna presenza. Sperava di non aver fatto troppo tardi, avrebbe sprecato un’imperdibile occasione.
Ad un tratto percepì un chakra in avvicinamento e si voltò in quella direzione. Un uomo con i capelli grigi e un paio di occhiali rotondi sul naso si stava avvicinando. Shiori sapeva di chi si trattava e di certo non sembrava avere buone intenzioni.
“Kabuto.”
“Shiori Nara, suppongo.” Fece un leggero sorriso. Il fatto che l’avesse riconosciuta non era affatto un bene.
La kunoichi si preparò ad attaccare, deviando un po’ del proprio chakra verso le proprie mani.
“Sei tu l’infiltrato?”
Il ninja ridacchiò. “Orochimaru-sama non ha infiltrati.”
Shiori si morse il labbro. “Sei qui per portarmi da lui?”
Kabuto, stavolta, scoppiò a ridere. “No, ho portato lui da te.”
A quel punto, da dietro agli alberi spuntarono fuori tre uomini e una ragazza. Riconosceva l’uomo con la pelle scura, era Yoharu, e il più giovane era Sasuke, in mezzo a loro stava Orochimaru. Non riusciva a sentirli! La ragazzina! Era lei, la stessa di quel giorno a Suna. Una Uzumaki evidentemente. Aveva i capelli rossi ed un paio di occhiali.
“Si, sei ancora piuttosto debole se Karin può ingannarti.” Affermò Orochimaru. “Anche Kishiko lo era. Mi è bastato qualche trucchetto e il suo vecchio amico Kenichi poteva benissimo nascondere a lei i suoi veri sentimenti.”
“Tu l’hai uccisa!” gridò Shiori, incapace di fare qualunque altra cosa. Era terrorizzata e furiosa. “Era mia madre.”
“Vedo che hai scoperto la verità. Bene.”
La donna lo ignorò. “Sasuke, tu non hai nulla a che fare con loro. Insieme potremmo sconfiggerli.”
Il ragazzo spostò il proprio peso da un piede all’altro. “Non ti devo niente.” Rispose freddo.
Shiori deglutì. “Che vuoi farmi?” domandò rivolgendosi ad Orochimaru.
“Renderti ciò che sei destinata a diventare.”
“Preferisco morire.”
“Yoharu, è tutta tua.” Si limitò a dire il sannin.
Il giovane membro della Kumori le si parò davanti. “Kasumi-sama, è bello rivederti!”
“Pensavo fossi morto.”
“Mi dispiace per te, ma non lo sono.”
Si scagliò contro di lei, ma la donna fu pronta a schivarlo. Accese le sue braccia e si preparò ad attaccarlo con il fuoco, qualcosa però glielo impedì. Un kunai era volato tra lei e Yoharu e si era conficcato nella coscia del suo avversario, facendolo indietreggiare.
Kenta apparì accanto a lei, lo sguardo preoccupato ed una cacofonia di emozioni. Il suo chakra era diverso, era come se fosse un altro uomo. Orochimaru scoppiò a ridere.
“Kenta, che bello rivederti. Sei venuto ad aiutarmi?”
Il mercenario si voltò verso Shiori, ignorando il serpente.
“Mi dispiace! Per tutto. Sono qui per aiutarti.”
“Ken, che stai dicendo?”
“Kenta lavora per me.” Spiegò Orochimaru.
Shiori sbarrò gli occhi, non era possibile! No, lei avrebbe sentito se lui le avesse mentito.
“Ho smesso di lavorare per te!” gridò, confermando la versione del sannin.
“Può darsi, ma solo un anno fa mi hai portato il sangue di Shiori o sbaglio?”
L’uomo abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa. Quindi era tutto vero. Shiori sentì il terreno mancarle sotto i piedi. Perché? Perché le stava succedendo tutto questo?
“Non ti permetterò di prenderla!” esclamò l’uomo brizzolato.
Shiori lo spinse via, lontano da sé. “Non ho bisogno del tuo aiuto.”
“Shiori, ti prego!”
“Cos’altro sai?” domandò ad Orochimaru.
“Abbastanza. E quello che non so posso sempre scoprirlo.”
La donna si tolse la parrucca e la fece cadere a terra, lasciando liberi i suoi lunghi capelli neri.
“Non mi farò catturare senza combattere.” Lo avvertì.
“Lo so. E io non posso lasciarti andare.” Fece un leggero cenno con il capo e Sasuke si diresse verso Kenta, mentre Yoharu attaccò di nuovo Shiori.
La kunoichi conosceva molto bene i suoi metodi, ma a lei non avrebbe potuto togliere il chakra. A rischio di rimanere senza, lei sarebbe stata in grado di stordirlo. Quindi l’attaccò a mani nude. Era sempre stato molto veloce e per lei non era facile schivarlo. Con la coda dell’occhio vide Kenta destreggiarsi a fatica con Sasuke, presto avrebbe perso. Continuava a preoccuparsi per lui, ma in fondo lui l’aveva tradita.
Scartò di lato e colpì con un pugno infuocato Yoharu dritto allo stomaco. Saltò all’indietro e inviò al suo avversario una sensazione di dolore, che lo fece urlare. Orochimaru sorrideva come se si stesse godendo lo spettacolo più divertente del mondo.
“Ora basta giocare!” esclamò ad un tratto. Shiori vide Sasuke colpire Kenta e farlo stramazzare a terra, mentre due mani fredde le avvinghiavano le spalle da dietro. Era Kabuto! Non l’aveva sentito per colpa di Karin, e di nuovo, come anni prima la stava anestetizzando. Non riuscì nemmeno a ribellarsi.
Cominciò a vedere puntini blu e ben presto fu tutto buio.
 
Shiori si risvegliò in una cella buia. L’unica fonte di luce proveniva dal corridoio esterno, accanto a lei un uomo si agitava. Le ci volle un attimo per capire chi fosse. Kenta si rotolava dolorante sul pavimento accanto a lei.
La kunoichi si rialzò in piedi e prese a pugni le sbarre, ma fu sbalzata all’indietro contro il muro. Erano ricolme di chakra e lei non se n’era nemmeno accorta. Kenta si alzò e lei gli si avvicinò, colpendolo con un pugno dritto allo stomaco. Avrebbe voluto fargli di peggio, molto di peggio, ma per ora doveva bastare.
“Chi cazzo sei?”
“Shiori … ti prego … devi perdo …”
“Vaffanculo! Voglio sapere!”
Kenta indietreggiò e si sedette contro il muro con le ginocchia al petto. Si prese qualche minuto per riprendere fiato, poi sospirò, leggere lacrime gli scendevano dagli occhi. Shiori poteva sentire tutto il suo dolore e il suo senso di colpa. I sentimenti dell’uomo di fronte a lei, così come il suo chakra, erano molto diversi rispetto a come li aveva sempre conosciuti.
“Il mio nome è Kenta Uzuki, vengo dal Villaggio del Vortice. Tutta la storia che ti ho raccontato su di me è falsa. Mia moglie non è stata uccisa dalla Kumori, non ho un figlio, in realtà non mi è rimasto più nessuno. Credo che tu abbia capito che sono stato in grado di mentirti grazie al sangue Uzumaki di tua madre. Orochimaru ha creato un siero, devo vaccinarmi ogni anno perché funzioni. Ma ha degli effetti collaterali, per questo lui non lo prende e usa la ragazzina.
Il mio fratello maggiore si chiamava Kenichi Uzuki, non era una brava persona, ma era tutto ciò che avevo. Scoprì che tuo padre lo aveva ucciso e andai a cercare l’unica persona che poteva darmi risposte, e concedermi la mia vendetta. Ho conosciuto tuo padre e, ovviamente, ho conosciuto Kishiko, erano brave persone. Ma allora ero così pieno d’odio. Così cominciai a lavorare per Orochimaru.
Ha fatto dei test su di me, e ha continuato a promettermi la mia vendetta per anni. Poi, i tuoi genitori sono morti, e io non avrei più potuto averla, ma ormai ero nelle sue mani, ormai …” L’uomo chiuse gli occhi.
“Mi dispiace Shiori per quello che ti ho fatto. Ti giuro che da quando ti ho conosciuta sono un uomo diverso.”
“Lo capirei se non mi avessi tradito! Hai portato il mio sangue a quel bastardo! Io mi fidavo di te!” gridò la donna. “Cos’altro gli hai detto?”
Kenta non rispose, ma nascose il volto tra le ginocchia.
“Cosa?”
“Hikaru. Lui sa.” La sua voce le arrivò attutita.
La madre lanciò un urlo e mollò un pugno contro il muro a pochi centimetri dall’uomo.
“Sa dove si trova?” chiese il suo volto poco distante da quello di Kenta.
“No. Ma mi ha minacc …”
“Non mi raccontare stronzate!”
“Gli effetti collaterali sono la dipendenza! Io non posso farne a meno! Mi serve quel siero! Ne voglio sempre, sempre di più. Per tutti i tre anni che siamo stati insieme alla Kumori non gli ho mai detto niente! Capisci cosa vuol dire questo?”
“Non vuol dire niente.”
“Vuol dire che ci tengo a te. Non ti avrei mai tradita se … Lui sapeva di te e da allora …”
“Da allora gli hai detto ogni cosa. Razza di stronzo.” Si passò una mano sul volto. “Quanto tempo?”
“La prima informazione che gli ho dato è stata sulla tua gita a Suna per andare a parlare con il Kazekage.”
“Quando mi ha tolto i poteri!” si allontanò da quell’uomo, la disgustava. “E da allora mi hai tenuto perfettamente sotto controllo.”
“Ho provato a fare senza il siero, Shiori, ma me lo sta iniettando regolarmente da quando è morto mio fratello. Prima che tu nascessi. Non ce la faccio a vivere senza!”
Sentiva che era sincero, ma non riusciva a provare alcuna pietà per lui.
“Gli hai raccontato di mio figlio, cazzo! Avrei potuto perdonarti qualunque cosa, ma Hikaru!”
“Mi ha chiesto perché eri sparita, non potevo mentire.”
“Smettila di cercare di scusarti con me!” gridò. “Ti dovrei ammazzare.” Cominciò a torturarsi i capelli. “Aya, Hisoka e Takeo …”
“Loro non c’entrano.”
“Lo so che non sono dei pezzi di merda come te! Volevo solo sapere se sono in pericolo ora.”
“No, a lui non interessano. Gli interessi solo tu. E crede che tu possegga il potere di Hamura.”
“Perché lo crede?”
“Hisoka mi ha detto che era stato tutto troppo facile, che forse tu ci avevi mentito. Io gliel’ho riferito, perché avevo bisogno di una dose e lui non me l’avrebbe data senza nuove informazioni.” Appoggiò la testa contro il muro dietro di sé e chiuse gli occhi.
“Tu …” ringhiò lei.
“Ciao, Shiori.” Salutò mellifluo Orochimaru.
La donna si scagliò contro di lui e, ancora una volta, le sbarre la rimandarono indietro.
“Che cosa vuoi?”
“Fare un accordo.” Rispose il serpente.
“Io non faccio accordi con te!” La Kunoichi si avvicinò di nuovo alle sbarre, stavolta senza toccarle, e guardò il sannin con tutto l’odio di cui era capace.
“Credo che ti convenga invece. Vedi, io so che hai un figlio, e dalle mie informazioni mi pare di capire che abbia i tuoi poteri. Se tu non sarai, come dire, obbediente, beh userò lui al posto tuo.”
“Razza di bas …”
Lui la bloccò con la mano. “Si, lo so. Sono una persona orribile.” Ridacchiò. “Accetti o no?”
“Shiori, lui li troverà e ucciderà tutti.” L’avvertì Kenta.
“Tu taci!” gridò. “Cosa dovrei fare?”
“Seguire i miei ordini.”
La donna strinse i pugni, conficcandosi le unghie nei palmi delle mani così tanto da farli sanguinare.
“D’accordo. Tutto quello che vuoi.”
Orochimaru sorrise. “Bene. Per mostrarti la mia buona volontà, farò di Kenta tutto quello che vuoi. Posso anche lasciartelo uccidere.”
“Non mi importa cosa ne fai di lui. Tienilo solo … lontano da me!” Voltò loro la schiena e lasciò che le lacrime le scendessero lungo le guance.
“Molto bene.” Sentì la porta della cella aprirsi e Kenta che veniva strattonato.
“Shiori, mi dispiace!”
“Ora taci!” ordinò Orochimaru. “Continuerò i miei esperimenti su di te.”
Shiori strinse i pugni, un leggero senso di colpa le strinse la bocca dello stomaco, ma lo ignorò. Quell’uomo se lo meritava.
Quando rimase sola, tentò di inventarsi un piano per uscire da quella situazione, ma capì che ormai non aveva più speranze.
 
Non seppe quanto tempo passò in quella cella, forse minuti, forse ore, forse giorni, il tempo sembrava andare in modo diverso lì dentro, ben presto però Yoharu venne a prenderla. Aprì le porte della sua prigione e la strattonò fuori.
“Orochimaru, mi ha ricordato di dirti che non devi cercare di impiantare strane emozioni dentro di noi, a meno che non sia lui a chiedertelo. Se lo fai abbiamo uomini in giro che sono alla specifica ricerca di tuo figlio. E lo uccideranno se per caso tu fai cambiare idea anche a solo uno di noi.”
Shiori annuì. “Non ho intenzione di fare niente.”
“Bene, Kasumi-sama.”
“Yoharu, io ti volevo nella mia squadra, ma Tanoshiji aveva piani diversi per te, mi dispiace di non averti potuto proteggere.”
“Ma hai potuto proteggere i due topi di biblioteca e la ragazzina.”
“Lo so, non sono stata abbastanza forte.”
Lui ridacchiò. “Non fraintendermi, sono contento che non l’hai fatto. Ora sono molto più forte di quei tre imbecilli.”
Arrivarono davanti ad una porta di ferro e l’uomo l’aprì, le tolse le manette e la spinse dentro, facendo richiudere la porta alle sue spalle. Si ritrovò in una stanza circolare dalle pareti spoglie. Orochimaru e Karin si ritrovavano nel centro della sala.
“Puoi anche non farmi ammanettare ogni volta. Seguirò i tuoi ordini, stai minacciando la mia famiglia.”
“La prudenza non è mai troppa, mia cara.”
Shiori si avvicinò ai due al centro della sala. “Cosa vuoi che faccia?”
“Il tuo potere è l’essenza dei poteri Uzumaki, il massimo livello che un membro di quel clan può raggiungere. Tua madre è la prima ad averlo avuto a quell’eccezionale potenza, ma sono secoli che il clan tentava di raggiungere tale livello. Certo, né tu né tua madre lo avete usato adeguatamente. Quello che io voglio è che tu lo faccia.”
“E tu cosa ci guadagneresti?”
Orochimaru sorrise. “Di questo ne parleremo un’altra volta. Ora, devi riuscire a non essere più bloccata da Karin. Lei è di certo forte, ma non ha il tuo potere. È imbarazzante che possa batterti così facilmente.”
“E sentiamo come dovrei fare?”
Orochimaru alzò le spalle. “Questo lo devi capire tu.” Il sannin oltrepassò Shiori e si diresse verso la porta. “Vi lascio sole. Sono sicuro che farete un ottimo lavoro.”
La kunoichi si voltò verso di lui. “Com’è morta mia madre?”
Orochimaru ritornò sui suoi passi e le si avvicinò.
“Avevo ordinato a Kenichi di cominciare con i test su di lei, era un medico se la sarebbe dovuta cavare. Tua madre però era un tipetto combattivo, inoltre c’è stata una cosa che non avevamo previsto …”
“Era incinta.”
“Già. Kenichi non è stato in grado di fronteggiare le varie complicazioni. Aibi è giunta giusto in tempo perché non la uccidesse, perché tu potessi essere salvata. Forse se fossi stato presente lei sarebbe ancora viva.”
Shiori sentì uno strano groviglio di sentimenti provenire dal serpente. Non capiva senso di colpa o risentimento quello che provava. Se Kishiko non fosse morta, avrebbe potuto avere due Uzumaki dai poteri speciali.
“Tu e le tue manie di grandezza, l’avete uccisa!”
“Si, ma per la conoscenza si fa questo ed altro Shiori. Vivere non serve a niente se non si raggiunge un livello superiore.” Spiegò lui.
“Ma è mostruoso.”
Orochimaru riprese a camminare verso l’uscita.
“No, ciò che è mostruoso è l’oscurità che porta il non sapere.” La porta si richiuse dietro di lui.
Shiori si rigirò verso la sua avversaria.
“Orochimaru-sama, vuole che tu riesca a battermi nel giro di due settimane. Dopodiché dobbiamo spostarti per ragioni di sicurezza. Quindi cerca di impegnarti.” Posò la mano sull’asticella degli occhiali e li risistemò.
“Come procediamo?”
Karin si sedette a terra a gambe incrociate, fece un gesto con la mano ad indicare che lei facesse lo stesso. La kunoichi seguì il suo esempio.
“Supera il mio muro.”
“D’accordo, sono pronta.”
Avrebbe seguito le regole impostele dai suoi carcerieri, per ora non poteva fare altro. La vita di suo figlio e delle persone che amava dipendeva da questo. Lei non poteva battere Orochimaru, lui era il dio crudele che aveva dominato la sua vita. Il suo destino era stato programmato da lui nei minimi dettagli già da prima che lei nascesse, e questo era un destino terribile di morte.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’Autrice
Salve a tutti!
Ci stiamo lentamente dirigendo verso la conclusione, anche se ancora mancano un sacco di capitoli (non saprei darvi una cifra, ma voglio usarne il necessario perché tutto venga spiegato come si deve), spero nel periodo estivo di essere più veloce a postare (so che dovrebbe essere già cominciato, ma sono in piena sessione d’esami estiva quindi per ora niente vacanza -.-).
Mi preme di ringraziare Dora Baggins per avermi detto che il pairing Shiori-Itachi non le sarebbe dispiaciuto, anzi tutt’altro, dandomi il coraggio di mostrarvi anche se leggermente che cosa sarebbe potuto essere (grazie carissima! *.*).
Bene, cerco di non dilungarmi troppo, e vado immediatamente a ringraziare tutti voi che continuate a seguire la mia storia. Aspetto con ansia le vostre opinioni :)
Baci e a presto!
  
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