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Autore: Carmenkodocha400    03/07/2016    1 recensioni
Sana Kurata è appena tornata nella sua terra Natale, il Giappone, da Los Angeles, ma ad accoglierla non c'è il ragazzo di cui è follemente innamorata, Akito Hayama. La loro relazione era stata interrotta quattro anni prima per evitare di apparire insieme sui giornali, dato il lavoro nel mondo dello spettacolo di Sana. Nonostante tutto, i due ragazzi cominciano ad essere molto intimi tra di loro e sembra andare tutto bene, quando delle fotografie...
Una storia romantica e introspettiva che porta Sana e Akito davanti a scelte, che porta loro problemi, che li porta a trovare delle soluzioni. Cosa succederà se il loro amore verrà mostrato al mondo intero?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith, Un po' tutti | Coppie: Sana/Akito
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11: Un’uscita pianificata
-Orsacchiotto, hai chiamato Hisae e Gomi?- chiese Aya.
-Sì, li ho chiamati, è tutto pianificato!- esclamò Tsuyoshi euforico come non lo era mai stato.
Era così felice che si sarebbe messo a fare delle piroette per tutta la casa come faceva Sana da piccola.

Fuka stava preparando la borsa per la ginnastica, quando d’un tratto squillò il telefono.
Sullo schermo lesse il nome di David, e si ricordò che dopo il gelato e la chiacchierata al bar si erano scambiati i numeri.
-Pronto?-
-Ciao, Fuka, sono David-
-Ciao, David! Come va?- sorrise Fuka, facendosi distrattamente una coda piuttosto flaccida con una mano sola e con un elastico improvvisato.
-Tutto bene! Volevo chiederti se ti andava di uscire stasera-
-Oh, non ti sembra di correre un po’ troppo?- chiese imbarazzata Fuka, mentre la coda le si era ormai sciolta e i capelli le ricadevano morbidi sulle spalle.
-Oh, really? I’m sorry, ma in America si usa così-
-In Giappone no, ma in realtà io stavo solo scherzando- rise Fuka.
David sorrise:-Oh, mi fa piacere! Allora ci vediamo stasera al Goto, va bene?-
Gli occhi di Fuka si illuminarono:-E’ il mio ristorante preferito! Accetto volentieri!-

-Pronto, Sana-chan? Sono Aya!-
-Oh, ciao, Aya- rispose Sana. Era felice di sentire una delle sue più care amiche.
-Volevo chiederti se stasera potevi uscire. Veniamo io, Tsuyoshi, Hisae e Gomi. Se ci sei tu il gruppo è completo!-

-Un’uscita a cinque?- chiese Akito, che intanto stava facendo una conversazione simile con Tsuyoshi.
-Sì!-
-Sana…non verrà?- chiese Akito esitante, sentendo una fitta allo stomaco per aver pronunciato il suo nome.
Tsuyoshi scosse la testa, cercando di far sembrare il suo tono più convincente possibile:-Oh no, figuriamoci! Devi staccare un po’ la spina, isolarti da lei…-

-Ok, allora accetto- rispose Sana, che aveva accettato avendo saputo che Akito non sarebbe venuto.
-Cerca di vestirti con un po’ più di eleganza…andremo al Goto alle 20,00-
-Ehm…ok…- rispose Sana dubbiosa, chiedendosi perché avesse sembrava stesse trattenendo una risata.

Sana decise di vestirsi con un vestito rosso semplice con una leggera spaccatura al lato destro, e decise di ricoprire il suo volto con quel poco di trucco che bastava per renderla perfetta.
-Sana, vuoi che ti accompagni?- chiese Rei.
-No, Rei-kun, vado benissimo a piedi!- rispose lei dandosi un’ultima sistemata ai capelli.
-Non se ne parla proprio! Una ragazza vestita elegantemente a piedi verso il ristorante, a quest’ora! No!-
Sana non ebbe il tempo di protestare che Rei cominciò a trascinarla e la infilò con forza all’interno della macchina.
Finalmente arrivarono.
-Diciannove anni e devo ancora essere accompagnata da te per uscire con gli amici- borbottò Sana.
-Forza, non ti lamentare!- ridacchiò Rei –Piuttosto scendi, che siamo arrivati!-
Sana scese dalla macchina e si avviò verso l’entrata, con una strana sensazione.
Ultimamente il sabato sera se ne stava confinata al letto con un chilo di popcorn, un pigiama di due taglie più grandi e il suo pc portatile che trasmetteva un film (di solito divertente per tirarsi su di morale).
I tavoli erano allestiti anche fuori, perché molte persone preferivano cenare all’aria aperta, ed infatti i tavoli sembravano piuttosto pieni.
Stava per girarsi a destra e a manca alla ricerca di un viso familiare, quando il cellulare squillò: era Aya.
-Pronto, Aya, cosa c’è?- chiese nervosa.
-Ehm…scusami Sana, ma Gomi doveva andare a lavorare e Hisae voleva vedere in che locale lavorava, così l’ha seguito. Io invece mi sono sentita male e Tsuyoshi non vuole andare senza di me.-
-Beh, mi dispiace…uscita rimandata, vuol dire che sarà per la prossima volta! Chiamo Rei.-
-No!- esclamò Aya –Cioè…mi fa molto male la testa, devo staccare, ciao!-
Senza darle il tempo di risponderle, Aya riagganciò e Sana rimase a fissare per qualche istante il cellulare con un’espressione perplessa.

Akito sbuffò: lo aveva fatto venire lì e adesso aveva detto che Aya si era sentita male e che non voleva uscire senza di lei?
Fece per andarsene, sbuffando per l’ennesima volta, quando andò a scontrarsi con una persona.
Quando capì di chi si trattava, il suo cuore perse un battito: era Sana.

Sana rimase a fissarlo, con gli occhi spalancati.
Gli sembrava di non vederlo da un’eternità.
Quel silenzio imbarazzante venne interrotto da una voce:-Sana, Akito! Cosa ci fate qui?-
Sana e Akito si voltarono, trovando subito Fuka che indossava un vestito elegante, e David, che Sana riconobbe subito.
-Non mi dite che vi siete dati appuntamento!- esclamò Fuka.
-No!- esclamò Akito.
-Non è assolutamente così!- aggiunse Sana agitando le mani imbarazzata.
-Va bene, calmi! Visto che ci siamo ritrovati, che ne dite di ordinare un tavolo a quattro?- propose Fuka.
Sana sospirò con un’espressione disperata.
Avrebbe voluto dileguarsi con una scusa veloce, ma non sapeva dire di no alla sua amica.
Quanto ad Akito, avrebbe voluto rifiutare, ma appena vide David avvicinarsi a Sana con un sorriso ebete stampato su quella faccia da schiaffi, cambiò completamente idea.
-Sei bellissima, stasera, Sana, very very beautiful- disse gentile, baciandole una mano, un gesto che diede non poco fastidio al povero Akito.
Sana, dall’altra parte, non trovò male l’idea di stuzzicare Akito, così sorrise fingendosi imbarazzata:-Oh, grazie, David, sei sempre così gentile!-
Gentile? Ad Akito sembrava solo un rimorchiatore sdolcinato e terribilmente odioso.
-Bene, prendiamo un tavolo a quattro, forza!- li interruppe Fuka euforica.
Ben presto si trovarono tutti e quattro allo stesso tavolo, Fuka accanto ad Akito e David accanto a Sana.
E come se non bastasse Akito e Sana si trovavano proprio faccia a faccia.
-Prendiamo tutti e quattro un oden (***)- ordinò Fuka al cameriere che era venuto al tavolo.
-Subito- rispose quello, lasciano i quattro soli.
-Beh, Sana, come va?- chiese David guardandola sorridendo.
-Oh, bene, direi!- esclamò Sana, guardando di sottecchi Akito –Da quando ho girato quello spot pubblicitario romantico con te mi sento molto meglio!-
David sorrise:-Mi fa piacere! Dovrebbe già esserci in tv!- poi si rivolse ad Akito:- E tu come ti chiami?-
-Akito Hayama- rispose lui atono.
-Piacere, io sono David- sorrise quello, tendendogli la mano che lui però non gli strinse.
Per fortuna, quella scena imbarazzante venne interrotta da Sana che indicava la TV che si intravedeva dai vetri del ristorante all’interno:-Guarda, David, c’è la nostra pubblicità!-
Tutti e quattro si voltarono verso la televisione, e Akito poté ben vedere la scena romantica tra David e Sana che ballavano, scambiandosi mazzi di fiori e gelati.
Insomma, tutte cose diabetiche che gli davano sui nervi.
-E invece, tu, Hayama? Tu come te la spassi?- chiese Sana, soddisfatta della reazione del ragazzo.
Ma Akito non era certo il tipo da arrendersi così facilmente, così rispose, cercando di far sembrare il suo tono disinvolto:-Oh, bene! Pensa che ci sono un sacco di ragazze carine nel mio locale-
Voleva ferirla, e c’era riuscito.
-Fuka, invece a te come va?- chiese Sana, cercando di non lasciar trasparire il suo dispiacere.
-Bene! Oh…- ad un certo punto Fuka si portò una mano alla testa.
-Cosa succede?- chiese preoccupato David.
-Mi fa molto male la testa…David, puoi accompagnarmi a fare una passeggiata?-
-Certo!- rispose subito quello, alzandosi dal tavolo :-Vi lasciamo un attimo da soli, non vi dispiace, vero?-
-No, fate pure- rispose Akito, fissando Sana con le braccia incrociate al petto.
Quando rimasero soli, il battito di Sana accelerò.
-Devo…andare un attimo in bagno- mormorò, alzandosi da tavola e dileguandosi in un battibaleno.
Arrivata a destinazione appoggiò le mani sul lavandino, sospirando sollevata.
Appena sentì arrivare qualcuno, si nascose in una cabina del bagno.
-Sana, lo so che sei qui- la sua voce le fece venire un’ansia che le lacerò lo stomaco.
Akito cominciò ad aprire le porte delle cabine, e Sana si affrettò la chiudere la sua a chiave.
-Lo so che sei qui, apri questa dannata porta- ordinò Akito –Non costringermi a sfondarla-
Siccome non ci fu nessuna risposta, Akito cominciò a colpire la porta.
Siccome non voleva che la rompesse, Sana l’aprì, cercando però di trattenere Akito fuori.
-Smettila, Sana-
Alla fine Akito riuscì ad entrare.
In quello spazio così piccolo, si potevano sentire bene i loro respiri e i battiti di cuore nervosi.
-Ti faccio così paura?- chiese Akito quasi dispiaciuto, vedendo l’espressione preoccupata di Sana.
-Non…mi fai paura- rispose lei –Sono solo nervosa-
-E credi che scappare servirà a qualcosa?- domandò Akito –Sana, tu non mi hai dato il tempo di parlare-
-Lo so, e ho sbagliato, solo che quando ho visto quella scena non ci ho visto più dalla rabbia e dal dolore- spiegò lei.
-E’ stata lei a baciarmi, non io- disse finalmente Akito –Ho provato a spiegartelo quel giorno a casa tua, ma tu non mi hai voluto dare ascolto-
-Lo so, e mi dispiace- mormorò abbassando la testa.
Akito le prese il viso tra le mani e fiondò la lingua tra le sue labbra.
-Mi sei mancata- disse, cominciando a torturarle il collo.
-Anche tu- rispose Sana, stringendosi ancora di più a lui e sentendo che potevano essere finalmente felici.
Akito le abbassò una spallina del vestito.
-Hayama- disse d’un tratto lei, imbarazzata –Siamo in un luogo pubblico!-
-Non mi interessa- disse Akito, continuando a concentrarsi su di lei.
-A me sì invece!- protestò, lasciando le sue braccia e cominciando a sistemarsi i capelli e il vestito.
-Raggiungiamo gli altri- propose Sana.
-Okay- rispose lui, sorridendo.
Erano felici: erano finalmente tornati di nuovo la ragazza S e il ragazzo A.

___________________________________________
Ciao ragazzi! Oggi ho provato uno spavento terribile perché credevo di aver eliminato tutto il capitolo D:
Per fortuna avevo eliminato solo una parte, così l’ho riscritta in poco tempo :D.
Spero vi piaccia! :)

(***) Per chi non lo sapesse l’oden è un brodo tipico giapponese, costituito da verdure, pesce e tofu :)




 
   
 
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