Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: _Cthylla_    05/07/2016    4 recensioni
Ora che gli schieramenti sono stati fatti, i giochi possono iniziare.
Gli Insorti coi loro alleati, nonostante i danni riportati, sono determinati raggiungere i propri obiettivi: l'Uomo nella Luna e Pitch Black devono morire.
L'esercito radunato da Nightlight, che comprende anche quattro dei cinque Guardiani, si rivelerà sufficientemente stabile da non crollare davanti all'unione degli avversari?
Ma quanti sono realmente i giocatori al tavolo? Parti estranee al conflitto mischieranno ancora le carte in tavola...o tenteranno direttamente di bruciare il mazzo?
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'La Luna Dorata'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo VI

=Let the ceiling fall=







«ti va bene sì o no?»

Pitch non capiva neppure perché se la stesse prendendo tanto. D’accordo, Emily Jane era biologicamente sua figlia, ma erano letteralmente secoli che non avevano più un rapporto degno di tale definizione, e lui l’aveva da poco attaccata e privata dei suoi poteri. Non riusciva a comprendere il motivo per cui quel “vorrei che fossi morto tu al posto di mamma” lo avesse trafitto come una pugnalata nel petto, o come la lancia che, nell’incubo di prima, Shu Yin gli aveva conficcato nel ventre col benestare della sua defunta moglie Aleha. Giusto…forse quella reazione c’entrava sempre col suddetto incubo.

O forse c’era di mezzo dell’altro: aveva sentito chiaramente le parole di sua figlia colpirlo nel profondo, ma non aveva idea di quanto.

«prima devi spiegarmi il significato di quella frase!» esclamò la donna «da quando in qua mi credevi morta?!»

Suo padre era stato il primo ad andare a toccare un nervo scoperto dicendole che nessuno l’avrebbe mai voluta vicina, ma ciò non toglieva che la risposta che aveva dato alla sua frase maligna fosse stata addirittura più pesante, ed Emily Jane se n’era resa conto. Quello lì, alla fin fine, purtroppo restava sempre il suo pessimo padre.

Il quale aveva appena affermato qualcosa che l’aveva confusa non poco, al punto di far passare in secondo piano averlo trovato nell’idromassaggio con quella schifosissima lurida carogna infame di Eve. “da dopo che casa nostra è stata distrutta, per dodici anni ho creduto che tu fossi morta davvero”…

Non era quel che ricordava. Le risultava che lui, molto semplicemente, non si fosse degnato di cercarla, troppo impegnato con le sue grandi imprese da Alto Generale delle Galassie…almeno fino a quando era stato destituito.

«e da quando in qua a te interessa qualcosa di quello che dico?! Quanto possono contare per te le parole di un uomo che vorresti fosse morto?!»

«potresti smettere di comportarti da drama queen almeno per trenta secondi?!» sbottò Emily Jane, e pur sapendo che stavolta Pitch aveva diritto a un minimo di drammatizzazione da soap opera non riusciva a evitare di essere arrabbiata: lui non poteva atteggiarsi a vittima, essendo -secondo lei- il carnefice.

«permetti che io non sia felice del fatto che mia figlia

«ah, adesso sono di nuovo tua figlia? Non ex figlia? Sai com’è, è difficile starti dietro, dal momento che cambi idea ogni due minuti. Sono tua figlia solo quando non hai di meglio per le mani, a quanto sembra! “Io ti credevo morta”! Come no!» lo apostrofò, avvicinandoglisi pericolosamente «te lo dico io perché non ti sei degnato di cercarmi: visto e considerato quanto ti è facile rimpiazzare chicchessia, immagino che tu sia stato troppo impegnato con chissà quale sgualdrina con la quale hai sostituito mia madre!»

Inizialmente Emily Jane non capì neppure cosa fosse successo: per un attimo aveva visto tutto nero, e sentito soltanto un fischio acuto. Quando però si rese conto di essere caduta a terra, e che la guancia sinistra le bruciava, comprese di aver preso il più grosso ceffone della propria lunga esistenza.

«non osare» sentì dire a Pitch, con una voce quasi ringhiante «dammi la colpa di tutto quello che ti pare, odiami quanto vuoi e divertiti a desiderare la mia morte, ma non azzardarti mai più ad insinuare che io possa aver disonorato la memoria di tua madre, soprattutto in quegli anni. Mai più!» Emily Jane, ancora scossa e dimentica di avere più potere di lui, si lasciò afferrare per il bavero e sollevare come se fosse stata priva di peso: incredibile, ma in quel momento era veramente spaventata, oltre che disorientata. Si era abituata a vedere il padre bistrattato o in delirio d’onnipotenza, ma in quel caso si stava comportando in modo piuttosto diverso dal solito.

«parli di cose di cui non sai proprio niente» continuò Pitch «io ho passato quegli anni a cercare di ottenere giustizia per quello che le avevano fatto…quello che vi avevano fatto! E alla fine sono diventato questo!» esclamò, con tanta rabbia quanta amarezza «l’unica soddisfazione che mi resta è sapere che alla fine tutti i responsabili, diretti e indiretti, hanno pagato col sangue. In futuro tieni a mente questo: non permetto a nessuno di toccare il ricordo che ho di tua madre, nemmeno a te» disse, lasciandola ricadere a terra e allontanandosi «e se devi rivolgermi la parola solo per sputare veleno, evita: mi è bastato sognare tua zia poco fa, non ho proprio voglia di avere a che fare con la sua copia carbone».

Aveva già detto molto più di quanto avesse voglia di dire, e non aveva la minima intenzione di rimanere un istante di più con Emily Jane, motivo per cui dopo essersi allontanato a grandi passi dalla stanza mutò in un’ombra e scivolò lungo le pareti fino ad arrivare all’ingresso della suite…un momento. Ombra?!

Pitch aprì e chiuse le mani d’ombra, ancora incredulo, prima di tornare alla sua forma consueta. Allora quella pessima chiacchierata con Emily Jane era servita a qualcosa, dopotutto: gli aveva dimostrato che, contrariamente ai Guardiani e Madre Natura, a lui era possibile recuperare i propri poteri anche dopo il Furetur.

“del resto la cosa ha senso” rifletté “l’origine dei miei poteri e quelle dei poteri dei Guardiani sono differenti. A loro i poteri sono stati dati, o aumentati e modificati, dall’Uomo nella Luna, mentre i miei derivano dall’intera popolazione di demoni che ho dentro. Millaray e i suoi amichetti mi hanno tolto il potere da essi generato, non la fonte, il che significa…”

Sul viso dell’Uomo Nero era riapparso quel sorriso maligno che non prometteva mai alcunché di buono. Dopo aver lanciato un’ultima occhiata alle sua spalle, forse per verificare la posizione di Emily Jane, si decise a lasciare quella suite che in quei giorni era stata per lui sia una difesa, sia una sorta di gabbia.

Quella rivelazione per lui cambiava tutto, ma avrebbe dovuto essere comunque estremamente cauto: gli seccava non poco, ma sapeva che era bene che i suoi momentanei e -per la maggior parte- detestabili  “alleati” continuassero a credere che fosse relativamente innocuo fino a quando avesse radunato potere a sufficienza da tornare a essere problematico. Forse non ci avrebbe messo molto, dal momento che prima o poi gli Insorti li avrebbero attaccati, o viceversa…e in quel frangente lui non avrebbe dovuto fare altro che cercare di sopravvivere e nutrirsi di ogni stilla di paura che la battaglia avrebbe generato.

“il che è fattibile, perché nella confusione in pochi farebbero caso alla mia posizione, o se diventassi un’ombra”.

Il sollievo che provava era tale che aveva quasi voglia di mettersi a fischiettare, ma poi, memore della sua situazione, della conversazione di prima e dell’aver quasi copulato con la ex di sua figlia, perse ogni voglia di festeggiare anche solo un po’…e una bella chiacchierata con Hallows rientrava decisamente nella sua lista delle cose da fare.

Decise di scendere al piano di sotto imboccando le scale. Avrebbe potuto usare l’ascensore, ma passando per l’altra strada avrebbe avuto un’anteprima dell’atmosfera al piano bar…

«“vi stavate interfacciando”! Ag fuck thú! Ti avevo detto una cosa, Sam Hain! UNA!!! Non! Fare! Puttanate!»

Che non sembrava essere delle più tranquille.

«a dirla tutta la puttanata l’hai fatta tu, mandando su Emily Jane nel momento sbagliato…ma in fin dei conti non potevi sapere cosa stavo facendo, per cui niente, diciamo che non è colpa di nessuno e via. Ehilà! Tu devi essere l’avvelenatrice di Pitchioni! Com’è che ti chiami? Chang Ming? Yang Xue? Man Lo? Non mi ricordo!»

Shu Yin era lì?!

Pitch saltò i pochi scalini che gli restavano, senza rifletterci troppo. Voleva vederla, voleva vedere con i propri occhi la faccia di bronzo con cui quella bastarda traditrice -e forse assassina- si era presentata nella locanda. Voleva guardarla negli occhi, giurandole che un giorno l’avrebbe punita per quel che gli aveva fatto e che non avrebbe avuto alcuna pietà, come lei non l’aveva avuta per lui quando lo aveva consegnato ai suoi simili. L’aveva trattata come una nuova figlia, e com’era stato ripagato?!

Tuttavia, al di là della rabbia che provava, una volta in fondo alle scale si rese conto di non poter ancora fare niente di tutto ciò, per gli stessi motivi di prima.

Meglio regolarsi diversamente.

«Shu Yin! Che sorpresa. Noto che hai nuovamente cambiato alleati…come del resto è tua consuetudine».

La ragazza si voltò di scatto verso di lui, estremamente guardinga. «può darsi che in certi casi avessi validissimi motivi» ribatté Shu Yin.

«consiglio a tutti di guardarvi sempre le spalle, quando avete a che fare lei» continuò Pitch, avanzando, come se non l’avesse sentita «più o meno è come avere una spada di Damocle a oscillare perennemente sulla testa. Cambierà alleati appena le farà comodo».

«ho sperato che Emilia lo facesse fuori o si uccidessero a vicenda, ma sarebbe stata troppa grazia» sospirò Harlequin Saturnali «abbiamo capito che ti rode essere stato preso per i fondelli da una creatura che non ha neppure un mese di vita, ma non è che ci importi alcunché».

Pitch riusciva a diventare un’ombra, quindi forse sarebbe anche riuscito a creare un proiettile di sabbia nera che trapassasse la riccioluta testa vuota dell’autoeletto spirito del Carnevale, ma anche in quel caso era costretto a mantenere la calma. «abbiamo anche capito che sei tale e quale a un barboncino saltellante che cerca disperatamente attenzioni» ribatté dunque, ostentando la massima tranquillità «ma non credo che verrai preso sul serio facendo una battutina “pseudo arguta” qua e una là, anche perché non sei neppure in grado di farle bene. Allora?» si rivolse a Diarmid «ci sono novità? I nostri avversari si sono mossi?»

cosa è successo questi giorni in quella suite?” pensò Dentolina, guardando Pitch con aria decisamente confusa. L’ultima volta che lei e gli altri lo avevano visto era malandato, infuriato, ridotto quasi all’impotenza e molto vicino alla nevrosi; ora invece era in grado di incassare ogni colpo senza battere ciglio, come le provocazioni di Saturnali, contrariamente a prima, non lo toccassero minimamente.

Guardò Eve, che a sua volta era intenta a osservare le scale con aria di completo disinteresse, e si disse che lasciarli stare insieme da soli per cinque giorni a complottare chissà cosa, e solo per non ritrovarseli attorno, era stato un errore madornale…e non aveva molti dubbi sul significato di “io e Pitchione ci stavamo interfacciando”.

“Pitch Black ed Eve Hallows, proprio la coppia più bella del mondo” pensò, con una smorfia.

«Galaxia è morta, e sono praticamente sicuro che ci credano responsabili. Qualcuno ci ha incastrati. Se ci trovassero potremmo avere qualche problema, forse anche con Calmoniglio…quindi vedi di evitare di crearne a tua volta, Black. Chiaro?»

«cristallino, folletto» rispose l’Uomo Nero «ma mi sfugge perché dovrebbero ritenerci responsabili. Chi ha cucinato il coniglio allo spiedo?»

«ufficialmente è stata Shu Yin, ufficiosamente non si sa» disse Eve, prima che potessero zittirla.

«ufficiosamente anche, allora, visto il soggetto» commentò Pitch, senza degnare Shu Yin di un’occhiata. «ha mentito, se vi ha detto il contrario».

«Aiko ci ha già confermato che ha detto la verità, quindi è inutile che provi a farci pensare chissà cosa» affermò Jack «perché tanto non attacca, Pitch!»

L’Uomo Nero guardò Dentolina, e indicò Frost con un cenno del capo. «…e con questo siamo a due fidanzati persi!»

«stai zitto!!!» gli intimò la Guardiana «non sai proprio niente, sei l’ultimo che può parlare e ti hanno appena detto che non devi creare problemi…quindi cerca di far entrare questo semplice concetto nella testa di legno che ti ritrovi!»

Baba Yaga sghignazzò. «nervo poco scoperto, eh?»

«Dio Cristo santissimo, fatela finita!» sbottò April «potremmo essere in guai seri, basta con le frecciatine!» facendo un grosso sforzo di volontà, si voltò a guardare Pitch «che ne hai fatto di Emily Jane?!» giustamente veder scendere dal piano superiore l’Uomo Nero prima della succitata l’aveva allarmata, visto il soggetto.

«quindi ora non sei più tanto spaventata da non volermi nemmeno guardare troppo» commentò Pitch, senza rispondere alla sua domanda e studiandola «dov’è che ti ho già vista? Più ti guardo e più mi sembri familiare…comunque sia, Emily Jane sta benissimo, e tornerà qui a insultarci tutti anche troppo presto» Pitch alzò gli occhi al cielo «allora, parliamo di cose serie: andiamo al Polo Nord e attacchiamoli adesso».

«cosa? Adesso?!» allibì Nightlight «non è il momento adatto!»

«con tre succubus su cinque fuori gioco secondo te non è il momento adatto? Diamogli addosso ora, prima che lo facciano loro!» ribatté Pitch.

«da dove viene tutta tua voglia di combattere? Non avevi molta, fino a qualche giorno fa» osservò Nord «e comunque sono fuori due su cinque. Atticus è vivo, Cupido ha mandato Finn» indicò il ragazzo che Pitch non aveva mai visto, seduto vicino a Eve «a dirlo a noi poco fa, e poi c’è altro che-»

«tre su cinque, due su cinque, più o meno fa lo stesso» minimizzò l’Uomo Nero «Galaxia è morta, Shu Yin Borgia è la colpevole e ora è qui, credete veramente che il coniglio sopravvissuto se ne starà tranquillo? Credo che sia meglio colpire per primi».

«di’ un po’, non è che in questi giorni hai ideato un qualche piano strano dei tuoi?» la Befana guardò April «mi sa che è il caso di dargli un’occhiatina in testa».

April impallidì, e Harlequin sbottò uno “stai zitta!” all’indirizzo di Liesel, ma era troppo tardi.

“dargli un’occhiatina in testa”…come aveva fatto a non arrivarci subito?, si chiese Pitch, guardando nuovamente April; occhi di quella sfumatura di blu, tanto più su una creatura che secoli prima era una mortale, non si vedevano certo tutti i giorni. «la ex-piccola Anine Sørendatter, nientemeno!» esclamò, vedendo la ragazza irrigidirsi «oggi è proprio il giorno delle rimpatriate…ma devo dire che sei stata davvero maleducata a non salutare un tuo vecchio conoscente».

La maggior parte degli spiriti si stupì, non conoscendo nulla della storia che li legava. Molti non sapevano neppure il vero nome di April Saturnali, figurarsi il resto.

«stammi lontano» lo avvisò April.

«altrimenti?»

Pur avendo il cuore che batteva fin troppo forte a causa della paura, April si sforzò di sostenere il suo sguardo e affrontarlo prima che Titus o chicchessia intervenisse in sua difesa come un prode cavalier servente di cui lei voleva dimostrare di non aver bisogno. «prenderò dalla tua mente le cose che vuoi tenere nascoste, specialmente quelle più umilianti, e le farò conoscere a tutti i presenti e a qualunque spirito mi capiterà di incontrare. Non mi stupirebbe se ci fosse qualcosa peggiore anche del pitchione».

Aveva mantenuto la stessa presunzione di quando era una mocciosa di sette anni, pensò Pitch, ed evidentemente non aveva capito la lezione. Lui aveva ucciso sua nonna, aveva fatto uccidere sua madre e distruggere la sua casa, eppure non era bastato. «sì, ma ricorderai pure che il gioco non vale la candela, e non ci sono in giro civette pronte a salvarvi».

“hai ragione, non ci sono civette, ci sono solo un centinaio di spiriti a cui non sei molto simpatico” intervenne Sandman, con la faccia scura “alcuni dei quali ti hanno appena ricordato che ti converrebbe evitare di dare problemi. Quindi ti consiglio vivamente di lasciar stare questa ragazza. Primo e ultimo avviso”.

«come volete, messer Sandman» Pitch alzò gli occhi al cielo «in fin dei conti tutto quel che volevo fare era salutare».

«potevi dire “ciao”» commentò Finnan «è più corto e non ti fa guardare male da tutti gli spiriti del circondario».

Pitch avrebbe voluto rispondere qualcosa, ma proprio in quel momento Emily Jane fluttuò lungo la scalinata con la solita aria snob/ti do fuoco, guardando malissimo sia lui sia Hallows. Non che a quest’ultima sembrasse importare.

«…se mi lasciavi finire, Pitch, io ti stavo dicendo che c’è anche dell’altro oltre a morte di Galaxia!» riprese Nord in un patetico tentativo di cambiare argomento, pur ripromettendosi di informarsi di più su tutte quelle strane questioni «Insorti hanno rapito bambina! Noi non possiamo attaccare loro così e rischiare sua vita!»

«così hanno deciso di giocare sporco» commentò l’Uomo Nero «un’assicurazione. Ha senso».

Le sensibili orecchie di Aiko, a quel punto, captarono qualcosa che la spinse a voltarsi e dare un’occhiata all’esterno, attraverso le finestre magiche. «non vorrei dirlo, ma temo che adesso abbiamo un serio problema!»

Tutti quanti i presenti, sentendo ciò, si girarono a loro volta verso le finestre.

«no…ma non è possibile!» esclamò Jack, volando ad appiccicarsi contro il vetro «Calmoniglio non può fare sul serio!»

Da un indefinibile numero di gallerie nel terreno stavano spuntando decine di spiriti, ma quello che preoccupava di più Jack era Calmoniglio, di cui aveva riconosciuto la sagoma in lontananza -anche se sembrava diversa dal solito- come aveva riconosciuto quelle di Atticus, Ljuba e Cecilia, che fluttuavano sopra al Pooka.

Non riusciva a credere che alla fine li avesse traditi davvero, proprio lui che, caratteraccio a parte, gli era sempre sembrato un essere integerrimo come pochi.

«Nightlight, tu vai a mettere Manny al sicuro da qualche parte!» gridò Nord «a principe non deve accadere niente!»

«possibilmente nemmeno al resto di noi, grazie tante» borbottò Baba Yaga.

Il Leprecauno lanciò a Nightlight due monete dorate. «una per portarlo al sicuro, una per tornare!»

«grazie!» esclamò il guerriero, afferrandole al volo «Aiko, vieni con me!» aggiunse senza sapere bene perché, mentre scattava in direzione dell’infermeria.

“la ragazza cornuta e il cianotico fisiologico, è nato l’ammmore!” pensò Pitch. «che diavolo facciamo adesso?! Se usciamo fuori ce li troviamo davanti, se aspettiamo verranno dentro loro!...il folletto dovrebbe dare a tutti quelle monete, almeno potremmo fuggire come loro!»

«ma come, non dicevi “diamogli addosso” fino a due minuti fa?» Hallows gli si avvicinò, fissando il corridoio che conduceva all’infermeria «la tua coerenza è da premiare, dàichealachd…ma se ti consola, non credo proprio che quelle monete arriveranno dove devono arrivare».

«non so neppure se ci arriveranno Nightlight e Aiko» aggiunse Finnan, osservando lo stesso punto.

Pitch li guardò perplesso, spostando lo sguardo da loro al corridoio senza notare niente di strano. «perché non dovrebbero? E comunque tu e io dobbiamo parlare, Hall-»

«ci vediamo al parcheggio, Finn».

Pitch voleva parlarle, ma Hallows sembrava avere tutt’altre intenzioni: andò alle spalle di Emily Jane, la tramortì con un colpo dell’elsa della spada e, dopo essersela caricata su una spalla nemmeno fosse stata un sacco di patate, corse nel corridoio che conduceva al parcheggio.

L’Uomo Nero non aveva idea di quello che Eve avesse in mente di fare, ma se voleva andare in quel posto c’era sicuramente una ragione, quindi forse faceva meglio a imitarla prima che fosse tardi. Gli altri spiriti si stavano tutti accalcando attorno alle finestre, o cercavano una qualsiasi via di fuga: nessuno badava a lui. Fece un respiro profondo, inalando la paura che, assieme allo sgomento e alla confusione, aveva iniziato a regnare nella sala.

“l’assorbirò anche dal parcheggio” pensò, approfittando della calca per diventare un’ombra e dileguarsi.

«papà, dobbiamo andare al parcheggio!» gridò Finnan al Leprecauno «...e tu vieni con me» aggiunse, vedendo che Shu Yin gli era accanto.

«…prego?!»

La ragazza non ebbe tempo di dire altro, perché venne sollevata come un fuscello, stretta al petto muscoloso di Finnan e portata via di corsa come fosse stato il salvataggio di una principessa delle fiabe.

O il ratto delle Sabine, a seconda di come si voleva vedere la questione.

«mettimi giù!» gli intimò la ragazza, non molto contenta di quell’atto «so correre da sola! Dove mi stai portando?!»

«al parcheggio, come ho detto prima a mio padre» ribatté Finnan «zia Sam ha preso Emily Jane ed è corsa lì, dubito che l’abbia fatto senza motivo. Ti sto rapendo per una buona causa».

«ma perché proprio me?» gli domandò Shu Yin. Con Pitch il metodo “domanda diretta” non era troppo consigliabile, ma da quel poco che aveva visto di Finnan le sembrava un buon modo per fargli dire quel che le interessava -almeno un minimo- e non rischiava di finire intrappolata in un incubo eterno.

«sarà il fascino da cattiva ragazza, o forse mi piace fingermi una sottospecie di cavaliere. Ma può darsi anche che l’abbia fatto perché eri a circa dieci centimetri dal sottoscritto. Scegli la tua versione, ne ho altre!»

«mi stai veramente prendendo in giro per le espressioni che uso? In un momento del genere?»

«può darsi!»

La stava portando in salvo -così diceva- e tutto quanto, ma era ufficiale: Shu Yin non lo sopportava proprio. Ovviamente non meditava di avvelenarlo ma sperava di non vederlo più, se fossero entrambi sopravvissuti a quel caos.

Quando raggiunsero il parcheggio, con sua sorpresa, vide accanto alla nave di Sandy un Uomo Nero decisamente nervoso discutere con Eve Hallows, che invece sembrava perfettamente tranquilla. Quanto a Madre Natura, era sdraiata a terra e ancora incosciente.

«…perché l’hai capito da quel che ha detto Mothman?! Stai scherzando?!!»

«se si tratta di previsioni di disastri c’è da fidarsi, sono abbastanza convinta che il parcheggio resterà in piedi. La locanda invece un po’meno».

Il piccolo gruppo fece appena in tempo a riunirsi, perché a quel punto la terra cominciò a tremare.

Forte.

 

 

 

 

 

Facevano più paura gli immensi squarci che si stavano aprendo aperti nel pavimento, o il “grido” del terremoto? Non era possibile stabilirlo.

«Sandy!!!» urlò Nord, riuscendo a evitare per un pelo una trave che stava per cadergli addosso «Sandy!»

Non aveva urlato alcuna istruzione precisa, ma il Guardiano, seppur nella completa incredulità per quel che stava succedendo -attaccati da Calmoniglio!- era riuscito a intuire cosa gli stava chiedendo, e iniziò a creare rapidamente un grosso scudo di sabbia, mentre avvolgeva attorno ai Saturnali una “corda” fatta dello stesso materiale, attirandoseli immediatamente vicini.

«chi non si può proteggere correte tutti qui!!!» gridò Babbo Natale «Sandy proteggerà!»

«protego totalum…salvo hexia…» mormorava intanto la Befana, creando a sua volta uno scudo trasparente in cui si fiondarono diversi cherubini e diverse ninfe.

«Saol!!!» l’urlo del cherubino Hebiel sovrastò tutti gli altri vedendo il suo collega finire inghiottito da una voragine e schiacciato da una trave. Non era stato abbastanza veloce, e aveva avuto una sorte analoga ai diversi componenti dell’esercito che in quel momento si trovavano nelle loro stanze, e non al piano bar.

«io quel coniglio lo faccio allo spiedo» fu il solo commento di Baba Yaga, che vedendo Liesel cavarsela tranquillamente da sola si chiuse semplicemente in una bolla nera fluttuante.

«DIARMID, DOVE VAI?!» si sgolò Nord, vedendo l’amico folletto dirigersi verso l’ingresso principale, martello alla mano, ed evitare le spaccature del pavimento e le parti di soffitto che stavano crollando.

«non gli permetto di distruggere LA MIA CASA solo perché gli hanno ucciso la fidanzata!!!» urlò il Leprecauno, vicino alla disperazione «non glielo permetto!!!»

Aveva già perso la sua attività una volta, non poteva lasciare che anche la sua locanda venisse distrutta così; non poteva permetterlo, non dopo tutti gli anni in cui si era ammazzato di fatica per riprendersi dal primo fallimento, per tirare su quel posto dentro una collina e per mantenerlo. Quel locale che un giorno avrebbe voluto gestire assieme a suo figlio -avrebbe pur messo la testa a posto, prima o poi!- e che, sì, era anche la sua casa ormai da diversi secoli.

Aveva sentito benissimo Finnan dirgli che doveva andare al parcheggio, e aver visto Sam Hain correre proprio in quella direzione con Madre Natura in braccio gli aveva fatto capire che quello era un posto sicuro per qualche ragione, ma lui, proprio perché convinto che suo figlio fosse al sicuro, aveva altre intenzioni. Avrebbe potuto far fuggire di lì molti come aveva fatto per Nightlight, Aiko e Manny, ma quando il pavimento si era spaccato aveva smesso di ragionare.

«non fare il deficiente, finirai solo per farti ammazzare!» urlò Harlequin, che utilizzando la telecinesi sui vestiti del folletto riuscì a trascinarlo al riparo.

«non venire a dire a me cosa devo fare! Lasciatemi andare!!!» sbraitò il Leprecauno «lasciatemiii…i…»

Si accasciò tra le braccia dei Saturnali, perché Sandman lo aveva fatto provvidenzialmente addormentare…ma c’era anche un altro problema.

«Shu Yin!...dov’è Shu Yin?!» urlò Jack, riuscendo a recuperare due cherubini che stavano per cadere in una voragine per poi lanciarli nello scudo creato da Sandy.  Frost non aveva un bel rapporto col suo “dono”, ma purtroppo la magia dell’Uomo nella Luna era quello che era, e lui era istintivamente portato a preoccuparsi della sua salute, soprattutto se le era vicino.

«Jack, torna qui!» strillò Dentolina «non pensare a cercare lei, vieni al riparo!»

«devo trovarla!»

Peccato che il suo mestolo da cucina -che gli serviva per volare- non fosse d’accordo e, per volere di Harlequin, lo trascinò nello scudo, che si chiuse definitivamente.

«devo uscire!»

«non devi preoccuparti per lei, il suo cristallo è attivo, ha un ottimo istinto di sopravvivenza e al momento potrebbe anche essere a migliaia di chilometri da qui!» gli fece notare Dentolina.

 “anzi, lo è di sicuro” non poté evitare di aggiungere, anche se mentalmente “considerando che tipo è!”

«momento, manca qualcuno…dove è Pitch?! Ci siamo dimenticati di lui!» esclamò Nord.

«con un po’di fortuna è stato schiacciato da una trave o che di simile, e la sua testa è esplosa come una pustola» disse Saturnali «ma mi sa che sono troppo ottimista».

«speriamo che almeno Nightlight, Aiko e Manny ormai siano lontani dal disastro» mormorò Dentolina.

 

 

 

 

 

«Nightlight!!! Le monete!» strillò Aiko «qui crolla tutto, sbrigati!»

Non c’era bisogno che Aiko lo puntualizzasse, la guardia del corpo dell’Uomo nella Luna se ne stava accorgendo perfettamente da solo, ma c’era un problema…

«non le ho! NON TROVO LE MONETE!» urlò, spaventatissimo sia per sé, che per Aiko, che per Manny.

«come sarebbe a dire che non le trovi?! Le avevi in mano!!!»

«lo so!»

Cos’era successo? Le aveva forse perse nella corsa senza rendersene conto? Non era in grado di spiegarselo, ma sentiva -ancora una volta- il peso del fallimento. Doveva ringraziare che fosse solo quello, e non anche il peso del soffitto che minacciava di cadere da un momento all’altro.

«venite vicini a me!» esclamò Manny «non possiamo andarcene, ma posso proteggerci dal crollo!»

proteggiciproteggiciproteggiciproteggici…

Così come Jack aveva bisogno del bastone, lui aveva bisogno dei macchinari lasciatigli dai genitori per fare determinate cose, ma in realtà il vero potere era dentro di lui: quando era molto piccolo non aveva forse salvato la vita a Sandman esprimendo un desiderio?

Motivo per cui la bolla luminosa che avvolse lui, e i due ragazzi era integra, lucida e forte abbastanza da resistere all’impatto di tutto quel che le crollò addosso l’istante dopo.

«mi dispiace, mi dispiace signore, io…io avevo le monete e le ho perse!»

«non fa niente, ci salveremo lo stesso da

l crollo...è per il dopo che temo, e anche per la salute di tutti gli altri!» disse.

«“let the ceiling fall/ when it crumbles… we will stand tall/ face it all together, at ceiling-fall...”»

Manny impallidì. Gli altri due spiriti non davano mostra di aver sentito alcunché, troppo impegnati a osservare il collasso dell’edificio attorno a loro, ma lui aveva avvertito chiaramente quella voce al suo orecchio, e avrebbe giurato di aver sentito persino le labbra sfiorarne il lobo.

Aveva riconosciuto la voce della creatura che lo aveva ferito gravemente e gettato in mezzo al caos. Non sapeva come fosse possibile, e sperava in un’allucinazione uditiva, ma non ci credeva troppo.

“non vi avrei mai lasciati fuggire, non ora che il bello è iniziato”.

E faceva bene perché, se Tanith fosse stata visibile, l’avrebbero vista guardarli…con un sorriso e le monete del Leprecauno in mano.

 

 

 

 

 

«che abbiate il castigo che meritate, Protettori di Assassini!»

La sola cosa che provava Calmoniglio era furia allo stato puro. Non c’era spazio per la compassione, non c’era spazio per il rimorso o per i ricordi di un’amicizia e di una fedeltà durata secoli: voleva solo che i suoi colleghi -anzi, ormai li considerava ex colleghi- pagassero per quel che avevano permesso fosse fatto…e tutti coloro che li stavano appoggiando dovevano fare la stessa fine, perché non erano persone migliori.

Un ragionamento che gli sembrava perfettamente lineare, specialmente ora che si era imbottito di cioccolato fondente. Dieci tavolette, ingurgitate in nemmeno mezzo minuto: praticamente un’overdose, ma era una vita che non si sentiva così forte.

Fino a quel momento si era molto contenuto e aveva evitato di mangiare più di un cioccolatino per volta. Lo aveva fatto per il trauma dovuto allo sterminio della sua razza da parte di Pitch, ma anche per la consapevolezza dei danni che avrebbe potuto fare e per un codice morale che si era imposto, perché uno spirito che agiva  in difesa dei bambini non poteva essere veramente pericoloso…ma non gli importava più neppure di quello, ormai.

Batté nuovamente un piede contro il terreno, e gioì nel sentire l’ “urlo” della terra che tremava e si spaccava, unito alle grida di tutti coloro che erano nella locanda del Leprecauno. Quel folletto, che trovava anche piuttosto simpatico, si era schierato dalla parte sbagliata.

Peccato.

Peggio per lui.

Fece un respiro profondo, facendo gonfiare un torace che grazie al cioccolato era come minimo quadruplicato di volume, come del resto era aumentata la sua altezza: era passato da un metro e ottantacinque centimetri a oltre tre metri. Si era anche ritrovato quattro braccia in più, ma la cosa non lo infastidiva: oltre ai boomerang, ai quali non aveva rinunciato, volendo poteva tenere in mano anche quattro fucili senza alcuna fatica.

Vide la collina iniziare a collassare su se stessa e, anche se non sorrise, intimamente si sentì alquanto soddisfatto. “Non imboccare la strada dell’odio, Aster”! “La vendetta non serve a nulla, Aster”!

«in compenso fa sentire benissimo!» esclamò, rivolto a nessuno in particolare.

Somigliava terribilmente a Pitch Black nelle prime ore in cui era stato posseduto e si era dato da fare per massacrare tutti i responsabili della sua rovina, ma non poteva saperlo.

Così come non si rendeva conto, o non dava importanza, al fatto che i tre Insorti lo stessero tenendo d’occhio con la massima attenzione.

«sembra che la mossa imprevista che hai fatto abbia funzionato» disse Ljuba a Cecilia, senza particolare compiacimento. Non perché fosse invidiosa di non essere stata lei ad avere l’idea, Ljuba era una donna adulta con un cervello altrettanto “adulto”, ma perché in termini strettamente pratici avere a che fare con un Pooka fuori di testa dalla rabbia avrebbe potuto diventare problematico, se mai tale forza si fosse rivoltata contro di loro. Oltre a questo non le piaceva neppure vedere Calmoniglio così “snaturato”, ma era secondario.

“non sarebbe piaciuto neppure a Galaxia”.

Vero, ma Galaxia non poteva più esprimersi, e Calmoniglio era in quelle condizioni proprio per tale motivo.

«es buona cosa poder mettere in campo un essere que volendo potrebbe facilmente spaccare todos los continenti in miriadi de piccole isole, sabes. O affondare direttamente le terre emerse».

«avrebbe davvero tutto questo potere?» Atticus sollevò le sopracciglia, sorpreso.

«cuando Pitch divenne lo que es y combatté i Pooka, aveva potere suficiente da distruggere tranquillamente una serie de pianeti, eppure quasi perse. Così mi ha raccontato» disse Cecilia «despues riuscì a ucciderli tutti lo stesso, ma no fue simple».

«Pitch dotato di potere sufficiente a distruggere pianeti nemmeno fosse Galactus…non voglio neppure immaginarlo» borbottò Atticus «per fortuna che adesso è gestibile. A proposito di gestibilità» indicò Calmoniglio con un cenno del capo «come affronteremmo la cosa, se dovesse dare completamente fuori di matto e iniziare ad avere voglia di far fare a tutti i continenti la fine di Atlantide?»

Per qualche istante nessuno dei tre parlò, forse perché avevano tutti in mente la stessa risposta.

Cecilia imbracciò il fucile da caccia grossa che, al di là dei poteri, si era portata appresso.

«se non altro sarebbe feliz de riabbracciare Galaxia».





Sono in ritardo vergognoso. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa...e anche del portatile che ha deciso di rompersi, perché ovviamente qualcosa doveva succedere!

La prima cosa che ci tengo a dire è che quello che racconta brevemente Cecilia proprio qui, nell'ultima parte, non è farina del mio sacco: tutto canonico! Pitch aveva il potere di distruggere interi pianeti ed estinguere stelle, i Pooka lo hanno fatto penare lo stesso, e Calmoniglio -sempre nel canon- ha diviso la Pangea e creato i continenti come li conosciamo. In questa fanfiction non ho preso in considerazione quest'ultimo dettaglio, ho tenuto conto solo dell'overpower del Coniglio di Pasqua :'D

Riguardo a ciò che Pitch dice a Emily Jane all'inizio di questo capitolo, invece, a breve potrete trovare qualche delucidazione nella raccolta di one shot (AU) pubblicata ultimamente, Tales of the Golden Age :) non è precisamente necessario leggerla per capire quel che succede -e succederà- qui, ma nel caso abbiate tempo e voglia ho voluto dirvi...beh...che c'è :'D

Tanith canta una versione leggermente modificata di "Skyfall" (Adele). Invece che il cielo qui cade il soffitto, infatti :'D per quanto riguarda gli incantesimi della Befana, i Potterheads che leggono li hanno sicuramente trovati familiari (e ringrazio Ialeya per aver puntualizzato la cosa, facendomi ricordare di dare i dovuti credits).

E niente, se siete sopravvissuti a questi giorni di caldo -o se i vostri dispositivi elettronici non hanno fatto la fine del mio portatile- sappiate che sono pronta a rispondere a qualunque domanda abbiate da pormi :) o a sentire le vostre opinioni!
Grazie a tutti coloro che hanno letto e/o recensito finora, alla prossima,

_Dracarys_
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: _Cthylla_