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Autore: emmejay    05/07/2016    3 recensioni
Daenerys e Tyrion si fissarono. Doveva trattarsi sicuramente di un imbroglio, di un qualche tranello.
“Vi avevo detto che non eravate l’ultimo drago.”
Genere: Dark, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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All’inizio del suo viaggio non avrebbe mai pensato che le cose sarebbero andate così. Ogni suo proposito era svanito in un attimo e tutto era cambiato quando aveva saputo le vere origini del Re del Nord. Di certo non erano quelli i suoi piani. Si era aspettata ostilità e ribellione, cose che ormai era in grado di gestire anche grazie alle ingegnose macchinazioni di Tyrion, invece si era trovata dinanzi a una parte di lei, a cui non avrebbe mai potuto far del male. Dopo la conversazione con suo nipote avrebbe voluto sparire, rimettersi in viaggio immediatamente, ma il suo primo cavaliere l’aveva convinta a restare, accettando l’ospitalità dei signori del Nord. Così ora si trovava in una delle stanza del castello. 

Era molto diversa dalle stanze a cui era abituata, molto più piccola di quella che aveva a Mereen. Il letto non era ornato di stoffe pregiate o colorate, bensì di pesanti coperte di pelliccia molto scure. Non c’erano tende di seta ricamate alla finestre, o specchi di fine fabbricatura appesi ai muri. La stanza era quasi spoglia, essenziale, composta solo dall’enorme letto, una cassettiera di legno massiccio e un grosso camino. Lady Sansa aveva dato l’ordine di accenderlo appena erano arrivati, immaginando che sarebbero restati, in modo tale da riscaldare la stanza, ma Dany sentiva brividi freddi su tutto il corpo. Per la prima volta in vita sua sentiva il suo intero corpo bruciare. Il freddo le entrava dentro, penetrando la pelle, scavando nelle ossa, salendo attraverso le sue vene.

Non riusciva a smettere di pensare al modo in cui Jon l’aveva respinta, a come avesse preferito quella landa fredda e desolata a un posto sul trono di spade, al suo fianco. 

“Un drago non dovrebbe mai crescere in mezzo ai lupi, finisce col credere di saper ululare, dimenticandosi che può sputare fuoco.” 

Eppure nonostante il risentimento che provava nei suoi confronti non poteva far a meno che essere grata agli dei per quella scoperta. Nel profondo del suo cuore sapeva che era ciò di cui aveva bisogno. Sapere di non essere sola, che lì fuori c’era qualcuno come lei. Avrebbe trovato il modo di convincerlo ad accettare la sua proposta, avrebbe fatto riemergere il drago che era in lui. D’altronde nemmeno lei era sempre stata un drago, o meglio lo era, ma non sapeva di esserlo. Ricordava bene cosa significava sentirsi deboli e indifesi, sentirsi fuori posto e non capire il proprio ruolo nel mondo. 

Fu mentre si accucciava vicino al fuoco che sentì qualcuno bussare alla porta. Non poteva che essere Tyrion.

“Vieni avanti” ordinò, senza nemmeno preoccuparsi di alzarsi.

Prevedibilmente il Lannister entrò, zampettando lentamente fino a raggiungerla.

“La stanza è di tuo gusto?” le chiese

“È fredda” rispose guardando il fuoco scoppiettare e aggiungendo un altro pezzo di legna.

“Non volevo mancarti di rispetto prima” disse poi, tutto d’un fiato “Ma se davvero gli Estranei stanno tornando, allora dobbiamo schierarci dalla parte degli Stark. Ne va della nostra sopravvivenza.”

“Lo so, non scusarti” rispose, girandosi a guardarlo per la prima volta. Quando stava seduta Tyrion riusciva a guardarla negli occhi e data l’importanza della conversazione era lieto che non si fosse alzata. La sua regina cercava sempre di dissimulare, ma ormai attraverso i suoi occhi aveva imparato a capire quando mentiva. “Non conosco molte storie sugli estranei. Da piccola mio fratello mi parlava delle storie del Sud, dei guerrieri e dei tornei, dei re e delle regine della nostra famiglia e dei loro draghi. Il nord non lo ha nemmeno mai nominato. Potresti raccontarmi qualcosa?” 

Tyrion pensò che in quel momento Daenerys somigliasse incredibilmente a una bambina che corre dalla mamma per farsi raccontare le favole. Ma quello che stava per dirle, ahimè, non era una favola.

“Sono creature mostruose. Esseri di ghiaccio, immortali, che combattono da millenni contro l’umanità. Non se ne conosce il motivo, o magari molto semplicemente è stato dimenticato. Tutti credevano che fossero scomparsi secoli fa, ma a quanto pare non è così” sospirò. Non aveva mai creduto a quelle storie, eppure ora si trovava a tremare al solo pensiero. “Dovunque vadano portano morte e distruzione e…oscurità. L’inverno è già abbastanza duro senza dover fronteggiare un esercito di non morti, non riesco nemmeno ad immaginare cosa succederebbe se riuscissero ad abbattere la Barriera.”

La Barriera. Daenerys l’aveva vista una volta, alla casa degli Eterni. Un’immensa parete di ghiaccio lunga miglia e alta centinaia di piedi e una rosa blu che cresceva proprio su di essa. Finalmente ne aveva capito il significato. 

  

 

 

 

Jon era distrutto. Non riusciva a capire cosa realmente provasse. Era felice di averla conosciuta, di aver avuto per la prima volta un assaggio del suo vero padre. Si chiedeva quanto lei gli somigliasse. Lui, di certo, non aveva niente di suo padre, niente dei Targaryen. Era uno Stark, in tutto e per tutto. Era un lupo. Lentamente si gettò sul letto e chiuse gli occhi. Pensava a sua madre, al coraggio che doveva avere e all’amore che provava per Rhaegar. Cosa avrebbe pensato se fosse stata ancora viva, se venendo al mondo non l’avesse uccisa? Sarebbe stata fiera di lui e di ciò che stava facendo? Poi si ricordò che sua madre aveva rischiato tutto quello che aveva per inseguire l’amore, mettendo a rischio i Setti Regni, solo per stare con l’uomo che amava. E allora pensò che sì, lo sarebbe stata, ma non per le sue scelte politiche o per il suo essere re, ma per la donna che aveva scelto di avere al suo fianco. 

L’unica cosa positiva nell’aver scoperto di non essere il figlio di Ned era stato l’aver capire che lui e Sansa non erano fratelli. I più pensavano che il loro matrimonio fosse solamente una scelta politica, un modo per per sopperire al suo non essere un “vero” Stark. Non potevano sbagliarsi di più. Lui l’aveva sposata perché l’amava, l’amava davvero. Da quando l’aveva riabbracciata, al Castello Nero, non poteva fare a meno di pensare a lei, in ogni attimo. All’inizio era convinto che ciò fosse dovuto al fatto che era tutto ciò che rimaneva della sua famiglia, ma con il tempo si era reso conto che non era così. Un fratello non guarda la sorella come lui guardava lei, non cerca il suo sguardo tra la folla, non sente il bisogno di sentirla al suo fianco in ogni momento, non sogna di baciarla e accarezzarla. Per mesi si era sentito un mostro per i suoi sentimenti, si era sentito sbagliato. E così quando ha scoperto che erano cugini era stata la prima a saperlo. 

L’espressione che sua moglie aveva fatto quando gli aveva raccontato la verità sarebbe rimasta impressa nella sua mente fino alla sua morte. Era confusa, sorpresa e c’era anche tristezza nel suo sguardo, tristezza per lui, per tutto l’odio e il disprezzo che aveva ingiustamente subito e attirato per tutta la sua vita.

“Allora non siamo fratelli.” Gli aveva sussurrato alla fine del suo racconto, guardandolo fisso negli occhi.

“No, non lo siamo” le aveva risposto lui, non riuscendo a reprimere un sorriso.

Era stato a quel punto che successe ciò che Jon non avrebbe mai immaginato, ciò che aveva osato solo sognare. Lei lo baciò. Un bacio breve e soffice, dolce e delicato, proprio come lei, come le sue labbra.

Nell’esatto momento in cui la ragazza si era resa conto del suo gesto, si era staccata da lui e, portandosi una mano alla bocca, aveva voltato la testa, abbassando lo sguardo.

“Io…io non avrei dovuto. Mi dispiace!” 

Si era alzata velocemente, dirigendosi verso la porta a passo spedito. Solo in quel momento Jon aveva realizzato ciò che era successo e istintivamente si era alzato e afferrandola per il braccio l’aveva stringa a sé e aveva posato le proprie labbra su quelle della ragazza. Era stato un bacio diverso dal primo, più lungo, più appassionato, quasi disperato. Non era capace di esprimere quello che provava a parole, così attraverso le sue labbra aveva cercato di trasmetterle tutto il suo amore, tutto il suo desiderio, tutta la passione e la voglia che lo ossessionavano da mesi. 

Fu solo quando entrambi rimasero senza respiro che finalmente si staccarono.

Lei aveva riaperto gli occhi lentamente, come se si stesse appena risvegliando da un lungo sonno, mentre lui, sorridendo, le aveva portato una mano tra i capelli, appoggiando la propria fronte alla sua.

“Tu mi ami.” le aveva detto.

“Anche tu mi ami.” gli aveva risposto lei.

Avevano parlato tutta la notte, confessandosi reciprocamente la disperazione e la colpa provata in quell’ultimo periodo, aggrappandosi l’uno all’altra come se ne andasse delle proprie vite e alla fine, tra un bacio e l’altro, si era addormentati alle prime luci dell’alba.

Il giorno dopo Jon e Howland Reed raccontarono ai lord del Nord ciò che Ned aveva nascosto al mondo intero per tutti quegli anni. Duecento selvaggi e chiassosi uomini del nord zittiti da un piccolo mangiatore di rane. Nessuno dei lord proferì parola per tutto il racconto, né nessuno osò mettere in dubbio la verosimiglianza dell’intera storia. Alla fine lord Manderly si alzò e guardando gli altri uomini esclamò “Il nostro re è un lupo, come lo è stato Robb Stark prima di lui, e forse anche di più. Non mi importa chi sia tuo padre!” disse poi, volgendosi verso il suo re “Che tu sia nato a Dorne, o a Volantis, o a Fondo delle Pulci non ha importanza. Il sangue di Ned Stark scorre nelle tue vene, il ghiaccio e l’inverno fanno parte di te. Mi sono inginocchiato al tuo cospetto quando il tuo cognome era Snow, continuerò a farlo se sarà Stark, o Waters, o Targaryen!” detto questo si inginocchiò e così fecero tutti gli altri.

“Basta che non sia Lannister” commentò Lord Glover, scatenando la risata di ogni uomo presente nella sala.

Più tardi, quello stesso giorno, lui e Sansa avrebbero annunciato il proprio matrimonio.

Una strana sensazione era nata in Jon quel giorno, qualcosa che non aveva mai provato in vita sua. Finalmente aveva scoperto di appartenere davvero a qualcosa, aveva finalmente capito che, nonostante tutto, lui era e sarebbe stato per sempre uno Stark. 

 

 

 

 

Ciao a tutti. Inizialmente avevo programmato questo capitolo in maniera diversa, ma ci tenevo a far capire che nella mia mente contorta Jon gode pienamente dell’appoggio della gente del Nord, e che la relazione tra lui e Sansa è puro amore (il mio animo da fangirl è più forte di me).

Nel prossimo capitolo dovrebbe cominciare la storia vera e propria. Fatemi sapere cosa ne pensate :)

-M          

  
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