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Autore: Dragasi    06/07/2016    0 recensioni
Una vita da Tiefling.
Una vita dannata, una vita a metà.
La ricerca di uno scopo. La battaglia per la libertà.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rin
La vita con i seguaci di Cayden Cailean non era per niente male.
Ci avevano fornito un alloggio e cercavano di aiutarci in ogni modo. La maggior parte di loro erano locandieri, così io riuscii ad iniziare a lavorare per uno di loro occupandomi solamente della cucina, dato che il mio aspetto poteva non essere gradito ai clienti. Johan non lavorava, ero io a mantenerci entrambi, ma dopo gli anni passati in strada lo consideravo giusto. Era ora che mi occupassi io di lui, come dovrebbe fare ogni fratello maggiore.
Io e Johan iniziammo ad apprezzare l'alcol e tutti i piaceri che la vita poteva offrirci. Quando vivevamo per strada ero convinto che avremmo vissuto nella miseria per tutta la nostra esistenza ed invece, finalmente, avevamo tutto ciò che potevamo desiderare.
Riuscii pure ad iniziare a studiare, costruendomi le basi di una cultura che avrei ampliato negli anni. Quasi tutte le sere bevevamo con gli altri fedeli e spesso trovavamo qualche ragazza con cui divertirci per una notte o due.
Con una in particolare non mi limitai a divertirmi un poco. Ci frequentavamo con piacere e lei trovava estremamente affascinante la mia coda. Ne ero innamorato, ed è inutile nascondere il fatto che Johan trovasse la cosa molto divertente. Si chiamava Arinne, aveva i capelli ramati e gli occhi verdi, era esile e appariva estremamente fragile.
Dopo alcuni mesi, decisi di prendere le distanze da lei: non volevo costringerla a legarsi ad uno come me, ad un essere maledetto. Allora ero già consapevole del fatto che la mia famiglia sarebbe sempre e solo stata quella formata da Johan e me, non volevo mettere al mondo una creatura innocente che sarebbe stata maledetta fin dalla nascita. Amavo Arinne e, proprio per questo, la lasciai andare. Fu l'ultima ragazza con cui condivisi un letto.
Dopo Arinne presi una decisione: avrei eliminato chi aveva condannato me e mio fratello ad una vita solitaria, a quell'esistenza maledetta.
Parlai della mia decisione con il capo della congregazione, era uno dei due uomini che ci aveva trovato. Si chiamava Baldwin ed era un uomo davvero gentile e dall'animo buono.
Andai da lui in un pomeriggio soleggiato e lui mi accolse nel retro della sua locanda. Iniziai a parlargli della mia decisione di dar la caccia ad ogni seguace di Asmodeus e a chiunque ledesse la libertà altrui e lui mi parlò di una possibilità...
- Rin, nella nostra chiesa non sono molto comuni, ma anche noi abbiamo degli Inquisitori. Questi uomini operano nel nome di Cayden Cailean, difendendo i suoi ideali. Se tu diventassi uno di loro, avresti la benedizione del nostro dio nella tua crociata -
Avevo bisogno di tempo per decidere e lo dissi a Baldwin, che mi tranquillizzò assicurandomi di avere tutto il tempo che volevo.
Avrei voluto parlarne con Johan, peccato che fosse sparito da qualche giorno. Ancora non mi stavo preoccupando, non era la prima volta, ma era via da più tempo. Passarono due settimane e di Johan ancora non avevo notizie, ma decisi che era ora di dare una risposta a Baldwin.
Andai da lui una mattina agli inizi dell'autunno, per dirgli che volevo intraprendere il cammino per diventare Inquisitore. Mi sembrò felice e mi disse che non sarebbe stato semplice. Scrollai le spalle, fino a quel momento nella mia vita avevo avuto ben poche cose semplici e l'andare incontro alle difficoltà non mi spaventava.
Iniziai pochi giorni dopo l'addestramento, mentre la mia preoccupazione per Johan cresceva. La mia mente prese in considerazione le peggiori ipotesi, ma con tutto me stesso cercavo di oppormi anche solo all'idea di essere rimasto solo al mondo, di non poter mai più vedere mio fratello.
L'addestramento, però, iniziò ad occuparmi le giornate e le notti. Eravamo in quattro a compiere quel percorso, io ero l'unico a non essere umano, ma agli altri non sembrava importare. Al mattino avevamo lezioni teoriche, al pomeriggio ci addestravano nell'utilizzo di varie armi e tipi di combattimento. Ci insegnarono a trovare anche la forza magica racchiusa in noi che ci avrebbe permesso di lanciare incantesimi, accompagnata alla fede nel nostro dio. La sera lavoravo alla locanda e passavo buona parte delle mie notti a studiare.
Di Johan non avevo più notizie da mesi e decisi di darlo per morto, era un'idea più sopportabile che pensarlo in catene in qualche prigione o nella casa di un pazzo.
Imparai ad usare la fede che rimettevo nel mio dio per avere dei poteri: potevo guarirmi le ferite in combattimento o aumentare la potenza di qualcuno. Scoprì che con il mio occhio ero in grado di vedere attraverso muri, anche se non potevano essere troppo spessi.
Mi resi conto che ero pieno di doni, dovuti alla mia natura, ma non cambiai idea: avrei eliminato tutti i seguaci di Asmodeus.
Mi scoprii, più spesso di quello che vorrei ammettere, a pregare Cayden Cailean di ridarmi mio fratello, anche se avevo deciso di darlo per morto.
Non riuscivo ad immaginare il motivo di un'assenza così prolungata e, dopo un anno dalla sua scomparsa, mi sentii come se fosse morta anche una parte di me.
   
 
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