Per
un bicchiere di vino ed un sorriso sincero
***
Ebbene, devo essere impazzito, non c’è
altra spiegazione.
Potrei dare la colpa alla ferita
oppure all’intervento chirurgico di quell’ometto basso che tutto sembra tranne
un medico, ma in realtà so bene che tutto questo è cominciato già da prima.
Da quando ho visto il pericolo che
minacciava la Terra e da quando ho dovuto ammettere l’inettitudine degli uomini
che la governavano; uomini a cui io avevo consegnato la mia obbedienza.
Sono entrato nell’esercito perché
volevo difendere la Terra, ed il mio unico ma colossale errore è stato non
riconoscere che combattevo contro il nemico sbagliato.
Harlock non è mai stato mio nemico. Abbiamo
combattuto, ma chi era il primo ad aprire le ostilità?
Sempre il sottoscritto: Mitsuru Kirita, Ministro della Difesa
della federazione terrestre.
E per questo adesso mi trovo di fronte
a lui nella sua cabina e riesco a malapena a mettere insieme un discorso
sensato.
La vergogna è forte, ma più forte è la
volontà di rendermi utile.
Quante volte ho desiderato di
imprigionarlo o addirittura ucciderlo?
E adesso quando mi guarda ho
l’impressione che mi abbia sempre aspettato, che sapeva che prima o poi avrei
compreso il mio errore e che avremmo combattuto la stessa battaglia.
È questo a confondermi.
Non trovo nessuna traccia di rancore
in lui. Non lo sta mettendo da parte, semplicemente non ne prova.
Tutto ciò che percepisco in lui è
sincerità, lealtà, franchezza.
Per questo gli chiedo di poter
combattere al suo fianco. Ho bisogno di dimostrargli che sono degno della sua
fiducia.
È come se avessi sempre inconsciamente
desiderato l’amicizia di un uomo come lui ma me ne rendessi conto solo adesso,
e questo mi imbarazza davvero tanto.
Dopo tutte le trappole che gli ho teso
come posso pretendere che mi accolga come un amico?
-Non volete neanche sentirne parlare,
non è vero?-
Lui riempie un bicchiere e me lo
porge.
-Bevete Kirita.
Il vino dà calore ai discorsi. Non è vero che non voglia sentirne parlare:
parlando si semplificano molte cose-
Allora non riesco più a fermarmi.
Gli racconto di me e della mia vita,
di mio padre, di mia madre, della mia sorellina Tami.
Adesso sarebbe una donna adulta ma
nella mia memoria resta sempre una bambina, come Mayu.
Gli parlo sincero come lui è con me.
Arrivo a confessargli di aver
invidiato lui e Mayu perché erano la famiglia che a
me era stata negata.
Lui mi ascolta con calma, senza
giudicarmi. Comprende molto più di quello che gli dico con le parole.
Quando finalmente riesco a fermarmi
riempie di nuovo il mio bicchiere e mi sorride.
Mi sta offrendo un bicchiere di vino
ed un sorriso.
È niente rispetto a quello che
ricevevo sulla Terra, ma è tanto più prezioso.
Harlock ha ragione: il vino dà calore ai
discorsi ma nel mio caso annebbia anche la mente.
Mi trova a raccontargli dei ragazzi
che ho portato a Kruna dal vecchio Ashi.
La mia famiglia adottiva, tutte le
vite giovani come quella di Tami.
Per lei non c’era più speranza ma per
loro potevo fare qualcosa.
Mi trovo a parlare ad Harlock di tutte le cose che avrei voluto fare per loro.
Nel consiglio dei ministri avrebbero
riso di me se avessero saputo che il burbero consigliere Kirita
aveva in realtà progetti di case e scuole per gli orfani, Harlock
invece non ride per niente.
Mi osserva serio, troppo serio, come
se mi stesse leggendo dentro.
-Scusate, non so più cosa sto dicendo.
Quel mattacchione del dottor Zero deve essersi divertito a spostare qualche
rotellina in questa mia testaccia di bufalo-
Vorrei tacere e piantarla di rendermi
ridicolo una buona volta.
-Infatti quei ragazzi hanno offerto il
loro sangue perché il dottor Zero potesse operarvi, dicendo che ne avevano
diritto più che dovere-
Cosa? Mi hanno salvato la vita, tutti
loro?
I ragazzi hanno fatto a turno per
fornire il sangue per le trasfusioni, ed il dottore ci ha messo impegno nel
fare un intervento chirurgico difficile come lo avrebbe fatto per un suo
compagno di ciurma.
Ed Harlock
mi ha trattato da ospite invece che da prigioniero, ed è rimasto ad ascoltare i
miei sproloqui quando avrebbe avuto il diritto di buttarmi fuori dalla sua
cabina.
Mi sembra più prezioso di tutto ciò
che ho avuto da Ministro.
Solidarietà, comprensione e rispetto
non sono beni in vendita, e forse per questo gli uomini della terra hanno
dimenticato come scambiarli.
Quassù invece, nel mare dello spazio…
All’improvviso desidero con tutto me
stesso di fare parte di tutto questo.
Voglio essere degno dell’Arcadia e
della fiducia di Harlock.
Voglio restare con loro anche a
rischio di morire combattendo contro le Mazoniane,
anche a rischio di diventare un fuorilegge ed un ricercato come loro.
Per un bicchiere di vino e di un
sorriso sincero è un rischio che vale la pena di correre.
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Cantuccio
dell’Autore
Ben ritrovati! Dopo una lunga
interruzione sono riapprodata nel fandom del nostro
amato Capitano.
Mi sono affezionata al Consigliere Kirita dalla puntata della puntura di scorpione che si è
preso al posto di Mayu, poi quando ho visto le
puntate in cui si riappacificava con Harlock mi sono
definitivamente sciolta.
Inoltre Kirita
mi ricorda molto Javert de “I Miserabili” sia come
atteggiamento sia fisicamente.
I dialoghi riportati sono tutte
citazioni della serie animata.
Grazie per aver letto
Makoto