Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Yu_Kanda    09/07/2016    0 recensioni
Lavi si era preparato con scrupolo a quel giorno, l'aveva atteso con trepidazione, desiderato con tutto sé stesso. Se solo fosse riuscito a trovare il maledetto maniscalco! Il suo cavallo aveva perso un ferro e non poteva continuare per il sentiero in mezzo alla foresta rischiando di azzopparlo.
– Ehi; ti sei perso, figliolo? – chiese una voce dietro di lui.
Forse, la sua espressione aveva tradito fin troppo quanto fosse preoccupato di restare bloccato lì, in mezzo a tutte quelle carovane di mercanti e pellegrini, perché... qualcuno ora gli stava parlando.
[LaviYuu]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '* Book of Lairs *'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia è stata scritta secondo le richieste del contest Fiume "A mille ce n'è... di slash da narrar!" indetto da Sango sul forum di EFP.
Le vicende che seguono sono ispirate esclusivamente all'immagine sottostante, per la quale la richiesta era una fiaba inventata dall'autore.






Attraverso lo Specchio
 

La stazione di cambio era affollata. Anzi no, affollatissima. Chiunque altro avrebbe avuto paura di andarsene in giro tutto solo in un posto del genere, ma lui no, non ne era affatto spaventato. Suo nonno non aveva voluto accompagnarlo, diceva che doveva essere in grado di cavarsela da solo e lui non voleva assolutamente deluderlo.

Lavi si era preparato con scrupolo a quel giorno, l'aveva atteso con trepidazione, desiderato con tutto sé stesso. Se solo fosse riuscito a trovare il maledetto maniscalco! Il suo cavallo aveva perso un ferro e non poteva continuare per il sentiero in mezzo alla foresta rischiando di azzopparlo.

– Ehi; ti sei perso, figliolo? – chiese una voce dietro di lui.

Forse, la sua espressione aveva tradito fin troppo quanto fosse preoccupato di restare bloccato lì, in mezzo a tutte quelle carovane di mercanti e pellegrini, perché... qualcuno ora gli stava parlando.

Si voltò, incontrando lo sguardo di un uomo dall'aspetto gentile; aveva i capelli neri, lunghi appena oltre le spalle, lineamenti orientali e un bel sorriso cordiale. Dei bizzarri occhialetti scesi sul naso, una lunga palandrana grigiastra, stretta in vita da una cintura di cuoio, e un cappello floscio completavano il quadro. Non avrebbe saputo dire se fosse un mercante oppure un semplice viaggiatore... o magari un furfante; quindi, decise di mentire.

– No, sto aspettando che il cavallo riposi prima di ripartire. – rispose, ricambiando il sorriso.

– Oh, bene, questo posto è pieno di gentaglia poco raccomandabile e temevo potessero prenderti di mira. – disse l'uomo, l'aria sinceramente sollevata.

– Fratello! – chiamò qualcuno da lontano, alle loro spalle. – Ecco dove ti eri cacciato! Le provviste sono sul carro.

La ragazza si fermò a pochi passi di distanza, ansimando per la corsa, notando solo allora la sua presenza. Si voltò verso il fratello, sorpresa.

– Lenalee, non dovevi muoverti da sola – la rimproverò immediatamente questi – ti avevo detto di restare con Reever.

– Lo so, ma tu non tornavi! – ritorse lei, l'aria imbronciata. – Chi è? – domandò poi, voltandosi a guardarlo. – Lo conosci?

– No, ma l'ho visto spaesato e temevo si fosse perso.

Lavi ebbe l'impressione che sapesse ben di più su di lui di quello che ammetteva. Lo scrutava in un modo così strano... La sorella, per contro, era così graziosa e spontanea!

– Fratello, sei incorreggibile – esclamò la fanciulla – hai visto i libri sul cavallo e muori dalla voglia di chiedergli se è diretto dove lo siamo noi. Fallo e muoviamoci!

– Lenalee, abbassa la voce! – sussurrò l'uomo, guardandosi immediatamente intorno per assicurarsi che nessuno avesse capito a cosa la sorella si riferisse.

– Voi... sapete? – Lavi sussurrò di rimando ed entrambi i suoi interlocutori annuirono.

– Siamo diretti alle Torri della Magia – confermò la ragazza – mio fratello è uno degli insegnanti.

Quella notizia gli fece spalancare la bocca e sgranare gli occhi; Lavi si trovò, per la prima volta nella sua seppur breve vita, considerata la sua giovane età, a corto di parole.

– Davvero? Io... ecco... – s'interruppe, porgendo la mano in un gesto cordiale. – Lavi – s'affrettò a presentarsi – Lavi Bookman. Piacere.

– Che nome particolare. – commentò l'uomo. – Komui Lee – aggiunse poi, stringendogli la mano con decisione – e lei è mia sorella, Lenalee.

– Piacere – disse la ragazza con un sorriso – giovane apprendista mago. Studieremo insieme, quindi, ho visto giusto?

Era davvero graziosa, con i capelli neri raccolti in due codini ai lati della testa, e gentile con quel sorriso così sincero. Indossava anche lei una tunica molto semplice a fantasia floreale rossa e oro, senza cintura, dei pantaloni scuri stretti alla caviglia e un paio di graziosi mocassini neri. Lo fissava in attesa, negli occhi castani una luce un pochino divertita, probabilmente dal suo evidente imbarazzo. Lavi annuì, stropicciandosi le mani e intrecciandole nel processo con le briglie del cavallo; Lenalee rise sommessamente, aiutandolo a districarsi.

– Mi dispiace, è il mio primo viaggio da solo e mio nonno mi ha raccomandato di non fidarmi di nessuno – confessò, un tantino a disagio – e il mio cavallo ha perso un ferro, e...

Lenalee rise di nuovo, più forte stavolta, tanto che il fratello le fece cenno di controllarsi o avrebbe attratto l'attenzione.

– Coraggio – esortò il giovane – troviamo un maniscalco e poi riprendiamo il viaggio tutti insieme. Sono sicura che mio fratello sistemerà tutto in un batter d'occhio. – promise.

Komui annuì e le sorrise di rimando, assestando una pacca bonaria sulla spalla di Lavi.

– Certamente – confermò, prendendo in custodia il cavallo fulvo e incamminandosi verso una tenda poco distante – voi però andate subito da Reever e non muovetevi finché non ritorno.

Entrambi i giovani annuirono, seri. Poi Lenalee prese per mano Lavi, tirandolo verso una casetta in legno che doveva essere una locanda.

Anche l'altro uomo, Reever, si rivelò essere un mago, sebbene il suo aspetto fosse meno canonico, vista la capigliatura bionda, corta e ribelle, la pelle molto chiara e gli occhi azzurro ghiaccio. Aveva più l'aria di un soldato, considerata l'altezza e il fisico atletico, ma anch'egli era chiaramente non abbigliato per il combattimento armato.

Fece portare qualcosa da mangiare per tutti e, verso sera, rifocillati e riposati, si misero in cammino.

 

Si rivelò un'ottima scelta aver accettato di viaggiare con Lenalee e suo fratello, constatò Lavi. L'uomo era davvero uno stregone d'alto livello e grazie alla sua guida e agli incantesimi di protezione che aveva lanciato sul loro carro, il viaggio non aveva incontrato inconvenienti di sorta.

Tre giorni appena erano trascorsi e già si trovavano davanti alle torri gemelle della famosa quanto temuta scuola di magia della foresta proibita. Sì, il nome derivava proprio dalla presenza di un insediamento di stregoni al suo interno e, be', difficile dar torto alla gente per quello.

Lavi contemplò l'imponenza delle torri, rapito. Immaginava già di trovarsi al loro interno, di percorrerne ogni corridoio, esplorarne ogni anfratto, quando qualcosa catturò la sua attenzione.

L'aveva visto, era sicuro! Un giovane con lunghissimi capelli corvini e penetranti occhi scuri, una tunica da stregone coperta da una mantella blu notte rifinita d'oro, il cui cappuccio gli incorniciava il volto bellissimo e crudele. Un'aquila era appollaiata sulla sua spalla, le ali aperte a metà, come se fosse pronta a spiccare il volo in qualunque momento.

Un istante dopo lo fece, planando dritta contro di lui senza emettere alcun suono, esattamente come il suo supposto proprietario.

Lavi si voltò di scatto per abbassarsi, facendo perdere l'equilibrio a Lenalee, che quasi cadde a terra, salvata solo dalla prontezza di riflessi del fratello.

– Si è buttato! Un mago si è buttato dal finestrone del secondo piano, fate qualcosa! – gridò, indicando freneticamente verso la torre nera. Nulla. Non sembrava esserci proprio nessuno a terra, né sul lastricato antistante l'imponente portale, né vicino alla vegetazione sulla quale si affacciava la finestra incriminata.

– Che ti prende? Hai visto un fantasma? – chiese Reever, l'aria preoccupata, scambiando uno sguardo eloquente con Komui.

– Io... forse è proprio così. – rispose Lavi, piuttosto abbattuto di aver dato spettacolo a quel modo ancora prima di essere accettato fra gli allievi della scuola.

– Ehi – sussurrò Lenalee, posandogli la mano su una spalla – va tutto bene. È solo la tensione d'esser finalmente qui.

Lavi si sforzò di sorridere, anche se la sua mente ancora ripensava al giovane che aveva visto gettarsi dalla torre. Non si era sbagliato, quindi cosa esattamente aveva visto? Davvero un fantasma? Qualunque cosa fosse, stava per entrare nel posto più adatto a fornirgli gli strumenti per scoprirlo.

 

Entrarono nella torre in marmo bianco, le cui porte s'erano aperte spontaneamente dinanzi a loro non appena vi si erano avvicinati, trovando la grande sala d'anticamera deserta. Komui diresse senza esitare verso il primo corridoio a sinistra, come se sapesse a priori dove andare; dopo pochi minuti di cammino, udirono rumore di passi avvicinarsi velocemente.

Una figura minuta, il volto celato dietro un ampio cappuccio, avanzava in silenzio verso di loro a braccia conserte, le mani celate dentro le maniche della ricca tunica di velluto rosso.

– Nipote degenere! – esclamò l'uomo, non appena si fermarono, fronteggiandosi. – Hai dovuto farti accompagnare nonostante le raccomandazioni che ti avevo fatto!

– Nonno?

L'uomo lasciò ricadere il cappuccio sulle spalle; Lavi guardò verso Komui e improvvisamente tutto gli fu chiaro. Sapeva dal principio chi lui fosse, per quello aveva fatto di tutto perché viaggiassero insieme! Conosceva suo nonno, il quale doveva avergli chiesto di tenerlo d'occhio... o forse no e semplicemente Komui aveva deciso di non correre rischi inutili lasciandolo andare solo.

– Venerabile Bookman – salutò, inchinandosi con rispetto – mi perdoni per aver contravvenuto ai suoi comandi, ma ho preferito scortare il ragazzo personalmente. Il posto di cambio era pieno di sgherri del Conte Nero pronti a seguirci, era troppo rischioso.

– Va bene, va bene – borbottò l'anziano stregone – seguitemi, vi mostro dove sono ora i vostri alloggi. Ci sono stati dei cambiamenti dall'ultima volta che siete venuti. Sistematevi, vi aspetto nel mio studio per ascoltare il vostro rapporto. – guardò i due uomini annuire e si rivolse agli altri due membri del gruppo. – Quanto a voi, seguite il gatto nero, vi mostrerà i quartieri degli apprendisti. Ripassate le basi, domani sarete assegnati a un maestro a seconda delle vostre attitudini.

Gatto... nero? Lavi annuì, conscio di star mostrando un'espressione assai più che perplessa. Lenalee invece appariva confidente e calma; s'inchinò, ringraziando con un bel sorriso.

– Miao! – udirono provenire dal nulla e un micetto nero improvvisamente gli fu accanto. Li scrutò con penetranti occhi verdi, prima d'indirizzar loro un secondo 'miao' e zampettare via, diretto chissà dove.

Lenalee afferrò prontamente la mano di Lavi e, dopo aver rivolto un breve saluto al fratello e all'altro mago, lo trascinò senza tanti complimenti dietro al gatto.

 

Percorsero un susseguirsi di corridoi scavati nella pietra, fiocamente illuminati da sporadiche torce, infilate in cerchi di ferro scuro conficcati nelle pareti, finché il gatto non s'arrestò dinanzi a una porta in legno laccata di verde. Posò una zampetta contro di essa e spinse, voltando il musetto verso i due umani che lo seguivano per accertarsi che non si fossero persi per strada. La porta si aprì lentamente, cigolando appena; fu allora che, con somma sorpresa dei presenti, il gatto inarcò la schiena e iniziò a crescere in dimensioni, assumendo infine forma umana.

– Benvenuti nella torre bianca – disse la donna, raccogliendo i capelli in una coda bassa – il mio nome è Lulubell e sarò uno dei vostri istruttori. Per stanotte dormirete qui. Domani, a seconda del Maestro cui sarete affidati, verrete condotti ai vostri alloggi definitivi. Trovatevi alle otto esatte nella sala grande.

Lavi la fissava rapito: era una muta-forma oppure semplicemente padroneggiava la magia della trasmutazione animale? Aveva occhi d'un grigio ambrato e capelli biondo miele, lunghi appena oltre le spalle; per quanto non fosse molto alta, la tunica nera che indossava la faceva apparire ancora più snella e slanciata di quel che era. Al collo aveva un medaglione dorato con agganciato un sonaglio da gatto e sulla fronte dei sottili, bizzarri segni neri a forma di croce che ne ornavano tutta la lunghezza.

Lenalee gli dette una gomitata dritta fra le costole che lo riscosse d'un colpo dalla specie di trance contemplativa in cui era caduto.

– Grazie, mia signora – disse – saremo puntuali.

La donna annuì e, senza aggiungere altro, in un lampo tornò gatto, correndo via.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Yu_Kanda