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Autore: Echocide    10/07/2016    5 recensioni
Quindi se divento più alto di te...tipo così, mi sposerai, vero?
Che ne dici di vedere se quel momento arriverà realmente, tappetto?

Una scommessa fatta ingenuamente, da bambini, lega Adrien e Marinette: purtroppo, però, la vita li divide e i due si perdono di vista, non incontrandosi più.
Dopo sette anni, Adrien torna a Parigi e sembra più che mai determinato a vincere la scommessa che fece da piccolo...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Vuoi scommettere?
Personaggi: Adrien Agreste, Marinette Dupain-Cheng, Altri
Genere: romantico, fluff, slice of life
Rating: PG
Avvertimenti: longfic, AU
Wordcount: 1.424 (Fidipù)
Note: Salve salvino! Eccomi qua con il nuovo aggiornamento di Vuoi scommettere?: un po' in ritardo, rispetto al solito, ma in questi giorni ero in stato comatoso (grazie caldo, eh!) e il pc...beh, è una fonte di calura pazzesca...diciamo che non mi ci mettevo molto volentieri (senza contare che martedì avrò un esame e, quindi, mi sono messa a studiare come se non ci fosse un domani.). Ma bando alle ciance, vi lascio immediatamente con il nuovo capitolo e voglio ringraziare tutti coloro che leggono e/o commentano le mie storie (prima o poi riuscirò a rispondere a tutte le recensioni!).
Grazie, davvero, grazie di tutto cuore.



Alya osservò divertita la ragazza che, con la testa china sulle ginocchia, stava nascondendo il volto al mondo intero: quando, quella mattina si era alzata e aveva letto il messaggio di Marinette, si era preparata in fretta e in furia, raggiungendo poi la boulangerie dei Dupain a tempo di record.
Marinette era nel negozio, le mani che tormentavano l’orlo della maglia, lo sguardo nervoso, il labbro inferiore martoriato dal segno dei denti: Alya aveva scosso il capo, sorridendo lieve all’amica e l’aveva scortata fuori, raggiungendo il lungofiume e facendo accomodare l’altra sulla panchina, ascoltando poi il discorso balbettante e confuso che era venuto dopo.
«Allora…» mormorò Alya, non ricevendo nessun segno vitale dall’altra: «Adrien ti ha invitato.»
«Sì.»
Alya annuì con la testa, incrociando le braccia: aveva intuito che il fine ultimo del biondo, quando il giorno prima aveva chiesto il numero di telefono all’amica, fosse quello di provarci e non certo di chiedere aiuto per i compiti; l’aveva sentito in classe, quando i professori lo interpellavano, e sembrava che Adrien Agreste se la cavasse egregiamente: «E tu cosa hai risposto?»
Marinette alzò il capo, fissandola negli occhi: «Niente.» dichiarò lapidale, tornando a nascondere il volto.
«Come niente? Mi stai dicendo che quel poveretto sta ancora aspettando la tua risposta?»
«Sì.»
«Marinette…» sospirò la ragazza, sistemandosi gli occhiali e scuotendo il capo: «Perché?»
«Non lo so.» sbuffò stizzita la mora, alzandosi e iniziando a camminare davanti la panchina, avanti e indietro: «Io…io…io…»
«Respira. E cercare di trovare le parole.»
La ragazza annuì, inspirando profondamente e guardando l’amica che, comodamente seduta a gambe incrociate sulla panchina, la guardava paziente: «Io pensavo avesse proposto una semplice uscita, stavo già valutando di chiamare anche tu e Nino quando…»
«Quando il bell’Adrien ha precisato che era un appuntamento.»
«Sì. Ed io…»
«Sei andata in paranoia.»
«Esatto.»
Alya sorrise dolcemente, osservando l’amica iniziare a tormentare una ciocca di capelli e lo sguardo celeste che si perdeva in lontananza, fissando la mastodontica figura di Notre-Dame: «Marinette?»
«Mh?»
«Secondo te perché Adrien ti provoca tutto questo? Sinceramente, ti ho visto con altri ragazzi e non eri questo fascio di nervi ambulante, ma da quando è apparso lui nella tua vita, due giorni fa…»
«Sono passati solo due giorni?»
«Eh sì.» assentì Alya, ridacchiando: «Ti sembrava di più?»
«Beh, considerato tutto…» Marinette si fermò, battendosi le dita sulle labbra: «Sì, mi sembra trascorso molto più tempo.»
«Comunque hai idea del perché sei un fascio di nervi con lui?»
«Non lo so.» sospirò la ragazza, scuotendo la testa corvina e abbassando le braccia: «Quando…quando si avvicina sento l’ansia salire e la lingua s’impasta e…»
Alya poggiò i gomiti contro le ginocchia e, presosi il volto fra le mani, sorrise convinta: «Marinette? Non è che forse ti sei presa una bella cotta per Adrien?»
«Cosa? No!»
«Come fai a dirlo?»
«Perché lo conosco da due giorni?»
«Errato. Lo conosci fin da quando eri piccola.»
«Quando era piccola era differente. Questo…» Marinette si fermò, mordendosi il labbro inferiore e diventando pensierosa: «Questo Adrien è nuovo anche per me. E una cotta non si prende in…»
«Colpo di fulmine…» cantilenò Alya, dondolando il capo: «Accensione di una vecchio amore mai sopito…»
«Piantala!»
«E allora dammi una risposta logica al fatto che non hai risposto al suo invito.»
«Mi ha presa alla sprovvista?»
«Marinette…»
«Davvero!»
«No, non è questa la risposta.»
«Sì, che lo è.»
Alya si alzò in piedi, avvicinandosi all’amica e posandole le mani sulle spalle: «Marinette, se ti fermassi un attimo ad ascoltare quello che dici…» si fermò, sorridendole: «…ti renderesti conto da sola del non senso assoluto che hanno le tue parole.»
«Alya…»
«Nessuno ti sta correndo dietro, quindi prenditi il tuo tempo e cerca di capire perché tutta questa agitazione per Adrien. Ok? Anche se io ho già detto quale è, ma tu sei troppo cieca – e testarda – per capirla.»
«D’accordo.»
«E adesso andiamo a scuola, ok?»
«E se…»
«Se Adrien ti chiederà qualcosa? Semplice, dì quello che senti.»
«Sicuramente balbetterò qualcosa senza senso.»
«Quello è sicuro.»
«Alya!»


Adrien sospirò, dando un’occhiata veloce allo schermo del cellulare e non trovando nessuna notifica, non faceva altro che controllarlo dalla sera precedente da quando, idiota com’era, aveva chiesto a Marinette: come accelerare i tempi e fare danno, poteva scrivere tranquillamente un libro.
Sbuffò, alzando la testa e notando Chloe e la sua amica entrare in classe: «Buongiorno, Adrien.» tubò la bionda, sedendosi nel posto speculare al suo e sorridendogli: «Sai, stavo pensando che magari sabato possiamo andare da qualche parte, non credi? Noi due, intendo. Conosco un locale…»
«Forse ho altri impegni.» dichiarò il ragazzo, abbozzando un sorriso e osservando il suo compagno di banco entrare in classe: «Bro’.» lo salutò, alzando il pugno e venendo immediatamente ricambiato dall’altro: Nino lo aveva preso subito in simpatia il primo giorno, autodefinendosi suo Bro’ e migliore amico.
Nonché fonte inesauribile di informazioni, essendo il ragazzo della migliore amica di Marinette.
«Perché mi stai fissando così?» gli domandò il moro, mentre si sedeva e si toglieva le cuffie, voltandosi poi verso il biondo: «Sembra quasi che tu stia aspettando qualcosa da me. Sì, direi che è proprio così.»
«Non sai nulla?»
«Mh. Vediamo…» mormorò Nino, poggiando la sua borsa per terra e recuperando i libri della prima ora: «So che Alya è stata chiamata stamattina presto da Marinette – mi ha chiamato la mia ragazza, dicendomi di non aspettarla fuori da scuola – e ha detto che le era sembrata agitata.»
«Secondo te è un bene che Marinette era agitata? Perché quando eravamo piccoli non lo era mai. Almeno con me.»
«Ah boh. Ho smesso di capire le donne da quando avevo cinque anni.»
Adrien ridacchiò alla battuta dell’amico, osservando le protagoniste del loro discorso entrare in classe: Alya sorrise loro, mentre Marinette era rimasta ferma fuori dall’aula con…
«Testa di pomodoro.» bofonchiò Adrien, fissando male il rosso con cui Marinette stava parlando: sembrava a suo agio, tranquilla mentre sorrideva al ragazzo; rimase a fissarla, mentre Pomodoro si frugava nelle tasche e tirava fuori qualcosa – dei biglietti, forse? –, Adrien vide lo sguardo di lei illuminarsi anche da quella distanza e prendere uno dei rettangoli di carta, annuendo e dicendo qualcosa.
Perché non era così anche con lui?
Perché doveva essere pronta a scattare come una molla quando c’era lui al posto di Pomodoro?
Sbuffò, poggiando le braccia sul banco e la testa sopra di queste, osservando per tutto il tempo Marinette: la vide infilare il biglietto – ormai era quasi certo che si trattasse di questo – nella borsa e poi annuire all’altro, voltandosi ed entrando in classe; capì perfettamente il momento in cui si accorse di lui: da tranquilla e rilassata, la sua postura divenne rigida e nervosa, mentre camminava davanti al suo banco e scivolava poi dietro di lui.
Adrien si mosse, voltandosi e poggiando le braccia sul banco di lei: «Allora?»
«Co-cosa?»
«Quello che ti ho chiesto ieri.»
«Ah…Ec-cco…Io…»
«Quello che sta dicendo è sì.» s’intromise Alya, sorridendo zuccherosa allo sguardo di Marinette: «Se aspettavo te, il professor Plagg arrivava.»
«Sì?» domandò Adrien, sorridendo gioioso: «E’ sì davvero?»
«Sì, se non va in iperventilazione adesso e muore.» commentò Alya, vedendo l’amica diventare rossa e respirare: «Tranquilla, va tutto bene. E’ solo Adrien, il tuo amico d’infanzia.» dichiarò la castana, prendendo l’altra per le mani e fissando un attimo Adrien: «Puoi voltarti così la calmo un po’?»
«Ok.» dichiarò il biondo, voltandosi in avanti e ascoltando distrattamente le due ragazze – o meglio Alya – che parlottavano: Marinette le aveva detto sì.
In realtà era stata Alya a rispondere.
E Marinette aveva reagito come sempre, se non peggio.


Marinette scivolò fuori dall’aula non appena le lezioni terminarono, timorosa di un qualsiasi approccio di Adrien: avrebbe voluto picchiarsi con il libro di storia che teneva stretto al petto per la sua stupidità: «Marinette?» la voce del protagonista dei suoi pensieri la fermò, facendola voltare e incontrare la figura del biondo.
Adrien si avvicinò a lei, portandosi una mano alla nuca: «Per prima…» mormorò, abbassando lo sguardo verde e sorridendo: «Ha risposto Alya, quindi facciamo che non se ne fa nulla, ok? Non voglio costringer…»
«No!»
«Cosa?»
«Ah…ehm…n-no, bene mi va…va bene…uscire.» balbettò la ragazza, sentendosi il volto andare in fiamme: «Co-come amici?»
Il ragazzo la fissò un attimo, annuendo poi con la testa: «Come amici.» ripeté, sorridendole: come recuperare un passo falso. Bene, avrebbe potuto scrivere un libro anche su quello: un’uscita come amici avrebbe tranquillizzato Marinette e lui…
Beh, lui avrebbe fatto un piccolo passo verso la conquista della sua signora.

   
 
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